COSA FARE SE FIGLIO SCOPRE L’INFEDELTA’ DEL GENITORE

Come comportarsi se il tradimento del genitore viene scoperto dal figlio prima ancora che dal marito o dalla moglie

COSA FARE FIGLIO SCOPRE INFEDELTA’ GENITORE – Spesso capita che sia ilfiglio scoprire il tradimento che un genitore subisce per opera dell’altro genitore. Diversa sarà la posizione del genitore nei confronti del figlio a seconda che ci sia il genitore che ha tradito o quello che ha subito il tradimento.

Un’altra variabile da tenere in considerazione è l’età che il figlio ha nel momento in cui scopre il tradimento. E’ evidente che maggiore sarà l’età e maggiore sarà la capacità di comprensione dell’evento da parte del minore.

COSA DEVE FARE IL GENITORE CHE HA TRADITO

Se si è il genitore che ha tradito e l’altro non è ancora a conoscenza del tradimento rispondere in maniera chiara alle domande che il figlio potrebbe porre. Non è detto che il figlio ponga delle domande, potrebbe anche eseguire unmeccanismo di ‘rimozione’ della serie ‘non sapere per non soffrire’. Anche in quest’ultimo caso cercare di rispettare questa volontà del figlio senza fornire risposte che non sono richieste.
In entrambi i casi non invitare il figlio a non raccontare niente di quello che ha scoperto. L’invitarlo a essere ‘omertoso’ significherebbe coinvolgerlo nelle dinamiche del tradimento, farlo ‘schierare’ Già in questi casi il figlio da solo si pone il dilemma se raccontare o no il tutto all’altro genitore.

Capire allo stesso tempo se anche il figlio non si senta a sua volta ‘tradito’ dal genitore traditore soprattutto se quest’ultimo è quello del sesso opposto. In questo caso invitare a esternare al figlio i sentimenti che nutre dentro di se.

COSA DEVE FARE IL GENITORE CHE E’ STATO TRADITO

Se invece si è il genitore che ha subito il tradimento, vanno adottati gli stessi comportamenti delineati in precedenza con qualche aggiunta.
Non vanno assolutamente espressi in maniera forte in sua presenza i sentimenti di rabbia e dolore che accompagnano la scoperta del tradimento.

E’ normale far trapelare in parte i sentimenti che si vivono, diverso è rendere partecipe in toto il figlio di tali sentimenti. Significherebbe far emergere gli stessisentimenti di dolore e rabbia anche nel figlio. Inoltre non distruggere il genitore traditore agli occhi del figlio. Far capire a quest’ultimo che il ruolo genitoriale rimane fermo ed è cosa ben diversa dal ruolo coniugale. Il genitore rimane sempre il genitore.
Solo dopo che si è superata la fase emotiva del tradimento, nel rispetto della volontà del figlio di sapere o meno, si può approfondire insieme con lui aspetti razionali ed emotivi del tradimento stesso.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

MAMMA SEPARATA VIVE LONTANO DAL FIGLIO PER LAVORO: QUALI CONSEGUENZE?

Come si deve gestire l’affidamento del figlio se la mamma è obbligata ad essere lontana dal bambino anche per lunghi periodi

MAMMA SEPARATA VIVE LONTANO FIGLIO PER LAVORO – Salve, mi chiamo S., ho 27 anni e da poco tempo seguo il vostro gruppo. Ho letto alcune storie che avete pubblicato e se possibile mi piacerebbe raccontare anche la mia per ricevere un riscontro, un’opinione, un supporto per poter andare avanti. Cercherò di essere breve anche se ho tante cose da dire. Fino allo scorso anno ho lavorato in un’azienda vicino alla mia città, ero un commerciale estero e il mio titolare aveva molta considerazione di me…finché non ho scoperto di essere incinta.

Dopo neanche tre mesi di gravidanza ho avuto una minaccia d’aborto e il ginecologo mi ha dato la maternità anticipata. Dunque dovetti smettere di lavorare e stare il più possibile a riposo. Questa situazione ovviamente è andata a scapito del mio posto di lavoro.

Il mio titolare trovó modo di parlarmi e mi fece capire chiaramente che se appena finita la maternità obbligatoria non fossi tornata al lavoro mi avrebbe licenziata. Così nacque mio figlio e allo scadere del suo terzo mese di vita tornai a lavorare trovando un ambiente completamente diverso: venni privata di tutte le mansioni che ricoprivo prima della maternità e non venivo più rispettata ma solamente maltrattata.
Così, sentendomi messa con le spalle al muro e percependo il rischio del licenziamento, cominciai a guardarmi intorno e a cercare un altro impiego. Mandai curriculum su curriculum in ogni dove senza mai ricevere una risposta finché non venni a conoscenza di una selezione che si svolgeva a Milano per andare a lavorare come assistente di volo in Emirates.

Non aspettandomi nulla decisi di provare e partecipai alla selezione. Nel frattempo con il mio compagno le cose non stavano andando a gonfie vele, litigavamo spesso, lui non si fidava di me perché ogni volta che un amico o un vicino di casa o un uomo mi scriveva un semplice “come stai” diventava una tragedia.

Con il passare dei giorni Emirates mi chiama dicendomi che ero stata selezionata e mi invia il contratto di lavoro. Avendo bisogno di lavorare per poter mantenere mio figlio decisi, con gran sacrificio, di accettare il contratto e così a luglio, seppure a malincuore, partii per Dubai vedendomi costretta ad allontanarmi da mio figlio che allora aveva solamente nove mesi.

Questa mia decisione non ha fatto che peggiorare le cose tra me e il mio compagno, il quale ha cominciato a far leva sul fatto che avessi preso la decisione di mia spontanea volontà senza chiedere il suo parere, rinfacciandomi più e più volte di aver abbandonato mio figlio, ripetendomi che non ero una buona madre e così via.

Queste cattiverie gratuite mi hanno sempre ferita dentro in quanto mio figlio è tutto per me e se ho accettato questo lavoro l’ho fatto solo ed esclusivamente per lui, per mettere da parte dei soldi in previsione di un futuro insieme a mio figlio, e per dare una svolta al mio curriculum in quanto convinta che un’esperienza del genere avrebbe potuto aprirmi nuove strade in Italia.

Ora io e il mio compagno, per queste ragioni, non stiamo più insieme. In questo momento è il padre di mio figlio che si sta prendendo cura di lui assieme ai suoi genitori. Prima di partire per Dubai vivevamo insieme in un appartamento in affitto. Dopo il mio trasferimento ha voluto portare la residenza del bambino nella casa dei suoi genitori dove tuttora sta vivendo e come se non bastasse, il mio ex compagno ha preteso di organizzare un incontro con degli avvocati e una psicologa dell’età evolutiva perché sostiene che il bambino vada tutelato in una situazione così “anomala”.

Per nulla d’accordo sul ricorrere a questi mezzi ho comunque accettato di presenziare all’incontro e di seguito riporto ciò che è venuto fuori. Premesso che il mio lavoro mi permette di tornare in Italia in media ogni mese e mezzo per una settimana, secondo la psicologa le mie comparse e scomparse con il bambino devono essere graduali, ad esempio il primo giorno non posso passare più di 4 ore di tempo con mio figlio, il secondo giorno 5 ore e così via per poi ti diminuire il tempo a pochi giorni dal ritorno a Dubai.

Non posso portare il bambino a dormire con me perché sarebbe meglio che dormisse a casa sua, nel suo lettino. Non posso portare mio figlio con me a Dubai né può venire a trascorrere le vacanze da me finché non avrà compiuto almeno tre anni (ora ha 17 mesi). Questi sono i punti principali su cui la psicologa ha insistito.

Venendo alla relazione con il mio ex compagno, è possibile un riavvicinamento con lui solo e solo se cambio radicalmente il mio modo di essere e di comportarmi: in altre parole dovrei licenziarmi, tornare in Italia (dunque lasciare qualcosa di certo per l’incerto) mandando all’aria il sacrificio di 8 mesi spesi all’estero alla ricerca di un futuro migliore per me è per mio figlio, tornare in Italia senza un lavoro, senza un compagno e senza soldi per poter crescere un figlio; allontanarmi da mia madre (Lorenzo, il mio ex, mi ha sempre condannata per essere molto legata a mia madre, la quale la definisce una persona “frustrata” e che mi ha rovinato la vita (io mi chiedo qual è quella figli che non parla e non si confida con sua madre); dovrei smettere di rispondere a qualsiasi persona di sesso maschile, amico, vicino di casa o pretendente che sia.

Insomma queste le condizioni per poter tornare insieme al mio ex compagno, dovrei trasformarmi completamente in un’altra persona. Ora io mi chiedo: dopo tutte le cattiverie e il male che mi ha fatto, ne vale la pena? Premesso che per me mio figlio è tutto, qual è il bene di mio figlio?

Tornare con lui e far pesare le tensioni che abbiamo sul nostro bambino o sarebbe meglio ricominciare una nuova vita con un altro uomo in grado di farmi stare bene? Ma soprattutto, quanto espresso dalla psicologa ha un fondamento, o anch’io ho diritto a stare con mio figlio? Io sto cercando di fare di tutto pur di avere mio figlio al mio fianco ma ogni tentativo sembra vano.

Sto cercando persone che a abbiano un background simile al mio per sapere se ho delle chance per avere mio figlio con me. Questa è la ragione principale che mi ha spinta a contattarvi, vorrei un parere in merito e possibilmente dei consigli su come agire allo scopo di ottenere l’affidamento di mio figlio. Che posso fare?

È vero che la scelta che ho fatto può costituire un trauma per il bambino perché non abituato ad avere una mamma con sé? È vero che la lontananza da lui può avere effetti catastrofici sulla sua crescita? Che posso fare per far sí che il bambino cresca sicuro di sé, felice e forte? E che posso fare io come madre per averlo il più possibile con me?

Che posso fare per avere mio figlio? Non penso di essere l’unica al mondo ad avere un figlio ma lavorare lontana da lui. Vi prego aiutatemi, vorrei sapere come posso muovermi e quali gli effetti e le conseguenze della mia lontananza sul bambino. In fondo é per lui che sto facendo questo sacrificio (che spero porti i suoi frutti i n futuro) e comunque mi connetto su Skype quasi tutti i giorni (orari di lavoro e fuso orario permettendo) per parlare con lui affinché mi riconosca, mi veda e mantenga il contatto con me. Grazie mille per l’attenzione e spero vivamente che possiate darmi una mano in questo senso.
Lei mi pone tutta una serie di domande, fra cui molte su suo figlio, che meritano ben altro spazio ed approfondimento di quello di una consulenza online. Per quanto riguarda suo figlio la invito a confrontarsi maggiormente colla psicologa dell’età evolutiva e ad esprimere a lei le sue perplessità . In linea di massima posso dirle che un bambino piccolo si avvantaggia di una continuità della presenza e delle cure materne , ma ciò non toglie che non si possa mediare in tal senso.

Per quanto riguarda il suo compagno ritengo che le sue scelte professionali non debbano essere condizionate dal suo partner ma semplicemente essere oggetto di confronto con lui. Fermo restando che spetta a lei la decisione ultima sulla sua vita. Faccia quello che sente anche se fare quello che sente significa effettuare rinunce e sacrifici in altri campi.

COSA FARE SE LEI E’ INDECISA TRA NOI E L’EX

Una crisi della relazione può portare la compagna a ripensare al suo ex e a mettere in discussione un rapporto lungo

COSA FARE SE LEI STA PENSANDO DI TORNARE CON L’EX – Buongiorno, sono qui a scrivere per raccontare la mia storia e capire… 6 anni fa mi innamorai di una mia amica questa amica aveva vissuto una storia di 10 giorni con un mio amico, ma lui poi se ne ando con un’altra e finì male comunque …

per due anni sono stato dietro a lei facendo mille gesti per cercare di conquistarla ma lei era restia poi però, dopo due anni, ci siamo messi insieme ed è iniziata una bellissima storia d’amore con mille complicità attenzioni… mi amava e io amavo lei.. una storia durata 4 anni e lei dopo due anni già cominciava a parlare di sposarsi, ma io avevo paura.

Per due anni le dissi di no, forse, non lo so poi è subentrata la crisi e ormai sembrava quasi che non eravamo nemmeno fidanzati. Lei per due anni piangeva, ma non davanti a me e io davo priorità ad altro finchè un giorno lei con le lacrime agli occhi mi ha detto tutto ed io mi sono sentito male… ho reagito subito, sentivo che stavo perdendo la donna della mia vita.

Ho cercato di fare tutto il possibile, persino la promessa di matrimonio, poi una scoperta bruttissima: ai primi di giugno 2013 sentivo che qualcosa non andava e così ho scoperto che lei si sentiva con questo mio ex amico via facebook senza dirmi nulla. Quando l’ho saputo ero a pezzi e l’ho chiamata e ci siamo visti.

Lei si è messa a piangere dicendo che mi aveva perso e che aveva sbagliato, io mi sono sentito in colpa per averla trascuarata e l’ho abbracciata e poi mi ha detto di dormire a casa sua perchè se me ne fossi andato non mi avrebbe più rivisto..

Così feci anche se con molto dolore le cose per qualche giorno sembravano migliorare ma poi lei è caduta in confunsione, una confusione durata per dieci mesi.. dove ricevevo boh e non lo so come risposta, ma anche: “a lui gli voglio bene”. Sono stati dieci mesi di infiniti messaggi e litigate.

Lei tiene a me ma tiene anche a lui e io non ce la faccio più! Ora mi sono allontanato definitivamente anche se lei mi cerca e mi dice: “Il futuro lo vedo con te ma per ora è così”… dall’altra parte c’è quest’altro che gli sta parlando di futuro insieme ecc, é un tipo che crede nel principe azzurro e nell’amore vero. Io ho provato a dirlgi che sta paragonando 10 giorni con una storia di 4 anni e un matrimonio.

Lui nel periodo di crisi le ha dato ciò che non davo io, ovvero lo scherzo, la spensieratezza. Io ho 30 anni e lei 27. Le ho raccontato in sintesi la storia. Che ne pensa e che mi consiglia?

Ritengo che la sua compagna debba approfondire il perché di questo ritorno di fiamma per un suo ex. Non significa necessariamente che lo ama ancora ma potrebbe essere un momento di crisi individuale o di coppia. Bisogna fare chiarezza, stare ancora nell’incertezza dopo 10 mesi non aiuta certo la vostra relazione. Non bisogna forzarla a prendere una decisione ma ad approfondire e  fare chiarezza.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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COME SEPARAZIONE E DIVORZIO POSSONO INFLUIRE SULLA NOSTRA SALUTE FISICA

La separazione è un evento traumatico così come il divorzio, per questa ragione il fisico spesso risente di questo momento doloroso

L’impatto sulla salute di separazione e divorzio

La correlazione fra corpo e psiche è stata ampiamente dimostrata dalle varie scienze che s’interessano di questi ultimi. E’ stato dimostrato che eventi a forte impatto emotivo, quali possono essere separazione e divorzio, impattano sul benessere psicologico che a sua volta si riverbera sul benessere fisico. Tale influenza può avvenire attraverso due modi diversi.

Prolungati stress emotivi e psicologi che accompagnano eventi esistenziali quali separazione e divorzio tendono ad abbassare le difese immunitarie e predispongono quindi a patologie fisiche di vario genere.

L’altra modalità consiste nel somatizzare lo stress, la rabbia, il dolore e l’ansia che accompagnano separazione e divorzio. Vale a dire che queste emozioni negative in aggiunta e/o in sostituzione di manifestazioni psicologiche assumono manifestazioni somatiche quali disturbi cardio-circolatori, muscolari, gastrointestinali e altre forme di somatizzazioni. E’ evidente che è il vissuto e la gestione della separazione e del divorzio che influenza il benessere psicologico e conseguentemente quello fisico.

Cercare di vivere e di gestire alla migliore separazione e divorzio quindi permette di evitare ripercussioni anche sul piano fisico.
“Pensieri più felici producono necessariamente una biochimica più felice, un corpo più felice e più sano. È stato dimostrato che i pensieri negativi e lo stress esercitano una grave azione di degrado sul corpo e sul funzionamento cerebrale, dato che i nostri pensieri ed emozioni riassemblano, riorganizzano e ricreano costantemente il nostro corpo. “John Hagelin

 

Dott. Roberto Cavaliere

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PERCHE’ LE DONNE CERCANO UOMINI PIU’ GIOVANI

Sono sempre più numerose le coppie in cui è la donna a essere la più grande di età, ma da cosa dipende questo fenomeno? Cosa cercano le donne in un uomo più giovane?

Perché le donne vogliono partner giovane

Sono diverse le motivazioni che spingono una donna a cercare un partner più giovane e inizierei escludendo quella più ovvia: la ricerca di una relazione madre-figlio. Quest’ultima tipologia è da scartare perché retaggio più di una concezione popolare piuttosto che corrispondente a un vero vissuto.

Invece le reali motivazioni sono quasi le stesse che portano anche un uomo a scegliere una donna più giovane. Innanzitutto c’è un desiderio narcisistico disentirsi ancora giovani, belle e seduttive attraverso la conquista del partner più piccolo d’età. Segue un desiderio di godere della leggerezza, della spontaneità e dello slancio vitale che un partner più giovane può offrire rispetto a un coetaneo o rispetto a un uomo più anziano.

Inoltre l’uomo adulto avendo perso un po’ di virilità agli occhi del femminile non rappresenta più un punto di riferimento per cui qualsiasi sia l’età anagrafica dell’uomo agli occhi della donna non fa molta differenza, tanto vale cercare l’esuberanza del giovane rispetto all’essere pantofolaio del coetaneo o dell’uomo più maturo. Questa ricerca è maggiormente accentuata alla fine di una relazionedopo una separazione. La delusione che segue tali eventi può portare alla ricerca di altro. Si tende a vedere nel partner giovane una maggiore lealtà e fedeltà.

In tale tipo di ricerca si potrebbe nascondere anche un desiderio di maggiore controllo sulla relazione che potrebbe essere possibile attraverso la differenza d’età. Ma la ricerca di un uomo più giovane da parte di una donna trova una forte opposizione sociale nella cultura, non è accettata e il più delle volte perseguita dai familiari. Ed ecco che una relazione che dovrebbe dare gioia, dopo un primo periodo idilliaco iniziale può comportare diverse problematiche in seno alle famiglie d’origine.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COME EVITARE LA SEPARAZIONE DOPO ANNI DI CONFLITTUALITA’

Sebbene ci siano dei conflitti, può anche darsi che uno dei coniugi abbia voglia di riprovarci ma come può convincere l’altro?

Superare la conflittualità di coppia

Mi sto separando da mia moglie dopo anni di conflitto. La separazione è stata chiesta da mia moglie, io non vorrei separarmi poiche sento di volerle ancora bene e anche per salvare una famiglia composta da 2 bambini vorrei una consulenza per salvare il matrimonio in quanto ritengo che i nostri conflitti siano derivati da problemi di incomunicabilità e oppositività di entrambi. Problemi questi ultimi derivanti da situazioni banali e che nel corso degli anni si sono ingigantiti a causa del nostro reciproco atteggiamento. Inoltre il nostro rapporto è stato notevolmente danneggiato da divergenze in merito all’educazione dei bambini ( ne abbiamo 2 dei quali uno è affetto da Asperger, l’altro è ipercinetico).

il peso che abbiamo sostenuto nel portar avanti i due bambini, secondo me ha influito negativamente sul nostro rapporto a tal punto da negarci degli spazi di svago. Volevo un aiuto sul modo per poter riprendere il rapporto che è durato da 24 anni e che oltre tutto ha anche interessato in modo negativo tutta la famiglia, la quale ha passivamente accettato la decisione di mia moglie. Inoltre il problema è stato reso più difficile dalla presenza di un altro uomo.

Sottolineerei  “il problema è stato reso più difficile dalla presenza di un altro uomo.” Tenderei di approfondire il ruolo di questo terzo per capirne il reale impatto sulla vostra crisi di coppia. Inoltre, in quasi ogni coppia ci sono problemi d’incomunicabilità e di conflittualità ma lo spartiacque vero e proprio è rappresentato dalla volontà comune di superare tali problematiche. Provi a chiedere a sua moglie un confronto sia sul ruolo del ‘terzo’ che sulla volontà di superare le problematiche che man mano si sono presentate . Tali domande però non vanno poste con tono ‘inquisitorio’ ma come richiesta di chiarimento e con un ascolto il più possibile empatico.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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UNA RELAZIONE PLATONICA E’ TRADIMENTO?

Cosa fare se si scopre che il coniuge ha intrattenuto per mesi una relazione platonica con un’altra donna

Relazione platonica è come un tradimento

Mio marito si sentiva al telefono da sei mesi con una donna più grande di lui, lei ha iniziato ha tempestarlo di telefonate. Lui sentito da mia madre a parlare con lei ha negato tutto solo con i tabulati telefonici in mano ha confessato. Lei dice che lui parlava di me che mi ama e mi adora e delle sue figlie. Anche lui dice che stava bene se parlava con lei ma come amica. Per me è un tradimento e non riesco a perdonare

 

Al di là delle motivazioni addotte dall’una e dall’altra parte è quello che sente lei che è rilevante. Se lei si sente tradita significa che è stata tradita e solo attraverso un riconoscimento del tradimento da parte di suo marito è possibile iniziare il lungo percorso che porta dalla scoperta del tradimento al perdono. Non si può perdonare chi non ammette di aver sbagliato.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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UNA COTTA PUO’ ESSERE PASSEGGERA O SEGNA LA FINE DEL MATRIMONIO?

E’ possibile che un invaghimento sia il sintomo della crisi coniugale ormai irreversibile?

Una cotta può mettere in crisi il matrimonio?

Ho sempre pensato di amare mio marito e credo che sia ancora così, tuttavia ho conosciuto un uomo per via di un lavoro e non riesco a togliermelo dalla testa. Secondo lei è una cosa passeggera? O forse vuol dire che c’è qualcosa che non va nella mia relazione?

Può capitare di provare un infatuazione per un’altra persona pur continuando ad amare il partner principale. L’amore è un sentimento duraturo e progettuale, mentre la passione e/o l’infatuazione ha natura transitoria e non progettuale. Solo se dovesse trasformarsi in qualcosa di più intenso e duraturo è il caso di chiedersi se qualcosa non và nella relazione ufficiale.

 

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COME IMPEDIRE CHE IL FIGLIO ADOLESCENTE SI ALLONTANI

Uno dei timori dei genitori separati (e non solo) è che lo scontro che si genera nel periodo dell’adolescenza rovini il rapporto con i figli, cosa fare?

I litigi con il figlio adolescente

Salve, è qualche tempo che non riesco ad avere più dei buoni rapporti con mia figlia. E’ piccola, ha 12 anni e ultimamente litighiamo per tutto, è molto disobbediente e così via. Siccome sono una mamma single ho paura che si allontani e che sia impossibile recuperarla e magari così potrebbe correre dei rischi. Dove sto sbagliando? Cosa posso fare?

Lei definisce sua figlia piccola, ma avendo 12 anni sta entrando nella fase adolescenziale caratterizzata dall’esigenza di disubbidire ed essere conflittuale per avviare un processo di svincolo dalle figure genitoriali. E’ naturale che lei essendo single temi ancor di più questo allontanamento ed entri in ansia. Cerchi di mantenere il dialogo con sua figlia mantenendo allo stesso tempo anche il ruolo genitoriale seppur con una maggiore flessibilità.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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PERCHE’ GLI UOMINI IMPEGNATI PROVANO A RIMORCHIARE ALTRE DONNE

Cosa spinge un uomo fidanzato o sposato a tentare di rimorchiare altre donne anche se non ha intenzione di lasciare la partner?

Perché gli uomini impegnati rimorchiano le altre?

So che non sono né la prima né l’ultima, ma sono stata rimorchiata da un uomo che mi ha fatto una corte serrata salvo scoprire che è super impegnatissimo. La mia domanda è: ma perché agire in questo modo e coinvolgermi se poi tanto tutto si risolve in nulla?

 

Semplicemente si è imbattuta in un seduttore narcisista il cui unico obiettivo e collezionare quante più conquiste è possibile al fine di alimentare il proprio io. Una volta raggiunto l’obiettivo avanti la prossima. E’ una tipologia di uomo che non ama nessuna delle donne che conquista perché troppo impegnato ad amare solo se stesso.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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