10 PRINCIPI PER UNA TERAPIA DI COPPIA EFFICACE

«In momenti come questi soltanto la coppia stessa può decidere se cercare di salvare il rapporto, dandogli nuova vita, o lasciare che tutto finisca…». È una delle storie raccontate nel libro «Dieci principi per una terapia di coppia efficace» (Raffaello Cortina) scritto dai ricercatori Julie Schwartz Gottman e John Mordecai Gottman che da decenni lavorano con le coppie.

«Come trattare qualcosa di così inafferrabile come un rapporto?». Partendo da questa domanda marito e moglie hanno messo a punto i principi (il libro è rivolto agli psicoterapeuti, ma e’ utile anche alle coppie) che è bene conoscere se si vuole tenere in vita una relazione. Dopo una ricerca condotta su più di tremila coppie, gli esperti hanno individuato i quattro fattori predittivi, i «Cavalieri dell’Apocalisse», sull’inevitabilità della separazione.
Il primo è rappresentato dalle critiche. «Se tenderete a ricondurre un problema ai difetti dell’altro, la relazione colerà a picco». Affermazioni come «sei egoista» suscitano risentimento. Il secondo è il disprezzo, quel ghigno di superiorità unito al sarcasmo conduce al precipizio. «Il disprezzo non soltanto distrugge la felicità, ma riduce in brandelli il sistema immunitario del partner».
Il terzo e’ ritirarsi sulla difensiva e vittimismo («mi tratti male») che sono controproducenti.
Il quarto Cavaliere è l’ostruzionismo: dopo un litigio la coppia smette di parlare e comunicare: «Sbattere contro un muro è terribile».

Ciò che distingue le coppie felici da quelle infelici è che le prime sono capaci di riparare, le seconde invece no. Come? «Non nascondendo sotto il tappeto liti o eventi spiacevoli. Al contrario, ritornando sull’accaduto, prestando ascolto ai sentimenti del partner per riconoscere gli errori e chiedersi scusa». Non è mai troppo tardi per imparare a rispettare il mondo interno dell’altro attraverso compassione e gentilezza. Gli psicologi hanno disegnato «La casa delle relazioni solide» con 7 piani.
I primi tre determinano la capacità dei partner di conservare amicizia, intimità e passione: «Con l’andare del tempo le esigenze di lei/lui cambiano, il segreto è non perdere l’abitudine di farsi domande. Inoltre, amore e ammirazione non bastano, vanno anche dichiarate. E mai lasciar cadere il tentativo di avvicinamento».
I piani alti sono dedicati alla gestione dei conflitti: «Il segreto è mantenere una prospettiva positiva: se si sveglia scontroso/a pensate che magari ha dormito male». «Ma la casa si mantiene solida solo se i muri portanti sono cementati da fiducia e impegno».
La fiducia si riferisce alla consapevolezza che l’altro rimarrà al nostro fianco in ogni evenienza.
L’impegno fa riferimento alla lealtà. «Se vengono da noi coniugi che hanno l’amante e non sono disposti a confessare la relazione non li prendiamo in terapia — chiariscono i Gottman —. Solo una volta raggiunta la terraferma della verità sarà possibile ricostruire la fiducia, e con essa una relazione più duratura».

FONTE http://27esimaora.corriere.it/17_agosto_25/ecco-perche-amore-fallisce-scientificamente-provato-fe71a80a-8997-11e7-aad2-bad72feebda7.shtml

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

NON VOGLIO PIU’… PERCHE’ PIU’ DI TUTTO, IO ESISTO

Non voglio più avere paura di essere lasciata

Non voglio avere più paura di parlare

Non voglio più essere mancata di rispetto

Non voglio più sentirmi così poco importante

Non voglio più vivere nell’incertezza continua

Non voglio più provocazioni

Non voglio più discorsi paradossali

Non voglio più giornate da sola

Non vogio più sentirmi non amata

Non voglio più essere ignorata

Non voglio più rincorrerlo

Non voglio più aspettare

Non voglio più voci fredde e distaccate

Non voglio più silenzi paurosi

Non voglio più sentirmi punita

Non voglio più essere abbandonata a me stessa ovunque

Non voglio più sentirmi disperata

Non voglio più sentirmi angosciata

Non voglio più sentirmi dire che sono egoista

Non voglio più sentirmi dire che sono bugiarda

Non voglio più sentirmi dire che sono cattiva

Non voglio più sentirmi dire che non sono sensuale, che non sono calorosa

Non voglio più sentirmi dire che non può fidarsi di me, non gli faccio sentire il mio amore.

E che se piango faccio la vittima e se mi arrabbio abbaio.

E che se cambio tono di voce urlo

E che se sono allegra sono falsa

E che se sono triste sono pesante

E che sono aggressiva

E che devo stare zitta

E che non sono la priorità

E che con me non vale la pena

E che gli faccio passare la voglia di vivere

E che è tutta colpa mia, sempre e solo colpa mia.

Non voglio più essere lo specchio nel quale rifletti te stesso.

 

Ho perdonato, ho tollerato, sopportato.

Ho provato tutto, più di quello che potevo ed in questo mi sono umiliata, ho perso dignità, rispetto per me stessa.

Ho cercato, rincorso, implorato, pianto. Sono rimasta sola sentendomi punita come avessi commesso il più alto dei crimini.

Sono affogata nel panico, nell’angoscia di silenzi che non avevano nulla di sacro.

Ho cercato per strade di città sconosciute.

Ho conosciuto la disperazione.

E il più grande errore che io abbia commesso è stato credere di meritarlo.

Credere che fossero momenti difficili da superare.

Credere che quello che passava tra un inferno e l’altro fosse il Paradiso e ne valesse la pena. Quello non era il Paradiso.

E’ così che mi sono persa.

E’ così che sei riuscito a farmi sentire inesistente.

Ma dentro me sono sicura della verità.

E ci prova questa maledetta astinenza a farmi dubitare

E ci prova questa subdola dipendenza a farmi cedere

E quando l’ansia cresce capisco che per qualche ora concedo loro anche una parvenza di vittoria.

Poi mi fermo, respiro e la terra è proprio sotto i miei piedi. Io so come sono andate le cose.

Non riuscirete a farmi credere nei dubbi che insinuate. Se per un momento mi divorate, non vincerete.

Ma non ti sfido, mia dipendenza. So quanto tu sia meschina.

Ti lascio il tuo spazio fino a che non diventerà un millimetro di quella parte di me che non ti scorderà.

Un millimetro per quella parte che non ti sottovaluterà mai, rimarrai solo per ricordarmi ciò che non voglio più.

Fai pure, continua. Con tutto il tempo che ti è necessario.

Io aspetto. Avrà forza, pazienza e sopporterò il dolore e le crisi.

Perchè più di tutto io esisto.

(riflessioni di una donna in psicoterapia col dottor Roberto Cavaliere)

LIBRO: SE NON MI AMO, NON TI AMO

IL NUOVO LIBRO DEL DOTTOR ROBERTO CAVALIERE SULLA DIPENDENZA AFFETTIVA IN VENDITA IN TUTTE LE LIBRERIE ED ONLINE

“Andare a letto, ogni sera, con un pensiero fisso, placare la stanchezza emotiva per qualche ora con un sonno comunque agitato, svegliarsi al mattino ancora stanchi e trovare quel pensiero, ricaricato di forza e crudeltà. Un altro giorno di mal d’amore. Se fosse reciproco, potrebbe essere anche romantico. Ma, il più delle volte, non è così. Alle persone che “amano troppo” le rassicurazioni dell’altro non bastano mai, persi come sono in un polverone di tempesta emotiva. Questo libro rappresenta un po’ la “formula magica” per capire e superare il proprio disagio affettivo e relazionale, capovolgendo il “non posso stare né con te, né senza di te” (Ovidio) in “posso stare con te e senza di te”. Esplorando la forma primaria del mal d’amore, la dipendenza affettiva, in tutte le sue sfaccettature e in tutte le varie modalità con cui si manifesta sia a livello del singolo che della coppia, l’autore chiarisce qui le dinamiche e vi offre preziose indicazioni terapeutiche e suggerimenti finalizzati al superamento del vostro disagio affettivo e relazionale.”

vedi pagina fb https://www.facebook.com/senonmiamonontiamo/?pnref=story

Scheda del libro al seguente indirizzo: https://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?id=24127

Leggi le prime 20 pagine del libro al seguente indirizzo : https://www.francoangeli.it/Area_PDFDemo/239.312_demo.pdf

IL LIBRO DEL DOTTOR CAVALIERE PER SINGLE, COPPIE E PROFESSIONISTI:QUANDO L’AMORE NON BASTA PIU’: esercizi per risolvere i conflitti di coppia


Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

TERAPIA DI COPPIA PER AMANTI

Terapia di coppia per amanti è un romanzo di Diego De Silva, scritto e pubblicato nel 2015 in Italia da Einaudi

“Terapia di coppia per amanti è un romanzo a due voci, maschile e femminile, che si alternano a raccontare la loro storia mentre la vivono, perché «ci sono fasi dell’amore in cui la realtà diventa un punto di vista, generalmente quello di chi lo impone». Due adulti sposati (non tra loro) che si ritrovano uniti da una passione incontrollabile e da un amore coriaceo, particolarmente resistente alle intemperie. Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha un notevole talento per i discorsi intorcinati. È combattuta fra restare amante e alleviare così le infelicità matrimoniali o sfasciarsi la vita per investire in un’altra. Modesto è meno chic, decisamente più sboccato e sbrigativo nella formulazione dei concetti, ma abilissimo nell’autoassoluzione. Spara battute a sproposito per svicolare, e fa pure ridere. Moderatamente vigliacco, aspirerebbe alla prosecuzione a tempo indeterminato della doppia vita piuttosto che a un secondo matrimonio, visto che già il suo non è che gli piaccia granché. È nella crucialità del dilemma che Viviana trascina Modesto dall’analista, cercando una possibilità di salvezza per il loro rapporto ormai esasperato da conflitti e lacerazioni continue. Il dottore è spiazzato nel trovarsi di fronte una coppia non ufficiale, libera da vincoli matrimoniali e familiari, che non ha nulla da perdere al di là del proprio amore. Accetterà l’incarico per questa ragione, trovandosi nel mezzo di una schermaglia drammatica e ridicola insieme, e rischiando di perdere la lucidità professionale. Tenero e cinico, divagante, vero, capace di usare la leggerezza come arma contundente, Terapia di coppia per amanti è un’immersione nelle complicazioni dei sentimenti, nei conflitti che apriamo continuamente per la paura (che tutti conosciamo per averla provata almeno una volta) di affidarci all’amore e dargli mandato a cambiarci la vita.”

Di seguito riporto alcuni brani significativi tratti dal libro.

«C’è un momento, diciamo intorno al primo anniversario di una relazione clandestina, in cui pieghi la testa di lato, stringi gli occhi come cercassi qualcosa di minuscolo che si muove nell’aria, e vedi in filigrana il casino in cui ti trovi. Questo è amore, ti dici senza mezzi termini, altro che chiacchiere».

.”…La leggerezza dei primi mesi è incantevole. Tutto si semplifica…si tiene insieme e si coordina. Non vi sono incidenti né equivoci. La sua voce al telefono è un balsamo…..Fai l’amore con gioia mai provata..lo assali, lo sfiniti, lo mangi….Ti scopri bravissima amante…
Poi un giorno qualcosa si inceppa….il rapporto slegato e libero dalle costrizioni….a un tratto è una favola a cui hai solo finito di credere. …Inizi a pensare a lui ossessivamente.
….combatto ogni giorno con la mia dipendenza, m’illudo che prima o poi riuscirò a superarla …sono invischiata in questo amore doloroso e non ce la faccio più a reggere la doppia vita, perché alla fine è di questo che si tratta….
Neanche quando siamo insieme riesco ad essere felice…..quello che chiedo ai nostri incontri è di lenire questo stato di angoscia anche solo per qualche ora, trovare un po di distinzione, di pace. Paradossalmente dimenticare. Ecco: lo vedo per dimenticarlo. Per non pensare più a quanto mi complica la vita amarlo.”

“Insomma, non si può essere sempre felici. Qui e ora, voglio dire. Perché c’è anche il dopo, e non intendo il domani generico. Parlo di un dopo imminente, il dopo di quando hai fatto l’amore, e l’hai fatto benissimo, e quindi dovresti essere felice e desiderosa di alzarti, tornare alla tua vita, ricaricata e leggera, e invece resti sotto le lenzuola a guardare il soffitto con il dito in bocca a domandarti cosa stai facendo, mentre lui è già tutto bello pimpante che ha finito la sigaretta e non vede l’ora di infilarsi nella doccia, però intercetta il tuo incantamento e ti chiede cos’hai (non perché gli interessi ma perché sa che se fa finta d’ignorare la tua fissità gli metterai il muso appena torna dal bagno), così ti si avvicina e dopo aver seguito la linea del tuo sguardo che continua a puntare ossessivamente il soffitto ti domanda:
– Bello quell’intonaco, eh?”

Un ulteriore estratto dal libro: http://www.einaudi.it/var/einaudi/contenuto/extra/978880622666PCA.pdf

Dott. Roberto Cavaliere

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TROVARE L’INTIMITA’ CON IL NUOVO COMPAGNO, UN PERCORSO DA FARE A PICCOLI PASSI

L’intimità completa è una conquista per ogni coppia e a volte può essere difficile riuscire a superare la paura di lasciarci di nuovo andare senza però bruciare le tappe

L’intimità qualsiasi essa sia, psicologica, emotiva, fisica, relazionale è un bene prezioso da concedere e concedersi a piccole dosi nel tempo.
E’ naturale all’inizio di una nuova relazione ‘donarsi’ intimamente subito e totalmente all’altro. Fa parte della fase dell’innamoramento e passione iniziale ma risponde anche a un contesto sociale in cui il consumare una relazione, sotto tutti i punti di vista, risponde all’imperativo del ‘usa e getta’.
E’ proprio questo il rischio di vivere un’intimità troppo immediata col nuovo compagno. La condivisione dell’intimità dovrebbe andare di pari passo con laconoscenza dell’altro, coll’affidarsi all’altro inteso sia nel senso di affidarsi che di fidarsi. Piccoli passi: in questo si potrebbe riassumere il provare a vivere l’intimità col nuovo compagno.
Un’intimità da far crescere giorno per giorno in una continua ricerca d’equilibriofra il darsi e il preservare aspetti individuali della propria intimità.

Terminerei con un mio personale aforisma:
“Le cose buone crescono lentamente, solo i tumori crescono in fretta”.
“Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la parete che le divideva, e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con l’attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo di amore è per la sua stessa natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano ben affiatati, la loro intimità perde sempre più il carattere miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi, la reciproca sopportazione uccidono ciò che resta dell’eccitamento iniziale. Eppure, all’inizio, essi non lo sanno; scambiano l’intensità dell’infatuazione, il folle amore che li lega, per la prova dell’intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare l’intensità della loro solitudine.”
E.Fromm

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COME GUARIRE DALLA DEPRESSIONE POST DIVORZIO

Il divorzio è un momento molto stressante nella vita di una persona che può facilmente scivolare in una spirale depressiva dalla quale può essere faticoso uscire

La separazione e/o il divorzio, soprattutto se subiti, rappresentano comunque un ’lutto’ talvolta un vero e proprio trauma e mettono a dura prova le capacità personali di affrontare eventi stressati e/o traumatici della propria esistenza. Inoltre la separazione rappresenta la perdita dell’altro e per quanto tale perdita era nell’aria da qualche tempo, l’evento lascia comunque increduli e può intervenire un vissuto di negazione dell’evento stesso.
Ed ecco arrivare primi sentimenti di rabbia, di negazione come già detto, di disperazione agitata, fino a subentrare uno sfondo depressivo. Da premettere che sentimenti di tristezza, di malinconia, di un lieve sfondo depressivo sono comuni in seguito ad una separazione subita. Anzi l’arrivo di tali sentimenti coincide con la presa d’atto che la relazione è finita mentre la rabbia rappresenta comunque un legame.

I sentimenti citati in taluni casi possono sprofondare in una vera e propria depressione. In questi casi il vissuto psicologico della separazione si allea con caratteristiche personali di uno sfondo depressivo preesistente a causa stessa della relazione che è andata a terminare

Aver paura di perdere l’altro è già vivere un po’ la perdita, la separazione, l’abbandono e quindi sentimenti depressivi erano già preesistenti. Nel momento in cui avviene la vera e propria separazione, arriva anche la vera e propria depressione.

Come uscirne?

ACCETTARE –  Accettare che sentimenti di tristezza, malinconia e un lieve velo di depressione fanno parte di quel processo di elaborazione del lutto che accompagna una separazione. Negarli non può altro che far precipitare di più in una depressione che alla fine arriverà.

VIVERE LA DEPRESSIONE – Dare spazio a sentimenti depressivi in una prima fase. Piangere, disperarsi, ritirarsi in se stessi devono trovare spazio e non essere repressi perché del tutto naturali in un processo di superamento della separazione.

CHIEDERE AIUTO – Se la fase depressiva si prolunga nel tempo o è troppo intensa chiedere aiuto sia alla rete familiare sia a uno specialista. I farmaci dovrebbero rappresentare sempre l’ultima spiaggia.

“Il lutto per la perdita di qualcosa che abbiamo amato o ammirato sembra talmente naturale che il profano non esita a dichiararlo ovvio. Per lo psicologo invece il lutto è un grande enigma, uno di quei fenomeni che non si possono spiegare ma ai quali si riconducono altre cose oscure. Noi reputiamo di possedere una certa quantità di capacità di amare che chiamiamo libido la quale agli inizi del nostro sviluppo è rivolta al nostro stesso Io. In seguito, ma in realtà molto presto, la libido si distoglie dall’Io per dirigersi sugli oggetti, che noi in tal modo accogliamo per così dire nel nostro Io. Se gli oggetti sono distrutti o vanno perduti per noi, la nostra capacità di amare (la libido) torna ad essere libera. Può prendersi altri oggetti come sostituti o tornare provvisoriamente all’Io. Ma perché questo distacco della libido dai suoi oggetti debba essere un processo così doloroso resta per noi un mistero sul quale per il momento non siamo in grado di formulare alcuna ipotesi. Noi vediamo unicamente che la libido si aggrappa ai suoi oggetti e non vuole rinunciare a quelli perduti, neppure quando il loro sostituto è già pronto. Questo è dunque il lutto.”

(da Sigmund Freud, Opere. 1915-1917 Volume 8°)

 

Dott. Roberto Cavaliere

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TERAPIA DI COPPIA: COME SUPERARE LE DIFFERENZE DI CARATTERE

La terapia di coppia serve quando l’incompatibilità caratteriale minaccia i coniugi, le differenze di carattere possono essere sistemate nell’ambito di una terapia

Gentilissimo, ho 27 anni e il mio partner 35. Vivo da due anni con lui un rapporto di coppia molto conflittuale per quella che è secondo noi una “incompatibilità caratteriale”. La vita di coppia è un inferno, è  fatta di discussioni continue, rimuginamenti, recriminazioni e problemi insoluti. Nonostante ciò non demordiamo e siamo ancora convinti dell’amore che ci lega nonostante le difficoltà a dialogare. Quale può essere una strada da seguire per salvare il rapporto di coppia? può aiutare una psicoterapia per affrontare i problemi insoluti?

Se la conflittualità di coppia è solo un problema di comunicazione e se siete entrambi legati sui sentimenti una terapia di coppia è indicata nel vostro caso. Nel frattempo v’invito anche a riflettere sul seguente brano:

“Mio caro Friedrich, ho dovuto fare l’esperienza che non c’è davvero nulla di più arduo che amarsi. È un lavoro, un lavoro a giornata, Friedrich, a giornata. Com’è vero Dio, non c’è altro termine. Come se non bastasse, i giovani non sono assolutamente preparati a questa difficoltà dell’amore; di questa relazione estrema e complessa, le convenzioni hanno tentato di fare un rapporto facile e leggero, le hanno conferito l’apparenza di essere alla portata di tutti. Non è così. L’amore è una cosa difficile, più difficile di altre: negli altri conflitti, infatti, la natura stessa incita l’essere a raccogliersi, a concentrarsi con tutte le sue forze, mentre l’esaltazione dell’amore incita ad abbandonarsi completamente…
… Prendere l’amore sul serio, soffrirlo, impararlo come un lavoro: ecco ciò che è necessario ai giovani. La gente ha frainteso il posto dell’amore nella vita: ne ha fatto un gioco e un divertimento, perché scorgono nel gioco e nel divertimento una felicità maggiore che nel lavoro; ma non esiste felicità più grande del lavoro, e l’amore, per il fatto stesso di essere l’estrema felicità, non può essere altro che lavoro. Chi ama deve cercare di comportarsi come se fosse di fronte a un grande compito: sovente restare solo, rientrare in se stesso, concentrarsi, tenersi in pugno saldamente; deve lavorare deve diventare qualcosa”.
(Da una lettera del poeta Rainer Maria Rilke ad un giovane amico)

 

Dott. Roberto Cavaliere

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ASCOLTARE IL BAMBINO INTERIORE NELLE RELAZIONI

La scultura “Amore” dell’artista ucraino Alexandr Milov ben rappresenta il conflitto tra uomo e donna ed, allo stesso tempo, una possibile via d’uscita

Quante volte uomo e donna si danno le spalle nella relazione (come nella scultura) a sottolineare una difficoltà o incapacità reciproca a comunicare, a sintonizzarsi sull’altro.

Quale possibile via d’uscita da questa contrapposizione relazionale se non ascoltando la parte profonda di se stessi, quel bambino interiore (come nella scultura) che va al di là dei torti e delle ragioni ed ascolta il proprio cuore e quello dell’altro.

I bambini litigano spesso ma si riconciliano subito ed il litigio non crea mai distanza tra loro nel tempo

Dottor Roberto Cavaliere

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SAPER DISINNESCARE NEL CONFLITTO DI COPPIA

Ho imparato a disinnescare, a non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi lo trovo saggio. Le uniche coppie che vedo durare, sono quelle dove uno dei due riesce a fare un passo indietro…E invece sta un passo avanti…

(Perfetti sconosciuti – Film – 2016)

LA PRINCIPESSA SI SALVA DA SOLA

Stanca di aspettare che arrivasse un principe a salvarla, la principessa raccolse tutto il suo coraggio, impugnò la spada e andò dritta verso il drago per ucciderlo o per chiedergli di lasciarla subito libera.

“Non ho più paura di te!” gli gridò, anche se dentro di sè tremava.

Il drago la guardò negli occhi e atterrito le disse: “Non c’è davvero nessun bisogno di essere violenti. Io non ti ho mai detto di rimanere, anzi mi sono sempre chiesto perchè restassi così a lungo.”

“Ah, ok. Bene allora.” rispose la principessa, un pò in imbarazzo.

E non appena si allontanò dalla tana del drago, realizzò che…ciò che l’aveva davvero imprigionata erano le sua false paure e l’attesa che qualcuno si facesse avanti per salvarla, mentre lei stessa avrebbe potuto salvarsi da sola in qualsiasi momento.

tratto dal libro LA VITA CHE SEI, 24 MEDITAZIONI SULLA GIOIA di barbara pozzo