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DISFORIA dopo fine di una relazione

Può subentrare una fase disforica dopo la fine di una relazione. La disforia è uno stato emotivo caratterizzato da sentimenti di malessere, insoddisfazione e tristezza intensa. Dopo la fine di una relazione, è comune sperimentare una serie di emozioni negative, tra cui tristezza, ansia, rabbia, senso di vuoto e, in alcuni casi, disforia.

Questa reazione può derivare dalla perdita di una connessione emotiva significativa, dal cambiamento nelle abitudini quotidiane, o dalla difficoltà di adattarsi a una nuova realtà. La disforia può essere più pronunciata se la relazione era lunga o particolarmente importante, o se la fine è avvenuta in modo improvviso o traumatico.

In alcuni casi, la disforia post-rottura può manifestarsi come parte di una depressione più ampia, che richiederebbe un supporto psicologico per essere gestita in modo efficace. Se i sintomi persistono o diventano debilitanti, potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista della salute mentale.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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COME GUARIRE DALLA DEPRESSIONE POST DIVORZIO

Il divorzio è un momento molto stressante nella vita di una persona che può facilmente scivolare in una spirale depressiva dalla quale può essere faticoso uscire

La separazione e/o il divorzio, soprattutto se subiti, rappresentano comunque un ’lutto’ talvolta un vero e proprio trauma e mettono a dura prova le capacità personali di affrontare eventi stressati e/o traumatici della propria esistenza. Inoltre la separazione rappresenta la perdita dell’altro e per quanto tale perdita era nell’aria da qualche tempo, l’evento lascia comunque increduli e può intervenire un vissuto di negazione dell’evento stesso.
Ed ecco arrivare primi sentimenti di rabbia, di negazione come già detto, di disperazione agitata, fino a subentrare uno sfondo depressivo. Da premettere che sentimenti di tristezza, di malinconia, di un lieve sfondo depressivo sono comuni in seguito ad una separazione subita. Anzi l’arrivo di tali sentimenti coincide con la presa d’atto che la relazione è finita mentre la rabbia rappresenta comunque un legame.

I sentimenti citati in taluni casi possono sprofondare in una vera e propria depressione. In questi casi il vissuto psicologico della separazione si allea con caratteristiche personali di uno sfondo depressivo preesistente a causa stessa della relazione che è andata a terminare

Aver paura di perdere l’altro è già vivere un po’ la perdita, la separazione, l’abbandono e quindi sentimenti depressivi erano già preesistenti. Nel momento in cui avviene la vera e propria separazione, arriva anche la vera e propria depressione.

Come uscirne?

ACCETTARE –  Accettare che sentimenti di tristezza, malinconia e un lieve velo di depressione fanno parte di quel processo di elaborazione del lutto che accompagna una separazione. Negarli non può altro che far precipitare di più in una depressione che alla fine arriverà.

VIVERE LA DEPRESSIONE – Dare spazio a sentimenti depressivi in una prima fase. Piangere, disperarsi, ritirarsi in se stessi devono trovare spazio e non essere repressi perché del tutto naturali in un processo di superamento della separazione.

CHIEDERE AIUTO – Se la fase depressiva si prolunga nel tempo o è troppo intensa chiedere aiuto sia alla rete familiare sia a uno specialista. I farmaci dovrebbero rappresentare sempre l’ultima spiaggia.

“Il lutto per la perdita di qualcosa che abbiamo amato o ammirato sembra talmente naturale che il profano non esita a dichiararlo ovvio. Per lo psicologo invece il lutto è un grande enigma, uno di quei fenomeni che non si possono spiegare ma ai quali si riconducono altre cose oscure. Noi reputiamo di possedere una certa quantità di capacità di amare che chiamiamo libido la quale agli inizi del nostro sviluppo è rivolta al nostro stesso Io. In seguito, ma in realtà molto presto, la libido si distoglie dall’Io per dirigersi sugli oggetti, che noi in tal modo accogliamo per così dire nel nostro Io. Se gli oggetti sono distrutti o vanno perduti per noi, la nostra capacità di amare (la libido) torna ad essere libera. Può prendersi altri oggetti come sostituti o tornare provvisoriamente all’Io. Ma perché questo distacco della libido dai suoi oggetti debba essere un processo così doloroso resta per noi un mistero sul quale per il momento non siamo in grado di formulare alcuna ipotesi. Noi vediamo unicamente che la libido si aggrappa ai suoi oggetti e non vuole rinunciare a quelli perduti, neppure quando il loro sostituto è già pronto. Questo è dunque il lutto.”

(da Sigmund Freud, Opere. 1915-1917 Volume 8°)

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it