COSA FARE SE IL MARITO E’ MAMMONE

Come comportarsi se il marito è un mammone che dipende emotivamente dalla famiglia per cui è legatissimo a nostra suocera

Cosa fare marito mammone

Spesso capita che uno dei due partner non abbia tagliato il cordone ombelicale con la famiglia di origine. Quest’ultima finisce col rappresentare il “terzo” nella coppia e come ogni terzo può essere ‘comodo’ o ‘incomodo’.

Riconoscere se la dipendenza dalla famiglia è destabilizzante o meno per la coppia, vale a dire se è una dipendenza ‘comoda’ o ‘incomoda’ è un passaggio necessario per capire che cosa fare.

  • DIPENDENZA COMODA –Se è una dipendenza ‘comoda’ vale a dire che è una dipendenza che è subentrata solo poi alla relazione di coppia, essa può rappresentare una via di fuga da un rapporto di coppia che non è più percepito soddisfacente. In questo caso bisogna recuperare una vita di coppia e un modo di stare insieme maggiormente soddisfacente per entrambi.
  • LEGAME MADRE – FIGLIO –Se la dipendenza è ‘incomoda’, vale a dire illegame psicologico che uno dei due elementi della coppia conserva con la famiglia d’origine prescinde dalla relazione stessa, è una sorta di svincolo che non è avvenuto neanche col matrimonio, allora bisogna intervenire individualmente.
  • SMETTERE DI ESSERE MAMMONE: LE FASI –Il primo passaggio da fare è prendere consapevolezza e farla prendere. Potrebbe sembrare ovvio e semplice ma non è così. Le persone il più delle volte non sono consapevoli dei propri meccanismi relazionali, tendono a giustificarli, a ricondurli a tratti caratteriali.

Prendere consapevolezza è il fondamento affinché possa poi iniziare un processo di svincolo psicologico dalla famiglia d’origine. Per favorire questo processo mai puntare il dito contro l’altro perché si rischierebbe solo di rafforzare ulteriormente la dipendenza perché chi si sente ‘puntato’, tenderà a difendersi.

Comunicare e dialogare, invitare a riflettere queste sono le modalità per aiutare l’altro a consapevolizzare. Se ci riesce a fare questo, il resto viene naturale, lo svincolo si attua e la dimensione coniugale ritornerà nella sua pienezza.

Se invece l’altro dovesse essere sordo a ogni tentativo di dialogo in tal senso, allora bisogna prendere atto di tale rifiuto, accettare di essere dipendente e valutare se si tollera e si può tollerare nel tempo tale situazione e nel caso di risposta negativa arrivare anche a mettere in discussione la propria relazione.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

LA TERAPIA PSICOLOGICA PER I BAMBINI DOPO IL DIVORZIO DEI GENITORI

Come funziona la terapia psicologica per i figli che non riescono ad affrontare serenamente il divorzio dei genitori

TERAPIA PSICOLOGICA BAMBINI DOPO DIVORZIO – Un divorzio può rappresentare un evento traumatico per i figli che potrebbe precipitarli in una situazione di profonda crisi dove la sola buona volontà e/o il solo buon senso dei ragazzi stessi e dei genitori non basta. Sempreché ci sia la buona volontà dei genitori stessi, perché quest’ultima spesso manca.

AIUTARE I GENITORI – Ed ecco che in questi casi si rende necessario un aiuto esterno: quello dello psicologo. In cosa consiste quest’aiuto? Innanzitutto l’aiuto dello psicologo inizialmente deve essere indirizzato alla coppia genitoriale al fine di aiutare, poi, meglio i figli. A tal riguardo il più delle volte la richiesta di un sostegno psicologico non arriva direttamente dai ragazzi ma da uno dei due genitori.

Spesso questa richiesta d’intervento nasce come una sorta di atto d’accusa da parte di uno dei due genitori nei confronti dell’altro: il ragazzo sta male perché l’altro ha voluto il divorzio, perché il genitore affidatario non assolve appieno la sua funzione educativa e affettiva e via dicendo.

PLACARE IL CONFLITTO – Cercare da parte dello psicologo di dirimere almeno in parte lo stato di conflitto a tal riguardo nella coppia genitoriale è un passo essenziale per aiutare i figli dopo. L’aiuto che lo psicologo può dare ai figli si sostanzia in due passaggi principali: ascolto e rilettura del divorzio. I figli vanno soprattutto ascoltati in maniera empatica.

Spesso questo è mancato da parte della coppia genitoriale e purtroppo lo psicologo deve assolvere questa funzione: ascoltare l’emozioni dei figli, il loro dolore, la loro rabbia, le loro ragioni, le loro considerazioni. Dopo aver fatto unprofondo lavoro d’ascolto, si prova a rielaborare tutti insiemi, terapeuta, figli e poi anche i genitori, questo profondo contenuto emotivo che è emerso in terapia: conoscere per poi superare.

Si prova a fornire chiavi di lettura diversa del divorzio che potrebbero portare ad accettare quest’ultimo da parte dei figli come un evento necessario nella vita della coppia coniugale e che quest’ultima rimane e rimarrà coppia genitoriale per sempre.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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VALE LA PENA ASPETTARE UNA PERSONA?

Ha senso aspettare anche per lungo tempo che una persona decida se tornare insieme oppure no?

VALE LA PENA ASPETTARE UNA PERSONA ?

Buonasera. Io ho 34 anni e mia moglie 32. sposati da 6 anni con un bambino di 5. Fidanzati da 17 anni. abbiamo passato una vita insieme,abbiamo fatto tutte le cose a suo tempo e senza forzature.

Nel 2006 siamo andati a convivere. Poi nel 2007 ci siamo sposati e nel 2008 abbiamo deciso di avere un figlio. Ora il nostro bambino è splendido in tutti i sensi,ma quando è nato ci ha fatto veramente diventare matto in quanto per 17 mesi non ha praticamente mai dormito. Io sono stato spesso via per lavoro, pur pensando di essere vicino a mia moglie e lei si è sentita sola e abbandonata.

Due anni fa, apparentemente dal nulla, mi ha detto di essere in crisi con me. Poi per due anni abbiamo tirato avanti, siamo andati da uno psicologo di coppia ma nulla da fare. Lei non è più quella. Si è chiusa a riccio. Un mese fa la decisione di prendersi del tempo per riflettere. Per non far soffrire il bambino, lei rimane a casa mia (regalo dei miei genitori) e davanti al piccolo cerchiamo sempre di essere sorridenti.

Lo posso vedere quando voglio senza problemi. Per quello non ci sono veramente problemi di vendette o altro. Il problema che lei dice che non sia detto che sia finita tra noi, che non rimpiange un solo istante con me ma lei non vede la famiglia, lei non sente il bisogno di avermi accanto.

Premetto che lei ha vissuto la separazione dei suoi genitori quando era piccola con non pochi problemi. Ora non so cosa devo fare. Le ho detto più volte che vorrei riprovare, che la amo che entrambi abbiamo commesso diversi errori ma insieme possiamo risolvere il problema. Lei dice che è presto. Sono passate tre settimane. Cosa devo fare? Forzare nel senso o stiamo insieme o è finita o aspettare? se devo aspettare…per quanto?
In amore le forzature non hanno senso. Ognuno deve fare quello che sente. Lei sente di aspettare ? Se sente di aspettare lo faccia tenendo presente che la sua attesa deve avere un limite perché la crisi di sua moglie potrebbe durare nel tempo. In questi casi porsi dei limiti a quello che si è disposti a fare per salvare il proprio matrimonio è la cosa più saggia da attuare.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COSA FARE SE IL MARITO TRADISCE PER RIPICCA

Un tradimento può nascere anche dal senso di frustrazione in un rapporto, scopriamo cosa fare se il marito ci tradisce per ripicca

COSA FARE SE IL MARITO TRADISCE PER RIPICCA – Salve, vorrei chiedere un parere riguardo una questione riguardante il mio matrimonio, e più nello specifico riguardo l’atteggiamento che dovrei adottare nei confronti di mio marito. Stiamo insieme da più di dieci anni e un paio di mesi fa lui mi ha confessato diversi tradimenti da parte sua nel corso degli ultimi 5 anni.

Al momento stiamo ancora insieme, abbiamo deciso di voltare pagina ed andare avanti, lui mi ha confessato tutto perchè vuole cambiare atteggiamento, a seguito di un mio cambiamento. Io avevo sviluppato nel corso degli ultimi anni una specie di avversione nei suoi confronti, dovuti ad atteggiamenti suoi e miei, e piano piano lo ho allontanato da me, ma non è questo il problema, perchè comunque sto già affrontando un percorso personale e sto cercando di risolvere le mie questioni.

Lui è comunque rimasto con me tutti questi anni nonostante non ci stesse più bene, perchè comunque mi ama, e questo lo ha portato a provare rancore nei miei confronti, quindi per “sfogare” la sua rabbia mi ha tradita diverse volte. Da parte mia c’è stata rabbia, frustrazione, rancore e tristezza quando ho scoperto tutto, ovviamente, ma sto superando abbastanza bene il tutto, e sto facendo il possibile per non scaricare su di lui queste mie emozioni negative.

Dopo tanto parlarne è appunto venuto fuori questo: lui non voleva comportarsi così, però si è in qualche modo sentito spinto dai miei atteggiamenti a farlo, ed ora prova rabbia nei miei confronti quando parliamo della questione, quando gli chiedo chiarimenti o dettagli delle sue relazioni, perchè è diventato una persona che non voleva diventare.

La mia richiesta riguarda lui, non so bene che atteggiamento avere nei suoi confronti, temo di scatenare la sua rabbia, ma allo stesso tempo credo che dovrebbe affrontarla per superarla. Vorrei avere un suo parere al riguardo, è giusto che lui elabori la cosa interiormente e da solo, oppure è meglio affrontarla, magari facendo un percorso psicologico in coppia?

Ritengo che suo marito debba elaborare la rabbia che prova nei suoi confronti. Non serve solo prenderne atto ma ne vanno ricercate anche le cause più profonde, perché non è stata espressa a suo tempo e via dicendo. Per effettuare ciò è necessario prima una psicoterapia individuale e successivamente una psicoterapia di coppia per gettare le basi di un nuova modalità di stare insieme.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COSA FARE SE SI VIENE LASCIATI SENZA MOTIVO

Come comportarsi se il partner vuole lasciarci apparentemente senza motivo e senza darci alcuna spiegazione riguardo la ragione per cui vuole mettere fine al matrimonio

LASCIARSI SENZA MOTIVO – Buongiorno, mia moglie dopo 15 anni di matrimonio vuole separarsi, dice di non avere altre relazioni e quindi dato che non siamo una coppia che litiga spesso non capisco il reale motivo.

La nostra vita è stata piena di sacrifici, ma io ho lavorato molto per non far  mai mancare nulla ne a lei ne alle nostre due figlie di 7 e 11 anni, vorrei avere l’aiuto di uno specialista che possa aiutarci a capire quale sia la strada da seguire e capire se il rapporto non è più recuperabile.
Non è detto che per separarsi bisogna necessariamente avere altre relazioni e/o essere una coppia conflittuale. Le motivazioni di sua moglie potrebbero essere strettamente personali e prescindere dallo stare bene o meno in coppia. Piuttosto inviterei sua moglie ad esplicitare tali motivazioni o a consapevolizzarle se non l’ho avesse già fatto. Solo in seguito a tali processi valutare se si può recuperare o meno il vostro matrimonio.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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MOMENTO SBAGLIATO PER DIRE “TI AMO”

Qual è il momento sbagliato per dire ti amo e quali sono le conseguenze di dire ti amo nel momento in cui l’altro non se lo aspetta o non vuole

MOMENTO SBAGLIATO PER DIRE TI AMO

Mi è capitata una cosa che non credo abbia precedenti e per questo chiedo il parere dello psicologo. Da qualche mese vivo una storia con un uomo; si è sempre trattato di un rapporto litigioso, un po’ per incompatibilità caratteriale, un po’ per la distanza.

Lui sembrava molto innamorato, anche se fermo e chiuso sulle sue posizioni quando si litigava. Durante l’ennesima discussione, fatta come sempre di rinfacci reciproci, mi ha detto: “tu non mi hai mai detto “ti amo””. Questo mi ha sconcertato non poco, perchè non corrisponde a verità: gli ho detto di amarlo ben due volte in quei momenti speciali in cui si è in intimità, occhi negli occhi e per me è stato importante e credevo lo fosse stato anche per lui.

Mi guardava, eravamo vicini e ora non lo ricorda? Ma si può? Tra l’altro prima me l’aveva detto lui e poi io, in risposta: “Ti amo anch’io”. Ma ricorda solo le sue parole e non le mie! Ora mi chiedo: come può non ricordare quanto gli ho detto subito dopo? A me sembra inverosimile! Aldilà del significato che uno può attribuire a queste parole, come si può non ricordare che siano state dette, visto tra l’altro che si tratta di momenti in cui si è soli, vicini, intimi?

Io me ne ricorderei anche se me l’avesse detto uno di cui non mi importava, figuriamoci se dette da uno a cui tengo, come lui dice di tenere a me! Esiste altra spiegazione che non sia il mio naturale pensare che non gliene frega niente e che è un superficialone? Ma anche questa versione non mi convince, perchè ammesso che uno non dia importanza alla cosa, comunque se ne ricorda!

Può esistere, che ne so, una forma di rimozione? Ma poi, per ben due volte? Sono sconcertata. Questa rivelazione ha un effetto devastante sul nostro rapporto, perchè per quanto mi riguarda crolla ogni presupposto e quanto sembrava ci fosse stato non c’è mai stato. Io il suo ti amo lo ricordo benissimo. Aspetto risposta. 

Potrebbe darsi che due “ Ti amo” detti in risposta ai “Ti amo” dell’altro non siano stati percepiti come spontanei, non detti d’iniziativa ma di replica. Spesso il punto di vista del partner è diverso dal proprio e bisogna accettare tale differenza anche se può sembrare a volte assurda. Piuttosto cercherei di capire la modalità in cui l’altro vuole che venga espresso il sentimento.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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PARLARE AI FIGLI DELLE RAGIONI DELLA SEPARAZIONE

Scopriamo se è saggio parlare ai figli delle ragioni della separazione e in che termini i genitori dovrebbero affrontare l’argomento

PARLARE FIGLI RAGIONI SEPARAZIONE

I figli sono coinvolti al pari dei genitori nella separazione e nel divorzio sia emotivamente sia razionalmente. Quindi diventa necessario parlare loro delle motivazioni per cui si divorzia seppure in maniera filtrata tenendo conto della loro sensibilità e della loro età anagrafica.

CONFRONTO SINCERO – Per loro il divorzio rappresenta una separazione, un piccolo trauma, e parlare delle cause del divorzio può aiutarli a consapevolizzare e a sentirsi più sicuri. Per poterlo fare i genitori devono sentirsi pronti e mettere da parte l’emotività del momento, e con serenità e calma aprire con i figli un confronto sincero e aperto rispondendo a tutte le loro domande in maniera non evasiva.

PARLARE INSIEME CON I FIGLI – L’esplicitazione delle motivazioni del divorzio deve essere accompagnata dalla rassicurazione che tali motivazioni sono inerenti alla coppia coniugale e non quella genitoriale perché quest’ultima non si separerà mai. Inoltre sarebbe preferibile parlare entrambi insieme ai figli proprio a sottolineare la continuità della dimensione genitoriale della coppia.

 

DECIDERE UNA LINEA COMUNE – Laddove non è possibile farlo insieme o i figli pongono domande separatamente ai genitori bisogna adottare una linea comune sulle motivazioni che vengono addotte. Tale tipo di comunicazione non deve essere accompagnato a espressione di emozioni come la rabbia o il dolore e dovrebbe essere sempre adottato il termine ‘noi’ a sottolineare unità d’intenti e di motivazioni

Disparità di motivazioni addotte potrebbe amplificare il disagio dei figli . Per ovviare a ciò è necessario che i due ex coniugi dialoghino prima fra loro e concordino su quello da dire. Se si ha difficoltà ad attuare questi passaggi prendere in considerazione anche di rivolgersi a uno psicologo per farsi aiutare.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COSA FARE SE IL PARTNER NON CAPISCE CHE L’AMORE E’ FINITO

Il desiderio di separarsi può nascere anche solo per uno dei due coniugi, cosa bisogna fare se l’altro non capisce che la relazione è finita?

Partner non capisce amore finito

Il mio compagno non accetta la fine della nostra relazione. Io gli ho già detto che non lo amo più e che non saremo più felici insieme e che non ho modo di innamorarmi nuovamente di lui. Non provo più nulla, nessun desiderio nemmeno fisico. Gli ho introdotto il discorso di una separazione. Purtroppo è quasi come parlare con un muro. Continua a dirmi che se mi impegno le cose andranno bene. Cosa devo fare? Ci sono anche i bambini e vorrei risolvere la cosa con il minimo trauma possibile.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, purtroppo. Per quanto lei voglia motivare le ragioni della separazione suo marito non arriverà mai ad accettarla veramente. Allora, anche se è brutale, serve un taglio brusco e basta.
Gandhi affermava: “Un NO detto con la più profonda convinzione è meglio di un Sì detto semplicemente per cortesia o peggio ancora, per evitare problemi.”

 

Dott. Roberto Cavaliere

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NON SONO PIU’ INNAMORATA MA MI MANCA

Cosa fare quando il sentimento si spegne ma non si riesce a mettere fine alla relazione perché si ha comunque paura di perdere l’altra persona

Salve dottore, Sono una ragazza di 20 anni fidanzata ufficialmente da quasi 5 anni con un ragazzo poco più grande di me. Inizialmente il nostro rapporto era molto bello ma da qualche anno sento che si tiene in piedi solo per abitudine e grande affetto.

Non so se posso propriamente definirmi ancora innamorata o se semplicemente quello che provo per lui è molto molto affettp ma nulla di più. Non trovo più grandi stimoli nello stare con lui e spesso sento che la monotonia e la pesantezza di questo rapporto mi assalgono,  ma quando sono sul punto di mettere fine alla nostra storia improvvisamente vengo sopraffatta dai dubbi e inizio ad immaginare la mia vita senza di lui.

A quel punto l’ansia mi assale e non riesco a non pensare al fatto che lui potrebbe rifarsi una vita con una nuova ragazza o addirittura una famiglia e che a quel punto potrei capire di aver perso tanto e di averlo capito troppo tardi. Quando però stiamo insieme ci divertiamo, scherziamo, ma temo che sia più un rapporto di amicizia che amoroso.

Sono in una profonda crisi, non sò cosa fare, come agire. Lui si è accorto del mio cambiamento e circa un mese fa stavamo mettendo fine alla nostra storia ma poi abbiamo deciso di riprovarci. Spesso inoltre mi capita di pensare che questa situazione sia dovuta in parte anche dal fatto che siamo caratterialmente troppo diversi e che mi stia negando l’opportunità di poter star bene con qualcuno con cui potrei avere molta più sintonia.

Mi è capitato ultimamente di pensare spesso ad un’altra persona conosciuta da poco che caratterialmente, ma anche da un punto di vista prettamente estetico, rappresenta quello che si potrebbe definire il mio prototipo di uomo ideale, anche se non ho alcun tipo di rapporto con lui se non professionale. L’unica cosa di cui sono certa è che voglio un bene infinito al mio attuale ragazzo e alla sua famiglia e che non posso non pensare di loro che siano persone splendide e che raramente capiti di incontrarne di così buone. Mi aiuti per favore, son davvero confusa
La invito a leggere e riflettere sul seguente brano che potrà aiutarla a fare chiarezza.

“L’amore è una pazzia temporanea, erutta come un vulcano e poi si placa. E quando accade, bisogna prendere una decisione. Devi capire se le vostre radici si sono intrecciate al punto da rendere inconcepibile una separazione. Perché questo è l’amore. Non è l’ardore, l’eccitazione, le imperiture promesse d’eterna passione, il desiderio di accoppiarsi in ogni minuto del giorno. Non è restare sveglia la notte a immaginare che lui baci ogni angoletto del tuo corpo.

No, non arrossire, ti sto dicendo qualche verità. Questo è semplicemente essere innamorati, una cosa che sa fare qualunque sciocco.
L’amore è ciò che resta quando l’innamoramento si è bruciato; ed è sia un’arte, sia un caso fortunato. Tua madre ed io avevamo questa fortuna, avevamo radici che si protendevano sottoterra una verso l’altra, e quando tutti i bei fiori caddero dai rami, scoprimmo che eravamo un albero solo, non due. Ma, a volte, i petali cadono senza che le radici si siano intrecciate.
(“Il mandolino del capitano Corelli” – Louis De Bernieres)

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COSA FARE SE LA MOGLIE NON HA PIU’ VOGLIA DI FARE L’AMORE

Dopo 20 anni di matrimonio il desiderio può calare, ma è ingiusto chiedere alla propria compagna di provare ancora attrazione?

COSA FARE SE LA MOGLIE NON HA PIU’ VOGLIA DI FARE L’AMORE

Buongiorno dottore le scrivo per parlare del mio problema, cioè che mia moglie è sempre fredda anche con i figli, sebbene sia comunque una brava mamma, interessata a tutte le loro attività. Siamo sposati da 20 e abbiamo 3 ragazzi di 18-13-10 anni. Io sono molto attratto da lei anche se lei si ritiene non bella perché leggermente in sovrappeso è alta 1,70 per 70kg con una quarta di seno e la cellulite nei soliti punti.

A me piace molto comunque e ai miei occhi è molto sensuale e sexy. Dopo il terzo figlio abbiamo deciso che la nostra famiglia era al completo quindi il ginecologo le ha prescritto la pillola e per 10 anni non è piu andata dal ginecologo e non l’ha smessa. Ha avuto un calo pazzesco del desiderio logicamente e alla fine dopo mille litigi si è decisa ad andarci per un controllo e per fare due chiacchiere sul problema sessuale sorto.

Adesso l’ha sospesa da 5 mesi e la situazione è un po’ migliorata migliorata però resta sempre distaccata. Molto raramente mi viene vicino per un abbraccio o un bacio ed è sempre stata un po’ così. Io l’abbraccio tutte le notti perché ho il desiderio di sentirla, poi delle volte la mano la metto o su un seno o sul monte di venere o su di una natica in base alla sua posizione e lei si irrita.

Sia ben chiaro che non lo faccio perché voglio fare l amore ma perché è la notte l’unico momento in cui ce l’ho vicina tutta per me. Anche quando facciamo l’amore raramente mi bacia, lei parte subito con la solita formula, senza un po’ di fantasia o di creatività e quando le faccio notare la cosa o si mette a ridere o si inalbera dicendo di non rompere.

Io ho anche parlato con lei serenamente per andare da uno psicologo di coppia ma niente e ho parlato con la sua amica che mi ha detto che ogni volta che lei prova a chiederle qualcosa mia moglie cambia discorso. Io posso anche capire che dopo 20 anni ci sia un calo però per me non è cosi e anzi ci dovrebbe essere più affiatamento. Non sono un marito che non fa regali e anche i figli si lamentano un po’ di come è musona. Insomma sono veramente preoccupato e l’amica di mia moglie mi dice che sono un marito da invidiare. Mi può dire se il mio atteggiamento è sbagliato?
L’intimità fisica è importante e necessaria in una coppia e lei fa bene ad insistere non perché debba forzare sua moglie ad averla se non la desidera ma a cercare di capire perché non la desidera o perché ha avuto questo calo del desiderio che dura da così tanto tempo. Ritengo che sia necessario che ancor prima di una terapia di coppia, sua moglie a livello individuale consulti un terapeuta, sempreché sia disponibile a farlo.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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