Il Tradimento è l’inconoscibilità dell’ altro

“IL TRADIMENTO CI METTE DI FRONTE
ALL’ INCONOSCIBILITÀ DELL’ ALTRO”
sottolinea la profonda crisi di fiducia e comprensione che il tradimento provoca in una relazione. Quando veniamo traditi, siamo costretti a confrontarci con una realtà sconvolgente: la consapevolezza che l’altro, anche se pensavamo di conoscerlo bene, può avere aspetti nascosti o imprevedibili.

Il tradimento, in questo senso, svela la complessità e l’opacità dell’essere umano, evidenziando che non possiamo mai conoscere completamente un’altra persona. Questo porta a un senso di smarrimento e di dubbio non solo verso chi ci ha tradito, ma anche verso la nostra capacità di comprendere veramente gli altri.

Inoltre, il tradimento infrange l’illusione di una connessione totale e trasparente tra due persone, mettendo in luce i limiti della nostra percezione e del nostro sapere sull’altro. Ci obbliga a confrontarci con l’idea che, nonostante l’intimità e la vicinanza, esiste sempre una parte dell’altro che rimane misteriosa e inaccessibile.

In sintesi, il tradimento non solo ferisce, ma scuote le fondamenta stesse della fiducia, costringendoci a riconoscere la realtà dell’inconoscibilità dell’altro, una realtà che, per quanto scomoda, è inevitabile nelle relazioni umane.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

Le 4 sofferenze della personalità gelosa

“Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.”

La citazione riflette la complessità emotiva del sentimento di gelosia, un’emozione intensa e spesso contraddittoria. La persona che parla si sente intrappolata in un ciclo di sofferenza multipla, amplificata dal conflitto interiore e dalla consapevolezza delle conseguenze del proprio stato d’animo.

1. Sofferenza per la gelosia stessa: La prima fonte di sofferenza è la gelosia in sé, un’emozione che può essere devastante e che consuma chi la prova, generando ansia e insicurezza.

2. Autocritica: La seconda sofferenza deriva dal senso di colpa e dal rimprovero verso sé stessi per essere gelosi, come se si percepisse la gelosia come una debolezza o un difetto.

3. Paura di ferire l’altro: C’è poi il timore che la propria gelosia possa danneggiare la persona amata, creando tensione e potenzialmente allontanando chi si desidera proteggere.

4. Banalità e senso di conformità: Infine, c’è una sofferenza derivante dalla consapevolezza di essere soggiogati da un’emozione comune e “banale”, come lo è la gelosia. Questo fa sentire la persona ordinaria, simile a tutti gli altri, e quindi meno speciale.

➡️In sintesi, la citazione mette in luce quanto la gelosia sia un’emozione stratificata, capace di provocare un dolore che si autoalimenta e si moltiplica, sia a livello personale che nelle relazioni con gli altri. La sofferenza non si limita solo all’atto del sentirsi gelosi, ma si estende alla riflessione sulla propria condizione, generando un’angoscia esistenziale e relazionale.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

IL VERO TRADIMENTO È POSSIBILE SOLO DOVE VI È FIDUCIA

” La fiducia ha in sé il germe del tradimento. Il serpente era nel Giardino fin dal principio, proprio come Èva era già preformata nella struttura che circonda il cuore di Adamo: la fiducia e la possibilità di tradire nascono nello stesso istante. Quando in una unione esiste la fiducia, il rischio del tradimento diviene una possibilità reale con cui vivere continuamente e quindi è parte della fiducia, proprio come il dubbio è parte della fede vivente.

Sembra quasi dal racconto biblico che Dio abbia riconosciuto di non essere bastante per l’uomo e che a questo era necessario qualcosa di più adatto di Lui stesso. Era necessario creare Èva, evocarla, trarla fuori dall’uomo… ed essa portò alla rottura della fede primaria con il tradimento. L’Eden era distrutto e cominciava la vita. Secondo questa interpretazione del racconto, la situazione di fiducia primaria non favorisce la vita: se Dio e la creazione non erano sufficienti per Adamo ed era necessaria Èva, questo significa che il tradimento era necessario. Sembra che il tradimento e la cacciata fossero l’unica via per uscire dal Giardino, come se il calice della fiducia non potesse essere trasformato in altro modo. Ci troviamo così di fronte ad una verità essenziale sulla fiducia e sul tradimento: l’uno contiene l’altro. Non è possibile avere fiducia senza la possibilità del tradimento. E’ la moglie che tradisce il marito, il marito che inganna la moglie; sono i compagni e gli amici che deludono; è l’amante che usa l’amico per raggiungere il potere; è l’analista che scopre i segreti del paziente; è infine il padre che lascia cadere il figlio. La promessa fatta non è mantenuta, la parola data viene mancata, la fiducia diviene inganno. Il tradimento ci viene proprio da quei rapporti dove la fiducia primaria è possibile. Noi possiamo essere veramente traditi solo quando ci fidiamo veramente — da fratelli, amanti, mogli, mariti, e non da nemici o da estranei. Più grandi sono l’amore, la lealtà, l’impegno, l’abbandono, e maggiore è il tradimento. Vivere o amare solo quando ci si può fidare, quando si è sicuri ed accolti, quando non si può essere abbandonati o feriti, quando ciò che è stato espresso in parole è impegnativo in eterno, significa essere fuori dalle vie del male e quindi fuori della vita reale.” James Hillman, da Puer aeternus: tradimento e perdono

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

IL CONTROLLO DEL PARTNER ATTRAVERSO I SOCIAL

Il controllo del partner attraverso i social media può manifestarsi in vari modi e può avere conseguenze dannose per la fiducia e la salute della relazione. Ecco alcuni comportamenti comuni:

1. **Monitoraggio costante**: Controllare regolarmente i profili social del partner per vedere cosa pubblica, chi sono i suoi amici, chi mette “mi piace” o commenta i suoi post.

2. **Accesso alle password**: Chiedere o obbligare il partner a condividere le password dei suoi account social per poter monitorare direttamente le attività online.

3. **Commenti e “mi piace” ossessivi**: Mettere “mi piace” o commentare ogni post del partner per mostrare presenza costante e per tenere traccia delle interazioni.

4. **Gelosia e interrogatori**: Fare domande dettagliate e frequenti sulle interazioni online del partner, come chi è una certa persona che ha messo “mi piace” o commentato un post.

5. **Vietare determinate interazioni**: Proibire al partner di essere amici online con ex, colleghi di lavoro, o altre persone considerate una minaccia.

6. **Richiedere prove**: Chiedere al partner di fornire screenshot delle conversazioni o di dimostrare dove si trova e con chi è attraverso foto o video.

7. **Crittografia delle interazioni**: Utilizzare software o app per tracciare le attività online del partner senza il suo consenso.

8. **Accuse di infedeltà**: Usare le attività sui social come “prove” di infedeltà o mancanza di rispetto, anche quando non ci sono motivi reali per tali accuse.

Questi comportamenti possono erodere la fiducia e il rispetto reciproco, creando un ambiente di controllo e manipolazione. È importante affrontare tali problemi in modo aperto e onesto. Se il controllo diventa eccessivo e invasivo, potrebbe essere utile cercare l’aiuto di un consulente o terapeuta di coppia per migliorare la comunicazione e ristabilire la fiducia nella relazione.

Infine ricorda di imparare a controllare te stesso e non l’altro nelle relazioni 

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

TEST SUL TRADIMENTO

TEST SUL TRADIMENTO
Un test sull’infedeltà può aiutare a comprendere meglio le proprie percezioni, sentimenti e comportamenti riguardo al tradimento in una relazione. Questo test non è scientificamente validato, ma può servire come punto di partenza per riflettere sui tuoi atteggiamenti e comportamenti.

✅Test sull’Infedeltà

Rispondi alle seguenti domande in base a quanto sei d’accordo con ciascuna affermazione, usando questa scala:

– 1: Per niente d’accordo
– 2: Poco d’accordo
– 3: Abbastanza d’accordo
– 4: Molto d’accordo

✅Domande

1. Credo che il tradimento sia inaccettabile in qualsiasi circostanza.
2. Penso che la fedeltà sia fondamentale per una relazione sana.
3. Mi sento sicuro/a che il mio partner sia fedele.
4. Ho paura che il mio partner possa tradirmi.
5. Ho pensato di tradire il mio partner.
6. La mia relazione mi soddisfa emotivamente e fisicamente.
7. Credo che sia possibile amare più di una persona contemporaneamente.
8. Penso che il tradimento possa essere perdonato.
9. Ho tradito in passato.
10. Penso che sia normale essere attratti da altre persone anche quando si è in una relazione.
11. Sono stato/a tradito/a in passato.
12. Credo che il tradimento sia più comune di quanto le persone ammettano.

✅Interpretazione dei Risultati

➡️Punteggio per la Fedeltà

– **Alta Fedeltà**: Somma i punteggi delle domande 1, 2, 3, 6.
– **Bassa Fedeltà**: Somma i punteggi delle domande 5, 7, 9.

➡️Punteggio per la Paura del Tradimento

– **Alta Paura del Tradimento**: Somma i punteggi delle domande 4, 8, 11.
– **Bassa Paura del Tradimento**: Somma i punteggi delle domande 10, 12.

✅Calcolo dei Punteggi

– **Alta Fedeltà**: Un punteggio alto in questa categoria indica che consideri la fedeltà molto importante e che probabilmente sei molto fedele nella tua relazione.
– **Bassa Fedeltà**: Un punteggio alto in questa categoria può suggerire che potresti considerare il tradimento più accettabile o che potresti aver tradito o pensato di tradire.
– **Alta Paura del Tradimento**: Un punteggio alto in questa categoria suggerisce che hai una forte paura di essere tradito/a e che potresti essere molto ansioso/a riguardo alla fedeltà del tuo partner.
– **Bassa Paura del Tradimento**: Un punteggio alto in questa categoria indica che potresti non essere molto preoccupato/a riguardo alla possibilità di essere tradito/a e che accetti più facilmente l’idea di essere attratto/a da altre persone.

✅Nota Finale

Questo test è una semplice autovalutazione e non sostituisce una diagnosi o un consiglio professionale. Se hai preoccupazioni significative riguardo alla tua relazione o ai tuoi sentimenti sul tradimento, potrebbe essere utile consultare un psicoterapeuta.

Roberto Cavaliere Psicoterapeuta
Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

GELOSIA E CERVELLO

La gelosia non è né sinonimo né contrario di amore, è una spinta irrazionale che devasta i rapporti facendo ottenere il contrario di ciò che si desidera. Questo sentimento nasce dal timore, dal sospetto o dalla certezza di perdere la persona amata ad opera di altri.

Ma cosa succede nel cervello quando si prova gelosia?

Un gruppo di ricerca dell’Università della California ha condotto alcuni esperimenti su scimmie originarie del sud America, note per la loro spiccata monogamia, per osservare le aree cerebrali coinvolte nella gelosia.
I risultati hanno dimostrato una maggiore attività nella corteccia cingolata, associata al dolore sociale e del sentirsi esclusi negli esseri umani, e nel setto laterale, associata al legame di coppia negli esseri umani.
Quindi, sembra che nel cervello il sentimento di gelosia venga vissuto come una diffidenza verso il legame instaurato con la persona e di conseguenze come una specie di rifiuto sociale subito dalla persona amata.
Infine, durante l’esperimento è stato anche registrato un incremento dei livelli di cortisolo nell’organismo, a prova del fatto che la gelosia è un sentimento che può provocare un aumento dello stress.

Questa ricerca è un primo passo sulla comprensione dei meccanismi cerebrali e del nostro organismo sottostanti la gelosia. Sicuramente, con ulteriori studi, riusciremo a capire a pieno cosa succede nel nostro corpo quando proviamo questi sentimenti legati all’amore.

Dottor Leandro Cavaliere Psicologo (Laureato in Neuroscienze) iscrizione OPRC 9704

Studio in Vietri sul Mare (Sa) e Torre Annunziata (Na) ➡️ Possibilità di Consulenze anche tramite video chiamata                           ➡️ Per info e contatti 3341652502 o leandro.cavaliere1@gmail.com

Fonte: “Maninger, N., Mendoza, S. P., Williams, D. R., Mason, W. A., Cherry, S. R., Rowland, D. J., … & Bales, K. L. (2017). Imaging, behavior and endocrine analysis of “jealousy” in a monogamous primate. Frontiers in ecology and evolution, 119.”

#psicologo #psicologia #articolo #neuroscienze #cervello #gelosia #amore #relazione #stress #terapia #monogamia #coppia #cortisolo

I LINEAMENTI DEL VOLTO CHE RIVELANO IL TRADIMENTO

Secondo gli autori di una ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista Open Science della Royal Society, l’uomo dai tratti marcatamente “virili” è maggiormente predisposto al tradimento. Parliamo di mascella squadrata, mento prominente, sopracciglia folte e labbra strette. Queste sarebbero le caratteristiche dell’uomo infedele. Ovviamente, tengono a sottolinearlo, che si parla di una maggioranza di casi.

Nello studio è stato chiesto a 299 uomini e a 452 donne di guardare le foto degli uomini e di valutare su una scala da 1 a 10 di quanto probabilmente potrebbero tradire. E’ risultato che gli uomini con caratteristiche maggiormente “mascoline” hanno ammesso di essere più “provoloni”. E anche le persone che hanno visto le stesse foto, uomini e donne, hanno riconosciuto in loro una maggiore inclinazione ad essere infedeli.

E’ importante sottolineare, inoltre, che questo discorso non vale per le donne. Quindi le donne marcatamente “femminili”, se così possiamo dire, sono fedeli più o meno come le altre. Quindi non esistono dei tratti “inequivocabili” come negli uomini. I ricercatori, dopo aver generalizzato e diffuso questi risultati, però sottolineano: “non dovremmo fare affidamento sulle nostre prime impressioni per esprimere giudizi diagnostici sull’infedeltà nelle situazioni quotidiane”.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

IL DILEMMA TRA FEDELTA’ ED INFEDELTA’

In questa bellissima e non banale canzone di Giorgio Gaber è presente “Il dilemma” tra fedeltà ed infedeltà, con la scelta della fedeltà come scelta d’amore. Segue, dopo il testo, un breve passaggio di un’intervista che Gaber rilascia a Minoli e che chiarisce bene la sua posizione al riguardo di questo tema. Al di là se si è d’ccordo o meno sul tutto, invito a riflettere analizzando bene testo della canzone ed intervista

Il Dilemma – 1981/1982

In una spiaggia poco serena
camminavano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma
l’uomo era forse più audace
più stupido e conquistatore
la donna aveva perdonato non senza dolore
il dilemma era quello di sempre
un dilemma elementare
se aveva o non aveva senso il loro amore.

In una casa a picco sul mare
vivevano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma
l’uomo è un animale quieto
se vive nella sua tana
la donna non si sa se è ingannevole o divina
il dilemma rappresenta
l’equilibrio delle forze in campo
perché l’amore e il litigio sono le forme del nostro tempo.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un’antica usanza che suole aver la gente.

Lui parlava quasi sempre
di speranze e di paura
come l’essenza della sua immagine futura
e coltivava la sua smania
e cercava la verità
lei l’ascoltava in silenzio
lei forse ce l’aveva già
anche lui curiosamente
come tutti era nato da un ventre
ma purtroppo non se lo ricorda o non lo sa.

In un giorno di primavera
quando lei non lo guardava
lui rincorse lo sguardo di una fanciulla nuova
e ancora oggi non si sa
se era innocente come un animale
o se era come instupidito dalla vanità
ma stranamente lei si chiese
se non fosse un’altra volta il caso
di amare e di restar fedele al proprio sposo.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
con le parole che ognuno sa a memoria
sapevan piangere e soffrire
ma senza dar la colpa
all’epoca o alla storia.

Questa voglia di non lasciarsi
è difficile da giudicare
non si sa se è cosa vecchia o se fa piacere
ai momenti di abbandono
alternavano le fatiche
con la gran tenacia che è propria delle cose antiche.

E questo il succo di questa storia
per altro senza importanza
che si potrebbe chiamare appunto resistenza
forse il ricordo di quel Maggio
gli insegnò anche nel fallire
il senso del rigore e il culto del coraggio
e rifiutarono decisamente
la nostra idea di libertà in amore
a questa scelta non si seppero adattare
non so se dire a questa nostra scelta
o a questa nostra nuova sorte
so soltanto che loro si diedero la morte.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
non per una cosa astratta come la famiglia
loro scelsero la morte
per una cosa vera come la famiglia.

Io ci vorrei vedere più chiaro
rivisitare il loro percorso
le coraggiose battaglie che avevano vinto e perso
vorrei riuscire a penetrare
nel mistero di un uomo e di una donna
nell’immenso labirinto di quel dilemma.

Forse quel gesto disperato
potrebbe anche rivelare
come il segno di qualcosa che stiamo per capire…

Audio Intervista dal minuto 37’35” fino alla fine:

MINOLI. Stiamo ascoltando una canzone tua e di Sandro Luporini del 1981, Il Dilemma, nello spettacolo Anni Affollati, da dove viene? Da quale sentimento è nata? Da quale sguardo sulla realtà? 39’32’’

GABER. Ma… non è mai eccessivamente chiaro come nascono le cose, forse il desiderio di raccontare una storia o forse come una reazione a un atteggiamento dell’epoca. Ecco, io direi che spesso noi abbiamo questo desiderio di intervento, non tanto l’idea di fare una bella canzone, ma una canzone che in quel momento abbia un senso, un significato… veniamo da tutti gli anni 70’ che in qualche modo rappresentano un periodo di grande… di grande libertà sentimentale e quindi c’era una specie di rifiuto della coppia o della famiglia che allora si chiamava piccolo borghese, forse si chiama ancora ora … quel tipo di famiglia nella quale in fondo in qualche modo siamo cresciuti tutti, no? Aveva sicuramente dei limiti e rischiava di diventare oppressiva, poco ariosa, e comunque certamente con degli aspetti formali un po’ ipocriti, ecco, questo sicuramente, quindi a quel punto reazione! Avviene quasi sempre, che le reazioni siano, come dire, un cambiamento esagerato, una trasgressione totale, ecco, non si riesce mai a tenere quello che c’è di buono nelle cose e quindi si va dall’altra parte, una specie di gioco al rimbalzo, o di qua o di là. In quel caso, questa specie di infatuazione dell’amore, ecco, questa specie di trionfo dell’amore, questo continuare ad innamorarsi secondo noi sottintendeva anche forse una minor capacità di amare. La difficoltà ad approfondire dei rapporti… Allora, l’aspetto è un po’ infantile, cioè è chiaro che il momento dell’innamoramento, dell’inizio delle cose, è esaltante, ognuno ha una serie di gratificazioni sul piano dell’accettazione ci si scambia cose anche significative, per carità, ma poi questo tipo… questo aspetto così entusiasmante finisce, quindi, in qualche modo, la coppia si ritrova a una normalità che è faticosa evidentemente più impegnativa anche più come dire… che richiede più responsabilità e quindi a questo punto la capacità di andare a fondo in un rapporto e quindi in una sorta di trasformazione più profonda di questo progetto, un grande progetto che può essere anche quello di fare dei figli, quindi un progetto non certo indifferente, naturalmente richiede fatica e si preferisce continuare a innamorarsi per non arrivare al nocciolo della questione che è quello di prendere un impegno serio con l’altra persona e cercare di portarlo più in là possibile … per carità, non è che uno dice tutta la vita, deve essere no… in qualche modo prendersi le proprie responsabilità.

MINOLI. Nella canzone usate la parola resistenza.

GABER. Sì ecco la parola resistenza è proprio il desiderio di resistere a questi… mi pare che si dica nella presentazione… brividini … a questa sensazione, secondo me del tutto infantile, questo desiderio di essere accettati continuamente, questo bisogno di conferme, questo bisogno in qualche modo di esaltarsi nell’innamoramento e quando questo cade, dici, va beh dividiamoci facciamo un’altra famiglia, 5,6,10, benissimo a quel punto lì uno dice ma…ecco era questa la domanda della canzone, ma siamo ancora capaci di amare o invece facciamo finta proprio in questo trionfo dell’amore di avere grandi capacità ma non ne abbiamo… ecco questa è la domanda della canzone.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

IDENTIKIT DEL TRADITORE E MECCANISMI PER EVITARE IL TRADIMENTO

La Florida State University ha pubblicato di recente sulle pagine del Journal of Personality and Social Psychology una ricerca svolto su 233 coppie di sposi novelli che, oltre a fornire un identikit dei partner più infedeli, identifica anche due meccanismi psicologici innati che aiuterebbero gli uomini e donne a evitare l’adulterio.

Lo studio ha seguito i coniugi per un periodo di circa tre anni e mezzo, chiedendo ai partecipanti di condividere con i ricercatori diversi dettagli intimi della loro relazione: quanto fossero soddisfatti della propria vita di coppia, come andasse la vita sessuale, quanto affetto provassero l’uno per l’altra e se avessero mai tradito il partner durante il periodo della ricerca. All’inizio dello studio, inoltre, i coniugi sono stati sottoposti a una serie di test pensati per valutare la forza di due meccanismi psicologici innati definiti dagli autori attentional disengagement ed evaluative devaluation.

Fondamentalmente – spiegano gli psicologi della Florida State University – si tratta di forme di “autodifesa” inconsce che tutti mettiamo in pratica quando ci troviamo di fronte a potenziali partner sessuali e siamo già impegnati in una relazione romantica. Nel primo caso, cioè l’attentional disengagement, parliamo dell’abitudine a distogliere lo sguardo quando ci si trova sotto gli occhi una persona dell’altro sesso particolarmente avvenente. Mentre con evalutative devaluation ci si riferisce alla tendenza a svalutare la bellezza di altri uomini o donne rispetto a quella del proprio partner, anche nel caso in cui ci si trovi di fronte a persone indiscutibilmente avvenenti.

Nei loro esperimenti i ricercatori hanno fatto osservare alle coppie diverse foto di persone dell’altro sesso, misurando in primo caso la velocità con cui veniva distolto lo sguardo, e chiedendo invece in una seconda serie di test di valutare l’avvenenza delle persone ritratte nell’immagine, per poi comparare i loro voti con quelli espressi da alcuni volontari single. I risultati hanno dimostrato che entrambi i meccanismi psicologici hanno un collegamento diretto con le probabilità di tradimento: sia la velocità con cui si distoglie lo sguardo, che la tendenza a sminuire la bellezza di possibili partner sessuali, sono risultati direttamente correlati a una minore probabilità di infedeltà e a un maggiore successo nella vita coniugale. E nel caso dell’attention disengagement l’effetto sarebbe addirittura misurabile: una differenza di pochi millisecondi nella velocità con cui si distoglie lo sguardo sarebbe correlata a un 50% di rischio in meno di tradire il proprio compagno.

Analizzando i risultati al termine dell’indagine, inoltre, sono emerse diverse caratteristiche che aiutano a tratteggiare l’identikit dei coniugi più infedeli. Per prima cosa la bellezza, che nel caso delle donne mostra una correlazione negativa: le mogli meno avvenenti avrebbero una maggiore probabilità di tradire il marito. Mentre per gli uomini, che non sarebbero più o meno infedeli in relazione alla propria bellezza personale, l’infedeltà sembra legata piuttosto all’aspetto della compagna: quando la moglie è meno avvenente aumenta infatti il rischio di tradimenti (spesso ricambiati, come abbiamo appena visto).

Anche la soddisfazione sotto le lenzuola sarebbe collegata alla probabilità di un tradimento, ma l’effetto (forse) non è quello sperato: gli uomini che si sono dichiarati molto soddisfatti della vita sessuale con la propria compagna hanno mostrato infatti una maggiore propensione al tradimento. A concludere la lista, infine, troviamo giovane età, insoddisfazione nella vita coniugale e anche un passato “libertino”, tutte caratteristiche fortemente associate ad un alto rischio di tradimenti.

IL TRADIMENTO DI COPPIA: COSA ACCADE, COME SUPERARLO?

Tradire in amore significa rompere un equilibrio che è stato accordato, che è stato  voluto, che è stato costruito dall’azione congiunta di due persone.

Il tradimento di coppia in genere rappresenta più che la ricerca di un’evasione sessuale, una risposta a un generico senso d’insoddisfazione nel rapporto, soprattutto coniugale. L’infedeltà può dare luogo a due tipi di sentimenti diversi: delusione e rimorso verso il partner abituale oppure senso di soddisfazione, psicologico e sessuale, tanto è vero che in alcuni casi l’esperienza occasionale riesce perfino a influenzare positivamente l’esperienza abituale…

Una domanda che ci si pone spesso riguardo al tema del tradimento è: ”meglio raccontarsi tutto o tacere?”. La risposta è, senza dubbio: “tacere!”.  Infatti la sincerità in sé non deve essere considerato un valore assoluto: può ferire, deludere, schiacciare il partner. Una sincerità totale può essere anche una forma mascherata di aggressività e il bisogno di raccontare ogni minimo particolare deve far nascere qualche sospetto di disinnamoramento. In questo campo vale forse la vecchia regola che è meglio non dire sempre tutto ciò che si pensa, ma pensare tutto ciò che si dice; in senso più generale, bisogna essere fedeli a se stessi, per poterlo essere anche con gli altri…

Se scoprite di essere stati traditi, quindi, è inutile aspettare una confessione poiché chi l’ha fatto, ha già preso precisa posizione nei vostri confronti e poi sarebbe difficile stabilire un tempo massimo di attesa oltre il quale sarete voi a rivelare la vostra scoperta: meglio affrontare subito il problema e discuterne. Dall’altro lato bisognerebbe sbarazzarsi  dal senso di colpa che può scaturire dal non essersi accorti o dall’essersi  fidati ciecamente e valutare piuttosto non tanto le proprie colpe ma quelle altrui. Il proprio obiettivo deve essere, quindi, quello di ricostruire in senso positivo il senso di sé e far lavorare l’autostima, quindi la capacità di amarsi. Come difendersi allora da ciò che ci può portare a una sofferenza che a volte raggiunge anche livelli molto intensi? Le emozioni legate all’essere traditi riguardano l’altro (rabbia e desiderio di vendetta) e noi stessi (delusione e senso di colpa). La volontà di rivalsa pura e semplice dovrebbe essere trasformata nel desiderio concomitante di far rivalere la propria persona, di riporre all’attenzione dell’altro la propria presenza. Ciò preclude la comunicazione, il segnalare e il porre l’accento gli aspetti negativi del tradimento che ci è stato inflitto. Subire semplicemente, riflettere in solitudine sul significato di ciò che è accaduto senza cercare un contatto con l’altra persona contribuirebbe a indebolire ulteriormente l’idea già provata della nostra identità.

Se invece siete voi ad aver tradito, rivelarlo significherebbe mostrare pentimento e sarebbe comunque preferibile a continuare a tenerlo nascosto: non peggiorate una situazione che già di per sé farà soffrire l’altra persona.

E’ possibile superare un tradimento e, anzi, innamorarsi di nuovo del partner? Cercando di immaginare il panorama emotivo di chi diviene consapevole di essere stato tradito, vengono in mente due estremi: la delusione, la sensazione che il mondo stia franando tutt’intorno a noi, l’improvviso sentimento di vuoto incolmabile e di solitudine senza soluzione… stati d’animo che si alternano o che si accompagnano alla rabbia e, perché no, al desiderio di vendetta.

In seguito al black out generato dall’esplosione dei nostri sentimenti, non appena ci sembra di poter ricominciare a pensare, una domanda inizia a girarci per la testa senza sosta riguardo alla necessità di una soluzione sul piano pratico: cosa fare? Troncare o meno il rapporto col partner che ci ha tradito? A questo punto si apre un mondo diverso per ognuno di noi.  Talvolta le coppie che stanno insieme da tempo è probabile che continuino a stare insieme; più è alto il livello di coinvolgimento o di soddisfazione nella relazione, maggiori sono le probabilità che la relazione sia stabile in futuro. E’ più verosimile che un tradimento venga “perdonato” all’interno di una relazione che dura da molto tempo perché non solo essa è costituita da prospettive future ma anche dalla condivisione di una storia che ha dato un identità unica a questo piccolo nucleo; è anche vero che proprio per gli stessi motivi la delusione e la rabbia, possibili conseguenze del tradimento, possono essere più intensi. Il grado di soddisfazione della relazione prima del tradimento appare fondamentale: quanto siamo disposti a lottare per ciò che ci ha reso felici? Nella risposta a questa domanda rientrano anche le sfumature di personalità di ognuno di noi: Quale sarebbe la risposta giusta per voi?  Lottereste per la vostra coppia e continuereste la relazione, nonostante il tradimento? Non c’è una risposta giusta o sbagliata in questi casi: è importante imparare a leggere quale può essere la più giusta per noi.

Maria Letizia Rotolo

Psicologa-psicoterapeuta

Studi a Bologna: via Cellini 18, via Masserenti 472

3286852606

marialetizia.rotolo@homail.it

www.marialetiziarotolo.it