SINDROME D’ALIENAZIONE PARENTALE?
Cos’è la sindrome d’alienazione parentale?
Si chiama sindrome d’alienazione parentale, spesso abbreviando in PAS, non è riconosciuta ufficialmente dalla comunità scientifica eppure può giocare un ruolo importante nelle cause di affidamento. Scopriamo di cosa si tratta esattamente
Cos’è la sindrome d’alienazione parentale
La sindrome da alienazione genitoriale (o PAS, dall’acronimo di Parental Alienation Syndrome) è una dinamica relazionale patologica elaborata dallo psichiatra statunitense Richard Gardner, anche se non è riconosciuta come vera e propria sindrome patologica dalla comunità scientifica e legale.
Gardner, teorico di tale sindrome, formula la PAS come un disturbo che origina nella fase conflittuale di definizione della custodia dei figli e descrive in dettaglio le fasi (lieve, moderato, grave) dell’alienazione operata su di un bambino da un genitore contro l’altro, e le tre tipologie di genitore alienante. Il genitore alienante sarebbe, secondo Gardner, un genitore patologico, e nella PAS che opera una sorta di lavaggio del cervello che porterebbe i figli a perdere il contatto con la realtà degli affetti, e a esibire astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l’altro genitore (genitore cosiddetto «alienato»).
Proposta di legge contro l’alienazione parentale
Le tecniche di «programmazione» del genitore «alienante» comprenderebbero l’uso di espressioni denigratorie riferite all’altro genitore, false accuse di trascuratezza nei confronti del figlio, violenza o abuso (nei casi peggiori, anche abuso sessuale), la costruzione di una «realtà virtuale familiare» di terrore e vessazione che genererebbe, nei figli, profondi sentimenti di paura, diffidenza e odio verso il genitore «alienato».
I figli, quindi, si alleerebbero con il genitore «sofferente»; si mostrerebbero come contagiati da tale sofferenza e inizierebbero ad appoggiare la visione del genitore «alienante», esprimendo ― in modo apparentemente autonomo ― astio, disprezzo e denigrazione verso il genitore «alienato».
Gardner sosteneva che tale «programmazione» distruggerebbe la relazione fra figli e genitore «alienato» perché i primi giungerebbero a rifiutare qualunque contatto, anche solamente telefonico, con quest’ultimo. Naturalmente perché si possa parlare di PAS è necessario che detti sentimenti di astio, disprezzo o rifiuto non siano giustificati, giustificabili, o rintracciabili in reali mancanze, trascuratezze o addirittura violenze del genitore «alienato».
I sintomi della PAS nel minore
La teoria di Gardner suggerisce di basare la diagnosi di PAS sull’osservazione diotto presunti sintomi primari nel minore.
- CAMPAGNA DI DENIGRAZIONE –nella quale il bambino mima e scimmiotta i messaggi di disprezzo del genitore «alienante» verso quello «alienato». In una situazione normale ciascun genitore non permette che il bambino esibisca mancanza di rispetto e diffami l’altro. Nella PAS, invece, il genitore «alienante» non mette in discussione tale mancanza di rispetto, ma può addirittura arrivare a incoraggiarla;
- RAZIONALIZZAZIONE DEBOLE DELL’ASTIO – per cui il bambino spiega le ragioni del suo disagio nel rapporto con il genitore alienato con motivazioni illogiche, insensate o, anche, solamente superficiali (esempi citati, «Alza sempre la voce quando mi dice di lavarmi i denti», oppure «Mi dice sempre “Non interrompere!”»);
- MANCANZA DI AMBIVALENZA – per la quale il genitore rifiutato è descritto dal bambino come «completamente negativo» laddove l’altro è visto come «completamente positivo»;
- FENOMENO DEL PENSATORE INDIPENDENTE –indica la determinazione del bambino ad affermare di essere una persona che sa ragionare senza influenze e di aver elaborato da solo i termini della campagna di denigrazione senza input del genitore «alienante»;
- APPOGGIO AUTOMATICO AL GENITORE ALIENANTE –è una presa di posizione del bambino sempre e solo a favore del genitore «alienante», qualsiasi genere di conflitto venga a crearsi;
- ASSENZA DI SENSO DI COLPA – per il quale tutte le espressioni di disprezzo nei confronti del genitore «alienato» trovino giustificazione nel fatto di essere meritate, sorta di «giusta punizione»;
- ESPRESSIONI VERBALI E NON VERBALI MUTUATE – ovvero affermazioni che non possono ragionevolmente provenire direttamente dal bambino, quali ad esempio l’uso di frasi, parole, espressioni o la citazione di situazioni normalmente non patrimonio di un bambino di quell’età per descrivere le colpe del genitore escluso;
- ESTENSIONE DELLE OSTILITA’ ALLA FAMIGLIA ALLARGATA DEL GENITORE RIFIUTATO, che coinvolge, nell’alienazione, la famiglia, gli amici e lenuove relazioni affettive del genitore rifiutato.
Richard Gardner è del parere che la PAS sarebbe una vera e propria forma di violenza che può far insorgere, sia nel presente sia nella vita futura dei minori coinvolti, sintomi psicopatologici quali:
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Esame di realtà alterato;
• Narcisismo;
• Indebolimento della capacità di provare simpatia ed empatia;
• mancanza di rispetto per l’autorità intesa in senso lato (non solo i genitori);
• Paranoia;
• Psicopatologie legate all’identità di genere;
Ai fini della comprensione della PAS non bisogna dimenticare che esistono due modalità diverse di essere coppia: la “coppia coniugale” e la “coppia genitoriale”. Il “conflitto coniugale”, quindi, non necessariamente può (o deve) scatenare anche un “conflitto genitoriale”, ed eventuali contrasti fra le due entità potrebbero essere affrontati con il sostegno della mediazione familiare.
Nel contesto della separazione e/o del divorzio, i figli assumono spesso il ruolo di “strumenti di combattimento” in una guerra di coppia che individua un genitore nel ruolo della vittima, e il genitore soccombente nel ruolo del carnefice violento e crudele. Ma alla fine le vere e proprie vittime di questa guerra sono proprio i figli, le vere vittime di tale sindrome.