RIFLESSIONI SULLA FIGURA DELL’AMANTE

Le seguente riflessioni sulla figura dell’amante sono tratte dal libro di Honoré de Balzac , Fisiologia del matrimonio, edito da Einaudi. Nonostante tali considerazioni risalgono all’800 sono ancora attuali

 

LXVI In un amante il desiderio più volgare si manifesta sempre come lo slancio d’una ammirazione cosciente di sé.

LXVII Un amante ha tutte le qualità e tutti i difetti che un marito non ha.

LXVIII Un amante non soltanto dà vita a tutto, ma fa anche dimenticare la vita. Un marito non dà vita a niente.

LXIX Tutte le affermazioni di sensibilità di una donna sono sempre prese molto sul serio da un amante; là dove un marito fa spallucce, un amante va in estasi.

LXX Un amante non tradisce che con il suo comportamento il grado d’intimità al quale è arrivato con una donna sposata.

LXXI Una donna non sa perché ama, mentre un uomo è raro che non abbia un interesse per amare. Un marito deve cercare di scoprire questa segreta ragione d’egoismo perché per lui sarà la leva d’Archimede.

LXXII Un marito d’ingegno non sospetta mai apertamente che la moglie abbia un amante.

LXXIII Un amante ubbidisce a tutti i capricci d’una donna; poiché un uomo non è mai vile tra le braccia dell’amata, per piacerle ricorrerà a mezzi che spesso ripugnano a un marito.

LXXIV Un amante insegna a una donna tutto quello che il marito le ha tenuto nascosto.

LXXV Tutte le sensazioni che una donna fa provare all’amante le riceve a sua volta e, nello scambio, le ritornano sempre più intense, perché sono arricchite di quello che hanno dato e di quello che hanno ricevuto. E’ un commercio nel quale quasi tutti i mariti fanno fallimento.

LXXVI Un amante parla a una donna soltanto di ciò che può lusingarla mentre un marito, anche amandola, non può impedirsi di dare consigli che hanno tutta l’aria di rimproveri.

LXXVII Un amante procede sempre iniziando dall’amata e finendo a se stesso, il contrario avviene con i mariti.

LXXVIII Un amante ha sempre la preoccupazione di riuscire amabile. In questo sentimento vi è un principio di esagerazione che può sfociare nel ridicolo: bisogna saperne approfittare.

LXXIX Quando viene commesso un delitto, il giudice istruttore sa (a parte il caso d’un forzato che, rimesso in libertà, commetta un omicidio) che non esistono più di cinque persone che possano essere sospettate. E di qui parte per iniziare le indagini. Un marito deve ragionare come il giudice: non ci sono più di tre persone da sospettare nella società che frequenta quando vuol scoprire chi sia l’mante della moglie.

LXXX Un amante non ha mai torto.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

TEST SULLA SCOPERTA DI UN TRADIMENTO

Il seguente test vuole rappresentare uno spunto di riflessione sulla fiducia all’interno di una coppia e sulla possibile reazione al sospetto di un tradimento.

 

Il signor Alfio era un uomo ricco, saggio e rispettato nel suo paese e aveva preso in moglie una donna molto più giovane di lui (nota personale: quest’ultimo elemento mi fa dubitare della sua saggezza, ma proseguiamo la storia).

Una sera che era rientrato a casa dal lavoro prima del previsto, il suo fedele maggiordomo lo accolse dicendogli: “Mi permetto di riferirle che sua moglie si comporta in modo sospetto: E’ nella sua stanza con l’enorme forziere che apparteneva a sua nonna.” Questo forziere dovrebbe contenere solo ricami di quest’ultima, ma ho il sospetto che ci sia qualcos’altro. Non mi ha permesso, io che sono il vostro anziano e fedele maggiordomo, di dare un’occhiata all’interno del forziere.”.

Il sig. Alfio si recò subito nella stanza della moglie e la trovò rattristata, seduta accanto al massiccio forziere.

Le chiese: “Vuoi mostrarmi quello che c’è nella cassa ?”.

“Me lo chiedi a causa dei sospetti del maggiordomo, o perché non hai fiducia in me?”

“Non sarebbe più semplice aprire la cassa, senza fare tante congetture ?” affermò il signor Alfio.

“Non credo sia possibile, perché è chiusa a chiave.”

“E dov’è la chiave ?”

La moglie mostrò la chiave in suo possesso e disse: “Manda via il maggiordomo e ti darò la chiave per aprire.”

Il maggiordomo venne mandato via e la donna consegnò la chiave, allontanandosi anche lei, turbata in maniera vistosa.

Il signor Alfio non aprì subito la cassa, ma rimase a riflettere a lungo. Poi chiamo dei giardinieri che lavoravano nella sua proprietà e disse loro di portare fuori in giardino e seppellire la cassa in un posto poco accessibile, il tutto da effettuarsi in piena notte. I giardinieri eseguirono scrupolosamente le istruzioni a loro impartite.

Di tutto quello che è successo, non se ne parlò più.

 

Sulla base del racconto provate a rispondere alle seguenti domande:

Che cosa c’era nella cassa ?

  • Niente.
  • Qualcosa di poco importante.
  • Effetti personali della moglie.
  • Un amante

 

E’ importante verificare il contenuto della cassa ?

  • Non è importante.
  • Dipende dal contenuto.
  • E’ importante.

 

Il signor Alfio ha fatto bene a non aprire la cassa ed a seppellirla ?

  • Si.
  • No.
  • Non saprei.

 

Voi cosa avreste fatto al posto del signor Alfio ?

  • Avrei aperto la cassa.
  • Non avrei aperto la cassa.
  • Avrei fatto esattamente come il signor Alfio.
  • Sarei stato indeciso.

 

SOLUZIONE

Non ha importanza quale risposte avete dato ma riflettete sulla soluzione adottata dal signor Alfio. Sono due le possibili ipotesi sul contenuto della cassa e le relative soluzioni adottate da Alfio.

 

Prima ipotesi: nel forziere non c’era niente o niente di rilevante. In questo caso il signor Alfio agendo così come ha dimostrato piena fiducia nella moglie di là dal comportamento di quest’ultima che era molto sospetto. Quindi fiducia di là dalle circostanze che avrebbero indotto ad agire diversamente.

Seconda ipotesi: nel forziere c’era l’amante della moglie. Anche in questo caso il signor Alfio ha adottato una soluzione che potrebbe essere ottimale. Ha dimostrato fiducia o perdono, ma allo stesso tempo si è vendicato. Infatti, nel seppellire il forziere:

  • Ha evitato di separarsi dalla moglie,
  • Si è liberato dell’amante che era nascosto all’interno della cassa.
  • Puniva e perdonava allo stesso tempo la moglie.
  • Zittiva per sempre l’accaduto.

 

Si può essere d’accordo o meno con le soluzioni adottate dal signor Alfio. Servono solo a riflettere che fra due soluzioni opposte fra loro (scoprire o non scoprire il tradimento) potrebbe esserci una terza. L’essenziale è volerla ricercare.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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TEST SUL TRADIMENTO

“ Senza l’esperienza del tradimento, né fiducia né perdono acquisterebbero piena realtà. Il tradimento è il lato oscuro dell’una e dell’altro, ciò che conferisce loro significato, ciò che li rende possibili”. (Hilmann)

 

Il test misura la possibilità di un passaggio all’atto del tradimento. Le domande riguardano sia fattori passati e personali individuali che potrebbero favorire il tradimento, sia fattori situazionali presenti al momento all’interno della coppia.

Segnate tutte le risposte affermative alle domande poste

  • Ricordate che nella vostra infanzia, uno dei vostri genitori, ha tradito l’altro ?
  • I vostri genitori non andavano molto d’accordo ?
  • In generale, nel vostro sistema familiare d’origini, i tradimenti erano frequenti ?
  • Nella vostra rete di relazioni sociali attuali ci sono molte persone che tradiscono ?
  • Avete giè tradito nelle vostre relazioni affettive passate ?
  • Siete stati già traditi nelle vostre relazioni affettive passate ?
  • Ritenete che, talvolta, rappresentiate per il vostro partner una figura genitoriale ?
  • Non vi soddisfano più i momenti di condivisione affettiva col vostro partner ?
  • Lamentate che il vostro partner nutra poca stima nei vostri confronti ?
  • Le circostanze lavorative, professionali o sociali, vi portano a stare spesso lontano dal partner ?
  • Sono presenti problemi nell’intimità sessuale col partner ?
  • Ricorrono spesso sogni o fantasie in cui siete in intimità sessuale con persone diverse dal vostro partner ?
  • Avete già considerato di tradire il partner ?
  • Avete già considerato di porre fine all’attuale relazione ?

RISULTATI DEL TEST

Se avete risposto affermativamente da 0 ai 6 domande il rischio del passaggio all’atto del tradimento è praticamente nullo

Se avete risposto affemativamente fra 7 e 10 domande il rischio di un passagio all’atto esiste ma è ancora relativamente lontano e dipenderà dall’evoluzione della coppia e degli eventi

Se avete risposto affermativamente a più di 10 domande il rischio di tradimento è elevato e la stessa relazione è a rischio.

In generale il rischio si eleva man mano che da 7 risposte affermative passiamo a 14 risposte affermative.

Il risultato del test non è da intendere come verdetto assoluto ma come spunto di riflessione sul proprio passato e presente affettivo e relazionale e sull’attuale momento di vita della coppia.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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SELEZIONE TESTIMONIANZE SUL TRADIMENTO

HO TRADITO UN MARITO PERFETTO

Non ha importanza quanti anni ho, voglio solo dare la mia personale testimonianza sul tema del tradimento. Ho tradito un marito “perfetto”. Ho vissuto il mio tradimento come un “forte” sentimento.Ho conosciuto l’ “altro” senza cercarlo e senza volerlo, e non importa neanche come e dove. L’ho conosciuto, semplicemente, per caso, per una serie di circostanze fortuite, e sono caduta nel suo abbraccio. Ma quello non è un’abbraccio che ti ospita e ti desidera, non lo hai cercato e non ti ha cercato, semplicemente ci cadi dentro e non vuoi vedere. Non vuoi vedere perché il tuo cuore non deve vedere quello che piace al tuo corpo. Perché a volte è bello lasciare il possesso della volontà solo al tuo corpo, spegnere il cuore, gioire di sensazioni fisiche, vibrare di pienezza e di appagamento fisico, perdersi e liberarsi, gridare al tuo corpo che ti fa stare bene. Poi, passato quel momento, ritorni a vedere e non ti ritrovi, ricordi quel che c’è stato, ma non essendo collegato al cuore ti manca il senso di quello che è stato e vuoi solo andare via. Saluti e vai via. E non rimane segno, perché sai che la tua felicità passa da altre braccia.

Quando invece il tradimento è un forte sentimento che colpisce il cuore, ne diventi schiava.

Quando dell’altro rimane il segno, i suoi occhi, i suoi lineamenti, i suoi movimenti, la sua voce non ti liberi più di tutto questo. Puoi scollegare il corpo dal cuore, il tuo corpo può continuare come un burattino a rimanere lì, obbligato dagli impegni presi, ma il cuore vola di là. La forza del sentimento fa sì che vicini o lontani, presenti o assenti, il filo del legame sia sempre ben teso e vibri continuamente. Desideri l’altro, respiri l’altro, vivi l’altro e perdi la pace. E in casa ti senti sola. Senti d’impazzire. Vorresti non aver mai conosciuto l’ “altro”. Commenta

Commento anonimo. A tutti capita di tradire. A volte si tradisce col corpo, a volte con la mente.

Io ho tradito con la mente eppure non mi sento meno colpevole. Ho tradito la fiducia di una persona che aveva stima di me, che mi vuol bene anche se tra noi non c’è un rapporto stabilito e certificato. Eppure fa male, tanto, più che all’altro che si è sentito tradito. Ho tradito le sue parole, la sua confidenza. Il rapporto di amicizia-amore che era germogliato. Ho sopravvalutato me stessa e gli altri.

Sono stata tradita nella mia vita, ma non mi è mai capitato di tradire. Forse perché mi sentivo al di sopra di questo. A volte tradire serve, serve per ritornare sulla terra, per capire che si è soltanto degli esseri umani che possono sbagliare.

Ti senti senza certezze quando tradisci, perché è soprattutto tradire ciò in cui credi. Eppure è un bene anche questo, è un bene perché ridimensiona te stesso e il tuo rapporto con gli altri esseri umani. Nessuno può dire di non poter tradire, tutti, in circostanze diverse possiamo essere tentati di tradire ciò in cui crediamo. La vera sfida è andare oltre. È perdonare il passo falso che coscientemente o inconsciamente abbiamo fatto, così come dovremmo fare quando ci capita di subirlo un tradimento, imparare a vedere la luce e l’oscurità che ci appartiene, senza giudicare. Senza ergerci a giudici inflessibili di noi stessi o degli altri. Forse sia te che io non siamo vittime del caso, delle circostanze, siamo vittime di noi stesse e della paura di voler bene davvero con la responsabilità che questo comporta. Io ci sto provando a perdonarmi, sto provando a prendermi il tempo e a perdonare il tradimento di riflesso che l’altro ha messo in moto. Dovremmo provare a chiederci che cosa ci manca. Dici che tuo marito non meritava il tuo tradimento, forse nessuno merita di essere tradito, ma se accade qualcosa è mancato. Magari è qualcosa che per altri non avrebbe la stessa importanza, ma ognuno deve vedersela con se stesso, con ciò che manca a sé stesso. Usa quest’esperienza per cercare insieme al tuo compagno di ritrovare insieme le emozioni di un tempo e vai a cercare i motivi che ti hanno spinto. Io i miei li ho compresi: ero così spaventata, che, finalmente l’amicizia stava prendendo i binari di un vero amore, che l’ho messa a repentaglio, come se dovessi metterla alla prova o come se volessi provare a me stessa che l’amore non esiste. Che nessuno è in grado di amarmi senza farmi del male. Un abbraccio. Commenta

AMORE E TRADIMENTO

E’ inutile continuare a prendersi in giro … il problema c’è, c’è sempre stato, non è stato nascosto anzi … smascherato da me sempre con ostinazione e presunzione che bastasse smascherarlo e sentirmi dire da lui che avevo ragione … è figlio di separati (aveva solo 10 anni, in un paesino, con scandalo, tradimenti, superstizione e chi più ne ha più ne metta…) è molto intelligente e si è difeso decidendo di non soffrire, penso che abbia sviluppato questo pensiero forte “se le cose della vita non vanno bene la colpa è sempre e solo degli altri” … il bambino di 10 anni è sopravvissuto … poi crescendo ha cominciato a non realizzarsi pienamente rispetto alle sue capacità intellettive a causa di una volontà poco allenata e delle sue continue giustificazioni riguardo ai fallimenti, niente di grave, normali problemi di vita quotidiana ma … penso che questo faccia crescere un forte senso di frustrazione di cui io sono stata la vittima. C’è un aggravante che faccio fatica a scrivere ma che devo riconoscere … a causa della mia educazione rigida sono poco “libera” sessualmente, non mi lascio andare facilmente, e questo mio atteggiamento lui l’ha letto come mia insoddisfazione e punizione per le cose che non andavano bene.
Gli facevo notare che gli errori commessi bisognava riconoscerli per cercare di non ripeterli e che alle volte dire “è colpa mia” aiuta anche a crescere … mi sostituivo impietosamente alla sua coscienza, con amore e con il desiderio che imparasse a crescere per sé stesso e per noi (abbiamo due figli)… mi dava ragione, con convinzione, non ci siamo mai presi in giro e ci stimiamo … però, a lungo andare, ha cominciato a detestarmi, ad annullarmi nella sua mente e a cercare di annullarmi … non è un violento ma si può fare molto male anche solo con gli atteggiamenti … sempre critico e scontento di me e dei figli…
Negli ultimi tempi le cose sono peggiorate, io non riuscivo a capire, in più si sono aggiunti problemi di lavoro miei e suoi, io notavo che “fuggiva di casa” ma siamo stati sempre riciprocamente rispettosi della nostra libertà, non immaginavo nemmeno che mi stesse tradendo, con una donna sposata, scontenta del proprio marito e che non gli faceva sentire la vita “problematica”. La relazione è terminata ma non per naturale esaurimento, perché “non poteva andare avanti”. Mi son sentita di morire, rabbia, rancore, dolore … e … gli ho chiesto di starmi vicino perché stavo male e avevo bisogno di lui. Lui mi ha abbracciata e mi ha ringraziata, abbiamo parlato, pianto, litigato, fatto l’amore come non lo avevamo mai fatto prima … mi fermo qui perché mi viene da piangere … avrei ancora molte cose da dire, quando ho letto dal vostro sito Amore e Tradimento mi sono resa conto che forse, per caso, abbiamo scelto la strada giusta … perché abbiamo scelto la strada del “reciproco riconoscimento”, ma è difficile, perché in me c’è ancora la ferita, lui “ha lasciato intatto nella sua cruda realtà” il tradimento perchè non mi vuole prendere in giro, è quello che io voglio e che vogliamo “un rapporto sano” … ma è difficile, aiutatemi. Chiara

TRADIMENTO PER VENDETTA

Io ho tradito, per ripicca , perchè Lui mi feriva dicendomi che ero troppo grassa e che non riusciva a fare l’amore con me perchè gli facevo schifo…..all’altro piacevo per come ero dentro e mi faceva sentire importante, bella e sensuale….ma poi non mi vedevo più tra le sue braccia volevo essere amata dal mio uomo dal padre delle mie figlie….e sono tornata da Lui con la mente e con il corpo…..ma ora Lui mi ha tradito con una più giovane….ed è pazzamente innamorato di Lei …..non riesce a farne a meno però non riesce neanche a lasciare me……io lo amo e sono disposta a perdonare….ma la cosa forse è troppo fresca….abbiamo parlato molto…questo è servita a me a capire che sono una persona forte e sicura ma il dolore è terribile…forse lo merito ma ……chissà forse anche Lui prima o poi capirà che vuole solo me……non posso leggere il futuro…e non lo voglio sapere…

PERDERE PER GELOSIA

Gentile dottore ho avuto modo di conoscervi tramite mia sorella che ha frequentato un suo seminario a Roma di recente e mi ha dato le indicazioni sull’esistenza di questo sito. Oggi l’ho consultato per la prima volta e …. mi è crollato il mondo. Ho letto quanto lei dice su gelosia e possesso, risultato: me stesso. Si sono proprio io quello descritto nelle pagine che ho letto. Io sono geloso e possessivo nel modo peggiore del termine. Sposato, con un figlio (matrimonio “riparatore” perchè la mia ragazza era incinta) ho conosciuto una donna. Anche lei sposata e con un figlio. Ci siamo frequentati raccontandoci delle nostre vite e poi è nata una grande passione scaturita, purtroppo, nel suicidio del marito di lei. Io ho lasciato mia moglie per questa donna, L’ho amata e la amo in modo viscerale è tutta la mia vita. Ma ho paura di perderla e l’ho persa proprio per quello che lei ha detto. Sono diventato geloso in modo ossessivo e possessivo. In ogni suo atteggiamento ho visto “il tradimento”. Le sono stato addosso, l’ho offesa ed umiliata con i miei sospetti, con il modo di fare, con le parole. Ed il risultato è stato che in fondo in fondo sono il traditore: il traditore dei suoi sentimenti, del suo essere donna, della sua più profonda intimità che io conoscevo. L’ho scoperto oggi, lei era tempo che me lo diceva ma nel bieco orgoglio di marito geloso (si nel frattempo ci siamo sposati ed abbiamo avuto anche un figlio) non le ho dato ascolto, non ho prestato attenzione alla mano che mi tendeva per capire, per farmi uscire dal tunnel in cui mi ero cacciato. E così l’ho persa. Non so se riuscirò di nuovo ad avere un posto nella sua vita! Credo che non abbia bisogno di un uomo come me che non l’ha capita ed ha camminato al suo fianco. Spero di poterla conoscere ad un suo prossimo seminario per poterle parlare di persona.Un cordiale saluto Fabio

IL TRADIMENTO DISTRUGGE

rosa Età: 50 Il tradimento distrugge. Cerco di perdonare e fallisco ancora e ancora. Il rancore confina nell’odio e questo mi ferisce, perchè questo è un qualcosa a me sconosciuto del mio carattere. Così sono convinta che il perdono è la strada più giusta, ma chissà quanti riescono a perdonare? Mio marito mi ha tradita circa 10 anni fa in un momento particolare della nostra vita, dopo 22 anni di conoscenza e 17 di matrimonio e un figlio voluto con tutte le nostre forze che ci riempiva solo di “cose belle”. Sospettavo, ricevevo telefonate e lettere anonime (quasi sicuramente dalla sua amante), e chiedevo la verità a mio marito. Lui negava e io credevo, perchè avevo una fiducia illimitata. Qualcuno potrebbe ridere per questo, ma avevo fiducia in lui perchè così è stato da quando avevamo 18 anni, perchè i miei genitori avevano fiducia l’uno per l’altro e perchè ritenevo che il nostro fosse un matrimonio. oi un giorno mi confessa l’esistenza di un figlio di 5 anni. Ormai era costretto al riconoscimento e così ho saputo.Il mondo mi era quasi caduto addosso, scrivo “quasi”, perchè avevo un figlio adolescente a cui pensare, il quale contava più della mia esistenza e questo amore mi ha retto. Mio figliomi ha aiutato con coraggio. Mio figlio mi ha visto come non avrei mai voluto e per questo mi sono alzata e a lui ho voluto e voglio dare una visione “bella”della vita e dell’amore, nonostante i dolori che inevitabilimente fanno parte di ogni esistenza. In questo credo perciò voglio che lui goda della vita apiene mani, facendo delle cose giuste e buone. E’ la sola strada che porta al bene.Non sempre è bene “sapere”, ma nel mio caso, le continue bugie di mio marito non hanno avuto giustificazione di sorte. La sua paura era quel qualcosa che lo ha spinto in basso, ma tutti possono alzarsi di nuovo e questo gli auguro per tutti noi.Non ho mai tradito fisicamente mio marito. L’occasione c’è stata. Ho provato,e provo, grande rispetto e bene per uno, e lui mi ha aiutata, ma mi sono fermata perchè il tradimento non era per me, perchè non volevo imitare mio marito e perchè non volevo agire per “vendetta”. Non sarebbe stato giusto per nessuno, nemmeno per me.Ora sto meglio. Certo, ci sono dei brutti momenti, quando penso troppo alla cosa, che certamente non sarà mai dimenticata. Ma dalla mia parte sta l’avere agito secondo la mia coscienza e spero che il tempo mi dia ragione.

CREDO CHE TRADIRE SIA UNA SCELTA

Età: 36 Vorrei rispondere a Pat Ho trovato le sue considerazioni sul tradimento, un po’ opportunistiche e anche egoistiche… scommetto che il/la primo/a a tradire sei stato/a tu,forse’ e’ per questo che hai una visione del tradimento cosi indulgente?? Ho visto, sinceramente, molta ipocrisia in svariate testimonianze. La verita’ e’ dentro ognuno di noi e sicuramente l’effetto che puo’ fare un tradimento e’ strettamente personale e sicuramente direttamente proporzionale alla sensibilita’ che ognuno di noi ha. Forse Pat e’ convinto/a di aver trovato la soluzione dell’arcano in un libro.. beato/a lui/lei. Il tradimento e’ una mancanza di rispetto profondissima,(a questo punto potresti dirmi che anche tirarsi i piatti lo e’, ma fidati.. sortisce due effetti completamente diversi) ti rende insicuro come essere umano,come membro di una coppia, e come amante. Io non ho mai tradito ma ho subito il tradimento, e’ un qualcosa che ti annulla completamente. Non credo ci sia un modus operandi per superare questi momenti, rabbia e frustrazione devono seguire il proprio corso. Credo che tradire sia una scelta.. scegli la persona che vuoi essere seguendo l’impulso o ritraendoti perdendo la famigerata occasione. Non ho mai tradito, ma anche io ho desiderato essere amato corteggiato ammirato e coccolato di piu’…. ma ho preferito continuare a vivere con un rimpianto piuttosto che con un rimorso!!

COMMENTO

Perchè una persona decide di farti del male solo perchè lei stessa non è contenta di sè e cerca appagamento in ogni chimera?
Perchè devo essere stato vittima di lei?
Forse è vero…pensare o meno al tradimento fa parte della sensiblità che ognuno ha, dell’educazione ricevuta, dell’intelligenza e del grado di maturità raggiunto… capiamoci…non parlo dell’infatuazione, della chiusura di una storia perchè si è conosciuta un’altra persona…non penso a questo
…tradimento è quel comportamento che per forza di cosa rende la persona, che lo commette, una “persona vigliacca”… mente per lungo tempo al compagno e a tutti quelli che stanno attorno, perde il rispetto per l’altro e per se stesso, gode nel fare del male all’altra persona perchè così le emozioni sono più forti, intense… fa del male perchè lei lo aveva ricevuto…ma non guarda chi ha davanti… vive il momento come fanno gli animali…solo istinto e niente cervello… non parliamo dell’amore poi, non sanno nemmeno minimamente cosa sia… attacca il compagno ufficiale nei punti deboli per cercare cedimento e giustificare quello che fa..
induce il compagno a chiedere scusa per il tradimento subito… induce il compagno a pensare che il lavoro sia sbagliato, il suo modo di amare di stare con gli altri… il traditore è codardo… non sa scegliere… ecco cosa penso facciano e siano le persone che tradiscono. Sono solo vigliacchi.
Pensano di essere più furbi…ma come si può sentirsi “i più furbi”, “i più astuti…tanto non mi scopre!”
nel demolire la persona che prova amore, puro amore e per tale motivo da fiducia? Il tradito non è scemo, è solo colui che veramente ama perchè ripone fiducia…non c’è amore se non c’è fiducia.
Mi sento fiero di non essere mai sceso a compromessi, di avere principi ed ideali… di combattere per vincere le mie debolezze perchè le trasformo in energia in voglia di vivere e di credere… non tutti sono vigliacchi…ed ora so pure riconoscerli. Sì…li riconosco… ecco come sono riuscito a restare a galla in questi mesi… ho affinato la mia conoscenza del genere umano… ne ho conosciuti tanti di voi…quante cose vi accomunano… povere persone, tristi persone…soprattutto quando poi tornano indietro…
confessasate i vostri errori…piangete…rivolete il vecchio equilibrio…ma nulla…
più nulla vi rende credibili… davanti a vostra madre siete diversi… agli occhi degli amici…a quelli del vostro ex partner tradito.
Penso che anche in certi traditori a volte ci possa essere presa di visione.. senso di colpa… ma per poco, fino a che la prossima momentanea passione li coglierà e li farà ricadere nello stesso meccanismo.
La mia storia…io sono il tradito, la traditrice è un’ex violentata ed un’ex anoressica, la famiglia l’ha cresciuta con l’ideale dell’uomo ricco, lei mi tradisce con un uomo abituato piacente, lei cede, sceglie di cedere, fa tutte le cose dette sopra, intanto mi porta a volerle bene perchè mente, fa la buona, la disponibile, mi dice che mi ama, parla di progetti, di matrimonio, di vestito da sposa con mia madre, mi lascia 2 ore dopo che mi aveva ridetto che mi amava mi demolisce mettendo in discussione la mia persona, la mia famiglia, il mio lavoro, il nostro amore…tutto insomma. Usa la scusa del suo passato turbolento inducendo pure in me la compassione. Mi lascia, riprendo l’anello regalato, non dice dell’altro.
Dopo qualche mese scopro tutto, mando 1 sms di rabbia, ottengo una quasi denuncia, sparla con i miei amici… mi demolisce per la seconda volta.
Passa un mese, lei viene lasciata da questo perchè lui la tradiva con una biondina e lei lo aveva scoperto.
Me lo dice! Questa è la prima rivincita. Lei stà male perchè anche lei ricade nel ruolo della tradita.
La seconda rivincita la ottengo quando in pianto torna e mi dice che mi ama e che le rivuole la nostra storia… dico di no! dico che non è di nuovo sincera. Mai stato così felice di dire di no ad una donna.
Ho mantenuto la mia dignità e la mia voglia di amare. Certo ora so anche scegliere meglio perchè .
Ho cambiato lavoro, ho trovato la carica e l’energia del passato, sono ancora un po’ diffidente…è normale…ma sono positivo e speranzoso nella mia vita. Abbraccio tutti

TRADIMENTO MORALE

Rosy Età: 26 Salve, nonostante la mia giovane età avrei cosi tante cose da dire..sono vittima di una dipendenza d amore, nonostante i miei tormenti i dolori le amarezze subite da lui..nn riesco a nn chiamarlo,facendomi più male.La nostra è una storia iniziata 4 anni fà, una favola, anche se x molto tempo disturbata dalla sua inutile possessività, tra liti e amore abbiamo fatto tantiprogetti tra cui il matrimonio, che dovrebbe essere vicino, ma in realtà èlontanissimo dall’entusiasmo con cui ne parlavo, fino a sei mesi fà.Abbiamo iniziato a litigare anche senza alcun valido motivo, a farci male adirci cose che in realtà nn pensavamo, e io ho avvertito da subito ogni suominimo cambiamento, distacco, purtroppo anche il mio fisico ne iniziò arisentire, ho perso 10 kg nel giro di niente, sn dventata fragile siapsicologicamente che fisicamente..solo perchè il mio istinto mi diceva chequalcosa nn andava, lui aveva sempre cercato sicurezza in me, mi vedeva forte epoco innamorata, a volte soffriva per niente. In realtà ero solo una ragazzatranquilla e finalmente sicura di avere accanto una persona degna del mioamore..tutto questo però è stato distrutto nonostante lui abbia continuato afare progetti con me, comprare casa, mobili, prestiti, cercando di farmifelice. Contemporaneamente alle nostre ultime liti ha tradito la mia fiducia,ho scoperto che da circa 2 mesi quasi giornalmente si sentiva con una suacollega, la chiamava più volte e nn capisco perchè la chiamava pure di notte,mentre io invece sentivo che qualcosa nn andava e soffrivo già senza sapere chic fosse dietro.Non è stato lui spontaneamente a raccontarmelo, soffrivo ma sentivo che dovevoscoprire cos è che gli aveva dato quella sicurezza, cos è he lo allontanava dame. Dietro questa scoperta c è da dire che tutti i suoi colleghi con cui tra laltro uscivamo sanno tutto di noi, delle nostre liti, del nostro matrimonio, tutti compresa lei, l unica collega mai vista.Quella sera che l ho scoperto stavo malissimo, e ho sbagliato tanto a nn lasciarlo, forse si sarebbe reso conto maggiormente della umiliazione e dolore che mi ha dato. Per non perderlo ho creduto che cn lui vicino, avrei superato questo tradimento, che lui chiama “TRADIMENTO MORALE” dice di non esserci mai stato a letto con lei, ma semplicemente si trovava bene a parlare perchè lo capiva..mentre io nn lo capivo più. Sostiene di nn aver mai pensato didistruggere ciò che insieme abbiamo costruito. Purtroppo l ho scoperto da due mesi, e non ho pace, la notte mi sveglio penso e ripenso, e non ho più fiducia in lui perchè ho sofferto molto e sto ancora soffrendo. Ora lo assillo, lo controllo..sono malata di lui, tanto che gli dico sempre ciò che penso anche in modo brusco..gli dico che nn sono felice, che vorrei di più. Premetto che dopo questa situazione lui ha acellerato pure i tempi sugli ultimi preparativi, come a darmi dimostrazione di nn avere dubbi su ciò che vuole. Ora siamo litigati potrebbe essere l ultima lite, quella che cala un velo ietoso al nostro amore, ai ns progetti, dopo i miei ultimi assillamenti dice di nn poterne più, che io ormai vivo di fantasmi, e che nn possiamo vivere cosi. Io lo sò, nn sono felice penso troppo a quello che sò, e a ciò che si può costruire sopra in questi casi, e mi complico la vita. Il matrimonio e ormai vicinissimo, e ho paura, paura di nn riuscire a superare questa delusione, questa ormai credo perdita di lui e, soprattutto ho paura per la mia salute perchè tutta questa situazione, mi chiude l appettito, tanto da nn venirmi fame e nn riuscire pur volendo farlo per me stessa a non ingoiare. Scrivere queste righe mi ha aiutato molto, e spero di ricevere tanti consigli per nn sentirmi sola, perchè di lui c è da dire pure che è riuscito ad allontanarmi dal mondo intero, facendomi sentire al centro del mondo solo con lui vicino.

ELOGIO DEL TRADIMENTO

CONTRIBUTO INVIATO DA UNA VISITATRICE DEL SITO

Fa discutere e impegna pensate se non ci fosse…
E’ stato ” creato ” per stimolare ampliare e sostenere I sentimenti profondi.
Ognuno vi partecipa ognuno ha da dire e dare quando c’è in ” ballo ” la danza del tradimento. E’ un ritmo che gira a 360° gradi. Rimescola si alterna propone fa vivere e spesso rende anche più belli.
Di volta, quando non c’è, si ricorre al mezzo che più ci affascina; si ricorre alla invenzione e purtroppo, capita che, tra una cosa e l’altra, si finisce col negare.
Neghiamo chi siamo mentre proponiamo l’altro e l’altro è sempre il nemico, colui che ci fa del male.
Il tradimento in sostanza fonda un’attività psichica che ci rende molto meno passivi sui sentimenti di coppia i quali potrebbero ammuffire, quindi, ben venga questa nota dolente tanto poi si sa che la mente umana ha in sè poteri utili al suo sviluppo e se questo è il percorso che ha scelto non si può ne si deve evitarlo.
Il peggio di un ” peccato ” è rimangerselo, nasconderlo; il peggio, quando il peggio è di norma realtà di fatto, è non capire non vedere non sentire che a tradire non è l’altro, siamo noi.
E’ un carattere altruistico colui che propone e lo fa tradendo l’altro lo fa per nutrire per impegnare lo fa per un vincolo affettivo. Lo fa per amore.
In realtà, la grande maggioranza della gente sia uomini che donne ammettono il tradimento dell’altro come se si trattasse di una forma di ” riparo ” ma qualunque sia il peso o le motivazioni che spingono in quella direzione l’importanza di capire trascende dal bisogno.
Un uomo non è un uomo senza tradimento e le donne esigono che il proprio compagno abbia almeno una volta una nemica da combattere. Per la donna si tratta di tutt’altro.
Si dice che la donna tradisce per bisogno affettivo e quando si ritrova in una tipica situazione – malgrado si ammetti di aver cercato invano di resistervi – in contrasto sublima ciò che lei vorrebbe vivere. L’idea quindi di un’altra donna piangente o comunque di manomettere in senso realistico – incorporando – se stessa vittima e giustiziere, in profondo, in modo sadico ma non del tutto cosciente.

Il tradire comunque non è solamente l’idea di una rottura, la quale, quasi mai, arriva a concludersi in questo modo, come ho anticipato è una scelta una delle più accanite decisioni.
Aiuta a rinvigorire e riesce a sostenere l’unità in sè.
Senza il tradimento l’umanità non potrebbe sopravvivere.
E’ l’attività della mente, quella più antica, la forza di una costituzione organica e psichica a tutti gli effetti.
Eppure, se chiamiamo ” tradimento ” la conquista di noi stessi c’è rischio di trovarsi in serie difficoltà col mondo che ci circonda.
Ma sono poi tutte forme di tradimento intese in questo senso?
E’ possibile che vi sia dell’altro.
Dobbiamo riservare la parola ” tradimento ” a una particolare unione con se stessi, associarla a una virtù idealistica che si vuole vivere la propria situazione e come sempre la risposta a questo dubbio può essere solo arbitraria.
Mi riferisco al tradimento come ad una matura consapevolezza di sè e che ciò sia in grado di risolvere e non distruggere una relazione sia di coppia che di altra forma di unione.

Il tradire si ritiene sia come tutti dicono, un tradire la compagna/o ma vi sono tante forme e diverse situazioni in cui il tradire diventa percorso e sviluppo. Vi sono unioni di figli verso i genitori e di genitori verso i figli, di amicizie, di religioni, ciò che conta è sapere a quale tipo di unione ci si sente meno legati e quando si è ben certi agire su quel modello caratteriale di cui sopra.
Esiste una realtà anche in questa generazione attuale; esiste e fa la differenza tra i diversi criteri utilizzati in passato.
Nelle odierne ” democrazie ” parlare in termini di tradimenti personali non suscita più timori.
La gente parla di sè ammettendo di conoscersi profondamente.
Dice che non accetta alcun tipo di tradimento e lo fa con argomentazioni prevalentemente conformate.
L’unione col gregge del conformismo è di prassi un percorso abituale.
Bisogna mantenersi uniti la paura di restare isolati obbliga ad un adattamento per questa ragione, spesso, l’anticonformismo speculatorio viene indotto e sorregge non al di fuori ma propriamente all’interno ove i livelli più elevati si
” condensano ” con i consensi generali.
L’anticonformista dunque è l’essere che più si adatta e che si mantiene seguendo una sua logica che non è quasi mai differente quasi mai innovativa quasi mai creativa.

Il tradimento, è questa l’arma la più invincibile.
E’ come un uragano a ” ciel sereno ” non imbroglia, libera le tossine acide altrimenti si che si rischierebbe la follia.
IL tradire è consigliabile a tutta quella gente che se ne resta inerme. Agli obesi innanti tutto, a quelli che si danno come uomini di gran potere. A quei religiosi fanatici. Ai politici freddi e calcolatori. Agli imprenditori, ai commercianti, ai filosofi, ai rivenditori di parole che come me non hanno altro da aggiungere.
Tradire!
Tradire tutti e tutto!
TRadire come terapia di salute!
Tradire anche se stessi, in quel che si è creduto.
TRadire quell’amore innato perchè non c’è amore senza vitalità e questa ci viene data mediante i percorsi meno razionali.
Grazie per la presa di visione.
Un caro saluto a poi…

 

Antonietta Pugliese

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

RIFLESSIONI SUL TRADIMENTO

Essendo a me intervenuto più di una volta l’essere ingannato da chi più amava e da chi sopra ogni altra persona aveva confidenza d’essere amato, ho pensato talor da me a me che sia ben noto fidarsi mai di persona nel mondo, nè darsi così in preda ad amico, per caro ed amato che sia, che senza riserva l’mo gli comunichi tutti i suoi pensieri come farebbe a se stesso, perchè negli animi nostri son tante latebre, tanti recessi, che impossibile è che prudenzia umana possa conoscere quelle simulazioni che dentro nascose vi sono. Baldassar Castiglione, Il Cortigiano.

Per amore o per quel che ne costituisce l’essenza – raccontare, informare, dichiarare, commentare, opinare, distrarre, ascoltare, ridere e progettare invano – si tradiscono gli altri, amici, genitori, fratelli, consaguinei e non, antichi amori e convinzioni, antiche amanti, il proprio passato e la propria infanzia, la propri lingua che si smette di parlare e certamente la patria, quel tanto che c’è in ogni individuo di segreto o forse di passato. Per lusingare chi si ama si denigra quanto altro c’è al mondo, si nega e si disprezza tutto per contentare e rassicurare un unica persona che potrebbe andare via. Javier Marias, Un cuore così bianco .

«La vita è tradimento. Chiunque possegga un’anima immortale e abbia ricevuto la vita è un traditore. Non c’è forma di vita che soddisfi i postulati dell’immortalità. Non c’è. Vivere significa tradire quanto abbiamo di più prezioso. L’amore tradisce l’amore perché è inevitabile che sia meno bello del sogno dell’amore. Gli eroi sono vacui e i geni pigri. I potenti, perfino i migliori, si trasformano in mostri. I preti sono pieni di boria. Persino gli assassini cercano una qualche forma di plauso. Dei suicidi Hebbel diceva: chi può spararsi non si impicca. I commercianti imbrogliano sul peso, i saggi sulle argomentazioni. Sebbene celebrino la gioia, i poeti sprofondano nella disperazione» Tradimento A. Zagajewski

“Gli scenari del tradimento sono molteplici: mi sembra però che la scena originaria si apra sull’interno relazionale più precoce, il primo tradimento è proprio quello perpetrato nei confronti del nascituro nel momento in cui, con il nome, gli si attribuisce la proiezione fantasmatica dei genitori. Destino inevitabile, iscritto nella storia stessa della vicenda umana, per il quale noi siamo condannati ad incarnare il desiderio dell’altro, e solo con grande fatica a separarci dal suo/nostro fantasma.

Se l’uomo fosse libero non avrebbe bisogno di tradire; eppure è altrettanto vero che se l’uomo non fosse libero non potrebbe tradire ” Aldo Carotenuto , aprile 1994

“Si puo’ definire tradimento solo quell’azione o successione di azioni che rompe una relazione fiduciaria volontaria e consapevole. Ovviamente si puo’ gocare sul malinteso, si puo’ negare a posteriori l’esisteza di una relazione fiduciaria per liberarsi dal senso di colpa e dalle conseguenze del tradimento, ma cio’ esula da un tentativo di lettura sociologica del tradimento. …Il tradimento dell'(apostolo) Pietro mostra che e’ sempe in agguato la possibilita’ di essere traditi, ma anche quell di diventare traditori. Non solo non possiamo giurare sul comportamento dell’altro, se non per fiducia cieca o per atto di fede, ma non possiamo mai sinceramente e onestamente neppure giurare su noi stessi poiche’ nessuno puo’ predire quanto e come l’incontro con l’altro ci mutera’, ne’ cosa creeremo insieme all’altro.” G. Turnaturi – I Tradimenti – Feltrinelli

“ Mi ricordo bene i visi di questi uomini non erano tutti per me? Non gridavano ‘salve’ un tempo? Così facendo Giuda con Cristo, ma Egli fra dodici trovò la fedeltà in tutti tranne che in uno; io in nessuno tra dodicimila” (William Shakespeare, Riccardo II)

“Un bacio legittimo non varrà mai come un bacio rubato” Gustave Flaubert

Musil, grande scrittore austriaco del ‘900 col suo “Compimento dell’amore”, effettua una grande introspezione psicologica sul tema del tradimento femminile. La trama è quasi del tutto abolita in questo racconto breve, proprio per focalizzare il vero obiettivo: catturare le ossessioni, le frenesie e le contraddizioni di una donna (Claudine), la proliferazione degli istinti psicofisici, l’inesprimibile desiderio di possedere ed essere posseduta da un’uomo ripugnante ed estraneo (il consigliere ministeriale). Come può un tradimento trasformarsi nel “compimento dell’amore”? Esistono due anime che si intrecciano nell’eros di una donna? Una dolce e delicata ed un’altra animalesca e bestiale?

Pensieri inespressi

“Il consigliere ministeriale si erse e la guardò. In quel momento la coscienza che ebbe Claudine fu di essere vicina a lui e lontana dall’uomo amato; quali fossero i suoi pensieri, ella non poteva saperlo – dietro di lei ondeggiava una vaga sensazione, celata dal buio del proprio corpo. Esso che custodiva tutti i suoi sentimenti come una casa, le parve allora un oscuro impedimento. Di colpo riconobbe nella sua coscienza, che più di ogni altra cosa le era stretta intorno, una infedeltà inevitabile che la separava dall’amato e si accorse così -era un’esperienza mai provata – che l’estrema fedeltà conservata dal suo corpo, andava trasformandosi nel contrario, in un’intimità più profonda. Forse non c’era in lei altro desiderio che concedersi all’amato, ma colpita da una profonda incertezza nei valori spirituali, quello diventava la brama per l’uomo sconosciuro”.

Tradimento immaginato

“Si era già svestita. Sulla sedia davanti al letto gli abiti giacevano come se li era tolti. L’aria della stanza, affittata oggi ad uno, domani ad un altro, veniva a contatto con l’odore della sua persona. Si guardò intorno. (…) Era un’impressione duplice e ambigua, ora estranea e ripugnante, ora irresistibile come se l’amor proprio di tutta quella gente penetrasse in lei e di sé non le restasse altro che l’atto passivo dell’osservare. L’uomo era ancora dietro la porta, facendosi udire solo con piccoli movimenti involontari. Allora fu presa dalla voglia di gettarsi su quel tappeto, di baciare le tracce repellenti di quei piedi e di eccitarsi come una cagna annusante. Non si trattava però di sensualità, era solo qualcosa che mugghiava come il vento o gridava come un bimbo. D’improvviso s’inginocchiò, davanti ai suoi occhi i fiori rigidi sul tappeto si ingrandivano inspiegabilmente, vide sul tappeto le sue cosce pesanti di donna chine in modo ripugnante come qualcosa di assurdo e tuttavia teso in giù con una incomprensibile gravità; le sue mani sul pavimento si fronteggiavano simili a due animali a cinque zampe. (…)Si rialzò lentamente sulle ginocchia, colpita dall’idea assurda che in quel momento sarebbe già potuto accadere tutto e tremò come quando si scampa a un pericolo grazie al caso e non per merito proprio. Cercò di immaginarselo. Vide il suo corpo giacere sotto quello dello sconosciuto, con una chiarezza vivida quale quella dell’acqua che penetra nei punti più nascosti, sentì il suo pallore e le parole di abnegazione che la facevano arrossire e gli occhi dell’uomo sopra di lei che la opprimevano, la piegavano, occhi vigili da uccello di rapina. E continuava a pensare: questa è l’infedeltà”.

TRADIRE: L’ALTRA FACCIA DELL’AMORE

Presentazione del libro Tradire: l’altra faccia dell’amore del dott.Pasquale Romeo Edito da Bastogi

 

Questo scritto nasce un pò sul serio e un pò sul faceto e tende a considerare la coppia in una modalità diversa dal precedente Amore e Caos in cui la valutazione è principalmente sugli aspetti affettivi.

Questo lavoro in un certo senso è anche collegato al primo SOLI SOLI SOLI, si fa riferimento a se stessi, nella vita di coppia ed a tutto ciò che non riusciamo a capire di noi, forse perché non sufficientemente analizzato in solitudine, che ritorna prepotentemente sotto forma di destino, spesso infrangendo la vita di coppia e consengnandoci a situazioni diverse e fuorvianti che sono indispensabili per raggiungere degli aspetti di sé, che invocano, che chiamano, che rappresentano in un certo senso quel grido degli agnelli, il silenzio degli innocenti sapientemente descritto in qualche interpretazione cinematografica.

La scelta dell’argomento come quello del tradimento è perchè in esso è presente una traccia di una vita nascosta, di ciò che spesso facciamo fatica a manifestare e che si cela dentro di noi in varie forme, tanto che solo un.analisi attenta ne può dare pienamente conto.

L’analisi terapeutica ci consente a volte di scoprire parti di noi misteriose che solo con la relazione alchemica, vissuta con l’analista, si svelano nella sua profondità, nelle sue forme più arcane e diventano un modus operandi tanto veemente da costringerci a prendere scelte, o a farci prendere da quello che comunemente chiamiamo destino e che forse corrisponde solo a parti recondite di noi.

Da SOLI SOLI SOLI a AMORE E CAOS ad oggi vi è una visione più scanzonata ed allegra al problema, ed in TRADIRE: l’altra faccia dell’amore si vuole solo trovare delle soluzioni alla mancanza di un senso, a ciò che spesso si muove al di fuori degli orizzonti razionali e spesso diviene misterioso ed insolvibile.

Si troveranno, perciò, degli aspetti teorici relativi al tradimento ed anche molti esempi pratici che mettono in luce attraverso dei commenti, nella nuda maniera, varie forme dello stare con l’altro, che inquietano e svelano ciò che raramente ci soffermiamo a vedere e che rappresenta parte della nostra vita quotidiana.

Questo lavoro nasce dall’intenzione di dare una visione differente al tradimento e fargli acquisire quella rilevanza che ha nella vita comune e che ci appartiene nonostante le nostre resistenze. Forse non è qualcosa da rifiutare da rinnegare da rendere come qualcosa di cattivo e nefasto che fuoriesce dall’umana specie.

Giuda luogo comune del tradimento, di cui si parlerà più avanti, rappresenta colui che è lo strumento perché Gesù venga tradito. Il tradimento di Giuda non è una cosa imprevedibile, fuori dalla quotidianità, ma invece ciò che sembra già previsto nei programmi divini. E’ la necessità che fa esprimere a Gesù la frase: prima che il gallo canti mi tradirai tre volte, proprio ad indicare che lo farai tu Giuda, che sei la persona predestinata ed indispensabile per portare la verità: Dio si è fatto uomo ed è risuscitato. Il Vangelo ci fa riflettere sul tradimento e ci indica la strada della verità che si muove attraverso il tradere, il consegnare parti di se all’altro, affinché nuovi aspetti si realizzino ed ognuno possa trovare o ritrovare ciò che rappresenta la propria vocazione, la verità che vive e vegeta dentro di noi.

Questo lavoro non vuole essere una breve giustificazione al tradimento cosa che farebbe comodo a molti, né un modo per trovare nuove interpretazioni a una pratica che è sempre esistita con l’uomo e è rimasta sempre uguale nei millenni.

Questo breve scritto intende soltanto rimarcare la possibilità che il tradimento ci appartiene, vedi il caso di Giuda, che senza di questi manca qualcosa della nostra umana natura. Una corretta valutazione della tematica del tradimento ci consente di uscire dalle problematiche della colpa e trovare nuovi orientamenti in un campo complesso e pratico come quello degli aspetti psicologici.

Il tradimento nella sua chiave di lettura più vasta altro non è che una ricerca di un senso, un momento nuovo ed iniziatico per riscoprire parti nuove di sé. Mi è sembrato vicino per alcuni aspetti alla ricerca del Graal, alla ricerca della propria individuazione, alla ricerca di aspetti esoterici che sono sempre esistiti con l.uomo per trovare fuori ciò che in realtà noi abbiamo dentro.

Uno dei motivi di questo libello utilizzando il tradimento è forse psicoterapico. Come ogni psicoterapia ognuno di noi si muove alla ricerca di una strada interna, di una vocazione, del raggiungimento delle proprie risorse, della nostra capacità di esprimerci al di fuori delle prigioni della nostra mente.

Una mia paziente stava con un tizio da tanto tempo, ormai erano in procinto di sposarsi, tutto sarebbe accaduto serenamente, almeno per il momento, fino a quando durante la psicoterapia non successe qualcosa, la persona in seduta si accorse che qualcosa di importante non funzionava, che il matrimonio era solo la realizzazione di una spinta distruttiva e così improvvisamente senza accorgersene apparse miracolosamente un nuovo orizzonte una scogliera differente, una nuova grotta, il panorama assunse nuove tinte e la paziente lasciò il suo partner.

A volte improvvisamente si aprono nuovi scenari e tutto ciò che pensavamo appartenesse alla nostra vita cambia e repentinamente, come colui che vede la luce, si aprono nuovi spazi sapienti come in una nuova iniziazione In questa strada la verità è bendata, non si trova se non nel proprio cuore. A volte è necessario capovolgere ogni cosa per la ricerca di particolari significanti. Una valutazione psicoterapica può riuscire a capire ed a comprendere.

Alcuni riti esoterici si avvicinano molto in questa ricerca del luminoso e del divino e l. iniziazione può esprimere la ricerca di una nuova luce nascosta che ognuno di noi si porta dentro di sé se si distacca sufficientemente dai beni materiali.

Il tradimento a volte viene paragonato ad un momento illuminante, la persona con cui si tradisce alla luce, a colui che mette un senso nella propria vita che dà un forma e consente di mettere uno scheletro ad un momento invertebrato della nostra vita.

La luce e la musica sono molto vicine, la luce prende gli occhi, la musica le orecchia la in entrambi i casi nutrono la nostra mente di nuovi panorami.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

UNA DIVERSA LETTURA DEL TRADIMENTO

“Un padre, volendo insegnare al figlio a essere meno pavido, lo fa saltare dai gradini di una scala. Lo mette in piedi sul secondo gradino e gli dice: -Salta, che ti prendo.- Il bambino salta. Poi lo piazza sul terzo, dicendo: -Salta, che ti prendo.- Indi il padre lo sistema sul quarto, poi sul quinto, dicendo ogni volta: -Salta, che ti prendo-, e ogni volta il bambino salta e il padre lo afferra prontamente. A un certo punto il bambino è su un gradino molto in alto, ma salta ugualmente, come in precedenza; questa volta però il padre si tira indietro, e il bambino cade lungo e disteso. Mentre tutto sanguinante e piangente si rimette in piedi, il padre gli dice: – Così impari, mai fidarti…, neanche se è tuo padre.” James Hillman in “Puer Aeternus”

 

Vorrei proporre una lettura “diversa” del tradimento, dove la figura del traditore è meno colpevole di quanto sembri.

In questa lettura il traditore non è solo colui che tradisce, che inganna, che è subdolo ma è anche colui che affronta diversamente una crisi di coppia, rendendosi conto dell’effettiva realtà. Spesso una relazione è caratterizzata dalla stanchezza, dalle incomprensioni, dai continui litigi, dalla mancanza di una progettualità futura, dal venir meno di un autentico sentimento. In questo caso il tradito è colui che minimizza, che fà finta di niente, che non parla, aspettando una possibile soluzione che non c’è o che il tempo sistemi, non si sà come, il tutto. Al contrario del traditore che affronta la dura realtà della disfunzionale relazione di coppia, rompendo in qualche modo il silenzio e l’indifferenza, non in maniera esplicita, ma in maniera implicita attraverso il tradimento. Sintetizzando, in maniera molto forte, e come se il tradito avvesse costretto l’altro a tradire.

Al riguardo bisogna sfatare un luogo comune, in questi casi. In un tradimento soffre non solo chi è tradito ma anche chi tradisce e le colpe non sono solo di quest’ultimo. Davanti ad un tradimento, al di là se è stato “confessato” o “scoperto”, entrambi i membri della coppia devono avviare una seria e profonda riflessione sul perchè e come sia successo. Se alla conseguente e naturale esplosione di rabbia e dolore segue la riflessione accennata il tradimento aquisisce una funzione di rottura di un equilibrio di coppia apparente e patologico a tratti.

Per avvenire tale riflessione, il tradito deve accantonare un pò la propria rabbia, cercare di “leggere” diversamente il tradimento, vederci quasi una “richiesta d’aiuto” da parte del traditore affinchè si affrontino finalmente le problematiche di coppia. E quella che può sembrare una sconfitta si può trasformare in una vittoria perchè può rivitalizzare la relazione e gettare le basi per un nuovo sentimento ed una nuova progettualità di coppia.

Purtroppo il più delle volte avviene, quando il tradimento non è scoperto o si fa finta di non scoprirlo, che il traditore usa il tradimento per continuare a mantenere in vita la relazione di coppia. Come reazione all’inaridimento della relazione originaria ne cerca un altra al fine d’attingere quelle emozioni e quella vitalità che gli mancano e che utilizza, appunto, per il mantenimento della relazione originaria stessa.

Dott. Roberto Cavaliere

COMMENTI ALL’ARTICOLO TRATTI DAL FORUM

Caro dott.Rob, ecco la mia opinione:
credo nelle leggi di causa-effetto anche nella coppia. Se il partner arriva a “fantasticare” su un’altra persona, inevitabilmente ci sono cause imputabili a noi. Se una relazione finisce, entrambi gli attori hanno delle responsabilità. Oltre a questo, ritengo (aperto a critiche e/o opinioni differenti) che se c’è vero amore ci si sazia totalmente dell’altra persona: non si prova desiderio di altro, e se c’è questo sentimento i problemi si affrontano e si trova il modo di risolverli assieme.
Fatte queste premesse, ritengo che il tradimento uccide la fiducia e calpesta autostima e dignità in primo luogo di chi lo subisce. Per questo motivo non vedo nel tradimento un valido tentativo, tipo elettro-shock tra l’altro, per “sensibilizzare” sui problemi all’interno della coppia; semmai un valido tentativo per porre fine alla relazione divenuta complicata/insoddisfacente evitando un confronto col partner. Col tradimento si annienta la fiducia che si è riposta nell’altra persona e si ferisce non tanto per l’atto materiale quanto a livello morale: “ho riposto la mia fiducia in una persona che se ne è fatta gioco!”. A seguito del tradimento bisognerebbe prima superare tale umiliazione/delusione per poi poter affrontare i problemi che c’erano all’interno della coppia e migliorare il rapporto. Superare tale affronto è molto faticoso, forse così faticoso da impedire un dialogo costruttivo col traditore che viene visto non più degno del nostro rispetto, del nostro amore: abbiamo paura a fidarci ancora in quanto potremmo restare feriti nuovamente.
Per smuovere da una situazione di stallo si potrebbe, forse, minacciare un tradimento o abbandono, ma concretizzarlo per ottenere una reazione costruttiva lo ritengo un comportamento sadico, masochistico… oltre che difficile da accettare in quanto una simile giustificazione risulterebbe “troppo comoda”.
Ritengo comunque che il tradimento può essere una forma di fuga, ma non arriverei a giustificarlo proprio perchè la concretizzazione di un simile atto denoterebbe una certa superficialità ed incapacità ad affrontare la realtà con onore, lealtà, rispetto. Max.

buongiorno dott.rob,bella provocazione la sua e mi sento tirata dentro.
premetto che la parola tradimento non mi piace,che non sono minimamente gelosa e che penso con tranquillita’ al fatto che sia io che il mio compagno possiamo incontrare una persona e lasciarci sedurre da essa, ma la usero per facilità,perche mi pone nella condizione di pensare :”chi tradisce chi e/o cosa.”cerchero’ di spiegarmi:io penso che si chi pensa di tradire e chi si sente tradito non sia cresciuto.non riesco a condividere la sua diversa lettura del tradimento ,inquanto una persona che tradisce la sento immatura per un rapporto vero,cosi come la persona che si sente tradita non ha acquisito una stima di se e vive l’esperienza non essendo mai se stessa/o.ma non riesco neppure a condividere il tradimento come mezzo per smuovere una sitauazione di stallo.Ma come si puo pensare di andare con un’altra/o per aprire una discussione e riuscire a incontrarsi !!delego all’altro/a l’iniziare la discussione perchè ha scoperto ,casualmente o no,il tradimento?;vedo questa scelta(il tradire) come esempio di profonda immaturita’ e non riesco a trovare nessuna giustificazione.é vero che un rapporto deve essere arricchito da entrambi ma non riesco assolutamente a trovare una giustificazione.l’unica soluzione che io penso sana e matura sia il lasciare l’altra/o se in questa relazione non ci si sta bene.la coppia quella vera non ha bisogno del tradimento per parlarsi,se non si parlava prima figuriamoci che livello di discussione puo emergere dopo il tradimento.
nella speranza di essere stata chiara la saluto. Insienel
C’è una parte di verità in quello che Lei ha descritto come una diversa lettura del tradimento. Ma resta il fatto che la comunicazione è irrimediabilmente compromessa: tra chi ha maggiori informazioni e l’altro/a che non sa di non avere le stesse informazioni e comunica al “buio”, ignaro o inconsapevole della realtà. Un po’ come quando si bleffa nel gioco del poker. Alla fine del gioco, e’ una strategia perdente per chi non ha una sponda di appoggio e vince chi si è creato una rete di salvataggio. Meri
io sono stata amante di un uomo sposato ,senza figli, ma che ,ugualmente ,non avrebbe mai lasciato la moglie.Mi è sembrato che quella coppia fosse all’apparenza perfetta e,allora,cosa andava cercando lui altrove?certo io non conosco la moglie o le rispettive famiglie.
il suo senso di colpa era enorme e,spesso,ho pensato che abbia deciso di non vedermi più per alleviarlo.Chissà,starà bene per un certo periodo e poi la tradirà ancora!la moglie,una volta,ha scoperto un mio succhiotto.é stata la prima volta e noi abbiamo continuato ugualmente a vederci …anch’io mi sentivo in colpa e stupida.
lui continuerà a cercare emozioni altrove e lei, vedendo succhiotti, accetterà una bugia?non so quello che accadrà fra di loro.Non so,dopo tanti anni di fidanzamento, se siano approdati al matrimonio amandosi veramente.Quando lui mi chiedeva cosa pensasse mia sorella di lui ed io gli dicevo che lo considerava in una parola un bastardo,uno che si divertiva,lui mi diceva che non tutti gli uomini sono uguali.Così mi sono illusa un pò che potesse provare, per me,qualcosa di profondo e importante.
dunque,il senso di colpa c’era,enorme quanto una montagna.per il resto,vedo almeno 2 prospettive
1.lui non la ama e sta con lei perchè l’ha scelta come moglie e la sua educazione e la sua mentalità,anzi la sua identificazione nella società,non gli consentono di tornare sui suoi passi,di lasciarla.
2 la ama ed esiste quindi la figura del fedifrago!e lui la incarna bene,perchè prima di me l’aveva tradita con un’altra
lei annusa il tradimento ma accetta le scuse di lui per salvaguardare il matrimonio.
credo,quindi,che questa lettura sia corretta
Lui,ancora una volta,mi ha cercata dicendomi”se t’avessi conosciuto prima!”,”tu sei mia”,ecc ecc. Alba

Non solo sono d’accordo con lei dottore, ma riconosco che il tradimento è insito nella natura degli esseri umani e della natura, si è traditi e si tradisce da sempre qualcosa o qualcuno. Il primo tradimento si subisce da piccoli quando ci si accorge che non sempre i genitori possono comprenderci in tutto e per tutto, via via la vita è costellata di piccoli e grandi tradimenti. Quindi se si impara a leggere il tradimento come momento di rottura con una idealità che ci portiamo dentro è un bene, è un riconoscere l’oggettività dell’altro nella relazione (che questo sia un partner o un familiare o un amico), la realtà. E’ molto faticoso, più faticoso dell’eliminazione della relazione, ecco perché spesso preferiamo chiudere con qualcuno che ci ha tradito. Il traditore spesso arriva a tradire perché o non è consapevole del fatto che in realtà a sua volta si sente tradito dall’altro, magari perché l’altro vive una sorta di idealità del rapporto che lo rende stigmatizzato in una immagine di perfezione che è solo di superficie; o ne è consapevole ma non riesce a trovare con l’altro un piano di mediazione e di dialogo costruttivo che possa far ripartire il dinamismo di un confronto.
Io sono stata tradita ed ho tradito molte volte ed ogni volta mi sono accorta che quel tradimento era in germe all’interno della relazione da molto prima, dal momento in cui io/l’altro non abbiamo voluto vedere la vera realtà l’uno nei confronti dell’altro. La delusione che aveva/avevo provato nei miei/suoi confronti per come era stato affrontato o vissuto il rapporto fino a quel momento. E non parlo solo d’amore in senso stretto, tra due partner. Parlo anche delle amicizie.
Quando è accaduto mi sono chiesta: perché ho tradito? perché sono stata tradita? La causa non può essere soltanto quella di superficie: io/l’altro non mi stimolava più, non si curava più di me, mi sono innamorata di un altro.
Mi sono chiesta che cosa mi ricordava quello che vivevo, se nella vita mi ero mai sentita così, perché mi sentivo delusa. La prima risposta è stata di rifiuto: sono troppo sensibile e gli altri non mi comprendono, sono destinata ad essere tradita. Poi è capitato a me d’aver tradito e questo mi ha fatto ancora di più stare male perché finalmente vedevo la realtà, tradire è una specie di scossa, un maremoto che provochiamo direttamente o indirettamente per svegliarci e capire che non siamo perfetti e che l’altro non è perfetto, spesso abbiamo un’aspettativa troppo alta che carica l’altro di responsabilità castranti e lo spingono inconsciamente proprio a quel tradimento. Il traditore vuole sbattere in faccia al tradito: “vedi tu non sei come ti volevo come io non lo sono e con questo te lo dimostro, ora se vuoi mi puoi eliminare”. Certo deve esserci la volontà di entrambi traditore e tradito di mettere in discussione più profondamente l’azione consumata o subita se si vuole recuperare il rapporto. Poi si deve anche fare un esame di coscienza e rendersi conto se si è in grado di perdonare e di non far pesare il perdono, così come se si è in grado di non usare il tradimento come minaccia insita.
Insomma non è così tutto nero e bianco, le sfumature sono molteplici e le soluzioni altrettante. Pat
Aggiungo una piccola considerazione sul tradimento e sulla dipendenza:
A volte amare può essere peggio che tradire.
L’amore quando è morboso possesso, ossessione dilagante, ansia soffocante è una malattia, la cosiddetta dipendenza. Quando si ama in questo modo non ci si accorge di quanto male fa subirla. Bisognerebbe mettersi sempre nei panni di chi crediamo il nostro carnefice e tentare di capire, quanto abbiamo provocato quel comportamento, anche inconsapevolmente. Chiedersi come ci saremmo comportati noi nel subirlo e arrivare a farsi la vera domanda: perché amo a questo modo? Tentare di darsi una risposta è già un piccolo passo avanti. Guarire completamente non so’ quanto sia possibile, io penso di esserne uscita fuori, ma ogni volta che mi relaziono con gli altri ho imparato a riflettere su ciò che vivo, a chiedermi se la relazione è autonoma, se io so esistere e sentirmi intera e appagata anche senza di essa. Quando mi accorgo che qualcuno cerca di innescare con me certe dinamiche di dipendenza, chiarisco a priori che cosa intendo per amore, amicizia. Questo mi fa sentire padrona della mia vita e finora mi ha impedito di ricaderci.
A tutti consiglio di leggere: Amare Tradire di Carotenuto; Puer aeternus di Hillmann, a me sono stati utili. Pat
Il tradimento è l’inizio della fine di una coppia. Chi tradisce verrà tradito, in un modo o nell’altro, prima o poi. Chi viene tradito serberà eterno rancore represso nei confronti del traditore e prima o poi dovrà sfogare il dolore e la rabbia accumulati nel tempo. Il cosiddetto circolo vizioso. Perdonare un tradimento non serve a nulla se non a prolungare l’agonia di un’amore malato e distrutto per sempre, sempre che sia amore. Questa ovviamente è solo una mia opinione… Annullato
Caro annullato,
questa è l’opinione di chi vede il tradimento solo come dolore e rabbia perché le sue aspettative sono state disattese.
La diversa lettura del tradimento serve a capire che tra chi tradisce e chi è tradito c’è il legame di chi probabilmente con il tradimento tira fuori il malessere e chi lo lascia fare perché non ha il coraggio e non vuole vedere.
Non sempre è così, il tradimento può essere anche il modo di agire di una personalità narcisistica che attraverso il tradimento si sente padrona di sè stessa.
Perdonare un tradimento non vuol dire giustificare, ma capire se le responsabilità inconsce sono anche dell’altro, se questo può servire a salvare un amore o a distruggerlo completamente è poco importante. L’importante è passare attraverso il tradimento e non fermarsi al rancore, tenere rabbia e risentimento dentro porta sfiducia in noi stessi e nei confronti del mondo. A che servirebbe? A farci del male o a far del male a chi si metterà sulla nostra strada in seguito in quel circolo vizioso di cui parli. La vendetta, in questo caso come in molti altri, non paga. Pat
Ho scoperto per caso questo interessantissimo sito e, spinta da motivazioni personali ho deciso di iscrivermi per poter leggere ed eventualmente coinvolgermi scrivendo di me.
Non sono ancora pronta a parlare della mia storia, però la mia opinione sul significato del tradimento sento di poterla dare.
Penso che non si possa generalizzare sul significato del tradimento, nel senso che per ognuno ha un significato diverso,come lasciano intuire gli interventi precedenti. Può anche essere che ci sia una corresponsabilità tra traditore e tradito e che in alcuni casi il tradimento sia un tentativo di aprire un dialogo di coppia stantio e languente.Tuttavia ho avuto modo di conoscere persone che danno al tradimento significati e “peso” troppo diversi, in difetto o in eccesso…Insomma, ma è solo la mia opinione, i motivi del tradimento sono i più diversi, più omogenei sono gli effetti :delusione, rabbia, amarezza, rancore e distacco emotivo.Solo un’opinione. Sevia

EVITARE IL TRADIMENTO ?

Da “Chiudere una storia prima d’iniziarla” (forum “probemi di coppia ”)

Autore: Castalia

Argomento: problemi di coppia, tradimento, fine di una relazione

 

CASTALIA Ci conosciamo da un anno in quanto colleghi ed entrambi siamo sposati. E’ cominciata come amicizia e confidenza e ci siamo resi conto di stare bene insieme, nonostante nessuno dei due abbia mai voluto veramente far iniziare una vera e propria relazione. Al momento che ci siamo avvicinati di più e che poteva succedere qualcosa ci siamo spaventati ed allontanati. Ma la lontananza è comunque difficile da gestire: abbiamo voluto convincerci di poter salvare l’amicizia, ma di fatto la paura di avvicinarsi nuovamente rende i nostri rapporti freddi, formali ed insignificanti, lasciando al contempo una dipendenza l’uno dall’altra che non fa superare la questione. Penso che un taglio netto sia la soluzione più valida, ma mi chiedo se sia giusto chiudere senza affrontarsi, se un chiarimento possa facilitare l’elaborazione del lutto oppure invece se analizzare la situazione e darsi le risposte da soli sia preferibile, risparmiando così altre inutili aspettative

ANNABLUE Non capisco se stai parlando di una relazione effettiva o di una relazione che poteva esserci ma non c’è stata perchè l’avete bloccata sul nascere. Parli di elaborazione del lutto come si farebbe per una relazione vera e propria, comunque…..

CASTALIA Forse ho usato il termine sbagliato. Intendevo dire che quando abbiamo provato ad allontanarci ci siamo resi conto di stare entrambi male come nel caso di una vera e propria storia ed il problema sta nel togliersi definitivamente dalla testa l’intera faccenda. Preciso che ci vediamo tutti i giorni per lavoro e che ci prendiamo a volte anche giorni di ferie e cene per stare insieme.

ADANYCara Callista, tu parli di “togliersi definitivamente dalla testa l’intera faccenda”, con estrema facilità. Prova a leggre un pò qua e là nel forum e capirai che di così semplice non c’è proprio niente.

Immagino che siate enrambi maggiorenni e vacinati. Credo che parlarne apertamente tra voi non possa che essere propedeutico per entrambi.

Siete sposati con altri e prima di logorare due matrimoni con sotterfugi e scappatoie varie, provate a capivi tra di voi. Il resto verrà da solo.

CASTALIA Non credo assolutamente che sia facile dal momento che non riesco a superare questa vicenda. Non facciamo neanche sotterfugi, semmai è il contrario…proprio in virtù dei nostri matrimoni non vogliamo affrontare una situazione che comunque torna sempre fuori. Mi domando se sia sempre la cosa giusta salvaguardare un matrimonio solo perché si è fatto una scelta qualche tempo fa e che si basa su affetto e quotidianità, sacrificando tutta la complicità e l’affinità che si può provare per un’altra persona, nonostante ci si opponga con tutte le forze. In alcuni momenti difficili ho sentito più la sua vicinanza (e questa sensazione cresce sempre di più) che quella del mio compagno, dal quale non sento più di condividere una progettualità. Ma non voglio neanche essere la causa di rottura del suo matrimonio, per cui in quest’anno ho sempre lottato contro i miei ed i suoi sentimenti per ridimensionare tutto ed ora mi sento stanca e vorrei non pensare a lui e vorrei recuperare col mio compagno. Ma non ci riesco. Testa e cuore non vanno di pari passo. Naturalmente non mi aiuta vederlo tutti i giorni al lavoro. Mi sento immobilizzata…devo razionalizzare una sensazione che non sento.

ANNABLUE Testa e cuore non vanno mai a braccetto. Mai. Qualcosa nel vostro matrimonio non funziona, ma non è questo il punto.

Capita che si proietti in una persona (che non è il proprio compagno) qualcuno che si vorrebbe avere a fianco, una specie di idealizzazione… stando insieme qualche ora ogni tanto viene anche spontaneo. E’ come vedere solo un lato di quella persona, ma non conoscerla fino in fondo. Quando si sta insieme “rubando” il tempo, inizialmente quasi per gioco, poi si corre il rischio di invischiarsi in un terreno più pericoloso, ma molto spesso più per quello che vogliamo vedere noi, rispetto a quanto c’è realmente.

Io non troncherei nulla nettamente, perchè non c’è ancora nulla da troncare.

Ridimensionerei la cosa, le darei l’importanza oggettiva che può avere, senza distruggere reciprocamente il matrimonio l’uno dell’altro.

Se tagli in maniera drastica, corri il rischio di essere preda del rimpianto, perchè in genere si rimpiange una persona scomparsa, qualcuno che mai più tornerà indietro; dando tanta importanza alla chiusura, il sentimento di mancanza e di vuoto si amplifica nel nostro cuore. Non ci viene più a mancare un amico, un collega importante, un confidente, ma ….. una specie di soggetto indefinito che “avrebbe potuto essere in grande amore”. Ma anche no.

Insomma, io non voglio semplificare nessuna situazione, perchè tu sai quello che vivi, e credo che ti sia difficile razionalizzare se sei coinvolta. Io cercherei piuttosto di vedere anche i lati meno affettuosi, complici e positivi che ha questa tua relazione di “amicizia amorosa”. Ma senza drammi. Hai un marito e quella volta hai fatto una scelta importante. Io cercherei di recuperare con forza, credendoci, ricordando i motivi che mi hanno indotta a sposarlo.

CASTALIA Ti ringrazio annablue delle tue parole. In effetti erano quelle che cercavo. Ho paura di idealizzare ancora di più se chiudo; d’altro canto ho un senso di colpa per ciò che provo e che va oltre la mia volontà. I problemi con mio marito nascono da molto lontano: l’avevo lasciato per una sua scappatella e poi perdonato. Da quel momento si è comportato in modo esemplare, dimostrandomi pure di essere innamorato di me, ma non riesco ancora a sentirmi nuovamente coppia, a fidarmi, a lasciarmi andare. Voglio pensare che questa mia amicizia sia nata da un desiderio di essere compresa, di sentirmi complice e di fiducia verso un uomo. Grazie di aver parlato con me

VELIA Ciao Castalia, in linea generale sono d’accordo con annablue tranne che sulla sua prima affermazione:

“Qualcosa nel vostro matrimonio non funziona, ma non è questo il punto”.

Secondo me invece è proprio questo il punto, almeno secondo me.

Se il proprio rapporto di coppia funziona non si è attratti da un’altra persona, non si cerca la complicità con una persona che non sia il nostro compagno/a. Certo poi ci sono le situazioni di quotidianità con i colleghi, le ore migliori della giornata che comunque ciascuno di noi trascorre al lavoro e non con il proprio compagno, le situazioni di complicità che comunque si vengono a creare nel luogo di lavoro. Ma se alle spalle si ha un rapporto solido tutto rimane lì.

Tu stessa invece dici una cosa molto importante: sei stata tradita e hai perdonato. In realtà ti contraddici subito dopo poiché dici “non riesco ancora a sentirmi nuovamente coppia, a fidarmi, a lasciarmi andare. Voglio pensare che questa mia amicizia sia nata da un desiderio di essere compresa, di sentirmi complice e di fiducia verso un uomo”.

Da ciò che scrivi appare evidente che non hai affatto superato il tradimento. Non so se sia una cosa recente o sia passato tanto tempo: ciò non toglie che se anche pensi di aver perdonato, in realtà non lo hai fatto. Non sei riuscita a superare la lacerazione profonda che un tradimento crea. Il rapporto entra in una profonda crisi che non è facile da superare (ti parlo per esperienza personale). Credo dunque, come anche tu stessa dici, che la tua infatuazione per questa persona nasca da un profondo desiderio di ritrovare in un nuovo rapporto quello che non riesci più a trovare con tuo marito.

Penso però che se a suo tempo hai comunque deciso di “perdonare” tuo marito ci deve essere stata una molla profonda che ti ha spinto a farlo. Cerca di risalire a questo e di capire se c’è ancora qualche cosa che ti lega a lui, se tu pensi di amarlo ancora.

Dopo un tradimento può essere facile scambiare la “vicinanza” con qualcuno per qualcosa d’altro. Si ha bisogno di conferme, ci si sente fragili. Ma non credo sia l’atteggiamento migliore per cominciare una storia.

E poi anche lui non è libero ma è sposato.

Sei veramente sicura che quello che vuoi è tradire tuo marito e la moglie di lui?

Questa storia è ancora tutta in divenire, da come ne scrivi: l’altro che prova per te? Sarebbe disposto a mettere in discussione il suo matrimonio per te? E tu? Hai messo in conto che potresti perdere tuo marito?

Certo ha ragione annablue quando dice che testa e cuore non vanno mai a braccetto ma forse si possono dare una mano quando ancora gli eventi non sono precipitati.Un abbraccio

CASTALIA Non voglio tradire, tantomeno far tradire. Non mi piace in genere nessuna situazione di falsità o di sotterfugio. Per questo voglio solo fare la cosa giusta, voglio capire cosa mi succede, chiedermi se sia giusto fuggire da questa situazione (che lascerebbe però dei sospesi) oppure se affrontare un più ampio discorso. Se sia giusto mantenere questo contatto su livelli di amicizia oppure chiuderlo. So che il problema principale è il mio rapporto di coppia, dal momento che non è più mio marito il primo amico a cui fare le mie confidenze. Ringrazio questo forum e le risposte che mi date, perché non ne ho mai potuto parlare con nessuno

VELIA Ciao Castalia, cosa intendi precisamente con “affrontare un più ampio discorso”? Non credo tu intenda il piano di amicizia, che comunque è già presente. Se fosse solo questo non ne staremmo neanche a parlare. Se la sola idea di chiudere ti fa ipotizzare che rimarebbero dei sospesi è, secondo me, perché tu stai già proiettando su questa persona altro che non è certamente il sentimento dell’amicizia. Tu dici che non vuoi tradire o far tradire ma la strada è quella. Se ti sei posta il problema di chiudere definitivamente è perché forse hai superato il punto in cui potevi rimanere solo sua amica (e’ solo una mia impressione). Se è così non esiste una cosa giusta perché le parti in causa sono quattro: giusta per chi? Per te, per tuo marito, per lui o per sua moglie?

Però tu ti sei fermata prima di andare oltre e secondo me questo è già una cosa giusta, ma per te stessa. Prima di intraprendere qualsiasi altro rapporto forse sarebbe il caso che tu risolva i problemi con tuo marito.

So che il problema principale è il mio rapporto di coppia, dal momento che non è più mio marito il primo amico a cui fare le mie confidenze.

Non è proprio più possibile recuperare il vostro rapporto?

Secondo me, ma ovviamente è un’opinione assolutamente personale, dovresti prima di tutto risolvere le cose con tuo marito. Il resto poi si vedrà.

ANNABLUE Concordo con Velia, va chiarito il rapporto con tuo marito, prima di ogni altra cosa…. Il mio ex diceva “si tradisce anche con il pensiero” e nell’ultima parte del nostro rapporto si riteneva responsabile del tempo che dedicava a me e quindi toglieva alla sua compagna (lui era sposato). Forse non aveva tutti i torti, anche se all’inizio la cosa mi faceva sorridere, perchè immaginavo che esistesse solo il tradimento carnale. Invece no. Quello, tutto sommato, più comprensibile e “superabile” (tu stessa dicevi che gli hai perdonato una scappatella). Ecco, finchè sono scappatelle senza importanza, credo anch’io che si possa lottare per il proprio matrimonio. Ma tu gli stai togliendo molto, a tuo marito. Gli stai togliendo te stessa, la tua confidenza, la vostra intimità…. Su questo io rifletterei

VELIA Ciao annablue concordo con te. Quello che mi ha fatto male del tradimento di mio marito è stato proprio l’instaurare un rapporto di complicità e intimità con un’altra persona che non ero io. L’aver tolto a me il ruolo di amica e confidente. L’avermi esclusa per un perodo dalla sua vita, dalle sue emozioni, da ciò che gli stava succedendo mentendomi. Ed è questo che anche a lui ha fatto vivere malissimo la storia con l’altra.

CASTALIA Il mio dilemma è questo: è giusto lasciare un marito perché non riesco più a trovare quella complicità che c’era prima del suo tradimento (anche se lui mi ripete che mi ha sempre amato perché sapeva che sarebbe tornato da me) ma che “forse” con il tempo si potrà recuperare? e nel frattempo io con chi parlo? Non posso avvicinare nessuno per paura di sfociare nel tradimento? Io non voglio tradire, come ho detto fin dall’inizio, ma non voglio nemmeno impormelo, devo ritrovarne le ragioni e non allontanarmi come un’appestata perché altrimenti rischio di chiudermi troppo e di viverla come una rinuncia…l’ennesimo sacrificio fatto per perdonare mio marito.

ZEBRETTA Ciao Castalia, scegliere di perdonare è qualcosa di assolutamente intimo e nessuno può dire se sia giusto o sbagliato. E’ qualcosa che devi sentire tu.

Non so quanto tempo sia passato dalla scappatella di tuo marito: non intendo il tempo nel senso del trascorrere dei giorni ma quella percezione soggettiva del tempo che ci consente di valutare gli eventi ad una certa distanza e non sull’onda delle emozioni negative che, inevitabili, scaturiscono in certe situazioni traumatiche.

Non so nemmeno cosa tu intenda per perdono e quindi non so se tu abbia concretamente fatto qualcosa per raggiungere questo traguardo.

A volte, specie quando ancora sentiamo rabbia, abbiamo la convinzione e l’esigenza che chi ha tradito faccia qualcosa che automaticamente ci faccia sentire di nuova fiducia, stima, rispetto e complicità.

Sarebbe bello, forse anche appagante e riposante dopo il dispendio di energie messe in campo per arginare la caduta.

Una relazione è composta da due individui e due sono le persone che la devono ricostruire: non c’è “giustizia” in questo senso per chi ha pagato un prezzo tanto alto come un tradimento.

Anzi, paradossalmente chi è stato tradito è proprio colui che possiede più forza.

La complicità si ritrova quando si ricomincia a confidarsi.

Come fa tuo marito ad essere tuo amico se tu lo tieni a distanza?

Cosa potresti raccontare a quest’altro uomo che non puoi dire a lui?

Se tuo marito non ti avesse tradito come ti saresti comportata?

Avresti vissuto come una rinuncia o un sacrificio l’allontanamento da un uomo che ti fa pensare di poter tradire?

Se tu restassi con tuo marito “forse” potreste recuperare il vostro rapporto.

Se continuassi a frequentare quest’uomo “forse” potresti tradire, “forse” potresti innamorarti, “forse” potresti scoprire che non ne valeva la pena.

Nessuno di noi può sapere con certezza cosa accadrà.

Per te la fedeltà è un valore?

Perchè al di là di tuo marito o dell’altro uomo, tradire non è solo venire meno alle promesse fatte a qualcuno o acquisire il diritto di poterlo fare a nostra volta se l’abbiamo subito.

Tradire può voler dire prima di tutto tradire noi stessi. E questo poi porta a stare male, ad avere sensi di colpa.

Le scelte che compiamo devono essere coerenti con ciò che siamo. A prescindere dal tradimento di tuo marito, tu come vivresti questa esperienza?

Non so tuo marito: il mio era ed è ancora oggi lacerato da quella scelta.

Dopo due anni ancora gli procura un immenso dolore e mi ripete spesso che non riuscirà mai a perdonarselo.

Ci sono persone che non credono nella fedeltà ( e forse non dovrebbero sposarsi) ma se ci credi, tradendo vai in primo luogo contro te stessa.

Quanto a tuo marito e al vostro matrimonio:ci si sposa nella convinzione che sia per sempre ma non ci sono garanzie.

La realtà è che anche quando vi siete sposati “forse” avreste continuato ad essere complici e ad amarvi.

Chi poteva garantirlo?

Forse con lui sarai di nuovo felice, forse no.

Come pensi sia possibile saperlo?

Prova a ripensare ai motivi che ti hanno indotto a sposarlo, chiediti se esistono ancora.

E poi pensa a quale strada può essere quella giusta per te da percorrere: se riprovare con lui, se lasciarlo, se provare a vedere cosa succede con quest’altro uomo.

A quali risultati ti porterà ciascun cammino è qualcosa che potrai sapere solo quando inizierai a camminare. In ogni caso è un rischio.

Scegli in base al cammino che senti ti appartiene di più, perchè è in linea con la persona che sei ed è coerente con te stessa.

Per quel che mi riguarda per esempio,io ho scelto di proseguire con mio marito perchè, a prescindere da dove questo ci porterà, c’erano ancora i motivi per cui lo avevo scelto e perchè, per il mio modo di essere, ho bisogno di sentire di aver fatto tutto ciò che è in mio potere per potermi guardare indietro senza rimpianti.

Un’ultima considerazione: concordo con quanto ti ha detto Velia circa il perdono.

Possiamo dire di avere perdonato quando riusciamo a mettere nel passato il torto che abbiamo subito e, pur senza dimenticarlo, possiamo ripensarci senza provare più dolore.

Tu senti di avere perdonato davvero? Un forte abbraccio

CASTALIA Cara zebretta e cara velia avete perfettamente ragione quando mi dite che ancora non sono riuscita veramente a perdonare, ma anche se volessi cercare un recupero come chiudo questa “storia”? Se la chiudo bruscamente, ne avverto la mancanza e forse la idealizzo troppo. Non so come fare

VELIA cara Castalia, magari sapessi come si fa, ti pare starei qui? (ovviamente scherzo). Se il tuo problema è il chiudere bruscamente non c’è un modo per dilazionare i vostri incontri?

Forse allontanandoti poco per volta riuscirai a vedere anche nella giusta prospettiva questo rapporto e magari, nello stesso tempo potresti ricominciare a parlare con tuo marito. Forse magari proprio partendo da quello che hai detto a noi, che ti manca il vostro rapporto di prima, che non ti senti più complice, che il vostro rapporto è cambiato e tu sei cambiata dopo il tradimento. Io non so come avete affrontato il tradimento come coppia, forse non lo avete fatto fino in fondo. Se tu cominci a parlare di tutto ciò che ti ha ferito e ti ferisce e che ti ha portato a pensare ad un altro, forse tra voi le cose si rimetteranno in moto. Forse il vostro rapporto avrà la possibilità di ricomnciare in modo più profondo.

Certo ci sono troppi forse ma vale la pena di tentare. Soprattutto perchè penso che ciò ti farebbe stare molto meglio.

Nel mio caso specifico il tradimento ha invece sbloccato una situazione di stallo che si era creata precedentemente e che in parte lo aveva determinato. Ora, tra molti alti e qualche basso, siamo entrambi più consapevoli di noi e di ciò che veramente vogliamo l’uno dall’altra. A prescindere da come andranno nel futuro le cose (la vita è lunga e piena di sorprese e ho imparato a non dare più niente per scontato) per il momento ho deciso di ricostruire, di ricominciare riprendendo tutto ciò che di buono c’era tra di noi e partendo proprio da lì.

Nei momenti di fragilità post tradimento ( e non importa quanto tempo sia passato se tu non lo hai superato) è facile avvicinarsi ad un altra persona perchè si pensa di essere compresi e di nuovo apprezzati e degni di interesse e soprattutto perchè è più facile ricominciare ex novo un rapporto piuttosto che ricostruirne uno in cui siamo stati profondamente feriti. Il tradimento mina nel profondo le nostre sicurezze. ma spesso questi nuovi avvicinamenti sono del tutto irreali e molto più deleteri per noi stessi. Un saluto

CASTALIA Grazie velia e tutti gli intervenuti. Esco da un periodo difficilissimo della mia vita in cui mi sono sentita veramente sola preceduto dal tradimento di mio marito. Mi rendo conto dell’importanza di parlare con altre persone. Grazie di nuovo a tutti

ANNABLUE Castalia, parla con noi, allora. Ti senti sola, ti senti incompresa perchè sei stata ferita. E’normale cercare conforto.

E’ normale farsi accarezzare dal pensiero che altri uomini possano comprendere ciò che il nostro uomo non ha compreso.

Che altri uomini possano apprezzarci, possano star bene con noi…. tutto il resto è un film che ci costruiamo da sole.

Tu passi poche ore con il tuo collega, e ti pare tutto bello, facile, ti senti desiderata, ascoltata, corteggiata. Per qualsiasi essere umano questa è una soddisfazione, specie dopo una botta in testa come il tradimento di tuo marito (e tutto quello che ne è seguito immagino).

Ma ora hai trovato noi, che riusciamo ad essere mooolto irrazionali con noi stessi, ma con gli altri che passano emozioni come le nostre… siamo in grado di vedere meglio, di dare una mano, nel nostro piccolo.

Il tuo collega, idealizzato nelle ore in cui ci stai insieme, potrebbe rivelarsi un disastro nel lungo termine.

Rovinare due matrimoni per poi scoprire di aver commesso un immenso errore… ma ne vale la pena?

Non ti dico di perdonare tuo marito, se non te la senti.

Ne’ di fare la monaca di clausura, sbagliatissimo chiudersi in sè stesse.

Ma c’è un mondo fuori! non c’è solo il tuo collega.

Beh, per il momento ci siamo noi, e come vedi siamo tanti. Parla con noi.

Ti fa meglio e non fai male a nessuno, anzi.

Aiuti noi a capire certe dinamiche, e magari noi possiamo aiutare te, possiamo starti accanto e darti forza per essere più obiettiva e più determinata nelle tue scelte.

Anche se purtroppo non possiamo prenderle per te.

 

VELIA Ciao Castalia, sono d accordo con annablue. Il forum per me ha rappresentato un’ancora di salvezza, mi ha permesso di poter scrivere liberamente quello che più mi faceva soffrire e ne ho ricevuto conforto. Nessuno può prendere le decisioni al nostro posto ma parlare aiuta a chiarirsi le idee, a sfogarsi, a liberarsi da tutto ciò che ci fa soffrire. Nel momento stesso in cui scriviamo ciò che più ci fa stare male tutto appare sotto una nuova luce. Il bello di questo posto è che qui amanti, traditori, traditi e qunat’altro possono confrontarsi tutti insieme. E forse si può chiarire con dei perfetti estranei ciò che con le persone a noi più care non riusciamo a fare.

E poi quando si vede che altri hanno passato o passano le nostre stesse sensazioni ci si sente meno soli. Un abbraccio

CASTALIA Carissimi, sto cercando di vedere gli aspetti meno positivi di questa mia amicizia e con mio stupore mi sono accorta di esserne sempre meno dipendente da essa e credo che anzi questa esperienza potrà anche farmi capire alcuni aspetti del tradimento di mio marito. Pensavo fosse l’amore non cercato, ma capitato, quello che va oltre le proprie volontà ed invece ne vedo tutti i limiti. Forse è nato dalla solitudine, forse dalla ricerca di qualcosa di bello che non riuscivo a trovare e forse qualcosa di buono in effetti c’era. Le relazioni interpersonali hanno un fascino che seduce: qualunque sia il motivo per cui entri in contatto con gli altri sei sempre di fronte ad un’incognita. Cerchi di capire e di capirti ed è sempre un’avventura.

Io mi sono fermata prima di iniziare una relazione extraconiugale; ne ho ricercato le ragioni, ma mi chiedo perché mio marito non l’abbia fatto. E al di là delle ragioni che possano averlo indotto, mi chiedo se sia un uomo che abbia paura di conoscersi e di affrontare se stesso. Perché è facile tradire e forse si può anche capire la situazione che ha portato al tradimento; ma poi alla fine rimane sempre la persona che sei e con la quale devi fare i conti. Sei capace di farli o ne hai paura?

VELIA Ciao Castalia, mi piace ciò che hai scritto a proposito delle relazioni interpersonali, è vero e credo che, a maggior ragione, questo pensiero vada applicato anche alle relazioni di coppia in cui, probabilmente diamo troppo per scontata l’altra persona. Pensiamo di conoscerla ma in realtà non è così solo che mentre con un estraneo spesso siamo spinti dalla curiosità a conoscere, lo stesso sforzo non lo facciamo con le persone che ci sono più vicine. Se veramente ci soffermassimo di più a conoscere l’altro e non a immaginarlo come ormai abbiamo deciso che debba essere credo saremo tutti più felici. Conoscere l’altro ma anche noi stessi è una vera e propria avventura perché tutto cambia ed è in continua evoluzione. Peccato che tale saggezza arrivi solo dopo delle belle botte in testa!!!!

Hai ragione quando dici che è più facile tradire: è un modo comodo di sfuggire a qualcosa che non necessariamente deve essere nella coppia ma che magari è dentro di noi: insoddisfazione, paura, ansia, frustrazioni varie.

Tu ti sei fermata prima di tradire perché sicuramente non è nelle tue corde questo gesto (hai detto tu stessa che non ami i sotterfugi e le bugie) e hai preferito cercare di capire che cosa ti avesse spinto verso quest’altra persona e forse anche perché (ma è solo una cosa a cui sto pensando questi giorni) avendo provato cosa significa essere stati traditi hai preferito pensarci bene. Penso infatti che molti traditori non si rendano conto della sofferenza che “infliggono” all’altro. Pensano che sia una cosa che riguarda solo loro, un momento di libertà tutto personale e forse non pensano che possa provocare un dolore così profondo. Lo capiscono solo quando lo vedono manifestarsi in noi e allora cercano di minimizzare (“e che sarà mai, non ho ucciso nessuno” è la frase che più ho letto nel forum) perché si sentono tremendamente in colpa e hanno paura di affrontare quello che provano.

Tuo marito, come il mio, non si è fermato a pensare ma è andato dritto per la sua strada. Mio marito ha tradito perché in quel momento gli sembrava la cosa giusta da fare per se stesso. Non si è minimamente posto il problema che il suo gesto potesse ferirmi. Per lui non era possibile che io ne soffrissi. Non si è reso conto di quanto dolore mi ha provocato se non dopo. Per lui le due cose erano nettamente separate e quindi si è detto: “perché no?”. Solo dopo, parlando con me ha capito che dietro quel tradimento c’era tutto un suo universo interiore che lui non aveva voluto affrontare in altro modo.

Abbiamo cominciato a parlare e sono emersi lati del suo carattere che anche lui non pensava di avere. Questa esperienza ci sta permettendo di conoscerci meglio.

Certo sarebbe stato meglio se non fosse successo e se avessimo trovato il modo di fare questo “viaggio” all’interno di noi stessi in un altro modo. Però penso anche che si decide di capire chi siamo solo quando siamo in crisi. E se non fosse stato il tradimento e lui avesse riversato le sue frustrazioni su altro?

Forse per te e tuo marito potrebbe essere lo stesso. Non so se avete mai parlato chiaramente di quanto è accaduto. Forse solo parlandone sinceramente anche tuo marito potrebbe cominciare a fare i conti con se stesso e con il tuo dolore. Un caro saluto

 

CASTALIA Ritorno qui dopo qualche mese dai fatti. Spaventati da ciò che poteva essere, abbiamo, con tacito accordo, chiuso ogni sorta di confidenza personale. I nostri rapporti sono diventati freddi, distaccati e limitati al solo saluto quotidiano da bravi colleghi. Ieri per la prima volta dopo mesi eravamo a mensa insieme e ci siamo “raccontati” che tutto va bene nelle nostre vite, anche se ci siamo “letti” perfettamente. Mi domando cosa abbiamo ottenuto: io che non riesco a perdonare mio marito ed ogni sforzo per riavvicinarmi diventa sempre più pesante e lui che si sente sempre meno compreso nella sua affettività ed intimità. Eppure siamo dei coniugi perfetti: io che non tardo mai una cena e lui che ogni giorno la va a prendere al lavoro. Facciamo esattamente ciò che i nostri partners si aspettano da noi, la nostra coscienza ci ha impedito una relazione extraconiugale, agli occhi degli altri appariamo coppie perfette. In auto, tornando dal lavoro ieri, le mie lacrime avevano un calore particolare, bruciavano troppo. Mi domandavo dove sono finita io, dov’è finita la mia voglia di sentirmi amata, capita. Mi chiedevo se in realtà sto recitando un ruolo che non sento più e che cosa avrei detto ai figli che avrò riguardo al matrimonio: il matrimonio è un compromesso? E’ un sacrificio? E’ un impegno? con chi? con se stessi o con l’altro in virtù di una promessa che può anche svuotarsi fino a perdere di ogni significato?

VELIA Ciao Castalia, speravo che in questi mesi di assenza dal forum le cose per te si fossero sistemate e mi dispiace molto che invece non sia proprio così.

“Eppure siamo dei coniugi perfetti: io che non tardo mai una cena e lui che ogni giorno la va a prendere al lavoro. Facciamo esattamente ciò che i nostri partners si aspettano da noi, la nostra coscienza ci ha impedito una relazione extraconiugale, agli occhi degli altri appariamo coppie perfette.”

Mi ha colpito questa frase perchè tu sottolinei di fare ciò che tuo marito si aspetta da te ma è evidente che tu vorresti altro. Ne hai più parlato con lui, del tradimento, di come stai, del vostro rapporto? Oppure hai preferito andare avanti come se niente fosse sperando che le cose si sistemassero da sole?

Continuo a non credere nel tradimento come possibilità. Non lo è mai, almeno per me.

Sul fatto poi di essere coppie perfette comincio a nutrire seri dubbi su tutti quelli che lo sembrano, ma soprattutto penso che i gesti hanno un senso e un valore se gliene attribuiamo, altrimenti non rappresentano nulla. Andare a prendere la moglie al lavoro e la tua cena sono solo sinonimo di abitudine, non di rispetto per l’altro o sentimento.

Se credi che il tuo matrimonio si sia del tutto svuotato, che tu, nonostante ogni sforzo, non riesci a superare il tradimento di tuo marito, che comunque vi siete allonanati troppo, allora forse è il caso che tu chiarisca a te stessa se effettivamente vuoi portare avanti tutto ciò oppure forse devi prendere coscienza che il tuo rapporto con tuo marito è definitivamente finito.

Non è mai facile “decidere” che il proprio matrimonio è finito. Sono talmente tante le energie che si investono in un matrimonio che, anche nel momento in cui ci si accorge di non amare più l’altro e che comunque non ci sono più i presupposti per rimanere insieme, è difficile troncare. Si è investito tempo, affetto, desideri, speranze, tutto noi stessi e ci si chiede se per caso non abbiamo sbagliato tutto, magari la persona, magari con un altro sarebbe andata meglio.

Il fatto è che il tempo cambia tutto e tutti. Noi ci evolviamo senza nemmeno accorgercene e può anche succedere che, ad un certo punto, non ci si trovi più con la persona scelta tanto tempo fa. Sicuramente entrambi abbiamo concorso a camminare vicini ma a diventare estranei, ma oramai è successo.

E se nonostante gli sforzi proprio non si può ritrovare la sintonia allora forse è il momento di mollare.

Se quando ti volti indietro e ti chiedi cosa ti ha spinto a scegliere proprio lui e non sai più la risposta, non la trovi più o non corrisponde proprio più a ciò che stai vivendo, allora forse il percorso iniziato si è interrotto.

Io credo sinceramente che il matrimonio sia un po’ un insieme di tutte le cose che hai detto tu. E’ sicuramente un grosso impegno perchè lega due persone sulla base di un sentimento che troppo spesso diamo talmente per scontato che soffoca ancora prima di maturare del tutto.

E’ anche sacrificio perchè entrambi rinunciamo a qualcosa della nostra individualità in nome di un noi comune. Spesso è anche compromesso perchè siamo due individui diversi che si devono incastrare tra loro.

Ma tutti questi aspetti, che potrebbero sembrare negativi, dovrebbero essere controbilanciati da tutta una serie di altri sentimenti, quali ad esempio la comprensione di noi, l’essere accettato dall’altro per quello che veramente siamo, la serenità, la gioia di stare insieme e condividere delle cose, la voglia di stare insieme. Certo la passione travolgente dei primi tempi e l’innamoramento non durano ma semplicemente perchè cambiano forma e diventano quell’amore maturo e forte che ci rende veramente felici.

So che è così perchè ho avuto la fortuna di conoscere persone veramente felici nei loro matrimoni. Ma se tu vivi il tuo come una trappola allora forse è il caso di farsi delle domande. Un abbraccio

CASTALIA Come si ritrova il “noi”? Credo che sia un delicato equilibrio che non si può spezzare e rattoppare con semplicità. Il mio “noi” era fatto di tante cose, di passione, di rispetto, di complicità, di fiducia, di sicurezza, di libertà, di spontaneità, di confidenza, di comunione… insomma d’amore. Lui, la mia base sicura ed il mio porto di salvezza nei miei momenti critici….e poi di colpo scoprire che tutto e’ stato messo in gioco per una storia di solo sesso (come dice lui). Mi ripete che non ha mai smesso di amarmi e che era una storia solo di sesso, ma io sento un grosso allontanamento tra di noi e non riesco più a vederlo come mio riferimento: e’ qualcosa che non dipende dalla mia volontà. Ma come si fa a dire di amare una persona e fare sesso con un’altra? Cos’e’ mancato? Si può superare tutto questo? E come? Con i sospetti? Con i sensi di colpa?

Siamo una coppia falsa, perche’ non lo sento più come completamento della mia persona e lui non può sentirmi vicina come un tempo. L’impegno, il sacrificio ed il compromesso cui facevo riferimento sono definizioni razionali che, a mio avviso, non possono essere preponderanti quando si qualifica un rapporto di coppia

LAVINIANO Buon pomeriggio Castalia. Ho letto i post in questo thread e mi sovviene in mente la parte finale della preghiera “Padre nostro”, dove dice: “non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen

La preghiera chiede la forza di vincere la tentazione. Nel lezionario pubblicato nel dicembre 2007 dalla Conferenza Episcopale Italiana, la frase “non ci indurre in tentazione” è stata modificata con la seguente traduzione: “non abbandonarci alla tentazione”.

Ce la fai da sola a resistere alla tentazione oppure hai bisogno del ricorso alla preghiera ? Dai tuoi post non vedo riferimenti al trascendente…

Spesso la persona tradita torna a vivere col partner dopo aver ristabilito la simmetria… tradendo a sua volta.

Velia con competenza ti ha spiegato come si è comportato il marito, e in quel comportamento anche psicologico del suo compagno mi specchio anch’io.

Non sono un moralista e alla mia età non mi pongo più il problema se tradire sia giusto o sbagliato.

Si vive una sola volta. Se non hai bambini piccoli da accudire e far crescere, perchè essere incerta ? Perché tormentarti. Devi decidere: si o no ! Se decidi per il si, dopo cosa succederà ? Ci puoi spiegare come immagini il dopo ?

CASTALIA Se pensassi che la preghiera risolvesse tutto prenderei per buone le parole di mio marito quando diceva che mi amava anche mentre mi tradiva. Purtroppo sono un tipo che non si vuole raccontare favole e cerca di capire. E’ molto semplice anche percorrere una strada e poi stare a vedere. L’interdizione ed il dubbio non credo siano debolezza, ma aiutano a capire gli altri e se stessi. Come immagino il dopo tradimento? Ma poi in fin dei conti chi tradirei? Un marito che ancora non ha capito una parte fondamentale di me ed io che non ho capito le sue ragioni? La moglie dell’altro che non si accorge del disagio di suo marito solo perché rispetta un ruolo? L’altro che cmq accetta la sua condizione pur avvertendo che ci può essere di più? Tradirei solo me stessa, perché la comprensione, la condivisione e l’amore non l’avrei da nessuno. Forse mio marito continua a tradirmi non comprendendomi? Ed io forse non lo sto già tradendo quando penso tutto ciò?

ZEBRETTA Il mio “noi” era fatto di tante cose, di passione, di rispetto, di complicità, di fiducia, di sicurezza, di libertà, di spontaneità, di confidenza, di comunione… insomma d’amore. Lui, la mia base sicura ed il mio porto di salvezza nei miei momenti critici….e poi di colpo scoprire che tutto e’ stato messo in gioco per una storia di solo sesso (come dice lui). Mi ripete che non ha mai smesso di amarmi e che era una storia solo di sesso, ma io sento un grosso allontanamento tra di noi e non riesco più a vederlo come mio riferimento: e’ qualcosa che non dipende dalla mia volontà. Ma come si fa a dire di amare una persona e fare sesso con un’altra? Cos’e’ mancato? Si può superare tutto questo? E come? Con i sospetti? Con i sensi di colpa?

CASTALIA Se lui ha avuto gli stessi pensieri miei allora non è stata una cosa da poco e solo per sesso. Ha messo in discussione molto della nostra coppia. Mi chiedi cosa abbiamo fatto per superare la crisi; penso che fino ad adesso non abbiamo mai veramente approfondito perché approfondire significherebbe anche mettere in conto la fine del nostro matrimonio. Personalmente mi sento molto confusa e non voglio sbagliare; le parole pesano quanto macigni e talvolta non si può tornare indietro.

ZEBRETTA penso che fino ad adesso non abbiamo mai veramente approfondito perché approfondire significherebbe anche mettere in conto la fine del nostro matrimonio

Anche noi all’inizio abbiamo fatto questo: accettare che un matrimonio possa finire è particolarmente doloroso e allora resti immobile per paura di sbagliare.

Cosa credi possa accadere continuando a restare fermi?

Il nostro psicoterapeuta ci disse che era come guardare una persona agonizzare e non fare nulla per salvarla. Alla fine, comunque, muore.

La fine del vostro matrimonio è una possibilità che esiste, a questo punto, a prescindere che voi la vogliate considerare o meno.

Anzi, volerla accettare significa avere la possibilità di capire se e come salvarlo.

So quanto è difficile e complesso: posso dirti che, nella mia esperienza, quello è stato il primo vero punto di svolta. Un abbraccio

BACILLO Ciao a tutti. Mi chiederei se il tuo attuale dubbio sia legato veramente al tradimento di tuo marito non ancora superato, oppure alla presenza,ormai da tempo, del collega nella tua vita.

Se per te la fedeltà è un valore cosi’ importante che ti impedisce di superare un tradimento, dal mio punto di vista, flirtare con il tuo collega è solo controproducente. Credo non sia la maniera piu’ corretta per ricucire il rapporto con tuo marito. Forse dovresti allontanarti definitivamente dal tuo ipotetico amore e cercare di capire cosa abbia portato tuo marito a tradirti e a te di pensare di farlo.

Io non considero il tradimento come cosa da poco perchè non è mai improvviso e inaspettato. Prima di tradire si ha sempre il tempo di porsi delle domande su quello che si stà facendo sul perchè e sulle conseguenze che porterà all’interno del matrimonio. Se a tutte le domande si risponde con un ” ma si è solo sesso” è peggio ancora. L’unica giustificazione ad un tradimento la acceterei solo da un vero innamoramento, della serie ti ho tradito perchè mi sono innamorata di lui.

Vedo due problemi, un tradimento non ancora superato ed un’infatuazione per un collega. Se vuoi salvare il salvabile del tuo matrimonio, affronta di petto l’argomento del tradimento con tuo marito. Sfogatevi, datevi le colpe, piangete, ma pero’….Parlate, parlate, parlate. Solo cosi’ credo riuscirete a capire se veramente siete ancora importanti l’uno per l’altra..Parlando.

Il discorso del rapporto con il tuo collega io proprio non lo considererei a questo punto. Ti ingarbuglierebbe solo la vita.

Sarebbe un rapporto già incasinato in partenza che non sapresti nemmeno dove ti porterebbe.

CASTALIA So quanto è difficile e complesso: posso dirti che, nella mia esperienza, quello è stato il primo vero punto di svolta.

Vero, zebretta, ma fa paura.

Caro bacillo66 più che la fedeltà, per me è un valore la verità. E’ vero che mio marito mi ha tradita, è vero che sicuramente avrò le mie responsabilità su questo punto, è vero che col collega non è un flirt che mi fa sentire carina o altro, quanto una vera e propria corresponsione: che sia amicizia o qualcosa di più questo non lo so, ma non è un flirt. Forse il collega mi ha fatto da specchio, mi ha dato l’occasione di riflettere su di me e sul mio matrimonio. Forse ha fatto vibrare quelle corde che pensavo perdute. Qual è il vero tradimento? Perdere una parte di se stessi o aver paura? Ringrazio tutti voi per i vostri interventi intelligenti e sensibili che mi portano a riflettere su tante cose.

VELIA Ciao Castalia, lo stato d’animo che vivi mi appartiene e lo conosco. Nonostante abbia deciso di andare oltre il tradimento, di cercare di superarlo, proprio in questi giorni (sono passati 5 mesi ormai dalla confessione) mi sono ritrovata affacciata ad un baratro e mi sono pietrificata. Mi sono resa conto che il mio matrimonio aveva perso di significato che la mia quotidianità era completamente svuotata di senso e valore e che ogni gesto, ogni parola erano assolutamente stonati perchè, per me, privi di ogni tipo di valore.

Mi sono interrogata a lungo su cosa volesse dire tutto ciò. E ho avuto (e in parte ho ancora) la tua stessa paura: che se mi muovo, se provo a smuovere le cose tutto mi crollerà miseramente addosso come un castello di carte.

In questi mesi ho parlato a lungo con mio marito ma mi mancava qualcosa per capire fino in fondo perchè mai avesse messo a repentaglio tutto per una storia senza importanza.

La verità mi ha colpita come una doccia fredda ma mi ha scosso profondamente dal mio torpore. La verità vera è una sola: lui non ha proprio pensato alle conseguenze ma si è solo preso ciò che la vita gli ha offerto. Ha agito con una superficialità disarmante. La verità è che mio marito è molto superficiale.

Ognuno fa i conti con la propria vita e la propria storia ma io ero convinta che lui fosse un ragazzo di tutt’altro genere e che mai avrebbe potuto fare una cosa del genere. Pensavo che, se mai fosse accaduto, sarebbe stato solo perchè innamorato di un’altra. E invece è successo e lui non era assolutamente innamorato dell’altra (e lo so per certo e non solo perchè me lo abbia detto lui).

Io non so ancora come convivere con tutto questo.

So che voglio cercare di ritrovare il mio matrimonio perchè in fondo credo che meriti un’altra possibilità.

Spero di riuscire a ritrovare la sintonia con mio marito.

Non è facile e alcuni giorni mi sembra talmente assurda questa pretesa di voler superare il tradimento che vorrei fuggire lontano.

Poi però penso che per fuggire, per distruggere tutto c’è sempre tempo e che il dolore che proverei ora, per una eventuale fine del mio matrimonio sarebbe molto più grande rispetto al dolore che provo ora.

Ho scelto di darmi e darci tempo. Un abbraccio

TEMPORY Castalda sei certa di quello che scrivi? Se tu asserisci che non è un flirt tra te il tuo collega quindi è qualcosa che si avvicina piu’ all’amore, allora lascia tuo marito e vai a vivere con lui, sarai sempre piu’ onesta di tuo marito che ha tradito per superficialita’ , e senza considerare la persona (tu)che aveva scelto di condividere la sua vita ! ma qui mi sorge un dubbio , sarebbe disposto il tuo collega a lasciare la moglie e tutto il suo orticello? E se questo accadesse , anche se ho qualche dubbio,non pensi che tuffati in una realta’ diversa da quella che vivete ora , al limite dell’innamoramento , tutto si risolva in una bolla di sapone ,e col rimpianto di cio’ che si è perso?

Non sarebbe piu’ opportuno stare per un pò lontana da tutte e due le persone che ti creano un conflitto cosi’ profondo?

sopratutto per capite realmente cio’ che tu vuoi.

In bocca al lupo !

CASTALIA Non è un amore: se lo fosse avrei risolto il problema e comunque ormai ne sto lontana. Ma questo non mi impedisce di accorgermi del vuoto che ho nel mio matrimonio. A volte penso che le confidenze col mio collega (ormai sempre più rare) siano in realtà più un metro per misurare i progressi con mio marito; insomma, un banco di prova.

VAIOLET Ciao Castalia, ho vissuto la tua stessa esperienza, ma al contrario. Il matrimonio arrivato ad uno stallo, in bilico su precipizio e nessuno dei due che fa niente per salvarlo. Senso di vuoto, noia, incompletezza, mancanza di obiettivi, incomunicabilità. Ognuno di noi due stava nel suo angolo ben conscio del fatto che se avesse aperto bocca sarebbe crollato tutto. Troppo difficile affrontare la realtà le sue conseguenze. Ci nascondevamo dietro la normalità, la vita di tutti i giorni, le piccole cose che ti tengono impegnato il cervello. Ma dentro di te senti che non va, senti che ti manca qualcosa di importante, di unico. Fino a quando, uno dei due, quello più disperato, si lascia andare, intravede un nuovo amore, uno stimolo, una luce che lo illumina d’improvviso e gli fa da stampella su cui appoggiarsi e dare una spallata a tutto. Voi lo avete fatto entrambi, lui col tradimento tu con il il possibile tradimento. Ora la vostra strada è tracciata: con le vostre spallate avete aperto un varco, qualcosa che vi pone sullo stesso piano, potete dichiararvi la vostra sofferenza l’uno con l’altro, finalmente. Apritevi, parlate, urlate, litigate, piangete, mettete a nudo tutto ciò che avete dentro, buttate all’aria tutto e poi, tra le macerie, provate a vedere se la pietra angolare che avete posate insieme anni fa, c’è ancora e può essere la base su cui ricostruire.

CASTALIA Cara violet non sento di aver agito esattamente nello stesso modo di mio marito: non voler chiudere gli occhi con preconcetti o vacue certezze sul proprio stato di sposata non vuol dire tradire. Tra accorgersi che un altro potrebbe essere più confidente/amico di tuo marito e farlo diventare intimo per davvero ce ne corre….

Cmq in questo periodo ho parlato con mio marito del suo tradimento che vedo non soltanto fisico ma anche quello precedente alla sua storia, ovvero non essere stato con me, non aver capito le mie difficoltà in un periodo molto particolare in cui mi sono sentita la sola ad avere una progettualità di coppia (provvedere ad una casa, al matrimonio, ad un lavoro più sicuro e meno impegnativo per un’eventuale cura dei figli…) Mi ha ribaltato tutto contro: secondo lui non è vero che non mi era accanto (anche se non ha fatto niente per dimostrarmi il contrario), che i miei problemi li avrei cmq risolti da sola perché sono una donna forte, ecc..ecc.. Questo mio allontanamento avrebbe così gettato le basi del suo tradimento. In tutta sincerità non so se riuscirò ancora a stare accanto ad un uomo su cui so di non poter contare su di lui se ho dei problemi e per giunta si deresponsabilizza totalmente e mi riempie di sensi di colpa.

CASTALIA ….e continua a dirmi che mi ama! Aiutatemi a capire perché ho qualche problemino a riguardo. Ricapitolando il suo ragionamento era questo: “Sta andando tutto bene tra di noi; sposarsi, non sposarsi, avere figli o non averli è lo stesso, decidi tu, fai tutto tu…compra casa, arreda, ecc..; i tuoi problemi che vuoi che siano? risolviteli; ma siccome non avevi tanta voglia di far sesso me lo vado a trovare da un’altra parte! Però ti amo tanto e non voglio perderti.”

Ma sono io un po’ tarda o c’è qualcosa che non torna?

VAIOLET Quello che non torna, sei tu. Lascia stare lui e i suoi sentimenti per ora. Cosa provi tu? Cosa vuoi tu? Come vedi il tuo futuro con lui? Al di là del tradimento, com’era la vita con lui? Ti senti viva in questo matrimonio? Ti senti realizzata? Senti che nessun altro uomo potrà darti quello che hai con lui? E perchè non provi più attrazione sessuale per lui?

CASTALIA Attualmente non lo vedo il mio futuro con lui. Mi sento sola dentro ad una coppia. L’attrazione sessuale era diminuita perché non lo sentivo vicino. Sono un tipo che non crede all’attrazione fisica fine a se stessa. Quando i progetti di coppia erano condivisi non c’era nessun problema sessuale. E’ questo che lui non capisce.

In tutta sincerità non vedo nessun altro uomo che possa darmi più di quello che mi ha dato lui, altrimenti sarebbe tutto più facile: non riesco a recuperare ciò che avevamo prima perché lui non vuole capire come mi sono sentita io

VAIOLET Quello che lui esprime però (fai tutto tu, per me è uguale, ecc…) non è un comportamento da coppia. Nella coppia i progetti si fanno insieme e le responsabilità si condividono. Se lui non è in grado di capire questo, allora è inutile perdere tempo a spiegarglielo… Per assurdo, prova a rivoltargli la situazione e a dirgli: “caro, io ti amo, fai tutto tu, compra una casa, organizza il matrimonio, a me va bene tutto.” Vedi come reagisce…

VELIA Ciao Castalia, la cosa che mi ha ferita maggiormente del tradimento di mio marito è stato il fatto che lui mi abbia lasciata sola a risolvere delle questioni e che non si sia curato di me.

In un periodo in cui IO avevo veramente bisogno lui cominciava ad essere preso da un’altra e quindi non c’era per me. Lui dice di essersi cominciato a guardare intorno (nemmeno tanto poi, lei era già lì pronta ad accoglierlo, ma questa è un’altra storia!!!!) perchè io non lo desideravo più, non ero disponibile per lui etc… etc….

Quello che hai scritto tu lo avrei benissimo potuto scrivere io, insomma.

Riconosco la solitudine di fronte alle cose e il senso di appartenere ad una coppia che non lo è più.

Il fatto poi che scarichi su di te le responsabilità di tutto è abbastanza normale ma io credo dipenda dal fatto che tuo marito forse pensa di non aver poi fatto nulla di così tremendo, in fin dei conti ti ama, è stato solo sesso.

Potrei scrivere un trattato su ciò che penso di questa affermazione ma lo scatto in mio marito (che era sinceramente convinto di non avermi tolto nulla, di esserci stato, di non avermi lasciata sola) c’è stato e da lì poi si è potuto parlare di ricostruire. Nel momento stesso in cui si è reso conto di quanto profondamente mi avessse ferita allora anche lui ha cominciato a vedere le cose con occhi diversi e soprattutto ha iniziato il suo personale percorso per capire cosa effettivamente lo aveva spinto a fare ciò.

Se questo non ci fosse stato io non credo avrei potuto ricominciare a pensare ad un noi. Non sarebbe stato possibile perchè il mio concetto di coppia e il suo, con il tradimento, si erano allontanati troppo e io non potevo accettare la sua visione del rapporto. Non potevo accettare di stare con un uomo che considera il tradimento una cosa senza importanza, che succede a tutti, che fa parte della coppia.

Io capisco la tua confusione e il tuo dolore ma in questo momento sei tu che devi decidere se vuoi o no l’uomo che ti sta accanto. Se pensi che lui possa darti ciò che cerchi o se invece pensi di non riconoscerlo effettivamente più. Il far passare il tempo non serve a niente se non lo si fa in senso “attivo” ovvero lavorando su noi stessi.

Io spero che tuo marito si renda conto di tutto questo, altrimenti penso che abbia ragione Vaiolet.

CASTALIA Il tempo peggiora tutto, è vero. Certe avvisaglie dovevo coglierle prima…il suo rimandare le decisioni, la sua mancanza anche solo per parlare. Ma come si fa a riconoscere il limite di tolleranza? Se lo avessi lasciato solo perchè il 10 anni non mi era mai sembrato deciso di un progetto di vita insieme e rimandava a me le decisioni forse mi sarei pentita di non averlo aspettato, di essere stata troppo precipitosa. Però ci si allontana sempre di più fino ad arrivare ai tradimenti e allora quand’è che ci siamo realmente persi? Ho paura di rattoppare e che di fatto si possa continuare su due strade parallele ma non insieme, ma ho anche paura di non darci un’altra possibilità. Che fare

VELIA Io sono dell’avviso che non si possano prendere decisioni così importanti come quella di chiudere un matrimonio su due piedi, e soprattutto sulla scia di rabbia o rancore o solo dolore. Ci vuole tempo per maturare tale decisione, veramente.

Capisco che tu voglia darti un’altra possibilità ma non puoi farlo da sola.

Nel senso che tuo marito deve essere consapevole di cosa pensi, del tuo dolore e soprattutto del fatto che potresti anche non voler stare più con lui, e agire così di conseguenza.

Dovete parlare e parlare e se non riuscite a farlo da soli farvi aiutare, magari da un consulente. Solo così, io credo si potrà arrivare a capire la strada, se andare avanti oppure separarsi.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

TRADIMENTO PLATONICO

“Si puo’ definire tradimento solo quell’azione o successione di azioni che rompe una relazione fiduciaria volontaria e consapevole. Ovviamente si puo’ gocare sul malinteso, si puo’ negare a posteriori l’esisteza di una relazione fiduciaria per liberarsi dal senso di colpa e dalle conseguenze del tradimento, ma cio’ esula da un tentativo di lettura sociologica del tradimento. …Il tradimento dell'(apostolo) Pietro mostra che e’ sempe in agguato la possibilita’ di essere traditi, ma anche quell di diventare traditori. Non solo non possiamo giurare sul comportamento dell’altro, se non per fiducia cieca o per atto di fede, ma non possiamo mai sinceramente e onestamente neppure giurare su noi stessi poiche’ nessuno puo’ predire quanto e come l’incontro con l’altro ci mutera’, ne’ cosa creeremo insieme all’altro.” – G. Turnaturi

 

Tradire platonicamente, vale a dire senza consumare nessun incontro sessuale, può essere considerato tradimento ?

Culturalmente e socialmente, il tradimento platonico è condannato maggiormente dalle donne che sono legate più alla sfera dell’affettività, quindi l’idea che il proprio uomo possa amare un altra le devasta più di un atradimento fisico.

Gli uomini, al contrario, più legati al possesso corporeo della donna, sono maggiormente colpiti dal tradimento fisico.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it