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INCESTO AFFETTIVO

C’è un tipo d’incesto che è altrettanto dannoso come quello reale: è l’incesto affettivo. Laddove vi è una seduzione, più o meno esplicita, da parte di uno dei genitori nei confronti di uno dei figli, seduzione che poi culmina nella sostituzione del partner di coppia col fliglio/a sedotto, parliamo di incesto affettivo.

In questi casi il genitore incestuoso, a causa della sua fargilità, non è in grado di svolgere appieno il proprio ruolo genitoriale di riferimento ed investe il figlio di un affetto inadeguato, come se fosse l’amante.

Non si arriverà mai a consumare fisicamente l’incesto, ma incosciamente il figlio coinvolto vivrà il legame in maniera estremamente intima. Allo stesso tempo il genitore/partner è irrangiugibile come amante. Ciò comporterà che in età adulta, in una sorta di coazione a ripetere come la chiamano gli psicanalisti, ripeterà il copione affettivo incestuoso cercando partner irrangiungibili.

Questa ripetersi è legato a due aspetti dell’incesto affettivo diversi fra loro:

  • ricerca del partner irrangiungibile al fine di conquistare e possedere ciò che non si è conquistato e posseduto del tutto nell’infanza;
  • ricerca del partner irrangiungibile al fine di non riuscire ad entrare in una relazione di coppia sana e rimanere, in questo modo, amanti inconsci del proprio genitore.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

 

 

TESTIMONIANZA

Salve Dott. Cavaliere, ho letto sul suo sito la pagina a riguardo dell’incesto affettivo e volevo sapere come secondo lei si poteva guarire da questo tipo di trauma.
Premetto che ho preso coscienza di aver vissuto questo da molto poco e l’ho capito molto leggendo i libri di R. Norwood. La mia storia è stata all’insegna dell’abbandono e del cambiamento di casa e di nucleo familiare continuo, prima mia madre mi ha lasciato con mio padre che avevo 2 anni e mezzo e si è risposata con un altro uomo e poi mio padre, quando avevo 10 anni ha fatto uguale. Io sono vissuta fra i nonni paterni e materni e i collegi, con gravi carenze affettive.
Oggi presento esattamente tutti i sintomi che lei ha descritto:
“ricerca del partner irrangiungibile al fine di conquistare e possedere ciò che non si è conquistato e posseduto del tutto nell’infanza;
ricerca del partner irrangiungibile al fine di non riuscire ad entrare in una relazione di coppia sana e rimanere, in questo modo, amanti inconsci del proprio genitore.”
Inoltre una forte aggressività che spesso esplode proprio per allontanare i partner o gli spasimanti indesiderati che puntualmente mi getta nello sconforto perché mi fa rimanere sola. Sono stata in terapia per ben 3 anni e con 3 diversi terapeuti e nessuno di loro mi ha mai detto che avevo di questo tipo di disturbo, anzi continuavano ad interrogarsi sul fatto che mostravo segni di violenza pur non avendola subita fisicamente. Attualmente sto cercando di entrare in terapia presso il centro di salute mentale della mia città, ma i medici sono dubbiosi se farmi partecipare o meno, per il fatto che dicono che dimostro scarsa fiducia nei terapeuti. Purtroppo il fatto che le ho raccontato mi ha molto sfiduciato, ma allo stesso tempo non riesco più ad andare avanti, ho 35 anni e mi sento condannata all’infelicità.
Ultimamente ho ricominciato a parlare con mio padre dopo 8 anni di silenzio, premetto che sono riuscita ad avere per la prima volta un rapporto sessuale con un uomo, solo quando ho deciso di non vederlo più e non sono mai riuscita a raggiungere l’orgasmo senza ricorrere ad immagini mentali di fantasia e la mia vita sessuale è sempre stata molto triste e poco appagante. Allo stesso tempo ho lasciato con enorme dolore anche l’ennesimo fidanzato e pochi giorni fa ho fatto un sogno stranissimo, mio padre che mi induceva a fare sesso orale con lui e io che provavo piacere, ma allo stesso tempo lo allontanavo dicendogli che non era una cosa buona. Ho vissuto in sogno quello che poi ho fatto nella realtà col mio fidanzato. Non so più veramente che fare, può darmi un consiglio? Grazie mille!

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

INCESTO ED AMORI INCESTUOSI

Un padre non è un marito, non può fare della propria figlia sua moglie. Altrimenti si annulla la differenza generazionale con il suo contenuto cronologico, con l’orientamento temporale che essa consente, ossai la distinzione fra il prima e il dopo. La figlia diventa uguale alla madre, l’effetto diventa identico alla cusa che l’ha generato…

…Se il padre esercita il ruolo del ricattatore, al senso di colpa si aggiunge l’umilazione, la ‘debolezza morale’ di aver ceduto al ricatto affettivo o alla paura. Questa sottomissione al più forte può generare dipendenza e relazioni sadomasochistiche.

…L’incesto è il prezzo da pagare per avere l’affetto, amore in nero, pagamento non dichiarato, valuta clandestina e non moneta sonante. La vergogna come seconda pelle, perchè naturalmente la ragazza si sentirà colpevole di un desiderio inconscio: quello di prendere il posto della madre. Ma questo senso di colpa non può in nessun modo discolpare il padre con la scusa della complicità. Il bambino ha diritto all’infanzia dei suoi desideri, ha diritto ai suoi fantasmi, ha anche il diritto di sedurre. L’adulto deve mantenere il suo ruolo, non deve lasciarsi fascinare, deve lasciare al bambino il tempo della tentazione innocente. Innocenza non del desiderio, ma delle sue conseguenze…

…Cosa pensa una bambina, come interpreta l’espressione del volto nel momento dell’orgasmo ? La vergogna di un padre così laido, che fa delle cose che non si possono raccontare, da una di loro è stata tradotta in queste parole: “Mio padre è morto”. Era l’unica soluzione a sua disposizione per sfuggire alla vergogna, esprimeva bene il fatto che per lei suo padre era perso come padre. L’incesto obbliga a un lutto precoce.

C.Cherki-Niklès, M. Dubec – Crimini e Sentimenti – Il Saggiatore

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Col termine incesto si indica il rapporto eterosessuale fra persone consanguinee. L’antropologa francese Françoise Héritier nel libro Les deux soeurs et leur mère, anthropologie de l’inceste delinea oltre ad un incesto di primo tipo che si riferisce ai rapporti sessuali tra genitori e figli o tra fratelli e sorelle, ma anche tra due sorelle, o due fratelli, anche un incesto di secondo tipo.
Quello di secondo tipo non avviene nel contatto fisico tra le due persone consanguinee ma tramite una terza persona con la quale queste due persone hanno una relazione sessuale: come succede quando due sorelle o una madre e una figlia hanno rapporti con lo stesso uomo, oppure quando due fratelli o un padre e un figlio hanno rapporti con la stessa donna. Questo tipo di incesto, che si potrebbe definire per procura, è considerato ancora più grave del primo poiché è fondato sull’identità di genere in seno alla consanguineità: madre/figlia, padre/figlio, sorella/sorella, fratello/fratello, zia/nipote femmina etc. E’ l’accumulazione di elementi identici che, ancora oggi in alcuni popoli, viene considerata come portatrice di effetti nefasti dai quali bisogna difendersi.
Nello studio della Héritier ci si rende conto di quanto il tabù dell’incesto sia tuttora importante sul piano sociale, ma aggiungerei che lo è ancora di più sul piano psichico. Non sorprende che la trasgressione del tabù dell’incesto, di primo e di secondo tipo, provochi delle gravi conseguenze psicopatologiche. Desideri incestuosi, a livello inconscio, rappresentano la normalità, durante l’eta del complesso edipico.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

 

TESTIMONIANZE

INCESTO FRA FRATELLO E SORELLA ? mamma disperata Età: 41 Salve. Sono divorziata, ho 2 figli. Maschio di 12,5 anni e femmina di quasi 11. Una domenica tagliando i capelli a mio figlio, lui in vasca, all’improvviso ho visto che lui si masturbava in mia presenza. A quel punto l’ho rimproverato, dicendogli che questo non si fa ne in mia presenza, ne della sorella e ne di qualunque altra persona. In quell’istante, non so come, mi si e’ accesa una lampadina. Sono andata da mia figlia, chiedendole se per caso tra lei e il fratello era mai successo qualche cosa. Lei all’inizio negava. Poi le ho detto che la porto dal dottore, che avrebbe saputo dirmi se si. Cosi mi ha confessato che da anni, quando in casa ci sono visite, o vado un attimo dai miei genitori, o se dormo, che loro si baciano, si toccano le parti intime e che c’e’ stato una prova dipenetrazione. Tutti e due consenzienti. Sono rimasta e sono tutt’ora scioccata. La mia famiglia la vedo distrutta. Non potra’ mai piu’ essere come sempre. Come le altre famiglie “NORMALI”.Adesso ho proibito loro di giocare insieme nella stanza, di uscire insieme. Per evitare altre occasioni nascoste di rapporto. E quando dormo come posso fare?La prego, mi aiuti. In modo che io possa aiutare me stessa, e sopratutto questi due ragazzi.Grazie.

Anche se la riposta piu’ semplice ed immediata a quello che ha scoperto è la ‘proibizione’ da sola non basta. Vanno necessariamente capite le cause ed aiutati i ragazzi e lei ha capire perchè è accaduto. Ritengo che sia necessario che rivolgiate ad una psicologa che vi aiuti a comprendere ed a superare il tutto. Ritornerete ad essere una famiglia ‘normale’ così come lei afferma. Saluti. Dott. Roberto Cavaliere

T’HO FATTO MALE ? bea Età: 20 2anni fa morì mia madre….da quel momento sebbene andavo ancora a scuola presi io in mano la situazione…ho continato gli studi fino al diploma mentre mi prendevo cura dei miei fratelli e sorelle e lavoravo x quanto mi era possibile… a volte ero costretta a prostituirmi…mi costava ma ero felice di farlo xkè sapevo ke lo stavo facendo x loro…ma sebbene io ce l’ha mettevo tutta a mio padre non bastava…mi picchiava se la minestra avevo 1 pelo di più di sale o xkè non avevo più soldi da darli..continuava a dirmi ke ero1incapace come mia madre….1puttana come lei..1gg xò dopo l’ennesima lite andò oltre…io ero x terra e lui senza neank dire 1parola si tolse i pantaloni mentre io lo guardavo immobile….presa dal panico…all’inizio nn reagii poi mi misi a urlare no.. ma xk… ke fai.. smettila t prego….e alla fine smisi….xkè tanto era tutt inutile…e iniziai solo a fare 1pianto di rassegnazione…quella fu solo la prima volta prima di 1serie di volte ke diventano sempre più frequenti…ma sapete quel ke fa più male? quando t prende x il culo.. t guarda fisso negli okki e t dice ma xkè piangi…? ‘t ho fatto male patatina??….skusa piccola ero fuori di me…mentre tu continui a piangere…tengo questo segreto da 2anni…da 2anni vivo con quest persona ke non ritengo più kiamar padre…soffro…e tutta questa sofferenza tutto questo dolore lo tengo dentro di me…più volte avrei voluto denunciarlo…ma non mi sento di togliere ai miei fratelli anke il padre..non ne ho il coraggio…da poco ho scoperto di essere ammalata di leucemia..mi sto facendo morire… xkè sono stanca di vivere…stanca di soffrire… ho 20anni…ma la mia vita è già finita

RELAZIONE INCESTUOSA ? Gentile dottore, sono un ragazzo di 31 anni napoletano laureato in Scienze biologiche. Per diletto ho iniziato a scrivere racconti erotici su un sito amatoriale lasciando una email per i commenti. Mi ha ricontattato una ragazza di 17anni che oltre ai complimenti mi ha detto di essere vergine e mi ha chiesto che ne pensassi a riguardo. Mi ha continuato a contattare e siamo un pò alla volta entrati in simpatia, da fine agosto. Ha iniziato a raccontarmi di comportamenti “libertini” della madre e del padre dinanzi a lei. Poi la madre le ha insegnato la masturbazione toccandola lei e regalandole un vibratore e facendole assistere ai suoi incontri col padre. La cosa purtroppo è degenerata e da mercoledì scorso hanno iniziato una vera “relazione incestuosa” che si protrae ogni giorno quando sono sole. Questa ragazza è molto carina e in passato ha rischiato di essere violentata, da allora la mamma è iperprotettiva con lei ed ha paura che si ripeta in futuro. Lei è ancora vergine, praticano sesso anale e mi ha detto che la madre le dice che la ama e che non vuole che i ragazzi la sporchino, che sarà lei a darle piacere e che saranno insieme per sempre . Avevo inizialmente pensato ad una fantasia di adolescente, ma purtroppo m ha fornito le prove tramite foto nelle email. Le ho detto che questo le distruggerà la vita, se non lo ha già fatto, e che deve finire, ma lei non ci riesce. Si sente in colpa dice che la “troia” (così si è definite) è lei perchè poteva dirle di no. Io cerco di tirarla su di morale dicendo che ha 17 anni e certe voglie e passioni sono normali e che è colpa della mamma che non doveva provarci con lei. Purtroppo è un rapporto epistolare e non so questa ragazza dove viva e come aiutarla. Quando penso a quello che mi ha raccontato sento un magone salirmi  per la gola. Vorrei aiutarla, ma oltre a starle vicino con email non so ed ho paura che “forzando” possa scappare. Lei che ne pensa a riguardo cosa dovrei fare, come comportarmi? Distinti saluti, ———————————————–

Salve, sono d’accordo con lei, non può ‘forzarla’ perchè scapperebbe. Le continui a stare vicino con discrezione conquistando sempre di più la sua fiducia. Prima o poi sara questa ragazza a chiederle un aiuto maggiore. Tutt’al più la inviti a visitare il sito www.maldamore.it o a mettersi in contatto con me via email. Saluti Dott. Roberto Cavaliere

DESIDERO MIO PADRE – STELLA ANNI 36, IMPIEGATA VIVO CON MIA MADRE E MIO PADRE UN FIGLIO DI CINQUE ANNI E VIVO LA SITUAZIONE SOTTO RIPORTATA DA CIRCA OTTO MESI
NON SO DA CHE PARTE COMINCIARE. L’ARGOMENTO MI IMBARAZZA E MI FA VERGOGNARE. MI FA SENTIRE COLPEVOLE MA SE CI PENSO NON SO ESATTAMENTE DI COSA. QUESTI SONO I FATTI. SONO UNA BELLA RAGAZZA (FORSE DOVREI DIRE UNA BELLA DONNA) CON UN PASSATO AMOROSO E SESSUALE DELUDENTE. SONO STATA INGANNATA AFFETTIVAMENTE E MI RITROVO CON UN BAMBINO CHE ADORO. VIVO DI NUOVO DA QUALCHE ANNO IN FAMIGLIA CON MIO PADRE E MIA MADRE. DUE BRAVI GENITORI CHE MI AIUTANO IN TUTTO E PER TUTTO. DA UN PO DI TEMPO A QUESTA PARTE MI SONO ACCORTA CHE MIO PADRE (QUASI 60 ANNI) MI GUARDA IN MODO STRANO. NON PERDE OCCASIONE DI SORPRENDERMI NELLE SITUAZIONI PIU IMBARAZZANTI: QUANDO MI VESTO, O MI SPOGLIO, QUANDO SONO IN BAGNO ECC. DA COME MI GUARDA HO CAPITO SENZA OMBRA DI DUBBIO CHE MI DESIDERA. PASSATO LO SCONCERTO DEL PRIMO MOMENTO HO SCOPERTO UNA COSA CHE MI HA TURBATA PROFONDAMENTE: QUESTO SUO INTERESSAMENTO NON MI DISPIACE ED HO INIZIATO A PROVARE UN INTERESSE SESSUALE VERSO DI LUI DI FORTISSIMA INTENSITA’. MI SOGNO
CON LUI NELLE SITUAZIONI EROTICHE PIU IMBARAZZANTI ANCHE IN QUELLE CHE HO SEMPRE RIFIUTATO AI MIEI VARI PARTNER. IL DESIDERIO E’ FORTISSIMO NON SONO CAPACE DI PENSARE AD ALTRO. CONTINUO A MASTURBARMI MA IL DESIDERIO NON SI PLACA; MI SEMBRA DI IMPAZZIRE. HO PROVATO AD AVERE RAPPORTI SESSUALI CON UN COLLEGA DI LAVORO, UN BEL RAGAZZO CHE HA SEMPRE AVUTO INTERESSE PER ME: UN DISASTRO. DURANTE L’ATTO NON SONO MAI STATA PRESENTE,PENSAVO SEMPRE A MIO PADRE. E COSI’ IN OGNI MOMENTO DEL GIORNO E DELLA NOTTE. MI CHIEDO: SAREBBE COSI’ RIPROVEVOLE UN RAPPORTO CON MIO PADRE BASATO SUL RECIPROCO CONSENSO VISTO CHE SIAMO ADULTI?

GENTILE DOTT. CAVALIERE, PER PRIMA COSA LE VOGLIO PRECISARE CHE NON MI SBAGLIO NEI RIGUARDI DI MIO PADRE. MI DESIDERA FISICAMENTE! LO SO SENZA OMBRA DI DUBBIO. MILLE SITUAZIONI ME LO CONFERMANO. UNA VOLTA SONO ENTRATA IN CAMERA SUA CON UN VESTITO NUOVO PERCHE’ NEL SUO ARMADIO C’E’ UNO SPECCHIO GRANDE. LUI ERA SDRAIATO SUL LETTO. MENTRE PROVAVO IL VESTITO, DALLO SPECCHIO, HO VISTO CHE MI FISSAVA I FIANCHI CON SGUARDO FISSO. QUANDO MI SONO VOLTATA  HA SOLLEVATO LE GAMBE PER NASCONDERE UN’EREZIONE. ERA TUTTO ROSSO IN VISO E NON MI HA GUARDATA NEGLI OCCHI. ALTRI EPISODI ANCORA PIU’ SIGNIFICATIVI SONO SUCCESSI. IN QUANTO ALLE MIE PROVOCAZIONI LEI HA PERFETTAMENTE RAGIONE, ME NE RENDO CONTO MA QUESTE SONO AVVENUTE, ALMENO COSCIENTEMENTE, DOPO CHE MI SONO ACCORTA DELL’INTERESSE DI MIO PADRE PER ME. CHE VALORE HA SE TUTTA QUESTA SITUAZIONE DERIVA DAL PASSATO? IO VIVO NEL PRESENTE E QUESTO DESIDERIO MI FA IMPAZZIRE. NON DESIDERO REPRIMERLO TROVANDONE LE MOTIVAZIONI NEL TEMPO ANDATO, DESIDERO ESAUDIRLO. LA DOMANDA A CUI VORREI FOSSE DATA UNA RISPOSTA E’: CHE MALE FAREMMO, IO E MIO PADRE, SE AVESSIMO RAPPORTI SESSUALI CONSAPEVOLMENTE IN RECIPROCO ACCORDO E CON LA DOVUTA DISCREZIONE? E’ UNA QUESTIONE DI TABU’? NON E’ POSSIBILE CHE COL TEMPO ANCHE QUESTA CONVENZIONE SOCIALE, COME MOLTE ALTRE, VENGA  SUPERATA? FORSE NON FUNZIONERA’ IN QUESTO CASO TUTTO TORNEREBBE COME PRIMA. MA SE FUNZIONASSE CHE MALE FAREMMO? IL FATTO E’ GENTILE DOTTORE, CHE PER QUANTO MI RIGUARDA HO GIA DECISO E NON SO DIRLE ESATTAMENTE COSA VOGLIO DA LEI, FORSE UNA PAROLA DI CONFORTO DI INCORAGGIAMENTO. GRAZIE PER QUALSIASI COSA LEI VOGLIA DIRMI. CORDIALI SALUTI
GENTILE DOTTORE, MI SENTO MEGLIO A PARLARE CON QUALCUNO CHE MI ASCOLTA ANCHE SE LA MIA DETERMINAZIONE NON RECEDE DI UN MILLIMETRO. SE L’ATTO NON SI E’ ANCORA CONSUMATO E’ DOVUTO AL FATTO CHE SIA IO CHE MIO PADRE VORREMMO CHE FOSSE L’ALTRO A FARE IL PASSO DETERMINANTE.
MI PERMETTA UN’OSSERVAZIONE: IO PENSO CHE SE LE COSE NON FUNZIONASSERO LA SITUAZIONE NON SAREBBE MOLTO DIVERSA DA QUELLE DA ME VISSUTE CON ALTRI PARTNER (A PARTE IL SUPERAMENTO DI UN TABU’). IN FATTO DI DELUSIONI AFFETTIVE-SESSUALI SONO UN’ESPERTA DI VALENZA MONDIALE. E POI, ALLA FINE, SE LE COSE AVESSERO UN ESITO NEGATIVO RIMARREBBE SEMPRE L’AFFETTO FILIALE CHE NULLA E NESSUNO CHE OGGI, DOMANI O MAI POTREBBE INTACCARE. MA LA DOMANDA CUI ANELO, VOGLIO, DESIDERO, INVOCO E CHE LEI EVITA ACCURATAMENTE DI DARMI MA CHE INSISTO A RIPROPORLE E’: SE LE COSE FUNZIONASSERO, SE L’AFFETTO AUMENTASSE E IL DESIDERIO SESSUALE TROVASSE IL SUO PIENO APPAGAMENTO COSA CI SAREBBE DI SBAGLIATO, RIPROVEVOLE O CONDANNABILE?

DESIDERO MIA MADRE Dottore, sono molto sollevato che mi abbia potuto già rispondere, la mia è una situazione che mi imbarazza molto parlarne pubblicamente, nella mia vita è un mio segreto molto profondo, ma ho assoluto bisogno di capirmi. Ho letto anche da internet argomenti che trattano del “complesso di edipo”, ma non mi sembra mi riguardino precisamente perchè lì si parla di bambini, io ho 18 anni e non sono più un bambino. Cercherò di essere il più dettagliato possibile. La persona in questione è solo e semplicemente mia mamma, lei si chiama Sandra, ha 42 anni, porta molto bene la sua età, dimostra circa dai 32 ai 34 anni. è una donna sicuramente attraente. é sposata con mio padre, tutti e due lavorano, mia mamma è la responsabile di un negozio d’abbigliamento. Io sono figlio unico. Ho cominciato a provare piacere per lei fin da piccolo, 11 12 anni, ma era una cosa molto controllata da parte mia, avevo si qualche fantasia su di lei e basta finiva lì la cosa. Crescendo ogni tanto pensavo a lei, ma sempre una cosa ben gestita. Negli ultimi 2 o 3 anni è cambiato molto il sentimento che provo per lei, si è fatto decisamente più forte. In questi 3 anni le fantasie aumentavano, il pensiero di lei più come una bella donna che una mamma si è sempre fatta più forte, non è che dimentico in certi momenti che lei sia mia madre, dico solo che in certi momenti persiste il pensiero di lei come una bella donna che mi piace molto. è nato un vero e proprio desiderio nei suoi confonti. Io ho avuto esperienze Dottore, quindi non credo che sia la mancanza di una compagna, ho avuto delle mie ragazze, ora comunque sono single. Vedo in mia mamma come se fosse il tipo di donna che più mi piace, fisicamente soprattutto, ma anche nei modi di fare, il suo carattere, sono intrigato e molto preso da lei. Importante dire che io ho un bellissimo rapporto con mia mamma, e non tanto buono con mio padre. Ad esempio quando lui non è in casa e sono solo con mia madre io sono molto contento. Dottore questo è molto imbarazzante dirlo, ma penso sia un punto fondamentale da dire, io provo un gran piacere quando spio mia mamma, ad esempio quando si cambia i vestiti, oppure in bagno che deve farsi la doccia. Sono persino arrivato ad avere un contatto con le sue cose, intendo dire biancheria intima, calze e scarpe. Ovviamente mia mamma non sa nulla di tutto ciò. Spero di non essere sembrato maleducato, ma non sapevo in che altro modo dirle certe cose per farmi capire. So che tutto ciò non è normale ed è proprio per questo che cerco un aiuto. Ci sono giorni, la gran parte, che la vivo benissimo questa cosa, mi piace e basta. Ma ho momenti invece che mi dico “ma cosa diavolo ciò!?”, e poi quest’intrigo così forte proprio nei riguardi di mia mamma…mi capisco e non mi capisco. Dottore spero di essere stato abbastanza chiaro, ma se così non fosse o ha bisogno di altri dettagli mi faccia sapere, ci tengo davvero. In poche parole sono molto attratto da mia mamma, e aumenta quest’attrazione, non diminuisce affatto.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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SPOSI D’UFFICIO

L’amicizia fra due persone di sesso diverso o non è nulla o è amore. Karr, Alphonse

 

Quando si parla di relazioni segrete che nascono sugli ambienti di lavoro, ci s’immaggina la classica situazione di tradimento, con la relativa appendice di sesso consumato fra le scrivanie.

Ma c’è un fenomeno che, forse, è ancor più diffuso del tradimento in ufficio: è la relazione degli sposi d’ufficio, che si muove al confine del tradimento vero e proprio, senza mai sfociarvi. E’ una relazione simile alla classica «amicizia del cuore », ma a volte talmente forte da diventare quasi un amore platonico, sostituendo nel cuore il parter reale della coppia. In quest’ultimo, conseguentemente, potrebbero insorgere sentimenti di gelosia, più o meno velati con tutte le inveitabili ripercussioni sulla coppia reale e amicale.

Una delle cause principali del nascere di tale relazione è che gli individui passano sempre più tempo al lavoro e sempre meno a casa. La vita professionale tende a prendere il sopravvento su quella privata . E, in misura più o meno inconsapevole, si tende a duplicare sul lavoro le figure di riferimento presenti nella propria vita privata: a cominciare, naturalmente, dal marito o dalla moglie.

Si finisce col condividere tutta una serie di ansie e di emozioni soltanto con la propria o il proprio «sposo d’ufficio», piuttosto che con il proprio partner reale. Gli «sposi d’ufficio» parlano lo stesso linguaggio : capiscono al volo le frustrazioni dell’altro, che vengono dalle noie sul lavoro, dal rapporto con i colleghi, con il capo, e sanno toccare le corde giuste per sollevare l’umore. Così accade che, in più di un’occasione, uno «sposo» sia molto meglio sintonizzato con la vita della sua «metà da ufficio» del suo partner reale.

Allo stesso tempo gli individui coinvolti debbono mantenere un continuo equilibrio nella loro relazione, al fine di non varcare quel terreno di confine che li separa da una vera e propria relazione. Equilibrio che deve essere mantenuto al fine di evitare anche che i rispettivi partner, ma ancor di più i colleghi presenti, vedano non più una semplice amicizia nata sul lavoro, ma il nascere di una coppia. E come tutte le coppie s’immagina una fisicità dell’amore che, invece, non c’è.

Inoltre tale tipo di relazione finisce col porre ancora più distanza con i partner reali peggiorando gli aspetti comunicativi, affettivi ed emotivi che sono deficitari nella coppia istituzionale e che nella relazione nata in ufficio si tende di sanare.

Potrebbe, però, rappresentare, un momento di confronto costruttivo per la coppia reale al fine di riflettere sulle cause, più o meno profonde, della crisi di coppia.

Dott. Roberto Cavaliere

TESTIMONIANZE

Lilith Età: 28 Argomento: Pensavo fosse amore… e invece era una specie di patologia affettiva catalogata sotto il nome di “sposi d’ufficio”. è bizzaro perchè, quanto ho letto stasera, mi da una nuova chiave di lettura sulla storia che ho vissuto, e che in parte sto ancora vivendo. Più di due anni fa conosco sul lavoro un ragazzo della mia stessa età. Simpatico… intelligente… carino. Io convivivevo con il mio fidanzato, lui conviveva con la sua fidanzata… Tutto tranquillo dunque, nessuna implicazione, ognuno nel suo. Nasce quasi immediatamente una simpatia, un’affinità. Molte cose in comune, la stessa ironia, lo stesso punto di vista, un simile trascorso di vita, una bella alchimia lavorativa. Andare a lavoro comincia a diventare un piacere, la linea della matita sugli occhi comincia ad essere più marcata, il rossetto più accentuato.. ma ancora tutto tranquillo. Il nostro rapporto sul lavoro è un gioco, una sorta di escamotage contro la routine delle 8 ore lavorative. Il tempo sembra scorrere più velocemente grazie a questo flirt platonico ed è per questo che non mi sento in colpa verso il mio compagno. Chiusa la porta dell’ufficio si torna a casa e lo sposo d’ufficio non esiste più. Tutto questo va avanti per un anno buono, forse più… Nel frattempo però la mia storia d’amore comincia a vacillare.. e più vacilla la storia più lo sposo d’ufficio comincia ad avere importanza. Da parte mia comincio a convincermi che se provo un’attrazione così forte per un’altra persona è evidente che il mio rapporto è in crisi. Assolutamente e categoricamente però escludo che questo amore platonico possa trasformarsi in qualcos’altro, anche se ,ormai, chiudo la porta dell’ufficio e lo sposo d’ufficio esce con me, entra nella mia casa, nel mio letto… ormai è nella mia testa,nei miei pensieri, ossessivamente. La mia storia intanto va in frantumi per motivazioni che comunque non riguardano la mia infatuazione, o comunque non solo. Diciamo che il mio nuovo innamoramento è solo la pagina finale di una storia giunta al capolinea, senza progettualità e volontà. Ne segue un periodo logorante, una sofferenza indescrivibile che comunque viene sedata e calmata dal mio sposo d’ufficio. Già, perchè una volta diventata single il mio rapporto con lui comincia a spingersi oltre. Il nostro infondo è un rapporto vero e proprio anche se vissuto solo ed esclusivamente a lavoro. Ogni momento è buono per scambiarci confidenze, raccontarci, flirtare, in un climax ascendente che in me scatena un effetto aspettativa dirompente. Mentre lui è ancora fidanzato, ma sembra esserlo a malincuore, io comincio ad affillare le mie armi di seduzione. Sono entrata ufficialmente nella fase conquista. Prima di andare a lavoro mi preparo con accuratezza maniacale.. il lavoro in se non esiste più, esiste lui, quello che accadrà, quello che ci diremo, esiste l’aspettativa, ci baceremo mai? Ecco, il bacio, comincio a bramare e a desiderare un bacio. Niente di più! Mai mi sono posta nella condizione di volere di più. Il suo essere fidanzato per me era una costante invariabile, un dato di fatto ineludibile. E passano i mesi.. il tempo scorre e le evoluzioni del nostro rapporto sono lente ma comunque percettibili. Alla fine, quando non ci speravo più, dopo essermi arrovellata sui perchè e i per come questo uomo che sembrava così preso da me non si facesse avanti, mi decido, affronto l’argomento e come per magia, lo svelamento. Ci piacciamo!! ( ma dai.. dopo 2 anni di flirt) e scatta il BACIO!! Bello, bellissimo, sognatissimo.. l’ebrezza di un traguardo tagliato, mi sembrava d’aver raggiunto l’obiettivo di una vita, che appagamento a ripensarci. Comunque mentre io prendo la tangente del cosa verrà dopo, perchè un bacio non mi basta e ne vorrei altri mille, lui prende il freno a mano e lo tira. Non si può, dice, te per me sei di più di una storia di sesso e via, io comunque sono fidanzato e voglio restarlo, non roviniamo tutto, non facciamoci male. E vabè, aprezzabile mi dico. Ma mi logoro dentro, ovviamente, di quel logorio d’amore amaro e dolciastro allo stesso tempo. Passano i giorni e la freddezza iniziale post bacio va lentamente scemando e torna la complicità, accentuata, e tornano i baci. La situazione si complica perchè comincio a capire che per lui la cosa potrebbe durare così in eterno. Eterno flirt, un bacio ogni 2 mesi, quando si crea la situazione e niente di più. Purtroppo ormai sola da tempo, io comincio a sentire la mancanza e ad avere il desiderio di essere amata. Capisco che se continua a darmi corda io rischio di aspettarlo, rischio di non guardarmi più intorno, rischio di legarmi ad un uomo che è già legato e questo non va bene. Parlo a lui del fatto che preferisco ritornare al vecchio schema, che preferisco che lui cambi atteggiamento e che non si creino più momenti ambigui. é una situazione che potrebbe sfuggirmi di mano ed è l’ultima cosa che voglio. Lui sembra capire, io sembro farmene una ragione e per un pò di mesi torniamo ad essere i soliti sposi d’ufficio a implicazioni zero. Certo mi dispiace aver interrotto, ma comunque, mi dico, ho chiuso io. Il fatto di aver evitato di essere scaricata mi da forza, autostima, determinazione. Non è una grande perdita, magari resta il rammarico per non aver saputo come poteva essere ma comunque il mio orgoglio è salvo. Passano mesi è il nostro rapporto è davvero cambiato, non in negativo, semplicemente non c’è più quella malizia che mi portava a sperare e ad attendere chissà cosa. Ad un tratto però lui torna ad essere più malizioso, più ambiguo e si ricrea la situazione del bacio. Io finisco sempre per cedere, sono debole in questo, soprattutto ancora nella mia vita non si è affacciato nessun altro uomo, e questo mi rende vulnerabile. Capisco che è ricominciato quel loupe da cui avevo cercato di districarmi e non mi piace. Sono felice che lui si sia riavvicinato, mi dico, magari gli piaccio sul serio, ma sono troppo disincantata per crederci davvero. Decido, cosciamente o meno, di andare fino in fondo, di pigiare l’accelleratore, di tentare di diventare l’amante. Indosso la maschera della femme fatale, della donna che si fa pochi problemi e creo la situazione, basta baci, non si scherza più. Ed è così che finiamo a letto. Bello, bellissimo, non lo nego. Ma ecco che scatta il cortocircuito. Il sesso è qualcosa di troppo intimo per essere rimosso, per poterlo continuare a guardare, a trattare come prima. Io non riesco.. lui si.. lui è come prima, o comunque poco differente per i miei gusti. Io voglio un uomo che mi desideri ormai, un uomo che dopo aver passato una meravigliosa notte con me ne voglia passare altre cento… Ho bisogno di questo per sentirmi donna. A posteriori credo di aver proprio voluto farci l’amore per provare a vedere di smuovere la situazione, statica, per creare un punto di non ritorno, per svincolarmi totalmente o per incastrarmi totalmente, insomma, per togliermi dal centro dell’incrocio e prendere una strada. Come è andata a finire? Che io ovviamente gli ho fatto subito notare questa cosa, volevo una sua reazione… e proprio nell’acme della discussione è arrivata lei, la fidanzata, la sua vera donna. Ed è così che lui non solo ha tirato il freno a mano, ma ha messo una potente retromarcia ed è fuggito a gambe levate. colto quasi sul fatto si è come risvegliato da un abbaglio. Ha capito che stava giocando ad un gioco pericoloso, che poteva perdere quacosa a cui non ha mai pensato di rinunciare, e in men che non si dica mi ha gettato dalla torre senza troppo parafrasare. Ed ecco l’epilogo. Il guaio è che continuiamo tutt’ora a vederci ma il nostro rapporto si è totalmente guastato, cambiato, ribaltato. A volte ho l’impressione che mi tenga distante, che tema chissà che cosa, come se davvero fossi riuscita a minare un suo equilibrio. è bizzarro perchè di fatto questa non è una storia d’amore finita ma comunque ha le stesse dinamiche della fine di una vera storia. Io ci sto male, non malissimo, ma ne soffro. Mi manca quel nostro rapporto, quell’eterno flirt che mi dava la spinta per affrontare quelle noiose ore di lavoro, mi mancano le sue attenzionmi costanti, i suoi gesti di tenerezza e mi manca soprattutto il pensiero del “potrebbe essere”. Analizzando il tutto, anche se è ancora presto per un analisi lucida, mi rendo conto che infondo per lui io sono sempre stata una semplice sposa d’ufficio.. quella di cui parla il dott. Cavaliere. Poteva essere così per chissà quanto tempo. Per lui ero una semplice compensazione di qualche mancanza di coppia, un gioco divertente, spontaneo e disisimpegnato. Per me no, io l’ho presa diversamente… Certo non posso dire di essermi innamorata, certamente mi sono fissata oserei dire, ma in maniera strana, come non mi era mai capitato. La parte romantica di me, quella che è rimasta dopo le troppe delusioi, ancora mi sussura che infondo qualcosa c’era, qualcosa c’è, ma è una voce flebile e bugiarda. Mi accorgo che la nostra pseudo storia è una semplice tipologia “sposi d’ufficio”.. e questo mi intristisce anche se almeno mi fa aentire meno folle…

Rosy Età: 26 Salve, nonostante la mia giovane età avrei cosi tante cose da dire..sono vittima di una dipendenza d amore, nonostante i miei tormenti i dolori le amarezze subite da lui..nn riesco a nn chiamarlo,facendomi più male.La nostra è una storia iniziata 4 anni fà, una favola, anche se x molto tempo disturbata dalla sua inutile possessività, tra liti e amore abbiamo fatto tantiprogetti tra cui il matrimonio, che dovrebbe essere vicino, ma in realtà èlontanissimo dall’entusiasmo con cui ne parlavo, fino a sei mesi fà. Abbiamo iniziato a litigare anche senza alcun valido motivo, a farci male adirci cose che in realtà nn pensavamo, e io ho avvertito da subito ogni suominimo cambiamento, distacco, purtroppo anche il mio fisico ne iniziò arisentire, ho perso 10 kg nel giro di niente, sn dventata fragile siapsicologicamente che fisicamente..solo perchè il mio istinto mi diceva chequalcosa nn andava, lui aveva sempre cercato sicurezza in me, mi vedeva forte epoco innamorata, a volte soffriva per niente. In realtà ero solo una ragazzatranquilla e finalmente sicura di avere accanto una persona degna del mioamore..tutto questo però è stato distrutto nonostante lui abbia continuato afare progetti con me, comprare casa, mobili, prestiti, cercando di farmifelice. Contemporaneamente alle nostre ultime liti ha tradito la mia fiducia,ho scoperto che da circa 2 mesi quasi giornalmente si sentiva con una sua collega, la chiamava più volte e nn capisco perchè la chiamava pure di notte,mentre io invece sentivo che qualcosa nn andava e soffrivo già senza sapere chic fosse dietro.Non è stato lui spontaneamente a raccontarmelo, soffrivo ma sentivo che dovevoscoprire cos è che gli aveva dato quella sicurezza, cos è he lo allontanava dame. Dietro questa scoperta c è da dire che tutti i suoi colleghi con cui tra laltro uscivamo sanno tutto di noi, delle nostre liti, del nostro matrimonio, tutti compresa lei, l unica collega mai vista.Quella sera che l ho scoperto stavo malissimo, e ho sbagliato tanto a nn lasciarlo, forse si sarebbe reso conto maggiormente della umiliazione e dolore che mi ha dato. Per non perderlo ho creduto che con lui vicino, avrei superato questo tradimento, che lui chiama “TRADIMENTO PLATONICO” dice di non esserci mai stato a letto con lei, ma semplicemente si trovava bene a parlare perchè lo capiva..mentre io nn lo capivo più. Sostiene di nn aver mai pensato di distruggere ciò che insieme abbiamo costruito. Purtroppo l ho scoperto da due mesi, e non ho pace, la notte mi sveglio penso e ripenso, e non ho più fiducia in lui perchè ho sofferto molto e sto ancora soffrendo. Ora lo assillo, lo controllo..sono malata di lui, tanto che gli dico sempre ciò che penso anche in modo brusco..gli dico che nn sono felice, che vorrei di più. Premetto che dopo questa situazione lui ha acellerato pure i tempi sugli ultimi preparativi, come a darmi dimostrazione di nn avere dubbi su ciò che vuole. Ora siamo litigati potrebbe essere l ultima lite, quella che cala un velo ietoso al nostro amore, ai ns progetti, dopo i miei ultimi assillamenti dice di nn poterne più, che io ormai vivo di fantasmi, e che nn possiamo vivere cosi. Io lo sò, nn sono felice penso troppo a quello che sò, e a ciò che si può costruire sopra in questi casi, e mi complico la vita. Il matrimonio e ormai vicinissimo, e ho paura, paura di nn riuscire a superare questa delusione, questa ormai credo perdita di lui e, soprattutto ho paura per la mia salute perchè tutta questa situazione, mi chiude l appettito, tanto da nn venirmi fame e nn riuscire pur volendo farlo per me stessa a non ingoiare. Scrivere queste righe mi ha aiutato molto, e spero di ricevere tanti consigli per nn sentirmi sola, perchè di lui c è da dire pure che è riuscito ad allontanarmi dal mondo intero, facendomi sentire al centro del mondo solo con lui vicino.

 

DISCUSSIONE TRATTA DAL FORUM

MARIKA Ci conosciamo da un anno in quanto colleghi ed entrambi siamo sposati. E’ cominciata come amicizia e confidenza e ci siamo resi conto di stare bene insieme, nonostante nessuno dei due abbia mai voluto veramente far iniziare una vera e propria relazione. Al momento che ci siamo avvicinati di più e che poteva succedere qualcosa ci siamo spaventati ed allontanati. Ma la lontananza è comunque difficile da gestire: abbiamo voluto convincerci di poter salvare l’amicizia, ma di fatto la paura di avvicinarsi nuovamente rende i nostri rapporti freddi, formali ed insignificanti, lasciando al contempo una dipendenza l’uno dall’altra che non fa superare la questione. Penso che un taglio netto sia la soluzione più valida, ma mi chiedo se sia giusto chiudere senza affrontarsi, se un chiarimento possa facilitare l’elaborazione del lutto oppure invece se analizzare la situazione e darsi le risposte da soli sia preferibile, risparmiando così altre inutili aspettative

Forse ho usato il termine sbagliato. Intendevo dire che quando abbiamo provato ad allontanarci ci siamo resi conto di stare entrambi male come nel caso di una vera e propria storia ed il problema sta nel togliersi definitivamente dalla testa l’intera faccenda. Preciso che ci vediamo tutti i giorni per lavoro e che ci prendiamo a volte anche giorni di ferie e cene per stare insieme.

Non credo assolutamente che sia facile dal momento che non riesco a superare questa vicenda. Non facciamo neanche sotterfugi, semmai è il contrario…proprio in virtù dei nostri matrimoni non vogliamo affrontare una situazione che comunque torna sempre fuori. Mi domando se sia sempre la cosa giusta salvaguardare un matrimonio solo perché si è fatto una scelta qualche tempo fa e che si basa su affetto e quotidianità, sacrificando tutta la complicità e l’affinità che si può provare per un’altra persona, nonostante ci si opponga con tutte le forze. In alcuni momenti difficili ho sentito più la sua vicinanza (e questa sensazione cresce sempre di più) che quella del mio compagno, dal quale non sento più di condividere una progettualità. Ma non voglio neanche essere la causa di rottura del suo matrimonio, per cui in quest’anno ho sempre lottato contro i miei ed i suoi sentimenti per ridimensionare tutto ed ora mi sento stanca e vorrei non pensare a lui e vorrei recuperare col mio compagno. Ma non ci riesco. Testa e cuore non vanno di pari passo. Naturlmente non mi aiuta vederlo tutti i giorni al lavoro. Mi sento immobilizzata…devo razionalizzare una sensazione che non sento.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

AMORI… VIOLENTI

“Ma la cosa terribile era che io mi attribuivo un pieno e indiscutibile diritto sul corpo di lei, come se si fosse trattato del mio proprio corpo, e allo stesso tempo sentivo che io non ero in grado di dominare quel corpo, che esso non era mio, e che lei invece poteva disporre di esso come le pareva meglio, e nella fattispecie poteva disporne diversamente da come volevo io.” Sonata a Kreutzer , L. Tolstoj)

 

TESTIMONIANZE

VIOLENZE VINFELICE Età: 31 LA MIA STORIA INIZIA A 5 ANNI QUANDO IL MIO ZIO MI HA VIOLENTATA NON SO QUANTE VOLTE SONO STATA USATA DA LUI, LA COSA CHE RICORDO BENE COME SI è SUCESSO IERI, SONO CRESCIUTA CON QUELLA COSA DENTRO DI ME SENZA SFOGARMI CON NESSUNO, A VOLTE AVEVO UNA VOGLIA DI MORIRE A VOLTE DI FUGGIRE ANDARMENE LONTANO,PIANGEVO, DOPO C’ERA IL MIO PAPA’ CHE NON CI LASCIAVA DIVERTIRCI, ERA TROPPO RIGIDO,PER OGNI COSA CHE NON ANDAVA BENE MI PICCHIAVA, PARECCHIE VOLTE HO VISTO CHE PICCHIAVA ANCHE A MIA MADRE A 15 ANNI SONO SCAPPATA DI CASA,NON CE LA FACEVO PIU,PERO NON RISCITA A STARE LONTANO SONOTORNATA A 16 ANNI,IN 3 DIVERSE VOLTE SENTIVO CHE QUALCUNO VENIVA AL LETTO MIO E MI METTEVANO LE MANI ADDOSSO QUANDO DORMIVO E L’ULTIMA VOLTA HO SCOPERTO CHE ERAMIO PADRE,NON MI FIDAVO DI NESSUNO,HO DETTO TUTTO A MIA MADRE QUANDO AVEVOCOMPIUTO 17 ANNI, A 22 ANNI HO AVUTO UNA BELLISIMA BAMBINA LEI MI CAMBIO’ LA MIAVITA, PERO CONTINUAVA DENTRO DI ME LA TRISTEZA,PERO NON è ANDATA BENE CON ILPADRE DE MIA FIGLIA CI SIAMO SEPARATI, UN’ALTRA SOFERENZA PER ME, A 24 ANNI HO IMMIGRATO A ITALIA DOVE HO CONOSCIUTO UN UOMO COL CUI HO AVUTO UN’ALTRA BAMBINA HO PORTATO QUI L’ALTRA BAMBINA,CON LUI MI SONO SPOSATA,PERO IO CHE NON ERO D’ACCORDO COL TRADIMENTO HO TRADITO A MIO MARITO,PERO NON HO DEI RIMORSI PERCHE IN FONDO è QUELLO CHE MERITANO GLI UOMINI AL MENO PER ME è COSI,MA MI SENTO SEMPRE SOLA TRISTE,SENTO CHE LA STORIA CHE HO VISUTO DA PICCOLA NON MI LASCIA ESSERE FELICE ADESSO VORREI SEPARARMI DI MIO MARITO DOPO CHE CI SIAMO PICHIATI PARECCHI VOLTE E QUELLO CHE MI DISPIACE DI PIU è CHE LE MI BAMBINE ADORETE HANNO VISTO TUTE QUESTE SCENATE CHE HO VISUTO IO DA PICCOLA.VI PREGOAIUTATEMI COSA SECONDO VOI DOVRO FARE?SONO DISPERATA,TRISTE E SOLA NESSUNO SA COME MI SENTO NE COSA SI PROVA PER UN UOMO QUANDO TI SUCEDONO QUESTE COSE.ASPETTO I VOSTRI CONSIGLI.GRAZIE

ODIO ESSERE DONNA– Odio essere donna.nemmeno l’amore del mio ragazzo mi fa amare di essere donna.odio il mio corpo femminile,son stata stuprata da bambina e anche da grande.la prima volta son stati un gruppo di 5 ragazzi,la seconda il mio ex che si e’ vendicato che l’avevo lasciato.in entrambi i casi ho sofferto fisicamente e psicologicamente,non amo nulla della femminilita’ e odio soprattutto la maternita’,per me e’ un’invasione del mio corpo e non ne voglio sapere di soffrire per avere un figlio,sto senza e sento sempre di odiarlo anche se non c’e’,odio pure il mio corpo appunto e mi stringo sempre i genitali e mi infilo le dita che mi vorrei strappare l’utero.son due anni e mezzo che il mio corpo e’ intorpidito senza sensibilita’ normale e piacevole dalla testa ai piedi,gli esami neurologici son negativi,tutti,compresa la biopsia delle piccole fibre nervose,son due anni e mezzo che son cosi’ e son diventata frigida in tutto il corpo oltre che intorpidita.ho il disturbo di conversione sicuramente?

Volevo aggiungere che io ho un odio folle per la femminilita’ e per la maternita’,solo l’idea di essere incinta mi fa ribrezzo e non voglio saperne di avere un bambino, quando il disturbo disestesico e’ cominciato mia suocera insisteva affinche’ le dessi dei nipoti e mi dava della degenerata perche’ non voglio fare figli,io mi son scompensata e ho odiato il mio corpo,me ne volevo liberare,pensavo che mi volevano usare e che se ne fregavano se io stavo male come un cane per farlo nascere,basta che lo facevo nascere,e io non ne voglio sapere invece di stare male e di soffrire neanche per un figlio,allora ho odiato talmente tanto il mio corpo che mi son strinta forte i genitali esterni,mi son infilata dentro le dita per tentare di strapparmi l’utero,pensavo che se facevo un figlio capitato per caso e soffrivo poi lo torturavo e lo uccidevo,ero fuori di me per la rabbia,ho provato le stesse sensazioni di quando sono stata stuprata,5 ore dopo avevo gia’ i disturbi sensoriali, e’ un disturbo di conversione?ora ho sempre un senso di ribrezzo per i neonati,per le donne incinta,per il mio corpo sempre mi strapperei l’utero con le mie mani,la notte sogno che mi obbligano a fare un figlio e io sto male ma poi mi vendico,lo sevizio poi lo uccido e lo sbatto davanti alla porta di casa di mia suocera,ma tenga conto che io non uccido neanche un insetto,cmq un mio eventuale figlio lo odierei fin dal primo giorno del concepimento,io non accettero’ mai di essere donna e come e’ strutturato il corpo della donna,lo disprezzo,ma almeno posso lo stesso guarire dalla conversione se e’ conversione?

Un’ultima cosa,son molto molto aggressiva a parole,non farei male a una mosca ma ho scatti di rabbia fortissimi a parole, c’entra con gli stupri subiti?

VIOLENZE E TRADIMENTI

Ho 43 anni; sono stata fidanzata 5 anni e sposata 15.

Ho sempre avuto il sospetto di essere tradita,ma sono riuscita ad averne le prove quando la lei di turno ,dopo essere stata lasciata,si è vendicata di lui dicendomelo;mi è crollato il mondo addosso. Sono stata malissimo,ho perso molti chili,ero annientata. lui per interesse (l’ho capito dopo) ha finto di voler ricominciare da capo con me;è durata 2 mesi; poi ha ripreso a trattarmi come prima,facendomi sentire una nullità e portandomi spesso all’idea del suicidio. Sono stata trattenuta dall’idea dei miei due figli,e di quello che ne sarebbe stato di loro. Quando mi ha messo le mani addosso davanti ai bambini, prendendomi per il collo ,strangolarmi, è stato mio figlio di 12 anni ad intervenire. Sono scappata di casa e sono andata dai carabinieri che mi hanno indirizzata al pronto soccorso. Ho poi fatto una denuncia. La sera sono tornata a casa terrorizzata e ho vissuto per quasi un anno l’incubo più totale. Ho dormito tutto questo tempo nella camera dei bambini mettendo un materasso contro la porta per impedirgli di entrare. Ho chiesto la separazione e ormai è andato via da quasi 2 anni.

Quando leggo le testimonianze che dicono di voler dare una possibilità al traditore sto male: a me mio marito ha tolto tutto, la gioia,la fiducia negli uomini. Sto male perché sento il bisogno di amare, di condividere con qualcuno la vita. Invece sono sola, e mi pento di non aver chiesto la separazione prima e di avergli permesso di condizionarmi la vita in questo modo; mi fa male leggere di ragazze ventenni che già sono tradite e pensano che le cose potranno migliorare. E’ ora il momento di decidere,non a quaranta o cinquant’anni. L’uomo o la donna che merita di essere amato è quello (a) che ti rispetta tanto da non tradirti anche se ne ha l’occasione.

MI HA DANNATO L’ANIMA

Fatima Età: 42 Caro dottore le faccio un breve accenno sulla mia adolescenza per poi giungere al nocciolo di questa mia esposizione. Sono nata in una famiglia come tante.. mia madre è una maestra ora in pensionee mio padre un dirigente di grandi aziende tutti e due ora hanno 75 anni. Mio padre è sempre stato un uomo molto poco presente sia fisicamente che come padre; lui partiva il lunedì e tornava il venerdì. Ho un fratello 6 anni maggiore di me al quale ero molto legata ma che per sua scelta è andato a studiare in un importante collegio all’età di 13 anni. Io sono rimasta sola con mia madre e poi sia papà che mio fratello tornavano per il fine settimana. Mia madre una donna di grande personalità e abbastanza severa a sentire lei per sopperire all’assenza di mio padre. Quando avevo 12 anni circa io ho assistito involontariamente ad una conversazione telefonica tra mio padre e la sua “fidanzata” e quando lui se n’è accorto voleva comprare il mio silenzio con qualcosa che io avevo sempre desiderato: un motorino! che io nonho accettato.Ad un certo punto mio padre era diventato un pò “latitante” ed i suoi impegni “lavorativi” a volte non gli permettevano di tornare a casa neanche per ilfine settimana. Fino a quel momento io avevo mantenuto il silenzio su ciò cheavevo ascoltato in quella telefonata. Un giorno mentre stavamo mangiando miofratello mia madre ed io, raccontai della famosa telefonata! avevo paura che sequalcuno non avesse fatto qualcosa lui non sarebbe più tornato. Fui accusata diaver inventato tutto.. ma al ritorno di mio padre mia madre lo affrontò dicendoglio ciò che io le avevo raccontato. Mio fratello ed io ascoltavamodalla stanza adiacente e le parole di mio padre furno che avevo inventato tuttoe che ero malata e che dovevano farmi curare! Mia madre lo “torchiò” e lui alla fine lo ammise. Iniziarono anni e anni di incubi… liti, insulti, grida ed io mi sentivo sempre più sola, triste, colpevole e schifata. Mio fratello era salvo perchè quando lui tornava nessuno doveva accennare a nulla! Lui doveva stare tranquillo perchè doveva studiare. Mia madre, dalla persona forteche era, divenne una persona ancora più dura anche se piangera e alternavamomenti di disperazione e di rabbia. Lei non si confidava con nessuna delle sueamiche ma con me! Mi raccontava di mio padre.. di ciò che faceva, foto trovatenella sua valigetta ecc..Ero il suo sfogo! ma io avevo sempre 12 anni! Da bambina lei non è che micoccolasse molto e i momenti che io ricordo non sono belli. Pensi che quandoavevo circa 6 anni lei sgridandomi mi diceva che avevo la faccia da \”p…\” e nei momenti peggiori arrivava anche a sputarmi! Ho iniziato a non andarebenissimo a scuola ed un anno mi hanno bocciato, anche se poi ho conseguito il diploma magistrale. Conobbi un ragazzo 6 anni più grande di me, io avevo 14anni ero molto legata a lui anche se a causa dell\’età non ci vedevamo quasimai, ma quando mia madre lo seppe mi rese la vita ancor più impossibile. Luiveniva da una famiglia povera e questo i miei non lo potevano sopportare..furono anni di pianti, di privazioni ecc.. poi arrivò il momento che sviluppai,ma durò ben poco perchè le mie mestruazioni improvvisamente si bloccarono.Diagnosi: amenorrea psicogena! cure, ospedali, riceche, ricoveri ma il miocorpo era fermo! e loo è tutt\’ora! Per disperazione acconsentì dopo anni dilotta a non vedermi più con Franco. Iniziai a lavorare in una emittente e lì conobbi Pietro io 18 anni e lui 35 sposato e con un bimbo. Ci siamo innamoratie siamo stati insieme per ben 3 anni.. ed io lo facevo alla luce del sole econfessandolo anche ai miei genitori che non potettero far nulla avevoraggiunto il mio 18° anno di età e quando loro dicevano qualcosa io rispondevo che se mio padre si era potuto portare a letto una di 25 anni più piccola ed essendo lui sposato perchè mai io non avrei potuto? Quando Pietro decise di lasciare la sua famiglia io glielo impedì perchè nonvolevo che suo figlio e sua moglie soffrissero per colpa mia. Così dopo un pòconobbi Maurizio che dopo tre mesi divenne mio marito! Avevo 21 anni e lui 30.Assitente di volo! Un vero disastro 6 mesi di incubo! Lui aveva un harem d idonne! e dopo 6 mesi l’ho trovato a casa con una brasiliana.. senza dire una parola ho voltato le spalle e me ne sono andata. Separazione. I miei genitori mi hanno spedito a Parma donve sostanzialmente era la base lavorativa di mio padre.. con la scusa che avrei iniziato a lavorare nella sua stessa azienda.Passarono mesi ma non accadde nulla. Mi ritrovai sola, in una città che non erala mia, con il cuore infranto e tanta tristezza. Un giorno mi giunge latelefonata di un ex amico del mio ex marito che aveva una sua azienda echiedendomi come stavo, io gli sono scoppiata a piangere. Mi propose di tornarea casa dei miei e lui mi avrebbe garantito un posto di lavoro. Il mio primolavoro. In 3 secondi svuotai la casa dove mi avevano parcheggiata i miei e tornai a casa con la loro disapprovazione.Iniziai a lavorare con lui. Lui aveva una ex moglie con 2 figli e una compagnacon un\’altra figlia. Un rapporto in cui non c\’era più amore e in cui le siinnamorò di me confessando a me e a lui che quando facevano l\’amore leipensava a me. Io cercai di dissuaderla dicendole che lei stava scambiando unbel sentimento tra due amiche in amore. Lei che era più grande di me di 15 annidisse che non era così e che lasciala lui per tornare da sua madre in un\’altracittà. Lui era una persona violenta che picchiava tutti.. sia lei, i figli, idipendenti ma allo stesso tempo lo adoravano tutti. Reno, una grandepersonalità, un incantatore di serpenti al quale nessuno sapeva dire di no.Reno aveva subito violenza da un uomo adulto quando era un bimbo, nato da unpadre alcolizzato. Un uomo nato dal nulla senza istruzione si era costruito unimpero e buona cultura. Chiunque non sapeva della sua violenza lo invidiava ele donne lo desideravano. Un carisma impressionante. dopo un annetto.. sololui.. sola io ci innamorammo. Nonostante io sapessi della sua violenza andai avivere con lui ed i suoi figli che mi adoravano vennero a loro volta. Una famiglia incredibile eravamo! Il figlio più grande aveva 6 anni più di me eReno 20. Seguirono momenti di grande amore ma sempre conditi con violenza,pugni, schiaffi, calci ma io mi resi conto che lui non era cattivo e quando finiva la sua violenza stava più male di me che ero costantemente livida. No ivivevamo una sorta di simbiosi! Ci capivamo prima ancora di parlarci ed ioarrivai a sentire il suo stato d\’animo anche in lontananza. Lo percepivo. Loamavo da morire e tutt\’oggi sento che è stata la persona più importante dellamia vita e che mi ha amato come nessuno. Riuscì a portarlo da uno psicanalistaa roma. . ma dopo un lungo periodo di psicanalisi in cui andavamo tutti e 2,Reno aggredì anche il nostro dottore che non volle più vederlo, invitandolo adandare da uno psichiatra. Il nostro psicologo cominciò a lavorare sodo su di mee mi spiegò che un omone del genere avrebbe anche potuto uccidermi! Una mattinaa Reno prese il solito attacco e ci capitai io vicino a lui.. mi prese per icapelli e dopo calci e pugni mi gettò sul letto e cominciò a stringere la miagola fino a farmi uscire la bava dalla bocca e scoppiare tutti i capillaridelle mie orbite.. anche quella volta riuscii a mantenere la calma. Fermai ilmio respiro.. cercai di controllare i battiti del cuore.. sentivo che se non loavessi fatto sarei morta. Quando lui si riebbe.. e vide ciò che aveva fatto dime voleva morire ed io quadi mi sentii in colpa.. Reno era quello che accarezzava i mio viso mentre io piangevo perchè non potevoavere figli, lui mi aiutava a sognare il \”mio Bambino\” e che mi portava ingiro per farmi curare la mia amenorrea.. consolava i miei stati d\’animo e micoccolava tutta la notte.. ma era anche la persona violenta che non controllavai suoi stati emotivi. Mi costrinse ad imparare a controllare i miei stati, aschiaffi faceva scendere la mia febbre, mi insegnò a dire sempre ciò chepensavo, a pensare che il mondo è contro, ad individuare, a sentire, apercepire. Eravamo una sola persona. Il mio psicologo lavorò sodo.. Una mattinami sono svegliata e sono fuggita da casa tornando dai miei genitori cheovviamente non sapevano nulla! Erano passati quasi 4 anni. Ho vissuto 4 anni inun altro mondo.. Lui conosce la mia anima e tutt\’ora se ci incontriamo evelocemente gli racconto qualcosa della mia vita, lui mi dice ciò che sarà dime! e poi puntualmente è così..C\’è voluto un pò di tempo affinche io mi riprendessi! ovviamente trovai unaltro lavoro ma l\’incubo non era finito perchè lui passava tutto il tempo instrada davanti al mio ufficio ed io non potevo più uscire da sola perchè luistava ulteriormente impazzendo senza di me. Cadde in depressione. Mesi e mesi aletto senza parlare, senza muoversi ed i figli mi imploravano di tornare acasa! Ho lottato contro me stessa ma non sono mai più tornata. Il problema erache la mia anima era \”dannata\”! Parlavo come lui, pensavo come lui, mimuovevo come lui e lui mi disse che ormai io ero lui e che non avrei mai piùpotuto stare con un altro uomo perchè nessuno mi avrebbe mai capita. Intantolavoravo e cercavo la mia serenità.. difficile ma io provavo a vivere ognigiorno superando crisi nervose, tossi nervose, ecc..Sul posto di lavori conobbi Battista, di 2 anni più grandi di me, vedovo, conun bimbo di 4 anni. Iniziò a starmi dietro con dolcezza. Dopo qualche mese cifidanzammo fino a quando lui chiese di sposarmi e che si sarebbe trasferitonella mia città con suo figlio. Il fantasma di Reno era sempre lì in agguatoed io lo combattevo di giorno e soprattutto di notte nei ricorrenti incubi cheavevo. Ci sposammo.Sembrava una persona dolce, affettuosa ma presto si rivelòuna persona cattiva anche con suo figlio che io amavo come fosse mio. Michiamava mamma anche se io ci tenevo a parlargli della sua mamma e gli avevomessa una sua foto in cameretta. Tutte le sere dicevamo una preghierina allagiovane mamma morta. Lasciai il mio lavoro per fare la \”mamma\”. Mio marito non c’era mai lavorava fuori e stava con noi solo nel weekend. Noi ci eravamo integrati perfettamente e le persone stentavano a credere con non fosse miofiglio. Quello è stato il periodo più bello della mia vita. Avevo un marito conil quale avevo un discreto rapporto, un figlio, la mia famiglia al piano disotto, gli amici tutto ciò che si può desiderare, fino a quella maledetta sera.Battista voleva un figlio ed anche a me sarebbe piaciuto molto, ma la miaamenorrea e l\’ipertiroidismo che nel frattempo era sopraggiunto… non potevoero sotto Tapazole per impedire che la mia forte tireodite peggiorasse. Suamoglie era morta a 21 anni con un ipertiroidismo mal curato e incinta di 4mesi! e cosa più importante volevo che suo figlio acquisisse più sicurezzaaffettiva non mi sembrava il caso catapultargli un altro bambino visto che eramolto geloso di me e che se anche accarezzavo un altro bimbo lui piangeva,vomitava e stava male! Quella sera lui tornò a casa, mi mise seduta e mi disse:\”domani mio figlio ed io ce ne andiamo perchè ho messo incinta un\’altra donnae tu non puoi più vedere il bambino perchè lui ti ama talmente tanto che non siaffezzionerebbe mai a quella che sarà la sua vera mamma\”. Dormì l\’ultimavolta con quello che consideravo \”mio figlio\” spiegandogli con calma e amoreciò che stava accadendo.. aveva 8 anni e lui pianse e dormì tutta la notteattaccato a me nel lettone e implorandomi di non farlo portare via dal padre emi chiedeva perchè gli altri bambini che hanno i genitori separati stanno conle mamme e lui doveva andare via da me! Dottore un dolore straziante maiprovato prima.. mi stavano strappando un pezzo di me e vedere quel \”ragnetto\”disperato mi faceva impazzire.. non potevo far nulla. Nulla. La mattina se l\’èportato via senza un briciolo di tatto, trascinandolo per un braccio mentre ilbambino si gettava a terra e gridava \”mamma ti prego non farmi portare via\”..Mamma.. ma io non ero la sua mamma e la legge dice questo! 3 mesi non hoparlato e trascorrevo le mie giornate seduta sulla poltrona a casa di mia madreimmobile.. ogni voce di bambino mi faceva correre alla finestra.. ma non era ilmio bambino. Lui ormai aveva un\’altra \”mamma\”! Stavo morendo dentro pianpiano. Raccolsi tutte le mie energie e uscii da casa un pomeriggio.. andai afare un colloquio di lavoro e mi venne proposto di andare a lavorare inun\’altra citta a 180 km. dalla mia. Accettai senza il volere dei mieigenitori. Lasciai tutto. Amici, genitori, benessere, villa.. tutto. E\’ statadura. Ero sola e l\’unica cosa che mi teneva in piedi erano i filmati del\”mio\” bambino. Prendevo la macchina nelle pause pranzo e correvo nella miacittà per vederlo uscire da scuola e salire in macchina della sua \”nuovamamma\”… che dolore… la lontananza non lenisce! Il lavoro non mi piaceva emi licenziai, ma continuai a stare qui. Piangevo tutti i giorni. Mi mancava.Era morta una parte di me. Da allora è stato un pellegrinaggio di lavori, diamori, ma il bimbo era sempre presente. Ora sono passati 11 anni. Io non l\’homai più visto, mai incontrato, ora avrebbe 18 anni e mi manca ancora come ilprimo giorno.. Il bimbo stette male anche lui, gli misero insegnante disostegno, urlava chiamandomi, crisi nervose e naturalmente un peggioramentoscolastico. Ora lo immagino un bellissimo ragazzo, intelligente, con unasorella o forse di più e che magari neanche ricorderà il mio volto! Da quelgiorno nn sono stata mai più felice veramente. Ho avute altre storie. Quasitutte con uomini separati e con figli.. ai quali ho voluto molto bene e che hoaccolto nella mia vita amorevolmente ma ovviamente non con la stessa intensitàdel \”mio bambino\”. Poi è arrivato Giovanni. 4 anni è durata la nostra storia!lui aveva 8 anni più di me. Senza figli. Uno scapolo incallito che non ha fattoaltro che dirmi bugie e farmi mancare quelle poche certezze che mi eranorimaste nella mia vita. All\’ennesima menzogna, l\’ho smascherato e l\’hopicchiato! Ci siamo lasciati da un anno dopo 4 di lascia e prendi. Io avreivoluto avere un rapporto normale, magari di convivenza, provando anche a fareun figlio, lui a 50 anni voleva continuare a fare il \”fico\”. Ora lui haun\’altra donna da un anno e non smette di mandarmi messaggi d\’amore.. tutti igiorni! Mi lascio con lui ed ero a pezzi.. già indebolita di mio! incontroDavid e conviviamo. Lui 2 figli. Nel frattempo io ho acquisita una personalitàforte, dicono, una determinazione mescolato ad una dolcezza di donna. Lepersone quando mi conoscono si appoggiano a me, mi chidono consigli, sono ilpunto di riferimento.. ma io mi sento tanto sola. I figli di david (6 e 11anni) mi adorano. Dopo un mese trascorso con noi nella mia casa, non voglio nopiù tornare dalla loro madre che è una persona fredda e che non gli fa sentirel\’amore che sicuramente ha per loro. Inizia un altro dramma. Carabinieri,denunce tra genitori ed io che cerco di placare il tutto. Parto per andare in calabria dalla sua ex moglie e instauro con lei un bel rapporto. Tra i due èguerra ma nel mezzo ci sono io che placo gli animi. A Novembre dello scorsoanno facciamo la fecondazione artificiale. Resto incinta ma lo perdo! Lavoravoin uno studio notarile da un notaio donna della mia età. Io sono una belladonna, posso dire, e questa notaio entra in spudorata competizione con me. Iocerco di vestirmi in maniera sempre più semplice per non far sentire lei indifficoltà visto che indossava i suoi vestiti per non meno di una settimana.Una persona sciatta e sporca.. sempre volgare e pronta a urlare comeun\’aquila.. Cerco di instaurare con lei un rapporto amichevole.. invano! Io però sono il frutto che Reno ha costruito.. una che dice quello che pensa.. equesto non piace a nessuno. Il lavoro mi piaceva molto e soprattutto per questasua ostilità nei miei confronti sono diventata bravissima proprio per non farmidire nulla! ma questo non è servito! urla, parolacce davanti ai clienti ed ungirno ho reagito alla sua alzata di mani..dicendole: \”notaio se mi alza lemani di nuovo io la faccio scendere dal balcone senza aprire la finestra\”.LICENZIATA! Era quello che voleva.. dopo 4 anni è riuscita a licenziarmi. Il 3febbraio ho perso il bambino, il 13 febbraio ho perso il lavoro e 4 marzo David se n’è andato di casa perchè ha conosciuta una donna che ha messo a lavorarenella sua attività dandole talmente tanti soldi che ha dovuto licenziare tuttii 3 dipendenti che aveva. Premetto che io non ho problemi economici e quindi non peso alle persone che ho accanto. Ora da marzo sono sola. Sto male perchè sento tanto il desiderio di avere accanto una persona che mi ama veramente esemplicemente, ma ormai sono convinta e sicura che non la troverò mai! Forse Reno mi ha dannata l’anima ed io sono imprigionata dentro me stessa.. Vivo sola nella mia casa con un giardino, 2 cani e un gatto e a volte resto in questo mondo proprio per loro.

NON HO UN ALTRA VITA PER CAMBIARE

Età: 35 Non fraintenda questa missiva.. nel 2000 ho lottato contro la parte negativa di un uomo influente che mi frequentava come amica intima.. scoperta la sua vita reale (brutta gente scelta come amicizie e giri analoghi..) ho cercato di fargli ritrovare un attimo di spiritualita’ e di buonsenso. io sono una persona lontana da certe cose,ancora legata ai valori della famiglia e delle cose “giuste”.. l’ho visto sciogliersi in pianto mano a mano che insistevo, poi pero’,mentre pensavo di avercela quasi fatta, si sono intromessi ” gli amici suoi” per impedire che lo portassi via da loro(naturale,un uomo influente a loro fa comodo,specialmente quando lo comandano e ricattano a bacchetta!).. io sola da una parte con le mie idee di buonismo, loro dall\’altra… lui ha scelto di sottostare al loro gioco.mi sono trovata picchiata piu’ volte(2 da lui medesimo) macchina distrutta da minorenni del suo giro,guai con la giustizia.. Lui ha protetto loro, ed io sono caduta nel baratro. perche’ non sono riuscita ad aiutare lui,perche’ sono cadute le mie convinzioni sul bene che sconfigge il male,sulla giustizia che trionfa,sulle chiacchere che chi fa del male poi ha indietro il suo tornaconto negativo. prima che scoprissi la sua parte \”brutta\”,era una persona dipotere,parlava sempre sul vago,ma lasciava chiaramente intendere di voler restare con me e con mio figlio che allora era piccolino. urlava ” ma perche\’bisogna fare del maLE!!\” QUANDO VEDEVA SCENE DI VIOLENZA IN TV… con tuttoquello che e\’ accaduto, ho perso completamente l\’interesse alla mia vita,alle mie cose personali,agli interessi personali.. curo abbastanza il mio aspetto ma anche gli uomini che sono arrivati dopo non hanno avuto il minimo significato. ogni comparazione e\’ fatta con l\’uomo che urlava\”perche\’bisogna fare del male… quando le cose si sanno in due e\’ gia\’troppo…pensavo mi prendessi in considerazione…..\” Ho perso interesse allavita..vado avanti e vivo in funzione di mio figlio.non ho piu\’ fatto progettidi carriera perche\’ ritengo che la mia vita sia finita quando non sonoriuscita nel mio compito.ho perso la fede in Dio..Con lui sono morti i mieisogni perche\’ il tipo di persona che era li rappresentava tutti. ho bisogno diaiuto,per ritrovare un mio motivo di esistere,sono diplomata,ma una personaqualunque fra tamnte. non cerco aiuto qui perche\’ ho paura che si rivalgano sul bambino (che ha solo me…).non rie3sco a capire PERCHE\’.perche\’ di tutto.nessuno riesce a darmi una risposta che non siano cazzate.la vita di ognigiorno,il tran tran quotidiano,sono spaventosamente vuoti di significato. mi sento,anzi sono scialba ed inutile qualunque cosa faccia. mi sento potenziale al minimo. non voglio piu\’ legami..forse vorrei dimenticare tutto e tornare indietro qualche anno dove ancora avevo speranze. non provo piu\’ amore per un uomo.sono incontri di sesso,anche con tenerezza ma passeggeri. non riesco o meglio non mi metto in condizione di legarmi anche se avrei bisogno di un aiuto concreto in termini materiali.. ho amato quell\’uomo piu\’ della mia vita,spero abbiate capito come e quanto mi sia messa in gioco su scontri forti..homesso tutte le energie che avevo per aiutare lui,al di fuori dei miei limiti,fino a bruciarmi completamente corpo ed anima. COSA DEVO FARE, E\’POSSIBILE PER QUANTO CONTINUARE A VIVERE E LOTTARE IN QUESTA MANIERA?HO ATTIMI CHE CORRO PER REALIZZARE QUALCOSA DI IMPORTANTE,POI MI GUARDO ALLO SPECCHIO EVEDO UNA DONNA CHE LOTTA CONTRO I MULINI A VENTO. NELLA VITA REALE QUESTE COSE NON LE CONFIDO A NESSUNO, MI VESTO E FINGO LA SERENITA\’ ANCHE FRA GLI AMICI EDI PARENTI. HO PAURA DI LASCIARM ANDARE,DEVO PENSARE A MIO FIGLIO,E\’ TUTTOQUELLO CHE HO E PER LUI SONO SUA MADRE(il papa\’ l\’ha abbandonato alla nascita).non riesco piu\’ neanche ad affrontare i problemi finanziari,lascio correre troppe cose e non tollero neanche piu’ lavori malpagati o padroni checercano di sottometterti o umiliarti. COSA HO? cosa faccio? non ho un’altra vita,ho solo questa e non si puo’ cambiare nemmeno quando e’ rovinata per sempre…..

La mia situazione presente non e’ difficile, e’ terrificante. Solo per aver scoperto la vera vita di quell’uomo mi sono trovata addosso una montagna di criminali. non si dimentica quando vieni picchiata a sangue, quando minacciano di farti portar via tuo figlio se parli e neppure quando tentano di farti passare per pazza per non essere credibile. non dimentico l’auto distrutta a sassate da un minorenne amico del mio “amore”…………… come puo’ dirmi di dimenticare, se per mangiare ho dovuto cercare un posto da cameriera lontano 70 km da casa?se ancora oggi devo sopportare gli strascichiin sede penale? mi hanno ridotto alla credibilita\’ di un topo di fogna, e nonposso fare niente.lui e\’ rimasto dalla loro parte e ancora oggi l\’hano fatta franca.L\’uomo che amavo non esiste piu\’.e\’ un\’altra persona,completamentenegativa. prima parlava d\’amore,ora solo di droga e orge. Su una cosa hatorto:avrei bisogno di un cambiamento drastico, non piccoli cambiamenti.. manon accadono i miracoli.quando perdi tanto,hai perso e basta. e non si potra\’mai recuperare alla pari. il passato E’ IL PRESENTE, NON SI PUO\’ LASCIARE ALLESPALLE. Quando si perde la fede in Dio non si recupera,e neppure l\’amore perla vita prorpia. Ho fatto un errore,ma sa quale? pensare alla vita di qualcunaltro.questo e\’ stato l\’errore. se non avessi avuto doti di altruismo osentimenti di Amore cosi\’ grandi,ora starei bene. alla faccia di chi dice chebisogna fare del bene.Non accetto \”l\’accanimento del destino\” come lo chiamaLei..La chiami deficienza,piuttosto, perche\’ se fossi stata piu\’ furba nonavrei pensato ad aiutare quell\’uomo im modo gratuito e usando pure le forze che non avevo. Cosi\’ invece ho anche appreso di non avere un granche\’ come famigliari,perche\’ davanti a problemi enormi non hanno saputo capire e stare al mio fianco.per paura,e per non avere grane da \”quelli\”.io ho fattosemplicemente la fine del topo.come ringraziamento per avere sentimenti umani.Ancora oggi e\’ piu\’ il tempo che resto chiusa in casa(al sicuro che iltempo che passo fuori. non esco dal circondario se non accompagnata daqualcuno(per essere piu\’ al sicuro in caso di altre minacce o botte o attacchivari).E non mi dica di andarmene,perche\’ mio figlio ha qui il suo piccolo mondo e la sua famiglia.Dove dovrei andare?a fare cosa? un’altracosa,dottore.. ora ho un carattere piu\’ nervoso(l\’opposto di 5 anni fa primache cominciasse tutto),a volte bestemmio(prima ero credente),non provo messun sentimento per un uomo(prima amvo piu\’ della mia vita).Nulla,non c\’e\’ piu\’nulla! Nadia ha finito la sua vita 5 anni fa.sono morte con lei le speranze edi suoi sogni. Vorrei averne,ma non riesco. Vorrei amare ancora in quellamaniera totale,ma ho un cuore freddo,duro,inesistente.mortoanch\’esso.Aggredisco le persone non ho piu\’ tolleranza(lo sto facendo anchecon Lei,dall\’inizio di questa mail.Il 90% di quello che vedo e sento dire sono cazzate di persone che chiaccherano senza avere provato.I piccoli cambiamentiche dovrei fare,avranno un risultato consistente fra 50 anni circa. non lesembra un po\’ troppo?sono gia\’ vecchia ora. desideravo un altro bambino. conlui che ne sentiva la mancanza. anche quel sogno e\’ morto,percghe\’ con tuttii problemi che mi hanno creato non posso piu\’ permettermi di rischiare…Nonho relazioni fisse e solide,amici fidati si, ma rapporti di coppia no. ognitanto un incontro a sfondo sessuale. mi lascio andare completamente in questifrangenti,senza inibizioni. poi il patner passa nella lista degli inutili equindi non li tengo in considerazione sulle cose importanti. Succede anchequesto,ora.. e\’ tutto un caos,un nulla, un niente sommato a uno zero. tuttovuoto,tutto senza importanza. Glie l\’ho detto, sto attenta solo ai bisogni dimio figlio. Le responsabilita\’ verso la mia esistenza sono fatica sprecatavisto che non c\’e\’ piu\’ niente da recuperare,che senso ha sprecare energiaper cose inutili? sono le 04,13 del mattino. Lei sara\’ a dormire,riposandosi per la giornata che sara\’ a venire.. pper lei e\’ piu\’ facile,perche\’ non hagrossi problemi. Si superano i lutti e le disgrazie perche\’ il cervello none\’ fatto per farci soffrire..io sono qui a scrivere, perche\’,magari, qualcosa salta fuori o forse perche\’ ho ancora una buona dose speranza viscerale,,,anche se so immotivata…forse ho anche sbagliato indirizzo,perche\’ e\’ lamia anima che e\’ volata via,non la mia mente che continua ad urlare\”perche\’!!!. bacio le mani e grazie per l\’attenzione (n.b.: ho cancellato delle parti che possono violare la privacy altrui).

Le testimonianze e le consulenze pubblicate sono pervenute con modalità anonima per cui non è possibile risalire al mittente o controllarne la veridicità. Inoltre testimonianze e consulenze, per motivi di privacy, sono state private di ogni riferimento dettagliato a situazioni e persone per cui ognuna di esse non è riconducibile a nessuna storia personale in particolare. Ad ulteriore tutela della privacy, chiunque in una delle testimonianze e consulenze pubblicate ravvedesse dei chiari riferimenti ad una sua vicenda personale, può richiederne la cancellazione contattando il Dott. Roberto Cavaliere.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

AMORI… STRANIERI

TESTIMONIANZE

rc83 Età: 23 Ho avuto una storia di quasi un anno con un ragazzo libico….e sono solo una decina di giorni che, quello che pensavo fosse l’amore della mia vita è finito…ho 23 anni e lui è stato il mio primo effettivo ragazzo( in passato frequentavo altre persone, ma non sono mai stata la loro ragazza).Mi sentivo ricambiata in tutto…..nonostante alcune volte mi sentivo messa da parte per i suoi amici, nonostante alcune volte avevo l’impressione che di me non gliene fregasse niente, stavo con lui perchè ero sicura del suo amore,del suo affetto: glielo leggevo negli occhi…mi parlava sempre di un futuro insieme, e sembrava essere sicur che saremmo stati insieme per sempre….poi la fine…..non ha ottenuto un permesso di soggiorno per lavoro…..quindi partirà, ritornerà nel suo paese per sempre!!!!mi sono sentita morire, non potevo immaginare il mio futuro, già pianificato, senza di lui….abbiamo deciso di restare amici, ma poi sono caduta nella disperazione più assoluta quando mi ha detto che finiva anche perchè non mi amava: sono la persona più importante della sua vita, mi vuole bene più di se stesso ma non mi ama….sono sprofondata…tutte le mie certezze sono svanite all’improvviso…mi sono sentita vuota, sola, abbandonata…ho vissuto un anno solo per lui…ho pensato solo a lui…e ora mi ritrovo sola, con me stessa e le mie paure….paura di restare sola per sempre, paura di ricadere nel tunnel di due anni fa, inseguito ad un lutto in famiglia, paura che lui possa stare con un altra……ho paura e tanta rabbia..ho paura di nonn farcela…voglio solo essere felice.

Bella Età: 32 Tutto è cominciato una sera poco prima dello scorso Natale. Volevo partire in missione e ho incontrato lui che nei luoghi della missione è nato.Non era bellissimi come i suoi connazionali, ma aveva un viso dolce, ammantato però da un velo di maliconia.S embrava la mia maliconia, l’ho riconosciuta, lui l’ha riconosciuta e abbiamo iniziato a conoscerci. Il suo cuore era uguale al mio: stesse ferite,stesse speranze. Poi l’amore, le promesse, il viaggio nella sua terra,la sensazione che nonsarebbe finito mai. E invece oggi è finito tutto; un’ora fa con una telefonata. Lui non torna questa settimana,deve girare ancora: io per una volta avevo bisogno di lui, avevo bisogno che mi dicesse ci sono. Ma non ha potuto, perchè io ci sono sempre stata per tutti e due: quando ha tentato di smettere di bere, quando ha perso il lavoro,quando gli amici lo hanno tradito. Ma ora non ha potuto esserci, perchè non c’ero io. Un mio recente lutto in famiglia, i miei problemi sul lavo,quelli di salute: no,la roccia che ero si è pian piano sgretolata e lui se n’è andato.Torna a fine mese: ma io a fine mese non ne ho bisogno, ne avrei avuto bisogno oggi. O forse volevo solo la dimostraizione che mi amava davvero. Non l’ha fatto gli ho vomitato addosso tutta la mia delusione, il mio dolore: e ora sono qui che non provo niente nessun dolore. Volevo sposarlo,ero pronta,sono cresciuta in questi mesi,con lui e per lui. Avevo preso il distacco dalla mia famiglia (sano) perchè sentivo che la mia famiglia era lui.E invece ora devo fare conti che non è così.Mi sto rendendo conto sola ora che nella morte di un amore sento anche la mortedi una dipendenza; sento che per essere amata non devo per forza darequalcosa,perchè posso essere amata per quallo che sono.Sento dolore e pace,paura e rinascita,sento il bisogno di lui: ma di quel luiche io avevo voluto vedere.I suoi sogni le sue parole erano diventate le mie azioni,ma lui non ha maiagito per mettere in pratica sogni e parole.o sempre fatto tutto io e nel momento in cui mi sono messa ferma,tutto èfinito.Vorrei poter non sentire il dolore,vorrei potermi svegliare ad agosto del2009,solo con la gioia nel cuore,ma so che ci devo passare: dal pianto dallasolitudine,dai ricordi…I ricordi: è strano ma la mia cinematografia dell’anima ora proietta soloquelli belli,quelli che mi hanno fatto arrivare fino a qui.Ma la vita non è un film e ora la mia anima deve fare i conti con questo. Devo uccidere la Bella che è in me e che voleva salvare la bestia: la Bestia deve prima di tutto salvarsi da se,deve prima di tutto amare davvero Bella pertrasformarsi in principe. Quanto tutto è iniziato era davvero come una favola e io da brava bambina mi ci sono buttata,perchè ai bimbi piaccione le favole. Ma quando ti svegli al mattino e senti che Bella è morta e c’è solo una donna la favola non ti basta più. Resta però l’amaro in bocca: come quando scopri che Babbo Natale non esiste,ma in fondo ci speri ancora. Si, lo confesso ,un po’ ci spero che la favola finisca bene, ma la donna mi dice che la vita ha bisogno di solida terra e non di polvere, nemmeno se è polvere distelle.Vorrei gridare al mondo intero il mio dolore…

Paola Età: 36 Gentile dottore, mi ritrovo in una situazione per la quale non so che decisione prendere e per questo mi rivolgo a lei in cerca di aiuto. ho conosciuto un uomo (un anno piu’ giovane di me), straniero (turco emusulmano), gia’ al terzo matrimonio e con una figlia di un anno.Il suo matrimonio e’ in crisi ma continuano a vivere sotto lo stesso tetto per il bene della figlia. Sara’ vero? non so … ci conosciamo da poco tempo (2 settimane) e non ho ancora molta confidenza. Ma il mio feeling a volte mi fa pensare e mi fa venire dei dubbi .Nonostante mi piaccia , e penso lo sia altrettanto per lui, mi sento confusa ;in altre parole , mi accorgo che la situazione non chiara di per se , mi puo’portare ad avere parecchie sofferenze in futuro (ma c’e’ futuro per questa storia? puo’ diventare una vera storia) e vorrei prevenirle ora magari rinunciando a questa storia. Ho sofferto parecchio e non vorrei ricadere in storie che mi facciano soffrire ancora. Perche’ ogni volta ho paura ? Il problema e’ che al mio ritorno ho scoperto di essere incinta.Mi sembrava che il mondo mi fosse caduto addosso; l’ho chiamato di nuovo per avere un aiuto ; ho abortito e mi e’ stato vicino anche se abbiamo passato una settimana bruttissima con forti tensioni. Ritengo che alla fine lui abbia semplicemente fatto il suo dovere. Ora triste , confusa , non forte mi ritrovo a ricevere le sue telefonate dove mi dice che non vuole rompere la relazione. Io cedo , voglio vederlo ma poi me ne pento ma non riesco a liberarmene; mi dico che ora ho bisogno di lui e lui se ne approffitta … non gli basta ancora il male che mi ha fatto ? il rapporto tra e’ pieno di forti emozioni : rido ,piango, sono felice , sono depressa …. tutto questo nel giro di 2 ore. Poi svanisce, poi ritorna … in che casino sono finita non so come affrontare la situazione e … sono stanca… . Cordiali saluti. Paola

 

Dott. Roberto Cavaliere

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AMORI OMOSESSUALI

Brano tratto la una lettera che Freud scrisse nel 1935 alla madre di un omosessuale e pubblicata in Lettere 1873-1939, a cura di E.L.Freud edito da Bollati Boringhieri, Torino 1960

“L’omosessualità, certamente, non è un pregio, ma non è qualcosa di cui ci si debba vergognare, non è un vizio, una degradazione e neppure può essere definita una malattia; noi la consideriamo come una deviazione delle funzioni sessuali , provocata da un certo blocco dello sviluppo sessuale. Molte persone stimabilissime, in epoca antica e moderna, sono state omosessuali, tra queste molti tra gli uomini più grandi (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc…): è una grande ingiustizia perseguitare l’omosessualità come un reat, ed è anche una crudeltà…

Chiedendomi se posso aiutarLa, evidentemente vuol sapere se posso eliminare l’omosessualità, e mettere al suo posto la normale eterosessualità. La risposta è, come tesi generale, che non non possiamo promettere niente del genere, in un certo numero di casi ci riesce a sviluppare i germi latenti delle tendenze eterosessuali, presenti in tutti gli omosessuali; nella maggioranza dei casi, questo non è più possibile…

Altra questione è quella di ciò che può raggiungere un analisi nel caso di suo figlio. Se è infelice, nevrotico, dilaniato da dubbi, inibito nei suoi rapporti personali, in tal caso un analisi può arrecargli l’armonia, la pace psichica e una piena capacità di lavoro, indipendentemente dal fatto se rimanga omosessuale oppure cambi. ”

 

TESTIMONIANZE

Sono un ragazzo di 34 anni,e vorrei tanto che lei dottore mi aiutasse a dare un senso alla mia storia prima che finisca di logorarmi più di quanto non abbia già fatto. Da circa quattro anni sono legato sentimentalmente ad un ragazzo mio coetaneo del quale mi sono innammorato nella convinzione,comune un pò a tutti gli inguaribili romantici,che fosse l’uomo giusto,l’uomo con il quale poter costruire qualcosa di importante,ignorando ed,al contempo,sconfiggendo quei biechi pegiudizi e quei falsi moralismi che spesso ci impediscono di vivere appieno la nostra vita.Ci tengo a precisare che vivo la mia condizione di omosessuale nella più assoluta tranquillità perchè mi sento ma soprattutto sono un ragazzo come tutti gli altri,con gusti sessuali diversi che nessuno ha il diritto di giudicare in quanto appartengono a quella sfera intima propria di ciascun individuo,etero o gay che sia. Di cosa quindi dovrei vergognarmi? Di amare una persona del mio stesso sesso? Di andare contro la comune morale? Il vero problema,invece,è che molti non comprendono,o fingono di non comprendere, che le sofferenze,le emozioni,gli stati d’animo sono gli stessi, così come le paure,le attese,le speranze e i sogni che qualsiasi storia d’amore comporta. Pertanto non mi sento di mancare di rispetto ne di offendere nessuno se ho deciso di dare libero sfogo ai miei sentimenti,e di non nascondermi dietro un castello di menzogne perchè sarebbe un’inutile quanto ingiusta violenza nei confronti di me stesso.Mi sono dichiarato alla mia famiglia ed ai miei amici all’età di 23 anni e sono orgoglioso di aver avuto il coraggio di uscire allo scoperto con fierezza e senza alcuna vergogna. Purtroppo,però,oggi tutta quella autostima che mi ha sempre contraddistinto comincia seriamente a vacillare in quanto mi sento prigioniero di una storia che mi sta lentamente annientando senza che io riesca a far nulla per oppormi.Eppure,memore delle esperienze passate,non mi sono lasciato andare subito,ma ho cercato di vivere i miei sentimenti con quel briciolo di razionalità che a volte non guasta.Ma come spesso accade,una volta abbassate le mie difese,sono stato risucchiato in quel vortice ciclonico chiamato amore che mi ha travolto in tutta la sua furia distruttiva.Ho dato tutto me stesso a quest’uomo,senza mai risparmiarmi e rinunciando a tanti aspetti che,fino ad allora,avevano fatto da contorno alla mia vita.L’ho collocato al centro del mio universo,ed il mio desiderio era solo quello di vederlo felice:come mi riempe il cuore anche un suo semplice sorriso.Inoltre ho sempre rispettato la sua scelta,pur non condividendola,di vivere nell’ombra per paura che la gente sapesse o solo sospettasse di lui.Ho rinunciato a molti dei miei amici perchè lui riesce a frequentare solo una ristretta cerchia di persone con cui si sente al riparo ma paradossalmente tutti i suoi amici sono gay,e nonostante conosca la mia famiglia, raramente accetta di venire a casa mia e solo se accompagnato da qualcuno.In quattro anni non mi ha mai detto un ti amo,un ti voglio bene,mai un gesto spontaneo e gentile,mai una parola dolce ma ha sempre innalzato un muro che mai sono riuscito a scalfire. Lui dice di avere difficoltà a manifestare i suoi sentimenti,di sentirsi bloccato ma in realtà questo suo blocco vale solo nei miei confronti dal momento che con gli altri ha slanci d’affetto davvero notevoli.Tuttavia la cosa che più mi ferisce è il tono astioso con cui mi si rivolge,i suoi assordanti silenzi quado siamo insieme,il veleno che mi riversa addosso senza motivo,il suo essere contiunamente in competizione con me,il suo non valorizzarmi mai e la sua incapacità assoluta di dialogo e confronto…..Mi vergogno a dirlo perchè lo reputo gravissimo ed umiliante ma spesso quando mi avvicino per baciarlo si scosta con una freddezza ed un’indifferenza che fanno molto male ma molto.Ho tentato di tutto per salvare questa storia ma ogni tentativo è risultato vano. Ciò nonostante stiamo ancora insieme ed allora mi chiedo: che senso ha continuare? perchè non mi lascia se non mi ama?ma soprattutto perchè non riesco a lasciarlo io?Tutti mi dicono che l’unico rimedio è voltare pagina ed andare avanti,ma pur provandoci,non riesco a porre fine a questa indicibile agonia.Eppure sono un bel ragazzo,realizzato lavorativamente,con una famiglia fantastica alle spalle,un ragazzo che non ha alcun problema a relazionarsi ed a mettersi in gioco,a cui piacciono le nuove sfide…Cosa mi manca per dire basta?Ho provato anche a parlargli apertamente, mettendo a nudo tutta la mia debolezza, ma la sua unica risposta è stata:”io sono fatto così,prendere o lasciare”…. Mi sento prigioniero di me stesso e non so proprio cosa fare……L’unica cosa di cui sono consapevole è che merito ben altro……

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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AMORI MERCENARI

Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi solzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male. […] Se scappi sarai in frantumi nello stesso modo ma il rimorso farà di te un uomo a pezzi per tutto il tempo che ti resta. E saranno pezzi ogni giorno più piccoli…” (Io uccido di Giorgio Faletti)

 

TESTIMONIANZE

TURISMO SESSUALE è la prima volta che entro in un forum… vivo un’esperienza strana e ho bisogno di parlarne al di fuori del mio giro di amiche, che non capirebbero… un matrimonio finito, due figli grandi, e mi ritrovo ancora piacente ma sola… vacanza in Giamaica con un’amica… ed è successo. Non ero andata là per sesso, non ci pensavo, ma è successo… l’atmosfera, il mare, la musica… sapevo che lui lo faceva per soldi, che lo aveva fatto con altre mille donne prima di me, ma era così dolce ed entusiasta della vita, così affascinante, che ho pensato solo a godermi il momento, convinta che non facesse parte della mia vita “normale”. Invece sono tornata, altre 2 volte, sempre da lui… una droga? Forse. Il problema è il senso di colpa, la vergogna: non è squallido per una donna della mia età, una signora rispettata e ammirata per la sua “classe”? e poi un altro problema: le richieste di soldi si fanno insistenti. Dice che la sua famiglia è povera, che lui guadagna troppo poco con il suo lavoro “normale”… ho ceduto, ma sto male. Non riesco a staccarmi da lui, ma mi sento… una donnaccia. Anzi, una donna triste e squallida, che non riesce a trovare gioia nel mondo in cui vive e la cerca altrove, in un paradiso artificiale… scusate lo sfogo… non so se fra voi c’è qualcuna della mia età che può capirmi… Lilli

Con molta umiltà ti scrivo per darti la mia opinione. Ci sono persone molto abili a manipolare e ad usare gli altri esclusivamente per i loro fini. possono avere una splendida immagine e possono anche affascinare, ma la sostanza è che vogliono prendere il più possibile, sia come soldi che come energie. Dalla mia esperienza ti posso dire che queste persone non cambiano e che ti possono portare in fondo agli abissi, perchè sono come una droga. Io credo che la cosa più sana sia allontanarsi, per non soccombere. e trovare la ricchezza al proprio interno, con grande solidarietà,

 

COLPA DEL MIO LAVORO ? Età: 36 caro dottore, mi scusi la mia scrittura, ma sono straniera. li raconto il mio problema .ho conosciuto un uomo di 37 anni che in passaato era stato ammalatto de delirio interpretativo,io la verita mi sono spaventata un po ,ma dopo molti tentativi non sono riuscita a lasciarlo,mi sono innamorata di questo uomo, lui non aveva mai avuto una relazione sentimentale con una donna che non fose apagamento.anche a me a conosciuto in quel momdo e la verita! ma lui mi a dettoche mi acettava comunque.lui voleva che io andase a convivere con lui …maquesto il suo passato mi dava paura.io ho lasciato quell lavoro ma lui ,altempo dopo diceva che io lo facevo ancora ,e non era vero,dopo ha inventato cheio ce lo un amante,ancora non vero.cosi mi ha trascinatta in una angoscia,tristeza ,irritabilidad ecc.non sto piu bene!!!!. poi lui mi ha tradita e ritornato a andare a sesso a pagamento e mi continua a molestare,che la colpa e mia ecc.come facevo andare a convivere con una persona cosi? tutto lo interpreta e in modo negativo,un mio sorriso,un pianto.lui e malatto! e aquestpunto pure io.dottore e possibile una guarigione per questa persona?io ci ho provato di tutto,pure ho parlato col spchiatra che ogni tanto lo sigue..ma non serve a nulla e il medico a le mie domande se lui e pazzo risponde con evasive tipo….NO PAZZO NO bordelain!per che questo uomo a pure la laurea.dottore credi che il mio ex lavoro a portato a questo uomo ha essere cosi? se io magari avrei fatto un altro lavoro questa gelosia non abrebbe mai iniziata? si avrei andatto a convivere questo no avrebbe mai suceso?.mi risponda per favore!!!adesso sto male e mi sento colpevole anche de la sofferenza di questa persona,per che io volevo solo dargli felicita,amore …ma e andatta diversamente.grazie de la sua gentileza,e aspetto la sua risposta.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

AVERE CURA DELL’ALTRO: SINDROME DELLA CROCEROSSINA

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, 
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te. 

Vagavo per i campi del Tennessee 
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. 
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.

TESTO CANZONE “LA CURA” DI BATTIATO

 

Nelle problematiche e dipendenze affettive e relazionali ed in particolare nella Codipendenza, prendersi “cura” dell’altro, nel senso della canzone di Battiato, è un ritornello di fondo del proprio amore.

Ma siamo sicuri che prendersi cura, anche nella canzone di Battiato, abbia una valenza affettivo-assistenziale? O non è piuttosto un anelito, una speranza che si scontra con ben altra realtà? O addirittura tale atteggiamento sortisce l’effetto contrario? Come afferma la Norwood:

“Donne che amano troppo sviluppano relazioni in cui il loro ruolo è quello di comprendere, incoraggiare e migliorare il partner; questo produce risultati contrari a quelli sperati: invece di diventare grato e leale, devoto e dipendente, il partner diventa sempre più ribelle, risentito e critico nei confronti della compagna. Lui, per poter conservare autonomia e rispetto di se stesso, deve smettere di vedere in lei la soluzione di tutti i suoi problemi, e considerarla invece la fonte di molti se non della maggior parte di questi. Allora la relazione si sgretola e la donna piomba nella disperazione più profonda. Il suo insuccesso è totale: se non si riesce a farsi amare neppure da un uomo così misero e inadeguato, come può sperare di conquistare l’amore di un uomo migliore e più adatto a lei? Si spiega così come mai queste donne fanno seguire a una cattiva relazione una peggiore: perchè con ciascuno di questi fallimenti sentono diminuire il loro valore. E sarà per loro difficile rompere questa catena finchè non saranno giunte a una comprensione profonda del bisogno che le riduce a comportarsi così.”

Non dimentichiamo che prima di prendersi cura dell’altro, capire i suoi bisogni, è necessario prendersi cura di sè stessi, comprendere i propri di bisogni.

 

Testimonianza dal Forum

Mia madre non ha mai creduto fosse un danno negarmi le sensazioni che vivevo, così le risposte senza senso alle mie domande scomode, invece di chiarire, mi confondevano al punto che ero giunta a credermi incapace di sentire. C’è da dire pure che nella mia famiglia non servivano le parole perché tutto era chiaro per tutti, ma io ero molto piccola e non sapevo come fare, portavo diligentemente e silenziosamente la mia parte di fardello ma non ne capivo il senso. Mi sentivo una pazza. Con il tempo e il confronto con il mondo esterno, mi sono resa conto che non solo sentivo ma lo facevo prima degli altri, fino quasi alla chiaroveggenza. Figuriamoci! Sembravo matta peggio di prima. Un giorno di molti anni fa diedi una risposta a quello che oggi è il mio ex marito rispondendo alla fine di un discorso che però lui non aveva ancora fatto! Ne scaturì una lite furibonda e impiegai due ore per fargli capire quello che intendevo. Mi avevano insegnato che le situazioni scomode vanno risolte in fretta e senza spiegazioni come quando c’è una situazione di pericolo imminente: se vedo un bambino arrampicato su un cornicione al terzo piano, non mi metto a spiegare che si potrebbe far male, prima lo afferro e lo tiro via, poi gli spiego perché.

Ho sempre vissuto così: io giudico che una cosa che ti potrebbe far male, la risolvo prima che accada perché è così che si fa, tu non sai cosa sia accaduto, io mi offendo perché sei un ingrato che non apprezza! Ma è roba da matti! …e pure da presuntuosi. Che diritto ho io di togliere a qualcuno un pezzo di vita fosse pure doloroso? Ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di capire quel momento e oggi quando mi succede di percepire in anticipo certe cose, ho la pazienza di aspettare che il mio interlocutore mi faccia tutte le domande del caso oppure faccio la domanda “dove vuoi andare a parare?” e di questo ringrazio la mia analista. Non anticipo più gli altri nei loro percorsi e non fornisco più risposte a domande prima che mi vengano poste.

L’esempio lampante della mia guarigione definitiva l’ho avuto l’anno scorso quando mio figlio ha manifestato un certo calo di entusiasmo per lo studio :“vedi ma’, io lo so come ci si sente a prendere ottimo, lo faccio spesso! …allora hai deciso di vedere come ci si sente a prendere insufficiente? “Non so…” …lo studio è una cosa tua, e anche se io la considero una cosa importante, non lo fai per me. Nella vita ci sono cose che si devono fare, altre che si possono fare. Nella tua testa hai chiara la scala dei valori…vedi tu…sappi che molto probabilmente non ne sarai soddisfatto…
Alla pagella di metà anno i professori mi hanno chiamata e io dentro di me sorridevo già! INSUFFICIENTE! Solo in tre materie ma… pazientemente ho spiegato agli insegnanti quanto stava accadendo, quali erano le mie intenzione e con una certa soddisfazione, ho riscontrato che anche loro erano in accordo con me: questa prova con se stesso, gli sarebbe stata utile.
Tornata a casa ho dato la pagella a mio figlio che era così impaziente di leggerla…che faccia! Sembrava un fantasma! Dopo un po’ mi dice “ma’ avevi ragione…non mi piace mica prendere insufficiente.” 
…bèh meno male…sappi che adesso dovrai riparare.
Ecco ho imparato che non tutte le situazioni sono di grave pericolo! Ho avuto fiducia nella mia capacità di giudizio e in quella di mio figlio. Ho capito che non devo e non posso intervenire se il caso non lo richiede. Ho imparato a valutare e a fidarmi sia di me sia degli altri e anche se l’impulso primario sarebbe quello di intromettermi sempre e comunque, cerco di astenermi dal farlo.
Non è stato facile. Ho dovuto capire cosa scattava dentro di me in certi momenti e come fosse stata una serratura reale, ho dovuto riconoscere il clak. Adesso so che quando sento quel clak devo prendere fiato e ragionare: dico a me stessa che nessuno da un momento all’altro sarà travolto da una valanga, se non intervengo; mi fermo a sentire cosa emana la persona che ho di fronte e tutta la fiducia che mi ispira; mi fermo a ragionare su quali conseguenze può comportare realmente quel suo atteggiamento; non mi assumo responsabilità che non sono mie.
Se e quando intervengo, lo faccio in maniera molto chiara e sempre per me, cercando di non aspettarmi in cambio nulla. Presto favori solo quando le richieste sono esplicite e pretendo che lo siano, non mi faccio ingannare dal gioco “tu sai quello che voglio perché sei così sensibile”.

Rispetto le esigenze degli altri ma prima vengono i miei bisogni.

Averlo fatto prima! Ma forse non e mai troppo tardi per essere felici.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

LA SINDROME DEL GAMBERO

Col termine Sindrome del Gambero indico un processo vissuto da chi viene lasciato e che segue la fine di un amore o di una relazione.

Tale processo dà la sensazione che nonostante gli sforzi fatti per superare la fine di un amore, spesso si ha la sensazione di tornare indietro rispetto ai progressi effettuati, anche a distanza di tempo.

Ciò avviene perchè si ritiene che il processo di superamento è un processo che per quanto lento e doloroso è lineare e continuo. Invece esso è per sua intriseca natura discontinuo ed è in questa discontinuità che, incosapevolmente, si progredisce verso il distacco definitivo. Il gambero sembra ritornare indietro ma alla fine arriva alla meta.

Dott. Roberto Cavaliere

 

SINTESI DI UNA DISCUSSIONE TRATTA DAL FORUM NELLA SEZIONE “FINE DI UN AMORE”

minimo

Mi chiedo come è possibile dopo:

  • • mille promesse che mi son fatto
  • • no contact estremo ed ostinato
  • • iperattività
  • • training autogeno sulle dinamiche della fine
  • • 1000 persone che mi dicono che è stata una fortuna
  • • la certezza che lei ha un altro
  • • la mia SIM data ad un’altro
  • • la mia presenza sul forum
  • • il mio diario su cui mi sfogo
  • • una nuova persona che si affaccia alla mia vita
  • • una seconda nuova persona che si affaccia alla mia vita
  • • gli hobby
  • • la psoriasi che sparisce
  • • il fisico più snello
  • • più tempo per me
  • • meno cazzi suoi di cui preoccuparmi
  • • la certezza di non rivolerla
  • • la certezza del suo vuoto interiore
  • • la certezza che il tempo mi guarirà
  • • la certezza che è meglio così

…e altri mille motivi, già, ma perchè mi sembra di stare tornando indietro come un gambero?

Perchè questo dolore psicologico che si trasforma in dolore fisico, perchè mi sento peggio di un escremento? perchè dopo un maledetto mese mi sembra di essere al punto di partenza? Perchè non te ne vai per sempre?

Mi incaponisco su dettagli inutili, ogni momento la penso ma mi pare di non amarla più. Vorrei solo affondare…per quando mi dia d’impegno a a fare 100000 cose…è tutto inutile ti penso in maniera ossessionante.

Forse questa è la via per diventare pazzi, non mi vergogno a dirlo ma se ci fosse la possibilità di sparire per sempre in questo istante direi “si”. Sono pensieri passeggeri, vanno pesati per quel che sono…

Dimmi L. capirai mai che il tuo dolore si è aggiunto al mio?

Ci siamo alimentati di una situazione deviata ed ora pago lo scotto del tornare sui miei passi cercando ancora quel fiele che mi aveva avvelenato il sangue…la noia che mi autoprovoco ripetendomi le stesse cose mi ucciderà.

CAMILLA70

forse è proprio perchè vuoi ostinatamente eliminarla con la forza della ragione dal tuo pensiero, che non riesci a farlo.

Prova ad accettare il fatto che emozionalmente sei ancora legato a lei e provi dell’affetto, certo misto ad altri sentimenti, ma ancora lei è nel tuo cuore; poco importa che tu non la rivorresti comunque nella tua vita,che è una stronza, che si è comportata male; lei è comunque ancora nel tuo cuore. Tenta di accettare questa realtà e smettila di farti la guerra da solo; non solo vorresti che lei fosse diversa da quello che è, vorresti essere anche tu diverso da quello che sei; non stai combattendo solo contro di lei, quello che ti crea forse maggior dolore è che stai combattendo contro te stesso,perchè non accetti il fatto che ancora provi dei sentimenti per lei.

Allora prova a cambiare prospettiva, e renditi conto di quale risorsa e tesoro tu possa donare ad una nuova futura relazione,di quanto amore c’è dentro di te e che un giorno, troverà la giusta direzione. Lei ha ucciso la possibilità di donare amore; ma solo a lei; e tu gridi e ti disperi perchè l’amore lo vuoi dare, lo sai dare e lei,la stronza, non te l’ha riconosciuto.Smettila di combatterti e accetta che c’è ancora amore per lei; quando lo avrai accettato e lo avrai riconosciuto, potrai provare a ricominciare a donarlo; ad altro,non necessariamente per il momento ad una relazione,ma anche facendo del volontariato, per esempio

clarissa

Minimo, ho letto un pò dei tuoi post in questi giorni e mi ritrovo in quasi tutto ciò che scrivi. La voglia e l’impegno di guardare avanti sapendo che si sta andando nella direzione giusta e lo sconforto che si prova quando basta una sciocchezza che in un qualsiasi altro momento ci sarebbe indifferente per farci ripiombare addosso un dolore e un’agitazione che credevi e speravi di aver superato. E’ normale, è il percorso di risalita che è così. Ogni tanto ci sono degli oscatoli che ci fanno inciampare e magari cadere. Bisogan cercare di stare in piedi lo stesso oppure rialzarsi e riprendere il cammino ….. anche nei giorni in cui sembra tanto difficile. Un abbraccio

turing

Minimo, io penso che una condizione sicuramente sufficiente (ma non necessaria) perche’ questo “supplizio” possa finire davvero fino in fondo sia un nuovo vero innamoramento. Se — con grande fortuna — succedera` di ritrovarsi nuovamente innamorati allora te la puoi trovare come vigile dell’incrocio che passi ogni mattina e quello che proverai sara` poco piu’ che indifferenza o al piu’ penserai “toh, quella si e’ messa a fare il vigile”… Ciao Turing

suete

Scusa Turing.. non è per contraddirti ma io ho un altro pensiero. Quando stai passando un periodo così di cacc* cos’hai da offrire ad una nuova persona? Io credo molto poco. Magari è la persona che può essere per te un sostegno, una compagnia o qualsiasi cosa che tu puoi scambiare per un nuovo innamoramento.

Io credo che per relazionarci ad un’altra persona dovremmo prima liberarci di tutto questo peso…e credo (per quello che riguarda me personalmente) che in questo momento dopo tre mesi dalla fine e per la malinconia tristezza e dolore che ancora provo, qualsiasi persona incontrassi non sarei pronta.. anche se incontrassi la persona più magica di questo mondo non credo che riuscirei ad innamorarmi…

E’ vero che ognuno ha i suoi tempi ma è anche vero che se prima io non mi libero da ogni cosa che mi riconduce a lui… non posso donarmi mai completamente ad un’altra persona e rischierei (come ha fatto il mio ex con me. Ci siamo messi insieme dopo 1 mese e mezzo che la sua ex convivente, sono stati due anni insieme, lo aveva lasciato)di far soffrire un’altra persona solo per un MIO bisogno.Scusami… non è per sminuire il tuo post..ma è un altro punto di vista. Suete

turing

Ciao Suete, le mie tre righe non hanno espresso compiutamente quello che penso. Concordo con te che quando si e’ nel dolore si ha poco da offrire ed e’ quindi molto arduo — ma non impossibile perche’ l’amore in fondo non obbedisce ad alcuna regola — innamorarsi davvero. Pero’ la fase acuta del dolore passa, come dici anche te a poco a poco si riesce a respirare, nonostante non si sia completamente sereni, nonostante il pensiero di lei/lui non sia stato completamente cancellato e non ci lasci indifferente. Ebbene, io credo che in una tale fase di “recupero” possa benissimo succedere di ritrovare le emozioni di un innamoramento. E se questo succede allora il pensiero di lei/lui viene davvero spazzato via del tutto, e quindi anche se la vita ce lo dovesse far reincrociare in qualche modo la sensazione potrebbe essere quella dell’indifferenza. Le cose vanno sempre incrementalmente, le fasi si passano gradualmente, il dolore acuto si attenua, si ricomincia a vivere giorno dopo giorno, e li’ puo’ capitare la fortuna di innamorarsi ancora.

davide878

Sono 8 anni che io ho finito una storia d’amore , dutata 5 , appartengo agli abbandonati.Ho fatto 2 anni di psicoterapia,……ma proprio in questo momento, leggendo questo forum , mi accorgo di essere io il vero e primo “Gambero” in assoluto!!!

E’ difficile quando si e’ vissuto un grande amore , che tutto ritorni come prima, almeno per me’ e’ stata cosi! La vita ora ha un sapore strano……mahhh

Abbraccio tutti voi modo fraterno, a voi che state male, perche’ soltanto chi ci e’ passato ” puo’ dire” cosa si sente “dopo”!

troppoingenua

Salve a tutti. Il no-trespassing point forse è arrivato anche per me. La vita di prima ritorna però.

Come gambero si torna indietro oppure come la marea che inonda il bagnasciuga e ritorna sui suoi passi magneticamente attratta dalla forza misteriosa del mare. O dell’amore.

  • Ma è come se si fosse diversi.
  • Più forti o più fragili, non saprei spiegare.
  • Ci si sente come dopo un forte temporale.
  • Si è scoperta la paura ma si sa che d’ora in poi si sarà necessariamente più forti, perchè senza più illusioni.
  • E ci si rende conto che l’amore fa male perchè in realtà non finisce.
  • Resta sempre come la forza magnetica delle maree.
  • Restano i frutti dell’amore, come nel mio caso.
  • Quello che li ha generati se ne è andato ma non per sempre.
  • Ritornerà in qualche modo.
  • Non fisicamente, forse, non come prima.
  • Oggi ho sentito una frase che mi ha fatto riflettere, una frase da baci Perugina.
  • Banale, forse ma l’amore è banale.
  • Amarsi non vuol dire guardarsi negli occhi ma guardare nella stessa direzione.
  • Ci siamo guardati troppo negli occhi e non abbiamo visto il resto.
  • Forse per questo è successo.
  • Lui ora va per la sua strada.
  • Forse, come la marea un giorno tornerà.

turing

Per me sono passati 130 giorni dalla fine, gli ultimi 80 di silenzio totale e comunque nei 130 giorni tre sole email. Il week-end e’ stata dura, ho sofferto della sindrome del gambero, piu’ indietro che avanti, forse perche’ non del tutto soddisfatto della vita attuale. Domani parto per l’estero. Speriamo che passi, che pian piano si vada avanti.

minimo

L’altro giorno facendo i cambi dell’armadio ho trovato dei vestiti della bimba, la cosa mi ha un po sconfortato e come da copione mi ha causato una gamberite acuta. Poi li ho presi li ho lavati ed ora li stirerò. ho un dubbio amletico…li butto o faccio una bella borsa e li mollo davanti alla porta del suo bar dove lavora? Ditemi…

Skara

Io li regalerei a qualche bambina che necessita, per fare di un dolore un piccolo gesto per altri. Un abbraccio, Pat ps: i gamberi sono buonissimi!

turing

Non so se sia facile trovare una bambina che necessita di qualche vestitino. Indipendentemente dagli oggetti in questione io li restituirei, ma non portando una borsa davanti al suo bar o a casa sua — mi sembra concedere troppo — ma spedendo un asettico pacco postale. Io ho fatto cosi’. Ogni tanto trovo ancora qualche ricordo e lo butto immediatamente via.

lucia75

eccomi di nuovo qua tranquilli, srto bene, ma volevo raccontarvi una osa.

questa volta pare che la sindrome del gambero nn abbia colpito la vittima ma il carnefice. il c……..mi ha mandato un mex “d’amore”. ennesima dimostrazione del suo egocentrismo.

sentivo il bisogno di dirvelo, a voi che mi siete stati vicini. cosa sento? un gran senso di vuoto. è normale? vi abbraccio tutti

turing

Chissa` che colpo solo a leggere il mittente del messaggio, figuriamoci poi a leggerlo visto che si tratta di un messaggio “d’amore” gamberesco!

Solo una sensazione di vuoto hai provato? Non so cosa potrei provare io, in generale credo proprio che non cambierebbe lo stato delle cose. Potrei congetturare che forse proverei una qualche sensazione di “soddisfazione”: neanche un filo di cio’ hai provato? Ciao

lucia75

un po’ di rivalsa….ma in realtà rientra nel suo narcisismo questo comportamento. ancora una volta mi sono stupita della sua mancanza di rispetto. dovrebbe sparire e vivere la sua nuova storia. per me lui è una zavorra del passato.

minimo

cara Lucia queste sono personalità “aggressive/passive” cioè dopo il male vogliono anche giocare la parte di quelli che soffrono, per darsi una dimensione a loro più congeniale.

E’ esattamente come la mia ex che prima mi umilia e poi si auto-umilia scrivendo “grazie di aver perso tempo a leggere questo sms”…sono talmente immaturi che manco a fare le m*rde fino in fondo son capaci.

Lasciamoli nel loro letame a marcire, e godiamoci la soddisfazioni del loro essere eterni bambini.

Un saluto a minimo, capisco perfettamente cosa provi mi rispecchio notevolmente in questi sbalzi d’umore e in questo turbine di pensieri….un grazie particolare và a Camilla70 la quale mi ha fatto riflettere parecchio attraverso le sue parole…hai ragione bisogna ammettere di essere ancora legati emotivamente per poterci liberare da qualsiasi legame definitivamente….essere onosti con noi stessi per poterlo essere in futuro con altri…passerà vogliocredere fermamente che sarà così…un vero sorriso tornerà sui nostri volti…un abbraccio!!

Linda

Ciao minimo, secondo me, da quello che traspare da quello che scrivi, quello che fai, ordinando tutto con i punti ben elencati come la ricetta certa per un risultato inevitabile, va bene…anzi, dimostra che non sei fermo, l’immobilità è la cosa più pericolosa…solo che ti manca, l’elemento per farsì che tutti i punti diano i loro frutti: il tempo.

Caspita minimo a che velocità vuoi arrivare??….. sembra che vuoi battere un record….non stai tornando indietro credimi….è solo che il dolore ti sta torturando a mazzate di ricordi e di sentimenti che devi ancora elaborare. Sai, io dopo un paio di mesi credevo di diventare pazza perché i ricordi, anche quelli più banali, mi arrivavano nella testa ed era impossibile reprimerli per non soffrire cosi tanto…alla fine mi sono arresa e ho capito che, come una cosa che muore, deve sfilarti davanti come un film, per poterla archiviare.

Vorrei dirti di cercare di non angosciarti con la voglia, dettata dalla fretta, di uscirne…cerca di lasciare fluire anche se ti sembra di dare fuori di testa e vedrai che è solo il modo di seguire il corso delle cose.

Un caldo abbraccio e ti capisco come se avessi scritto io il tuo elenco….ma col senno del poi posso dirti che le cose richiedono il tempo giusto. Linda

steff

Ma l accettazione del fatto che si è ancora legati sentimentalmente a questa persona, può veramente rendere più facile questo processo?

Io non so se è cosi…L unica cosa buona che funziona con me e mi rende per un pò di tempo arrabbiata e confusa è quando qualcuno mi mette in testa, urlandomi magari che io ho fatto la cosa giusta, nonostante tutto è che ho reagito per il mio bene in quel momento! Questo mi fa star bene, per un pò ovviamente…

Io devo per forza servirmi di questi momenti di un pò più di forza e convinzione ma so caro minimo che non potranno consolare, nè colmare un vuoto….forse neanche migliorare se è una tecnica usata nel tempo, ma nel futuro immediato fanno bene…E visto che le giornate ci sembrano sempre cosi lunghe, questi piccoli lassi ci servono…Un abbraccio

laura.m

Fare il gambero nella vita

A prescindere dal motivo, dalle esperienze, dal carattere …….

Guarda lo sto facendo anche io, l’importante oggi è la “consapevolezza” che a volte può capitare, che malgrado tutti i buoni propositi, malgrado gli aiuti esterni, i mille rimproveri, si può tornare di qualche passo indietro Baci Laura

minimo

devo cedere alla consapevolezza che se una cosa per noi è stata importante, è umanamente impossibile cancellarla in poco tempo…Dio solo sà quanti sforzi sto facendo per sottrarmi all’inedia, per voler a tutti i costi fare qualcosa per uscirne.

Poi basta un nulla e ti sembra di tornare indietro di settimane, ma è inevitabile…questo dolore come un chiodo penetra nel mio cuore e mi lascia distrutto ed oppresso, sò che passerà perchè la vita ci insegna che nulla è per sempre e che il nostro benessere passa anche dalla nostra volontà. Devo farcela, devo rialzarmi!

CAMILLA70

buongiorno minimo, hai contato quanti DEVO hai messo nelle tua parole? lasciare che il dolore, tutto il dolore esca e avere dei momenti di cedimento e rimpianto è normale, normale in un processo di guarigione da una ferita che ci ha fatto tanto soffrire. Smettila di dirti quello che DEVI fare, concediti il tempo della sofferenza, perchè se al dolore aggiungi anche il dolore di non riuscire a fare quello che secondo la tua immagine ideale dovresti fare,proverai ancor più rabbia e frustrazione

minimo

Grazie Camilla, forse pretendo troppo…hai ragione un mese è poco, ma ne passerà una latro e un altro ancora; un giorno sentirò di star bene e guarderò a questi giorni come un’inevitabile percorso di maturazione. Che Dio mi aiuti, e che protegga anche lei e sua figlia.

CAMILLA70

Infatti…. guarda tutte le belle cose che hai fatto fino ad ora, e sono davvero tante dal tuo elenco, e dì a te stesso che stai stato bravo e soprattutto concediti il tempo che serve.Pazienza se ci sono dei giorni no,in cui ti senti gambero, significa che in te ci sono dei sentimenti veri;assolviti e sarai più tranquillo.Affronta una cosa alla volta e la prima cosa da fare è aspettare che la ferita si rimargini; e più le ferite sono profonde più ci vuole tempo perchè si riassarbono bene.

Credo che essere su questo forum dia a tutti noi la forza in più che ci serve per passare questi momenti difficili con persone che ci capiscono e ci sostengono Un abbraccio Cri

minimo

Che palle oggi…stavo stampando dei teli per un matrimonio (ho un negozio di stampe digitali) e mi è venuta la morte nel cuore, mi è venuto a mente quando avevo fatto gli inviti per il compleanno della bambina.

Che tristezza, ma c#z*o, mi pareva di stare così bene in questi giorni…oggi ho realizzato che forse questo silenzio che sta sommergendo la nostra storia è la scelta più coerente che LEI abbia fatto.

Non gli frega proprio più niente, inutile ostinarmi a pensare che anche solo in minima parte sia dispiaciuta…è una bestia. Meglio così và…

turing

Caro minimo, scrivi proprio una cosa che sento verissima: “inutile ostinarmi a pensare che anche solo in minima parte sia dispiaciuta…”. Sento che che ostinarsi a pensare cio`, consciamente o inconsciamente, e` una delle cose che provoca piu’ dolore. Naturalmente non ho la ricetta per evitare di pensare cio`, ma come te ho la consapevolezza del male che fa.

yuki

oggi, anzi ora, mi sento in piena sindrome del gambero…

mi riempio la testa di tante belle parole, di tante belle intenzioni e convinzioni, dico che voglio essere sincera e rischiare…ma poi non so sopportare le delusioni che questo comporta.

stando soli c si può convincere di mille cose: che l’altro ci ami ancora, che muoia di nostalgia ma nn si fa vivo perchè preda dei sensi di colpa, che tra 20 anni tornerà e invecchieremo insieme, o che la forza del nostro amore lo risveglierà magicamente e diventerà il principe azzurro…ma la realtà è un’altra, e quando ci si sbatte la testa fa malissimo.

minimo

Un’altro giorno da crostaceo…stanotte l’ho sognata mi diceva “lo sai bene che la nostra storia sta per finire”, inconsciamente è una cosa che ho sempre pensato perchè davvero troppo diversi.

Serpeggia in me un vago senso di colpa, se avesi fatto di più, se quando voleva che andassi a stare da lei per un po lo avessi fatto…mah!

Dentro di me sapevo che non sarebbe stata una cosa assurda vivere con lei e la figlia, dover vivere insieme alla mia donna che dorme con sua figlia, dover evitare di chiamarla “amore” o baciarla perchè altrimenti la bambina se la prende, avere sempre le antenne alzate perchè la chiamano mille amici maschi.

Ma si dai, questo dolore è solo una fase, so di essermi liberato di qualcosa che mi opprimeva di una relazione alimentata da un amore ostinato (da parte di entrambi) ma sbagliato come sbagliata è qualsiasi cosa che ci da certe sensazioni di oppressione.Già L. è il ricordo che rende ancora più dolce anche quel che amaro è…

stelladimare

Ciao Minimo, mi spiace leggere quello che scrivi e capisco che stai male. Non perdo tempo con parole di consolazione che servono a poco.

Se solo ti serve una spinta credi che esiste per TUTTI il no-trespassing point, il punto oltre al quale non possiamo andare perchè sarebbe la follia, la pazzia o il suicidio. Arriva all’improvviso perchè matura dentro di noi lentamente insieme al dolore, alla rabbia, ai rimpianti, ma una bella mattina o una bella sera ce lo troviamo davanti e capiamo che dentro di noi si è lacerato qualcosa, che qualcosa è finito anche se non lo volevamo e che nei confronti di quella persona non potremo essere più gli stessi. Capiamo che dobbiamo fermarci anzi lo sappiamo ad istinto e da lì parte la risalita, con la stessa persona con un altra non importa ma noi pieni di cicatrici e ammaccati ci siamo in qualche modo salvati.Un abbraccio

lucia75

è tanto tempo che non scrivo, oggi, sarà il tempo bigio, sarà qualche incomprensione con persone e cose mi sento, se non proprio in crisi del gambero, almeno in crisi….

il bello è che, hai voglia a dirti che non ti devi giudicare, hai voglia l’autostima, hai voglia perdere una cosa come quella che era diventato il nostro rapporto è meglio, hai voglia a farti bella a uscire ecc… io OGGI SONO TORNATA A DARMI LA COLPA DI TUTTO…

non è masochismo…è che il mio futuro è così insicuro, precario….e se penso che non ho neanche più quell’ancora di sicurezza che era per me G. mi viene da piangere….

ma poi forse è stato questo l’errore, quello di considerarlo un’ancora invece doveva essere il mio amore e basta. Oggi mi ha assalito un pensiero orribile, e se le cose mi andassero male? se quella scommessa con quella puntata altissima che ho fatto si rivelasse fallimentare? e se avesi mandato tutto a pu–ane per nulla? HO PAURA DELLA SOLITUDINE? VORREI SOLO UN ABBRACCIO SINCERO. Sono qui sola in una città che non è mia….ho veramente paura.

minimo

…continua la mia inarrestabile staffetta al contrario, oggi sono in piena fase dei “sensi di colpa” non riesco ad essere obiettivo con me stesso; i casi sono due o rinuncio a capire o vado fino in fondo a questo nero tunnel, prima o poi la luce ci sarà. Intanto è passato un mese e mezzo dalla fine, nessun contatto c’è un silenzio tombale.

CAMILLA70

forza minimo…. qual ragioni ti spingono a provare sensi di colpa?

ohiohiohi anche io sono passato in una fase in cui mi attribuivo le colpe per la fine del mio rapporto, in cui avevo paura di perdere… ma non sapevo bene cosa, in cui mi svegliavo la notte di soprassalto e mi predeva quella tristezza infinita da fine del mondo… sono passati tanti giorni da quel periodo e col tempo capirete, che le persone per cui state soffrendo spesso non meritano tutto il vostro dolore, che le colpe sono sempre o quasi ripartite per entrambi e spesso chi soffre di più ha molte meno colpe dell’altro e soprattutto non è la fine del mondo… queste persone non sono il centro della vostra vita!

minimo

passano inesorabili ed inutili questi giorni, mi sento da schifo…vorrei solo che le cose andassero più veloci. Ti ho sognata stanotte, non mi ricordo in che contesto ma sò che anche in sogno non eri più mia.

Chissà cosa in realtà mi manca? L’abitudine? Il sentirmi “amato”? Boh! vorrei solo che quest’ansia se ne andasse via, che questo dolore che piano diventa consapevolezza che tutto è ormai perduto, presto finisse.

minimo

e oggi è un giorno di fase gambero, stamattina sono andato a fare benzina a un certo punto ho visto la macchina di sua madrina che quasi ogni mattina la porta al lavoro.Sfortuna ha voluto che al semaforo si accostassero alla mia macchina, io non mi sono girato, sono stato come un gargoyle guardando fisso innanzi. In verità non sò se era sul sedile posteriore, sò solo che il solo pensiero mi ha disintegrato. Quando finirà questo supplizio? Ormai sono quasi già 3 mesi.

stelladimare

Mamma mia Minimo ma tu proprio non riesci ad essere indulgente con te stesso?

Sei umano o cosa? Sorrido (anche se ho tanta tristezza mia dentro) davanti ai tuoi elenchi ben progettati di tutto quello che hai fatto.

Minimo in unpercorso di recupero un giorno si sorride, due giorni si piange, poi ci si riprova e si casca si ricasca ancora.

Perdonati questi tuoi cedimenti, col tempo saranno sempre meno. Io penso che il mio lui (e tu hai letto un po’ della storia) sia davvero uno stXXXXXXX fatto e finito ….eppure ancora oggi se capita un angolino nascosto mi metto a piangere. Perchè?

Perchè evidentemente testa e cuore non viaggiano allneati come le traversine del treno anche se noi lo vorremmo tanto. Un abbraccio da una brontolona

acquasalata75

mimmino io vivo come te ma sto meglio da quando ho accettato il mio dolore e nei momenti di sconforto mi lascio andare…siamo essere umani ….sono sicura che un giorno ci guarderemoindietro e penseremo:”To guarda quanto dolore ed ora??Era così semplice uscirne?” Grazie camilla per le tue parole

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

L’AMORE NEL TRANSFERT TERAPEUTICO

…Ogni volta che trattiamo un nevrotico con il metodo psicoanalitico, si verifica nel paziente il cosiddetto fenomeno del Transfert : egli riversa cioè sulla persona del medico una notevole aliquota di tenerezza e affetto, spesso frammista a ostilità, che non è basata su alcun reale rapporto, ma che si deve far risalire, sotto tutti gli aspetti, alle antiche fantasie di desiderio del paziente divenute inconsce. Di conseguenza ogni frammento della sua vita affettiva, che non può più essere mnesticamente rievocato, è vissuto dal paziente nel suo rapporto col medico, ed è soltanto perché ritorna a riviverle nel “transfert”, che egli si convince dell’esistenza e della forza di tali eccitazioni sessuali inconsce.

… Il transfert insorge spontaneamente in tutte le relazioni umane , e quindi in quelle tra paziente e medico; esso apporta dovunque, in modo peculiare, influssi terapeutici; e tanto più intensa è la sua azione quanto meno se ne riconosce la presenza.
E dunque non è la psicoanalisi a crearlo : essa si limita a svelarlo alla coscienza e se ne avvale per guidare i processi psichici alla meta voluta.

(Quinta conferenza sulla Psicoanalisi, 1909 – S. Freud)

 

Per amore di transfert s’intende quel sentimento affettivo, paragonabile ad un sentimento amoroso, che subentra all’interno di una relazione terapeutica di qualsiasi tipo, ma più specificatamente psicoteraputica. Il fenomeno è stato studiato dalla psicanalisi ed origina dal caso clinico di Anna O che dettaglierò di seguito perchè utile a capire il fenomeno

Freud, nel 1890, collaborava con Breuer ad un particolare caso d’isteria: Bertha Pappenhein, nota come Anna O.. Essa era una ragazza ventunenne di notevole intelligenza e cultura che nel corso di una malattia durata due anni aveva presentato una serie di disturbi fisici e mentali: grave paralisi ad entrambi gli arti, disturbi oculari, turbe all’udito, difficoltà nella postura del corpo, forte tosse nervosa, ed altro . Anche le sue capacità lessicali si erano ridotte, fino ad arrivare all’impossibilità di parlare e comprendere. Infine la paziente andava soggetta a momenti di afasia, nei quali alternava stati di confusione, di delirio, di alterazione di tutta la personalità.

Inizialmente con un quadro sintomatico di questo genere, si pensò ad una grave lesione, ma all’esame obbiettivo gli organi della ragazza risultarono perfettamente normali. I medici esclusero anche una lesione organica cerebrale, essendo propensi a quella misteriosa condizione nota come isteria , la quale è in grado di simulare tutta una serie di sintomi appartenenti a diverse malattie.

Breuer riuscì ad eliminare i sintomi attraverso la pratica del metodo ipnotico . Ogni sera si recava a casa della ragazza e, dopo averla ipnotizzata, la faceva parlare. Sotto ipnosi, Anna parlava del doloroso periodo della sua vita in cui aveva dovuto assistere il padre gravemente malato, ricordando quei sentimenti, rimasti repressi, di rabbia, disgusto e paura. Breuer notò che raccontando l’episodio doloroso connesso all’insorgere di uno dei sintomi prima citati, Anna riusciva a vivere intensamente le emozioni provocate dal doloroso ricordo, e al termine di tale rievocazione il disturbo scompariva. Questa terapia, definita catartica funzionò anche con gli altri sintomi.

Nonostante il successo terapeutico, Breuer interruppe improvvisamente il trattamento, accortosi del rapporto che andava creandosi con la paziente, spaventato dall’intensa e reciproca dipendenza affettiva che si era instaurata con Anna. Egli non colse dunque gli aspetti innovativi dell’importante metodo terapeutico, non credendo che la teoria da lui scoperta potesse essere generalizzata. Freud, al contrario, colse elementi che andavano ben oltre il singolo caso; si era infatti accorto che il blocco di Anna era determinato da un conflitto psichico tra qualcosa che avrebbe voluto essere espresso e qualcosa che ne contrastava appunto l’espressione; la sua sofferenza è da ricondurre al fatto che inconsciamente Anna si era proibita la presa di coscienza e dunque l’esternazione di sentimenti e desideri erotici ed aggressivi inconciliabili con la sua morale, la sua cultura e la sua educazione. Pur essendo al corrente del ruolo delle pulsioni sessuali nelle nevrosi, Breuer rifiutò di riconoscere il ruolo fondamentale che esse hanno giocato in quella di Anna, fuggendo dalla relazione affettiva con la paziente. A differenza di Freud non è arrivato ad un concetto fondamentale nella psicoanalisi: si tratta del transfert , grazie a cui si può arrivare alla liberazione del ricordo traumatico del paziente; Breuer era giunto alla condizione in cui si può parlare di controtransfert , come dimostrano i sentimenti di dipendenza che provava per Anna.

 

 

TESTIMONIANZE

patrizia Età: 50 Circa 23 anni fa,ho iniziato una terapia per attacchi di panico,ed ansia.lo psicologo,mi fu indicato dal mio medico di famiglia. Per alcuni anni andavo 1 volta a settimana,e sinceramente stavo meglio.Poi alla fine delle sedute,mi abbracciava molto forte,ed io bisognosa di affetto,ne ero molto felice. Da questo ad avere dei rapporti sessuali,non passo’ molto tempo, avvenivano tutti nello studio,il tempo era quello della mia terapia circa 45minuti,a volte pagavo,a volte no. Andando avanti,ero in completa confusione,non capivo piu’ se facevo terapia o sesso.Quando lui si accorse del mio disagio, mi scarico’ da una sua cara collega,spiegando che non poteva piu’ curarmi,avevo bisogno di una figura femminile,ma lei capi’ e mi chiese alla ns prima seduta se avevamo avuto rapporti, io risposi di si. per anni sono riuscita a tenere questo segreto,ma nel 2007,dopo un attacco di panico mi sono rivolta ad una psichiatra a cui dopo qualche seduta o raccontato tutto.il mio errore e’ stato di volere un piccolo risarcimento in soldi,per fargliela pagare, ma stasera mi ha chiamato un avvocatessa, dicendo di seppellire tutto qui’,altrimenti saro’ io ad essere denunciata per ricatto.perche’ loro non pagano mai!!!!con a volte il male che fanno?Aiutatemi vi prego.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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