ESSERE UNA “PERSONA SENSIBILE” NELLE RELAZIONI
Essere una persona sensibile vuol dire percepire un tono di voce distante durante una telefonata, riconoscere l’ansia, la paura e la tristezza nella faccia degli altri. Essere sensibile vuol dire fare caso a tutto, e con “tutto” intendo veramente qualsiasi cosa: un fiore sconfitto dal vento, un cane solo, un colore diverso del cielo, un sorriso più sentito, una parola colorata in mezzo a tante parole anonime. Essere sensibili vuol dire vivere dieci, cento, mille vite ogni giorno. Quando sei sensibile non puoi fregartene, farti gli affari tuoi, lasciar perdere. Chi è sensibile, se sa di aver ferito qualcuno si tortura per ore ed ore pensando alla sensazione che gli ha fatto provare. Chi è sensibile dura una fatica immensa. Si dovrebbe aver cura di chi è sensibile, potrebbe morire per una carezza in meno. Susanna Casciani
Il brano riportato della scrittrice Casciani descrive in maniera significativa le caratteristiche di una persona sensibile. Caratteristiche che impattano in maniera forte sia nelle relazioni sane che in quelle mal-sane.
Nelle relazioni sane la “sensibilità” di una dei due componenti la coppia ha un effetto positivo sia sulla coppia stessa che sull’altro componente. Tale sensibilità permette alla coppia di evolvere, di crescere, migliora la comunicazione e permette di superare meglio momenti di crisi.
Al contrario, nelle relazioni malsane tale sensibilità diventa un boomerang per chi la possiede. Nella dipendenza affettiva, nelle relazioni con personalità narcisistiche tale sensibilità crea continue ferite che non hanno tempo neanche il tempo di rimaginarsi che arrivano quelle successive. Diventa, quindi, necessario allontanarsi perchè il dolore diventa insopportabile fino ad arrivare a veri e propri disturbi psicologici.
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze telefoniche o tramite videochiamata
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