AFFIDAMENTO CONDIVISO E COPPIE DI FATTO

Come viene gestito l’affidamento condiviso nel caso di figli minorenni nati al di fuori del matrimonio

Affidamento condiviso coppie di fatto

Nel caso delle famiglie di fatto che decidono di separarsi il Tribunale si regolerà in merito alla questione dei figli minorenni esattamente come farebbe con una coppia regolarmente sposata. E’ anzi preferita la soluzione dell’affidamento condiviso anche quando si parla di coppie di fatto

Come funziona l’affidamento condiviso

Diritto di visita del padre in affido condiviso

Generalmente in caso di separazione dei genitori il figlio viene collocato presso la madre, ma il padre in regime di affidamento condiviso (ma sarebbe così anche in caso di affido esclusivo) ha diritto a vedere il figlio secondo i termini e le condizioni stabilite in accordo con la madre o, in caso di disaccordo, dal Tribunale.

E’ anche possibile nel caso in cui gli orari e i giorni stabiliti non siano sufficienti o non si adattino agli orari di lavoro del padre, richiedere una modifica. E’ infatti ritenuto un principio importantissimo dell’affidamento condiviso quello di incoraggiare e sostenere il figlio nella costruzione di una relazione solida con entrambi i genitori.

Affidamento condiviso e mantenimento

Solitamente in caso di affidamento condiviso il genitore non collocatario è tenuto a versare all’altro un assegno di mantenimento per i figli che copra le spese cosiddette ordinarie per il minore. L’importo dell’assegno può variare in relazione alla situazione economica del padre e della madre e anche in base alle necessità del figlio.Bisogna inoltre ricordare che non è possibile scaricare o detrarre dalle tasse l’assegno di mantenimento che si versa per i figli, ma unicamente quello per il coniuge.

Affidamento congiunto dei figli

L’affidamento congiunto dei figli è invece differente rispetto all’affidamento condiviso che spingeva per periodi di convivenza di pari durata del figlio presso i genitori, spesso impraticabili, nel corso dei quali la responsabiltà del minore ricadeva nella sfera di influenza del genitore collocatario. Nel caso dell’affidamento condiviso la responsabilità dell’adulto nei confronti del figlio non dipende dalla collocazione

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

AMORE IMPOSSIBILE

“Gli amori impossibili non finiscono mai, sono quelli che durano per sempre” recita la protagonista nel film “Mine Vaganti”

Perché ?

Perché spesso tutto ciò che rimane incompiuto crea legame, un legame resistente che si alimenta del non avere avuto ciò che si desiderava. Si immagina ciò che poteva essere e non è stato perché non compiuto.

E’ una sorta di trappola della mente di cui se non si prende consapevolezza si rischia di rimanere intrappolati a lungo, se non per sempre.

Prendere consapevolezza della trappola e che il prosieguo ed il finale di quello che avremmo desiderato non è detto che sarebbe stato quello sperato.

Solo ciò che si compie è certo.

Roberto Cavaliere 

SAPER DISINNESCARE NEL CONFLITTO DI COPPIA

Ho imparato a disinnescare, a non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi lo trovo saggio. Le uniche coppie che vedo durare, sono quelle dove uno dei due riesce a fare un passo indietro…E invece sta un passo avanti…

(Perfetti sconosciuti – Film – 2016)

BDSM – BONDAGE – DOMINANZA E SOTTOMISSIONE

Il termine BDSM è un acronimo:

  • Bondage (B),
  • Bondage & Disciplina (B&D),
  • Dominazione e Sottomissione (D&S o DS)
  • Sadismo & Masochismo (S&M o SM).

che indicano un complesso di pratiche relazionali e/o erotiche e/o preferenze sessuali. Queste pratiche, che considerate al di fuori di un contesto consensuale sono generalmente considerate spiacevoli e indesiderabili, sono nel BDSM fonte di soddisfazione reciproca, e strumento di costruzione di un rapporto interpersonale.

Il BDSM si caratterizza e si distingue dall’attuazione patologica e non consensuale del sadomasochismo per diverse ragioni:

  • La consensualità: qui il “sottomesso” acconsente di essere tale, e i limiti e le regole del rapporto sono definite sulla base di un accordo paritario accettato da ambo le parti pienamente consapevoli in modo consensuale. Nel caso di un rapporto TPE, in cui il dominante ha il totale controllo sul sottomesso, sussiste in ogni caso la possibilità quanto meno legale, per il sottomesso, di ritirare il suo consenso in qualsiasi momento.
  • L’uso della “safe word” (o “parola di sicurezza”) che dà la possibilità al partner passivo di interrompere il gioco in qualsiasi momento. In alcuni casi la safe word è sostituita da un gesto fisico preventivamente concordato (es.: alzare o aprire la mano, lasciar cadere un oggetto etc.), soprattutto in quelle scene o giochi BDSM in cui il sottoposto (slave) è fisicamente impedito nella parola. È necessaria una parola o segnale ben preciso e concordato in anticipo, perché esprimere semplice diniego (no, no!) può fare parte integrante del ruolo di vittima prescelto e non essere interpretato dal dominante come un rifiuto reale. In alcune tipologie di rapporto BDSM, tuttavia, l’uso della safeword è consensualmente escluso dalle parti.
  • La flessibilità nei ruoli: nel BDSM ognuno è libero di scegliersi il ruolo che trova più congeniale e anche cambiare questo nel corso del tempo o a seconda del partner, se lo sente necessario. Nessuno e’ completamente dominante o sub. Di norma ciascun ruolo è espressione di una inclinazione personale destinata a essere duratura nel tempo, anche se può evolvere.
  • La soddisfazione reciproca: lo scopo è un’interazione bidirezionale positiva per entrambi. Non necessariamente tuttavia questa soddisfazione deve essere intesa come pari opportunità di raggiungere il piacere sessuale: in alcune tipologie di rapporti BDSM (in particolare relazioni 24/7 il piacere sessuale di un partner è limitato in funzione del piacere dell’altro; in questo caso la soddisfazione del partner sottomesso è soprattutto morale e psicologica.

Spesso, in ogni caso, il sesso nella sua forma tradizionale è presente in misura minoritaria nel rapporto BDSM, o addirittura ne è del tutto escluso.

Le tre regole fondamentali e necessarie del BDSM e i principi fondamentali per la sicurezza delle sue pratiche possono essere riassunti con la formula inglese Safe, Sane, Consensual (SSC) che può essere tradotta in italiano con Sicuro – Sano – Consensuale. La creazione di questa formula è attribuita all’attivista David Stein che nel 1984 la usò per la prima volta in questa forma lavorando per il GMSMA (Gay Male S/M Activists) con lo scopo: « di distinguere il tipo di S/M consensuale a cui ero interessato da quello abusivo, criminale, neurotico e autodistruttivo generalmente associato con il termine sadomasochismo »

Va in ogni caso ricordato che alcuni praticanti il BDSM prediligono la formula RACK ai principi del SSC; in questo caso, il consenso può riguardare anche attività che comportano rischi fisici per le parti, purchè ci sia consapevolezza e accettazione degli stessi.

Il piacere tratto da un rapporto BDSM è legato allo scambio di potere che intercorre fra sottomesso e dominante, dove l’umiliazione del sottomesso esalta il dominante, gratificato dalla sensazione di potere; il sottomesso invece viene gratificato dall’assenza di potere, cioè dalla sensazione di impotenza e dall’assenza di scelta, sottolineate e dimostrate dagli stimoli che il dominante, secondo sua volontà, infligge o elargisce. In ogni caso, in un rapporto BDSM ci sono sempre dei momenti di grande tenerezza in cui non c’è né dolore né tensione emotiva ma solo grande rilassamento per entrambi i partner, piacere e coccole. Nei rapporti non continuativi è la “riappacificazione” alla fine di una scena di dominazione, mentre nei rapporti 24/7 questi momenti possono essere più casuali e meno collegati alla specifica situazione.

I normali rapporti di coppia sono chiamati, con un termine anglosassone, vanilla (vaniglia, appunto), a significare la minore intensità erotica rispetto ai rapporti BDSM. In genere l’inizio di un rapporto BDSM (o il passaggio del rapporto da “normale” a BDSM) coincide con il consenso del partner sottomesso, che accetta di fidarsi ed essere dominato; a volte, nel seguito del rapporto, può essere il partner dominante a rifiutare, specie se il sottomesso richiede pratiche “spinte”, perché i suoi sentimenti glielo impediscono. Di norma se questa situazione si verifica e viene superata, con il dominante che accetta definitivamente il suo ruolo, il rapporto può considerarsi consolidato.

DOMINANZA E SOTTOMISSIONE NEL BDSM

La Dominanza/Sottomissione è una parte fondamentale nel BDSM (Bondage-Domination-Sado-Masochism). Con il riferimento specifico a questo termine, si intende sottolineare la componente maggiormente psicologica, emotiva e cerebrale, ovvero la relazione nel suo aspetto formale, emotivo e affettivo, nonché tutte quelle pratiche sessuali che esulano, in questo tipo di rapporto, dal puro e semplice contatto sessuale (che tuttavia può far parte, o meno, di una relazione di dominazione/sottomissione).

L’eccitazione viene infatti spesso provocata, in queste relazioni, oltre che dalle tradizionali pratiche del mondo bdsm, dal controllo e dall’autorità che il dom detiene sul sub. Entrambi sono in ogni caso consapevoli e consenzienti nell’accordare questo potere alla parte attiva, tanto che si usa spesso decidere una giornata prima su che cosa verterà il successivo incontro, e le regole del SSC (safe, sane, consensual) impongono che il sub possa concludere la scena in qualsiasi momento con una parola chiave. In realtà tutto verte intorno alla fiducia reciprocamente riconosciuta, e nei rapporti di dominazione/sottomissione più occasionali si può parlare di vere e proprie finzioni dette anche “scene”.

Come in altre attività legate al BDSM, questa condizione può essere limitata nel tempo (generalmente della durata della scena) o può essere uno stile di vita. Spesso tutto coinvolge anche vari comportamenti definiti fetish, tra cui i più comuni sono il boot worshipping (l’adorazione degli stivali), l’uso di vestiti in latex e il petplay, in cui il sub finge di essere un animale scelto dal dom.

È invalso nell’ambiente di coloro che praticano il BDSM e le pratiche relative alla dominazione-sottomissione schematizzare in maniera semplificata la popolazione in coloro che sono in grado di recepire tali attività e coloro che non sono in grado di comprenderle (definiti, questi ultimi, con il termine di vanilla) Fermo restando valido tutto ciò che usualmente vale per il BDSM, nei giochi di dominazione sono fondamentali i ruoli. In particolare si distingue un dominante, definito anche Master o Mistress, ed una o un dominato, definito anche slave. Si precisa che tali ruoli raramente sono intercambiabili, ovvero spessissimo, quasi sempre, la stessa persona assume sempre lo stesso ruolo perché consono alla sua natura psicologica. La pratica dei giochi di dominazione sottomissione costituisce infatti in genere una pratica mentale estremamente coinvolgente e in genere il ruolo è fortemente dettato dalle proprie sensazioni intime.

La simbologia maggiormente adottata consiste nell’uso del collare che viene donato dal/dalla top alla/al bottom. Il collare rappresenta in una qual misura l’impegno dei due in un rapporto BDSM con ruoli ed impegni precisi che i due prendono ma che quasi sempre sono dettati dal top. Si noti che in genere, nel caso di rapporto BDSM consolidato o comunque con un fattore di stabilità tra due o più persone, è il sub o la sub a fare richiesta palese o sottintesa di essere accettato nel proprio ruolo ed il/la top ad accettare o meno il legame. In generale si può comunque dire che è invalso l’uso che spetti al dominante l’ultima parola sull’accettazione di un rapporto BDSM di dominazione-sottomissione a rimarcare il potere di quest’ultimo nel legame tra i due.

Frequentissimo è l’abbinamento dei giochi di dominazione anche di altre pratiche, oltre quelle sado-maso già citate, quali il bondage, ovvero la legatura della sub da parte del top e l’umiliazione esplicata attraverso pratiche diverse. In tutte le pratiche citate è fondamentale saper valutare quanto per coloro che assumono il ruolo di dominante sia importante assumere la responsabilità della incolumità psicologica e fisica del sub che gli si affida. La perizia di coloro che assumono il ruolo di sub sta invece nel sapere scegliere una o delle persone in grado di gestire tale responsabilità con la dovuta serietà e perizia.

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Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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CONTROL FREAK – CONTROLLO E GIUDIZIO OSSESSIVO

Di seguito l’articolo pubblicato sul numero di novembre 2008 del mensile SILHOUETTE DONNA

Cara, ma quanto mi critichi?

“Ma cosa fai?”, “Stai attento!”, “Non ti accorgi che stai sbagliando?”, “E poi, dove pensi di andare oggi?”, “Ah bè, se credi sia importante…”. Giudizi, bacchettamenti ma anche critiche, commenti continui su quello che il partner dice o fa. A tutte sarà capitato, almeno una volta, di osservare una donna rivolgersi al marito o al compagno usando questo modo interrogatorio. O magari, per essere sincere al cento per cento, di essere per prime protagoniste di questo modo di fare.

* L’atteggiamento, del resto, è tipicamente femminile: si chiama “Control freak”, letteralmente “ossessione del controllo”, ed è il bisogno psicologico di una donna di passare ai raggi X il comportamento del partner per criticarlo o esprimere un commento sprezzante. Niente a che vedere con le osservazioni normali e fisiologiche che si pronunciano reciprocamente i partner di tutte le coppie: in questo caso è solo lei a ergersi a giudice dei comportamenti di lui, in un continuo bombardamento di commenti che porta l’uomo di turno ad avvilirsi sempre più e a vivere nel timore di sbagliare o di essere ripreso.

* Se può essere facile per molte riconoscersi in questo comportamento o ritrovarci le esternazioni di un’amica, ben più difficile è invece capire il perché si inneschi questa dinamica, comprendere le ragioni che spingono una donna a sminuire continuamente il partner e quest’ultimo a non reagire e ad accettare, per quieto vivere, le critiche ricevute. Lo abbiamo chiesto a uno psicologo esperto di dinamiche di coppia, che ci ha spiegato anche quali possono essere le strategie utilizzabili da entrambi per ritrovare equilibrio nei ruoli e armonia.

Lei giudica, lui si fa giudicare

Il Control freak è un atteggiamento che si manifesta sempre quando in una coppia c’è un partner dominante (in questo caso la donna) e uno più debole o “recessivo” (in questo caso l’uomo). Una relazione “vittima-carnefice” (in senso chiaramente non-violento, ma solo relazionale) che si instaura perché l’uno permette all’altro di esprimere il proprio ruolo, e viceversa: il carnefice ha in qualche modo bisogno della sua vittima e, a sua volta, la vittima sembra aver bisogno del suo carnefice, perché non fa nulla per uscire dalla condizione di subalternità.

* In realtà, però, lui e lei non sono così diversi come sembra. Anche se superficialmente sembrano opposti e complementari, sul piano psicologico sono molto somiglianti. E pur vivendo la dinamica del Control freak su fronti diversi, lo fanno per le stesse ragioni.

Lei

Un copione già visto. L’abitudine da parte di una donna di controllare e bacchettare il partner non nasce dal nulla, ma deriva dal fatto che durante l’infanzia lei ha visto la madre fare la stessa cosa con il padre, finendo per considerare la dinamica critica-sottomissione del tutto normale all’interno della coppia. Una volta diventata adulta, riproduce spontaneamente un copione affettivo già vissuto senza considerarlo affatto ossessivo o sbagliato.

Scarsa autostima. Il bisogno della donna di sottolineare sempre i difetti del compagno in realtà non rivela una forte personalità né la presunzione di essere sempre nel giusto, come sarebbe facile dedurre. Paradossalmente, significa che all’origine del suo comportamento c’è profonda insicurezza e scarsa autostima. Il fatto di non accettare i difetti del partner rivela, infatti, che sono i suoi stessi difetti che in realtà non accetta, e che attaccare lui la solleva dall’attaccare se stessa. Una donna molto impegnata e oberata dal senso del dovere critica continuamente i gesti di superficialità e di libertà del partner perché in realtà vorrebbe per se stessa un po’ di leggerezza. In effetti, se una donna fosse soddisfatta di sé accetterebbe con gioia anche i comportamenti del partner, lo lascerebbe libero di parlare e agire senza sentirsi arrabbiata o sentire il bisogno di riprenderlo con fare pignolo.

Lui

Un copione già visto. Anche il partner che subisce gli attacchi tipici del Control freak molto probabilmente ha assistito in passato a episodi di prevaricazione da parte della madre sul padre. Per questo, considera “accettabile” che la compagna lo bacchetti ed eserciti continuamente il diritto di correggerlo senza reagire o rivendicare una libertà di azione, preferendo la via della pazienza e della tolleranza.

Scarsa autostima. Facile immaginare che all’origine del comportamento dimesso e passivo dell’uomo ci sia un problema di insicurezza e di fragilità. Altrimenti, perché accetterebbe di essere controllato a vista e bacchettato dalla partner? Chi fa parte di questa dinamica di critica-sottomissione ritiene infatti siano in parte “giuste” le correzioni ricevute dalla compagna e pensa di avere dei limiti evidenti che meritano di essere sottolineati e giudicati. A volte, addirittura, inconsciamente offre alla compagna l’occasione per essere ripreso, per ricevere la punizione che pensa di meritare.

Il momento rivelatore: in pubblico

La dinamica di coppia tipica del Control freak ha una caratteristica: non avviene solo in privato, al riparo dagli sguardi degli altri, ma anche in pubblico.

* Quante volte capita, infatti, di ritrovarsi a una cena fra amici e accorgersi che le critiche di una delle donne presenti verso il compagno sono troppo insistenti e spiacevoli? Molte. In quei casi, all’inizio, si cerca di capire se si tratta di una gag simpatica di coppia, controllando se la reazione di lui sia ironica o di scherno. Quasi subito, invece, ci si accorge che lui incespica, abbassa lo sguardo e mostra un sorriso tirato, dimostrando chiaramente come quello non sia altro che un clichè di vecchia data e non un canovaccio interpretato per il pubblico.

* Le razioni dei due, in questa circostanza, sono interessanti: da una parte, lei non si rende minimamente conto di aver denigrato il partner davanti a tutti, sicura piuttosto di aver fatto un gesto magnanimo per aiutarlo a migliorare. Dall’altra, lui sprofonda nell’imbarazzo, preoccupato dell’immagine che ha dato agli altri di sé e della reazione più giusta da mostrare per non peggiorare la situazione e svelare ancora di più la relazione con la sua compagna.

* Questa situazione apparentemente critica ha, in realtà, un suo risvolto positivo: nel momento in cui la dinamica di controllo si svela in pubblico, il partner acquista la giusta consapevolezza del ruolo che ha nella coppia, e d’un tratto gli diventa impossibile accettare ciò che invece, a casa, gli è facile sopportare. Questa presa di coscienza, seppur limitata per il momento soltanto a lui, è il punto di partenza per iniziare a scardinare l’automatismo di critica e di sottomissione.

Strategie per due

Cosa fare per uscire dal meccanismo in cui lei è controllore spietato e lui controllato a vista? Chiarirsi, purtroppo, serve a poco. La donna che ha un atteggiamento Control freak, infatti, pur essendo in grado di riconoscere che la quantità dei commenti espressi al compagno/marito è esagerata, è pienamente convinta che la qualità delle sue osservazioni sia utile per il miglioramento del partner. Quindi, anche qualora lui desideri modificare la situazione, si scontrerà per sempre con un muro di gomma affidandosi solo al chiarimento verbale.

* Per riuscire a scardinare il rapporto di critica-sottomissione occorre dunque adottare delle strategie che aiutino anche lei a prendere coscienza della dinamica di coppia che innesca. Tre i suggerimenti che possono servire in tal senso.

  1. Per entrambi: Ricorrere all’aiuto una terza persona che insista non sul contenuto del dibattere ma sulla dinamica di relazione. Una persona esterna alla coppia, come un amico fidato, un familiare o, in alternativa, uno psicoterapeuta specializzato nella terapia di coppia, che sia riconosciuto da entrambi come una persona autorevole e sincera che possa fare da “mediatore”. Il suo ruolo potrebbe essere quello di raccontare alla coppia (e in particolare alla donna) come appare dall’esterno, la dinamica che instaura, senza entrare nel merito delle discussioni e senza prendere le parti di nessuno. A partire dalla domanda “vi accorgete che vi comportate così?”, il “mediatore” potrebbe aiutare entrambi a riflettere sul perché del loro comportamento. Potrebbe chiedere a lei: “perché senti il bisogno di criticarlo?”, “cosa non ti piace di lui?”, “è fondamentale per te correggerlo?”. E a lui: “perché accetti di essere giudicato?”, “fai lo stesso con lei?”, ecc. A partire da queste domande, potrà aiutare entrambi a prendere coscienza delle ragioni personali che li spingono a perpetrare questa dinamica.
  2. Per lui: nel tentativo di scardinare la dinamica ciritica-sottomissione, una strategia utile che il partner può mettere in atto è il ricorso alla battuta ironica. L’ironia, infatti, ha la capacità di sbaragliare qualsiasi provocazione, di spiazzare, sorprendere chi desidera assestare un attacco. Ad esempio, se lei dice: “se continui a mangiare così diventerai un elefante!”, rispondere “già, ma il mio modello è la balena”. E’ la tecnica del bullismo, negativa in tutti i contesti di gruppo ma funzionale in questo caso per difendersi dall’attacco critico e per spiazzare la compagna, mostrandole l’inopportunità dei suoi continui commenti.
  3. Per lei: una volta riconosciuto di avere una propensione a mettere in atto un comportamento Control freak, è importante che lei cominci a lavorare sulla propria autostima. Questa è sicuramente la parte più difficile sul piano psicologico, perché richiede tempi molto lunghi e la disponibilità a modificare meccanismi di controllo e dipendenza di vecchia data. Una strategia utile può essere quella di concedersi più spazi di autonomia, evitando di condividere tutte le attività con il partner, dedicandosi a hobby e interessi personali, privilegiando il tempo trascorso con le amiche/amici, curando la propria bellezza e il proprio benessere. A partire da questo lavoro personale, sarà meno importante per lei tenere sempre sotto controllo il partner, e diventeranno prioritari i suoi impegni e la sua soddisfazione personale.

Elena Goretti

Consulenza di Roberto Cavaliere, filosofo, psicologo, Presidente dell’ASIPDAR (Associazione per lo studio e l’intervento sulle problematiche e dipendenze affettive e relazionali).

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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PORNODIPENDENZA E PROBLEMATICHE AFFETTIVE

TESTIMONIANZE

Stella Età: 32 Buongiorno, grazie anzitutto per la sua attenzione, vorrei testimoniare lla mia situazione affettiva attuale dal momento che sono talmente confusa che non saprei come definire nulla di quello che provo in questo periodo della mia vita.Ho avuto un’infanzia direi felice, in cui non mi e’ mai mancato niente, una bella famiglia che mi ha lasciato (seppur ragionevolmente) libera di prenderele mie decisioni, di uscire, di frequentare amici o fidanzati che misceglievomotivo per cui ho sempre ammirato i miei genitori che non hannolasciato ansie e preoccupazioni limitare questa liberta’. Molte cose sono cambiate quando sei anni fa mio padre se n’e’ andato di casa per tre anni inpiena crisi di mezza eta’ innamorato di un’altra donna. I miei contatti conlui si sono drasticamente ridotti, e dolore e rabbia si sono sostituiti adaffetto e ammirazione nei suoi confronti. Da quando e’ tornato a casa da miamadre la situazione si e’ molto lentamente riequilibrata, ma credo di averperso totalmente la fiducia nei suoi confronti.Ora ho 32 anni e da due e mezzo mi sono trasferita a Londra per vivere con ilmio ragazzo inglese piu giovane di 3 anni. Premetto che entrambi avevamo un partner quando ci siamo conosciuti in una chat (si trattava di una chat di un sito musicale, unica chat che io ho mai frequentato, solo per qualche mese e per curiosita, non adibita ad incontri online) e dopo esserci scambiati gli indirizzi email ci siamo scritti per 3 anni prima di incontrarci. Lui aveva convissuto per due anni con una ragazza che era tornata a vivere nel suo paese quando ci siamo incontrati la prima volta, ma comuqnue la loro relazione continuava a distanza, io avevo una relazione molto piu lunga ma meno intensa in cui vedevo il mio ragazzo solo durante il weekend.Dopo un anno di incontri bimensili “clandestini” e uno e mezzo di di incontri bisettimanali “ufficiali” mi sono trasferita a vivere con lui. Lui e’ sempre stato molto premuroso, attento e consapevole della difficolta’c he un cambiamento radicale di vita comporta, e mi ha assecondato nel miodesiderio di continuare a sentirmi libera. Lui aveva avuto una vita di coppiamolto piu intensa e ravvicinata mentre io convivevo con amiche ed erodeterminata a voler mantenere uno stile di vita “indipendente”. Ho trovato un lavoro dopo due mesi, mi sono creata la mia cerchia di amicizie e nonostante lenostre profondissime differenze tutto sembrava andare bene. Credo che le nostre personalita’ che definirei opposte siano alla radice nelnostro problema maggiore: il sesso. La mia personalita’ curiosa, impulsiva epassionale e la mia mentalita’ piuttosto aperta, mi hanno portato ad avere vari tipi di esperienze (cosa di cui lui era al corrente) e ho sempre creduto che per mantenere vivo un rapporto fossero necessarie complicita’ e curiosita’ che avevo avuto nelle relazioni precedenti. Ed e’ con questa attitudine che mi ero preparata ad affrontare la vita con lui che aveva affermato di essere incuriosito dalle “esperienze” ma non aver mai avuto occasione di viverle. Presto pero’ mi sono resa conto che non era vero. Ho cercato la complicita’ con lui in tutti i modi, cambiando il mio ruolo a 360 gradi pur di capire cosa gli piacesse e di ottenere le sue attenzioni,purtroppo arrivando spesso a criticarlo, arrabbiarmi e accusarlo di avermi ingannata e di non sentirmi desiderata. Il tutto ha raggiunto il culmine piu di un anno fa quando ho scoperto che frequentava abitualmente siti porno quando io uscivo la mattina per andare al lavoro. Non solo, ma iniziando una serie infinita di ricerche e controlli che era iscritto a siti in cui si conoscono persone online, che nel periodo in cui corrispondeva con me si scriveva in modo molto piu esplicito con un’altra ragazza conosciuta anche lei in internet. Insostanza ho capito che forse non ci eravamo conosciuti per caso e e che tutta la magia che avevo attribuito al nostro rapporto fin dai tempi di “amici di penna” per lui era un’autoaffermazione del suo potere seduttivo e pesuasivo. Ho cosi piano piano cominciato a smontare il nostro rapporto e a riuscire vederne solo i lati negativi e considerarlo un mostro dalla doppia faccia. Inizialmente gli chiedevo solo se frequentava questi siti e lui negava.Premetto che io non sono mai stata contraria al porno, che anzi nei miei numerosi tentativi di trovare questa famosa complicita’andavo a comprare i film, gli chiedevo di vedere i siti insieme. Dopo la scoperta ho passato i successivi 9 mesi a controllarlo, trascorrendo nottate a fare ricerche al computer, scoprendo la sua password e rendendomi conto che ogni volta cheaffrontavo l’argomento, credendo che io non potessi smentirlo, lui mi mentiva. Sarebbe infinito raccontare nei particolari come la mia vita si sia svolta inquel periodo delle delusioni, ansie, insicurezze che si sono create in me. Sei mesi fa abbiamo deciso di comune accordo che avrei bloccato il computer eda allora ho avuto accesso solo io. Credo che anche se mi sono un po’ tranquillizzata questa ossessione per lui, per noi per il nostro rapporto equello che non funziona in esso siano tuttora alla base di tutti i mieipensieri. Credo che sia fondamentalmente impaurito dal sesso e abbia trovato lasua dimensione in un autoerotismo legato al suo immaginario e la sua attitudinea condividere il rapporto sessuale sia fondamentalmente solo a livello fisico.Premetto che ha avuto il primo rapporto tardi, intorno ai vent’anni e noncredo abbia avuto molte esperienze e le nostre differenze culturali sicuramentegiocano un ruolo predominante. Nel frattempo pero’ io mi sono trasformata. Hoperso la mia carica sessuale, il mio entusiasmo, l’interesse per tutto,insomma mi sento vuota e spenta. Non riesco a spiegarmi come sia possibile chetuttora non so cosa lo ecciti, che biancheria gli piaccia, perche se indossodue calze autoreggenti diverse non se ne accorge neppure. Perche non mi cerca.Lui dice che siamo diversi che lui mi desidera (cosa che a me riesce tuttoradifficile credere viste le mie esperienze avendo scoperto che cercava me unavolta la settimana e i siti molto piu spesso) ma lo ho fatto sentire inadeguatoe ora non sa cosa fare e si sente insicuro.Il risultato di questa situazione e’ comuqnue che io ho sviluppato un’insicurezza profonda in me stessa, arrivando a pregare che ogni ragazza che incrociavamo per strada non fosse carina (quando una volta mi voltavo io aguadarle!)o a non poter guardare la tv per la paura di vedere belle ragazze oacene di nudo. Non ho piu nessun desiderio sessuale o quasi. Credo che l\’averdovuto reprimere i miei istinti e l’essermi sentita rifiutata costantementeper essere poi sostituita da siti porno mi abbia profondamente trasformato,privato di desiderio e trasformato da donna piacente e sicura del proprio sexappeal a donna timorosa, insicura e frustrata.Siamo arrivati ad un punto in cui mi chiede di fidarmi di lui che dice che doposei mesi di prigionia devo dargli la possibilita di dimostrarmi che e’ cambiato e questo includerebbe l’accesso al pc (che fortunatamente nonfunziona) e che se io non mi fido di lui la nostra relazione non ha senso.Tutto vero, io sono pero’ terrorizzata dall’idea di cosa questo significhi,impaurita dall’idea di sapere che non riuscirei a reggere un’altra delusione e priva di energie per ricominciare. Credo di aver perso le speranze che lecose tra noi funzionino ma nonostante questo esiste molta tenerezza tra noi,anche e forse sopratutto da parte sua, ci vogliamo molto bene e l’idea di non averlo piu mi rattrista enormemente. Penso che forse sono io che non l’ho saputo capire e ho solo criticato e accusato e lui non ha capito che la mia visione libera e libertina della vita non appartiene a tutti. Da molto tempo ormai cambio idea più volte al giorno, se lo amo ancora, se lo detesto, se voglio ricominciare, se posso vivere senza di lui e se lo voglio. Non sò cosa fare.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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ANORESSIA O AMORESSIA E BULIMIA SENTIMENTALE

Il pagamento della cambiale nel futuro diventa più costoso di quanto ci si fosse aspettato. Spese accessorie, alle quali non si era pensato, pesano molto e la passione ormai soddisfatta non può più compensarle. La discrepanza viene solo rafforzata ultriormente dalla struttura riflessiva dell’aspettativa degli amanti. L’uguale inclinazione alla superinterpretazione, che ha fatto da sostegno alla costruzione del rapporto, così come il confronto tra speranza e realtà accelerano il disfacimento. Il rapporto non è cresciuto alla sua propria temporalità e si dissolve.N. Luhmann, Amore come passione.

 

Anoressia sentimentale o Amoressia è il rifiutare di nutrirsi di sentimenti, al pari del rifiuto del cibo dell’anoressia nervosa. Come quest’ultima, colpisce sopratutto le donne, che si ritrovano ad esercitare un controllo sui propri sentimenti, a non lasciarsi andare, imitando, in amore, i tipici comportamenti sentimentali maschili.

Tale comportamento “anoressico” nasce in seguito ad un evento particolarmente doloroso, quale una separazione od un abbandono, o è uno schema che si ripete nelle relazioni in generale. In questo secondo caso potrebbe essere paragonata alla philofobia (paura d’amare) e, generalmente, affonda le radici nell’infanzia.

Si può presentare a tutte le età assumendo però significati diversi. In giovane età può essere indice di un’immaturità affettiva, l’uso del corpo come merce di scambio. Man mano che si avanza cogli anni assume un significato diverso: timore di essere abbandonate, di rimanere di nuovo sole, di soffrire per l’ennesima volta. Riassumendo: Non amo per non soffrire.

Agli antipodi dell’anoressia sentimentale c’è la bulimia sentimentale, maggiormente presente negli uomini, ed associata alla bulimia sessuale. C’è una ricerca spasmodica di relazioni affettive e sessuali, ma una volta consumate, vengono vomitateper assumerne altre. Le cause sono le stesse di quelle individuate per l’anoressia. Anoressia e Bulimia sentimentale sono le stesse facce di una stessa medaglia.

Anche comportamenti più prettamente sociologici in campo affettivo quali:speed-date,   blind-date, one-night-stand, che causano uno scarso coinvolgimento affettivo individuale favoriscono l’insorgere del fenomeno.

Inoltre in una società che favorisce gli incontri tra i corpi, invece che gli incontri tra persone, si ergono invalicabili difese per proteggere il proprio sé dalle interferenze sentimentali.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

CUCKOLD E/O CAUNDALESIMO

Con il termine inglese cuckold si usa indicare l’uomo che consapevolmente e volontariamente induce la propria partner a vivere esperienze sessuali con altri uomini (a loro volta denominati bull, tori, con allusione alla prestanza fisica di questi animali), ovvero la tendenza a fare praticare al proprio partner un tradimento assecondato. Solitamente è l’uomo che trae piacere dal vedere la propria donna che compie atti di sesso con altri uomini. Cuckold deriverebbe dal nome cuculo, e il riferimento è probabilmente al fatto che questo fa in modo che altri uccelli inconsapevolmente prestino il proprio nido e le proprie cure parentali ai propri piccoli.

Il cuckold è quasi simile al fenomeno del candaulesimo che indica la pratica umana di tipo sessuale con la quale il soggetto prova soddisfacimento nell’osservare il partner durante l’atto sessuale con un’altra persona (Borneman, 1988). Il nome deriva da una vicenda narrata a proposito di Candaule, re di Lidia del’VIII secolo a.C. Come si vede il fenomeno è lo stesso la differenza è solo nei termini usati.

In origine il termine cuckold si applicava a mariti non consapevoli di essere vittime di adulterio: ovvero il cosiddetto “portare le corna”che indica il fatto che il tradito è, nel luogo comune, l’ultimo a venire a conoscenza dell’adulterio, così come le corna sulla testa sono viste dagli altri ma non da chi le porta.

Il fenomeno del cuckoldismo è aumentato con l’avvento di internet che ha permesso un maggiore volume di contatti tra persone sconosciute ed appassionate del genere. Con l’aumentare dei contatti tra sconosciuti cresce anche il rischio di incontrare sieropositivi o persone pericolose con forti disturbi mentali. Molti casi mettono alla luce la pericolositá di questi incontri, pratiche eseguite tra l’altro non solo con sconosciuti.

Il cuckold, inteso come il soggetto passivo di questa relazione triangolare, può vivere la propria condizione come una forma di umiliazione, che avvicina questo rapporto alle relazioni di dominazione/sottomissione tipiche del BDSM, in cui la sua partner assume l’aspetto psicologico di una vera e propria mistress. In questo tipo di rapporto, spesso la donna impone al partner cuckold regole e limiti che coartano e reprimono in varia misura la sua sessualità, ad esempio vietandogli di avere rapporti sessuali completi con lei, se non saltuariamente, oppure disciplinando le modalità in cui egli può avvicinarsi e toccare il corpo della sua compagna, etc.; spesso, in questi casi, il cuckold assiste al rapporto sessuale fra la sua compagna e il “terzo” uomo e subisce commenti o ordini umilianti da parte di entrambi. In altri casi, tuttavia, il soggetto cuckold vive questo aspetto della sessualità come un complemento della normale relazione di coppia, stringendo a volte persino un legame di amicizia e di complicità maschile con l’abituale “terzo” con cui la sua compagna si intrattiene.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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TESTIMONIANZA

Gentile Dottore,

Sono una donna di 45 anni e il mio compagno è quello che si definisce un cuckold, ossia cornuto… cioè desidera e si eccita nel vedermi fare sesso con altri uomini, o immaginare che io seduca qualcuno o che qualche uomo ci provi con me…Io devo confessarLe che qualche volta ho acconsentito ai suoi giochi, ma sono molto confusa perchè mi sembra che questo non lo abbia soddisfatto e mi fa capire che desidera tantissimo che a breve io faccia sesso con un uomo. Ho letto molto sul cuckoldismo, ma quello che non riesco a condividere è come un uomo possa desiderare ossessivamente una cosa così e affermare di amare la propria compagna. Nel senso che mi è capitato di essere importunata da due uomini e quando glielo ho raccontato, invece di sentirsi offeso e arrabbiato come mi sentivo io, era eccitato al pensiero… E’ brutto pensarlo, ma ho accanto un uomo che non mi fa sentire veramente Sua, protetta e sicura… E poi pensare che si ecciti solo così, senza un minimo di senso del “possesso” per il corpo e l’intimità della sua donna… Lo accetterei se fosse un gioco, un modo per trasgredire insieme, una cosa che può o non può accadere e non certo per la volontà di tradirlo o il desiderio di avere un altro uomo (da parte mia), e per l’ossessione di vedermi con altri uomini (da parte di lui).

Sono molto confusa, ci sono momenti in cui mi sembra di avere accanto un estraneo, e sono anche mortificata perchè capisco di non essere la donna che avrebbe desiderato. Magari all’inizio l’ho illuso per il mio essere trasgressiva, ma non ero innamorata..e forse pensavo lo stesso di lui…cioè che se si fosse innamorato di me non avrebbe più desiderato queste cose, ma mi avrebbe voluta solo per sè….Ho paura che il nostro rapporto ne risenta, ho sempre il dubbio di non essere io a farlo eccitare, ma il pensiero di vedermi in altre situazioni…

Se mi può fare chiarezza….Grazie

Distinti saluti

BULIMIA SESSUALE

Di norma, alla fine dell’attacco di fame il bulimico vomita quasi tutto quanto ha ingerito ed è quindi in grado di conservare pressochè inalterato il proprio peso. Una donna bulimica appare perfetta, severa, arrogante, fredda, distaccata…non è facile avvicinarsi a lei. E’ un tipo razionale, giudizioso, cerebrale, una persona dalla quale non si vorrebbe essere giudicati. Nessuno sospetterebbe che lei, la perfetta, si rimpinza fino a non poterne più e poi vomita. E’ il suo segreto e per nulla al mondo lo rivelerebbe. Tale segreto la rende intimamente sola, in quanto è qualcosa che non può condividere. Esteriormente appare forte, ma come sia dentro nessuno lo sa.
La donna bulimica accetta solo la propria immagine perfetta e rifiuta il vero Io, che quasi nemmeno conosce e di cui teme il manifestarsi. Nei suoi attacchi incoercibili di fame si impone questa parte diversa, sconosciuta, che è lontana dalle sue pretese di perfezione e che bisogna rendere innocua. La donna bulimica concede troppo poco spazio alla propria vera personalità, che quindi deve trovare uno sbocco a livello fisico. Ciò che le manca a livello cosciente è l’accettazione di sé, la capacità di fare posto al proprio vero Io. Tratto da “Donne che mangiano troppo” di Renate

Sempre più spesso si parla di ragazze e donne che in maniera compulsiva ricercano sesso all’interno di relazioni sopratutto occasionali.
Fenomeno che definirei Bulimia Sessuale, perchè presenta le tipiche caratteristiche della bulimia (secondo il DSM IV):
Ricorrenti abbuffate. Una abbuffata è caratterizzata da entrambi le condizioni seguenti:
mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili.
Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).
Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.
Sostituiamo in questa definizione la parola cibo con sesso e l’analogia è evidente:
1. nel caso della classica bulimia ci si abbuffa di cibo, nel caso della bulimia sessuale, ci si abbuffa di sesso;
2. si è compulsivi nel ricercare il cibo, si è compulsivi nel ricercare sesso;
3. come non si gusta il cibo, così non si gusta il sesso;
4. si perde il controllo nel mangiare, si perde il controllo nel fare sesso;
5. entrambe le forme di bulimia sono finalizzate a contenere un disagio psicologico molto profondo.
I soggetti principali sono:
1. adolescenti che entrano in competizione colle coetanee sul numero di ragazzi che risacono a portare a letto;
2. donne che nella costante paura di trovare l’uomo sbagliato, si rifiutano alla fine di cercare quello giusto;
3. donne profondamente ferite in amore che cercano di tamponare tale dolore ricercando rapporti sessuali occasionali alla stregua di un antidepressivo.
Le conseguenze della bulimia sessuale sono fisiche e psicologiche.
Quelle fisiche sono:
1. gravidanze indesiderate;
2. la possibilità di contrarre malattie a trasmissione sessuale;
3. lo sviluppo di altri coportamenti autolesionistici (quale tagliarsi).
Quelle psicologiche sono:
1. calo dell’autostima;
2. stato depressivo post rapporto sessuale;
3. maggiore incapacità ad entrare in una relazione anche affettivamente:
Ricercare rapporti sessuali occasionali porta a una valutazione completamente sbagliata del proprio io: nessuna bellezza fuori forse, ma nemmeno dentro. Queste ragazze e donne diventano brutte dentro, agli occhi di se stesse. Non riescono a fidarsi del proprio io, non vogliono credere di poter essere “brave” anche affettivamente e non solo a letto. E come in una risposta ossessivo-compulsiva (spesso è associata al doc disturbo ossessivo-compulsivo) o come in un circolo vizioso, se preferite, si buttano sempre più nelle relazioni senza controllo, senza dignità, senza orgoglio, ma sopratutto senza anima.
Bisogna chiedersi cosa spinge una ragazza o una donna intelligente a non capire dove sta il confine tra l’ appagamento sano e anche occasionale di istinti fisici e affettivi, e il buttarsi via come essere umano. Sicuramente al fondo c’è un dolore profondo che và individuato, che và compreso, ma sopratutto rispettato. Rispettando il proprio dolore, ci si rispetta anche come persona.
Dott. Roberto Cavaliere
Psicologo, Psicoterapeuta
per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email: cavalierer@iltuopsicologo.it
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TESTIMONIANZE
BULIMIA SESSUALE ? Chi cazzo sei? Mi permetto di iniziare così. Sono turbata, arrabbiata, angosciata… ho appena letto “bulimia sessuale” ( http://www.maldamore.it/bulimia_sessuale.htm ) e mi sento piuttosto male… Mi sono chiesta “Chi cazzo è questo? Come sa tutte queste cose?” non dovrebbero essere così ovvie, tantomeno così frequenti, mi offende l’idea che possano essere frequenti, non mi piace pensarlo. Ho avuto la sensazione che qualcuno scrivesse i fatti miei su internet, mi sono sentita tradita. Razionalmente so che è stupido, e mi scuso per essermi espressa in questo tono, non è nei miei modi, ma sto scrivendo sull’onda del momento, e lo trovavo doveroso… comunicarti (mi viene spontaneo anche darti del tu, non so perché. Tu magari sì, quest’ipotesi mi irrita pure) le emozioni che hai generato con quanto hai scritto, senza censure, senza fronzoli. Non so dove voglio andare a parare… volevo solo dirti che “qualcuno” ha letto quanto hai scritto e che ha fatto un certo effetto… Non mi piace il paragone con la bulimia… i primi paragrafi li ho trovati stupidi, irritanti, ma via via che leggevo ho iniziato a star male. Non mi piacciono i termini che usi, tutti quei termini dispregiativi, come se facessi qualcosa di orribile, che mi rende brutta… faccio quel che faccio per gli altri, solo perché mi vogliano bene quanto ne voglio io. Ognuno ha le sue capacità da sfruttare, io ho le mie, le sfrutto, perché questo dovrebbe rendermi una brutta persona? Cioè, lo sono, e lo so, mi sento una brutta persona, ma è un prezzo da pagare per essere una bella persona agli occhi degli altri, per essere speciale. Non mi piace che tu usi quei termini… Trovo anche che verti su dei luoghi comuni ed altre cose, onestamente in alcuni casi è sicuramente giusto, ma è qualcosa di stupido… io non sono più una ragazzina, ma mai l’ho fatto per quelle ragioni… sono in cura da diversi anni, ho avuto diverse depressioni ed altr problemi, ma prendere coscienza delle cose non sempre basta. In alcuni casi si è così e basta, sono una brutta persona forse, una troia sicuramente. E non è questo il problema, il problema è soffrire perché la gente mi fa sentire colpevole di ciò che faccio… Ho scritto un sacco… non so nemmeno perché. Solo che nessuno mi aveva mai comunicato in questo modo… non so che dire, né che voglio ripeto. Grazie per l’attenzione.
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Ho visto che hai pubblicato la mia mail… “Testimonianza”. Fa sentire un po’ un caso clinico, un reperto da laboratorio. Non che non ci sia abituata, in più di dieci anni di analisi, terapie e quant’altro ci si fa il callo, per quanto non sia mai gradevole sentirsi dire frasi come “Vorrei che parlassi della questione anche con un mio collega, un luminare, avrebbe sicuramente molto interesse nell’avere a che fare con un caso come il tuo, ovviamente senza bisogno di pagare.”. Ad ogni modo non intendo chiederti di togliere quella mail, che non nego mi compiaccia sotto sotto, in una maniera perversa, come potrai capire, del resto, egocentrismo ed esibizionismo mi appartengono. Per quel che mi riguarda potrai pubblicare anche questa se lo riterrai utile, magari togliendo eventuali riferimenti personali. Ad ogni modo adesso volevo solo scrivere un paio di appunti, a freddo. Ponderatamente. Ho ripetuto più volte, nella precedente mail, che non sapevo perché ti scrivevo – continuo a darti del tu – adesso lo so. In realtà è alquanto ovvio: Come ti ho scritto non mi piacciono i “toni” della tua pubblicazione. Questo sentirmi additata come “brutta persona”, quando invece tutto ciò che faccio lo faccio proprio per evitare di venir vista in questo modo. Quindi ti ho scritto perché nasceva spontaneo il desiderio di riscattarmi, di manifestarti, in qualsiasi modo, che non è così. Che io non sono una brutta persona. In realtà lo sono, ci sono persone a cui tengo che hanno sofferto a causa mia, ed il senso di colpa è terribile, ma se non fosse per questo, forse, potrebbero stare bene. Sono una ragazza intelligente, colta, sensibile e penso proprio di poter dire che sono davvero molto bella. Non mi piace l’idea di venir catalogata secondo qualche luogo comune, quindi lo puntualizzo. Ho molti interessi, anche se devo riconoscere che, probabilmente, nessuna delle cose che ho fatto, a cui mi sono interessata, l’ho fatte per passione… non credo di aver mai fatto niente per me. I miei interessi perdono d’importanza rapidamente quando la mia vita si scontra con gli altri, a quel punto sono i loro che contano. Credo che potrei stare a parlare per ore di calcio, o di religione, di filosofia o di moda… suono, canto – niente di speciale, sono incostante – e ho fatto sfilate, ma tendo sempre a nascondere quelle che sono le mie vere passioni, che magari vedo come “strane” e temo che potrebbero dare un’idea sbagliata, o negativa, di me. Curo la mia cultura e le mie capacità dialettiche per casi come questo, una situazione in cui non posso succhiartelo, ma sento comunque il desiderio di colpirti, in qualche modo. Trovo che quanto hai scritto sia un po’ troppo semplicistico e frutto di un’ottica maschile, che non riesce fino in fondo a cogliere certe sfumature. Certi bisogni. Non è una questione di – come tu hai scritto – mettersi in mostra con le altre. È una questione di sentirsi speciali… desiderate… cercate. Gli uomini, fin da giovani, iniziano a predicare questo “culto della figa”, con inneggiamenti tipo “viva la figa e chi la da” e cose del genere. Parlano sempre di quest’argomento, e di quanto sia bello poter trovare una ragazza che si offre senza far storie. Come se quella fosse la cosa più importante nella vita. Questa “divinizzazione della troia”. Quindi io posso dirti che poter pensare… sentire di essere *quella troia* a cui il popolo inneggia… fa star bene, fa sentire importanti. Questo è davvero sbagliato? Per quale ottica moralista e convenzionale questo dovrebbe essere così sbagliato? Certo, ci sono le malattie… ma io non faccio altro che offrire tutto ciò che posso. Cerco la mia affermazione con i mezzi che ho a disposizione, e non ci sono affatto cattive intenzioni in questo, sono una ragazza molto ingenua e molto buona, mai potrei volere il male di qualcuno, io desidero solo essere cercata, voluta, non essere sola. Ci sono momenti in cui ti senti sola, in cui magari hai deluso qualcuno, o qualche progetto è andato storto, ed allora non c’è niente di più bello di far godere un uomo. Di vederlo guardarti con quegli occhi, come se tu fossi il miracolo della sua vita. È meraviglioso sapere che per quanto le cose possano andar male sei comunque capace di far godere qualcuno in modi in cui le altre non riescono. Di rendere con un piccolo sforzo la sua giornata migliore, degna di venir ricordata, di diventare speciale ai suoi occhi. Che c’è di male in questo? Quali che siano i rischi, perché non dovrebbero venir corsi? Persone che hann servito sono passate alla storia come eroi. Chi si è sacrificato per servire la patria, o il proprio re, o la propria fede, o altro. E vengono viste come persone degne di stima per il semplice fatto che hanno vissuto per qualcosa in cui credevano. Non faccio io la stessa cosa? Io servo il maschio. Sacrifico la mia vita affinché quella di qualcuno migliore di me sia più piacevole. Offro l’intrattenimento desiderato. Che c’è di sbagliato in questo? L’unico problema, l’unico vero problema è che qualcuno ne soffre. Che qualcuno considera questo comportamento, *il mio comportamento*, sbagliato. Famiglia, alcuni amici, ragazzi che si innamorano. Soffrono per quello che faccio, e mi fanno sentire in colpa per il loro dolore, mi fanno sentire sbagliata ed incapace. Perché il mio desiderio più grande è quello di far contenti tutti, e capita che le persone che amo soffrano a causa mia. Questo mi uccide. Se però loro non soffrissero, se nessuno giudicasse sbagliato il mio comportamento, se tutti si limitassero ad usarmi, senza preoccuparsi di questi moralismi, allora forse potrei essere felice. Chi ti dice che non potrei essere felice? Dove sta scritto che il mio concedermi sia un comportamento patologico ed influenzato dall’esterno, e non piuttosto l’opposto, ovvero che sia la sofferenza per quello che è un comportamento spontaneo ad essere indotta? Chi ti assicura che non sia la morale, l’opinione comune, e persone come te, che pubblicano su un sito la catalogazione di un comportamento dicendo che rende chi lo compie una “brutta persona”, a crearmi problemi? Problemi che altrimenti magari non avrei. La sofferenza viene dal sentirsi viste in questo modo, cosa che mi fa sentire sbagliata, mi fa star male, e di conseguenza cerco qualcuno, un uomo da far godere, che di nuovo mi faccia sentire brava, utile, desiderata, giusta a prescindere dal resto. Sapere di realizzare il desiderio di un uomo che altrimenti, nemmeno pagando, avrebbe potuto avere una come me, diventare il suo miracolo… La consapevolezza non aiuta sempre, ti assicuro. Non aiuta a cambiare, fa solo capire a fondo quali siano i nostri problemi, e che non ci sia modo per risolverli. Scusa se ti ho scritto ancora, non voglio cercare di approfittare. Solo che per quanto abbia fatto molte sedute, questa volta è diverso. Quando un dottore lo hai davanti ti parla in maniera più… diplomatica. Leggere quanto hai scritto in maniera impersonale sul sito ha causato una reazione diversa da quelle che ho avuto in altri ambiti. Adesso comunque la chiudo qua. Grazie per l’attenzione. Se te lo fossi domandato te lo dico: compio trent’anni tra poco più di un mese Vado avanti così da quando ne avevo 17, età a cui ho avuto la mia prima vera depressione… mio padre non si sentiva fiero del mio approccio alla sessualità.
CERCO CONTINUAMENTE PARTNER SESSUALI barbie Età: 43
Ho sempre giocato con il sesso sin da piccola (a 7anni già mi masturbavo e godevo).crescendo ho usato il sesso come forma di rivolta verso un famiglia perbene e un padre oppressivo da un lato,dall’altro avere molti fidanzati mi dava sicurezza di piacere agli altri,dato che nn piacevo a me stessa.Mi sono guadagnato una fama negativa di ragazza facile-più che libera -che mi ha pesato nel paese.Tuttavia ora rivesto un ruolo pubblico con i bambini e mi sforzo di fare bene il mio lavoro;ho un partner fisso delizioso che xò nn mi appaga sessualmente dato che x lui il sesso è secondario,né è disposto ad avere figli.Allora conservo alcuni partner sessuali da anni,ne cerco altri in modo che nn si venga a sapere e continuo a giocare col sesso e a fingere;purtroppo da un po’ di tempo frequento dei siti porno e le mie fantasie vanno oltre,mentre la rabbia è che nn ho la giusta concentrazione nel lavoro e che mento al mio uomo che si è rivelato insensibile ai miei richiami sessuali.Non ho il coraggio di lasciarlo xkè,oltre a essere una persona fondamentale x gli altri aspetti della vita,rappresenta la mia facciata di rispettabilità,il cardine costante,sicuro,ma anche piatto e noioso su cui sto edificando la mia vita.AIUTO!
ELEMOSINO ATTENZIONI OFFRENDO IL MIO CORPO Scopro solo ora dell’esistenza della bulimia sessuale.. ma io sono quella? ho sempre saputo che nel mio comportamento c’era qualcosa che non andava, ma questo pensiero aumenta lo stato di malessere, i sensi di colpa non aiutano, ed ho trascorso questi ultimi anni a convincermi che io ero soltanto libera, buona, passionale, vera, il desiderio sessuale di tanti uomini! ho vissuto con il fastidio degli sguardi libidinosi comprendendo che non erano sani, ma quel subdolo appagamento e sensazione di piacere e di grandezza apprezzamento desiderio erano miei! avevo qualcosa di mio.. ne ero felice! e sono cresciuta nella convinzione di essere una troia.. anche se vivevo storie normali.. con il tempo il malessere cresceva ed ho deciso che con tutto ciò dovevo conviverci in modo sereno! invento tante scuse a me stessa x non affrontare il problema.. xkè è inutile nascondersi.. c’è un problema! il problema c’è quando mi scopo anche l’ultimo dei cessi, di quelli ke neppure nei loro sogni avrebbero potuto avermi! solo xkè ti guardano, ti parlano e ti lasciano intendere ke farebbero tutto x te, ke mostrano un pò di comprensione e iniziano a dirti ke sei speciale, tu li guardi e pensi.. non sai quanto speciale, dovresti vedere quanto speciale e vuoi mostrare il top di te.. e sale la voglia di baciarli e trombarli come se tu fossi il loro film porno dal vivo! quando ti domandano estasiati..ma ki sei? e il loro odore lo senti, è sempre lo stesso, non ti piace, è acido, disgusta, è uguale a quello degli altri uomini al quale hai solo regalato il tuo corpo e non è uguale a quello dei ragazzi con cui hai fatto l’amore..quello è più dolce, è buono! non sono loro ke usano lo stesso profumo, sono io ke mando lo stesso segnale negativo alla mia mente.. quello del rifiuto! si, xkè io li rifiuto.. inizio a fare sesso, li faccio impazzire, ma l’odore, la pelle, i movimenti, le parole.. è tutto volgare e disgustoso e non vedo l’ora di finire fin dal principio! cosa c’è di normale e libero in tutto questo? io sono una ragazza forte, tutti dicono così, tutti si aspettano da me grandi imprese, sono intelligente, indipendente, testarda, passionale, molto passionale, dolce, un’amica x tutti, l’amica ke tutti vorrebbero e ke tutti cercano nel momento del bisogno.. è vero, sono speciale come dicono, ma xkè non riesco a dire NO! io non so dire di NO! dopo una notte di sesso con un uomo entusiasmante chiamo la mia amica e le dico ke sono innamorata.. ma il secondo giorno lo trascorro a cercare i difetti e quando li ho trovati al terzo giorno sparisco! ..sarei sparita comunque! due giorni di depressione e ricomincio ancora, ancora e ancora! eppure io vorrei solo un compagno, un complice, un amante, un padre x i miei figli, un uomo e solo due occhi con cui condividere la mia vita, i miei sorrisi, le mie lacrime.. solo UNO! il mio più grande desiderio è avere un uomo e non desiderarne un altro! sono tre settimane che piango improvvisamente durante attacchi di tachicardia e non mi accorgo che mi sto grattando le mani in modo così forte da crearmi delle brutte lesioni, quando finisco di piangere dopo dieci minuti le mie mani bruciano e il giorno dopo sono piena di croste di sangue. Ho avuto molte crisi in passato, ho iniziato ad andare in analisi a 17anni, ho smesso a 25, disturbo ossessivo compulsivo.. avevo sempre la stessa immagine ripetuta innanzi a me.. mai accaduto.. mio padre che mi toccava.. mai accaduto!! ed ho imparato a conviverci, la vedo, so ke non è mai accaduto e provo a concentrare la mia attenzione su altro, mi ripeto ..è il mio doc! e funziona..oggi dopo anni..ma questa volta non può funzionare!! non posso convivere con un problema se prima non ammetto che c’è un problema, se continuo a volerlo vedere in positivo ripetendomi ke sono bella e desiderata libera e solare.. nooo, non è così! in realtà io provo a convincermi di essere positiva pensando a quello che posso dire alla gente a mia discolpa nell’eventualità si dovesse scoprire il numero di uomini da me accontentati.. ma in realtà quella sensazione negativa che pesa sul mio cuore, sul mio petto..non va via!!! è la prima volta ke mi faccio del male fisicamente da sola.. non è bello ke accada, io devo volermi bene, xkè solo io posso volermi bene così tanto e solo io posso aiutarmi! nessun’altro.. ma xkè così bella, desiderata, amata, apprezzata e stimata io devo andare ad elemosinare le attenzioni di uomini che non mi meritano?? solo x avere il mio momento di sensazione di potenza? Dio.. hai creato l’uomo così complesso nel suo corpo.. ma la mente è realmente un buco nero.. rischio di essere risucchiata nel buco nero della mia mente!

L’AMORE NELLE CHAT

“In una rete le connessioni avvengono su richiesta e possono essere interrotte a proprio piacimento. Una relazione “indesiderata ma indissolubile” è esattamente ciò che rende il termine “relazione” così infido. Una “connessione indesiderata”, per contro è un ossimoro: le connessioni possono essere e sono interrotte ben prima che iniziano a diventare invise. … A differenza delle “relazioni vere”, le “relazioni virtuali” sono facili da instaurare e altrettanto facili da troncare… “Puoi sempre premere il pulsante ‘cancella’” Baumann – L’amore liquido – Editori Laterza

 

Potremmo definire l’amore che nasce nelle chat come un amore che nasce fra anime. In una società reale che in tutti i suoi aspetti è basata sull’apparire, su internet si può essere, inteso come essere nell’immagine interiore che vogliamo comunicare agli altri.

Gli stessi uomini recuperano la propria anima emotiva e affettiva, di cui hanno ritrosia a mostrare nella vita reale, rendendola palese nella chat.

Sia nel versante femminile che in quello maschile, l’anima ha il sopravvento nella vita virtuale a differenza di quella reale.

Paradossalmente nelle chat ci si mostra con una maggiore autenticità rispetto alla vita reale, si ha meno pudore, meno inibizioni, si è più se stessi, ma si è anche quello che si vorrebbe essere. Ritorna quindi un’analogia con la vita reale, dove si oscilla sempre fra l’essere e l’apparire, con il forte predominio dell’apparire.

Nel web e nelle chat si ricercano affinità elettive, ci si confronta con quelli che si ritiene essere i propri simili dal punto di vista degli interessi, emozioni, passioni.

Quante di queste affinità che crediamo di riscontrare nell’altro o negli altri non sono, come nella vita reale, proiezioni della nostra anima ?

Cosa succede quando l’incontro sul web si trasforma in un incontro nella vita reale.

Tre possibili scenari:

Se le due anime si sono rivelate nella loro sincerità sul web, sopravvivono alla fisicità dell’incontro. Se anche l’immagine fisica delude, l’intesa fra anime consolidata sul web riesce a reggere la delusione e getta le basi per una progettualità relazione nella vita reale che non necessariamente sfocia in amore.

Se le due anime non sono state sincere sul web, è subentrato il gioco reciproco delle proiezioni, dell’apparire dell’anima rispetto al suo essere, non si sopravvive all’incontro reale e il castello incantato dell’attesa dell’incontro si frantuma come un castello di sabbia. Non si regge alla delusione che l’altro non è come avremmo voluto che fosse. Non si dimostra neanche quella tolleranza verso l’alterità che si ha normalmente nella vita reale.

Il terzo scenario è l’ incontro con l’anima nera. Infatti, la stessa anima che seduce può procurare dolore . Infatti, quest’anima può anche essere nera con tutto il suo corollario di perversione, malvagità, sofferenza. E quest’anima nera è la più difficile da cogliere nelle chat, è il lupo che si traveste da agnello, è l’anima che ci fa innamorare per poi terribilmente deluderci. E’ l’anima che con un colpo di mouse ci cancella dai suoi contatti. Nei casi estremi è l’anima del pervertito, del pedofilo, dello stupratore.

Ci si ritrova sulla chat, la volta successiva, a non raccontare più un amore, ma un fallimento, un tradimento, un’amara delusione.

Come ovviare a ciò ? Con regole di buon senso.

Prestando particolare attenzione ai contatti in chat che s’instaurano durante periodi di particolare fragilità psicologica personale, quale in seguito a separazione, fine di una relazione, lutto e quant’altro.

Diffidando di un’immagine troppo perfetta che l’altro vuol fornire, consapevolmente o no.

Diffidando di un eccessivo entusiasmo che l’altro mostra nei vostri confronti, consapevolmente o meno.

Soprattutto non lasciando trascorrere eccessivo tempo fra l’incontro in chat e quello nella vita reale e nel momento in cui si decide d’incontrarsi chiedere preventivamente, anche se può sembrare poco elegante, i dati anagrafici dell’altro se non sono già stati oggetto di scambio.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email: cavalierer@iltuopsicologo.it

 

TESTIMONIANZE

 

MAI PIU’ UN INCONTRO IN CHAT

stella Età: 40 Argomento: salve,sono una donna di 40 anni,vorrei raccontare la mia delusione,dopo aver chattato,per la prima volta,e subito l’unico incontro fatto.premetto che non avevo mai chattato..e il mio scopo era solo di fare qualche chiacchera e basta!ho incontroto quest’uomo,convinta che avesse 46..anni,divorziato..ed abita a 100 km di distanta,ci siamo scritti,telefonati…e per tanto tempo..mi ha corteggiata come non mai….(io ingenua). sembravamo fatti l\’uno per l\’altro..una voce bellissima…insistendo per incontrarci..con il suo modo di fare signorile,educato,da vero gentilmen..mi aveva conquistato per telefono.ci eravamo scambiati le foto….non era neppure un gran chè… arriva il mom dell’incontro…non è stato un colpo di fulmine…e sembrava anche più vecchio della sua età.ho pensato che li portasse male..ma ero rimasta atratta dal suo modo,dolce,tenero…sapevo tante cose di lui..e io mi sono aperta come non mai…(cosa mai fatta prima..sono molto razionle e diffidente…) dopo il primo incontro,c’è ne sono stati altri….dopo 2 settimana, mi aveva detto,che si stava innamorando di me…per lui ero bellissima…aveva già progettato le ns. vacanze..invernali..estive.. io cosa ho fatto..mi sono lasciata trascinare e coinvolgere..come una vera stupida!!da quest\’uomo fantastico…. che sinceramente..non ricordo..da secoli,di aver mai vissuto una passione simile… una sera siamo fini a letto….quasi un gg.intero,tra tenerezze,parole dolce,risate…è stato bellissimo,x entrambe..anche se per lui un po meno…poi vi dirò perchè.. poi mi ha raccontato dell\’età….che era più grande..ne aveva 50..e si vergognava di dirmelo…vabbè..non mi sono arrabbitata.. nel ns, primo rapporto intimo,non so se per l\’imbarazzo, o altro…aveva una sorta di ansia da prestazione…..io, per sdrammattizare..ci ho riso sopra..facendo qualche battuta..che poi mi sono resa conto che l\’ha vissuta male…. cosi,il gg. dopo….mi ha detto che non era adatta a lui..e lo avevo offeso…e che lui non poteva passare un gg.a letto…per lui ,il sesso era importante…fino ad un certo punto….ma era più importante il legame mentale… io ci sono rimasta malissimo..gli ho kiesto scusa,che non volevo ferirlo….e ceh mi dispiaceva. dopo 2 gg.,mi ha detto che non poteva stare senza di me… ci siamo rivisti dopo una settimana..chiamandomi tutti i gg.secondo lui eravamo unaa coppia..avevamo già deciso,che il week dopo sarei andata da lui…perchè era molto isistente..sempre in tutto… ci siamo rivisti..sempre da me..e per voglia sua siamo fini a letto..per poche ore…è stato bellissimo..tutto naurale…dolce..una gioia infinita.. ero felice..di aver consciuto questo uomo… mi ha detto ke un rapporto cosi ,non li capitava da 10 anni..e io gli ho dato una battuta della,serie..hai battutto il tuo record..poi siamo usciti ,e abbiamo passato una bellissima gg. il gg dopo…non mi ha chiamata, lo cerco io…era distaccato e freddo….dava colpa alla stanchezza del lavoro..ma io sentivo ,che c \’era dell\’altro… abbiamo parlato, un po..e lui ,come fa sempre..si lamentava..del viaggio,della pioggia…di me..che con il sesso lo sfinisco(che no è vero…sono una persona normale..e se due si vedono una volta alla settimana,mi sembra normale…..) insomma è stato poco carino..ed io sono rimasta delusa..e la conversazione è finita..con freddezza.. sapevo che aveva problemi…che andava da un psicologa..per capire perchè aveva avuto tutte queste relazioni fallimentari,una dietro l altra,compresa il matrimonio..la dott.gli aveva detto…che doveva stare solo…e affrontare le sue relazioni in maniera meno superficiale… ed aveva poca autostima di se..infatti,quando gli facevo complimenti..lui non voleva,perchè diceva che erano..falsi.. va bè..io in preda al dispiacere..gli ho mandato un sms, dove dicevo che non doveva più cercarmi..e che doveva farsi curare…ed altre cattiverie… mi sono sentita usata..dopo tutto quello che ho fatto… il gg. dopo gli ho scritto una email..di noi..come avevo visutto questa relazione..che è stato lui ,ha trascinarmi in questo vortice…facendomi credere…che era felice con me….appagato…la donna x lui…sembrava innamorato..) ci simao sentiti x telefono..mi ha detto che non era la donna per lui..ke che con mè soffriva d\’ansia da prestazione… per lui il sesso non era importante….e per me si…e lui…ritiene più importante il mentale..per mè ,è tutta una miscela di cose..avevamo gli stessi interessi,sport..buona conversazione….intelligenza.. io non sono fissata con il sesso,è una cosa naturale..per due persone.. comunque,la mia considerazione..è lui ha voluto fare tutto in fretta, è partito in quarta con mè..ed io gli sono andata dietro…anche se ero diffidente..però ho vissuto questa breve relazione…. da sogno..e se devo essere sincera..ci avevo creduto e sperato tanto. lui , è una persona abiutata a chattare e fare incontri..però dopo aver preso un battosta da una donna, dopo 3 anni..era sfiduciato…. ora rimango con la mia delusione e con tanto amaro in bocca..per essere stata una delle tante stupide…lasciatami condizionare da un incontro in chat..che mai farò più!!

AMORE CONOSCIUTO IN CHAT

HO LETTO LE VARIE STORIE E MI SENTO IN DOVERE DI RACCONTARE ANCHE LA MIA.SONO UNA DONNA ,CHE FINO AD UN ANNO FA,CREDEVA DI AVERE TUTTO CIO CHE UNA DONNA HA BISOGNO ,AMORE, DOLCEZZA ,RISPETTO ECC ECC
EBBENE TUTTO QUESTO MI SONO ACCORTA CHE MI MANCAVA NEL MOMENTO IN CUI PER CASO HO CONOSCIUTO UN UOMO, ALL’INIZIO IL NOSTRO ERA UN RAPPORTO DI AMICIZIA
MOLTO BELLO. LA SUA PRESENZA ERA FREQUENTE ,CI PARLAVAMO TUTTI I GIORNI , NEI MODI CONCESSI ,VISTO CHE ERAVAMO A 100 KM DISTANTE,
UN GIORNO,NON LO DIMENTICHERO MAI, MI FECE CAPIRE COSA PROVAVA PER ME ATTRAVERSO UNA CANZONE , LA COSA MI HA LASCIATA MOLTO LUSINGATA E FELICE .LUI NON HA AVUTO PROBLEMI A DIRMI QUANTO MI AMASSE IO HO VOLUTO AVERNE LA CERTEZZA DI AMARLO DAVVERO PRIMA DI PRONUNCIARE UNA PAROLA COSI IMPORTANTE, RICCA E TANTO TANTO IMPORTANTE. CI SIAMO INCONTRATI ,A LUI TREMVANO LE MANI ERA MOLTO EMOZIONATO NEL VEDERMI ,FINO A QUEL MOMENTO CI ERAVAMO VISTI SOLO ATTRAVERSO UNA WEB CAM IN CHAT……. DA QUEL MOMENTO IO HO AVUTO LA CERTEZZA CHE QUELLO CHE PROVAVO ERA AMORE E HO PRONUNCIATO LA FAMOSA PAROLA”TI AMO”
LUI MI FACEVA STARE BENE , MI FACEVA SENTIRE SICURO , PROTETTA ERO TUTTO PER LUI ,ALMENO COSI DICEVA. IO GLI HO CREDUTO , HO DATO ANIMA E CORPO CUORE , SENTIMENTI ,TUTTO . LUI GRADIVA MOLTO TUTTO QUESTO E DICEVA CHE LO RENDEVO L UOMO PIU FELICE E FORTUNATO DEL MONDO , MI RINGRAZIAVA DI ESISTERE E NON IMMAGINATE QUANTO POSSA GRATIFICARE QUESTO.TUTTO è CAMBIATO NEL MOMENTO IN CUI IO GLI POSI UNA DOMANDA……è STATO SESSO O AMORE??? QUESTA è LA DOMANDA, LA SUA RISPOSTA QUAL è STATA? SI è SENTITO OFFESO ,NESSUNA DONNA LO AVEVA FATTO SENTIRE COSI UMILIATO .AMMETTO DI AVER SBAGLIATO ,NON DOVEVO AVERE DUBBI MA LA MIA ERA SOLO UNA DOMANDA DI UNA PERSONA INNAMORATA ALLA RICERCA DI ULTERIORI CONFERME. L ‘ HO CERCATO TANTISSIMO , SI è NEGATO A ME ….FINALE DELLA FAVOLA? SPARITO ,NON HO PIU LA POSSIBILITà DI SAPERE NULLA DI LUI ,SE STA BENE NIENTE NON MI è CONCESSO SAPERE PIU NULLA DI LUI , PRATICAMENTE MI HA CANCELLATA DALLA SUA VITA , DALLA SUA MENTE, COSA ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE PER ME , è SEMPRE VIVO NEI MIEI PENSIERI E SOPRATUTTO NEL MIO CUORE ,CONTINUERO A VIVERE CON LA SPERANZA UN GIORNO CHE POSSA PERDONARMI E CHISSA CERCARMI ….MA PERDONARMI PER COSA? …PER AVERLO AMATO ALLA FOLLIA? NON SAPEVO FOSSE REATO AMARE UNA PERSONA…….E LEGGENDO QUESTE STORIE HO CAPITO CHE ANCHE IO SONO AFFETTA DA QUESTA MALATTIA D AMORE…. UNA SOFFERENZA ATROCE!!!!!!

GRAZIE CHAT branx86 Età: 22 VARI FATTORI HANNO DATO LUOGO ALLA FINE DELLA MIA STORIA CON IL MIO EX. E COME SI SA DA SEMPRE GLI ERRORI PORTANO LE CONSEGUENZE DEGLI STESSI. ERA MOLTO GELOSO, POSSESSIVO E SOLO IL PIENO COMANDO DI ME GLI DAVA MODO DI SENTIRSI APPAGATO DALLA NOSTRA RELAZIONE. NON MI PERMETTEVA DI USCIRE, NE CON AMICI E NE TANTO MENO CON LA MIA FAMIGLIA. LUI LAVORAVA E IO DOVEVO STARE A CASA. BHE…VUOI CHE ERO MOLTO RAGAZZINA O VUOI CHE ERO MOLTO PRESA MI DICEVO SEMPRE “SE LUI DESIDERA COSI SARA GIUSTO COSI’ “… LO STARE A CASA MI PORTAVA MOLTO SPESSO A STARE AL PC E UN GIORNO FACENDO UNA RICERCA PER LA SCUOLA MI RITROVAI IN UNA COMMUNITY DOVE CONOBBI UNA RAGAZZO DI ROMA. LUI SI INFATUO’ DAVVERO TANTO DI ME… IO MI DESCRISSI COME AVREI TANTO VOLUTO ESSERE. DISSI CHE ERO SINGLE, CON UN BEL SORRISO (INVECE AVEVO L’APPARECCHIO) CHE AVEVO TANTISSIMI AMICI, CHE CANTAVO SPESSO AL KARAOKE (ASSOLUTA BUGIA PERKE AL MIO EX DAVA FASTIDIO CHE CANTASSI DAVANTI A TUTTI) E CHE MI PIACEVA TUTTO QUELLO CHE AVEVO. TUTTE BUGIE. NULLA DI VERO. ERA SOLO TUTTO QUELLO CHE AVREI VOLUTO MA CHE NON AVEVO. OVVIAMENTE DALLA CHAT PASSAMO AL SENTIRCI AL TEL. AVEVO UN ALTRO TEL CHE NASCONDEVO. MA IL GIORNO PRIMA DEL MIO COMPLEANNO DECISI DI PORTARMELO CON ME, ERA NELLA TASCA ESTERNA DELLA BORSA. QUELLA SERA ANDAI A CENARE A CASA DEL MIO EX. TRASCORREMO UNA BELLA SERATA ED ERO DAVVERO MOLTO SERENA CON LUI NONOSTANTE “IL TRADIMENTO”. INFILO’ DI NASCOSTO LE MANI NELLA MIA BORSA PER METTERMI IL REGALO PER IL COMPLEANNO CHE AVREI SCARTATO A CASA MIA A SORPRESA. MA LASORPRESA LA TROVO’ LUI. TROVO QUESTO TEL DOVE C’ERANO MESSAGGI DEL ROMANO… DOVE NON SI CONTENEVA NEL DESIDERO CHE PROVAVA DI CONOSCERMI E DI VEDERMI. NON CI LASCIAMMO…E NE TANTO MENO IMPARO’ A LASCIARMI UN PO PIULIBERA. CI SIAMO LASCIATI DOPO DUE ANNI ANCORA DALL’ACCADUTO….PERCHè FINALMENTE AVEVO CAPITO CHE QUELLE BUGIE CHE DICEVO AL ROMANO ERANO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE QUELLO CHE DA SEMPE DESIDERAVO E SOLO MENTENDO A LUI LO AVEVO CAPITO. LA CHAT..LE COMMUNITY…LA VITA VIRTUALE..UN RIFUGIO PER CHI NON HA IL CORAGGIO DI PRENDERE LA VITA A PIENE MANI E FARE E ESSERE SOLO CIO KE SI DESIDERA. GRAZIE ALLA CHAT IO HO CAPITO E HO CONOSCIUTO UNA NUOVA PERSONA: ME. PS. SONO PASSATI DUE ANNI ALLA FINE DI QUESTA STORIA. ORA SONO FELICEMENTE FIDANZATA CON UN RAGAZZO CONOSCIUTO SU MSN..UN AMICO DI UN AMICO CONOSCIUTO IN UNA COMMNUTY……GRAZIE CHAT!

elisea Età: 27 Sono una ragazza sensibile e molto passionale. ho conosciuto in chat un uomo il quale mi ha fatto perdere i sensi via cam. lui mipaceva io gli paicevo … provava interesse e a quanto pare mi aveva detto che voleva vedermi che si sentiva già trasportato cosi’ via cam,poi una sera abbiamo chattato un bel po’ via cam po ci siam sentiti e mi ha detto che non voleva piu’ correre, che dovevamo andarci piano e cauti, che non voleva legami e che lo aveva precisato da sempre ma che non voleva vedermi piu’ anche via chat spesso,di presenza non ci eravamo visti e ha detto al tel che era meglio cosi’ perchè ci saremo attaccati anocra di piu’ fisicamente e che voleva evitare legami,lui ha 40anni ed è un uomo dolcissimo pero’ ha paura delle conseguenze.quali? adesso io ho cancellato numero e tutto pero’ vivo con la speranza che si ricreda. potrebbe pentirsi e cercarmi? come devo comportarmi? perchè si comporta cosi?dice di essere interessato ..che gli piaccio perchè?a presto e grazie

TRADIMENTO IN CHAT fanny68 Età: 40 Salve ho 40 anni da 20 sposata e ho 2 figli, una ragazzadi 20 e un ragazzo di 17.Da bambina sono sempre stata iper protetta dai miei perchè avendo avuto problemi di salute fin dalla nascita avevano paura per me e mi consideravano una bambina debole…sono rimasta incinta del primo figlio prima del matrimonio, nella famiglia di mio marito ho trovato molta ostilità nei miei confronti…io credo perchè provengo da una famiglia di origini umili e non benestanti. credevo che mio marito mi amasse ma 4 anni fà ho scoperto che si sentiva a telefono con una ragazza conosciuta in chat molto più giovane di me… in pratica una studentessa universitaria…da lì non sono più stata bene….una insicurezza angosciante mi prende dentro… mi sento brutta nonostante ancora qualcuno mi guarda, tremo quando devo scrivere in presenza di qualcuno,( questo mi turba molto perchè lavoro in ufficio) e ho una paura incredibile dirimanere sola, di essere abbandonata, tra lui e la studentessa non è andataoltre le telefonate perchè io li ho scoperti, la domanda che mi faccio dentroè..che cosa sarebbe successo se non li avrei scoperti? ora ho tanta voglia diritrovare la mia serenità e la mia allegria di un tempo.. sono triste piango enon riesco più ad essere sicura in mezzo alle persone. Non so se il mio sentimento verso di mio marito è amore…sicuramente tanta rabbia, vorrei che anche lui provasse il dolore fitto che da 4 anni provo nelcuore.Aiutatemi vi prego….

COMMENTI ALL’ARTICOLO

e molto veritiero,é capitato anche a me di essere invitato in chat poco chiare,ho anche ricevuto inviti,ma siccome non sono nato ieri e non sono in cerca di avventure,ho sempre rifiutato,il massimo che ho fatto e che faró scambiare chiacchere amichevoli e nelle possibilitá incontrare gli amici del web,un caffé e 4 CHIACCHERE sono sempre le ben venute

io lo dico sempre non é detto che sia oro quel che luccica,quanti omoni pieni di coraggio ho conosciuto in internet,ma lo sono a parole scritte e certi le negano pure

è vero…….è facile dipingersi re a kavallo…..ed invece si è principi a piedi………..

cmq è stupido farsi troopo belli, le bugie hanno le gambe corte, se ad una persona piaci le devi piacere per come sei

certo….anke se : kuando devi vendere mostri sempre la parte migliore della merce…….

si, però non bisogna esagerare 🙂 io non ho conosciuto di persona molte persone che avevo virtualmente conosciute via web, ma sono rimasto molto soddisafatto dell’incontro reale. che sia fortuna o saper scegliere ? mah…

bhè…..dipende ki era la persona….komunkue il più delle volte TUTTI siamo portati a mostrare il lato migliore di noi…..

certo, ma un conto è mostrare i nostri lati migliori, diverso è inventarli 🙂 io non dico di essere un campione di nuoto, un figaccione della madonna, dico quello che sono e vedo che piaccio lo stesso, credo che la gente apprezzi la sincerità.

ciao doc, personalmente ho trovato una persona che era come si era descritta . mi è piaciuta dentro e fuori

Perche rovinarsi mostrandosi, quando l’immaginazione ti permette di sognare?

dipende da cosa cerchi, se poi vuoi portare la relazione nel campo reale….

Distinguendo determinate conoscenze che, possono avvenire grazie a questo tecnologico sistema di comunicazione individuale, quando si deve ri/cercare, uno specchio dell’anima personale, che dietro un’anonimato ti permette di arrampicarti con la fantasia sullo specchio, allora confondi te stesso, dimostrando il tuo essere non coerente, con l’ambiguità che più o meno elevata c’è in ognuno di noi; Poi a mio giudizio, ci sono persone che, in determinati fattori, sanno essere coerenti con ciò che di loro fanno conoscere, eroici sia nei sentimenti che nei fatti,( e Tu sei uno di questi) vivendo la normalità del quotidiano, con l’eleganza della coerenza, racconti in un modo speciale, le tue esperienze di vita che, nonostante nei loro riccordi ti fanno, soffrire, non ti permettono di arrenderti, alle prepotenze che accadono, è affronti anche a rischio di esserne sconfitto, la responsabilità che, la Tua coerenze idealizzata, nell’aiuto dei più deboli, si impone sopra tutto è tutti; I particolarismi che nel poco conosciuto, fanno da contorno alla Tua figura, sono normalità del vivere, la tua capacità di ironia, la tua quotidianeità, rimangono in penombra, personalismi di cui Tu solo ne puoi essere il divulgatore.

mentre chi si presenta come, mito raffigurante di altrui miti, per apparire ciò che nella realtà, non si ha il coraggio di essere, e meglio che rimanga nascosto dall’anonimato, che permette il virtuale conoscersi, far sognare l’immaginario, per non provocare incubi nel reale.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it