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TEST SULLE “DONNE CHE AMANO TROPPO”

Di seguito sono state estrapolate 12 affermazioni dal libro della Psicologa americana Robin Noorwod “Donne che Amano Troppo” edito in Italia dalla Feltrinelli. In questa sede, tali affermazioni vengono utilizzate come test per individuare il possesso o meno delle caratteristiche della dipendenza affettiva
Leggete le affermazioni e segnate quelle in cui vi riconoscete,
  •  Poiché non eravate mai riusciti a cambiare i vostri genitori trasformandoli in persone calde e affettuose che desideravate, rispondete con troppa passione al tipo di partner emotivamente non disponibile che vi è familiare e che potete cercare di cambiare col vostro amore.
  •  Per il terrore dell’abbandono, fate qualsiasi cosa per impedire che la relazione finisca.
  •  Nulla è troppo faticoso, se potrà “aiutare” la persona che amate.
  •  Abituati alla mancanza di amore nei rapporti personali, siete disposti ad aspettare, sperare e continuare a sforzarvi di piacere.
  •  Siete disposti ad assumervi ben più del 50% di responsabilità, colpe e biasimo in una relazione
  •  La vostra autostima è pericolosamente bassa e, nel profondo di voi, siete convinte di non meritare di essere felici. Piuttosto, credete di dovervi guadagnare questo diritto.
  •  Poiché nell’infanzia non vi siete mai sentiti sicuri, avete bisogno disperato di controllare il vostro partner e la vostra relazione. Mascherate i vostri sforzi di controllare persone e situazioni con il pretesto di essere “soccorrevoli”.
  •  In una relazione siete più in contatto con il vostro sogno di “come potrebbe essere” che con la realtà dei fatti.
  •  Siete dediti al partner e alle sofferenze emotive come una droga.
  •  Essendo attratti da persone con problemi che hanno bisogno di essere risolti e lasciandovi coinvolgere in situazioni caotiche, incerte ed emotivamente penose, dimenticate le responsabilità che avete verso voi stessi.
  •  Forse avete una tendenza alla depressione che cercate di prevenire con l’eccitamento che viene da un rapporto sentimentale instabile.
  •  Non trovate attraenti le persone gentili, equilibrate “

Maggiore è il numero di affermazioni in cui vi siete riconosciute e maggiore è il grado della vostra dipendenza affettiva. Prenderne consapevolezza è il primo passo verso una possibile guarigione

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze via Skype o telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

GLI UOMINI “NARCISI” NON CAMBIANO

Il testo della canzone di Mia Martini “Gli uomini non cambiano” descrive, in maniera magistrale, gli uomini narcisi ed i loro comportamenti. Nella parte iniziale del testo viene descritto da dove nasce l’attaccamento a questa categoria di uomini: la possibile presenza di un padre narciso nell’infanzia.

Il testo della canzone non necessita di ulteriori chiarimenti

Sono stata anch’io bambina
Di mio padre innamorata
Per lui sbaglio sempre e sono
La sua figlia sgangherata
Ho provato a conquistarlo
E non ci sono mai riuscita
E ho lottato per cambiarlo
Ci vorrebbe un’altra vita
La pazienza delle donne incomincia a quell’età
Quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità
E ti perdi dentro a un cinema
A sognare di andar via
Con il primo che ti capita e che ti dice una bugia
Gli uomini non cambiano
Prima parlano d’amore
E poi ti lasciano da sola
Gli uomini ti cambiano
E tu piangi mille notti di perché
Invece, gli uomini ti uccidono
E con gli amici vanno a ridere di te
Piansi anch’io la prima volta
Stretta a un angolo e sconfitta
Lui faceva e non capiva
Perché stavo ferma e zitta
Ma ho scoperto con il tempo
E diventando un po’ più dura
Che se l’uomo in gruppo è più cattivo
Quando è solo ha più paura
Gli uomini non cambiano
Fanno i soldi per comprarti
E poi ti vendono la notte
Gli uomini non tornano
E ti danno tutto quello che non vuoi
Ma perché gli uomini che nascono
Sono figli delle donne
Ma non sono come noi
Amore, gli uomini che cambiano
Sono quasi un ideale che non c’è
Sono quelli innamorati come te

Dott. Roberto Cavaliere

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LA FERITA DEI NON AMATI

Vi sono persone che nel corso di tutta la vita, non riusciranno mai a pensare e tanto meno a dire: “Mia madre non mi ha amato”, oppure “Mio padre non mi ha voluto bene”, o ancora “Mia madre e mio padre non mi hanno voluto bene” o semplicemente: “Non sono amato”, anche se sentono che le cose stanno così. Una frase come questa, terribile, distruttiva, non può affiorare neppure nel silenzio di un dialogo interiore. Eppure, la sua fondamentale verità cerca incessantemente di esprimersi. Poiché la via più breve, quella della esplicita affermazione, le è preclusa, la vaga consapevolezza del proprio “essere non amato” si apre complicate vie d’uscita. Da persone psicologicamente “illuminate” quali siamo, raccontiamo forse senza inibizione che da bambini siamo stati lasciati soli in questa o quella occasione, che non siamo stati compresi, che i genitori erano troppo presi o malati, che rigidi principi religiosi li rendevano timorosi, che avevano nei nostri confronti pretese eccessive, che erano incapaci di interessarsi alle nostre particolari inclinazioni e così via. Di tanto in tanto cambiano gli argomenti con cui cerchiamo di spiegare il nostro fondamentale disagio e di liberarcene. Come povere anime alla ricerca della salvezza vaghiamo inquieti da una spiegazione all’altra. Tuttavia, la carica di energia è più forte di ciò che possono esprimere le parole. E così, proseguendo nel nostro tortuoso cammino, ci nascondiamo la chiara, semplice verità: “Non sono stato amato e continuo a non esserlo”. È una verità che vale anche per chi è stato amato troppo o nel modo sbagliato. La carenza d’amore si cela dietro molte maschere. Oppure cerchiamo di moderare la forza esplosiva di queste affermazioni filtrandole attraverso un gergo psicologico. Diciamo allora che siamo simbiotici, che soffriamo di frustrazioni risalenti alla prima infanzia, che manchiamo di empatia o che abbiamo una ferita narcisistica; ricorriamo cioè alla psicologia per eludere l’intenso dolore primordiale: “Mia madre non mi ha amato”, oppure: “Mio padre non mi ha amato”, “Mia madre e mio padre non mi hanno amato” o semplicemente: “non sono amato”. Con l’espressione “non amato” intendo la sensazione di non essere amato che c’è alla base dell’incapacità di vivere di una persona.

Tratto dal libro “Le Ferite dei non amati” edito da RED Edizioni

Dott. Roberto Cavaliere

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FINALMENTE E’ ANDATO VIA DALLA MIA TESTA E DAL MIO CUORE

TESTIMONIANZA DI UNA DONNA IN TERAPIA COL DOTTOR ROBERTO CAVALIERE

Oggi 25 giugno 2016

Sono passati quattro anni da quando ti ho incontrato, conosciuto, infatuata e presto da lì a poco innamorata. “Ossessione, mal d’amore,non ti vuol bene” continuava a ripetermi il mio analista, mia madre, le mie amiche.

  • “Lui non ti vuole, non ti merita, voleva divertirsi, non ci tiene, gli hai dato fastidio e ti ha eliminata, ci sei stato troppo addosso…”
  • “So tutto” rispondevo a tutte e questi ritornelli duravano da mesi.

Mi sono esaurita, ho pianto sono stata male ma a tutto oggi, sebbene non lo vedo da un anno e mezzo mi manca. Cosa poi? Non ho avuto una storia d’amore, non c’è stato quasi nulla se non rifiuti, scuse e bugie. Delirio: lui ritorna, qualsiasi oggetto mi fa pensare a lui, una frase, un viaggio, un numero come un film rivisto mille volte ritorna vivo alla mia mente.

“Che senso hai? Perché non lo riesco a dimenticare? Cosa vuoi da me Dio? A volte penso di impazzire, di non farcela più. Io non vorrei pensarlo, voglio dimenticare. Gli ansiolitici mi aiutano a star in uno stato motivo più tranquillo, ma non sono io”.

Il mio unico sogno è stare con lui. Sara’ vero poi? Perché devo continuare a soffrire la sua mancanza in questo modo?

“Mi va bene tutto tranne l’amore. Mi sono chiesta tante volte perché non mi sono data la possibilità di farmi amare e rispettare, perché non mi sono lasciata andare come faccio con altre persone che non mi interessano. Perché mi sono sentita impaurita, con lancinanti mal di stomaco appena ci salutavamo e dopo i suoi messaggi chiedevo consiglio al mondo prima di rispondergli. Perché non mi sono fidata di me stessa? Perché in quel momento non ho saputo organizzarmi e catapultarmi dall’unico uomo che ho amato?Perché non gli ho parlato chiaramente? Da donna di spessore quale sono? Perché non gli ho detto quello che pensavo sinceramente nel bene e nel male?”.

Avrei tanti buoni motivi per odiarlo, per eliminarlo dalla mia vita ma non ci riesco. Allora ti chiedo Signore tu l’hai messo nel mio cuore, tu lo devi togliere perché io non ce la faccio più.

Non posso più raccontarlo perché la gente considerata normale, che riesce a cambiare partner con la velocità dell’alternarsi del giorno e della notte, mi direbbe è troppo tempo che soffrire e soffri per il nulla.

Tutto vero ed esatto ma è così, devo accettare anche se è un continuo torturarmi. Spesso penso di non riuscire più a liberarmi da questa ossessione per non avermi dato la possibilità di vivereciò che era il mio sogno. La situazione mi è sfuggita di mano. Tante volte mi sono autosabotata. Lui mi cercava, mi messaggiava una sola volta al giorno e a me ciò non andava. Mi telefonava e non ero contenta. Mi corteggiava ma io pensavo che non era sufficiente. Poi la proposta del viaggio e della convivenza ed io non ho saputo dirgli di si. Un no dettato dalla paura, che mi è costato una malattia.

Quando io avevo capito di aver sbagliato tutto, lui mi ha bloccata. Tutto ciò che è seguito tra me e lui me lo sono cercato. Mi sono fatta male ma di brutto. Ho provato in tutti i modi a cercarlo, a fargli capire che per me era importante. Poi dopo mesi ci riuscivo ma lui scherzava ed io frustata me la prendevo. Un disastro. Incompatibilità, non lo so. So solo che a distanza di quattro anni non ho incontrato nessuno che me lo facesse dimenticare. Ora ho deciso di partire da me, di chiudere col mondo maschile perché vivo le storie con troppa ansia, facendo del male a chi alla fine non lo merita.

L’ansia, la sfiducia, la paura di innamorarmi sono stati i colpevoli del mio non aver vissuto la storia con te.

Forse anche tu vivevi quest’ emozioni, probabilmente anche tu hai assunto atteggiamenti di difesa nei miei confronti o solo perché non te n’è mai fregato nulla. Sta di fatto che non mi hai più dimostrato nulla.  I tuoi tre mesi di attenzioni nei miei confronti e i miei quattro anni di richiesta d’amore, di letture scelte per capire  come avrei potuto riconquistarti, mi insegnano che quando si ama e non si è corrisposti si è tristi da morire.

Penso a come sarebbe stato bello passeggiare, ballare, mangiare, praticare sport, dormire insieme, sorridere come è successo quelle rare volte che ci siamo viste: tre volte in un anno.

Da un po’ di tempo che non parlo più di te quasi a nessuno, tutti i miei link su fb, speravo che arrivassero direttamente al tuo cuore. Qualche volte è successo ma appena sei ritornato l’hai fatto dicendomi che non volevi impegni, che io mi buttavo addosso e che era colpa mia se ci vedevamo.

Ti avvicinavi e ti allontanavi per settimane senza scriver mai un ciao come stai? Il silenzio e il vuoto crescevano a dismisura ma continui ad essere nei  miei pensieri perché ancora mi accuso di non aver vissuto la nostra storia d’amore. Ma spiegami: come avrei potutovivere una storia serenamente con l’ansia che mi prendeva tutto il mio essere quando ti vedevo. Stavo male. Avrei dovuto farmi rispettare di più.

05/12/2019

Aprendo il computer e ritrovando questa pagina di diario mi sono accorta che tanta strada ho dovuto percorrere e finalmente dopo sette anni sei andato via dalla mia testa e dal mio cuore.

Buon natale Alessandra.

Dott. Roberto Cavaliere

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INCAPACITA’ D’AMARE

“Non sono sempre stato buono con lei, anzi, di solito ero un figlio di puttana. La amavo tanto e non sapevo cosa fare. Invece di darle ciò che sentivo, di colmarla di quell’amore aspro, me lo inghiottivo. E’ una cosa che non riesco ancora a capire: il suo amore mi arrivava senza problemi, il mio invece non fluiva verso di lei. Credo che il suo amore reprimesse il mio. Lei e il suo amore formavano una sostanza densa in cui il mio amore e io rimanevamo impantanati, allora diventavo una furia e lei non riusciva a capirlo. L’ho trattata male molte volte perché ero disperato ma l’amavo più della mia stessa vita e quando se n’è andata la mia vita si è spenta.
Quando ho saputo che l’avevo perduta per sempre sono impazzito. Prima che sia trascorso un secondo sarai morto centomila volte, dice un versetto del Corano e io ho dovuto viverlo. Non aveva smesso di amarmi ma il suo amore era malato e non sopportava la mia presenza. Ho visto tutto il dolore nei suoi occhi, tutti i miei tradimenti e le mie bugie, io ero la persona che si frapponeva tra lei e me, il rivale impossibile. Allora, quando ormai era troppo tardi, il mio amore è esploso, il suo amore malato non opponeva resistenza e il mio è andato dritto verso di lei ma lei ormai mi aveva chiuso le porte. E ho dovuto tenermi il mio amore e ci sono state gocce di sangue nel mio silenzio. Lei si è allontanata e io sono entrato nella cella frigorifera, il locale meno accogliente di tutti i manicomi, e non ne sono ancora uscito.” Efraim Medina Reyes

In questo significativo brano di un noto poeta è riassunta in maniera magistrale quella che è un incapacità d’amare o quella che tecnicamente viene chiamata philofobia (paura d’amare).

Questa incapacità d’amare potrebbe assume anche la forma di quello che definisco attacco al legame (vai al link)

Ogni altra parola è superfla rispetto alla descrizione del brano.

Per uscirne, il rpimo passaggio terapeutico è prenderne consapevolezza piena.

Il secondo passaggio è averne la volontà ed il desiderio di uscirne

Il terzo passaggio è agire in senso terapeutico, lottando contro le proprie resistenze.

Dott. Roberto Cavaliere

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LIBRO: QUANDO L’AMORE DIVENTA DIPENDENZA

“NON C’E’ DIPENDENZA CHE NON POSSA ESSERE SUPERATA CON I GIUSTI ESERCIZI PER LA MENTE E LE EMOZIONI”
Dal 9 novembre in tutte le librerie d’Italia ed online il nuovo libro-quaderno d’esercizi di Roberto Cavaliere Psicoterapeuta “QUANDO L’AMORE DIVENTA DIPENDENZA – Esercizi per superare le relazioni malsane” edito da Franco Angeli editore

RETRO COPERTINA

Può un amore diventare dipendente?
Sì. Qualsiasi amore può diventare un legame malsano di dipendenza affettiva e, per quanto possa sembrare paradossale, bisogna sapere che è più facile interrompere una relazione sana rispetto a una nociva perché ciò che fa male oppone una resistenza maggiore al suo superamento.
Come uscirne allora?
Attraverso l’analisi degli aspetti dolorosi di una dipendenza affettiva malsana e mediante gli esercizi proposti dall’autore in queste pagine, è possibile riflettere su se stessi e sulla natura della relazione oggetto di indagine. Il percorso di lavoro qui proposto, infatti, seguirà un iter che ci aiuterà a rendere positivo tutto ciò che è negativo: è un divenire volto a togliere il “mal” affinché rimanga solo il “sano” della relazione.
In questo modo il legame affettivo si libererà dell’attributo “dipendente” per continuare su nuove basi, riappropriandosi della propria libertà.

Pagina fb https://www.facebook.com/quandolamorediventadipendenza/
Possibilità di leggere una anteprima del libro al seguente link
https://www.francoangeli.it/Area_PDFDemo/1166.4_demo.pdf

Dott. Roberto Cavaliere

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IL BALLO DEL NARCISISTA

I testi delle canzoni tendono a rappresentare anche i vissuti psicologici del mal d’amore.

In questa famosa e significativa canzone di Patty Pravo viene rappresentata la relazione col narcisista.

Il testo della canzone si commenta da solo

Tu mi fai girar
Tu mi fai girar
Come fossi una bambola
Poi mi butti giù
Poi mi butti giù
Come fossi una bambola
Non ti accorgi quando piango
Quando sono triste e stanca tu
Pensi solo per te
No ragazzo no
No ragazzo no
Del mio amore non ridere
Non ci gioco più
Quando giochi tu
Sai far male da piangere
Da stasera la mia vita
Nelle mani di un ragazzo no
Non la metterò più
No ragazzo no
Tu non mi metterai
Tra le dieci bambole
Che non ti piacciono più
Oh no, oh no
Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una bambola
Poi mi butti giù, poi mi butti giù come fossi una bambola
Non ti accorgi quando piango
Quando sono triste e stanca tu
Pensi solo per te
No ragazzo no
Tu non mi metterai
Tra le dieci bambole
Che non ti piacciono più
Oh no, oh no

Canzone “Tu mi fai girar come una bambola” Patty Pravo

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Possibilità di effettuare anche consulenze telefoniche o via Skype

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IL BREADCRUMBING NELLE RELAZIONI

 

Non accettate le briciole. Ci hanno fatto donne, non formiche.
(Marilyn Monroe)

Le briciole non soddisfano, non saziano, non riempiono, non nutrono.
Applicabile a tutto ciò che si desidera.
(la5fettaditorta, Twitter)

Breadcrumbing è un termine inglese che significa “SPARGERE LE BRICIOLE” Il termine viene usato in amore e/o nelle relazioni per definire quel comportamento ambiguo e manipolatorio di “spargere le briciole” appunto, per attirare a sé una persona. Chi lo mette in atto non andrà mai al di là di dare le briciole, ma nel frattempo avrà legata a se quella persona che attirata dalle briciole spera che arriverà il pasto completo successivamente. Quindi: ATTENTI alle BRICIOLE che vi possono essere date in qualsiasi tipo di relazioni. Chi persiste in tale comportamento non vi ama e/o vi vuole bene veramente ma vuole solo soggiogarvi, lasciandovi sempre…”affamati”.

Dott. Roberto Cavaliere

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TEST-ESERCIZIO SUL “PRENDERE LE DISTANZE” DA CHI CI FA SOFFRIRE

Quando siamo lontani dalla persona amata, decidiamo di fare e dire molte cose, ma quando le siamo vicini, siamo titubanti. Da che cosa deriva tutto ciò? Il fatto è che quando siamo lontani la ragione non è tanto scossa, come stranamente lo è in presenza dell’amata. Quindi, nella decisione occorre quella fermezza che è invece soffocata dall’agitazione. (Blaise Pascal)

Prendere le distanze da ci fa soffrire, non è facile, richiede impegno ed allenamento oltre a presentare una serie di resistenze personali, psicologiche ed emotive che rendono tale training una vera e propria scalata disseminata di difficoltà. Ma niente è impossibile. Provate ad effettuarlo col seguente esercizio

Innanzitutto delineate quali sono per voi gli atteggiamenti ed i comportamenti che denotano una presa di distanza dal partner e/o relazione fonte di disagio e sofferenza

Di seguito ve ne delineo una serie e segnate quelle che sentite come prese di distanza che volete e potreste effettuare.

  • Non Parlare sempre o troppo spesso dell’altro/a
  • Evitare confronti inutili e/o dannosi
  • Cercare di stare di meno in loro Compagnia
  • Condividere meno quotidianeitò possibile con loro
  • Condividere meno Tempo in generale con loro
  • Cercare di attivare il meno possibile comportamenti di Controllo dell’altro/a
  • Non rispondere alle loro Critiche e/o Giudizi
  • Essere Assertivi

Adesso elencate almeno tre personali atteggiamenti e/o comportamenti che ritenete utili a prendere le distanze. Più ne individuate e maggiori sono le probabilità di metterle in pratica

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……………………………………………

……………………………………………

Una volta completato l’elenco, mettete il tutto in ordine di difficoltà personale a metterle in atto.

Ad esempio al primo posto mettete quella che ritenete più facile ad effettuare (ad esempio parlare di meno dell’altro/a con gli altri) all’ultimo posto quello che avete più difficoltà ad effettuare.

Man mano che consolidate a livello comportamentale una “presa di distanza” passate a quella successiva fino a completare l’elenco dal punto di vista del training

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TEST-ESERCIZIO SULLE FERITE DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA

Non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei.
(Paulo Coelho)

Quali delle seguenti ferite emotive e psicologiche avvertite che la vostra relazione e/o dipendenza affettiva vi sta procurando ?

  • Paura dell’Abbandono
  • Timore del Rifiuto
  • Timore dell’Esclusione
  • Ossessione del Controllo
  • Svalutazione della vostra Persona
  • Timore del Tradimento
  • Gelosia eccessiva e/o ossessiva
  • Senso d’inferiorità
  • Umiliazioni
  • Senso di Sottomissione
  • Senso di Solitudine
  • Timore di mostrarsi nella propria Autenticità

Adesso provate ad aggiungere voi almeno tre altre ferite, non comtemplate in quelle precedenti che la relazione vi sta procurando

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Ed adesso fate vostri questi significativi versi:

Il cuore va in frantumi
e ti sembra di morire dissanguato
e hai perso così tanto sangue
che ti senti fragile e debole,
e invece una parte di te,
sta costruendo delle fortezze
una parte di te ti sta rendendo più solido.
(Fabrizio Caramagna)

Dott. Roberto Cavaliere

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