LA SINDROME DEL COLIBRI’ NELLE RELAZIONI

“Tu sei come un colibrì perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo. Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere già dove sei. Riesci a fermarti nel mondo e nel tempo, riesci fermare il mondo è il tempo intorno a te, certe volte riesci addirittura anche a risalirlo, il tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all’indietro.” dal libro “Il Colibrì” di S.Veronesi

I colibrì sono piccoli, coloratissimi uccelli migratori dalle piume iridescenti, così agili da essere in grado di volare a destra, sinistra, su, giù, indietro, e anche a testa in giù. Essi sono anche gli unici uccelli in grado di librarsi sul posto come un elicottero.

In questa sede il colibrì diventa la metafora di una persona che all’interno delle relazioni, sopratutto quelle mal-sane, impiega tutte le sue energie per rimanere ferma, dimostrando, paradossalmente, capacità di resistenza nell’agitarsi pur rimandendo sempre allo stesso posto.

La persona affetta da sindrome del colibrì, pur potendo e volendo volare via, emigrare come fanno i colibrì uccelli, tende a girare intorno alla relazione stessa di tipo mal-sano, come quella con un narcisista o nella dipendenza affettiva. La relazione diventa tutto il mondo ed il tempo intorno a se, come nel brano citato del libro.

Spesso vola all’indietro, a risalire alle cause del proprio modo di porsi nelle relazioni, ma manca la forza di andare avanti. Ma come arriva il momento di emigrare per il vero colibrì, allo stesso tempo arriva un tempo che la personalità colibrì riesce ad andare via dalla relazione malata, perchè ha tutte le risorse per poterlo fare.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze telefoniche o tramite videochiamata

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

 

ESSERE UNA “PERSONA SENSIBILE” NELLE RELAZIONI

Essere una persona sensibile vuol dire percepire un tono di voce distante durante una telefonata, riconoscere l’ansia, la paura e la tristezza nella faccia degli altri. Essere sensibile vuol dire fare caso a tutto, e con “tutto” intendo veramente qualsiasi cosa: un fiore sconfitto dal vento, un cane solo, un colore diverso del cielo, un sorriso più sentito, una parola colorata in mezzo a tante parole anonime. Essere sensibili vuol dire vivere dieci, cento, mille vite ogni giorno. Quando sei sensibile non puoi fregartene, farti gli affari tuoi, lasciar perdere. Chi è sensibile, se sa di aver ferito qualcuno si tortura per ore ed ore pensando alla sensazione che gli ha fatto provare. Chi è sensibile dura una fatica immensa. Si dovrebbe aver cura di chi è sensibile, potrebbe morire per una carezza in meno. Susanna Casciani

Il brano riportato della scrittrice Casciani descrive in maniera significativa le caratteristiche di una persona sensibile. Caratteristiche che impattano in maniera forte sia nelle relazioni sane che in quelle mal-sane.

Nelle relazioni sane la “sensibilità” di una dei due componenti la coppia ha un effetto positivo sia sulla coppia stessa che sull’altro componente. Tale sensibilità permette alla coppia di evolvere, di crescere, migliora la comunicazione e permette di superare meglio momenti di crisi.

Al contrario, nelle relazioni malsane tale sensibilità diventa un boomerang per chi la possiede. Nella dipendenza affettiva, nelle relazioni con personalità narcisistiche tale sensibilità crea continue ferite che non hanno tempo neanche il tempo di rimaginarsi che arrivano quelle successive. Diventa, quindi, necessario allontanarsi perchè il dolore diventa insopportabile fino ad arrivare a veri e propri disturbi psicologici.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze telefoniche o tramite videochiamata

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

 

LE “DOMANDE” A CUI DEVE RISPONDERE UNA PSICOTERAPIA SULLA DIPENDENZA AFFETTIVA

Un percorso psicoterapeutico finalizzato a superare la dipendenza affettiva deve partire dal rispondere ad una serie di “PERCHE'” per poi passare ai “COME”.

Le domande da porre all’interno della psicoterapia sono le seguenti:

1. Che cosa si vuole veramente dalla persona da cui si dipende ?
2. Perché si viene maltrattata (o si potrebbe anche maltrattare) – dal punto di vista psicologico,
emotivo, economico, fisico e/o sessuale ?
3. Come mai si torna (o si resta) in una relazione malsana nonostante si sia consapevole
della sofferenza che si subisce. ?
4. Perché si ha difficoltà a separarsi definitivamente dal partner ?
5. Perché si continua a scegliere partner sbagliati ?
6. Si vuole veramente superare la propria dipendenza affettiva ?
Come già sottolineato, rispondere a questi “perché” rappresenta un passaggio necessario per il successivo obiettivo terapeutico: i “come” da attuare per superare la dipendenza affettiva.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze telefoniche o tramite videochiamata

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it