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GELOSIA E CERVELLO

La gelosia non è né sinonimo né contrario di amore, è una spinta irrazionale che devasta i rapporti facendo ottenere il contrario di ciò che si desidera. Questo sentimento nasce dal timore, dal sospetto o dalla certezza di perdere la persona amata ad opera di altri.

Ma cosa succede nel cervello quando si prova gelosia?

Un gruppo di ricerca dell’Università della California ha condotto alcuni esperimenti su scimmie originarie del sud America, note per la loro spiccata monogamia, per osservare le aree cerebrali coinvolte nella gelosia.
I risultati hanno dimostrato una maggiore attività nella corteccia cingolata, associata al dolore sociale e del sentirsi esclusi negli esseri umani, e nel setto laterale, associata al legame di coppia negli esseri umani.
Quindi, sembra che nel cervello il sentimento di gelosia venga vissuto come una diffidenza verso il legame instaurato con la persona e di conseguenze come una specie di rifiuto sociale subito dalla persona amata.
Infine, durante l’esperimento è stato anche registrato un incremento dei livelli di cortisolo nell’organismo, a prova del fatto che la gelosia è un sentimento che può provocare un aumento dello stress.

Questa ricerca è un primo passo sulla comprensione dei meccanismi cerebrali e del nostro organismo sottostanti la gelosia. Sicuramente, con ulteriori studi, riusciremo a capire a pieno cosa succede nel nostro corpo quando proviamo questi sentimenti legati all’amore.

Dottor Leandro Cavaliere Psicologo (Laureato in Neuroscienze) iscrizione OPRC 9704

Studio in Vietri sul Mare (Sa) e Torre Annunziata (Na) ➡️ Possibilità di Consulenze anche tramite video chiamata                           ➡️ Per info e contatti 3341652502 o leandro.cavaliere1@gmail.com

Fonte: “Maninger, N., Mendoza, S. P., Williams, D. R., Mason, W. A., Cherry, S. R., Rowland, D. J., … & Bales, K. L. (2017). Imaging, behavior and endocrine analysis of “jealousy” in a monogamous primate. Frontiers in ecology and evolution, 119.”

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MUSICA, PELLE D’OCA E CERVELLO

Avere i brividi ed emozionarsi mentre si è in ascolto di una musica particolare è segno di un cervello fine: nelle persone “più sensibili” e con una musica molto piacevole il sistema uditivo si unisce ai sistemi di emozione e di ricompensa del cervello.

A sostenerlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience di Oxford Academic Press e condotta da Matthew Sachs, dottorando dell’University of Southern California, in collaborazione con altri ricercatori dell’Università di Harvard e della Wesleyan University, in Connecticut, secondo i quali tutto ciò è dovuto al fatto che ci sono molte più fibre che uniscono due particolari regioni cerebrali.

Gli studiosi hanno coinvolto un campione di venti studenti selezionati online tra oltre 200 candidati. Hanno poi selezionato 10 soggetti portati a rabbrividire alla loro canzone preferita e 10 che mai avevano provato questa sensazione.

I partecipanti sono stati poi sottoposti ad alcuni test per analizzarne le reazioni fisiologiche in risposta alle loro canzoni preferite: da qui è emerso che solo la metà dei partecipanti aveva avuto la pelle d’oca, nonostante fossero degli appassionati di musica. Quei volontari sono stati in seguito sottoposti a delle scansioni cerebrali (imaging con tensore di diffusione, DTI), da cui è risultato che gli individui a cui la musica fa venire i brividi hanno strutture cerebrali particolari. Avrebbero, cioè, un maggior numero di connessioni neurali tra la corteccia uditiva e le aree che elaborano le emozioni. Ciò significa che nel loro caso la corteccia uditiva e le aree adibite alle emozioni comunicano in maniera migliore.

Insomma, chi ha la pelle d’oca da musica presentava più fibre nervose che dalla corteccia uditiva, indispensabile all’ascolto, portavano a due altre regioni: la corteccia insulare anteriore, coinvolta nei sentimenti, e la corteccia prefrontale mediale, che monitora le emozioni assegnando loro un valore.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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