PROBLEMI DI UNA SECONDA UNIONE
All’età di quattro anni, mentre dormiva al piano inferiore del letto a castello, Ruth Cole fu svegliata dai suoni di qualcuno che stava facendo l’amore… venivano dalla camera da letto dei suoi genitori. Erano suoni assolutamente sconosciuti per lei. Ruth aveva appena avuto un’influenza con complicazioni intestinali; quando sentì per la prima volta sua madre fare l’amore, pensò che stesse vomitando.
Il fatto è che quell’estate i suoi genitori non avevano soltanto camere da letto separate, ma addirittura case separate, anche se Ruth non vide mai l’altra abitazione. I suoi genitori si alternavano una notte per ciascuno nella casa di famiglia con Ruth; vicino ce n’era un’altra in affitto dove la madre o il padre di Ruth abitavano quando non stavano con lei. Era uno di quei ridicoli accordi che fanno le coppie sul punto di separarsi, ma prima del divorzio, quando ancora s’illudono che figli e averi possano essere condivisi con magnanimità, più che con recriminazioni.Vedova per un anno – John Irving
Sulla seconda unione spesso pesano le stesse incognite della prima. Infatti se entrambi i membri della nuova coppia non hanno approfondito seriamente le motivazioni e le problematiche che hanno causato la fine della loro precedente unione, le precedenti “eredità negative” finiranno coll’avere, inevitabilmente, conseguenze anche sulla nuova unione. Dopo poco, infatti, i problemi irrisolti della precedente unione riafforano e mettono in crisi anche la nuova relazione. Occorre essere pronti a ricominciare la nuova avventura sentimentale consapevoli dei possibili problemi, facendo tesoro degli errori del passato.
Ma ciò non sempre avviene. Nelle relazioni amorose, in particolare, c’è la tendenza a riprodurre l’infelicità. Inconsciamente finiamo per ripetere la vecchia storia coniugale, scegliendo un coniuge analogo al primo. O, se ne sposiamo uno con carattere diverso, inconsapevolmente facciamo pressioni per ottenere gli stessi comportamenti, con conseguenza assolutamente negative.
Un secondo matrimonio ha più possibilità di successo se si riesce davvero a ripartire da zero, a lasciarsi alle spalle quello precedente.
Chi, invece si porta ancora dentro il fallimento del primo, perché non ha ancora elaborato tale fallimento, finisce con il gravare il nuovo rapporto di richieste eccessive, per pareggiare il conto con le sofferenze del primo. Anche litigi e routine coniugale possono essere più duri da sopportare, la seconda volta, perché dal nuovo matrimonio ci si aspettano solo cose positive, non avute dal primo. Con le conseguenti frustrazioni, delusioni e tensioni. Insomma, chi ha rotto una volta è meno disposto ad accettare un’unione che non ritiene del tutto felice, quindi è più propenso a interromperla al primo sopraggiungere di problemi. A ciò si aggiunge lo stress del divorzio che anche se siamo stati noi a lasciare o se la separazione è stata consensuale, possiamo uscire scossi, dubbiosi sulle nostre capacità di impegnarci in relazioni durature, convinti di essere fuori gioco per sempre. Il divorzio andrebbe vissuto invece come tempo di riflessione e riconciliazione con noi stessi. Un’esperienza formativa, di verifica di aspettative ed errori per guadagnare maggiore consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo da una relazione.
Alcuni secondi matrimoni soffrono per i paragoni con il primo, anche se gli ex non hanno tutte le qualità dell’attuale partner. Spesso scatta il confronto, anche su diversi livelli, causa di incomprensioni e insinuazioni.
Anche i problemi con i figli di primo letto possono minare la sopravvivenza del secondo matrimonio. Il divorzio mette in crisi identità e senso di appartenenza dei figli. E la confusione aumenta quando i genitori si risposano. I piccoli possono giocare il ruolo di “sabotatori” della nuova unione, per motivi diversi, che a volte si intrecciano: hanno paura di perdere l’amore del genitore che si risposa, sono ostili al nuovo partner, si sentono lacerati fra la fedeltà alla vecchia e alla nuova famiglia, oppure esclusi dalla felicità della nuova coppia. D’altro canto, la “coppia felice” può avere momenti che contribuiscono ad aumentare la confusione e il disagio: discussioni su chi paga e quanto per i figli, questioni su “una volta tanto sarebbe bello cenare da soli. Và dato ai figli il tempo di ricostruire una loro nuova rappresentazione di scena familiare, senza scompaginarla con sovrapposizioni di ruoli. Il nuovo lui o la nuova lei non devono assolutamente cedere alla tentazione il genitore assente o, peggio, di indossare i panni di matrigna o patrigno. I figli vengono talvolta usati dall’ex per intromettersi nella nuova coppia: atteggiamento che esaspera e crea tensioni.
Spesso sono gli uomini a lasciare le situazioni in sospeso. In ogni caso, è bene evitare di entrare in rotta di collisione con compagni e compagne precedenti. Il contatto tra ex dovrebbe limitarsi agli impegni di genitori, senza sconfinare in terreni che mettono a rischio l‘intimità della nuova coppia. Oltre ai figli, a sentirsi escluso può essere il partner.
TESTIMONIANZE
melozza Età: 33 Sono ancora turbata perchè mi sono rivista nel vostro articolo sulla seconda unione (http://www.maldamore.it/Problemi_di_una_seconda_unione.asp ) . mi sta accadendo proprio ciò che è descritto: dalla mia seconda unione pretendo di essere felice e non sono più disposta a rinunciare a nulla. Amo moltissimo il mio compagno, ma questa volta non sono pronta a sorvolare su nessuna mancanza di attenzione o romanticismo. Ho sofferto troppo la prima volta e questa volta purtroppo, le mie aspettative sono troppo alte. Sorvolo sui dettagli, ma in questo momento sto davvero male. Ho conosciuto il mio uomo poco più di un’anno fa e rappresentava per me la cosiddetta altra metà della mela. Tutto ciò che ho sempre sognato in un uomo,fino a quando, ad un certo punto, pochi mesi fa, ha cominciato a non desiderarmi più sessualmente ed a cercarmi sempre meno. Sto soffrendo molto perchè sono una donna molto passionale che vedeva la sua nuova unione perfetta anche sotto quell’aspetto. Soffre anche lui perchè non sa spiegarsi cosa gli accade. è tenero, amorevole sia con me che con i bambini. ha voluto questa unione in maniera decisa e ha fatto tanto per far sì che vivessimo assieme.vuole anche sposarmi e dice di amarmi alla follia. Ma non troviamo spiegazione.Ho azzardato un’ipotesi, ma vorrei tanto un vostro parere. Lui ha 33 anni come me ed ha vissuto fino ad oggi con sua madre. Lei e sua sorella non hanno visto bene questa unione, avendo io due bambini ed essendo senza lavoro, hanno sempre reso il tutto molto difficile. Lui ha sempre cercato di tenermi fuori dallaquestone e non riesco ad immaginare fino a che punto i suoi litigi si siano spinti. Che ci sia un suo senso di colpa o un qualunque altro legame con i suoi problemi materni? Che gli sembri di tradirla? Stiamo male entrambi e rischiamo di mandare all’aria il nostro rapporto proprio ora che abbiamo coronato il nostro sogno. Perchè non mi vuole più? lui no mi accusa di nulla, dice che ilproblema è lui…ma può un uomo che è sempre stato passionale, all’improvviso cambiarte così tanto?
paola Età: 47 Perché un uomo separato di fatto ormai da cinque anni non riesce a divorziare dalla moglie che non ama e della quale non è nemmeno amico? Non la stima, non l’apprezza ma non riesce a “disfarsene”. Pare sia una cosa abbastanza comune a molti uomini e che mi lascia assai perplessa oggi che vivo questa situazione. Stiamo insieme da cinque anni, sinceramente innamorati l’uno dell’altra, col desiderio di vivere insieme un domani. Lui 42, io 47 anni, compatibili e ben assortiti. Unico problema la sua “incapacità” a staccarsi definitivamente dalla ex. Lui dice per le due figlie di 12 e 15 anni; per ragioni economiche a causa di un’attività lavorativa in comune, difficile da dividere. Ad ogni nostro litigio promette di separarsi legalmente e sistemare le cose come io gli chiedo, poi mi chiede tempo e così passano i mesi, gli anni. Alla fine dei conti non riesce a spiegare neanche a se stesso il motivo di questa sua enorme difficoltà a mettere fine anche legalmente alla sua precedente storia e riordinare la sua vita incasinata da un punto di vista non solo affettivo ma anche economico. Vuole chiudere quel capitolo della sua vitama non vuole affrontare l’inevitabile fatica psicologica che serve a farlo.Bambino lui a non voler affrontare i suoi problemi o sciocca io a restargli ancora vicina pure se con il cuore gonfio di dolore per l’impossibilità divivere questo amore in pace e serenità? Fatto importante: la nostra storia non è clandestina, è nota a tutti, dai suoi genitori che conosco e frequento ormai da cinque anni, ai suoi amici con i quali mi vedo regolarmente, alla ex, con cui non ho rapporti ma che conosco, alle figlie che mi percepiscono come un fantasma.
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