TESTIMONIANZE SULLE DIPENDENZE AFFETTIVE VERSO I FIGLI
“I vostri figli non sono figli vostri. Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benchè vivano con voi non vi appartengono. Potete donare loro amore, ma non i vostri pensieri: essi hanno i loro pensieri. Potete rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi: la vita procede e non s’attarda sul passato. Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti. L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinchè le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell’arciere; poichè come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco.” KHALIL GIBRAN
Gentile dott.ssa Cipollina,
negli ultimi mesi trascorsi ho imparato a conoscere ed apprezzare il sito sul mal d.amore. da lei curato. Sono infatti affetta da questa dipendenza. Lo sono stata per anni nei confronti di mio marito, dal quale sono separata da circa un anno, e lo sono tuttora nei confronti di mia figlia di 17 anni.
Fino a poco tempo fa credevo che il nostro rapporto andasse bene: io mi curavo di tutti i suoi bisogni e desideri e lei ricambiava confidandomi le sue cose. Io non dimostravo alcun interesse verso me stessa e lei ogni tanto mi diceva di trovarmi un interesse che non fosse stare a casa o lavorare. Qualche tempo fa, casualmente lei ha scoperto bruscamente che frequento un uomo del quale sono innamorata e che mi ama profondamente e senza nulla pretendere! E. successa la fine del mondo: lei mi ha accusata di non essere una buona madre, di voler andare a vivere con il padre, che non accetterà mai questa persona, ecc. Da quel momento tutto è cambiato. E. come se improvvisamente mi si siano aperti gli occhi sul nostro rapporto così come successo con il padre. Non ho negato, non ho dimostrato inutili sensi di colpa e non ho chiesto scusa. Ho mantenuto la calma e spiegato come stavano le cose. Non so se ho fatto bene o male, ma le ho scritto una lunga lettera dove le ho spiegato i motivi della separazione dal padre (ero stata sempre molto generica), le mie sofferenze, frustrazioni, insoddisfazioni, pianti, solitudini, ecc. Le ho spiegato che non ho cercato l.amore, ma è arrivato, poteva non arrivare mai, ma è successo e io sono felice per questo. Le ho detto che una madre è anche donna e che se lei dice di volere bene una persona deve desiderare la felicità di quella persona.
Le ho ribadito che se non ne avevo parlato con loro (ho un.altra figlia più piccola) era perché pensavo che fosse ancora presto vista la recente separazione.
Da quel momento ho cominciato ad osservare il nostro rapporto. Mi sono resa conto del suo profondo egoismo e del mio nauseante servilismo. Mi sono accorta di quanti atteggiamenti simili a quelli del padre abbia e di quanto simili siano anche i miei. Anche lei me lo ha detto e che le dispiaceva aver preso il posto di suo padre nel provocarmi sofferenza e di quanto era costernata nel non sapere dimostrare affetto. Ma nulla è cambiato. Lei continua a farsi i fatti suoi e io cerco di impormi con scarsissimi risultati. Siamo stati di recente in vacanza insieme e si è completamente disinteressata di me e, come era prevedibile, ha smesso pure di confidarsi e si limita ad un rapporto formale come per punirmi. Abbiamo forti scontri ultimamente perché io le dico ciò che mi infastidisce di lei e lei non mi parla per ore. Non so come recuperare il rapporto.sono disperata.amo mia figlia, ma non voglio più rinunciare a me stessa ora che a fatica ho scoperto di esistere.Cosa devo fare? Mi aiuti!
Grazie, saluti
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Karen Età: 39 Argomento: Sono una 39enne dibattuta tra il grande amore per mio figlio e la distanza che tendo a creare tra me e lui per il timore di fargli del male con comportamenti sbagliati, così come è accaduto a me da figlia, con un rapporto eccessivamente conflittuale con i miei genitori (madre aggressiva e inaffettiva e padre con atteggiamente inesistente a meno che non doveva alzare le mani su ordine della moglie). Oggi – dopo anoressia, sindrome ansioso depressiva e anni di analisi – ho un po’ recuperato me stessa: sposata da 4 anni ho un bimbo meraviglioso di tre anni che non riesco ad amare come merito: non so dimostrarglielo e lo tengo lontano con la scusa del lavoro che mi impegna molto. Lui, bimbo inteliggentissimo, adesso capisce questa mia lontananza e cerca la zia o il papà più della mamma e qusto mi fa soffrire non solo e non tanto per me stessa, ma soprattutto perchè a questo bimbo manca la sua mamma. A volte sono come paralizzata davanti a lui: nessuno mi ha insegnato ad amare. Ovviamente il problema si ripropone con mio marito e in tutti gli altri tipi di relazione amichevole, sociale e lavorativo. Aiutatemi ad amare e vivere al 100%.
Dott.ssa Rosalia Cipollina
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