TESTIMONIANZA DI UNA DONNA IN TERAPIA COL DOTTOR ROBERTO CAVALIERE
Sono tre anni che il mio pensiero in modo leggero e poi sempre piu’ forte va a lui.
Il primo pensiero della mattina è lui e l’ultimo prima di coricarmi è sempre rivolto a lui. Spesso anche nei sogni c’è lui da solo o accompagnato da qualcuna. Quando parlo con qualche amica rivivo minuziosamente quei pochi istanti vissuti insieme e vivisezione ogni parola e gesto compiuto per torturarmi e capire dove ho sbagliato e cosa avrei potuto fare o non dire per salvare un altro incontro con lui.
Ogni volta che incontro un uomo che vuole conoscermi o semplicemente scoparmi parlo di lui. Alcuni credono che io abbia vissuto una storia d’amore, invece nulla: tutto è costruito nella mia mente, idealizzato e vissuto fantasticamente sperando che un giorno o l’altro possa accadere qualcosa ma più passano i giorni più c’è silenzio, vuoto, speranza, illusione.
In modo speculare mi analizzo da tre anni a tal punto da arrivare a fare psicoterapia ultimamente: ossessione, dipendenza affettiva, bassa autostima, insicurezza, gelosia, poca fiducia in se stessa, pensieri negativi. Tutto mi era già chiaro, avevo raggiunto da sola e con l’aiuto delle mie amiche la consapevolezza di quello che mi faceva star male.
Ho sofferto tanto per lui, non so se ho mai toccato la depressione, ma di certo mi sono fatta un gran male.
- E’ un “amore malato”, non corrisposto. Mi diceva lo psicologo.
- Vorrei mandargli un sms. Il mio grido disperato e lui mi ripeteva:
- Ma oggi ha voglia di farsi del male?
Per la prima volta mi sono innamorata. Quando lui mi cercava e mi desiderava io lo evitavo. Avevo paura di non essere all’altezza, di star bene. Ero insicura, bloccata. Chiedevo consigli a mia cugina, alle mie amiche perché non volevo sbagliare.
Sono stata sempre una donna determinata, ho raggiunto dei traguardi importanti e da soli per avere l’approvazione degli altri più che per esser felice io. Da qui il mio malessere, il mio maldamore e non essere mai contenta di quello che faccio.
- Tu ti sminuisci, di cosa hai paura? Un giorno mi disse il mio Dirigente scolastico.
Sono docente ma precaria da anni. Nel lavoro ho avuto molte soddisfazioni. Entrare in classe per un periodo era l’unica cosa bella che potesse fermare il mio pensiero per lui.
Da quando ci siamo conosciuti, il mio rapporto con facebook è stupido e infantile. Mi sono accorta di quanto sono fragile e gelosa.
Controllavo tante volte in un giorno cosa postava, con chi si faceva fotografare, quando era in linea, i commenti e i mi piace che metteva. Andavo sul profilo delle donne che secondo me gli piacevano e osservavo le loro foto e i link. In questo modo mi facevo un’idea di chi fossero, se avrei potuto competere o no.
Andavo sempre sulla pagina della sua ex con la quale avevano convissuto sei anni. Si erano lasciati perché lei lo cornificava e un giorno il messaggio inviato all’amate finì sul suo telefono.
Poi seguivano messaggi a cui a volte rispondeva ed altre volte no. E la mia ansia, il mio desiderio di vederlo cresceva fino a diventare un’ossessione.
A volte mi chiedo perché non sono riuscita a vivere una bella storia d’amore lunga. Mai. Storie di giorni, settimane massimo sei mesi. Tutte distrutte sul nascere perché c’era sempre qualcosa che non andava. Impulsiva, afferravo la cornetta del telefono e mettevo in atto tutti i meccanismi di difesa e di attacco che conosco per tener lontano l’amore. Nessuno mi poteva amare perché io non mi sono mai data il permesso di farmi amare e di farmi conoscere per come sono. Quando mi sono aperta a lui, lui mi ha bloccata. Oppure quando mi sono aperta ad altri ho ricevuto due di picche e gelo.
Mi sono rifugiata nello sport, con a volte due allenamenti al giorno per combattere per convogliare le mie energie in modo salutare e trascorrere le mie giornate vuote in modo forse più terapeutico possibile.
Che programmi hai per ferragosto? E dopo un’assenza di due giorni arriva la risposta: lavoro. Buon proseguimento!
A ferragosto gli auguri e nessuna risposta, dietro sollecitazione arriva la risposta Ovvio lavoro!
Ultimo sms in cui ho preso l’iniziativa. Mai più prendere iniziative con soggetti simili. Con uomini che non hanno alcun rispetto della donna, che guardano l’orologio dopo aver fatto sesso e vanno via lasciandoti col vuoto esistenziale lacerato. Gente senza scrupoli, che pensano solo a se stessi e non si accorgono del male che ti possono arrecare. Gente che non si accorge della tua solitudine, della tua sofferenza, della tua richiesta di affetto. Sorda per comodità. Lui è stato sincero in un certo senso mi dicevano, ti ha detto che non ti voleva, che non voleva impegni che usciva con altre donne. E perché vedermi allora, solo quando dice lui?
Il personaggio della storia è una donna ipersensibile e fragile, una persona in cammino, che vuole spiccare il volo per approdare sulla strada del volersi bene, chiave di volta per la sua guarigione interiore.
Dott. Roberto Cavaliere
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
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