UNA DIVERSA LETTURA DEL TRADIMENTO

“Un padre, volendo insegnare al figlio a essere meno pavido, lo fa saltare dai gradini di una scala. Lo mette in piedi sul secondo gradino e gli dice: -Salta, che ti prendo.- Il bambino salta. Poi lo piazza sul terzo, dicendo: -Salta, che ti prendo.- Indi il padre lo sistema sul quarto, poi sul quinto, dicendo ogni volta: -Salta, che ti prendo-, e ogni volta il bambino salta e il padre lo afferra prontamente. A un certo punto il bambino è su un gradino molto in alto, ma salta ugualmente, come in precedenza; questa volta però il padre si tira indietro, e il bambino cade lungo e disteso. Mentre tutto sanguinante e piangente si rimette in piedi, il padre gli dice: – Così impari, mai fidarti…, neanche se è tuo padre.” James Hillman in “Puer Aeternus”

 

Vorrei proporre una lettura “diversa” del tradimento, dove la figura del traditore è meno colpevole di quanto sembri.

In questa lettura il traditore non è solo colui che tradisce, che inganna, che è subdolo ma è anche colui che affronta diversamente una crisi di coppia, rendendosi conto dell’effettiva realtà. Spesso una relazione è caratterizzata dalla stanchezza, dalle incomprensioni, dai continui litigi, dalla mancanza di una progettualità futura, dal venir meno di un autentico sentimento. In questo caso il tradito è colui che minimizza, che fà finta di niente, che non parla, aspettando una possibile soluzione che non c’è o che il tempo sistemi, non si sà come, il tutto. Al contrario del traditore che affronta la dura realtà della disfunzionale relazione di coppia, rompendo in qualche modo il silenzio e l’indifferenza, non in maniera esplicita, ma in maniera implicita attraverso il tradimento. Sintetizzando, in maniera molto forte, e come se il tradito avvesse costretto l’altro a tradire.

Al riguardo bisogna sfatare un luogo comune, in questi casi. In un tradimento soffre non solo chi è tradito ma anche chi tradisce e le colpe non sono solo di quest’ultimo. Davanti ad un tradimento, al di là se è stato “confessato” o “scoperto”, entrambi i membri della coppia devono avviare una seria e profonda riflessione sul perchè e come sia successo. Se alla conseguente e naturale esplosione di rabbia e dolore segue la riflessione accennata il tradimento aquisisce una funzione di rottura di un equilibrio di coppia apparente e patologico a tratti.

Per avvenire tale riflessione, il tradito deve accantonare un pò la propria rabbia, cercare di “leggere” diversamente il tradimento, vederci quasi una “richiesta d’aiuto” da parte del traditore affinchè si affrontino finalmente le problematiche di coppia. E quella che può sembrare una sconfitta si può trasformare in una vittoria perchè può rivitalizzare la relazione e gettare le basi per un nuovo sentimento ed una nuova progettualità di coppia.

Purtroppo il più delle volte avviene, quando il tradimento non è scoperto o si fa finta di non scoprirlo, che il traditore usa il tradimento per continuare a mantenere in vita la relazione di coppia. Come reazione all’inaridimento della relazione originaria ne cerca un altra al fine d’attingere quelle emozioni e quella vitalità che gli mancano e che utilizza, appunto, per il mantenimento della relazione originaria stessa.

Dott. Roberto Cavaliere

COMMENTI ALL’ARTICOLO TRATTI DAL FORUM

Caro dott.Rob, ecco la mia opinione:
credo nelle leggi di causa-effetto anche nella coppia. Se il partner arriva a “fantasticare” su un’altra persona, inevitabilmente ci sono cause imputabili a noi. Se una relazione finisce, entrambi gli attori hanno delle responsabilità. Oltre a questo, ritengo (aperto a critiche e/o opinioni differenti) che se c’è vero amore ci si sazia totalmente dell’altra persona: non si prova desiderio di altro, e se c’è questo sentimento i problemi si affrontano e si trova il modo di risolverli assieme.
Fatte queste premesse, ritengo che il tradimento uccide la fiducia e calpesta autostima e dignità in primo luogo di chi lo subisce. Per questo motivo non vedo nel tradimento un valido tentativo, tipo elettro-shock tra l’altro, per “sensibilizzare” sui problemi all’interno della coppia; semmai un valido tentativo per porre fine alla relazione divenuta complicata/insoddisfacente evitando un confronto col partner. Col tradimento si annienta la fiducia che si è riposta nell’altra persona e si ferisce non tanto per l’atto materiale quanto a livello morale: “ho riposto la mia fiducia in una persona che se ne è fatta gioco!”. A seguito del tradimento bisognerebbe prima superare tale umiliazione/delusione per poi poter affrontare i problemi che c’erano all’interno della coppia e migliorare il rapporto. Superare tale affronto è molto faticoso, forse così faticoso da impedire un dialogo costruttivo col traditore che viene visto non più degno del nostro rispetto, del nostro amore: abbiamo paura a fidarci ancora in quanto potremmo restare feriti nuovamente.
Per smuovere da una situazione di stallo si potrebbe, forse, minacciare un tradimento o abbandono, ma concretizzarlo per ottenere una reazione costruttiva lo ritengo un comportamento sadico, masochistico… oltre che difficile da accettare in quanto una simile giustificazione risulterebbe “troppo comoda”.
Ritengo comunque che il tradimento può essere una forma di fuga, ma non arriverei a giustificarlo proprio perchè la concretizzazione di un simile atto denoterebbe una certa superficialità ed incapacità ad affrontare la realtà con onore, lealtà, rispetto. Max.

buongiorno dott.rob,bella provocazione la sua e mi sento tirata dentro.
premetto che la parola tradimento non mi piace,che non sono minimamente gelosa e che penso con tranquillita’ al fatto che sia io che il mio compagno possiamo incontrare una persona e lasciarci sedurre da essa, ma la usero per facilità,perche mi pone nella condizione di pensare :”chi tradisce chi e/o cosa.”cerchero’ di spiegarmi:io penso che si chi pensa di tradire e chi si sente tradito non sia cresciuto.non riesco a condividere la sua diversa lettura del tradimento ,inquanto una persona che tradisce la sento immatura per un rapporto vero,cosi come la persona che si sente tradita non ha acquisito una stima di se e vive l’esperienza non essendo mai se stessa/o.ma non riesco neppure a condividere il tradimento come mezzo per smuovere una sitauazione di stallo.Ma come si puo pensare di andare con un’altra/o per aprire una discussione e riuscire a incontrarsi !!delego all’altro/a l’iniziare la discussione perchè ha scoperto ,casualmente o no,il tradimento?;vedo questa scelta(il tradire) come esempio di profonda immaturita’ e non riesco a trovare nessuna giustificazione.é vero che un rapporto deve essere arricchito da entrambi ma non riesco assolutamente a trovare una giustificazione.l’unica soluzione che io penso sana e matura sia il lasciare l’altra/o se in questa relazione non ci si sta bene.la coppia quella vera non ha bisogno del tradimento per parlarsi,se non si parlava prima figuriamoci che livello di discussione puo emergere dopo il tradimento.
nella speranza di essere stata chiara la saluto. Insienel
C’è una parte di verità in quello che Lei ha descritto come una diversa lettura del tradimento. Ma resta il fatto che la comunicazione è irrimediabilmente compromessa: tra chi ha maggiori informazioni e l’altro/a che non sa di non avere le stesse informazioni e comunica al “buio”, ignaro o inconsapevole della realtà. Un po’ come quando si bleffa nel gioco del poker. Alla fine del gioco, e’ una strategia perdente per chi non ha una sponda di appoggio e vince chi si è creato una rete di salvataggio. Meri
io sono stata amante di un uomo sposato ,senza figli, ma che ,ugualmente ,non avrebbe mai lasciato la moglie.Mi è sembrato che quella coppia fosse all’apparenza perfetta e,allora,cosa andava cercando lui altrove?certo io non conosco la moglie o le rispettive famiglie.
il suo senso di colpa era enorme e,spesso,ho pensato che abbia deciso di non vedermi più per alleviarlo.Chissà,starà bene per un certo periodo e poi la tradirà ancora!la moglie,una volta,ha scoperto un mio succhiotto.é stata la prima volta e noi abbiamo continuato ugualmente a vederci …anch’io mi sentivo in colpa e stupida.
lui continuerà a cercare emozioni altrove e lei, vedendo succhiotti, accetterà una bugia?non so quello che accadrà fra di loro.Non so,dopo tanti anni di fidanzamento, se siano approdati al matrimonio amandosi veramente.Quando lui mi chiedeva cosa pensasse mia sorella di lui ed io gli dicevo che lo considerava in una parola un bastardo,uno che si divertiva,lui mi diceva che non tutti gli uomini sono uguali.Così mi sono illusa un pò che potesse provare, per me,qualcosa di profondo e importante.
dunque,il senso di colpa c’era,enorme quanto una montagna.per il resto,vedo almeno 2 prospettive
1.lui non la ama e sta con lei perchè l’ha scelta come moglie e la sua educazione e la sua mentalità,anzi la sua identificazione nella società,non gli consentono di tornare sui suoi passi,di lasciarla.
2 la ama ed esiste quindi la figura del fedifrago!e lui la incarna bene,perchè prima di me l’aveva tradita con un’altra
lei annusa il tradimento ma accetta le scuse di lui per salvaguardare il matrimonio.
credo,quindi,che questa lettura sia corretta
Lui,ancora una volta,mi ha cercata dicendomi”se t’avessi conosciuto prima!”,”tu sei mia”,ecc ecc. Alba

Non solo sono d’accordo con lei dottore, ma riconosco che il tradimento è insito nella natura degli esseri umani e della natura, si è traditi e si tradisce da sempre qualcosa o qualcuno. Il primo tradimento si subisce da piccoli quando ci si accorge che non sempre i genitori possono comprenderci in tutto e per tutto, via via la vita è costellata di piccoli e grandi tradimenti. Quindi se si impara a leggere il tradimento come momento di rottura con una idealità che ci portiamo dentro è un bene, è un riconoscere l’oggettività dell’altro nella relazione (che questo sia un partner o un familiare o un amico), la realtà. E’ molto faticoso, più faticoso dell’eliminazione della relazione, ecco perché spesso preferiamo chiudere con qualcuno che ci ha tradito. Il traditore spesso arriva a tradire perché o non è consapevole del fatto che in realtà a sua volta si sente tradito dall’altro, magari perché l’altro vive una sorta di idealità del rapporto che lo rende stigmatizzato in una immagine di perfezione che è solo di superficie; o ne è consapevole ma non riesce a trovare con l’altro un piano di mediazione e di dialogo costruttivo che possa far ripartire il dinamismo di un confronto.
Io sono stata tradita ed ho tradito molte volte ed ogni volta mi sono accorta che quel tradimento era in germe all’interno della relazione da molto prima, dal momento in cui io/l’altro non abbiamo voluto vedere la vera realtà l’uno nei confronti dell’altro. La delusione che aveva/avevo provato nei miei/suoi confronti per come era stato affrontato o vissuto il rapporto fino a quel momento. E non parlo solo d’amore in senso stretto, tra due partner. Parlo anche delle amicizie.
Quando è accaduto mi sono chiesta: perché ho tradito? perché sono stata tradita? La causa non può essere soltanto quella di superficie: io/l’altro non mi stimolava più, non si curava più di me, mi sono innamorata di un altro.
Mi sono chiesta che cosa mi ricordava quello che vivevo, se nella vita mi ero mai sentita così, perché mi sentivo delusa. La prima risposta è stata di rifiuto: sono troppo sensibile e gli altri non mi comprendono, sono destinata ad essere tradita. Poi è capitato a me d’aver tradito e questo mi ha fatto ancora di più stare male perché finalmente vedevo la realtà, tradire è una specie di scossa, un maremoto che provochiamo direttamente o indirettamente per svegliarci e capire che non siamo perfetti e che l’altro non è perfetto, spesso abbiamo un’aspettativa troppo alta che carica l’altro di responsabilità castranti e lo spingono inconsciamente proprio a quel tradimento. Il traditore vuole sbattere in faccia al tradito: “vedi tu non sei come ti volevo come io non lo sono e con questo te lo dimostro, ora se vuoi mi puoi eliminare”. Certo deve esserci la volontà di entrambi traditore e tradito di mettere in discussione più profondamente l’azione consumata o subita se si vuole recuperare il rapporto. Poi si deve anche fare un esame di coscienza e rendersi conto se si è in grado di perdonare e di non far pesare il perdono, così come se si è in grado di non usare il tradimento come minaccia insita.
Insomma non è così tutto nero e bianco, le sfumature sono molteplici e le soluzioni altrettante. Pat
Aggiungo una piccola considerazione sul tradimento e sulla dipendenza:
A volte amare può essere peggio che tradire.
L’amore quando è morboso possesso, ossessione dilagante, ansia soffocante è una malattia, la cosiddetta dipendenza. Quando si ama in questo modo non ci si accorge di quanto male fa subirla. Bisognerebbe mettersi sempre nei panni di chi crediamo il nostro carnefice e tentare di capire, quanto abbiamo provocato quel comportamento, anche inconsapevolmente. Chiedersi come ci saremmo comportati noi nel subirlo e arrivare a farsi la vera domanda: perché amo a questo modo? Tentare di darsi una risposta è già un piccolo passo avanti. Guarire completamente non so’ quanto sia possibile, io penso di esserne uscita fuori, ma ogni volta che mi relaziono con gli altri ho imparato a riflettere su ciò che vivo, a chiedermi se la relazione è autonoma, se io so esistere e sentirmi intera e appagata anche senza di essa. Quando mi accorgo che qualcuno cerca di innescare con me certe dinamiche di dipendenza, chiarisco a priori che cosa intendo per amore, amicizia. Questo mi fa sentire padrona della mia vita e finora mi ha impedito di ricaderci.
A tutti consiglio di leggere: Amare Tradire di Carotenuto; Puer aeternus di Hillmann, a me sono stati utili. Pat
Il tradimento è l’inizio della fine di una coppia. Chi tradisce verrà tradito, in un modo o nell’altro, prima o poi. Chi viene tradito serberà eterno rancore represso nei confronti del traditore e prima o poi dovrà sfogare il dolore e la rabbia accumulati nel tempo. Il cosiddetto circolo vizioso. Perdonare un tradimento non serve a nulla se non a prolungare l’agonia di un’amore malato e distrutto per sempre, sempre che sia amore. Questa ovviamente è solo una mia opinione… Annullato
Caro annullato,
questa è l’opinione di chi vede il tradimento solo come dolore e rabbia perché le sue aspettative sono state disattese.
La diversa lettura del tradimento serve a capire che tra chi tradisce e chi è tradito c’è il legame di chi probabilmente con il tradimento tira fuori il malessere e chi lo lascia fare perché non ha il coraggio e non vuole vedere.
Non sempre è così, il tradimento può essere anche il modo di agire di una personalità narcisistica che attraverso il tradimento si sente padrona di sè stessa.
Perdonare un tradimento non vuol dire giustificare, ma capire se le responsabilità inconsce sono anche dell’altro, se questo può servire a salvare un amore o a distruggerlo completamente è poco importante. L’importante è passare attraverso il tradimento e non fermarsi al rancore, tenere rabbia e risentimento dentro porta sfiducia in noi stessi e nei confronti del mondo. A che servirebbe? A farci del male o a far del male a chi si metterà sulla nostra strada in seguito in quel circolo vizioso di cui parli. La vendetta, in questo caso come in molti altri, non paga. Pat
Ho scoperto per caso questo interessantissimo sito e, spinta da motivazioni personali ho deciso di iscrivermi per poter leggere ed eventualmente coinvolgermi scrivendo di me.
Non sono ancora pronta a parlare della mia storia, però la mia opinione sul significato del tradimento sento di poterla dare.
Penso che non si possa generalizzare sul significato del tradimento, nel senso che per ognuno ha un significato diverso,come lasciano intuire gli interventi precedenti. Può anche essere che ci sia una corresponsabilità tra traditore e tradito e che in alcuni casi il tradimento sia un tentativo di aprire un dialogo di coppia stantio e languente.Tuttavia ho avuto modo di conoscere persone che danno al tradimento significati e “peso” troppo diversi, in difetto o in eccesso…Insomma, ma è solo la mia opinione, i motivi del tradimento sono i più diversi, più omogenei sono gli effetti :delusione, rabbia, amarezza, rancore e distacco emotivo.Solo un’opinione. Sevia

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