COME CAMBIA LA VITA DI UN PAPA’ SEPARATO

I cambiamenti che si attuano nella vita di un uomo che dopo dopo la fine del matrimonio diviene un papà separato a tutti gli effetti

La vita di un padre separato cambia maggiormente rispetto a quella di unamadre separata. Quest’ultima rimane con i figli, nella casa coniugale mentre ilpadre separato non lascia solo la moglie ma anche un mondo rappresentato dalla casa coniugale dalla condivisione quotidiana dei figli.

Un papà separato non perde il ruolo genitoriale ma sicuramente perde la quotidianità del proprio ruolo per entrare in una quotidianità diversa a ‘macchia di leopardo’. Con quest’ultimo termine intendo dire che mentre prima dellaseparazione poteva capitare che il papà poteva condividere ogni giorno tanti piccoli gesti come accompagnare i figli a scuola, aiutarli nei compiti, giocare con loro e via dicendo, post-separazione tali attività quotidiane non si perdono del tutto ma diventano episodiche, concordate coll’altro genitore, oggetto di ‘contrattazione’ il più delle volte, si perde la spontaneità e la naturalezza del quotidiano.

Questo implica nel papà separato un vissuto psicologico di ‘esclusione’ dalla vita dei propri figli, di parziale perdita del proprio ruolo genitoriale. Tali vissuti sono superati man mano che il papà separato trova un nuovo equilibrio nel proprio ruolo e nella nuova vita. Ed ecco che ciò che era un limite, la perdita della quotidianità nella vita dei figli, diventa paradossalmente una risorsa.

Perché tutto ciò che non è più un’abitudine, acquista un’intensità e un significato diverso. Accompagnare i figli a scuola, aiutarli a fare i compiti, giocare con loro, dedicargli un week-end e via dicendo acquista una ‘qualità’ genitorialeche non avevano prima sia per il papà sia per i figli.
Non bisogna dimenticare che un papà assente non è quello che non c’è fisicamente ma è quello che abdica al suo ruolo genitoriale.
Per terminare “Non importa chi fosse mio padre; importa ciò che mi ricordo che fosse.
Anne Sexton

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

SE LA FIGLIA E’ GELOSA DELLA NUOVA COMPAGNA DEL PADRE

Cosa fare se la figlia dimostra gelosia per la relazione che il papà separato intrattiene con una nuova compagna

Buongiorno vorrei chiedervi un consiglio. Io e il mio compagno ci frequentiamo da 1 anno e mezzo e abbiamo entrambi un figlio dalle nostre passate relazioni: io ho un bimbo di 4 anni e mezzo, lui una bambina di 11 che ultimamente non molla un attimo il padre standogli sempre attaccata e costringendolo a non avvicinarsi a me …

In un anno e mezzo mai ha avuto un simile comportamento e volevo chiedervi come meglio comportarci anche perchè quando il padre prova a chiederle qualcosa lei dice che va tutto bene e non ammette la gelosia. Nei miei confronti non avvertiamo astio né tanto meno nei confronti del mio bambino col quale gioca tranquillamente e ricerca spesso. Vi ringrazio per l’attenzione e spero in una vostra risposta

Invece è probabile una gelosia da parte della figlia del suo compagno che non viene palesata e di cui forse non è consapevole neanche la bambina stessa. E’ inutile insistere su quest’ultima affinchè abbia un atteggiamento diverso. In considerazione del fatto che ha 11 anni e fra qualche tempo sarà in piena adolescenza è possibile che tale comportamento si stemperi naturalmente . Solo se ciò non dovesse avvenire è opportuno approfondire.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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PAURA DI SEPARARSI PER IL SENSO DI COLPA ANCHE SE INNAMORATA DI UN ALTRO

Cosa fare se è il senso di colpa ad impedirci di separarci anche se abbiamo trovato un’altra persona da amare

Buonasera! Ho 51 anni e sono in crisi con mio marito da più di 7 anni, ho due figli maschi, il grande vive da solo, il piccolo di 19 anni vive con noi, è all’ultimo anno della scuola serale.

Il rapporto con mio marito è molto strano perché evidentemente fra di noi c’e un forte affetto. dico questo perche’ da circa 5 anni io ho intrapreso una relazione con un uomo di cui sono molto innamorata e fino a poco tempo fa ero anche ricambiata nel mio sentimento, tanto e’ vero che sarei dovuta andare a vivere con lui. Nel frattempo però suo figlio di 20 anni ha deciso di vivere con il padre portandosi dietro tutte le problematiche tipiche della sua età.

Io ne ero felice ma purtoppo i miei sensi di colpa nei confronti di mio figlio e di mio marito che vedevo triste e depresso hanno fatto in modo che non riuscissi a prendere una decisione e in più ho rovinato il rapporto con il figlio del mio compagno e, cosa ancor più triste, con l’uomo che amo.

Sono dovuta tornare a casa per seguire un po’ di più mio figlio perché mio marito mi ha detto che non riesce sa solo. A breve avrò la separazione e non so più che fare…sto molto male per la lontananza del mio uomo e non so se avrò più un’altra opportunità, purtroppo non sono nemmeno indipendente avendo lavorato tanti anni per mio marito.

Le chiedo se è giusto dimenticare quell’altra persona e vivere nell’infelicità, pur avendo ben presente il bene per mio figlio. La ringrazio tanto per il suo aiuto

La invito ad approfondire le reali resistenze ad una separazione definitiva da suo marito. Non riesce a farlo effettivamente per suo figlio o in lei c’è una resistenza al cambiamento ? Resistenza al cambiamento che potrebbe essere dovuta a vari fattori quali:

un profondo legame con suo marito di cui non riesce a farne a meno;
sensi di colpa molto profondi;
perplessità sulla relazione con l’altro;
ed altro ancora.
Spesso separarsi, per quanto apparentemente desiderato, non è ciò che si vuole veramente.
 

Dott. Roberto Cavaliere

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COME ACCETTARE LA NUOVA COMPAGNA DI LUI

Come riuscire ad accettare la nuova compagna del nostro ex coniuge senza soffrire troppo di questa nuova relazione

La nuova compagna del proprio ex smuove sempre dei vissuti e delle gelosie indipendentemente che la separazione si sia voluta o si sia subita.Soprattutto se si è subita la separazione, l’arrivo della nuova compagna sancisce la fine definitiva della relazione precedente, la perdita di ogni esigua speranza di un possibile ritorno.

Inoltre ci si confronta di nuovo col fallimento della propria relazione e con la gelosia che a un’altra è offerta una possibilità di un esito positivo dell’unione perduta. Ma anche se si è lasciato questi vissuti, sono presenti seppur in maniera attenuata. La presenza allo stesso tempo di un nuovo partner nella propria vitaaiuta ad accettare meglio l’arrivo della nuova compagna di lui. E’ evidente che se si è rifatti una vita si accetta meglio che anche l’altro se la sia rifatta.

Prendere consapevolezza di tutto ciò è la premessa indispensabile per accettare la nuova compagna di lui. Importante è anche accettare un po’ di gelosia post-distacco che potrebbe essere del tutto naturale in questi casi. Non dimenticare che la fine di una relazione non è un fallimento personale ma solo un eventualefallimento della coppia e che che il vero fallimento sta nel non aver provato a stare insieme.

Quindi l’altra non è e non sarà mai più brava nel vivere la relazione, sarà solo diverso. Non dimenticare che:

“Tutti di solito sono convinti che le persone si separano perché una si è stancata dell’altra, per propria volontà o per volontà dell’altra persona. Ma non è così. I periodi finiscono, come cambiano le stagioni. Semplicemente. È una cosa su cui la volontà individuale non ha nessun potere. Viceversa, si ha la possibilità, fino a quando verrà quel giorno, di godere di ogni momento. Noi, fino all’ultimo, vivemmo nella gioia.”

Banana Yoshimoto

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COME CAPIRE SE VALE LA PENA RIPROVARCI

Come essere certi che valga la pena tentare il tutto per tutto pur di salvare il proprio matrimonio?

Vale sempre la pena riprovarci, ma non ostinarsi a riprovare. In quest’affermazione è sintetizzata la risposta alla domanda del titolo, proviamo adesso a capire perché è utile riprovarci senza però ostinarsi. Partirei per l’analisi da questo brano del sociologo Baumann, tratto dal libro “L’amore liquido”:

TERAPIA DI COPPIA: I DIVERSI APPROCCI PER SUPERARE LA CRISI

“Fino a quando le relazioni sono viste come investimenti redditizi, come garanzie di sicurezza a soluzioni ai tuoi problemi, non c’è via di scampo: testa perdi, croce vince l’altro. La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto sembra fare la relazione sentimentale. In una relazione, puoi sentirti altrettanto insicuro di quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia…
Una volta insinuato il tarlo dell’insicurezza, la navigazione non è mai sicura, ragionata e tranquilla. Senza timone, la fragile zattera della relazione ondeggia tra due nefasti scogli su cui tanti rapporti si infrangono: sottomissione totale e potere totale, accettazione supina e prevaricazione arrogante, rinuncia alla propria autonomia e distruzione dell’autonomia del partner. L’infrangersi contro uno qualsiasi di questi due scogli farebbe affondare finanche una nave in perfette condizioni e con un equipaggio esperto – figuriamoci una zattera con a bordo un marinaio inesperto che, cresciuto nell’epoca dei pezzi di ricambio, non ha mai imparato l’arte della riparazione. Nessuno dei marinai di oggi perderebbe tempo a riparare la parte danneggiata, ma la sostituirebbe con un’altra identica. Sulla zattera delle relazioni, tuttavia, non si sono ricambi disponibili.”

Appunto come afferma Baumann serve un’arte della riparazione che oggi manca nelle relazioni e l’arte della riparazione consiste anche nel riprovarci.

Vale la pena riprovarci:

  •  almeno una volta;
  • Se si è in due a volerlo;
  • Quando il sentimento non si è spento del tutto.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COME CONVIVERE CON UN COMPAGNO SESSO DIPENDENTE

La sesso dipendenza è un problema grande per una coppia, come si può riuscire ad affrontarlo?

Convivere con un compagno sesso dipendente significa, di fatto, convivere con una dipendenza. E’ come tutte le forme di dipendenza la vera relazione è instaurata con l’oggetto della dipendenza (in questo caso il sesso) e non col partner. Bisogna partire da questa considerazione per vedere come convivere con un compagno sesso dipendente.
Innanzitutto bisogna prendere consapevolezza che il proprio compagno è sesso dipendente e quest’ultimo a sua volta ne deve essere consapevole. Tale consapevolezza potrebbe sembrare ovvia ma il più delle volte non lo è. Spesso si attribuisce la dipendenza dal sesso solo ad un livello più elevato di testosterone.

Presi entrambi atto di tale consapevolezza bisogna sostenersi e aiutarsi a vicenda prendendo in considerazione anche la possibilità di un sostegno e/o aiuto esterno. Nel frattempo se il partner non prende consapevolezza di avere una dipendenza e non fa qualcosa per superarla bisogna porre un limite alla possibilità di convivenza con un tale partner.

Tutto ha un limite e un limite va messo anche alla dipendenza dell’altro, altrimenti si sta ‘amando troppo’ come direbbe la psicologa americana Norwood di cui invito a riflettere sul seguente brano:

“Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo. Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un’infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.

Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo. Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.
Amare troppo è calpestare, annullare se stesse per dedicarsi completamente a cambiare un uomo “sbagliato” per noi che ci ossessiona, naturalmente senza riuscirci.”

 

Dott. Roberto Cavaliere

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EDUCAZIONE FIGLI: COSA FARE SE I GENITORI SONO IN DISACCORDO

Educare i figli se mamma e papà non sono d’accordo sullo stile educativo è difficile, scopriamo come superare il problema dell’avere approcci differenti

Essere in disaccordo con l’ex coniuge sull’educazione dei figli è abbastanza comune dopo le separazioni. Che cosa fare? Innanzitutto bisogna capire se il disaccordo è precedente o meno alla separazione. Come coppia genitoriale si era già in disaccordo prima o è solo successivo alla separazione? Rispondere a tale domanda è fondamentale per decidere il da farsi.

Infatti, spesso lo stato di conflitto come genitori è precedente al matrimonio e potrebbe essere la causa o una delle cause della separazione stessa. In questo caso la coppia pur non essendo più coppia coniugale continua a essere coppia genitoriale e conseguentemente il conflitto in tal senso non solo non si risolve ma potrebbe anche accentuarsi.
Se invece tale disaccordo è solo successivo alla separazione, bisogna capire perché nasce. Forse è un modo di trasferire il conflitto dalla coppia coniugale che non esiste più alla coppia genitoriale? I figli diventano uno strumento per continuare a litigare? Per continuare a colpire l’altro? Diventano uno strumento di offesa o difesa?
Diventa necessario rispondere a queste domande per iniziare a superare il disaccordo.
In seguito bisogna prendere piena consapevolezza che la coppia genitoriale continua ad esistere e deve continuare a svolgere la sua funzione educativa.
Se proprio non si riesce a essere in accordo in due, almeno uno dei due genitori deve avere il buon senso e l’umiltà di fare un passo indietro per giungere a un minimo di accordo da cui ripartire per ritrovare una maggiore unità sugli aspetti educativi.
Bisogna ricordarsi e tenere bene a mente che se i genitori si sono separati i figli non si separano e quindi neanche l’educazione deve essere separata.

Dott. Roberto Cavaliere

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PAURA DEL TRADIMENTO SE I GENITORI SI SONO LASCIATI PER INFEDELTA’

Se i genitori si separano per via di un tradimento i figli possono sviluppare la paura di essere traditi a loro volta dal partner

Salve è la prima volta che scrivo ad un sito rivolgendomi ad un esperto, in quanto ho sempre cercato di trovare da me una soluzione. La mia età non rispecchia quelle degli iscritti, ho 20 anni, ma ho bisogno di aiuto.

Mi perseguita come un’ossessione la paura di essere tradita, presa in giro e maltrattata; mentre riesco a controllarmi basta un niente e la situazione mi sfugge dalle mani, stravolgendo il mio benessere mentale e fisico. Sono fidanzata da poco, 7 mesi, e ho paura che questa mia “ossessione” possa danneggiare questa mia conoscenza.

Credo che alla base di tutto questo ci sia la separazione dei miei genitori, avvenuta un anno fa, della quale ne ho risentito molto le conseguenze anche se sono stata una dei tre figli ad appoggiare questa decisione per il benessere dei miei genitori che da anni erano già separati in casa (ognuno dormiva per conto proprio, ecc.).

Avevo condiviso l’idea del divorzio, ma non i vari tradimenti di mia madre verso mio padre. (Premetto che mia madre era per me il pilastro principale della mia vita, era mamma-amica-confidente, tutto! Mentre con mio padre ho sempre avuto difficoltà a instaurare un rapporto più intimo, anche un semplice dialogo senza finire nel litigare).

Quando ho scoperto il comportamento di mia mamma, seguito da altre cose, sono rimasta, a mia supposizione, traumatizzata e mi sono sentita a mia volta tradita. Nel trascorso dell’anno 2013 la figura di “mamma” è venuta sempre meno, lasciando spazio a quello che realmente lei è mostrandolo in diverse occasioni e lasciandomi ogni volta l’amaro in bocca. Da all’ora ho fatto affidamento ad un’amica di famiglia, che a mio malgrado, mi ha tradita anch’essa.

Ho sofferto di attacchi di panico improvvisi, che oggi riesco a controllare; tuttavia non riesco a controllare la mia mente quando i pensieri e le paure prendono il sopravvento. Vorrei affrontarle ed eliminarle facendo sì che non intacchino più il mio rapporto di coppia e lasciandomi vivere le mie giornate e le mie notti in maniera più serena, anche perché tutto questo mi fa diventare diffidente e malpensante nei confronti del mio ragazzo senza alcun motivo. Non so se leggerete questa mia mail ma spero possiate darmi un buon consiglio per aiutarmi. Vi ringrazio in anticipo.

E’ evidente che le esperienze familiari passate hanno contribuito a rafforzare la sua paura di essere tradita. Ciò la porta a non fidarsi, a stare sempre sul chi va là:

Come uscirne ?

Paradossalmente accettando la possibilità di essere traditi, che il tradimento fa parte della vita, che possiamo essere traditi ed a nostra volta tradire, che non c’è forma di controllo che possiamo operare per scongiurare del tutto il rischio di un tradimento. Per arrivare a tale consapevolezza ed accettazione potrebbe essere necessario anche intraprendere un percorso terapeutico.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COSA FARE CONTRO IL CALO DEL DESIDERIO

Scopriamo quali sono i rimedi al calo del desiderio sessuale, uno dei problemi di coppia più sentiti da chi è insieme da ormai tanto tempo

COSA FARE CONTRO IL CALO DEL DESIDERIO

In ogni coppia è naturale che col tempo ci sia un fisiologico calo del desiderio sessuale.
Appunto un fisiologico calo del desiderio e non un ‘psicologico’ calo del desiderio che è tutt’altra cosa. Come fare a distinguere se il calo del desiderio e ‘fisiologico’ e non’psicologico’? Non è facile perché un calo fisiologico è sempre un po’ anche ‘psicologico’.

Ma una possibile risposta su quale tipo di calo possa essere si ritrova nelle modalità che s’individuano per contrastare un possibile calo fisiologico della libido. Andiamo a vedere quali sono queste modalità.

CAUSE DEL CALO DEL DESIDERIO

STRESS – Innanzitutto cercare di contrastare lo stress individuale e di coppia che accompagna la quotidianità della vita individuale e di coppia. Lo stress è nemico della sessualità e si ripercuote sia come calo del desiderio sia sul rapporto sessuale stesso (deficit erettivi, eiaculazione precoce, anorgasmia ecc…).

Il modo migliore per contrastare lo stress e far precedere il rapporto sessuale da un momento di rilassamento individuale e di coppia dove il soggetto e la coppia abbiano il tempo di scaricare la tensione accumulata altrove.

In seguito variare le modalità con cui si consuma il rapporto sessuale. In poche parole non dimenticare di tornare alle origini quando lo si faceva e  quando meno lo si aspettava e dove meno lo  si aspettava. La regolarità e l’abitudine sono nemici della libido.

SEDURRE IL PARTNER

Sedurre se stessi e l’altro. Non dimenticare mai che bisogna piacersi e piacere all’altro. Il desiderio si alimenta della seduzione, non sedurre è il modo miglio di non provare desiderio. Piacersi e piacere all’altro, in altre parole la seduzione è un potente afrodisiaco.

Il tutto può essere riassunto in questo brano della scrittrice erotica Anais Nin:

“Caro collezionista Noi la odiamo. Il sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un’ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all’emozione, all’appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l’intensità. Lei non sa cosa si perde con il suo esame al microscopio dell’attività sessuale, con l’esclusione degli aspetti che sono il carburante che la infiamma.

Componenti intellettuali, fantasiose, romantiche, emotive. Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni. Lo sta facendo appassire, morir di fame, ne sta prosciugando il sangue.

Se lei nutrisse la sua vita sessuale con tutte le emozioni e le avventure che l’amore inietta nella sessualità sarebbe l’uomo più potente del mondo. La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione. Lei sta lì a guardare questa fiammella morire d’asfissia. Il sesso non prospera nella monotonia.

Senza sentimento, invenzioni, stati d’animo, non ci sono sorprese a letto. Il sesso deve essere annaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all’estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino.

Ci sono tanti sensi minori, che buttano come tanti affluenti nel fiume del sesso, arricchendolo. Solo il battito unito del sesso e del cuore può creare l’estasi.”

Anais Nin – Il delta di Venere

Infatti, non dimentichiamo l’elemento più importante. “Solo il battito unito del sesso e del cuore può creare l’estasi.” E quindi riattivare il desiderio.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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DORMIRE IN DUE LETTI SEPARATI FA BENE ALLA COPPIA?

Ci sono coppie che preferiscono dormire in letti separati piuttosto che insieme, ma questo fa davvero bene alla relazione oppure no?

DORMIRE IN DUE LETTI SEPARATI FA BENE ALLA COPPIA

Spesso le coppie, in momenti di crisi, decidono di dormire in camere separate.
Tale decisione può nascere dall’esigenza di prendere una pausa di riflessione, dal fare i separati in casa, da una sorta di punizione da parte di uno dei due nei confronti dell’altro.

QUANDO SOLO UNO DEI DUE VUOLE I LETTI SEPARATI – Partirei proprio da quest’ultima motivazione. Spesso la decisione di dormire in camere separate non è presa di comune accordo ma è un’azione unilaterale. In questi casi rappresentaun modo di punire l’altro, di lanciargli un chiaro messaggio di stato di conflitto e altro ancora, fino a rivestire un vero e proprio carattere pedagogico.

Classico è l’esempio del partner tradito che per punizione per un tradimento o perché profondamente ferito fa dormire il ’traditore’ in un’altra camera.

SEPARATI IN CASA – La decisione potrebbe anche essere presa di comune accordo o in seguito a una pausa di riflessione o come tentativo di fare i separati in casa. In tutti e tre i casi per capire se dormire in camere separate possono davvero aiutare la coppia bisogna capire quanto questa decisione, sia se presa unilateralmente sia in coppia, sia stata discussa, motivata, oggetto di approfondimento.

Ed anche durante il periodo di ‘separazione’ questo processo di discussione, di analisi, di approfondimento deve essere fatto. Altrimenti il dormire separatirimane uno sterile tentativo di risolvere dinamiche profonde di coppia, fino a nascondere una profonda difficoltà a separarsi davvero.

Invece se ben condotta può rappresentare anche un’opportunità di far crescere la coppia in tutti i sensi, una vera e propria rinascita, un modo di azzerare il tutto per poi ripartire.

Purtroppo il più delle volte dormire separati, rimane solo uno stratagemma per continuare a rimanere insieme perché non ci si riesce a separare. Questa è la trappola in cui non cadere.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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