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FINE DI UN AMORE (DISCUSSIONE TRATTA DAL FORUM)

Sono uscito dal tunnel della sofferenza per la fine di un amore. Ne sono uscito del tutto. Prima di poterlo dire con certezza ho aspettato del tempo… ho aspettato al varco i “flashback” che mi riportassero indietro nel tempo procurandomi angoscia… ma non ce ne sono stati. Dal sogno di cui ho parlato in un mio thread è passato più di un mese; già allora mi sentivo ormai relativamente tranquillo, ma quel sogno è stata un’importante conferma e da allora è iniziato un inarrestabile percorso che mi ha portato ad essere oggi quello che sono. 

No, non ho risolto tutti i miei problemi. Non può essere così semplice. Le dinamiche “malate” che hanno caratterizzato la mia ultima relazione affondano, come sempre accade, le loro radici nel mio contesto familiare di origine. Si trattava (e si tratta) di un malessere legato a privazioni di affetto subite nel passato (evito il termine “dipendenza affettiva” che è un po’ inflazionato). Affrontare il rancore che si crea nell’ambito familiare e i traumi da abbandono che si sono provati nell’infanzia/adolescenza è ben più difficile che dimenticare una persona che si pensava fosse la “donna della propria vita”. Sui rapporti familiari dovrò ancora lavorare tanto. “Lei” invece era ormai solo un “tappo” che teneva chiuse dentro tutte le angosce, le frustrazioni, le paure… Ho sofferto tanto (questo forum è pieno delle mie testimonianze), sono sceso in basso, ho visto il fondo ma poi ho iniziato a risalire… il tappo è saltato, è venuto tutto fuori e io non ho voluto inseguire questi pensieri irrazionali per rimetterli dentro di me e poterli ancora una volta trattenere… Sono andati via, li guardo allontanarsi sempre di più e per la prima volta nella mia vita mi sento me stesso… guardo fuori dalla finestra e vedo quel mondo che per tanti anni mi sono negato mentre ero impegnato ad inseguire le mie ossessioni, le sovrastrutture che erano stratificate sopra di me… il senso del dovere, l’inseguire la perfezione, il non sentirmi mai abbastanza “all’altezza”, il voler tenere tutto sotto controllo… ne avvertivo il peso, sì, ma pensavo che fosse la mia essenza ad essere “sbagliata”, non riuscivo a vedere questi aspetti come slegati dalla mia persona, perché distorcevano la mia visuale dal mio interno… e invece non erano parte di me… 

Non era amore, o meglio non lo era più, era solo un ossessivo contrarsi a difesa di tutte quelle sovrastrutture nocive. Quando sono arrivato a sentire questo è cambiata drasticamente la situazione. La potenza del pensiero ha spiazzato me stesso… il cambiamento è andato ben al di là di quella che sembrava essere solo una sofferenza per amore (e invece era ben di più)… oggi sento di esistere… qualunque cosa succeda io sono me stesso, sono unico e non mi sforzerò mai più di cambiare… la porta è aperta e chi vuole accettarmi per quello che sono può entrare, chi vuole cambiarmi e violentare la mia essenza non avrà più strada. 

Amici… la fine di un amore finisce e io sono semplicemente qui a testimoniarlo. Con la “fine” intendo non il momento esatto in cui il rapporto si interrompe (momento che di per sé ha un’importanza relativa), ma il percorso più o meno lungo e tortuoso che ci porta ad elaborare la conclusione della nostra storia. E’ sempre, quando più quando meno, una lunga fine, ma per quanto lunga arriva al capolinea. Inutile stare a spiegare tutte le “parole chiave” che utilizzo continuamente nei miei interventi… oltre che autoreferente sarebbe inutile… distacco, rancore, rammarico, consapevolezza, autostima, de-idealizzazione, amore per sé stessi, tempo, accettazione… ci vuole anche cautela nel capire quando si è davvero “fuori pericolo” e quando è solo un miglioramento temporaneo… in ogni caso non c’è un modello da seguire, siamo tutti diversi e abbiamo tutti storie diverse, per cui ognuno deve affrontare la propria situazione in un modo specifico per trovare il suo personale percorso. 

Ma non siamo soli , o comunque dobbiamo fare di tutto per non esserlo. La forza dobbiamo trovarla dentro di noi e dobbiamo mettere noi stessi al centro di tutto. Ma non è la solitudine la risposta. E non è soltanto continuando a guardare dentro sé stessi, a leggere libri e a rifletterci sopra che si può acquistare forza, lucidità, determinazione. Abbiamo sempre bisogno di interagire, di confrontarci, di aprirci al mondo. 

Io non sono stato solo. Ci sono stati amici (pochi ma buoni, anzi ottimi) che mi sono stati vicini, i miei genitori che mi hanno aiutato, i parenti che a loro modo mi hanno sostenuto e c’è stato il forum a cui devo tanto. E c’è stata in particolare, e c’è ancora, una persona… 

Auguro a chi ancora sta lottando che la fine della sofferenza arrivi presto. 
Vi abbraccio… Dent

Solo poche righe per scrivere qui quello che mi è già capitato di dirti, o forse quello che ho sempre pensato di dirti e che non ti ho detto se non in modo sbrigativo… 
mi fa felice leggere del tuo cammino verso la serenità, dei passi avanti che hai fatto, di quelli che mi hai raccontato, di quelli che ho visto, di quelli che testimoni qui… 
mi fa felice per te, per il dolore che provavi e che ora sta sananddo, con difficoltà a volte, con maggiore semplicità altre volte…e mi fa felice per me, perchè in un modo che non so neanche spiegarti bene, questo mi fortifica. Un abbraccio stretto, Giorgia


Ho chiuso la mia storia dopo 6 anni passati a distanza…ad aspettare tutte le sere la sua telefonata.. negandomi tanti piccoli piaceri della vita,perchè lui preferiva così, perchè il giorno dopo avevo da studiare e nn potevo perdere tempo a litigare…e cosi ho nascosto la testa nella sabbia, mi sono data delle giustificazioni assurde,mi sono fatta un male pazzesco;alla fine finisci per guardare la vita attraverso il buco di una serratura.. tutto il mondo è dietro quella porta e dall’altro lato ci sei tu con la sua voce appesa ad un filo.. é stata una pseudovita la mia; ed ora che è finita e nn tornerò mai più indietro mi rendo conto di quanto maledetto tempo tempo ho perso,di quanti anni ho lasciato che mi venissero risucchiati. E per quanto ci ho creduto fino in fondo in questa storia, al punto da decidere di andare a vivere da lui, io adesso nn posso altro che domandarmi dove ho messo il mio cervello per tutto questo tempo..come ho potuto soffocare me stessa, la mia libertà, il mio diritto alla felicità, e alla fine nn posso far altro che pensare che il vero nemico di me stessa sono stata IO; nn dobbiamo combattere per dimenticare qualcuno, ma per ricordarci di noi stessi, di come eravamo fatti prima che qualche bastardo/a ci plasmasse, di quello che desideravamo fare da grandi,di quello che ci faceva battere il cuore. 
quanti di voi si guardano allo specchio e nn si piacciono? io l’ ho fatto tante volte e per tante volte mi sono delusa, mi sono tradita; ora che ho avuto la forza di mettere un punto a questa storia sono orgogliosa di me, sento di avere quelle che chiamano palle.. che immaginavo solo gli altri avessero.e anche se la strada è lunga e stasera sono qui a scrivere invece di uscire come vorrei,io voglio ricominciare e nesun rammarico o senso di colpa o nostalgia subdola me lo deve impedire; é sale su una ferita, brucia.. ma alla fine cicatrizza.

Cari amici…pensate che sia giunto il momento del congedo, eh?! E invece no! 
Un grazie davvero con tutto il cuore a questa storia maledetta. 
Grazie al dolore sono cresciuta, grazie alla sofferenza ho aperto il cuore all’amore, grazie alla delusione riesco ad apprezzare maggiormente le cose che ho e che consideravo di poco conto. 
Ho sbagliato in tutta sta storia, ho sbagliato l’approccio, l’inizio, l’iter amoroso e ho sbagliato pure la fine. La rabbia con me stessa mi dilaniava, mi causava sensi di colpa allucinanti; sono arrivata ad incolparmi anche per le sue colpe, per la lavatrice che si rompeva, per l’essere nata. 
Credevo di essere invincibile, ero viziata e perennemente insoddisfatta. 
Il mio farmi desiderare ed allontanarlo non era altro che una “tattica del contrario”. Un ruffianare le attenzioni altrui. Avrei dovuto parlare, spiegare. Ma purtroppo l’abitudine a volte vince, ed io ero abituata a fare così. Era tutto così difficile da cancellare. 
Io dovevo provare, capire, rendermi conto dei miei errori, toccarli con mano, arrivare al limite. Bruciarmi e starci male….poi starci male ancora e non fare nulla, perchè dovevo scoprire come ci si sta. E capire cosa volevo, cosa cercavo. Perché cercavo sempre il contrario di ciò che avevo. Perché invece di essere sua complice diventavo sua nemica. 
Io penso davvero di non aver capito come trasmettere i miei bisogni, come vivere la coppia: in passato sono stata abituata ad un rapporto di dipendenza affettiva e una volta superata (almeno così mi sembrava, ma evidentemente mi sbagliavo), sono caduta nell’errore grave tanto quanto il primo, di vivere una relazione nel modo esattamente opposto. 
Io, come già ho scritto, penso di aver influito molto alla rovina del rapporto. Non perché solo io abbia difetti e lui no… perché per la mia guarigione e il mio processo di miglioramento interiore non m’importa sapere se e in che modo lui abbia sbagliato, ma UNICAMENTE dove IO ho sbagliato e dove IO posso porre rimedio per la prossima storia. 
Ho imparato ad essere più spontanea, aperta, semplice, fresca e meno egoista; ho imparato ad amare…nel senso più bello e puro del termine e ho imparato ad amarmi, ad essere contenta di quello che con tanta fatica mi sono costruita. 
Non importa se ho sbagliato, non importa se lui ha sbagliato… Dio perdona tutti… perché non dovrei farlo io con la persona che mi sta più a cuore di tutti e cioè me stessa? Tutti possono sbagliare… perché uccidermi nel dolore di non essere perfetta come pensavo? Ho capito, cazzo se ho capito… non è la più grande delle soddisfazioni? 
La vita è davvero bella e imprevedibile e a volte ci si lascia andare per paura, per difesa, per egoismo e col tempo quasi involontariamente questi sentimenti prendono il sopravvento su tutto. Conoscere persone è straordinario, per questo ho capito che devo cercare il più possibile di farmi conoscere per quello che sono. Ho imparato mio malgrado che la comunicazione, un sorriso, la sincerità e l’affetto sono le cose più importanti che meritano di essere coltivate e affinate. Non è più possibile vivere nel proprio guscio alzando tutti gli scudi del mondo per difesa e perché nessuno mai meriterà di avermi davvero. Amare se stessi prima di tutto, amare gli altri nello stesso modo. 
Come ho letto proprio oggi, il “bello” della rottura di una storia d’amore, sta proprio nell’equilibiro che si instaura a distanza di tempo tra chi lascia e chi subisce l’abbandono: se all’inizio c’è squilibrio dalla parte di chi lascia perché più forte e non cade nella desolazione (anzi, si sente sollevato e libero di un peso), col passare del tempo il meccanismo s’inverte; posso assicurarvi che si diventa talmente forti, in pace e sicuri dei proprio bisogni e del percorso di conoscenza di se stessi, che da vinti si passa a vincitori. 
Grazie… mai come ora sono cresciuta così tanto!

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

SUICIDIO PER AMORE

“Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla”.
Cesare Pavese

La notizia di un suicidio per amore lascia sempre un senso di smarrimento in chi la riceve. E la domanda spontanea che ci si pone è Perchè ? La citazione riportata dello scrittore Cesare Pavese risponde in maniera netta e decisa a questa domanda.  Di seguito una serie di riflessioni sul suicidio per amore.

Innanzitutto và detto che solo in pochi casi la persona che si suicida lo decide in maniera repentina ed improvvisa. Ciò avviene solo in persone che hanno un grave disturbo psichiatrico (ad esempio depressione) o si trovano ad affrontare situazioni di vita che ritengono estreme ed insopportabili (ad esempio un’improvvisa carcerazione). Il più delle volte il suicidio è la conclusione di un vissuto interiore personale, doloroso e dilaniante, in cui frequenti sono i dubbi sul porre in essere o meno il suicidio. Questo vissuto interiore può essere descritto come una serie di passaggi che descriverò di seguito.

La morte intesa positivamente.
In un primo momento la persona che soffre per la fine di un amore comincia a prendere in considerazione l’idea di suicidarsi, non in maniera veramente intenzionale, ma come una possibile soluzione alla fine stessa dell’amore ed al proprio dolore. Il suicidio viene visto come un’ultima via di fuga da percorrere nel caso che gli eventi e la propria situazione precipitasse. Ciò da la possibilità d’iniziare ad immaginare la propria morte in maniera positiva. Non si ha più paura di essa, ma la si vede come un’”amica” che ci darà conforto e sollievo. A volte si prendono anche ad esempio suicidi celebri, che hanno rivestito un alone romantico nell’immaginario collettivo. Emblematico è l’ondata di suicidi per amore che seguì la pubblicazione del romanzo “I dolori del giovane Werther” di Goethe. Non da ultimo, anzi tutt’altro ci s’immagina come la persona che ci ha lasciato vivrà la nostra morte.

Si considerano aspetti positivi e negativi del suicidio
Successivamente, quella che è un’idea di suicidio incomincia a prendere le sembianze di una vera e propria intenzione di porre termine alla propria esistenza. Si valutano pro e contro della scelta finale ci si trova a combattere contro sentimenti opposti , fra la voglia di vivere e quella di morire, fra disperazione e speranza.

Decisione finale.
Infine, viene presa la decisione di suicidarsi. Spesso, però, anche se si è decisi e determinati, succede che all’ultimo momento l’istinto di sopravvivenza prevale e si ritorna indietro sulla propria decisione.

Due sono le principali motivazioni del suicidio per amore.

Il suicidio come “reazione” .
In questo caso la persona che pensa di suicidarsi, reagisce ad una situazione che ritiene disperata, quella di aver perso il suo unico e grande amore. Quello che è importante non è tanto l’evento in sé, ma il significato che questo assume per la persona che sta male. Perciò, può succedere che quello che agli occhi del mondo può apparire come un piccolo insuccesso, abbia un effetto devastante sull’autostima di chi vive la separazione. Una delusione d’amore diventa la prova che si ha un carattere poco amabile e che nessuno potrà mai amarci. Si può essere depressi, anche senza che ci sia stato un evento esterno scatenante. Alla base di molte depressioni c’è la mancanza d’amore : chi prende in considerazione il suicidio, sente che a nessuno importa se lui vive o muore. La persona depressa fa un bilancio totalmente negativo della sua esistenza che non offre nessun prospettiva di miglioramento : il futuro sarà orribile come il presente o anche peggio. Il suicidio appare, allora, come l’unico mezzo per porre fine alle proprie sofferenze che vengono vissute come intollerabili. Alcune volte, il suicidio può avere un fine “altruistico”: chi si toglie la vita, è sinceramente convinto di essere un fallito e di aver deluso le aspettative degli altri. E’ persuaso di essere un peso per i propri cari ed è convinto che gli altri starebbero meglio senza di lui o di lei.

Il suicidio come “vendetta”.
Spesso le persone vittime di una separazione che pensano al suicidio non si sentono amate e considerate da chi ha lasciato. Il suicidio diventa l’unico modo per essere finalmente visti e apprezzati da quest’ultimi. L’aspirante suicida è convinto che solo con un gesto estremo come quello di togliersi la vita, potrà far sì che l’altro si accorga finalmente di lui. Il suicidio diventa un modo per vendicarsi dell’indifferenza o della cattiveria dell’altro: costui sarà costretti a vivere tutta la suavita, portandosi dietro il peso insostenibile della colpa e del rimorso. Spesso, con la propria morte, il suicida vuole colpire la persona che più l’ha fatto soffrire in vita. Ma dietro alla rabbia, c’è sempre una richiesta d’amore: l’ aspirante suicida spera di ottenere con la sua morte quell’ affetto e quella considerazione che non è riuscito ad ottenere da vivo.

Il suicida non desidera realmente morire: vuole solo porre fine ad un dolore insopportabile. Ma quando si è disperati, non si vedono le cose in un modo obiettivo: si pensa che perché il passato è stato brutto e il presente è duro, il futuro sarà altrettanto solitario e privo di amore. Ma nella vita tutto può cambiare, non bisogna mai perdere la speranza. Chi pensa al suicidio vede nella morte la soluzione ai propri problemi, ma il suicidio non è la risposta.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze via Skype o telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

Dott. Roberto Cavaliere

TESTIMONIANZA

Salve, mi chiamo Martina, sono capitata su questo sito per caso, non so se la e-mail su cui sto scrivendo è ancora attiva o quanto siano vecchi i post che ho letto comunque voglio provare a scrivere. Dottor Cavaliere io mi sono ritrovata molto in questa pagina sul suicidio d’amore, e sono nella fase valutazione. Non è la prima volta che sto male per amore, ed è questa la cosa bella l’ho superata sempre, ho 27 anni attualmente e ora invece ho iniziato a contemplare la morte. Per le vecchie storie ho sempre pianto tutte le lacrime che potevo e mi ripetevo “tanto peggio di così non puoi stare, puoi solo andare migliorando”. Stavolta no invece, stavolta ho iniziato a contemplare la morte, a non averne paura, non l’ho ancora fatto perchè ho paura di soffrire, che qualcosa vada storto e che non muoia, o peggio rimango paralizzata, o che mi trovino e mi salvino…ho paura di soffrire nell’intermezzo, la sofferenza mi spaventa, avessi una pistola sarebbe un attimo. Certo pretendo troppo: voler morire e pretendere pure di non soffrire! Ho iniziato a tagliuzzarmi le braccia e sentivo che la lama del coltello faceva meno male del dolore che provo dentro. Ho paura di guidare, perchè più volte ho volutamente attraversato incroci chiudendo gli occhi, però poi non voglio fare del male a nessuno. voglio solo far tacere questo dolore. Che poi sono una persona che dicono “brillante” intelligente, sono stata in terapia l’anno scorso, ma quasi si era creato un transfert contrario, la mia psicologa mi guardava con una certa “ammirazione”…perchè in fondo sono un “guerriero” determinata so quello che volevo dalla vita..parlo al passato perchè io so ancora cosa voglio dalla vita..ma non appena ho compreso che per me non era importante solo quello che facevo MA CON CHI FACEVO QUELLO CHE VOLEVO FARE, tutto ha perso senso. Non c’era più l’amore della mia vita accanto, nulla ha più significato, mi devo laureare ho trovato un occasione di lavoro negli USA e parto ad ottobre (nella vita appunto posso essere anche brillante), ma non mi importa più..quel lavoro era il mio sogno ma più si avvicina la partenza e più mi sento male, il solo pensiero di mettere un oceano tra me e lui mi fa impazzire, prego che cada l’aereo!!! Che poi paradossalmente io non lo cerco, non lo vedo non mi “umilio” davanti a lui, e non lo odio, voglio solo far tacere il dolore assordante dentro di me. Le è mai capitato di sentire l’antifurto di una macchina che suona e il proprietario non si sbriga a spegnerla, quel senso di nervoso che la vorrebbe spegnere con una botta? ecco più o meno è così per me. non è vero che il tempo fa passare tutto, credo più che altro che passa se per caso mi riinnamorassi, però non voglio entrare in questo circolo vizioso di dipendenza da un affetto altrui…che poi il problema che mi ha fatto arrivare all’idea del suicidio è che lui è insostituibile ..da 4 anni ormai. Non per vanto ma sono una bella ragazza, poteri averne uno al giorno, ma la frase “sei giovane e bella ne trovi quanti ne vuoi” mi da sui nervi. Flavio, il nome del mio amore, non è in primo…ma solo l’ultimo di una lunga serie, per la prima volta con lui era cambiato qualcosa in me dopo tanti…e quindi anche se non credo nelle anime gemelle, credo che l’amore vero lo si prova solo una volta. Io lo chiamo il mio ferrari, lui è il mio ferrari e quando ti abitui al ferrari, al meglio sì sì, ci sono lamborghini maserati, ma sono solo rimpiazzi, il problema non è quanto gli altri mi possono amare, il problema è che tra un sacco di storie ho amato veramente solo 1 volta e credo che non amerò più. Attenzione, lui non è perfetto, ma lo è per me…è l’unico che mi ha fatto vedere la vita a due, la mia vita con lui è quello che volevo, per la prima volta ho pensato di voler essere madre, per la prima volta eravamo NOI prima di me. Sono stata innamorata un’altra volta, non dico che non amavo quest’altro, Antonio, anzi però veniva prima la mia carriera, venivano prima tante cose, però Antonio era d’accordo ad avere una moglie carrierista e quindi avevo pensato anche con lui al matrimonio ma mi ero data dei tempi, quando però ho scoperto che sua sorella affetta da sindrome di Down un giorno sarebbe dovuta venire a stare con noi, io non me la sono sentita…questa rivelazione di Antonio mi aveva messa davanti ad un bivio che non sono riuscita ad accettare, e ho lasciato, anche se lo amavo, avere un giorno da occuparmi di un down non ce l’avrei fatta, sono molto egoista…Però poi con Flavio mia mamma mi ha messo davanti alla stessa domanda:de flavio un giorno ti dicesse che suo fratello malato deve stare con voi che faresti? (fla non ha un fratello malato ma per ipotesi) a questa domanda non ho risposta,per flavio lo farei… Io sono convinta che esistono gradi di amore differenti, non posso dire che non amavo antonio, ma era un amore diverso da quello di flavio…e scoperto il tipo di amore di flavio, non posso più accontentrmi dell’amore di un antonio…capisce che intendo dire? A me il tempo sta facendo l’effetto contrario, più passa e più questa persona mi manca, e non è più neanche sperare che cambi idea,come le ho detto non vado a supplicare nessuno. però sto male io, è un dolore che non riesco a superare, mi sono fatta una ragione che quella storia sia finita, il problema è che vivo in depressione continua, come se mi avessero fatto scoprire una cosa bellissima e poi me l’avessero tolta… Qui faccio l’esempio del bimbo africano che ancora incontaminato dal mondo occidentale gioca e si diverte col copertone di una vecchia ruota a farlo rotolare e si diverte, poi gli viene fatta conoscere la tv e i mille mila giochi che abbiamo in occidente, ad un certo punto viene ripreso e riportato dov’era prima col suo copertone, quel bambino sarà lo stesso? non credo proprio!! Sono stata in terapia e attualmente faccio uso di entact e xanax anche per aiutarmi a studiare perchè almeno per i miei voglio portare avanti gli studi, la terapia non mi ha portato a nulla,ho pensato all’ipnosi, ad una botta in testa a quancosa che cancelli dalla mia mente quella persona…Ho deciso di dare una chance alla mia vita partendo per gli USA, ma credo che se neanche questo funzioni, l’ago della bilancia si sposterà sempre di più sulla parola morte, sono ossessionata dal modo, per ora i più quotati rimangono la pistola e buttarmi dal 10 piano, solo che la prima non ce l’ho e per la seconda mi manca l’effettivo coraggio. Poi invece ci sono le soluzioni da “film”: il taglio delle vene e i barbiturici, nel primo caso il dolore lo sopporto la speranza è che non mi salvi nessuno o che svenga e mi si rimarginano le ferite…i barbiturici..bhe qua in italia è veramente difficile riuscire a comprarne in quantità abbastanza da farti fuori, o ancora non ho trovato il sistema, però anche qui come per le droghe il problema è la dose, allora ecco che il coctail diventa la soluzione migliore, alcol cocaina, psicofarmaci… Non lo so, la mia vita quotidiana e la mia vita sentimentale viaggiano su due binari paralleli, ho scritto una tesi in fase depressiva forte ho finito l’università, ho “conquistato gli americani” nel senso che il lavoro che ho ottenuto all’inizio l’avevo rifiutato…poi ho richiamato chiedendo un’altra chanche e loro mi hanno detto ok…quindi vuol dire che non sono poi così facilmente “rimpiazzabile”. Io ho fatto diventare matti gli psicologi tanto che una soluzione infatti non l’hanno trovata, come è possibile che una persona che comunque ha una buona autostima di se, sul lato sentimentale è un disastro totale, ho seguito i consigli di impegarmi in altro e così ho fatto: ho dato 8 esami in un mese, scritto una tesi, fatto volontariato fatto sport, ma nulla, anzi la testa è sempre lì, sempre a lui, il mio primo pensiero al mattino l’ultimo la sera e nei miei sogni non ne parliamo, anche quando vado a ballare sono i mezzo agli altri c’è sempre un ritaglio di pensiero che va a lui, cerco i suoi occhi ovunque, il suo sguardo ovunque. Ormai non piango neanche più sono senza lacrime, ma non ho molta voglia di dare una chance a questa vita, anche perchè dovrei stare da sola e non voglio stare da sola, ma nello stesso tempo non posso fidarmi di nessuno, perchè io voglio un amore per sempre, io amo l’idea dell’amore, ma realmente si scontra con l’incarnazione di questa idea in una persona, in un uomo…che è solo un uomo e mi farà soffrire…come fidarmi infatti!!! come pensare lontanamente di dare fiducia a qualcun’altro, ma nello stesso tempo come stare senza amore?? Io mi vedo tra 10 anni donna in carriera, forse con un buono stipendio, che vive da sola in un appartamentino e che quando torna a casa la sera non si cucina neanche più ma che mangia da sola sul divano, gelato, cibi in scatola, o qualche avanzo dei giorni in cui mi viene l’ispirazione da chef. e questo pensiero non mi rende felice. da qui l’idea di porre fine ad una vita che non mi da più soddisfazioni, almeno non quelle che voglio…cazzo vado a lavorare in florida, e mi passi il termine, in un posto da sogno, e non sono assolutamente felice. Non lo so io spero che questa mail la legga qualcuno, anche se esattamente non so cosa voglio in cambio, perchè continuo a credere che la perdita della memoria sia la soluzione migliore,le hanno provate tutte, ma alla fine sono arrivata a pensare che sia una scelta mia, come fa un medico a convincermi che la vita è bella di darle una chanche, neanche la curiosità di dare un’opportunità a questa vita di rendermi felie mi alletta…o almeno gliela sto provando a dare, ma se anche negli USA va male vedo mentre sono lì se mi spacciano qualche barbiturico o visto che hanno il grilletto facile mi compro una pistola e mettiamo fine a tutti sti giri di parole. Vi ringrazio comunque per l’attenzione.

 

COMMENTI: un mio parente si è suicidato x amore. fui io a trovarlo senza  vita. ventidue anni. mille domande, nessuna risposta. Tu parli di una vita insostenibile senza amore. Per me amore non è solo e soltanto quello che nutro verso la persona che amo. Quello e’ il piu profondo, il piu importante e se non ci fosse mi cambierebbe la vita, ma non è il solo. Am o la terra. E’ chiamata il pianeta azzurro perchè vista dallo spazio si notano i suoi sconfinati oceani. Ti piace viaggiare? Alcuni posti incontaminati si avvicinano all’idea che ho del paradiso benché io nn creda in un’altra vita. Credo che se fosse stato interpretato diversamente questo mondo sarebbe potuto essere stupendo. L’uomo lo deturpa ogni giorno. L’umanità è crudele, è violenta. In giro si sentono delle cose atroci. C’è tanta sofferenza. Nonostante ciò, amo l’umanità. Non so, per dirti, sembrerà stupido, mi commuovo quando vedo un’atleta che vince dopo immensi sforzi una medaglia o per il matrimonio o la nascita del figlio di un amico. E’ bello fare del bene, aiutare qualcuno, scorgere negli occhi la riconoscenza delle persone. E’ bello dir di si. Mi piace il cibo, i dolci, un buon bicchiere di vino, mi piace provare piacere. E’ fantastico tornare a casa distrutti da lavoro e gettarsi nel letto. Rischio di esser retorico. Si tratta di amare la vita, non solo l’altro, non solo se stessi. E’ un qualcosa che si ha o non si ha. Difficile trasmetterlo, ancor meno insegnarlo. Credo che il suicidio, per quella che è stata la mia esperienza, sia in assoluto il gesto piu egoistico che si può immaginare. Una vita distrutta e con essa la famiglia, i genitori, le persone che ci vogliono bene. Un genitore porterà con se dei sensi di colpa infiniti. Una ferita dell’anima che non si potrà mai piu rimarginare. Una ferita per sempre. Mi rendo conto, chi scrive vede le cose da una prospettiva rovesciata, completamente diversa. Anzi, dal mio punto di vista la tua è una malattia della mente, piu subdola di tante altre, sconosciuta, imprevedibile, purtroppo per alcuni, come mio cugino, irreversibile. Chissà, spero ci si possa svegliare da un brutto sogno. Spero che tu possa scrollarti questa visione negativa che ti affligge. Spero possa liberati da questo spleen atroce che vince ogni speranza e pianta il suo nero vessillo sul tuo capo chinato. Spero tu possa esser presa dalle spalle e scossa forte, ancora, ancora fino a svegliarti per poter vedere, in mezzo a tanta sofferenza, quanta bellezza ci circonda. Spero tu possa uscire da questo inverno e svegliarti ed accorgerti della luce del sole. Lo spero di cuore. In bocca al lupo.ciao

Anch’io soffro di mal d’amore………per me la vita non ha più senso…………..penso alla morte come soluzione…..come la fine di una sofferenza che non mi lascia tregua….
ogni giorno…ogni istante penso a lei……..ero fidanzato…stavo per sposarmi…..una vita felice dal punto di vista sentimentale….poi un giorno ho scoperto che si poteva provare di più……che si poteva stare con una persona ad un livello superiore…..ho scoperto che si possono provare emozioni più intense……ho scoperto che per amore si può anche morire……. 
La sensazione che ho quando lei non c’è è come una lama che mi taglia dentro……un dolore che mi lacere il petto…..mi scoppia la testa…………mi scoppia il cuore…….
L’idea di non poterla avere mi fa desiderare di morire…….
Premetto, lei è fidanzata, mi ha dett oche non può lasciare il fidanzato perchè ha degli impegni economici con lui che nnon le permettono di fare la scelta che vuole…..poi ultimamente ha anche dei problemi dovuti alla morte del padre…..che ha lasciato un sacco di debiti……
Però prova dei forti sentimenti per me…..e anche lei soffre dlk fatto di non poter vivere una stria liberamente con me……
Io stò andamdo via di testa……non immaginavo potesse essere così…..sarò anche ripetitivo……l’avranno detto in migliaia……lei è sempre presente nei miei pensieri…..durante i lgiorno…..alla mattina quando mi sveglio….la sera quando vado a letto….in qualsiasi cosa che faccio…….lei è li……
L’idea di non poterla avere mi uccide……mi fa soffrire come mai avrei pensato di soffrire…..mi spacca il cuore……mi spacca l’anima……
Non avre imai immaginato di soffrire tanto nella vita……di soffrire in questo modo……
Niente ha senso…….niente mi sembra abbastanza……….niente mi sembra vero senza di lei…..
Sono per fino andato da una escort una volta…..non sò perchè……giuro mi sembrava di tradirla…..anche in quel momento lei era nei miei pensieri…tant’è che non ce l’ho fatta…..
Per me lei è una ragione di vita…….è la vita……
Mi manca…..non poterla avere tutta per me mi fà morire……….stò male da morire……….piango come un bambino spesso perchè l’idea che lei non c’è mi fa soffrire……..
Penso alla morte come soluzione……….come fine di una sofferenza senza limite……
Ci spero…..ogni giorno spero che possa succedere qualcosa di positivo….qualcos ache mi salvi…….ma la delusione che ho dentro è fortissima….
La voglia di vivere è poca…..di vivere senza di lei……
Spero nel futuro…….ma in un futuro insieme a lei……ma il non sapere quando…il non sapere se ci sarà un futuro con lei……mi uccide è mi fà desiderare di morire…..
Non ho in mente altro…..le persone mi di guardarmi intorno…..ma nessuna è abbastanza…….nessuna è come lei…….
Ho perso la speranza…….la speranza che la vita migliori…….
Lei è l’unica cosa che voglio….il resto sono solo particolari….per lei scalerei le montagne……….farei di tutto…………….mi da una forza e una vitalità che mai avevo sentito prima nella mia vita…….
Un suo sorriso mi fa esplodere i lcuore di felicità…..un suo bacio mi toglie il respiro dall’emozione…….
Prego ogni giorno Dio…..che possa darmi lei……che possa vivere la mia vita con lei….per sempre…………
Prego ogni giorno Dio…..che mi dia la possibilità di averla…….
Come l’ho pregato all’inizio….che lei mi amasse…..
Ho tocacto il paradiso….per qualche istante……..non avrei mai immaginato di stare così con una ragazza…….
Non avrei ma iimmaginato di provare emozioni così forti…………
Stò male…..stò male da morire…..non ho più interesse per nulla…..il lavoro….gli amici………….la vita…….
Spero ogni giorno di poter morire…….magari per un’incidente in auto…………a volte penso di scontrarmi con um camion….una sterzata e via……….ma non è giusto che qualcunaltro si faccia del male perchè io non voglio vivere………
Spero ogni giorno che Dio prenda me al posto di qualcualtro, magari un padre di famiglia……..una persona che a questo mondo p utile….serve a qualcosa……….
Io sono rimasto solo………i miei amici hanno la loro vita………la loro famiglia…………..io non posso andare a rompergli le scatole……..è giusto che stiano con i loro cari…….
Mi chiedo ogni giorno perchè debba mi debba essere successa una cosa così………..avevo la mia vita…………la mia fidanzata……..un matrimonio……….ed invece poi mi sono innamorati di un’altra…………una ragazza che non posso avere…………..o forse non adesso………ma l’attesa………il non sapere se…….il futuro m ispaventa…..il futuro senza lei non mi interessa…………
Guardo le altre ragazze cercando lei………i suoi occhi………dove vado vado spero ci sia lei………..
Io non so che senso ha tutto questo…….perchè…………….so solo che vorrei restituire la mia vita a che c’è l’ha donata………..anche se è stupido…………
Ma ho paura…….non sò come fare…………ci penso al metodo…ogni giorno…………ma ho paura………
Vorrei trovare un modo indolore…………….efficace………..che non mi lasci via di scampo e che sia semplice…………
Perchè anche il suicidio deve essere difficle………
Non ho il coraggio……sono andato per tre giorni di fila su un passaggi a livello……….a guardare i treni che passavano….mi dicevo………il prossimo è il mio……..mi butto sotto…..ma non ho mai avuto il coraggio……..
Perchè penso che tra me è lei ci sia qualcosa di speciale……..qualcos ache prima o poi non avrà la meglio………che prima o poi io e lei saremo una cosa sola…………
Ma questa speranza…….questa senzsazione và scemando ogni giorno……io tanto stò distruggendo la mia esistenza……fumo in maniera sconsiderata……..bevo più che posso…….
Perchè per me lei è tutto…………e se mi sono sbagliato…..se non è vero niente…….penso di meritare la morte perchè comunque la sola cos ache ha senso per me è lei………..e l’idea di non poterla avere mi fà solo desiderare di morire……
Voglio morire………perchè non voglio vivere senza di lei………..
Sarà stupido………ma non mi interessa il futuro…….non mi interssa se lei non ne farà parte………..
Vorrei a volte fare un salto……….svegliarmi tra un anno accanto a lei………….e se così non fosse…non vorrei svegliarmo più…….
In fondo la vita è un dono….a me dispiace per le persone che amano la propria vita e che purtroppo sono afflitte da gravi malattie per cui non la possono portare fino in fondo……..se potessi fare cambio  lo farei………..
Poi dici…….ma in fondo se muori non scoprirai mai come andrà a finire con lei……ma tutta loa sofferenza che stò provando non è facile da sostenere……….e poi rimane sempre il dubbio……..se poi non và a finire…………se poi non c’è un futuro migliore……….se poi lei non sarà il tuo futuro……….
Dio………ti prego…portami via…….prendi la mia vita e dalla a qualcuno che la ama di più…………

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

DISTACCO TOTALE

Nelle favole c’è un filtro magico che ti fa addormentare. Ti svegli e ti innamori della prima persona che vedi. È la più geniale metafora dell’amore che sia stata concepita. L’amore è cieco, inspiegabile e crudele. Ed è anche precario. Nulla di così insensato può mai durare a lungo. (Acqua di mare di Charles Simmons)

 

Il distacco totale  è la migliore strategia da  adottare nel caso in cui una relazione finisca, anche se rappresenta l’approccio più doloroso, perché tende a tagliare di netto qualsiasi contatto. Questo tipo di distacco è maggiormente utile se viene messe in atto da entrambi i componenti della coppia. Il distacco totale presuppone che non ci siano contatti di nessun genere, sia di persona che tramite  terzi o tramite email, sms, telefonate,  ecc…. Il distacco totale  è la via migliore per superare il  dolore del distacco, quando si è lasciati dal proprio partner, senza  umiliarci pregandoli di tornare sui loro passi (in realtà allontanandoli  ancora di più da noi).  Ma soprattutto il distacco totale permette di poter effettivamente iniziare il processo d’elaborazione del lutto della fine della relazione. Qualsiasi distacco di tipo parziale è come se non mettesse un punto fermo per poter rielaborare la fine di un amore.

Vediamo nel dettaglio i punti principali del distacco totale. Essi richiedono estrema determinazione e procurano ulteriore sofferenza rispetto a quella già accumulata con la fine della relazione ma sono essenziali nel superare definitivamente il proprio dolore.

  • Il distacco totale è un impegno che prendete con voi stessi e nessun altro. Se non lo portate a termine  dovete prendervela solo con voi stessi perché è una vostra scelta e nessuno vi obbliga.
  • Và effettuato con la giusta motivazione. Il distacco totale non deve essere usato come strategia al fine di far sentire all’altro la nostra mancanza e quindi rendere possibile un ritorno. In questo caso vi procurerebbe solo ulteriore dolore.
  • Effettuare un distacco totale è un impegno con sé stessi e l’interromperlo espone,conseguentemente,  solo sé stessi alle relative conseguenze. Ad esempio la/il vostro ex partner potrebbe essere seccato dal vostro riprendere un contatto perché ritenevano che aveste superato la fine della relazione. Ciò li potrebbe rafforzare ulteriormente nella loro scelta di aver dato fine alla storia.
  • Il distacco totale serve anche a mantenere una personale dignità, perché non darete mai al vostro ex la gratificazione di sapere che siete ancora  coinvolti e sconvolti dalla fine del rapporto. Questo tipo di distacco vi permetterà di non pregarli di tornare  indietro; di non dire  cose che non vorreste dire, di non fargli vedere che  state male.
  • Solitamente il distacco totale viene adottato da chi è lasciato. Ma può succedere anche il contrario, nel caso ad esempio che abbiate scoperto un  tradimento dell’altro partner e quest’ultimo vogliano tornare chiedendo perdono.  Se non siete convinti del perdono il distacco totale vi permetterà di riflettere con maggiore serenità sulla decisione da prendere.
  • Spesso si afferma che una relazione pur essendo finita da diverso tempo non ci si riesce a superare il dolore o a finire di sperare. In questo caso sono del parere che dal punto di vista psicologico la fine della relazione avviene solo nel momento in cui volenti o nolenti c’è un distacco totale. Prima di quel momento, con qualsiasi altro tipo di distacco, non si è posto ancora, psicologicamente, la parola fine.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email: cavalierer@iltuopsicologo.it

 

barna Età: 33 Salve a tutti Sono appena uscito da una storia breve ma intensa,furono solo quattro mesi peroogni giorno sentivo crescere quest’amore e lei mi sussurrava che avrebbevoluto restare con me tutta la vita.C’era un’onda incredibile tra di noi,conil tempo libero dividevamo idee,cose,viaggi.Tutto seguiva cosi,io non mi sonomai accorto che lei avesse qualcosa dentro che le avrebbe portato poi adecidere di rompere,E cosi successe,un sabato sera mi confessa che non e’ piu sicura di continuare, che non sente piu’ lo stesso sentimento dell’inizio, che io non c’entro niente in questa decisione,lasciandomi senza parole.Dopo una settimana mi ha chiamato per bere qualcosa insieme,pero non ho voluto rispondere,francamente sono confuso,non capisco come puo’ finire un amore quando senti che la coppia e’ felice. E’ una delusione grande anche perhe’ mi e’ difficile accettarlo e pensare di non vederla piu, sono innamorato di lei e lei lo sa perfettamente. Però il distacco puo servire a farla riflettere? O dovrei gia’ metterci una pietra sopra?

COMMENTO Sì,il distacco serve.Se una persona ci promette sentimenti d’amore eterno, è brutto dirlo, ma spesso non dobbiamo illuderci troppo.L’amore eterno funziona solo su lunghi percorsi di vita, con analisi a posteriori. Se già dopo 2,3,4 mesi una persona ha dubbi sui suoi sentimenti, è un problema solo suo che dovrà risolvere soltanto lei, da sola e senza interferenze, insistenze, ma solo tanto rispetto.Se torna, dovrà a sua volta rispettare anche i nostri tempi di riacquisizione della fiducia verso lei,che sappiamo, non sono facili. Se non torna, non era amore eterno, e non era nemmeno amore, ed ha parlato a vanvera,cioè senza conoscere bene se stessa (come spesso capita!)

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Christian Età: 28 Gent.mo Dott.Cavaliere, ho letto il libro di A.Todisco “Rimedi per il mal d’amore”, consigliato nella Sua sezione libri utili. L’ho trovato molto utile ed interessante e a seguito di questa lettura ho un dubbio che vorrei porle. Dunque, circa 4 anni fa la mia ragazza mi ha tradito in quanto non accettava il fatto che fossi l’unica sua esperienza sessuale (lei è per me tutt’ora l’unica esperienza e ciò non le sta bene: più volte ha anche insistito nel dirmi di andare a letto con un’altra, ma a me non interessa in quanto sono soddisfatto di ciò che ho con lei: non sento la necessità di un confronto e anzi ho sempre visto la sua insistenza come un desiderio di sistemare i conti per pulirsi la coscienza.

La versione di lei è che la sua insistenza è per auto costruirsi una gelosia nei miei confronti, e anche che prima o poi vorrò provare altro anch’io, e ciò la preoccupa). L’esistenza di un amante l’ho scoperta casualmente e a seguito di mie riflessioni sono arrivato a capire che si era concessa: ho quindi voluto che me ne parlasse (ritengo oggi un grande errore!!!) per toglierle il fardello che aveva sperando che in questo mio gesto avrebbe ammirato la mia vicinanza e comprensione. Ma così non è stato: mi sono sentito svuotato dentro nel sentirla raccontare i particolari del suo incontro e confesso che ho desiderato di porre fine definitivamente alla mia sofferenza, ma ho superato questo pensiero convinto che una volta vissuto/provato il confronto di cui aveva bisogno sarebbe stata mia per sempre (ora sò che tutto questo è illusorio e errato!). Fino a quel momento la relazione che durava da 7 anni (almeno dal mio punto divista) andava bene: ero sereno e tranquillo nello stare con lei.

Dopo il tradimento non è più stato così: sono diventato possessivo, geloso, insicuro…dipendente da lei. Ho vissuto dandole tutto me stesso, ma ora sò che il fine di questa mia generosità/altruismo era solo per controllarla e frenarla da qualsiasi situazione che ritenessi pericolosa (e cioè praticamente tutto). Qualsiasi cosa facesse senza la mia presenza la vivevo come un rischio e ne risultavo offeso in quanto lo vivevo come un’esclusione. Qualche mese fa mi ha lasciato e la mia reazione è stata evidentemente come quella di un bambino: non l’accettavo, non trovavo ragioni, non capivo come potesse lasciarmi dopo tutto quello che avevo fatto per lei, ho pianto e mi sono disperato davanti a lei; l’ho addirittura pregata di non lasciarmi (non ho amicizie ne compagnie: solo lei e perdendola mi sentivo perso, solo). Nella sofferenza e depressione ho cominciato a pensare che avesse un’altro, anche se lei ha sostenuto e continua a sostenere che non c’è nessuno e che non è un’altra relazione che cerca (in realtà penso che le ero d’impiccio per la sua nuova carriera lavorativa, e che quest’ultima le ha dato la forza per staccarsi da me: lei è cresciuta e io no! Inoltre, onestamente parlando, se in questo perido di distacco avesse avuto altre relazioni… non lo ritengo importante: se voleva era sua libertà e diritto). Grazie alla lettura sopracitata, penso di aver capito che (quasi interamente)le cause della rottura siano mie, per il mio errato comportamento, la mia immaturità, il complesso di Edipo non superato e risvegliato dal suo tradimento(può essere corretta la mia interpretazione?). Ho compreso la mia immaturità (mi sento veramente infantile in tutto quello che ho fatto per tenerla legata ame!), il perchè dei miei comportamenti assillanti, l’importanza del “posso vivere con te e senza di te”. Ho capito che bisogna lasciar vivere la propria compagna e non cercare di metterla sotto la “campana di vetro”. Ho forse trovato il sentiero giusto da percorrere ma non sono ancora arrivato al traguardo! E in verità non so come fare per raggiungerlo! Sono orgoglioso di lei, dei suoi successi sul lavoro. Ha trovato anche una compagnia con la quale riesce a divertirsi, un amico con cui confidarsi, e sono contento che ha una vita sociale (cosa che ci eravamo privati). Sostanzialmente ha trovato una vita che la fa vivere e la realizza (con me era in stallo e in gabbia, e viceversa!). Oltre ad essere felice e contento per lei… purtroppo ne sono invidioso perchè è tutto quello che vorrei anch’io ma che non riesco a “trovare”, e questo mi fa soffrire… mi dà ansia (oltretutto è determinata a tenermi escluso da questo suo mondo, e in un certo senso posso capirlo in questa situazione)! Quello che vorrei è poter continuare con lei alla luce delle mie scoperte (perchè sò che è una persona che vale!)! Il suo abbandono, che prima vedevo come un tradimento un’offesa, ora lo vivo come l’opportunità per crescere:ero un bambino ed è una condizione che non voglio più! Voglio lasciarla vivere ma starle accanto, non più per controllarla ma per amarla e farmi amare in modo sano e naturale, accettando che lei ha una sua vita, che io ne ho una mia (in costruzione), e vivere il presente senza più guardare al passato o al futuro. Però non mi sento pronto: ogni volta che mi nasconde qualcosa ne soffro (e lo fa, presumo, per evitare le mie reazioni gelose che devo dimostrarle non voglio più riproporre). Ogni volta che mi racconta di sue nuove possibilità/esperienze, dovrei esserne solamente felice… ma ne soffro per l’invidia di non poterle fare anch’io. Penso di aver bisogno di tempo, ma per contro che dovrei starle accanto per il piacere della sua copagnia e per dimostrarle di non essere più la persona che le ho offerto negli ultimi 4 anni. Che fare? Prendendo tempo ho paura che cercherà/cadrà nelle braccia di qualcun altro, e che quando mi sentirò pronto sarà troppo tardi per riaverla. Rifrequentandola ho paura di non aver maturato ancora il distacco necessario a completare il mio percorso di crescita e che quindi ne soffrirò. Giorni fa le ho scritto una lettera in cui riconosco i miei errori (primo tra tutti una possessività ossessiva) e la mia volontà a lasciarla vivere, ma anche di tentare di ricostruire la nostra relazione (la mia posizione è che ho sbagliato e l’ho allontanata: se non fossi stato così immaturo… forse sarebbe ancora con me, e vorrei scoprire se c’è ancora un percorso comune, sereno da poter affrontare/vivere insieme nelle nuove condizioni di oggi). Lei è rimasta colpita da quanto le ho scritto e ha accettato di riprendere a frequentarci amichevolmente per vedere se può rinascere qualcosa con l’obiettivo appunto di continuare assieme. Ho tralasciato di dire che le sue frasi da quando mi ha lasciato sono di non amarmi più, di non provare più nulla se non affetto, che mi vede come un padre/la sua coscienza. Ma io credo che i suoi sentimenti ci siano ancora: vanno solo risvegliati dimostrandole di essere un uomo e non più un bambino nè tantomeno un padre, che posso “camminare solo” e lasciarla libera di vivere. Nell’attuale situazione di single sto imparando a non legarmi più assillantemente ad alcun oggetto, a superare le mie paure, le mie insicurezze, la mia invidia. Allo stesso tempo vorrei ricostruire una relazione con lei in modo sano e maturo, ma ogni volta che la vedo/sento ne sto male. Il mio dubbio quindi è: la mia crescita è necessariamente possibile solo lontano da lei? Si può superare una dipendenza affettiva e continuare con la persona della quale si dipendeva o non è cosa possibile risollevarsi e riprendere il rapporto sano che c’era in principio? E’ un errore/illusione narcisistica cercarla/volerla ancora? La ringrazio, Christian.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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IL RESTO E’ NELLE NOSTRE MANI

Tratto dalla discussione del forum “….il resto è nelle nostre mani….” (forum “fine di un amore”)

Autore: Dana

Sezione: Messaggi di Speranza

Selezione a cura di Carlotta Onali

 

Ciao amici miei,
ogni tanto sento la voglia di scrivervi, non so bene perché e, a volte, non so neanche bene cosa… Così, spesso, decido di lasciar perdere e mi limito a leggervi. Ma oggi no. Oggi ho il cuore in subbuglio e, anche se mi appresto a scrivere in modo sconclusionato, ho deciso di non reprimere quest’impulso e lasciare che le mie dita si muovano su questa tastiera sull’onda dell’emozione più che del pensiero.

Sono innamorata. Ecco. L’ho detto. Semplice e conciso. L’amore ha bussato di nuovo alla mia porta. Ed è magnifico…

Conosci un ragazzo, inizi a parlarci, a frequentarlo, il rapporto si stringe, diventa un’amicizia “molto speciale” (cerchi di chiamarla così…o almeno ci provi) e poi….e poi non te lo sai spiegare perché le regole dell’attrazione funzionano in maniera a noi sconosciuta, ma smetti di pensare a lui come all’amico speciale. Non sai bene come e quando è successo, sai solo che ora lui è la prima persona a cui pensi al mattino e l’ultima che ti accompagna mentre sei lì lì per abbandonarti al sonno.

Iniziare una storia è una bella sensazione. E’ sempre così…beh, sì dai…altrimenti non la inizieresti proprio… Ma scoprirsi innamorati è un colpo al cuore. Sarà che l’ultima volta che mi sono sentita così avevo 17 anni…ma avevo dimenticato cosa volesse dire il passaggio dal “mi piace” al “sono innamorata di lui”…cosa volesse dire ammetterlo a sé stessi…..ma soprattutto dirlo A LUI.
Fare uscire quelle parole dopo che per giorni hanno vagato tra la mente e il cuore, provocando strane fitte allo stomaco…è stato un momento che non dimenticherò mai.

Stavolta è successo ad un’età e dopo la fine di un’esperienza che mi hanno consentito di vedere le cose in un’ottica diversa. Più consapevole. Ho detto per la prima volta “ti amo” da adolescente… quando pensavo ingenuamente che ogni cotta era amore. Poi con quel ragazzo sono stata 11 anni. Non so se quel primo “ti amo” fosse la misura dei miei reali sentimenti di allora. So solo che negli anni il sentimento è cresciuto e si è consolidato e che quelle due parole hanno avuto un senso per molto molto tempo. Poi quella storia è finita e per un attimo ho persino pensato che, se è vero che l’Amore, quello con la A maiuscola, è così raro, se è vero che lo provi una volta, se ti va bene, e che a qualcuno non è dato di provarlo mai…beh, per un attimo ho pensato che allora mi ero giocata la mia occasione….che il destino non mi avrebbe concesso una seconda possibilità. Perché avrebbe dovuto?

Questi pensieri li ho condivisi un po’ con voi quando sono approdata su questo forum e mai avrei pensato che dopo 7 mesi avrei potuto scrivere un post come quello che sto scrivendo oggi.
Perché vi dico tutto questo? Principalmente perché ho voglia di condividermi, e poi perché tra le righe dei messaggi che leggo si nasconde troppo spesso una mancanza di fiducia nel domani. Mancanza di fiducia che mi apparteneva qualche mese fa e che, ricordo bene, era una delle principali fonti di sofferenza.

La fine della mia relazione, alla luce delle riflessioni che ne sono seguite, era imminente e inevitabile. Non me n’ero accorta perché ero “distratta” dalla convinzione che dopo 11 anni i giochi erano fatti. Avevo trovato il vero amore, avevo un progetto di vita, avevo delle ambizioni, avevo delle certezze. Certezze che qualunque cosa potesse succedere il nostro essere “una coppia” non sarebbe mai stato messo in discussione. Quanto mi sbagliavo… E non lo dico con rimpianto o rammarico. Lo dico semplicemente constatando che nulla viene da sé, nulla è immutabile, nulla è prevedibile, nulla è immune…La mia sofferenza di allora, l’ho compreso più tardi, era legata, sì, alla perdita dell’uomo che amavo…ma soprattutto al fallimento di un progetto, al fatto che ero impreparata a veder cambiare il mio mondo, la mia certissima e rassicurante realtà.
Ecco il perché dei miei tentativi estenuanti di recupero… Ma poi mi sono arresa all’evidenza dei fatti: non si può costringere qualcuno ad amarci. Nel momento stesso in cui ho capito che dovevo andare avanti con la mia vita ho smesso di pensare alla possibilità di un suo ritorno e cominciato a pensare al come e al perché eravamo arrivati a quel punto, per poter ricominciare la mia vita con una nuova consapevolezza….per poter fare tesoro dell’esperienza e dare un senso a tutto quel dolore.
Risultato? Tutta colpa mia come voleva farmi credere? No. Responsabilità condivise. Ognuno ha fatto il suo e le cose sono andate così. Amen. L’importante è imparare dai propri errori.

Un’amica mi ha detto: “l’atto d’amore più grande che ha fatto nei tuoi confronti è stato lasciarti. Con lui vivevi al di sotto delle tue potenzialità”. Sul momento ci sono rimasta di sasso. Poi dal nulla, quando meno me l’aspettavo, la vita mi ha regalato qualcosa per cui essere di nuovo felice…e pensando a tante lacrime versate, l’unica cosa che mi viene da fare ora è sorridere. Ho smesso di aspettare il suo ritorno e questo mi ha permesso di vedere al di là del mio naso quello che di bello stava per succedere. Gli sono andata incontro, sono andata incontro alla vita, e ora sono felice. Ora le parole della mia amica suonano chiare, cristalline. Ho recuperato me stessa e mi sto esprimendo senza vincoli avendo di fronte una persona che non fa altro che accogliermi e donarsi.

Si chiama amore? Non so, probabilmente lo è…..io l’ho chiamato così. Ma dare un’etichetta a quello che provo è l’ultima cosa che mi interessa. E’ sicuramente libertà, è condivisione, è supporto, è emozione, è attrazione, è fiducia, è impegno, è speranza, è amicizia, è vicinanza, è contatto, è promessa….è VITA!!!

Volevo condividere tutto questo con voi, miei compagni di viaggio, perché, al di là dell’ormai acquisita consapevolezza che niente va dato per scontato, l’altra lezione che ho imparato da quello che mi è successo è che solo alla morte non c’è rimedio. IL RESTO E’ NELLE NOSTRE MANI.

Un abbraccio sincero

Dana

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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PORNODIPENDENZA E PROBLEMATICHE AFFETTIVE

TESTIMONIANZE

Stella Età: 32 Buongiorno, grazie anzitutto per la sua attenzione, vorrei testimoniare lla mia situazione affettiva attuale dal momento che sono talmente confusa che non saprei come definire nulla di quello che provo in questo periodo della mia vita.Ho avuto un’infanzia direi felice, in cui non mi e’ mai mancato niente, una bella famiglia che mi ha lasciato (seppur ragionevolmente) libera di prenderele mie decisioni, di uscire, di frequentare amici o fidanzati che misceglievomotivo per cui ho sempre ammirato i miei genitori che non hannolasciato ansie e preoccupazioni limitare questa liberta’. Molte cose sono cambiate quando sei anni fa mio padre se n’e’ andato di casa per tre anni inpiena crisi di mezza eta’ innamorato di un’altra donna. I miei contatti conlui si sono drasticamente ridotti, e dolore e rabbia si sono sostituiti adaffetto e ammirazione nei suoi confronti. Da quando e’ tornato a casa da miamadre la situazione si e’ molto lentamente riequilibrata, ma credo di averperso totalmente la fiducia nei suoi confronti.Ora ho 32 anni e da due e mezzo mi sono trasferita a Londra per vivere con ilmio ragazzo inglese piu giovane di 3 anni. Premetto che entrambi avevamo un partner quando ci siamo conosciuti in una chat (si trattava di una chat di un sito musicale, unica chat che io ho mai frequentato, solo per qualche mese e per curiosita, non adibita ad incontri online) e dopo esserci scambiati gli indirizzi email ci siamo scritti per 3 anni prima di incontrarci. Lui aveva convissuto per due anni con una ragazza che era tornata a vivere nel suo paese quando ci siamo incontrati la prima volta, ma comuqnue la loro relazione continuava a distanza, io avevo una relazione molto piu lunga ma meno intensa in cui vedevo il mio ragazzo solo durante il weekend.Dopo un anno di incontri bimensili “clandestini” e uno e mezzo di di incontri bisettimanali “ufficiali” mi sono trasferita a vivere con lui. Lui e’ sempre stato molto premuroso, attento e consapevole della difficolta’c he un cambiamento radicale di vita comporta, e mi ha assecondato nel miodesiderio di continuare a sentirmi libera. Lui aveva avuto una vita di coppiamolto piu intensa e ravvicinata mentre io convivevo con amiche ed erodeterminata a voler mantenere uno stile di vita “indipendente”. Ho trovato un lavoro dopo due mesi, mi sono creata la mia cerchia di amicizie e nonostante lenostre profondissime differenze tutto sembrava andare bene. Credo che le nostre personalita’ che definirei opposte siano alla radice nelnostro problema maggiore: il sesso. La mia personalita’ curiosa, impulsiva epassionale e la mia mentalita’ piuttosto aperta, mi hanno portato ad avere vari tipi di esperienze (cosa di cui lui era al corrente) e ho sempre creduto che per mantenere vivo un rapporto fossero necessarie complicita’ e curiosita’ che avevo avuto nelle relazioni precedenti. Ed e’ con questa attitudine che mi ero preparata ad affrontare la vita con lui che aveva affermato di essere incuriosito dalle “esperienze” ma non aver mai avuto occasione di viverle. Presto pero’ mi sono resa conto che non era vero. Ho cercato la complicita’ con lui in tutti i modi, cambiando il mio ruolo a 360 gradi pur di capire cosa gli piacesse e di ottenere le sue attenzioni,purtroppo arrivando spesso a criticarlo, arrabbiarmi e accusarlo di avermi ingannata e di non sentirmi desiderata. Il tutto ha raggiunto il culmine piu di un anno fa quando ho scoperto che frequentava abitualmente siti porno quando io uscivo la mattina per andare al lavoro. Non solo, ma iniziando una serie infinita di ricerche e controlli che era iscritto a siti in cui si conoscono persone online, che nel periodo in cui corrispondeva con me si scriveva in modo molto piu esplicito con un’altra ragazza conosciuta anche lei in internet. Insostanza ho capito che forse non ci eravamo conosciuti per caso e e che tutta la magia che avevo attribuito al nostro rapporto fin dai tempi di “amici di penna” per lui era un’autoaffermazione del suo potere seduttivo e pesuasivo. Ho cosi piano piano cominciato a smontare il nostro rapporto e a riuscire vederne solo i lati negativi e considerarlo un mostro dalla doppia faccia. Inizialmente gli chiedevo solo se frequentava questi siti e lui negava.Premetto che io non sono mai stata contraria al porno, che anzi nei miei numerosi tentativi di trovare questa famosa complicita’andavo a comprare i film, gli chiedevo di vedere i siti insieme. Dopo la scoperta ho passato i successivi 9 mesi a controllarlo, trascorrendo nottate a fare ricerche al computer, scoprendo la sua password e rendendomi conto che ogni volta cheaffrontavo l’argomento, credendo che io non potessi smentirlo, lui mi mentiva. Sarebbe infinito raccontare nei particolari come la mia vita si sia svolta inquel periodo delle delusioni, ansie, insicurezze che si sono create in me. Sei mesi fa abbiamo deciso di comune accordo che avrei bloccato il computer eda allora ho avuto accesso solo io. Credo che anche se mi sono un po’ tranquillizzata questa ossessione per lui, per noi per il nostro rapporto equello che non funziona in esso siano tuttora alla base di tutti i mieipensieri. Credo che sia fondamentalmente impaurito dal sesso e abbia trovato lasua dimensione in un autoerotismo legato al suo immaginario e la sua attitudinea condividere il rapporto sessuale sia fondamentalmente solo a livello fisico.Premetto che ha avuto il primo rapporto tardi, intorno ai vent’anni e noncredo abbia avuto molte esperienze e le nostre differenze culturali sicuramentegiocano un ruolo predominante. Nel frattempo pero’ io mi sono trasformata. Hoperso la mia carica sessuale, il mio entusiasmo, l’interesse per tutto,insomma mi sento vuota e spenta. Non riesco a spiegarmi come sia possibile chetuttora non so cosa lo ecciti, che biancheria gli piaccia, perche se indossodue calze autoreggenti diverse non se ne accorge neppure. Perche non mi cerca.Lui dice che siamo diversi che lui mi desidera (cosa che a me riesce tuttoradifficile credere viste le mie esperienze avendo scoperto che cercava me unavolta la settimana e i siti molto piu spesso) ma lo ho fatto sentire inadeguatoe ora non sa cosa fare e si sente insicuro.Il risultato di questa situazione e’ comuqnue che io ho sviluppato un’insicurezza profonda in me stessa, arrivando a pregare che ogni ragazza che incrociavamo per strada non fosse carina (quando una volta mi voltavo io aguadarle!)o a non poter guardare la tv per la paura di vedere belle ragazze oacene di nudo. Non ho piu nessun desiderio sessuale o quasi. Credo che l\’averdovuto reprimere i miei istinti e l’essermi sentita rifiutata costantementeper essere poi sostituita da siti porno mi abbia profondamente trasformato,privato di desiderio e trasformato da donna piacente e sicura del proprio sexappeal a donna timorosa, insicura e frustrata.Siamo arrivati ad un punto in cui mi chiede di fidarmi di lui che dice che doposei mesi di prigionia devo dargli la possibilita di dimostrarmi che e’ cambiato e questo includerebbe l’accesso al pc (che fortunatamente nonfunziona) e che se io non mi fido di lui la nostra relazione non ha senso.Tutto vero, io sono pero’ terrorizzata dall’idea di cosa questo significhi,impaurita dall’idea di sapere che non riuscirei a reggere un’altra delusione e priva di energie per ricominciare. Credo di aver perso le speranze che lecose tra noi funzionino ma nonostante questo esiste molta tenerezza tra noi,anche e forse sopratutto da parte sua, ci vogliamo molto bene e l’idea di non averlo piu mi rattrista enormemente. Penso che forse sono io che non l’ho saputo capire e ho solo criticato e accusato e lui non ha capito che la mia visione libera e libertina della vita non appartiene a tutti. Da molto tempo ormai cambio idea più volte al giorno, se lo amo ancora, se lo detesto, se voglio ricominciare, se posso vivere senza di lui e se lo voglio. Non sò cosa fare.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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CUCKOLD E/O CAUNDALESIMO

Con il termine inglese cuckold si usa indicare l’uomo che consapevolmente e volontariamente induce la propria partner a vivere esperienze sessuali con altri uomini (a loro volta denominati bull, tori, con allusione alla prestanza fisica di questi animali), ovvero la tendenza a fare praticare al proprio partner un tradimento assecondato. Solitamente è l’uomo che trae piacere dal vedere la propria donna che compie atti di sesso con altri uomini. Cuckold deriverebbe dal nome cuculo, e il riferimento è probabilmente al fatto che questo fa in modo che altri uccelli inconsapevolmente prestino il proprio nido e le proprie cure parentali ai propri piccoli.

Il cuckold è quasi simile al fenomeno del candaulesimo che indica la pratica umana di tipo sessuale con la quale il soggetto prova soddisfacimento nell’osservare il partner durante l’atto sessuale con un’altra persona (Borneman, 1988). Il nome deriva da una vicenda narrata a proposito di Candaule, re di Lidia del’VIII secolo a.C. Come si vede il fenomeno è lo stesso la differenza è solo nei termini usati.

In origine il termine cuckold si applicava a mariti non consapevoli di essere vittime di adulterio: ovvero il cosiddetto “portare le corna”che indica il fatto che il tradito è, nel luogo comune, l’ultimo a venire a conoscenza dell’adulterio, così come le corna sulla testa sono viste dagli altri ma non da chi le porta.

Il fenomeno del cuckoldismo è aumentato con l’avvento di internet che ha permesso un maggiore volume di contatti tra persone sconosciute ed appassionate del genere. Con l’aumentare dei contatti tra sconosciuti cresce anche il rischio di incontrare sieropositivi o persone pericolose con forti disturbi mentali. Molti casi mettono alla luce la pericolositá di questi incontri, pratiche eseguite tra l’altro non solo con sconosciuti.

Il cuckold, inteso come il soggetto passivo di questa relazione triangolare, può vivere la propria condizione come una forma di umiliazione, che avvicina questo rapporto alle relazioni di dominazione/sottomissione tipiche del BDSM, in cui la sua partner assume l’aspetto psicologico di una vera e propria mistress. In questo tipo di rapporto, spesso la donna impone al partner cuckold regole e limiti che coartano e reprimono in varia misura la sua sessualità, ad esempio vietandogli di avere rapporti sessuali completi con lei, se non saltuariamente, oppure disciplinando le modalità in cui egli può avvicinarsi e toccare il corpo della sua compagna, etc.; spesso, in questi casi, il cuckold assiste al rapporto sessuale fra la sua compagna e il “terzo” uomo e subisce commenti o ordini umilianti da parte di entrambi. In altri casi, tuttavia, il soggetto cuckold vive questo aspetto della sessualità come un complemento della normale relazione di coppia, stringendo a volte persino un legame di amicizia e di complicità maschile con l’abituale “terzo” con cui la sua compagna si intrattiene.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email: cavalierer@iltuopsicologo.it

 

TESTIMONIANZA

Gentile Dottore,

Sono una donna di 45 anni e il mio compagno è quello che si definisce un cuckold, ossia cornuto… cioè desidera e si eccita nel vedermi fare sesso con altri uomini, o immaginare che io seduca qualcuno o che qualche uomo ci provi con me…Io devo confessarLe che qualche volta ho acconsentito ai suoi giochi, ma sono molto confusa perchè mi sembra che questo non lo abbia soddisfatto e mi fa capire che desidera tantissimo che a breve io faccia sesso con un uomo. Ho letto molto sul cuckoldismo, ma quello che non riesco a condividere è come un uomo possa desiderare ossessivamente una cosa così e affermare di amare la propria compagna. Nel senso che mi è capitato di essere importunata da due uomini e quando glielo ho raccontato, invece di sentirsi offeso e arrabbiato come mi sentivo io, era eccitato al pensiero… E’ brutto pensarlo, ma ho accanto un uomo che non mi fa sentire veramente Sua, protetta e sicura… E poi pensare che si ecciti solo così, senza un minimo di senso del “possesso” per il corpo e l’intimità della sua donna… Lo accetterei se fosse un gioco, un modo per trasgredire insieme, una cosa che può o non può accadere e non certo per la volontà di tradirlo o il desiderio di avere un altro uomo (da parte mia), e per l’ossessione di vedermi con altri uomini (da parte di lui).

Sono molto confusa, ci sono momenti in cui mi sembra di avere accanto un estraneo, e sono anche mortificata perchè capisco di non essere la donna che avrebbe desiderato. Magari all’inizio l’ho illuso per il mio essere trasgressiva, ma non ero innamorata..e forse pensavo lo stesso di lui…cioè che se si fosse innamorato di me non avrebbe più desiderato queste cose, ma mi avrebbe voluta solo per sè….Ho paura che il nostro rapporto ne risenta, ho sempre il dubbio di non essere io a farlo eccitare, ma il pensiero di vedermi in altre situazioni…

Se mi può fare chiarezza….Grazie

Distinti saluti

BULIMIA SESSUALE

Di norma, alla fine dell’attacco di fame il bulimico vomita quasi tutto quanto ha ingerito ed è quindi in grado di conservare pressochè inalterato il proprio peso. Una donna bulimica appare perfetta, severa, arrogante, fredda, distaccata…non è facile avvicinarsi a lei. E’ un tipo razionale, giudizioso, cerebrale, una persona dalla quale non si vorrebbe essere giudicati. Nessuno sospetterebbe che lei, la perfetta, si rimpinza fino a non poterne più e poi vomita. E’ il suo segreto e per nulla al mondo lo rivelerebbe. Tale segreto la rende intimamente sola, in quanto è qualcosa che non può condividere. Esteriormente appare forte, ma come sia dentro nessuno lo sa.
La donna bulimica accetta solo la propria immagine perfetta e rifiuta il vero Io, che quasi nemmeno conosce e di cui teme il manifestarsi. Nei suoi attacchi incoercibili di fame si impone questa parte diversa, sconosciuta, che è lontana dalle sue pretese di perfezione e che bisogna rendere innocua. La donna bulimica concede troppo poco spazio alla propria vera personalità, che quindi deve trovare uno sbocco a livello fisico. Ciò che le manca a livello cosciente è l’accettazione di sé, la capacità di fare posto al proprio vero Io. Tratto da “Donne che mangiano troppo” di Renate

Sempre più spesso si parla di ragazze e donne che in maniera compulsiva ricercano sesso all’interno di relazioni sopratutto occasionali.
Fenomeno che definirei Bulimia Sessuale, perchè presenta le tipiche caratteristiche della bulimia (secondo il DSM IV):
Ricorrenti abbuffate. Una abbuffata è caratterizzata da entrambi le condizioni seguenti:
mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili.
Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).
Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.
Sostituiamo in questa definizione la parola cibo con sesso e l’analogia è evidente:
1. nel caso della classica bulimia ci si abbuffa di cibo, nel caso della bulimia sessuale, ci si abbuffa di sesso;
2. si è compulsivi nel ricercare il cibo, si è compulsivi nel ricercare sesso;
3. come non si gusta il cibo, così non si gusta il sesso;
4. si perde il controllo nel mangiare, si perde il controllo nel fare sesso;
5. entrambe le forme di bulimia sono finalizzate a contenere un disagio psicologico molto profondo.
I soggetti principali sono:
1. adolescenti che entrano in competizione colle coetanee sul numero di ragazzi che risacono a portare a letto;
2. donne che nella costante paura di trovare l’uomo sbagliato, si rifiutano alla fine di cercare quello giusto;
3. donne profondamente ferite in amore che cercano di tamponare tale dolore ricercando rapporti sessuali occasionali alla stregua di un antidepressivo.
Le conseguenze della bulimia sessuale sono fisiche e psicologiche.
Quelle fisiche sono:
1. gravidanze indesiderate;
2. la possibilità di contrarre malattie a trasmissione sessuale;
3. lo sviluppo di altri coportamenti autolesionistici (quale tagliarsi).
Quelle psicologiche sono:
1. calo dell’autostima;
2. stato depressivo post rapporto sessuale;
3. maggiore incapacità ad entrare in una relazione anche affettivamente:
Ricercare rapporti sessuali occasionali porta a una valutazione completamente sbagliata del proprio io: nessuna bellezza fuori forse, ma nemmeno dentro. Queste ragazze e donne diventano brutte dentro, agli occhi di se stesse. Non riescono a fidarsi del proprio io, non vogliono credere di poter essere “brave” anche affettivamente e non solo a letto. E come in una risposta ossessivo-compulsiva (spesso è associata al doc disturbo ossessivo-compulsivo) o come in un circolo vizioso, se preferite, si buttano sempre più nelle relazioni senza controllo, senza dignità, senza orgoglio, ma sopratutto senza anima.
Bisogna chiedersi cosa spinge una ragazza o una donna intelligente a non capire dove sta il confine tra l’ appagamento sano e anche occasionale di istinti fisici e affettivi, e il buttarsi via come essere umano. Sicuramente al fondo c’è un dolore profondo che và individuato, che và compreso, ma sopratutto rispettato. Rispettando il proprio dolore, ci si rispetta anche come persona.
Dott. Roberto Cavaliere
Psicologo, Psicoterapeuta
per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email: cavalierer@iltuopsicologo.it
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TESTIMONIANZE
BULIMIA SESSUALE ? Chi cazzo sei? Mi permetto di iniziare così. Sono turbata, arrabbiata, angosciata… ho appena letto “bulimia sessuale” ( http://www.maldamore.it/bulimia_sessuale.htm ) e mi sento piuttosto male… Mi sono chiesta “Chi cazzo è questo? Come sa tutte queste cose?” non dovrebbero essere così ovvie, tantomeno così frequenti, mi offende l’idea che possano essere frequenti, non mi piace pensarlo. Ho avuto la sensazione che qualcuno scrivesse i fatti miei su internet, mi sono sentita tradita. Razionalmente so che è stupido, e mi scuso per essermi espressa in questo tono, non è nei miei modi, ma sto scrivendo sull’onda del momento, e lo trovavo doveroso… comunicarti (mi viene spontaneo anche darti del tu, non so perché. Tu magari sì, quest’ipotesi mi irrita pure) le emozioni che hai generato con quanto hai scritto, senza censure, senza fronzoli. Non so dove voglio andare a parare… volevo solo dirti che “qualcuno” ha letto quanto hai scritto e che ha fatto un certo effetto… Non mi piace il paragone con la bulimia… i primi paragrafi li ho trovati stupidi, irritanti, ma via via che leggevo ho iniziato a star male. Non mi piacciono i termini che usi, tutti quei termini dispregiativi, come se facessi qualcosa di orribile, che mi rende brutta… faccio quel che faccio per gli altri, solo perché mi vogliano bene quanto ne voglio io. Ognuno ha le sue capacità da sfruttare, io ho le mie, le sfrutto, perché questo dovrebbe rendermi una brutta persona? Cioè, lo sono, e lo so, mi sento una brutta persona, ma è un prezzo da pagare per essere una bella persona agli occhi degli altri, per essere speciale. Non mi piace che tu usi quei termini… Trovo anche che verti su dei luoghi comuni ed altre cose, onestamente in alcuni casi è sicuramente giusto, ma è qualcosa di stupido… io non sono più una ragazzina, ma mai l’ho fatto per quelle ragioni… sono in cura da diversi anni, ho avuto diverse depressioni ed altr problemi, ma prendere coscienza delle cose non sempre basta. In alcuni casi si è così e basta, sono una brutta persona forse, una troia sicuramente. E non è questo il problema, il problema è soffrire perché la gente mi fa sentire colpevole di ciò che faccio… Ho scritto un sacco… non so nemmeno perché. Solo che nessuno mi aveva mai comunicato in questo modo… non so che dire, né che voglio ripeto. Grazie per l’attenzione.
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Ho visto che hai pubblicato la mia mail… “Testimonianza”. Fa sentire un po’ un caso clinico, un reperto da laboratorio. Non che non ci sia abituata, in più di dieci anni di analisi, terapie e quant’altro ci si fa il callo, per quanto non sia mai gradevole sentirsi dire frasi come “Vorrei che parlassi della questione anche con un mio collega, un luminare, avrebbe sicuramente molto interesse nell’avere a che fare con un caso come il tuo, ovviamente senza bisogno di pagare.”. Ad ogni modo non intendo chiederti di togliere quella mail, che non nego mi compiaccia sotto sotto, in una maniera perversa, come potrai capire, del resto, egocentrismo ed esibizionismo mi appartengono. Per quel che mi riguarda potrai pubblicare anche questa se lo riterrai utile, magari togliendo eventuali riferimenti personali. Ad ogni modo adesso volevo solo scrivere un paio di appunti, a freddo. Ponderatamente. Ho ripetuto più volte, nella precedente mail, che non sapevo perché ti scrivevo – continuo a darti del tu – adesso lo so. In realtà è alquanto ovvio: Come ti ho scritto non mi piacciono i “toni” della tua pubblicazione. Questo sentirmi additata come “brutta persona”, quando invece tutto ciò che faccio lo faccio proprio per evitare di venir vista in questo modo. Quindi ti ho scritto perché nasceva spontaneo il desiderio di riscattarmi, di manifestarti, in qualsiasi modo, che non è così. Che io non sono una brutta persona. In realtà lo sono, ci sono persone a cui tengo che hanno sofferto a causa mia, ed il senso di colpa è terribile, ma se non fosse per questo, forse, potrebbero stare bene. Sono una ragazza intelligente, colta, sensibile e penso proprio di poter dire che sono davvero molto bella. Non mi piace l’idea di venir catalogata secondo qualche luogo comune, quindi lo puntualizzo. Ho molti interessi, anche se devo riconoscere che, probabilmente, nessuna delle cose che ho fatto, a cui mi sono interessata, l’ho fatte per passione… non credo di aver mai fatto niente per me. I miei interessi perdono d’importanza rapidamente quando la mia vita si scontra con gli altri, a quel punto sono i loro che contano. Credo che potrei stare a parlare per ore di calcio, o di religione, di filosofia o di moda… suono, canto – niente di speciale, sono incostante – e ho fatto sfilate, ma tendo sempre a nascondere quelle che sono le mie vere passioni, che magari vedo come “strane” e temo che potrebbero dare un’idea sbagliata, o negativa, di me. Curo la mia cultura e le mie capacità dialettiche per casi come questo, una situazione in cui non posso succhiartelo, ma sento comunque il desiderio di colpirti, in qualche modo. Trovo che quanto hai scritto sia un po’ troppo semplicistico e frutto di un’ottica maschile, che non riesce fino in fondo a cogliere certe sfumature. Certi bisogni. Non è una questione di – come tu hai scritto – mettersi in mostra con le altre. È una questione di sentirsi speciali… desiderate… cercate. Gli uomini, fin da giovani, iniziano a predicare questo “culto della figa”, con inneggiamenti tipo “viva la figa e chi la da” e cose del genere. Parlano sempre di quest’argomento, e di quanto sia bello poter trovare una ragazza che si offre senza far storie. Come se quella fosse la cosa più importante nella vita. Questa “divinizzazione della troia”. Quindi io posso dirti che poter pensare… sentire di essere *quella troia* a cui il popolo inneggia… fa star bene, fa sentire importanti. Questo è davvero sbagliato? Per quale ottica moralista e convenzionale questo dovrebbe essere così sbagliato? Certo, ci sono le malattie… ma io non faccio altro che offrire tutto ciò che posso. Cerco la mia affermazione con i mezzi che ho a disposizione, e non ci sono affatto cattive intenzioni in questo, sono una ragazza molto ingenua e molto buona, mai potrei volere il male di qualcuno, io desidero solo essere cercata, voluta, non essere sola. Ci sono momenti in cui ti senti sola, in cui magari hai deluso qualcuno, o qualche progetto è andato storto, ed allora non c’è niente di più bello di far godere un uomo. Di vederlo guardarti con quegli occhi, come se tu fossi il miracolo della sua vita. È meraviglioso sapere che per quanto le cose possano andar male sei comunque capace di far godere qualcuno in modi in cui le altre non riescono. Di rendere con un piccolo sforzo la sua giornata migliore, degna di venir ricordata, di diventare speciale ai suoi occhi. Che c’è di male in questo? Quali che siano i rischi, perché non dovrebbero venir corsi? Persone che hann servito sono passate alla storia come eroi. Chi si è sacrificato per servire la patria, o il proprio re, o la propria fede, o altro. E vengono viste come persone degne di stima per il semplice fatto che hanno vissuto per qualcosa in cui credevano. Non faccio io la stessa cosa? Io servo il maschio. Sacrifico la mia vita affinché quella di qualcuno migliore di me sia più piacevole. Offro l’intrattenimento desiderato. Che c’è di sbagliato in questo? L’unico problema, l’unico vero problema è che qualcuno ne soffre. Che qualcuno considera questo comportamento, *il mio comportamento*, sbagliato. Famiglia, alcuni amici, ragazzi che si innamorano. Soffrono per quello che faccio, e mi fanno sentire in colpa per il loro dolore, mi fanno sentire sbagliata ed incapace. Perché il mio desiderio più grande è quello di far contenti tutti, e capita che le persone che amo soffrano a causa mia. Questo mi uccide. Se però loro non soffrissero, se nessuno giudicasse sbagliato il mio comportamento, se tutti si limitassero ad usarmi, senza preoccuparsi di questi moralismi, allora forse potrei essere felice. Chi ti dice che non potrei essere felice? Dove sta scritto che il mio concedermi sia un comportamento patologico ed influenzato dall’esterno, e non piuttosto l’opposto, ovvero che sia la sofferenza per quello che è un comportamento spontaneo ad essere indotta? Chi ti assicura che non sia la morale, l’opinione comune, e persone come te, che pubblicano su un sito la catalogazione di un comportamento dicendo che rende chi lo compie una “brutta persona”, a crearmi problemi? Problemi che altrimenti magari non avrei. La sofferenza viene dal sentirsi viste in questo modo, cosa che mi fa sentire sbagliata, mi fa star male, e di conseguenza cerco qualcuno, un uomo da far godere, che di nuovo mi faccia sentire brava, utile, desiderata, giusta a prescindere dal resto. Sapere di realizzare il desiderio di un uomo che altrimenti, nemmeno pagando, avrebbe potuto avere una come me, diventare il suo miracolo… La consapevolezza non aiuta sempre, ti assicuro. Non aiuta a cambiare, fa solo capire a fondo quali siano i nostri problemi, e che non ci sia modo per risolverli. Scusa se ti ho scritto ancora, non voglio cercare di approfittare. Solo che per quanto abbia fatto molte sedute, questa volta è diverso. Quando un dottore lo hai davanti ti parla in maniera più… diplomatica. Leggere quanto hai scritto in maniera impersonale sul sito ha causato una reazione diversa da quelle che ho avuto in altri ambiti. Adesso comunque la chiudo qua. Grazie per l’attenzione. Se te lo fossi domandato te lo dico: compio trent’anni tra poco più di un mese Vado avanti così da quando ne avevo 17, età a cui ho avuto la mia prima vera depressione… mio padre non si sentiva fiero del mio approccio alla sessualità.
CERCO CONTINUAMENTE PARTNER SESSUALI barbie Età: 43
Ho sempre giocato con il sesso sin da piccola (a 7anni già mi masturbavo e godevo).crescendo ho usato il sesso come forma di rivolta verso un famiglia perbene e un padre oppressivo da un lato,dall’altro avere molti fidanzati mi dava sicurezza di piacere agli altri,dato che nn piacevo a me stessa.Mi sono guadagnato una fama negativa di ragazza facile-più che libera -che mi ha pesato nel paese.Tuttavia ora rivesto un ruolo pubblico con i bambini e mi sforzo di fare bene il mio lavoro;ho un partner fisso delizioso che xò nn mi appaga sessualmente dato che x lui il sesso è secondario,né è disposto ad avere figli.Allora conservo alcuni partner sessuali da anni,ne cerco altri in modo che nn si venga a sapere e continuo a giocare col sesso e a fingere;purtroppo da un po’ di tempo frequento dei siti porno e le mie fantasie vanno oltre,mentre la rabbia è che nn ho la giusta concentrazione nel lavoro e che mento al mio uomo che si è rivelato insensibile ai miei richiami sessuali.Non ho il coraggio di lasciarlo xkè,oltre a essere una persona fondamentale x gli altri aspetti della vita,rappresenta la mia facciata di rispettabilità,il cardine costante,sicuro,ma anche piatto e noioso su cui sto edificando la mia vita.AIUTO!
ELEMOSINO ATTENZIONI OFFRENDO IL MIO CORPO Scopro solo ora dell’esistenza della bulimia sessuale.. ma io sono quella? ho sempre saputo che nel mio comportamento c’era qualcosa che non andava, ma questo pensiero aumenta lo stato di malessere, i sensi di colpa non aiutano, ed ho trascorso questi ultimi anni a convincermi che io ero soltanto libera, buona, passionale, vera, il desiderio sessuale di tanti uomini! ho vissuto con il fastidio degli sguardi libidinosi comprendendo che non erano sani, ma quel subdolo appagamento e sensazione di piacere e di grandezza apprezzamento desiderio erano miei! avevo qualcosa di mio.. ne ero felice! e sono cresciuta nella convinzione di essere una troia.. anche se vivevo storie normali.. con il tempo il malessere cresceva ed ho deciso che con tutto ciò dovevo conviverci in modo sereno! invento tante scuse a me stessa x non affrontare il problema.. xkè è inutile nascondersi.. c’è un problema! il problema c’è quando mi scopo anche l’ultimo dei cessi, di quelli ke neppure nei loro sogni avrebbero potuto avermi! solo xkè ti guardano, ti parlano e ti lasciano intendere ke farebbero tutto x te, ke mostrano un pò di comprensione e iniziano a dirti ke sei speciale, tu li guardi e pensi.. non sai quanto speciale, dovresti vedere quanto speciale e vuoi mostrare il top di te.. e sale la voglia di baciarli e trombarli come se tu fossi il loro film porno dal vivo! quando ti domandano estasiati..ma ki sei? e il loro odore lo senti, è sempre lo stesso, non ti piace, è acido, disgusta, è uguale a quello degli altri uomini al quale hai solo regalato il tuo corpo e non è uguale a quello dei ragazzi con cui hai fatto l’amore..quello è più dolce, è buono! non sono loro ke usano lo stesso profumo, sono io ke mando lo stesso segnale negativo alla mia mente.. quello del rifiuto! si, xkè io li rifiuto.. inizio a fare sesso, li faccio impazzire, ma l’odore, la pelle, i movimenti, le parole.. è tutto volgare e disgustoso e non vedo l’ora di finire fin dal principio! cosa c’è di normale e libero in tutto questo? io sono una ragazza forte, tutti dicono così, tutti si aspettano da me grandi imprese, sono intelligente, indipendente, testarda, passionale, molto passionale, dolce, un’amica x tutti, l’amica ke tutti vorrebbero e ke tutti cercano nel momento del bisogno.. è vero, sono speciale come dicono, ma xkè non riesco a dire NO! io non so dire di NO! dopo una notte di sesso con un uomo entusiasmante chiamo la mia amica e le dico ke sono innamorata.. ma il secondo giorno lo trascorro a cercare i difetti e quando li ho trovati al terzo giorno sparisco! ..sarei sparita comunque! due giorni di depressione e ricomincio ancora, ancora e ancora! eppure io vorrei solo un compagno, un complice, un amante, un padre x i miei figli, un uomo e solo due occhi con cui condividere la mia vita, i miei sorrisi, le mie lacrime.. solo UNO! il mio più grande desiderio è avere un uomo e non desiderarne un altro! sono tre settimane che piango improvvisamente durante attacchi di tachicardia e non mi accorgo che mi sto grattando le mani in modo così forte da crearmi delle brutte lesioni, quando finisco di piangere dopo dieci minuti le mie mani bruciano e il giorno dopo sono piena di croste di sangue. Ho avuto molte crisi in passato, ho iniziato ad andare in analisi a 17anni, ho smesso a 25, disturbo ossessivo compulsivo.. avevo sempre la stessa immagine ripetuta innanzi a me.. mai accaduto.. mio padre che mi toccava.. mai accaduto!! ed ho imparato a conviverci, la vedo, so ke non è mai accaduto e provo a concentrare la mia attenzione su altro, mi ripeto ..è il mio doc! e funziona..oggi dopo anni..ma questa volta non può funzionare!! non posso convivere con un problema se prima non ammetto che c’è un problema, se continuo a volerlo vedere in positivo ripetendomi ke sono bella e desiderata libera e solare.. nooo, non è così! in realtà io provo a convincermi di essere positiva pensando a quello che posso dire alla gente a mia discolpa nell’eventualità si dovesse scoprire il numero di uomini da me accontentati.. ma in realtà quella sensazione negativa che pesa sul mio cuore, sul mio petto..non va via!!! è la prima volta ke mi faccio del male fisicamente da sola.. non è bello ke accada, io devo volermi bene, xkè solo io posso volermi bene così tanto e solo io posso aiutarmi! nessun’altro.. ma xkè così bella, desiderata, amata, apprezzata e stimata io devo andare ad elemosinare le attenzioni di uomini che non mi meritano?? solo x avere il mio momento di sensazione di potenza? Dio.. hai creato l’uomo così complesso nel suo corpo.. ma la mente è realmente un buco nero.. rischio di essere risucchiata nel buco nero della mia mente!

L’AMORE NELLE CHAT

“In una rete le connessioni avvengono su richiesta e possono essere interrotte a proprio piacimento. Una relazione “indesiderata ma indissolubile” è esattamente ciò che rende il termine “relazione” così infido. Una “connessione indesiderata”, per contro è un ossimoro: le connessioni possono essere e sono interrotte ben prima che iniziano a diventare invise. … A differenza delle “relazioni vere”, le “relazioni virtuali” sono facili da instaurare e altrettanto facili da troncare… “Puoi sempre premere il pulsante ‘cancella’” Baumann – L’amore liquido – Editori Laterza

 

Potremmo definire l’amore che nasce nelle chat come un amore che nasce fra anime. In una società reale che in tutti i suoi aspetti è basata sull’apparire, su internet si può essere, inteso come essere nell’immagine interiore che vogliamo comunicare agli altri.

Gli stessi uomini recuperano la propria anima emotiva e affettiva, di cui hanno ritrosia a mostrare nella vita reale, rendendola palese nella chat.

Sia nel versante femminile che in quello maschile, l’anima ha il sopravvento nella vita virtuale a differenza di quella reale.

Paradossalmente nelle chat ci si mostra con una maggiore autenticità rispetto alla vita reale, si ha meno pudore, meno inibizioni, si è più se stessi, ma si è anche quello che si vorrebbe essere. Ritorna quindi un’analogia con la vita reale, dove si oscilla sempre fra l’essere e l’apparire, con il forte predominio dell’apparire.

Nel web e nelle chat si ricercano affinità elettive, ci si confronta con quelli che si ritiene essere i propri simili dal punto di vista degli interessi, emozioni, passioni.

Quante di queste affinità che crediamo di riscontrare nell’altro o negli altri non sono, come nella vita reale, proiezioni della nostra anima ?

Cosa succede quando l’incontro sul web si trasforma in un incontro nella vita reale.

Tre possibili scenari:

Se le due anime si sono rivelate nella loro sincerità sul web, sopravvivono alla fisicità dell’incontro. Se anche l’immagine fisica delude, l’intesa fra anime consolidata sul web riesce a reggere la delusione e getta le basi per una progettualità relazione nella vita reale che non necessariamente sfocia in amore.

Se le due anime non sono state sincere sul web, è subentrato il gioco reciproco delle proiezioni, dell’apparire dell’anima rispetto al suo essere, non si sopravvive all’incontro reale e il castello incantato dell’attesa dell’incontro si frantuma come un castello di sabbia. Non si regge alla delusione che l’altro non è come avremmo voluto che fosse. Non si dimostra neanche quella tolleranza verso l’alterità che si ha normalmente nella vita reale.

Il terzo scenario è l’ incontro con l’anima nera. Infatti, la stessa anima che seduce può procurare dolore . Infatti, quest’anima può anche essere nera con tutto il suo corollario di perversione, malvagità, sofferenza. E quest’anima nera è la più difficile da cogliere nelle chat, è il lupo che si traveste da agnello, è l’anima che ci fa innamorare per poi terribilmente deluderci. E’ l’anima che con un colpo di mouse ci cancella dai suoi contatti. Nei casi estremi è l’anima del pervertito, del pedofilo, dello stupratore.

Ci si ritrova sulla chat, la volta successiva, a non raccontare più un amore, ma un fallimento, un tradimento, un’amara delusione.

Come ovviare a ciò ? Con regole di buon senso.

Prestando particolare attenzione ai contatti in chat che s’instaurano durante periodi di particolare fragilità psicologica personale, quale in seguito a separazione, fine di una relazione, lutto e quant’altro.

Diffidando di un’immagine troppo perfetta che l’altro vuol fornire, consapevolmente o no.

Diffidando di un eccessivo entusiasmo che l’altro mostra nei vostri confronti, consapevolmente o meno.

Soprattutto non lasciando trascorrere eccessivo tempo fra l’incontro in chat e quello nella vita reale e nel momento in cui si decide d’incontrarsi chiedere preventivamente, anche se può sembrare poco elegante, i dati anagrafici dell’altro se non sono già stati oggetto di scambio.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email: cavalierer@iltuopsicologo.it

 

TESTIMONIANZE

 

MAI PIU’ UN INCONTRO IN CHAT

stella Età: 40 Argomento: salve,sono una donna di 40 anni,vorrei raccontare la mia delusione,dopo aver chattato,per la prima volta,e subito l’unico incontro fatto.premetto che non avevo mai chattato..e il mio scopo era solo di fare qualche chiacchera e basta!ho incontroto quest’uomo,convinta che avesse 46..anni,divorziato..ed abita a 100 km di distanta,ci siamo scritti,telefonati…e per tanto tempo..mi ha corteggiata come non mai….(io ingenua). sembravamo fatti l\’uno per l\’altro..una voce bellissima…insistendo per incontrarci..con il suo modo di fare signorile,educato,da vero gentilmen..mi aveva conquistato per telefono.ci eravamo scambiati le foto….non era neppure un gran chè… arriva il mom dell’incontro…non è stato un colpo di fulmine…e sembrava anche più vecchio della sua età.ho pensato che li portasse male..ma ero rimasta atratta dal suo modo,dolce,tenero…sapevo tante cose di lui..e io mi sono aperta come non mai…(cosa mai fatta prima..sono molto razionle e diffidente…) dopo il primo incontro,c’è ne sono stati altri….dopo 2 settimana, mi aveva detto,che si stava innamorando di me…per lui ero bellissima…aveva già progettato le ns. vacanze..invernali..estive.. io cosa ho fatto..mi sono lasciata trascinare e coinvolgere..come una vera stupida!!da quest\’uomo fantastico…. che sinceramente..non ricordo..da secoli,di aver mai vissuto una passione simile… una sera siamo fini a letto….quasi un gg.intero,tra tenerezze,parole dolce,risate…è stato bellissimo,x entrambe..anche se per lui un po meno…poi vi dirò perchè.. poi mi ha raccontato dell\’età….che era più grande..ne aveva 50..e si vergognava di dirmelo…vabbè..non mi sono arrabbitata.. nel ns, primo rapporto intimo,non so se per l\’imbarazzo, o altro…aveva una sorta di ansia da prestazione…..io, per sdrammattizare..ci ho riso sopra..facendo qualche battuta..che poi mi sono resa conto che l\’ha vissuta male…. cosi,il gg. dopo….mi ha detto che non era adatta a lui..e lo avevo offeso…e che lui non poteva passare un gg.a letto…per lui ,il sesso era importante…fino ad un certo punto….ma era più importante il legame mentale… io ci sono rimasta malissimo..gli ho kiesto scusa,che non volevo ferirlo….e ceh mi dispiaceva. dopo 2 gg.,mi ha detto che non poteva stare senza di me… ci siamo rivisti dopo una settimana..chiamandomi tutti i gg.secondo lui eravamo unaa coppia..avevamo già deciso,che il week dopo sarei andata da lui…perchè era molto isistente..sempre in tutto… ci siamo rivisti..sempre da me..e per voglia sua siamo fini a letto..per poche ore…è stato bellissimo..tutto naurale…dolce..una gioia infinita.. ero felice..di aver consciuto questo uomo… mi ha detto ke un rapporto cosi ,non li capitava da 10 anni..e io gli ho dato una battuta della,serie..hai battutto il tuo record..poi siamo usciti ,e abbiamo passato una bellissima gg. il gg dopo…non mi ha chiamata, lo cerco io…era distaccato e freddo….dava colpa alla stanchezza del lavoro..ma io sentivo ,che c \’era dell\’altro… abbiamo parlato, un po..e lui ,come fa sempre..si lamentava..del viaggio,della pioggia…di me..che con il sesso lo sfinisco(che no è vero…sono una persona normale..e se due si vedono una volta alla settimana,mi sembra normale…..) insomma è stato poco carino..ed io sono rimasta delusa..e la conversazione è finita..con freddezza.. sapevo che aveva problemi…che andava da un psicologa..per capire perchè aveva avuto tutte queste relazioni fallimentari,una dietro l altra,compresa il matrimonio..la dott.gli aveva detto…che doveva stare solo…e affrontare le sue relazioni in maniera meno superficiale… ed aveva poca autostima di se..infatti,quando gli facevo complimenti..lui non voleva,perchè diceva che erano..falsi.. va bè..io in preda al dispiacere..gli ho mandato un sms, dove dicevo che non doveva più cercarmi..e che doveva farsi curare…ed altre cattiverie… mi sono sentita usata..dopo tutto quello che ho fatto… il gg. dopo gli ho scritto una email..di noi..come avevo visutto questa relazione..che è stato lui ,ha trascinarmi in questo vortice…facendomi credere…che era felice con me….appagato…la donna x lui…sembrava innamorato..) ci simao sentiti x telefono..mi ha detto che non era la donna per lui..ke che con mè soffriva d\’ansia da prestazione… per lui il sesso non era importante….e per me si…e lui…ritiene più importante il mentale..per mè ,è tutta una miscela di cose..avevamo gli stessi interessi,sport..buona conversazione….intelligenza.. io non sono fissata con il sesso,è una cosa naturale..per due persone.. comunque,la mia considerazione..è lui ha voluto fare tutto in fretta, è partito in quarta con mè..ed io gli sono andata dietro…anche se ero diffidente..però ho vissuto questa breve relazione…. da sogno..e se devo essere sincera..ci avevo creduto e sperato tanto. lui , è una persona abiutata a chattare e fare incontri..però dopo aver preso un battosta da una donna, dopo 3 anni..era sfiduciato…. ora rimango con la mia delusione e con tanto amaro in bocca..per essere stata una delle tante stupide…lasciatami condizionare da un incontro in chat..che mai farò più!!

AMORE CONOSCIUTO IN CHAT

HO LETTO LE VARIE STORIE E MI SENTO IN DOVERE DI RACCONTARE ANCHE LA MIA.SONO UNA DONNA ,CHE FINO AD UN ANNO FA,CREDEVA DI AVERE TUTTO CIO CHE UNA DONNA HA BISOGNO ,AMORE, DOLCEZZA ,RISPETTO ECC ECC
EBBENE TUTTO QUESTO MI SONO ACCORTA CHE MI MANCAVA NEL MOMENTO IN CUI PER CASO HO CONOSCIUTO UN UOMO, ALL’INIZIO IL NOSTRO ERA UN RAPPORTO DI AMICIZIA
MOLTO BELLO. LA SUA PRESENZA ERA FREQUENTE ,CI PARLAVAMO TUTTI I GIORNI , NEI MODI CONCESSI ,VISTO CHE ERAVAMO A 100 KM DISTANTE,
UN GIORNO,NON LO DIMENTICHERO MAI, MI FECE CAPIRE COSA PROVAVA PER ME ATTRAVERSO UNA CANZONE , LA COSA MI HA LASCIATA MOLTO LUSINGATA E FELICE .LUI NON HA AVUTO PROBLEMI A DIRMI QUANTO MI AMASSE IO HO VOLUTO AVERNE LA CERTEZZA DI AMARLO DAVVERO PRIMA DI PRONUNCIARE UNA PAROLA COSI IMPORTANTE, RICCA E TANTO TANTO IMPORTANTE. CI SIAMO INCONTRATI ,A LUI TREMVANO LE MANI ERA MOLTO EMOZIONATO NEL VEDERMI ,FINO A QUEL MOMENTO CI ERAVAMO VISTI SOLO ATTRAVERSO UNA WEB CAM IN CHAT……. DA QUEL MOMENTO IO HO AVUTO LA CERTEZZA CHE QUELLO CHE PROVAVO ERA AMORE E HO PRONUNCIATO LA FAMOSA PAROLA”TI AMO”
LUI MI FACEVA STARE BENE , MI FACEVA SENTIRE SICURO , PROTETTA ERO TUTTO PER LUI ,ALMENO COSI DICEVA. IO GLI HO CREDUTO , HO DATO ANIMA E CORPO CUORE , SENTIMENTI ,TUTTO . LUI GRADIVA MOLTO TUTTO QUESTO E DICEVA CHE LO RENDEVO L UOMO PIU FELICE E FORTUNATO DEL MONDO , MI RINGRAZIAVA DI ESISTERE E NON IMMAGINATE QUANTO POSSA GRATIFICARE QUESTO.TUTTO è CAMBIATO NEL MOMENTO IN CUI IO GLI POSI UNA DOMANDA……è STATO SESSO O AMORE??? QUESTA è LA DOMANDA, LA SUA RISPOSTA QUAL è STATA? SI è SENTITO OFFESO ,NESSUNA DONNA LO AVEVA FATTO SENTIRE COSI UMILIATO .AMMETTO DI AVER SBAGLIATO ,NON DOVEVO AVERE DUBBI MA LA MIA ERA SOLO UNA DOMANDA DI UNA PERSONA INNAMORATA ALLA RICERCA DI ULTERIORI CONFERME. L ‘ HO CERCATO TANTISSIMO , SI è NEGATO A ME ….FINALE DELLA FAVOLA? SPARITO ,NON HO PIU LA POSSIBILITà DI SAPERE NULLA DI LUI ,SE STA BENE NIENTE NON MI è CONCESSO SAPERE PIU NULLA DI LUI , PRATICAMENTE MI HA CANCELLATA DALLA SUA VITA , DALLA SUA MENTE, COSA ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE PER ME , è SEMPRE VIVO NEI MIEI PENSIERI E SOPRATUTTO NEL MIO CUORE ,CONTINUERO A VIVERE CON LA SPERANZA UN GIORNO CHE POSSA PERDONARMI E CHISSA CERCARMI ….MA PERDONARMI PER COSA? …PER AVERLO AMATO ALLA FOLLIA? NON SAPEVO FOSSE REATO AMARE UNA PERSONA…….E LEGGENDO QUESTE STORIE HO CAPITO CHE ANCHE IO SONO AFFETTA DA QUESTA MALATTIA D AMORE…. UNA SOFFERENZA ATROCE!!!!!!

GRAZIE CHAT branx86 Età: 22 VARI FATTORI HANNO DATO LUOGO ALLA FINE DELLA MIA STORIA CON IL MIO EX. E COME SI SA DA SEMPRE GLI ERRORI PORTANO LE CONSEGUENZE DEGLI STESSI. ERA MOLTO GELOSO, POSSESSIVO E SOLO IL PIENO COMANDO DI ME GLI DAVA MODO DI SENTIRSI APPAGATO DALLA NOSTRA RELAZIONE. NON MI PERMETTEVA DI USCIRE, NE CON AMICI E NE TANTO MENO CON LA MIA FAMIGLIA. LUI LAVORAVA E IO DOVEVO STARE A CASA. BHE…VUOI CHE ERO MOLTO RAGAZZINA O VUOI CHE ERO MOLTO PRESA MI DICEVO SEMPRE “SE LUI DESIDERA COSI SARA GIUSTO COSI’ “… LO STARE A CASA MI PORTAVA MOLTO SPESSO A STARE AL PC E UN GIORNO FACENDO UNA RICERCA PER LA SCUOLA MI RITROVAI IN UNA COMMUNITY DOVE CONOBBI UNA RAGAZZO DI ROMA. LUI SI INFATUO’ DAVVERO TANTO DI ME… IO MI DESCRISSI COME AVREI TANTO VOLUTO ESSERE. DISSI CHE ERO SINGLE, CON UN BEL SORRISO (INVECE AVEVO L’APPARECCHIO) CHE AVEVO TANTISSIMI AMICI, CHE CANTAVO SPESSO AL KARAOKE (ASSOLUTA BUGIA PERKE AL MIO EX DAVA FASTIDIO CHE CANTASSI DAVANTI A TUTTI) E CHE MI PIACEVA TUTTO QUELLO CHE AVEVO. TUTTE BUGIE. NULLA DI VERO. ERA SOLO TUTTO QUELLO CHE AVREI VOLUTO MA CHE NON AVEVO. OVVIAMENTE DALLA CHAT PASSAMO AL SENTIRCI AL TEL. AVEVO UN ALTRO TEL CHE NASCONDEVO. MA IL GIORNO PRIMA DEL MIO COMPLEANNO DECISI DI PORTARMELO CON ME, ERA NELLA TASCA ESTERNA DELLA BORSA. QUELLA SERA ANDAI A CENARE A CASA DEL MIO EX. TRASCORREMO UNA BELLA SERATA ED ERO DAVVERO MOLTO SERENA CON LUI NONOSTANTE “IL TRADIMENTO”. INFILO’ DI NASCOSTO LE MANI NELLA MIA BORSA PER METTERMI IL REGALO PER IL COMPLEANNO CHE AVREI SCARTATO A CASA MIA A SORPRESA. MA LASORPRESA LA TROVO’ LUI. TROVO QUESTO TEL DOVE C’ERANO MESSAGGI DEL ROMANO… DOVE NON SI CONTENEVA NEL DESIDERO CHE PROVAVA DI CONOSCERMI E DI VEDERMI. NON CI LASCIAMMO…E NE TANTO MENO IMPARO’ A LASCIARMI UN PO PIULIBERA. CI SIAMO LASCIATI DOPO DUE ANNI ANCORA DALL’ACCADUTO….PERCHè FINALMENTE AVEVO CAPITO CHE QUELLE BUGIE CHE DICEVO AL ROMANO ERANO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE QUELLO CHE DA SEMPE DESIDERAVO E SOLO MENTENDO A LUI LO AVEVO CAPITO. LA CHAT..LE COMMUNITY…LA VITA VIRTUALE..UN RIFUGIO PER CHI NON HA IL CORAGGIO DI PRENDERE LA VITA A PIENE MANI E FARE E ESSERE SOLO CIO KE SI DESIDERA. GRAZIE ALLA CHAT IO HO CAPITO E HO CONOSCIUTO UNA NUOVA PERSONA: ME. PS. SONO PASSATI DUE ANNI ALLA FINE DI QUESTA STORIA. ORA SONO FELICEMENTE FIDANZATA CON UN RAGAZZO CONOSCIUTO SU MSN..UN AMICO DI UN AMICO CONOSCIUTO IN UNA COMMNUTY……GRAZIE CHAT!

elisea Età: 27 Sono una ragazza sensibile e molto passionale. ho conosciuto in chat un uomo il quale mi ha fatto perdere i sensi via cam. lui mipaceva io gli paicevo … provava interesse e a quanto pare mi aveva detto che voleva vedermi che si sentiva già trasportato cosi’ via cam,poi una sera abbiamo chattato un bel po’ via cam po ci siam sentiti e mi ha detto che non voleva piu’ correre, che dovevamo andarci piano e cauti, che non voleva legami e che lo aveva precisato da sempre ma che non voleva vedermi piu’ anche via chat spesso,di presenza non ci eravamo visti e ha detto al tel che era meglio cosi’ perchè ci saremo attaccati anocra di piu’ fisicamente e che voleva evitare legami,lui ha 40anni ed è un uomo dolcissimo pero’ ha paura delle conseguenze.quali? adesso io ho cancellato numero e tutto pero’ vivo con la speranza che si ricreda. potrebbe pentirsi e cercarmi? come devo comportarmi? perchè si comporta cosi?dice di essere interessato ..che gli piaccio perchè?a presto e grazie

TRADIMENTO IN CHAT fanny68 Età: 40 Salve ho 40 anni da 20 sposata e ho 2 figli, una ragazzadi 20 e un ragazzo di 17.Da bambina sono sempre stata iper protetta dai miei perchè avendo avuto problemi di salute fin dalla nascita avevano paura per me e mi consideravano una bambina debole…sono rimasta incinta del primo figlio prima del matrimonio, nella famiglia di mio marito ho trovato molta ostilità nei miei confronti…io credo perchè provengo da una famiglia di origini umili e non benestanti. credevo che mio marito mi amasse ma 4 anni fà ho scoperto che si sentiva a telefono con una ragazza conosciuta in chat molto più giovane di me… in pratica una studentessa universitaria…da lì non sono più stata bene….una insicurezza angosciante mi prende dentro… mi sento brutta nonostante ancora qualcuno mi guarda, tremo quando devo scrivere in presenza di qualcuno,( questo mi turba molto perchè lavoro in ufficio) e ho una paura incredibile dirimanere sola, di essere abbandonata, tra lui e la studentessa non è andataoltre le telefonate perchè io li ho scoperti, la domanda che mi faccio dentroè..che cosa sarebbe successo se non li avrei scoperti? ora ho tanta voglia diritrovare la mia serenità e la mia allegria di un tempo.. sono triste piango enon riesco più ad essere sicura in mezzo alle persone. Non so se il mio sentimento verso di mio marito è amore…sicuramente tanta rabbia, vorrei che anche lui provasse il dolore fitto che da 4 anni provo nelcuore.Aiutatemi vi prego….

COMMENTI ALL’ARTICOLO

e molto veritiero,é capitato anche a me di essere invitato in chat poco chiare,ho anche ricevuto inviti,ma siccome non sono nato ieri e non sono in cerca di avventure,ho sempre rifiutato,il massimo che ho fatto e che faró scambiare chiacchere amichevoli e nelle possibilitá incontrare gli amici del web,un caffé e 4 CHIACCHERE sono sempre le ben venute

io lo dico sempre non é detto che sia oro quel che luccica,quanti omoni pieni di coraggio ho conosciuto in internet,ma lo sono a parole scritte e certi le negano pure

è vero…….è facile dipingersi re a kavallo…..ed invece si è principi a piedi………..

cmq è stupido farsi troopo belli, le bugie hanno le gambe corte, se ad una persona piaci le devi piacere per come sei

certo….anke se : kuando devi vendere mostri sempre la parte migliore della merce…….

si, però non bisogna esagerare 🙂 io non ho conosciuto di persona molte persone che avevo virtualmente conosciute via web, ma sono rimasto molto soddisafatto dell’incontro reale. che sia fortuna o saper scegliere ? mah…

bhè…..dipende ki era la persona….komunkue il più delle volte TUTTI siamo portati a mostrare il lato migliore di noi…..

certo, ma un conto è mostrare i nostri lati migliori, diverso è inventarli 🙂 io non dico di essere un campione di nuoto, un figaccione della madonna, dico quello che sono e vedo che piaccio lo stesso, credo che la gente apprezzi la sincerità.

ciao doc, personalmente ho trovato una persona che era come si era descritta . mi è piaciuta dentro e fuori

Perche rovinarsi mostrandosi, quando l’immaginazione ti permette di sognare?

dipende da cosa cerchi, se poi vuoi portare la relazione nel campo reale….

Distinguendo determinate conoscenze che, possono avvenire grazie a questo tecnologico sistema di comunicazione individuale, quando si deve ri/cercare, uno specchio dell’anima personale, che dietro un’anonimato ti permette di arrampicarti con la fantasia sullo specchio, allora confondi te stesso, dimostrando il tuo essere non coerente, con l’ambiguità che più o meno elevata c’è in ognuno di noi; Poi a mio giudizio, ci sono persone che, in determinati fattori, sanno essere coerenti con ciò che di loro fanno conoscere, eroici sia nei sentimenti che nei fatti,( e Tu sei uno di questi) vivendo la normalità del quotidiano, con l’eleganza della coerenza, racconti in un modo speciale, le tue esperienze di vita che, nonostante nei loro riccordi ti fanno, soffrire, non ti permettono di arrenderti, alle prepotenze che accadono, è affronti anche a rischio di esserne sconfitto, la responsabilità che, la Tua coerenze idealizzata, nell’aiuto dei più deboli, si impone sopra tutto è tutti; I particolarismi che nel poco conosciuto, fanno da contorno alla Tua figura, sono normalità del vivere, la tua capacità di ironia, la tua quotidianeità, rimangono in penombra, personalismi di cui Tu solo ne puoi essere il divulgatore.

mentre chi si presenta come, mito raffigurante di altrui miti, per apparire ciò che nella realtà, non si ha il coraggio di essere, e meglio che rimanga nascosto dall’anonimato, che permette il virtuale conoscersi, far sognare l’immaginario, per non provocare incubi nel reale.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

INNAMORARSI DI UN PROFESSORE

Per la prima volta in vita mia o paura di quello che mi attende ho ventitue anni e quando mi dicono ma sei giovane! Mi sembra una minaccia, ho il pianto facile ultimamente e sto sempre da sola questo mi dispiace ma poi quando sto con gli altri mi viene voglia di stare dasola. Studio arte e sono molto autocritica, sento il peso di tutto quello che mi spetta, ma soprattutto non posso fare affidamento su nessuno neanche sui miei genitori.
Non sono sempre stata cosi, ma ho avuto una brutta relazione con un nuomo e mi è crollato tutto quello in qui credevo, arte, vita,avventure la mia parola d’ordine era faccio quello che mi pare… ora sono un mollusco o un cane che si lecca le ferite ma forse queste ferite le ho sempre avute.
LUi è il mio professore d’arte, ha 51 anni e sta con una donna da 12 l’anno scorso appena lo vidi me ne innamorai, non esisteva nienete al mondo come lui per una nno ho fatto finta di niente poi quando è finita la scuola ci siamo incontrati per parlare di un lavoro, io ero rassegnata stavo quasi bene, poi lui dopo pranzo mi porta a casa sua a prendere un caffè ma è finita che si è girato e ci siamo abbracciati tremanti, non ci siamo staccati tutta l’estate, siamo stati una settimana in un paese a fare una scultura e lei sospettava,io ho cominciato a soffrire, perchè innamorata sentivo l’impossibilità di questa storia cosi un giorno a fine settembere- ottobre decido di troncare gli accenno il discorso al telefono e lui si agita e forse lei ha notato un suo comportamento strano ed è andata a vedere nel telefonino le chiamate e i messaggi, mi conosce perchè insegna anche lei in accademia,è successo un putiferio, non so cosa è successo in casa loro ma io sono quasi diventata pazza, non ci siamo visti per molto tempo lui ogni tanto mi chiamava ma lei controllava il telefono e io non capivo che stava succedendo, un giorno ci vediamo per fare il punto della situazione e si rompe qualcosa in me, io quel giorno sono morta, lui mi ha detto cosa era successo, che ora lo controlla qualsiasi cosa fa e io mi sono sentita usata e presa in giro mi sentivo come se lui avesse fatto di me una sostituta per tutto quello che in effetti non va più con lei un giocattolo, non ho avuto forze di chiamarlo e vederlo per un bel pezzo ho cominciato a non credere in niente perchè di lui ero cosi sicura che avrei messo la mano sul fuoco…inizialmente pensavo ma sarà che un umo cosi grande si possa innamorare di una piccola come me? eppure io ho sentito che lo era e credo che lo sia
ora è iniziata la scuola e ci rivediamo, a volte andiamo a pranzo in sieme e ci scambiamo tenerezze come prima ma più trattenuti, come fa a voler passare ancora del tepo con me dopo quello che è successo? perchè?
Quello che non mi fa dormire la notte è l’idea di quello che pensa lui, che vuole da me? fa il geloso dice che gli manco che vule vedermi che ha bisogno di me, che lo devo aspettare ha detto che devo essere paziente … Ma si torna a casa sempre dalla mamma, che comportamento è questo? quel giorno maledetto gli chiesi ma che rapporto hai con lei ormai è più lavorativo che amoroso, ci siamo voluti bene a volte ce ne vogliamo ancora ma è stanco… Che vuol dire qusta frase? e che vul dire ti stavo aspettando? per fare che?
Non mi aspetto niente mi fa quasi schifo eppure sono un’altra volta rassegnata, da lontano e in silenzio lo amerò ma voglio capire, e vorrei che qualcuno mi aiutasse in questo, ho cercato di inlustrare al meglio quello che è successo, io provabilmente non ho abbastanza lucidità forse è più semplice di quello che sembra Se queste righe sono state lette ringrazio

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Gentile Dr. Cavaliere
Le mando questa e-mail perchè mi trovo in um momento particolarmente difficile della mia vita.
La mia storia è molto complessa e in parte anche molto difficile da sostenere.Sono una ragazza di 22 anni e da tempo (circa 5 anni) soffro fortemente per un’amore “forse” non corrisposto,e a breve le farò capire cosa intendo per forse.
Tutto è nato ai tempi di scuola in quanto la persona in questione è un mio ex docente di liceo,tutto cominciò senza un vero e proprio perchè,dentro di me sentivo il nascere di un qualcosa,ma faticavo ad accettarlo,in quanto l’età che ci divide può bastare a far sconvolgere oltre che l’animo la mente.Questi 43 anni di differenza non mi pesano al livello anagrafico,non ho mai badato a questo,o meglio il mio animo mi impedisce di farlo,ma ciò che mi tormenta è il sapere di non poter realizzare in alcun modo una vita al suo fianco.
Il tempo trascorreva e il tormento dentro di me saliva,ripensavo e penso tutt’ora alla sua vita,ai suoi figli anche più grandi di me,al fatto che è rimasto vedovo e che probabilmente è legato ancora a sua moglie,chissà…
Dopo terminati gli studi ebbi finalmente dentro di me quella spinta e quel coraggio che mi permisero di confidargli questo mio peso,tra di noi c’è sempre stato un buon rapporto anche nei periodi scolastici,ma per non rovinare questo rapporto,o per non cadere nella banalità,aspettai il momento giusto per dare voce a me stessa,e cosi fu.Con una lettera ben precisa,e forse non molto poetica affidai nelle sue mani il mio animo.Sapevo bene a cosa sarei andata incontro,in quanto è sempre stato una persona molto corretta e scrupolosa,ma non immaginavo che le cose avrebbero preso questa piega.Dopo qualche giorno ci incontrammo e cosi fu il momento per me di una morte lenta e interiore,ricordo ancora a distanza di qualche anno le sue parole,quelle parole che mi misero davanti ad una realtà ben definita.Con parole molto cordiali mi fece capire che il sentimento che provo è certamente qualcosa di bello,ma che dovrei cercare di vederlo sotto una luce diversa,e che può essere presente nella mia vita solo come una sorta di amico.Senza avere nemmeno la forza di replicare gli diedi la mano e me andai,avrei voluto dirgli mille cose,che ancora non ho detto e che sono chiuse dentro di me.Quanto tempo è passato,ma nonostante tutto continuo a cercarlo,quando mi è possibile gli invio qualche lettera e nei momenti di maggior necessità una telefonata accompagna quei momenti.Ma queste vicinanze sono solo da parte mia,lui non ha mai risposto ad una lettera ne mai ha fatto una telefonata,e questo mi fa capire da un lato che soffro inutilmente.Da un altro lato però,e mi ricollego al “forse” di prima,nei momenti di incontro o quando c’è la possibilità di parlare,sembra interessato,affabile e desideroso di novità.Quando capita ad esempio che ci troviamo in mezzo ad altre persone,e non c’è la possibilità di interlocuire,i suoi occhi cercano sempre di seguirmi,mi osservano i modo costante.E questo è uno dei motivi che non mi fa stare in pace,come poter capire se davvero conto qualcosa per lui,ebbene un tormento che genera tormento.Di tutto questo non è facile parlarne con le persone anche più vicine,perchè si tende sempre a giudicare da un lato esterno,e non riesce a cogliere il fondo del pensiero,si verrebbe cosi presto giudicati.Ma cosa cerchi da lui,cosa mai ti potrebbe dare,ha già vissuto la sua vita,hai tutto alle spalle,e tu invece hai tutto davanti a te,una vita da costruire.Queste quasi certamente sono le parole che mi sentirei dire se cercassi di confidare questo mio stato d’animo,perciò tendo a chiudermi in me stessa.Vivo in un piccolo paese,qui per spostarsi si deve avere per forza la macchina altrimenti non si va da nessuna parte,e da qualche tempo ho iniziato gli studi universitari,ma per me sta diventando davvero complicato gestire gli studi,in quanto la mia concentrazione si sposta,e perciò appena mi reco in città,non riesco a rimanerci più di qualche giorno,e subito faccio il biglietto per tornare a casa,perchè sto male al pensiero di questa lunga distanza che mi divide da ciò che ho dentro.
Ho cercato anche nei periodi di maggior sconforto di rifarmi una vita,di cercare nuovi stimoli ed interessi,ma senza risultati,ho frequentato giovani della mia età,ho avuto un rapporto con un ragazzo finito però male,in quanto per me era solo considerato come una valvola di sfogo,mi dava fastidio sentire le carezze,o quelle strette fatte mentre si camminava,o ancor peggio i baci dati da chi non si ama,non me la sentivo più di mettere in mezzo i sentimenti altrui,e cosi tra le varie litigate e le gironate passate senza dirsi nulla,decidetti di tagliare corto,in quanto capivo bene che sarebbe stato tutto vano.E perciò ho deciso da quel giorno di non cercare più un qualcosa che non faceva parte di me.Questa storia come ho già detto è cosi tumultuosa,che non è facile spiegare tutte le sue sfumature in una mail,perciò cerco di concludere.
Vorrei poter capire fino in fondo l’animo di chi mi porto dentro,ed è davvero cosi sbagliato seguire i propri istinti? quando si cerca solo di far capire a chi si vorrebbe,che non si cerca nulla in cambio,ma solo una maggiore vicinanza.
La ringrazio per l’attenzione
Cordiali saluti

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

INNAMORARSI DI UN SACERDOTE

“Eloisa è devota, la sua intenzione di voler seguire Abelardo perfino all’inferno non significa che Abelardo sia il suo Dio, che tra Dio e Abelardo sceglierebbe Abelardo, ma che non può essere un vero Dio chi cercasse di separarla da Abelardo per un voto monastico” Karl Jaspers 

 

TESTIMONIANZA

tonia Età: 36 Mi sono innamorata perdutamente di un sacerdote, tre anni fa.
Per quanto io abbia cercato di razionalizzare, dimenticare, deridere, ridicolizzare e poi esaltarlo, crogiolarmi nel suo pensiero, rinventarlo come padre ecc, quell’amore non si esaurisce ma continua, cresce ferisce,vive e non se ne può parlare, non riesco a trovare aiuto…
Lui stesso mi ha svergognata cacciandomi, ma nemmeno quell’insulto, quella ferita lacerante sono riusciti a togliermelo di dosso.Ho cercato rifugio nella fede e poi l’ho perduta, l’ho confesato ad altri sacerdoti che mi hanno solo saputo dire “Prega”.
Quando lo vedo tremo come una ragazzina alla vista del suo primo amore,il mio primo e l’ultimo pensiero sono lui, nonostante io veda i suoi difetti,la sua spocchia,l’anti prete per eccelenza,il parroco che non vorrei perchè distante dai problemi di tutti…
Eppure nulla,la mia vita si tinge di fosco,non provo più gioia per niente,lo vedo dove non c’è,lo vorrei dove non può essere. Provare a parlargli è il timore tremendo di un suo nuovo rifiuto, quando mi vede scappa ancora come un topo nonostante siano passati anni da quando mi trattò come una rognosa senza darmi spazio per aprir bocca,per spiegare …
Eppure io desidero solo un suo abbraccio, sogno il suo contatto,vivo per la sua immagine…
E non c’è notte,nessuna notte che io non lo sogni…
E’solo un vago riassunto di un Calvario che dura da troppo, troppo per essere normale…

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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