L’ Effetto Zeigarnik nelle Relazioni

L’effetto Zeigarnik è un fenomeno psicologico che descrive la tendenza delle persone a ricordare meglio le attività non completate rispetto a quelle che sono state completate. Questo effetto prende il nome dalla psicologa russa Bluma Zeigarnik, che lo scoprì negli anni ’20.

Durante uno studio, Zeigarnik osservò che i camerieri di un ristorante ricordavano meglio gli ordini che non erano stati ancora saldati rispetto a quelli già pagati. Questo portò a una serie di esperimenti che dimostrarono che la mente tende a mantenere vive le informazioni riguardanti i compiti incompiuti o interrotti, perché c’è una spinta interna a portarli a termine.

L’effetto Zeigarnik è utilizzato per spiegare molti fenomeni, come la tendenza a sentirsi inquieti o preoccupati quando lasciamo incompleti certi compiti o perché continuiamo a pensare a qualcosa di non risolto.

✅L’effetto Zeigarnik può essere applicato anche alle relazioni interpersonali, creando un impatto significativo sul modo in cui le persone ricordano e vivono le esperienze non concluse o non risolte nelle loro interazioni.

In questo contesto, si riferisce alla tendenza delle persone a pensare e a rimanere emotivamente coinvolte in relazioni che non si sono concluse in modo chiaro o soddisfacente. Alcuni esempi includono:

➡️1. Relazioni interrotte bruscamente: Quando una relazione finisce in modo improvviso, senza spiegazioni o senza una chiusura emotiva, le persone possono rimanere bloccate nel pensiero costante di “cosa sarebbe potuto accadere”, ricordando dettagli ed episodi con maggiore intensità rispetto a una relazione conclusa in modo naturale.

➡️2. Amori non corrisposti o non realizzati: Un amore che non ha mai avuto la possibilità di svilupparsi pienamente (ad esempio, una cotta mai dichiarata o una relazione che non ha mai avuto una reale possibilità) può rimanere radicato nella mente proprio perché manca una conclusione definitiva. Questo porta a una maggiore idealizzazione e ricordo della persona o della situazione.

➡️3. Discussioni o conflitti non risolti: Se una coppia ha una discussione o un conflitto che non viene chiarito, entrambe le parti tendono a pensarci di più rispetto a conflitti risolti. L’assenza di chiusura psicologica e emotiva può lasciare un senso di incompiutezza e generare rimurginazioni continue.

➡️4. Ghosting: Il fenomeno del ghosting (quando una persona scompare improvvisamente da una relazione senza dare spiegazioni) amplifica l’effetto Zeigarnik. La parte abbandonata tende a rimanere ancorata alla relazione proprio perché manca una chiusura, facendo domande senza risposte.

In generale, l’effetto Zeigarnik spiega perché le situazioni emotivamente incompiute possono generare un maggior coinvolgimento psicologico. Le persone restano più focalizzate su ciò che non è risolto, creando una spinta interiore che le porta a cercare risposte o chiusura.

✅Superare l’effetto Zeigarnik, specialmente nelle situazioni di incompiutezza emotiva o mentale, richiede consapevolezza e alcune strategie per affrontare il senso di incompletezza. Ecco alcuni passi che possono aiutare:

➡️1. Chiusura consapevole (closure)
La mancanza di chiusura è il fulcro dell’effetto Zeigarnik. È importante cercare di ottenere una sorta di risoluzione interna, anche quando quella esterna non è possibile (ad esempio, in caso di ghosting o relazioni interrotte bruscamente). Ciò può includere:
– Scrivere una lettera (anche se non viene mai inviata) per esprimere pensieri ed emozioni non detti.
– Parlare della situazione con qualcuno di fidato, cercando di elaborare e comprendere l’esperienza.
– Prendere decisioni personali, anche senza una chiusura da parte dell’altra persona, accettando che non tutte le situazioni avranno risposte definitive.

➡️2. Accettare l’incertezza
Molte persone si aggrappano a eventi non conclusi perché sentono il bisogno di ottenere delle risposte. Tuttavia, accettare che l’incertezza è parte della vita è essenziale per superare l’effetto Zeigarnik. Lavorare sull’accettazione implica:
– Praticare la mindfulness o tecniche di meditazione per imparare a lasciare andare i pensieri ossessivi.
– Sviluppare una mentalità di apertura, accettando che non tutto si può controllare o capire.

➡️3. Dare un nuovo significato
Rielaborare le esperienze incomplete in modo positivo o costruttivo può aiutare a superarle. Chiediti:
– Cosa ho imparato da questa esperienza?
– Come posso crescere o diventare più forte grazie a questo?
Dare un nuovo significato a situazioni non risolte può ridurre l’impatto emotivo e permettere di andare avanti con maggiore serenità.

➡️4. Spezzare il circolo della ruminazione
Continuare a rimuginare su un evento incompiuto è una delle manifestazioni più comuni dell’effetto Zeigarnik. Per ridurre la ruminazione:
– Imposta dei limiti di tempo per pensarci: ad esempio, concediti 10 minuti al giorno per riflettere sull’evento, poi focalizzati su altro.
– Usa tecniche di distrazione positiva: attività fisica, hobby, lettura, uscite sociali che distolgano l’attenzione dai pensieri ossessivi.
– Sfida attivamente i pensieri ripetitivi con self-talk positivo, dicendoti che è inutile continuare a rimuginare.

➡️5. Prendersi cura di sé
Quando ci si sente bloccati su eventi incompiuti, è fondamentale investire tempo nel proprio benessere fisico ed emotivo:
– Coltiva abitudini sane come dormire a sufficienza, fare esercizio fisico e mangiare bene.
– Crea una rete di supporto sociale, parlando con amici o professionisti (come un terapeuta) per elaborare i sentimenti.

➡️6. Azione risolutiva
Se la situazione è ancora risolvibile, prendi iniziative pratiche per concludere ciò che è rimasto in sospeso. Se un progetto o un compito incompiuto ti tormenta, prova a:
– Pianificare piccoli passi per completarlo, creando obiettivi specifici e gestibili.
– Concludere i dettagli non risolti in una relazione, se possibile, attraverso una conversazione onesta.

Superare l’effetto Zeigarnik richiede un lavoro di accettazione e risoluzione interiore, ma con le giuste strategie è possibile liberarsi del peso emotivo di ciò che resta incompiuto.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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La Personalità Passiva Aggressiva

Il soggetto passivo-aggressivo è una persona che esprime rabbia o ostilità in modo indiretto, attraverso atteggiamenti di resistenza, evitamento e manipolazione, piuttosto che affrontare apertamente i conflitti o i propri sentimenti negativi. Invece di manifestare apertamente frustrazione o disaccordo, preferisce comportarsi in modo apparentemente collaborativo o compiacente, ma allo stesso tempo ostacola, critica o sabota in modo nascosto.

✅Caratteristiche del soggetto passivo-aggressivo
– Negazione dell’aggressività: non esprime mai apertamente rabbia o risentimento, ma nega di essere arrabbiato anche quando è evidente.
– Resistenza passiva: si oppone alle richieste o aspettative in modo subdolo, ad esempio attraverso la procrastinazione, l’inefficienza, o facendo errori “accidentali”.
– Dipendenza dall’approvazione esterna: spesso evita il confronto diretto per paura di essere rifiutato o sgradito, ma allo stesso tempo coltiva un risentimento interiore.

✅Modalità relazionali del soggetto passivo-aggressivo

➡️1. Comportamento contraddittorio: il soggetto passivo-aggressivo tende a dire una cosa e a farne un’altra. Ad esempio, può accettare un compito con un sorriso, ma poi lo svolge male o non lo porta a termine.

➡️2. Ostilità indiretta: evita il confronto aperto, ma manifesta risentimento attraverso sarcasmo, battute velenose o frecciate sottili. Il linguaggio non verbale (espressioni facciali, tono di voce) spesso contraddice le parole espresse.

➡️3. Procrastinazione intenzionale: rimanda volontariamente l’esecuzione di compiti o promesse, come modo di esprimere la propria ostilità o rifiuto, anche senza dirlo apertamente.

➡️4. Silenzio punitivo: usa il silenzio o l’evitamento come mezzo per punire o controllare l’altro. Spesso smette di comunicare quando si sente frustrato, senza dare spiegazioni.

➡️5. Comportamento passivo e rinunciatario: può assumere un atteggiamento di finta sottomissione o rassegnazione, agendo come se non avesse potere o controllo, ma in realtà cerca di controllare la situazione attraverso la passività.

➡️6. Gelosia e invidia nascoste: può manifestare invidia o risentimento nei confronti di persone di successo o felici, ma non lo esprime apertamente, piuttosto lo manifesta con commenti sminuenti o atteggiamenti distaccati.

➡️7. Autosabotaggio: tende a mettere in atto comportamenti che finiscono per danneggiare se stesso o i propri obiettivi, pur di evitare di dover affrontare responsabilità o conflitti aperti.

➡️8. Manipolazione emozionale: cerca di far sentire in colpa l’altro o di farlo sembrare colpevole, usando vittimismo o atteggiamenti passivi che suscitano compassione o frustrazione negli altri.

In generale, queste modalità relazionali creano difficoltà nelle interazioni sociali e relazioni personali, poiché il soggetto passivo-aggressivo evita di affrontare direttamente i problemi, ma alimenta tensioni e conflitti nascosti.

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Come interagire con una persona passiva-aggressiva

Interagire con un soggetto passivo-aggressivo può essere difficile a causa della sua tendenza a evitare il confronto diretto e a esprimere ostilità in modo indiretto. Tuttavia, ci sono alcune strategie che possono aiutare a gestire queste interazioni in modo più efficace:

➡️1. Riconosci il comportamento, non l’etichetta
È importante riconoscere il comportamento passivo-aggressivo senza etichettare direttamente la persona. Dire a qualcuno che è “passivo-aggressivo” potrebbe farlo chiudere ulteriormente. Invece, prova a descrivere il comportamento specifico che hai notato, ad esempio: “Ho notato che hai detto di essere d’accordo con questo progetto, ma non sembra che tu stia portando avanti le attività”.

➡️2. Mantieni la calma
Il comportamento passivo-aggressivo può essere frustrante, ma è essenziale mantenere la calma e non reagire con rabbia. Rispondere emotivamente può rafforzare il loro comportamento e aumentare il conflitto. Rimanere razionali e concentrati aiuta a mantenere il controllo della situazione.

➡️3. Comunica in modo chiaro e diretto
Il soggetto passivo-aggressivo tende a evitare il confronto aperto. Pertanto, è importante essere chiari e specifici nelle tue comunicazioni, esprimendo chiaramente ciò che ti aspetti o chiedi. Non lasciare spazio a interpretazioni ambigue che potrebbero essere utilizzate per evitare responsabilità.

➡️4. Affronta i problemi in modo assertivo
Usa l’assertività per affrontare i comportamenti passivo-aggressivi. Questo significa esprimere i tuoi sentimenti e bisogni in modo rispettoso ma fermo. Ad esempio: “Mi sembra che ci sia un problema, perché hai detto che saresti venuto alla riunione, ma poi non ti sei presentato. C’è qualcosa di cui dovremmo parlare?”

➡️5. Imposta limiti e conseguenze
Quando il comportamento passivo-aggressivo persiste, potrebbe essere necessario stabilire dei limiti chiari. Se la persona non rispetta tali limiti, puoi introdurre conseguenze appropriate. Ad esempio, se qualcuno costantemente non rispetta una scadenza, potrebbe essere necessario redistribuire i compiti o affrontare il problema in modo più formale.

➡️6. Non cedere alla manipolazione
Le persone passivo-aggressive possono usare il vittimismo o l’evitamento per far sentire in colpa gli altri o per ottenere compassione. È importante non cedere a queste tattiche e mantenere la conversazione concentrata sui fatti e sul comportamento oggettivo.

➡️7. Invita al confronto aperto
Se possibile, invita la persona a esprimere i propri sentimenti o preoccupazioni in modo diretto. Potresti dire: “Sembra che tu non sia soddisfatto di questa situazione. Mi piacerebbe sapere cosa pensi davvero e cosa possiamo fare per migliorare la situazione”.

➡️8. Riconosci i loro sentimenti, ma non li giustificare
È utile riconoscere che il comportamento passivo-aggressivo può derivare da frustrazioni o insicurezze. Puoi mostrare empatia, ma senza giustificare il loro comportamento. Ad esempio: “Capisco che tu possa sentirti frustrato, ma procrastinare il lavoro non aiuta a risolvere il problema.”

➡️9. Evita il confronto aggressivo
Anche se è frustrante, evitare uno scontro aggressivo o accusatorio può essere più produttivo. Un confronto eccessivamente aggressivo rischia di alimentare ulteriormente il comportamento passivo-aggressivo, inducendo la persona a ritirarsi o ad alimentare il risentimento.

➡️10. Sii paziente
Modificare il comportamento passivo-aggressivo richiede tempo. Potrebbe non esserci un cambiamento immediato, ma una comunicazione coerente e assertiva può gradualmente migliorare le interazioni e ridurre l’ostilità nascosta.

In conclusione, affrontare il comportamento passivo-aggressivo richiede assertività, chiarezza e una gestione emotiva ben bilanciata. L’obiettivo è aiutare la persona a esprimere i suoi sentimenti in modo più aperto e costruttivo, mantenendo al contempo il rispetto reciproco.

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Il Tradimento è l’inconoscibilità dell’ altro

“IL TRADIMENTO CI METTE DI FRONTE
ALL’ INCONOSCIBILITÀ DELL’ ALTRO”
sottolinea la profonda crisi di fiducia e comprensione che il tradimento provoca in una relazione. Quando veniamo traditi, siamo costretti a confrontarci con una realtà sconvolgente: la consapevolezza che l’altro, anche se pensavamo di conoscerlo bene, può avere aspetti nascosti o imprevedibili.

Il tradimento, in questo senso, svela la complessità e l’opacità dell’essere umano, evidenziando che non possiamo mai conoscere completamente un’altra persona. Questo porta a un senso di smarrimento e di dubbio non solo verso chi ci ha tradito, ma anche verso la nostra capacità di comprendere veramente gli altri.

Inoltre, il tradimento infrange l’illusione di una connessione totale e trasparente tra due persone, mettendo in luce i limiti della nostra percezione e del nostro sapere sull’altro. Ci obbliga a confrontarci con l’idea che, nonostante l’intimità e la vicinanza, esiste sempre una parte dell’altro che rimane misteriosa e inaccessibile.

In sintesi, il tradimento non solo ferisce, ma scuote le fondamenta stesse della fiducia, costringendoci a riconoscere la realtà dell’inconoscibilità dell’altro, una realtà che, per quanto scomoda, è inevitabile nelle relazioni umane.

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Le 4 sofferenze della personalità gelosa

“Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.”

La citazione riflette la complessità emotiva del sentimento di gelosia, un’emozione intensa e spesso contraddittoria. La persona che parla si sente intrappolata in un ciclo di sofferenza multipla, amplificata dal conflitto interiore e dalla consapevolezza delle conseguenze del proprio stato d’animo.

1. Sofferenza per la gelosia stessa: La prima fonte di sofferenza è la gelosia in sé, un’emozione che può essere devastante e che consuma chi la prova, generando ansia e insicurezza.

2. Autocritica: La seconda sofferenza deriva dal senso di colpa e dal rimprovero verso sé stessi per essere gelosi, come se si percepisse la gelosia come una debolezza o un difetto.

3. Paura di ferire l’altro: C’è poi il timore che la propria gelosia possa danneggiare la persona amata, creando tensione e potenzialmente allontanando chi si desidera proteggere.

4. Banalità e senso di conformità: Infine, c’è una sofferenza derivante dalla consapevolezza di essere soggiogati da un’emozione comune e “banale”, come lo è la gelosia. Questo fa sentire la persona ordinaria, simile a tutti gli altri, e quindi meno speciale.

➡️In sintesi, la citazione mette in luce quanto la gelosia sia un’emozione stratificata, capace di provocare un dolore che si autoalimenta e si moltiplica, sia a livello personale che nelle relazioni con gli altri. La sofferenza non si limita solo all’atto del sentirsi gelosi, ma si estende alla riflessione sulla propria condizione, generando un’angoscia esistenziale e relazionale.

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Che cos’è l’ HOOVERING e come superarlo

L’hoovering è una tattica manipolativa spesso utilizzata da persone con tendenze narcisistiche o con tratti di personalità manipolativi per “risucchiare” (da qui il termine “hoovering”, che deriva dal nome di un famoso marchio di aspirapolvere) una persona nella relazione, anche dopo che questa è terminata o si sta cercando di chiuderla.

✅Caratteristiche dell’hoovering:

1. Promesse di cambiamento: Il manipolatore può promettere di cambiare, di migliorare il proprio comportamento o di risolvere i problemi che hanno portato alla rottura.

2. Nostalgia e ricordi: Spesso viene fatto leva sui bei momenti passati insieme, ricordando i momenti felici per far sentire la vittima in colpa o per farle credere che la relazione possa tornare come prima.

3. Messaggi o contatti inaspettati: La persona può ricominciare a inviare messaggi, chiamate o a fare visita all’improvviso, cercando di riaprire un dialogo.

4. Regali o gesti di gentilezza: Il manipolatore può inviare regali, fare gesti affettuosi o cercare di essere estremamente gentile per convincere l’altro che tiene davvero alla relazione.

5. Minacce o manipolazione emotiva: A volte l’hoovering può assumere forme più aggressive, come minacce velate, manipolazioni emotive (es. minacciare di farsi del male) o tentativi di far sentire l’altro in colpa.

6. Senso di urgenza: Il manipolatore può creare un senso di urgenza, come se ci fosse qualcosa di importante da discutere o risolvere immediatamente, costringendo la vittima a rispondere.

✅Come superare l’hoovering:

1. Riconoscere la manipolazione: Il primo passo è essere consapevoli che si tratta di una tattica manipolativa. Riconoscere l’hoovering per quello che è può aiutare a mantenere il distacco emotivo necessario.

2. Mantenere i confini: È importante mantenere i propri confini saldi. Se hai deciso di porre fine alla relazione, cerca di evitare contatti o di rispondere ai tentativi di riconciliazione, almeno fino a quando non ti senti completamente al sicuro emotivamente.

3. Nessun contatto (No Contact): Una strategia efficace è il “No Contact”, ovvero evitare qualsiasi tipo di comunicazione con la persona manipolativa. Questo include bloccare numeri di telefono, e-mail, social media e qualsiasi altro canale di comunicazione.

4. Supporto esterno: Rivolgersi a amici, familiari o un terapeuta può offrire il supporto emotivo necessario per resistere alla tentazione di ricadere nella relazione.

5. Concentrarsi su sé stessi: Investire tempo ed energie nel proprio benessere, nella propria crescita personale e nelle proprie passioni può aiutare a superare il bisogno di tornare nella relazione.

6. Ricordare il motivo della rottura: Tenere a mente le ragioni che hanno portato alla fine della relazione può aiutare a resistere ai tentativi di hoovering.

➡️Superare l’hoovering richiede forza emotiva e determinazione, ma è fondamentale per proteggere il proprio benessere psicologico e recuperare la propria indipendenza.

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Il fenomeno del BENCHING nelle relazioni

IL FENOMENO DEL BENCHING NELLE RELAZIONI.
Il termine “benching” deriva dall’inglese “to bench,” che significa “mettere in panchina”. In ambito relazionale, il benching si riferisce a una situazione in cui una persona mantiene l’altra in una sorta di limbo affettivo. Non c’è un rifiuto esplicito né un vero impegno, ma piuttosto un alternarsi di segnali di interesse e distacco. La persona “benched” viene quindi tenuta “in panchina,” ossia in attesa, senza sapere se la relazione avrà mai un seguito significativo.

✅ Sintomi del Benching

1. Messaggi inconsistenti: La persona che pratica il benching invia messaggi o dimostra interesse a intervalli irregolari, mantenendo viva la speranza di un possibile rapporto.
2. Assenza di piani concreti: Nonostante i segnali di interesse, chi pratica il benching evita di prendere impegni concreti per uscire o per portare avanti la relazione.
3. Ambiguità nelle intenzioni: Le conversazioni rimangono spesso sul vago, senza mai chiarire esattamente dove stia andando la relazione.
4. Continua procrastinazione: Le proposte di vedersi o di fare qualcosa insieme vengono spesso rimandate, con scuse generiche.

✅ Cause del Benching

1. Insicurezza: Chi pratica il benching potrebbe non essere sicuro dei propri sentimenti o del proprio desiderio di impegnarsi in una relazione.
2. Desiderio di mantenere opzioni aperte: Alcune persone fanno benching per non escludere altre possibilità romantiche, mantenendo così un “piano B” disponibile.
3. Paura del rifiuto: La persona che pratica il benching potrebbe avere paura di essere rifiutata, quindi preferisce non esporsi completamente.
4. Narcisismo: In alcuni casi, il benching può essere una manifestazione di un comportamento narcisistico, in cui la persona cerca solo di ottenere attenzione e conferme.

✅ Terapie e Soluzioni

1. Consapevolezza: Riconoscere di essere vittima di benching è il primo passo per uscirne. Bisogna prendere atto dei segnali di una relazione che non progredisce.
2. Comunicazione chiara: Parlare apertamente con l’altra persona può aiutare a chiarire le intenzioni e capire se c’è un futuro nella relazione.
3. Imparare a lasciar andare: Se dall’altra parte non c’è un impegno concreto, è importante avere il coraggio di interrompere la relazione per non rimanere intrappolati in un limbo.
4. Supporto psicologico: In alcuni casi, confrontarsi con un terapeuta può essere utile per superare il benching, specialmente se si tratta di un comportamento ricorrente che influisce negativamente sull’autostima.

➡️Il benching può essere una situazione frustrante e dolorosa, ma riconoscerlo e prendere misure per affrontarlo è fondamentale per tutelare il proprio benessere emotivo.

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Interazione e Comprensione del Partner nelle Relazioni

” Bisognerebbe amare, amare follemente, senza vedere ciò che si ama.
Perché vedere è comprendere, e comprendere è disprezzare.”

➡️Il brano di Guy de Maupassant riflette una visione cinica e disincantata dell’amore. Egli suggerisce che l’amore ideale è quello cieco, privo di una comprensione razionale della persona amata. Secondo Maupassant, l’amore vero dovrebbe essere guidato dall’impulso e dalla passione, senza essere influenzato dalla conoscenza razionale dell’altro.
La frase “vedere è comprendere, e comprendere è disprezzare” suggerisce che una volta che si conosce veramente qualcuno, con tutte le sue imperfezioni e difetti, diventa difficile continuare ad amarlo con la stessa intensità. Maupassant quindi sembra suggerire che l’amore basato sulla pura idealizzazione è più forte e duraturo rispetto a quello che si fonda sulla conoscenza reale e approfondita dell’altro, poiché la comprensione porta inevitabilmente alla disillusione.

➡️Ritengo che sia impossibile perdurare nell’ idealizzazione e prima o poi la reale conoscenza dell’ altro avviene e dà li può partire un amore maturo fatto di comprensione ed accettazione.

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La modalità di Amare del Borderline

La modalità di amare di una persona con disturbo borderline di personalità (DBP) è spesso caratterizzata da intensità emotiva, instabilità e paura dell’abbandono. Questa combinazione può rendere le relazioni sentimentali con una persona borderline particolarmente complicate e impegnative.

✅Modalità di Amare della Personalità Borderline

1. Intensità Emotiva: Le persone con DBP spesso amano con grande intensità. Possono idealizzare il partner, vedendolo come perfetto e fonte primaria di sicurezza emotiva. Tuttavia, questa intensità può rapidamente trasformarsi in frustrazione o rabbia quando si sentono deluse o non comprese.

2. Paura dell’Abbandono: Una delle caratteristiche principali del DBP è la paura intensa di essere abbandonati. Questa paura può portare a comportamenti di attaccamento molto forti o, al contrario, a reazioni impulsive che spingono via il partner per proteggersi da un eventuale rifiuto.

3. Cicli di Idealizzazione e Svalutazione: È comune per le persone con DBP passare rapidamente dall’idealizzare il partner al svalutarlo, spesso in risposta a percezioni (a volte distorte) di rifiuto o abbandono. Questo può creare una dinamica di “montagne russe” emotive all’interno della relazione.

4. Instabilità Relazionale: Le relazioni con una persona borderline possono essere estremamente instabili, con frequenti rotture e riconciliazioni. L’altalena emotiva e l’impulsività tipiche del disturbo possono rendere difficile mantenere una relazione stabile e sana.

5. Dipendenza Emotiva: Spesso, chi soffre di DBP può diventare molto dipendente emotivamente dal partner, vedendolo come l’unica fonte di stabilità o sicurezza. Questo può portare a comportamenti di controllo o a richieste di costante rassicurazione.

✅Come il Partner Dovrebbe Interagire

Se il tuo partner ha un disturbo borderline di personalità, è importante approcciarsi alla relazione con comprensione, pazienza e una buona dose di autocura. Ecco alcuni suggerimenti:

1. Educazione e Consapevolezza: Impara quanto più possibile sul disturbo borderline per capire meglio le dinamiche e le sfide che si possono presentare nella relazione.

2. Stabilire Confini Chiari: I confini sono essenziali per proteggere il tuo benessere emotivo e mantenere una relazione sana. Stabilisci limiti chiari su cosa è accettabile e cosa non lo è in termini di comportamento e rispetto reciproco.

3. Essere Coerenti e Affidabili: La coerenza e la prevedibilità possono aiutare a ridurre l’ansia legata all’abbandono. Cerca di essere il più possibile affidabile e trasparente nelle tue azioni e nelle tue parole.

4. Non Prendere le Reazioni di Petto: Ricorda che i comportamenti impulsivi o i cambiamenti d’umore improvvisi del tuo partner spesso derivano dal disturbo e non sono un attacco personale. Cerca di non reagire in modo eccessivo e mantieni la calma.

5. Rassicurare ma con Moderazione: Fornisci rassicurazioni al tuo partner, ma cerca di farlo in modo che non rafforzi la dipendenza emotiva. Incoraggia l’autonomia e il lavoro su sé stessi.

6. Incoraggiare la Terapia: Il DBP è una condizione che richiede un trattamento professionale. Incoraggia il tuo partner a o iniziare la terapia, specialmente la terapia dialettico-comportamentale (DBT), che è particolarmente efficace per il DBP.

7. Autocura e Supporto: Prendersi cura di sé è fondamentale. Cerca supporto emotivo per te stesso, che può includere terapia individuale o gruppi di sostegno per partner di persone con DBP. È importante che tu non perda di vista i tuoi bisogni e il tuo benessere.

8. Accettare i Limiti della Relazione: Non tutte le relazioni sono destinate a durare, specialmente se i comportamenti autodistruttivi o abusivi diventano prevalenti. Accettare i propri limiti e quelli della relazione può essere cruciale per prendere decisioni difficili ma necessarie.

✅In sintesi, amare una persona con disturbo borderline di personalità può essere estremamente sfidante. La chiave è trovare un equilibrio tra supportare il partner e proteggere il proprio benessere, riconoscendo i propri limiti e, se necessario, cercando aiuto professionale.

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ASSORTATIVE MATING : ACCOPPIAMENTO ASSORTATIVO

In campo psicologico e nelle dinamiche di coppia, l’assortative mating si riferisce al fenomeno per cui le persone tendono a scegliere partner che sono simili a loro sotto vari aspetti psicologici e comportamentali. Questo può includere tratti della personalità, valori, interessi, intelligenza e persino atteggiamenti politici.

Aspetti chiave in ambito psicologico e di coppia:

✅1. Personalità: Le persone spesso scelgono partner con tratti di personalità simili, come estroversione, stabilità emotiva o apertura mentale. Questo può facilitare la comprensione reciproca e la compatibilità all’interno della relazione.

✅2. Valori e credenze: Coppie con valori simili (ad esempio, riguardo alla religione, alla famiglia o alla carriera) tendono a sperimentare meno conflitti su questioni fondamentali e a costruire una vita più armoniosa insieme.

✅3. Intelligenza e livello di istruzione: C’è una tendenza significativa a formare coppie in cui entrambi i partner hanno livelli simili di intelligenza o istruzione. Questo può portare a una maggiore comprensione reciproca e a una migliore comunicazione all’interno della relazione.

✅4. Stile di attaccamento: Anche lo stile di attaccamento, che si riferisce a come le persone si relazionano nelle loro relazioni affettive, può influenzare l’accoppiamento assortativo. Persone con stili di attaccamento simili possono trovarsi più compatibili.

✅5. Benessere psicologico: Le coppie che condividono un simile livello di benessere psicologico o di salute mentale possono trovare più facile sostenersi a vicenda in modo equilibrato, riducendo lo stress e i conflitti.

L’assortative mating in questo contesto è importante perché influenza non solo la scelta del partner, ma anche la qualità e la durata delle relazioni. Le coppie formate da individui con caratteristiche psicologiche simili tendono ad avere relazioni più stabili e soddisfacenti, poiché la somiglianza facilita la comunicazione e riduce i conflitti.

✅Professionalmente ho avuto modo di riscontrare l’assortative mating anche in campo clinico quando ci si sceglie tra aspetti disfunzionali di personalità simili. In questo campo clinico tale fenomeno può accentuare aspetti disfunzionali individuali e di coppia.

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