L’INFANTICIDIO: IL MITO DI MEDEA

Ché vivi non vedrà mai più quei figli ch’ebbe da me, né dalla nuova sposa avrà mai prole, ché il destino vuole che quella trista donna trista morte trovi pei miei veleni (Medea vv. 803 – 806)

Se una sola uccisione potesse saziare questa mano, non ne avrei perpetrata nessuna. Anche uccidendone due è un numero troppo piccolo per il mio odio. Se qualche creatura si nasconde ancora nel mio grembo, mi frugherò le viscere con la spada e la estrarrò col ferro. (Medea vv 1009-1013).

 

Medea è figlia di Eete, re della Colchide, è uno dei personaggi più celebri e controversi della mitologia greca. Il suo nome in greco significa “astuzie, scaltrezze”, infatti la tradizione la descrive come una maga dotata di poteri addirittura divini.

Quando Giasone arriva in Colchide insieme agli Argonauti alla ricerca del Vello d’oro, lei se ne innamora perdutamente. E pur di aiutarlo a raggiungere il suo scopo giunge ad uccidere il fratello Absirto, spargendone i poveri resti dietro di sé dopo essersi imbarcata sulla nave Argo insieme a Giasone, divenuto suo sposo. Il padre così, trovandosi costretto a raccogliere le membra del figlio, non riesce a raggiungere la spedizione, e gli Argonauti tornano a Corinto con il Vello d’Oro.

Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città, vuole dare sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dando così a quest’ultimo la possibilità di successione al trono. Giasone accetta, abbandonando così sua moglie Medea.

Vista l’indifferenza di Giasone di fronte alla disperazione della donna, Medea medita una tremenda vendetta. Fingendosi rassegnata, manda in dono un mantello alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che il dono è pieno di veleno, lo indossa per poi morirne fra dolori strazianti. Il padre Creonte, corso in aiuto, tocca anch’egli il mantello, e muore.

Ma la vendetta di Medea non finisce qui. Secondo la tragedia di Euripide, per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui e ne divora le carni: il dolore per la perdita porta Giasone al suicidio.

Nel mito di Medea possiamo intravedere come la donna e madre abbandonata dal marito, attraverso l’uccisione del figlio intende spezzare in quest’ultimo quell’attaccamento al marito che non riesce ad attuare lei nella propria psiche. E’ come se il figlio rappresentasse la propria componente infantile, fragile e vulnerabile, che si desidera strappare all’amante che ha abbandonato e che è diventato un nemico, un persecutore.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

INCESTO AFFETTIVO

C’è un tipo d’incesto che è altrettanto dannoso come quello reale: è l’incesto affettivo. Laddove vi è una seduzione, più o meno esplicita, da parte di uno dei genitori nei confronti di uno dei figli, seduzione che poi culmina nella sostituzione del partner di coppia col fliglio/a sedotto, parliamo di incesto affettivo.

In questi casi il genitore incestuoso, a causa della sua fargilità, non è in grado di svolgere appieno il proprio ruolo genitoriale di riferimento ed investe il figlio di un affetto inadeguato, come se fosse l’amante.

Non si arriverà mai a consumare fisicamente l’incesto, ma incosciamente il figlio coinvolto vivrà il legame in maniera estremamente intima. Allo stesso tempo il genitore/partner è irrangiugibile come amante. Ciò comporterà che in età adulta, in una sorta di coazione a ripetere come la chiamano gli psicanalisti, ripeterà il copione affettivo incestuoso cercando partner irrangiungibili.

Questa ripetersi è legato a due aspetti dell’incesto affettivo diversi fra loro:

  • ricerca del partner irrangiungibile al fine di conquistare e possedere ciò che non si è conquistato e posseduto del tutto nell’infanza;
  • ricerca del partner irrangiungibile al fine di non riuscire ad entrare in una relazione di coppia sana e rimanere, in questo modo, amanti inconsci del proprio genitore.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

 

 

TESTIMONIANZA

Salve Dott. Cavaliere, ho letto sul suo sito la pagina a riguardo dell’incesto affettivo e volevo sapere come secondo lei si poteva guarire da questo tipo di trauma.
Premetto che ho preso coscienza di aver vissuto questo da molto poco e l’ho capito molto leggendo i libri di R. Norwood. La mia storia è stata all’insegna dell’abbandono e del cambiamento di casa e di nucleo familiare continuo, prima mia madre mi ha lasciato con mio padre che avevo 2 anni e mezzo e si è risposata con un altro uomo e poi mio padre, quando avevo 10 anni ha fatto uguale. Io sono vissuta fra i nonni paterni e materni e i collegi, con gravi carenze affettive.
Oggi presento esattamente tutti i sintomi che lei ha descritto:
“ricerca del partner irrangiungibile al fine di conquistare e possedere ciò che non si è conquistato e posseduto del tutto nell’infanza;
ricerca del partner irrangiungibile al fine di non riuscire ad entrare in una relazione di coppia sana e rimanere, in questo modo, amanti inconsci del proprio genitore.”
Inoltre una forte aggressività che spesso esplode proprio per allontanare i partner o gli spasimanti indesiderati che puntualmente mi getta nello sconforto perché mi fa rimanere sola. Sono stata in terapia per ben 3 anni e con 3 diversi terapeuti e nessuno di loro mi ha mai detto che avevo di questo tipo di disturbo, anzi continuavano ad interrogarsi sul fatto che mostravo segni di violenza pur non avendola subita fisicamente. Attualmente sto cercando di entrare in terapia presso il centro di salute mentale della mia città, ma i medici sono dubbiosi se farmi partecipare o meno, per il fatto che dicono che dimostro scarsa fiducia nei terapeuti. Purtroppo il fatto che le ho raccontato mi ha molto sfiduciato, ma allo stesso tempo non riesco più ad andare avanti, ho 35 anni e mi sento condannata all’infelicità.
Ultimamente ho ricominciato a parlare con mio padre dopo 8 anni di silenzio, premetto che sono riuscita ad avere per la prima volta un rapporto sessuale con un uomo, solo quando ho deciso di non vederlo più e non sono mai riuscita a raggiungere l’orgasmo senza ricorrere ad immagini mentali di fantasia e la mia vita sessuale è sempre stata molto triste e poco appagante. Allo stesso tempo ho lasciato con enorme dolore anche l’ennesimo fidanzato e pochi giorni fa ho fatto un sogno stranissimo, mio padre che mi induceva a fare sesso orale con lui e io che provavo piacere, ma allo stesso tempo lo allontanavo dicendogli che non era una cosa buona. Ho vissuto in sogno quello che poi ho fatto nella realtà col mio fidanzato. Non so più veramente che fare, può darmi un consiglio? Grazie mille!

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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INCESTO ED AMORI INCESTUOSI

Un padre non è un marito, non può fare della propria figlia sua moglie. Altrimenti si annulla la differenza generazionale con il suo contenuto cronologico, con l’orientamento temporale che essa consente, ossai la distinzione fra il prima e il dopo. La figlia diventa uguale alla madre, l’effetto diventa identico alla cusa che l’ha generato…

…Se il padre esercita il ruolo del ricattatore, al senso di colpa si aggiunge l’umilazione, la ‘debolezza morale’ di aver ceduto al ricatto affettivo o alla paura. Questa sottomissione al più forte può generare dipendenza e relazioni sadomasochistiche.

…L’incesto è il prezzo da pagare per avere l’affetto, amore in nero, pagamento non dichiarato, valuta clandestina e non moneta sonante. La vergogna come seconda pelle, perchè naturalmente la ragazza si sentirà colpevole di un desiderio inconscio: quello di prendere il posto della madre. Ma questo senso di colpa non può in nessun modo discolpare il padre con la scusa della complicità. Il bambino ha diritto all’infanzia dei suoi desideri, ha diritto ai suoi fantasmi, ha anche il diritto di sedurre. L’adulto deve mantenere il suo ruolo, non deve lasciarsi fascinare, deve lasciare al bambino il tempo della tentazione innocente. Innocenza non del desiderio, ma delle sue conseguenze…

…Cosa pensa una bambina, come interpreta l’espressione del volto nel momento dell’orgasmo ? La vergogna di un padre così laido, che fa delle cose che non si possono raccontare, da una di loro è stata tradotta in queste parole: “Mio padre è morto”. Era l’unica soluzione a sua disposizione per sfuggire alla vergogna, esprimeva bene il fatto che per lei suo padre era perso come padre. L’incesto obbliga a un lutto precoce.

C.Cherki-Niklès, M. Dubec – Crimini e Sentimenti – Il Saggiatore

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Col termine incesto si indica il rapporto eterosessuale fra persone consanguinee. L’antropologa francese Françoise Héritier nel libro Les deux soeurs et leur mère, anthropologie de l’inceste delinea oltre ad un incesto di primo tipo che si riferisce ai rapporti sessuali tra genitori e figli o tra fratelli e sorelle, ma anche tra due sorelle, o due fratelli, anche un incesto di secondo tipo.
Quello di secondo tipo non avviene nel contatto fisico tra le due persone consanguinee ma tramite una terza persona con la quale queste due persone hanno una relazione sessuale: come succede quando due sorelle o una madre e una figlia hanno rapporti con lo stesso uomo, oppure quando due fratelli o un padre e un figlio hanno rapporti con la stessa donna. Questo tipo di incesto, che si potrebbe definire per procura, è considerato ancora più grave del primo poiché è fondato sull’identità di genere in seno alla consanguineità: madre/figlia, padre/figlio, sorella/sorella, fratello/fratello, zia/nipote femmina etc. E’ l’accumulazione di elementi identici che, ancora oggi in alcuni popoli, viene considerata come portatrice di effetti nefasti dai quali bisogna difendersi.
Nello studio della Héritier ci si rende conto di quanto il tabù dell’incesto sia tuttora importante sul piano sociale, ma aggiungerei che lo è ancora di più sul piano psichico. Non sorprende che la trasgressione del tabù dell’incesto, di primo e di secondo tipo, provochi delle gravi conseguenze psicopatologiche. Desideri incestuosi, a livello inconscio, rappresentano la normalità, durante l’eta del complesso edipico.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

 

TESTIMONIANZE

INCESTO FRA FRATELLO E SORELLA ? mamma disperata Età: 41 Salve. Sono divorziata, ho 2 figli. Maschio di 12,5 anni e femmina di quasi 11. Una domenica tagliando i capelli a mio figlio, lui in vasca, all’improvviso ho visto che lui si masturbava in mia presenza. A quel punto l’ho rimproverato, dicendogli che questo non si fa ne in mia presenza, ne della sorella e ne di qualunque altra persona. In quell’istante, non so come, mi si e’ accesa una lampadina. Sono andata da mia figlia, chiedendole se per caso tra lei e il fratello era mai successo qualche cosa. Lei all’inizio negava. Poi le ho detto che la porto dal dottore, che avrebbe saputo dirmi se si. Cosi mi ha confessato che da anni, quando in casa ci sono visite, o vado un attimo dai miei genitori, o se dormo, che loro si baciano, si toccano le parti intime e che c’e’ stato una prova dipenetrazione. Tutti e due consenzienti. Sono rimasta e sono tutt’ora scioccata. La mia famiglia la vedo distrutta. Non potra’ mai piu’ essere come sempre. Come le altre famiglie “NORMALI”.Adesso ho proibito loro di giocare insieme nella stanza, di uscire insieme. Per evitare altre occasioni nascoste di rapporto. E quando dormo come posso fare?La prego, mi aiuti. In modo che io possa aiutare me stessa, e sopratutto questi due ragazzi.Grazie.

Anche se la riposta piu’ semplice ed immediata a quello che ha scoperto è la ‘proibizione’ da sola non basta. Vanno necessariamente capite le cause ed aiutati i ragazzi e lei ha capire perchè è accaduto. Ritengo che sia necessario che rivolgiate ad una psicologa che vi aiuti a comprendere ed a superare il tutto. Ritornerete ad essere una famiglia ‘normale’ così come lei afferma. Saluti. Dott. Roberto Cavaliere

T’HO FATTO MALE ? bea Età: 20 2anni fa morì mia madre….da quel momento sebbene andavo ancora a scuola presi io in mano la situazione…ho continato gli studi fino al diploma mentre mi prendevo cura dei miei fratelli e sorelle e lavoravo x quanto mi era possibile… a volte ero costretta a prostituirmi…mi costava ma ero felice di farlo xkè sapevo ke lo stavo facendo x loro…ma sebbene io ce l’ha mettevo tutta a mio padre non bastava…mi picchiava se la minestra avevo 1 pelo di più di sale o xkè non avevo più soldi da darli..continuava a dirmi ke ero1incapace come mia madre….1puttana come lei..1gg xò dopo l’ennesima lite andò oltre…io ero x terra e lui senza neank dire 1parola si tolse i pantaloni mentre io lo guardavo immobile….presa dal panico…all’inizio nn reagii poi mi misi a urlare no.. ma xk… ke fai.. smettila t prego….e alla fine smisi….xkè tanto era tutt inutile…e iniziai solo a fare 1pianto di rassegnazione…quella fu solo la prima volta prima di 1serie di volte ke diventano sempre più frequenti…ma sapete quel ke fa più male? quando t prende x il culo.. t guarda fisso negli okki e t dice ma xkè piangi…? ‘t ho fatto male patatina??….skusa piccola ero fuori di me…mentre tu continui a piangere…tengo questo segreto da 2anni…da 2anni vivo con quest persona ke non ritengo più kiamar padre…soffro…e tutta questa sofferenza tutto questo dolore lo tengo dentro di me…più volte avrei voluto denunciarlo…ma non mi sento di togliere ai miei fratelli anke il padre..non ne ho il coraggio…da poco ho scoperto di essere ammalata di leucemia..mi sto facendo morire… xkè sono stanca di vivere…stanca di soffrire… ho 20anni…ma la mia vita è già finita

RELAZIONE INCESTUOSA ? Gentile dottore, sono un ragazzo di 31 anni napoletano laureato in Scienze biologiche. Per diletto ho iniziato a scrivere racconti erotici su un sito amatoriale lasciando una email per i commenti. Mi ha ricontattato una ragazza di 17anni che oltre ai complimenti mi ha detto di essere vergine e mi ha chiesto che ne pensassi a riguardo. Mi ha continuato a contattare e siamo un pò alla volta entrati in simpatia, da fine agosto. Ha iniziato a raccontarmi di comportamenti “libertini” della madre e del padre dinanzi a lei. Poi la madre le ha insegnato la masturbazione toccandola lei e regalandole un vibratore e facendole assistere ai suoi incontri col padre. La cosa purtroppo è degenerata e da mercoledì scorso hanno iniziato una vera “relazione incestuosa” che si protrae ogni giorno quando sono sole. Questa ragazza è molto carina e in passato ha rischiato di essere violentata, da allora la mamma è iperprotettiva con lei ed ha paura che si ripeta in futuro. Lei è ancora vergine, praticano sesso anale e mi ha detto che la madre le dice che la ama e che non vuole che i ragazzi la sporchino, che sarà lei a darle piacere e che saranno insieme per sempre . Avevo inizialmente pensato ad una fantasia di adolescente, ma purtroppo m ha fornito le prove tramite foto nelle email. Le ho detto che questo le distruggerà la vita, se non lo ha già fatto, e che deve finire, ma lei non ci riesce. Si sente in colpa dice che la “troia” (così si è definite) è lei perchè poteva dirle di no. Io cerco di tirarla su di morale dicendo che ha 17 anni e certe voglie e passioni sono normali e che è colpa della mamma che non doveva provarci con lei. Purtroppo è un rapporto epistolare e non so questa ragazza dove viva e come aiutarla. Quando penso a quello che mi ha raccontato sento un magone salirmi  per la gola. Vorrei aiutarla, ma oltre a starle vicino con email non so ed ho paura che “forzando” possa scappare. Lei che ne pensa a riguardo cosa dovrei fare, come comportarmi? Distinti saluti, ———————————————–

Salve, sono d’accordo con lei, non può ‘forzarla’ perchè scapperebbe. Le continui a stare vicino con discrezione conquistando sempre di più la sua fiducia. Prima o poi sara questa ragazza a chiederle un aiuto maggiore. Tutt’al più la inviti a visitare il sito www.maldamore.it o a mettersi in contatto con me via email. Saluti Dott. Roberto Cavaliere

DESIDERO MIO PADRE – STELLA ANNI 36, IMPIEGATA VIVO CON MIA MADRE E MIO PADRE UN FIGLIO DI CINQUE ANNI E VIVO LA SITUAZIONE SOTTO RIPORTATA DA CIRCA OTTO MESI
NON SO DA CHE PARTE COMINCIARE. L’ARGOMENTO MI IMBARAZZA E MI FA VERGOGNARE. MI FA SENTIRE COLPEVOLE MA SE CI PENSO NON SO ESATTAMENTE DI COSA. QUESTI SONO I FATTI. SONO UNA BELLA RAGAZZA (FORSE DOVREI DIRE UNA BELLA DONNA) CON UN PASSATO AMOROSO E SESSUALE DELUDENTE. SONO STATA INGANNATA AFFETTIVAMENTE E MI RITROVO CON UN BAMBINO CHE ADORO. VIVO DI NUOVO DA QUALCHE ANNO IN FAMIGLIA CON MIO PADRE E MIA MADRE. DUE BRAVI GENITORI CHE MI AIUTANO IN TUTTO E PER TUTTO. DA UN PO DI TEMPO A QUESTA PARTE MI SONO ACCORTA CHE MIO PADRE (QUASI 60 ANNI) MI GUARDA IN MODO STRANO. NON PERDE OCCASIONE DI SORPRENDERMI NELLE SITUAZIONI PIU IMBARAZZANTI: QUANDO MI VESTO, O MI SPOGLIO, QUANDO SONO IN BAGNO ECC. DA COME MI GUARDA HO CAPITO SENZA OMBRA DI DUBBIO CHE MI DESIDERA. PASSATO LO SCONCERTO DEL PRIMO MOMENTO HO SCOPERTO UNA COSA CHE MI HA TURBATA PROFONDAMENTE: QUESTO SUO INTERESSAMENTO NON MI DISPIACE ED HO INIZIATO A PROVARE UN INTERESSE SESSUALE VERSO DI LUI DI FORTISSIMA INTENSITA’. MI SOGNO
CON LUI NELLE SITUAZIONI EROTICHE PIU IMBARAZZANTI ANCHE IN QUELLE CHE HO SEMPRE RIFIUTATO AI MIEI VARI PARTNER. IL DESIDERIO E’ FORTISSIMO NON SONO CAPACE DI PENSARE AD ALTRO. CONTINUO A MASTURBARMI MA IL DESIDERIO NON SI PLACA; MI SEMBRA DI IMPAZZIRE. HO PROVATO AD AVERE RAPPORTI SESSUALI CON UN COLLEGA DI LAVORO, UN BEL RAGAZZO CHE HA SEMPRE AVUTO INTERESSE PER ME: UN DISASTRO. DURANTE L’ATTO NON SONO MAI STATA PRESENTE,PENSAVO SEMPRE A MIO PADRE. E COSI’ IN OGNI MOMENTO DEL GIORNO E DELLA NOTTE. MI CHIEDO: SAREBBE COSI’ RIPROVEVOLE UN RAPPORTO CON MIO PADRE BASATO SUL RECIPROCO CONSENSO VISTO CHE SIAMO ADULTI?

GENTILE DOTT. CAVALIERE, PER PRIMA COSA LE VOGLIO PRECISARE CHE NON MI SBAGLIO NEI RIGUARDI DI MIO PADRE. MI DESIDERA FISICAMENTE! LO SO SENZA OMBRA DI DUBBIO. MILLE SITUAZIONI ME LO CONFERMANO. UNA VOLTA SONO ENTRATA IN CAMERA SUA CON UN VESTITO NUOVO PERCHE’ NEL SUO ARMADIO C’E’ UNO SPECCHIO GRANDE. LUI ERA SDRAIATO SUL LETTO. MENTRE PROVAVO IL VESTITO, DALLO SPECCHIO, HO VISTO CHE MI FISSAVA I FIANCHI CON SGUARDO FISSO. QUANDO MI SONO VOLTATA  HA SOLLEVATO LE GAMBE PER NASCONDERE UN’EREZIONE. ERA TUTTO ROSSO IN VISO E NON MI HA GUARDATA NEGLI OCCHI. ALTRI EPISODI ANCORA PIU’ SIGNIFICATIVI SONO SUCCESSI. IN QUANTO ALLE MIE PROVOCAZIONI LEI HA PERFETTAMENTE RAGIONE, ME NE RENDO CONTO MA QUESTE SONO AVVENUTE, ALMENO COSCIENTEMENTE, DOPO CHE MI SONO ACCORTA DELL’INTERESSE DI MIO PADRE PER ME. CHE VALORE HA SE TUTTA QUESTA SITUAZIONE DERIVA DAL PASSATO? IO VIVO NEL PRESENTE E QUESTO DESIDERIO MI FA IMPAZZIRE. NON DESIDERO REPRIMERLO TROVANDONE LE MOTIVAZIONI NEL TEMPO ANDATO, DESIDERO ESAUDIRLO. LA DOMANDA A CUI VORREI FOSSE DATA UNA RISPOSTA E’: CHE MALE FAREMMO, IO E MIO PADRE, SE AVESSIMO RAPPORTI SESSUALI CONSAPEVOLMENTE IN RECIPROCO ACCORDO E CON LA DOVUTA DISCREZIONE? E’ UNA QUESTIONE DI TABU’? NON E’ POSSIBILE CHE COL TEMPO ANCHE QUESTA CONVENZIONE SOCIALE, COME MOLTE ALTRE, VENGA  SUPERATA? FORSE NON FUNZIONERA’ IN QUESTO CASO TUTTO TORNEREBBE COME PRIMA. MA SE FUNZIONASSE CHE MALE FAREMMO? IL FATTO E’ GENTILE DOTTORE, CHE PER QUANTO MI RIGUARDA HO GIA DECISO E NON SO DIRLE ESATTAMENTE COSA VOGLIO DA LEI, FORSE UNA PAROLA DI CONFORTO DI INCORAGGIAMENTO. GRAZIE PER QUALSIASI COSA LEI VOGLIA DIRMI. CORDIALI SALUTI
GENTILE DOTTORE, MI SENTO MEGLIO A PARLARE CON QUALCUNO CHE MI ASCOLTA ANCHE SE LA MIA DETERMINAZIONE NON RECEDE DI UN MILLIMETRO. SE L’ATTO NON SI E’ ANCORA CONSUMATO E’ DOVUTO AL FATTO CHE SIA IO CHE MIO PADRE VORREMMO CHE FOSSE L’ALTRO A FARE IL PASSO DETERMINANTE.
MI PERMETTA UN’OSSERVAZIONE: IO PENSO CHE SE LE COSE NON FUNZIONASSERO LA SITUAZIONE NON SAREBBE MOLTO DIVERSA DA QUELLE DA ME VISSUTE CON ALTRI PARTNER (A PARTE IL SUPERAMENTO DI UN TABU’). IN FATTO DI DELUSIONI AFFETTIVE-SESSUALI SONO UN’ESPERTA DI VALENZA MONDIALE. E POI, ALLA FINE, SE LE COSE AVESSERO UN ESITO NEGATIVO RIMARREBBE SEMPRE L’AFFETTO FILIALE CHE NULLA E NESSUNO CHE OGGI, DOMANI O MAI POTREBBE INTACCARE. MA LA DOMANDA CUI ANELO, VOGLIO, DESIDERO, INVOCO E CHE LEI EVITA ACCURATAMENTE DI DARMI MA CHE INSISTO A RIPROPORLE E’: SE LE COSE FUNZIONASSERO, SE L’AFFETTO AUMENTASSE E IL DESIDERIO SESSUALE TROVASSE IL SUO PIENO APPAGAMENTO COSA CI SAREBBE DI SBAGLIATO, RIPROVEVOLE O CONDANNABILE?

DESIDERO MIA MADRE Dottore, sono molto sollevato che mi abbia potuto già rispondere, la mia è una situazione che mi imbarazza molto parlarne pubblicamente, nella mia vita è un mio segreto molto profondo, ma ho assoluto bisogno di capirmi. Ho letto anche da internet argomenti che trattano del “complesso di edipo”, ma non mi sembra mi riguardino precisamente perchè lì si parla di bambini, io ho 18 anni e non sono più un bambino. Cercherò di essere il più dettagliato possibile. La persona in questione è solo e semplicemente mia mamma, lei si chiama Sandra, ha 42 anni, porta molto bene la sua età, dimostra circa dai 32 ai 34 anni. è una donna sicuramente attraente. é sposata con mio padre, tutti e due lavorano, mia mamma è la responsabile di un negozio d’abbigliamento. Io sono figlio unico. Ho cominciato a provare piacere per lei fin da piccolo, 11 12 anni, ma era una cosa molto controllata da parte mia, avevo si qualche fantasia su di lei e basta finiva lì la cosa. Crescendo ogni tanto pensavo a lei, ma sempre una cosa ben gestita. Negli ultimi 2 o 3 anni è cambiato molto il sentimento che provo per lei, si è fatto decisamente più forte. In questi 3 anni le fantasie aumentavano, il pensiero di lei più come una bella donna che una mamma si è sempre fatta più forte, non è che dimentico in certi momenti che lei sia mia madre, dico solo che in certi momenti persiste il pensiero di lei come una bella donna che mi piace molto. è nato un vero e proprio desiderio nei suoi confonti. Io ho avuto esperienze Dottore, quindi non credo che sia la mancanza di una compagna, ho avuto delle mie ragazze, ora comunque sono single. Vedo in mia mamma come se fosse il tipo di donna che più mi piace, fisicamente soprattutto, ma anche nei modi di fare, il suo carattere, sono intrigato e molto preso da lei. Importante dire che io ho un bellissimo rapporto con mia mamma, e non tanto buono con mio padre. Ad esempio quando lui non è in casa e sono solo con mia madre io sono molto contento. Dottore questo è molto imbarazzante dirlo, ma penso sia un punto fondamentale da dire, io provo un gran piacere quando spio mia mamma, ad esempio quando si cambia i vestiti, oppure in bagno che deve farsi la doccia. Sono persino arrivato ad avere un contatto con le sue cose, intendo dire biancheria intima, calze e scarpe. Ovviamente mia mamma non sa nulla di tutto ciò. Spero di non essere sembrato maleducato, ma non sapevo in che altro modo dirle certe cose per farmi capire. So che tutto ciò non è normale ed è proprio per questo che cerco un aiuto. Ci sono giorni, la gran parte, che la vivo benissimo questa cosa, mi piace e basta. Ma ho momenti invece che mi dico “ma cosa diavolo ciò!?”, e poi quest’intrigo così forte proprio nei riguardi di mia mamma…mi capisco e non mi capisco. Dottore spero di essere stato abbastanza chiaro, ma se così non fosse o ha bisogno di altri dettagli mi faccia sapere, ci tengo davvero. In poche parole sono molto attratto da mia mamma, e aumenta quest’attrazione, non diminuisce affatto.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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SPOSI D’UFFICIO

L’amicizia fra due persone di sesso diverso o non è nulla o è amore. Karr, Alphonse

 

Quando si parla di relazioni segrete che nascono sugli ambienti di lavoro, ci s’immaggina la classica situazione di tradimento, con la relativa appendice di sesso consumato fra le scrivanie.

Ma c’è un fenomeno che, forse, è ancor più diffuso del tradimento in ufficio: è la relazione degli sposi d’ufficio, che si muove al confine del tradimento vero e proprio, senza mai sfociarvi. E’ una relazione simile alla classica «amicizia del cuore », ma a volte talmente forte da diventare quasi un amore platonico, sostituendo nel cuore il parter reale della coppia. In quest’ultimo, conseguentemente, potrebbero insorgere sentimenti di gelosia, più o meno velati con tutte le inveitabili ripercussioni sulla coppia reale e amicale.

Una delle cause principali del nascere di tale relazione è che gli individui passano sempre più tempo al lavoro e sempre meno a casa. La vita professionale tende a prendere il sopravvento su quella privata . E, in misura più o meno inconsapevole, si tende a duplicare sul lavoro le figure di riferimento presenti nella propria vita privata: a cominciare, naturalmente, dal marito o dalla moglie.

Si finisce col condividere tutta una serie di ansie e di emozioni soltanto con la propria o il proprio «sposo d’ufficio», piuttosto che con il proprio partner reale. Gli «sposi d’ufficio» parlano lo stesso linguaggio : capiscono al volo le frustrazioni dell’altro, che vengono dalle noie sul lavoro, dal rapporto con i colleghi, con il capo, e sanno toccare le corde giuste per sollevare l’umore. Così accade che, in più di un’occasione, uno «sposo» sia molto meglio sintonizzato con la vita della sua «metà da ufficio» del suo partner reale.

Allo stesso tempo gli individui coinvolti debbono mantenere un continuo equilibrio nella loro relazione, al fine di non varcare quel terreno di confine che li separa da una vera e propria relazione. Equilibrio che deve essere mantenuto al fine di evitare anche che i rispettivi partner, ma ancor di più i colleghi presenti, vedano non più una semplice amicizia nata sul lavoro, ma il nascere di una coppia. E come tutte le coppie s’immagina una fisicità dell’amore che, invece, non c’è.

Inoltre tale tipo di relazione finisce col porre ancora più distanza con i partner reali peggiorando gli aspetti comunicativi, affettivi ed emotivi che sono deficitari nella coppia istituzionale e che nella relazione nata in ufficio si tende di sanare.

Potrebbe, però, rappresentare, un momento di confronto costruttivo per la coppia reale al fine di riflettere sulle cause, più o meno profonde, della crisi di coppia.

Dott. Roberto Cavaliere

TESTIMONIANZE

Lilith Età: 28 Argomento: Pensavo fosse amore… e invece era una specie di patologia affettiva catalogata sotto il nome di “sposi d’ufficio”. è bizzaro perchè, quanto ho letto stasera, mi da una nuova chiave di lettura sulla storia che ho vissuto, e che in parte sto ancora vivendo. Più di due anni fa conosco sul lavoro un ragazzo della mia stessa età. Simpatico… intelligente… carino. Io convivivevo con il mio fidanzato, lui conviveva con la sua fidanzata… Tutto tranquillo dunque, nessuna implicazione, ognuno nel suo. Nasce quasi immediatamente una simpatia, un’affinità. Molte cose in comune, la stessa ironia, lo stesso punto di vista, un simile trascorso di vita, una bella alchimia lavorativa. Andare a lavoro comincia a diventare un piacere, la linea della matita sugli occhi comincia ad essere più marcata, il rossetto più accentuato.. ma ancora tutto tranquillo. Il nostro rapporto sul lavoro è un gioco, una sorta di escamotage contro la routine delle 8 ore lavorative. Il tempo sembra scorrere più velocemente grazie a questo flirt platonico ed è per questo che non mi sento in colpa verso il mio compagno. Chiusa la porta dell’ufficio si torna a casa e lo sposo d’ufficio non esiste più. Tutto questo va avanti per un anno buono, forse più… Nel frattempo però la mia storia d’amore comincia a vacillare.. e più vacilla la storia più lo sposo d’ufficio comincia ad avere importanza. Da parte mia comincio a convincermi che se provo un’attrazione così forte per un’altra persona è evidente che il mio rapporto è in crisi. Assolutamente e categoricamente però escludo che questo amore platonico possa trasformarsi in qualcos’altro, anche se ,ormai, chiudo la porta dell’ufficio e lo sposo d’ufficio esce con me, entra nella mia casa, nel mio letto… ormai è nella mia testa,nei miei pensieri, ossessivamente. La mia storia intanto va in frantumi per motivazioni che comunque non riguardano la mia infatuazione, o comunque non solo. Diciamo che il mio nuovo innamoramento è solo la pagina finale di una storia giunta al capolinea, senza progettualità e volontà. Ne segue un periodo logorante, una sofferenza indescrivibile che comunque viene sedata e calmata dal mio sposo d’ufficio. Già, perchè una volta diventata single il mio rapporto con lui comincia a spingersi oltre. Il nostro infondo è un rapporto vero e proprio anche se vissuto solo ed esclusivamente a lavoro. Ogni momento è buono per scambiarci confidenze, raccontarci, flirtare, in un climax ascendente che in me scatena un effetto aspettativa dirompente. Mentre lui è ancora fidanzato, ma sembra esserlo a malincuore, io comincio ad affillare le mie armi di seduzione. Sono entrata ufficialmente nella fase conquista. Prima di andare a lavoro mi preparo con accuratezza maniacale.. il lavoro in se non esiste più, esiste lui, quello che accadrà, quello che ci diremo, esiste l’aspettativa, ci baceremo mai? Ecco, il bacio, comincio a bramare e a desiderare un bacio. Niente di più! Mai mi sono posta nella condizione di volere di più. Il suo essere fidanzato per me era una costante invariabile, un dato di fatto ineludibile. E passano i mesi.. il tempo scorre e le evoluzioni del nostro rapporto sono lente ma comunque percettibili. Alla fine, quando non ci speravo più, dopo essermi arrovellata sui perchè e i per come questo uomo che sembrava così preso da me non si facesse avanti, mi decido, affronto l’argomento e come per magia, lo svelamento. Ci piacciamo!! ( ma dai.. dopo 2 anni di flirt) e scatta il BACIO!! Bello, bellissimo, sognatissimo.. l’ebrezza di un traguardo tagliato, mi sembrava d’aver raggiunto l’obiettivo di una vita, che appagamento a ripensarci. Comunque mentre io prendo la tangente del cosa verrà dopo, perchè un bacio non mi basta e ne vorrei altri mille, lui prende il freno a mano e lo tira. Non si può, dice, te per me sei di più di una storia di sesso e via, io comunque sono fidanzato e voglio restarlo, non roviniamo tutto, non facciamoci male. E vabè, aprezzabile mi dico. Ma mi logoro dentro, ovviamente, di quel logorio d’amore amaro e dolciastro allo stesso tempo. Passano i giorni e la freddezza iniziale post bacio va lentamente scemando e torna la complicità, accentuata, e tornano i baci. La situazione si complica perchè comincio a capire che per lui la cosa potrebbe durare così in eterno. Eterno flirt, un bacio ogni 2 mesi, quando si crea la situazione e niente di più. Purtroppo ormai sola da tempo, io comincio a sentire la mancanza e ad avere il desiderio di essere amata. Capisco che se continua a darmi corda io rischio di aspettarlo, rischio di non guardarmi più intorno, rischio di legarmi ad un uomo che è già legato e questo non va bene. Parlo a lui del fatto che preferisco ritornare al vecchio schema, che preferisco che lui cambi atteggiamento e che non si creino più momenti ambigui. é una situazione che potrebbe sfuggirmi di mano ed è l’ultima cosa che voglio. Lui sembra capire, io sembro farmene una ragione e per un pò di mesi torniamo ad essere i soliti sposi d’ufficio a implicazioni zero. Certo mi dispiace aver interrotto, ma comunque, mi dico, ho chiuso io. Il fatto di aver evitato di essere scaricata mi da forza, autostima, determinazione. Non è una grande perdita, magari resta il rammarico per non aver saputo come poteva essere ma comunque il mio orgoglio è salvo. Passano mesi è il nostro rapporto è davvero cambiato, non in negativo, semplicemente non c’è più quella malizia che mi portava a sperare e ad attendere chissà cosa. Ad un tratto però lui torna ad essere più malizioso, più ambiguo e si ricrea la situazione del bacio. Io finisco sempre per cedere, sono debole in questo, soprattutto ancora nella mia vita non si è affacciato nessun altro uomo, e questo mi rende vulnerabile. Capisco che è ricominciato quel loupe da cui avevo cercato di districarmi e non mi piace. Sono felice che lui si sia riavvicinato, mi dico, magari gli piaccio sul serio, ma sono troppo disincantata per crederci davvero. Decido, cosciamente o meno, di andare fino in fondo, di pigiare l’accelleratore, di tentare di diventare l’amante. Indosso la maschera della femme fatale, della donna che si fa pochi problemi e creo la situazione, basta baci, non si scherza più. Ed è così che finiamo a letto. Bello, bellissimo, non lo nego. Ma ecco che scatta il cortocircuito. Il sesso è qualcosa di troppo intimo per essere rimosso, per poterlo continuare a guardare, a trattare come prima. Io non riesco.. lui si.. lui è come prima, o comunque poco differente per i miei gusti. Io voglio un uomo che mi desideri ormai, un uomo che dopo aver passato una meravigliosa notte con me ne voglia passare altre cento… Ho bisogno di questo per sentirmi donna. A posteriori credo di aver proprio voluto farci l’amore per provare a vedere di smuovere la situazione, statica, per creare un punto di non ritorno, per svincolarmi totalmente o per incastrarmi totalmente, insomma, per togliermi dal centro dell’incrocio e prendere una strada. Come è andata a finire? Che io ovviamente gli ho fatto subito notare questa cosa, volevo una sua reazione… e proprio nell’acme della discussione è arrivata lei, la fidanzata, la sua vera donna. Ed è così che lui non solo ha tirato il freno a mano, ma ha messo una potente retromarcia ed è fuggito a gambe levate. colto quasi sul fatto si è come risvegliato da un abbaglio. Ha capito che stava giocando ad un gioco pericoloso, che poteva perdere quacosa a cui non ha mai pensato di rinunciare, e in men che non si dica mi ha gettato dalla torre senza troppo parafrasare. Ed ecco l’epilogo. Il guaio è che continuiamo tutt’ora a vederci ma il nostro rapporto si è totalmente guastato, cambiato, ribaltato. A volte ho l’impressione che mi tenga distante, che tema chissà che cosa, come se davvero fossi riuscita a minare un suo equilibrio. è bizzarro perchè di fatto questa non è una storia d’amore finita ma comunque ha le stesse dinamiche della fine di una vera storia. Io ci sto male, non malissimo, ma ne soffro. Mi manca quel nostro rapporto, quell’eterno flirt che mi dava la spinta per affrontare quelle noiose ore di lavoro, mi mancano le sue attenzionmi costanti, i suoi gesti di tenerezza e mi manca soprattutto il pensiero del “potrebbe essere”. Analizzando il tutto, anche se è ancora presto per un analisi lucida, mi rendo conto che infondo per lui io sono sempre stata una semplice sposa d’ufficio.. quella di cui parla il dott. Cavaliere. Poteva essere così per chissà quanto tempo. Per lui ero una semplice compensazione di qualche mancanza di coppia, un gioco divertente, spontaneo e disisimpegnato. Per me no, io l’ho presa diversamente… Certo non posso dire di essermi innamorata, certamente mi sono fissata oserei dire, ma in maniera strana, come non mi era mai capitato. La parte romantica di me, quella che è rimasta dopo le troppe delusioi, ancora mi sussura che infondo qualcosa c’era, qualcosa c’è, ma è una voce flebile e bugiarda. Mi accorgo che la nostra pseudo storia è una semplice tipologia “sposi d’ufficio”.. e questo mi intristisce anche se almeno mi fa aentire meno folle…

Rosy Età: 26 Salve, nonostante la mia giovane età avrei cosi tante cose da dire..sono vittima di una dipendenza d amore, nonostante i miei tormenti i dolori le amarezze subite da lui..nn riesco a nn chiamarlo,facendomi più male.La nostra è una storia iniziata 4 anni fà, una favola, anche se x molto tempo disturbata dalla sua inutile possessività, tra liti e amore abbiamo fatto tantiprogetti tra cui il matrimonio, che dovrebbe essere vicino, ma in realtà èlontanissimo dall’entusiasmo con cui ne parlavo, fino a sei mesi fà. Abbiamo iniziato a litigare anche senza alcun valido motivo, a farci male adirci cose che in realtà nn pensavamo, e io ho avvertito da subito ogni suominimo cambiamento, distacco, purtroppo anche il mio fisico ne iniziò arisentire, ho perso 10 kg nel giro di niente, sn dventata fragile siapsicologicamente che fisicamente..solo perchè il mio istinto mi diceva chequalcosa nn andava, lui aveva sempre cercato sicurezza in me, mi vedeva forte epoco innamorata, a volte soffriva per niente. In realtà ero solo una ragazzatranquilla e finalmente sicura di avere accanto una persona degna del mioamore..tutto questo però è stato distrutto nonostante lui abbia continuato afare progetti con me, comprare casa, mobili, prestiti, cercando di farmifelice. Contemporaneamente alle nostre ultime liti ha tradito la mia fiducia,ho scoperto che da circa 2 mesi quasi giornalmente si sentiva con una sua collega, la chiamava più volte e nn capisco perchè la chiamava pure di notte,mentre io invece sentivo che qualcosa nn andava e soffrivo già senza sapere chic fosse dietro.Non è stato lui spontaneamente a raccontarmelo, soffrivo ma sentivo che dovevoscoprire cos è che gli aveva dato quella sicurezza, cos è he lo allontanava dame. Dietro questa scoperta c è da dire che tutti i suoi colleghi con cui tra laltro uscivamo sanno tutto di noi, delle nostre liti, del nostro matrimonio, tutti compresa lei, l unica collega mai vista.Quella sera che l ho scoperto stavo malissimo, e ho sbagliato tanto a nn lasciarlo, forse si sarebbe reso conto maggiormente della umiliazione e dolore che mi ha dato. Per non perderlo ho creduto che con lui vicino, avrei superato questo tradimento, che lui chiama “TRADIMENTO PLATONICO” dice di non esserci mai stato a letto con lei, ma semplicemente si trovava bene a parlare perchè lo capiva..mentre io nn lo capivo più. Sostiene di nn aver mai pensato di distruggere ciò che insieme abbiamo costruito. Purtroppo l ho scoperto da due mesi, e non ho pace, la notte mi sveglio penso e ripenso, e non ho più fiducia in lui perchè ho sofferto molto e sto ancora soffrendo. Ora lo assillo, lo controllo..sono malata di lui, tanto che gli dico sempre ciò che penso anche in modo brusco..gli dico che nn sono felice, che vorrei di più. Premetto che dopo questa situazione lui ha acellerato pure i tempi sugli ultimi preparativi, come a darmi dimostrazione di nn avere dubbi su ciò che vuole. Ora siamo litigati potrebbe essere l ultima lite, quella che cala un velo ietoso al nostro amore, ai ns progetti, dopo i miei ultimi assillamenti dice di nn poterne più, che io ormai vivo di fantasmi, e che nn possiamo vivere cosi. Io lo sò, nn sono felice penso troppo a quello che sò, e a ciò che si può costruire sopra in questi casi, e mi complico la vita. Il matrimonio e ormai vicinissimo, e ho paura, paura di nn riuscire a superare questa delusione, questa ormai credo perdita di lui e, soprattutto ho paura per la mia salute perchè tutta questa situazione, mi chiude l appettito, tanto da nn venirmi fame e nn riuscire pur volendo farlo per me stessa a non ingoiare. Scrivere queste righe mi ha aiutato molto, e spero di ricevere tanti consigli per nn sentirmi sola, perchè di lui c è da dire pure che è riuscito ad allontanarmi dal mondo intero, facendomi sentire al centro del mondo solo con lui vicino.

 

DISCUSSIONE TRATTA DAL FORUM

MARIKA Ci conosciamo da un anno in quanto colleghi ed entrambi siamo sposati. E’ cominciata come amicizia e confidenza e ci siamo resi conto di stare bene insieme, nonostante nessuno dei due abbia mai voluto veramente far iniziare una vera e propria relazione. Al momento che ci siamo avvicinati di più e che poteva succedere qualcosa ci siamo spaventati ed allontanati. Ma la lontananza è comunque difficile da gestire: abbiamo voluto convincerci di poter salvare l’amicizia, ma di fatto la paura di avvicinarsi nuovamente rende i nostri rapporti freddi, formali ed insignificanti, lasciando al contempo una dipendenza l’uno dall’altra che non fa superare la questione. Penso che un taglio netto sia la soluzione più valida, ma mi chiedo se sia giusto chiudere senza affrontarsi, se un chiarimento possa facilitare l’elaborazione del lutto oppure invece se analizzare la situazione e darsi le risposte da soli sia preferibile, risparmiando così altre inutili aspettative

Forse ho usato il termine sbagliato. Intendevo dire che quando abbiamo provato ad allontanarci ci siamo resi conto di stare entrambi male come nel caso di una vera e propria storia ed il problema sta nel togliersi definitivamente dalla testa l’intera faccenda. Preciso che ci vediamo tutti i giorni per lavoro e che ci prendiamo a volte anche giorni di ferie e cene per stare insieme.

Non credo assolutamente che sia facile dal momento che non riesco a superare questa vicenda. Non facciamo neanche sotterfugi, semmai è il contrario…proprio in virtù dei nostri matrimoni non vogliamo affrontare una situazione che comunque torna sempre fuori. Mi domando se sia sempre la cosa giusta salvaguardare un matrimonio solo perché si è fatto una scelta qualche tempo fa e che si basa su affetto e quotidianità, sacrificando tutta la complicità e l’affinità che si può provare per un’altra persona, nonostante ci si opponga con tutte le forze. In alcuni momenti difficili ho sentito più la sua vicinanza (e questa sensazione cresce sempre di più) che quella del mio compagno, dal quale non sento più di condividere una progettualità. Ma non voglio neanche essere la causa di rottura del suo matrimonio, per cui in quest’anno ho sempre lottato contro i miei ed i suoi sentimenti per ridimensionare tutto ed ora mi sento stanca e vorrei non pensare a lui e vorrei recuperare col mio compagno. Ma non ci riesco. Testa e cuore non vanno di pari passo. Naturlmente non mi aiuta vederlo tutti i giorni al lavoro. Mi sento immobilizzata…devo razionalizzare una sensazione che non sento.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

AMORI… VIOLENTI

“Ma la cosa terribile era che io mi attribuivo un pieno e indiscutibile diritto sul corpo di lei, come se si fosse trattato del mio proprio corpo, e allo stesso tempo sentivo che io non ero in grado di dominare quel corpo, che esso non era mio, e che lei invece poteva disporre di esso come le pareva meglio, e nella fattispecie poteva disporne diversamente da come volevo io.” Sonata a Kreutzer , L. Tolstoj)

 

TESTIMONIANZE

VIOLENZE VINFELICE Età: 31 LA MIA STORIA INIZIA A 5 ANNI QUANDO IL MIO ZIO MI HA VIOLENTATA NON SO QUANTE VOLTE SONO STATA USATA DA LUI, LA COSA CHE RICORDO BENE COME SI è SUCESSO IERI, SONO CRESCIUTA CON QUELLA COSA DENTRO DI ME SENZA SFOGARMI CON NESSUNO, A VOLTE AVEVO UNA VOGLIA DI MORIRE A VOLTE DI FUGGIRE ANDARMENE LONTANO,PIANGEVO, DOPO C’ERA IL MIO PAPA’ CHE NON CI LASCIAVA DIVERTIRCI, ERA TROPPO RIGIDO,PER OGNI COSA CHE NON ANDAVA BENE MI PICCHIAVA, PARECCHIE VOLTE HO VISTO CHE PICCHIAVA ANCHE A MIA MADRE A 15 ANNI SONO SCAPPATA DI CASA,NON CE LA FACEVO PIU,PERO NON RISCITA A STARE LONTANO SONOTORNATA A 16 ANNI,IN 3 DIVERSE VOLTE SENTIVO CHE QUALCUNO VENIVA AL LETTO MIO E MI METTEVANO LE MANI ADDOSSO QUANDO DORMIVO E L’ULTIMA VOLTA HO SCOPERTO CHE ERAMIO PADRE,NON MI FIDAVO DI NESSUNO,HO DETTO TUTTO A MIA MADRE QUANDO AVEVOCOMPIUTO 17 ANNI, A 22 ANNI HO AVUTO UNA BELLISIMA BAMBINA LEI MI CAMBIO’ LA MIAVITA, PERO CONTINUAVA DENTRO DI ME LA TRISTEZA,PERO NON è ANDATA BENE CON ILPADRE DE MIA FIGLIA CI SIAMO SEPARATI, UN’ALTRA SOFERENZA PER ME, A 24 ANNI HO IMMIGRATO A ITALIA DOVE HO CONOSCIUTO UN UOMO COL CUI HO AVUTO UN’ALTRA BAMBINA HO PORTATO QUI L’ALTRA BAMBINA,CON LUI MI SONO SPOSATA,PERO IO CHE NON ERO D’ACCORDO COL TRADIMENTO HO TRADITO A MIO MARITO,PERO NON HO DEI RIMORSI PERCHE IN FONDO è QUELLO CHE MERITANO GLI UOMINI AL MENO PER ME è COSI,MA MI SENTO SEMPRE SOLA TRISTE,SENTO CHE LA STORIA CHE HO VISUTO DA PICCOLA NON MI LASCIA ESSERE FELICE ADESSO VORREI SEPARARMI DI MIO MARITO DOPO CHE CI SIAMO PICHIATI PARECCHI VOLTE E QUELLO CHE MI DISPIACE DI PIU è CHE LE MI BAMBINE ADORETE HANNO VISTO TUTE QUESTE SCENATE CHE HO VISUTO IO DA PICCOLA.VI PREGOAIUTATEMI COSA SECONDO VOI DOVRO FARE?SONO DISPERATA,TRISTE E SOLA NESSUNO SA COME MI SENTO NE COSA SI PROVA PER UN UOMO QUANDO TI SUCEDONO QUESTE COSE.ASPETTO I VOSTRI CONSIGLI.GRAZIE

ODIO ESSERE DONNA– Odio essere donna.nemmeno l’amore del mio ragazzo mi fa amare di essere donna.odio il mio corpo femminile,son stata stuprata da bambina e anche da grande.la prima volta son stati un gruppo di 5 ragazzi,la seconda il mio ex che si e’ vendicato che l’avevo lasciato.in entrambi i casi ho sofferto fisicamente e psicologicamente,non amo nulla della femminilita’ e odio soprattutto la maternita’,per me e’ un’invasione del mio corpo e non ne voglio sapere di soffrire per avere un figlio,sto senza e sento sempre di odiarlo anche se non c’e’,odio pure il mio corpo appunto e mi stringo sempre i genitali e mi infilo le dita che mi vorrei strappare l’utero.son due anni e mezzo che il mio corpo e’ intorpidito senza sensibilita’ normale e piacevole dalla testa ai piedi,gli esami neurologici son negativi,tutti,compresa la biopsia delle piccole fibre nervose,son due anni e mezzo che son cosi’ e son diventata frigida in tutto il corpo oltre che intorpidita.ho il disturbo di conversione sicuramente?

Volevo aggiungere che io ho un odio folle per la femminilita’ e per la maternita’,solo l’idea di essere incinta mi fa ribrezzo e non voglio saperne di avere un bambino, quando il disturbo disestesico e’ cominciato mia suocera insisteva affinche’ le dessi dei nipoti e mi dava della degenerata perche’ non voglio fare figli,io mi son scompensata e ho odiato il mio corpo,me ne volevo liberare,pensavo che mi volevano usare e che se ne fregavano se io stavo male come un cane per farlo nascere,basta che lo facevo nascere,e io non ne voglio sapere invece di stare male e di soffrire neanche per un figlio,allora ho odiato talmente tanto il mio corpo che mi son strinta forte i genitali esterni,mi son infilata dentro le dita per tentare di strapparmi l’utero,pensavo che se facevo un figlio capitato per caso e soffrivo poi lo torturavo e lo uccidevo,ero fuori di me per la rabbia,ho provato le stesse sensazioni di quando sono stata stuprata,5 ore dopo avevo gia’ i disturbi sensoriali, e’ un disturbo di conversione?ora ho sempre un senso di ribrezzo per i neonati,per le donne incinta,per il mio corpo sempre mi strapperei l’utero con le mie mani,la notte sogno che mi obbligano a fare un figlio e io sto male ma poi mi vendico,lo sevizio poi lo uccido e lo sbatto davanti alla porta di casa di mia suocera,ma tenga conto che io non uccido neanche un insetto,cmq un mio eventuale figlio lo odierei fin dal primo giorno del concepimento,io non accettero’ mai di essere donna e come e’ strutturato il corpo della donna,lo disprezzo,ma almeno posso lo stesso guarire dalla conversione se e’ conversione?

Un’ultima cosa,son molto molto aggressiva a parole,non farei male a una mosca ma ho scatti di rabbia fortissimi a parole, c’entra con gli stupri subiti?

VIOLENZE E TRADIMENTI

Ho 43 anni; sono stata fidanzata 5 anni e sposata 15.

Ho sempre avuto il sospetto di essere tradita,ma sono riuscita ad averne le prove quando la lei di turno ,dopo essere stata lasciata,si è vendicata di lui dicendomelo;mi è crollato il mondo addosso. Sono stata malissimo,ho perso molti chili,ero annientata. lui per interesse (l’ho capito dopo) ha finto di voler ricominciare da capo con me;è durata 2 mesi; poi ha ripreso a trattarmi come prima,facendomi sentire una nullità e portandomi spesso all’idea del suicidio. Sono stata trattenuta dall’idea dei miei due figli,e di quello che ne sarebbe stato di loro. Quando mi ha messo le mani addosso davanti ai bambini, prendendomi per il collo ,strangolarmi, è stato mio figlio di 12 anni ad intervenire. Sono scappata di casa e sono andata dai carabinieri che mi hanno indirizzata al pronto soccorso. Ho poi fatto una denuncia. La sera sono tornata a casa terrorizzata e ho vissuto per quasi un anno l’incubo più totale. Ho dormito tutto questo tempo nella camera dei bambini mettendo un materasso contro la porta per impedirgli di entrare. Ho chiesto la separazione e ormai è andato via da quasi 2 anni.

Quando leggo le testimonianze che dicono di voler dare una possibilità al traditore sto male: a me mio marito ha tolto tutto, la gioia,la fiducia negli uomini. Sto male perché sento il bisogno di amare, di condividere con qualcuno la vita. Invece sono sola, e mi pento di non aver chiesto la separazione prima e di avergli permesso di condizionarmi la vita in questo modo; mi fa male leggere di ragazze ventenni che già sono tradite e pensano che le cose potranno migliorare. E’ ora il momento di decidere,non a quaranta o cinquant’anni. L’uomo o la donna che merita di essere amato è quello (a) che ti rispetta tanto da non tradirti anche se ne ha l’occasione.

MI HA DANNATO L’ANIMA

Fatima Età: 42 Caro dottore le faccio un breve accenno sulla mia adolescenza per poi giungere al nocciolo di questa mia esposizione. Sono nata in una famiglia come tante.. mia madre è una maestra ora in pensionee mio padre un dirigente di grandi aziende tutti e due ora hanno 75 anni. Mio padre è sempre stato un uomo molto poco presente sia fisicamente che come padre; lui partiva il lunedì e tornava il venerdì. Ho un fratello 6 anni maggiore di me al quale ero molto legata ma che per sua scelta è andato a studiare in un importante collegio all’età di 13 anni. Io sono rimasta sola con mia madre e poi sia papà che mio fratello tornavano per il fine settimana. Mia madre una donna di grande personalità e abbastanza severa a sentire lei per sopperire all’assenza di mio padre. Quando avevo 12 anni circa io ho assistito involontariamente ad una conversazione telefonica tra mio padre e la sua “fidanzata” e quando lui se n’è accorto voleva comprare il mio silenzio con qualcosa che io avevo sempre desiderato: un motorino! che io nonho accettato.Ad un certo punto mio padre era diventato un pò “latitante” ed i suoi impegni “lavorativi” a volte non gli permettevano di tornare a casa neanche per ilfine settimana. Fino a quel momento io avevo mantenuto il silenzio su ciò cheavevo ascoltato in quella telefonata. Un giorno mentre stavamo mangiando miofratello mia madre ed io, raccontai della famosa telefonata! avevo paura che sequalcuno non avesse fatto qualcosa lui non sarebbe più tornato. Fui accusata diaver inventato tutto.. ma al ritorno di mio padre mia madre lo affrontò dicendoglio ciò che io le avevo raccontato. Mio fratello ed io ascoltavamodalla stanza adiacente e le parole di mio padre furno che avevo inventato tuttoe che ero malata e che dovevano farmi curare! Mia madre lo “torchiò” e lui alla fine lo ammise. Iniziarono anni e anni di incubi… liti, insulti, grida ed io mi sentivo sempre più sola, triste, colpevole e schifata. Mio fratello era salvo perchè quando lui tornava nessuno doveva accennare a nulla! Lui doveva stare tranquillo perchè doveva studiare. Mia madre, dalla persona forteche era, divenne una persona ancora più dura anche se piangera e alternavamomenti di disperazione e di rabbia. Lei non si confidava con nessuna delle sueamiche ma con me! Mi raccontava di mio padre.. di ciò che faceva, foto trovatenella sua valigetta ecc..Ero il suo sfogo! ma io avevo sempre 12 anni! Da bambina lei non è che micoccolasse molto e i momenti che io ricordo non sono belli. Pensi che quandoavevo circa 6 anni lei sgridandomi mi diceva che avevo la faccia da \”p…\” e nei momenti peggiori arrivava anche a sputarmi! Ho iniziato a non andarebenissimo a scuola ed un anno mi hanno bocciato, anche se poi ho conseguito il diploma magistrale. Conobbi un ragazzo 6 anni più grande di me, io avevo 14anni ero molto legata a lui anche se a causa dell\’età non ci vedevamo quasimai, ma quando mia madre lo seppe mi rese la vita ancor più impossibile. Luiveniva da una famiglia povera e questo i miei non lo potevano sopportare..furono anni di pianti, di privazioni ecc.. poi arrivò il momento che sviluppai,ma durò ben poco perchè le mie mestruazioni improvvisamente si bloccarono.Diagnosi: amenorrea psicogena! cure, ospedali, riceche, ricoveri ma il miocorpo era fermo! e loo è tutt\’ora! Per disperazione acconsentì dopo anni dilotta a non vedermi più con Franco. Iniziai a lavorare in una emittente e lì conobbi Pietro io 18 anni e lui 35 sposato e con un bimbo. Ci siamo innamoratie siamo stati insieme per ben 3 anni.. ed io lo facevo alla luce del sole econfessandolo anche ai miei genitori che non potettero far nulla avevoraggiunto il mio 18° anno di età e quando loro dicevano qualcosa io rispondevo che se mio padre si era potuto portare a letto una di 25 anni più piccola ed essendo lui sposato perchè mai io non avrei potuto? Quando Pietro decise di lasciare la sua famiglia io glielo impedì perchè nonvolevo che suo figlio e sua moglie soffrissero per colpa mia. Così dopo un pòconobbi Maurizio che dopo tre mesi divenne mio marito! Avevo 21 anni e lui 30.Assitente di volo! Un vero disastro 6 mesi di incubo! Lui aveva un harem d idonne! e dopo 6 mesi l’ho trovato a casa con una brasiliana.. senza dire una parola ho voltato le spalle e me ne sono andata. Separazione. I miei genitori mi hanno spedito a Parma donve sostanzialmente era la base lavorativa di mio padre.. con la scusa che avrei iniziato a lavorare nella sua stessa azienda.Passarono mesi ma non accadde nulla. Mi ritrovai sola, in una città che non erala mia, con il cuore infranto e tanta tristezza. Un giorno mi giunge latelefonata di un ex amico del mio ex marito che aveva una sua azienda echiedendomi come stavo, io gli sono scoppiata a piangere. Mi propose di tornarea casa dei miei e lui mi avrebbe garantito un posto di lavoro. Il mio primolavoro. In 3 secondi svuotai la casa dove mi avevano parcheggiata i miei e tornai a casa con la loro disapprovazione.Iniziai a lavorare con lui. Lui aveva una ex moglie con 2 figli e una compagnacon un\’altra figlia. Un rapporto in cui non c\’era più amore e in cui le siinnamorò di me confessando a me e a lui che quando facevano l\’amore leipensava a me. Io cercai di dissuaderla dicendole che lei stava scambiando unbel sentimento tra due amiche in amore. Lei che era più grande di me di 15 annidisse che non era così e che lasciala lui per tornare da sua madre in un\’altracittà. Lui era una persona violenta che picchiava tutti.. sia lei, i figli, idipendenti ma allo stesso tempo lo adoravano tutti. Reno, una grandepersonalità, un incantatore di serpenti al quale nessuno sapeva dire di no.Reno aveva subito violenza da un uomo adulto quando era un bimbo, nato da unpadre alcolizzato. Un uomo nato dal nulla senza istruzione si era costruito unimpero e buona cultura. Chiunque non sapeva della sua violenza lo invidiava ele donne lo desideravano. Un carisma impressionante. dopo un annetto.. sololui.. sola io ci innamorammo. Nonostante io sapessi della sua violenza andai avivere con lui ed i suoi figli che mi adoravano vennero a loro volta. Una famiglia incredibile eravamo! Il figlio più grande aveva 6 anni più di me eReno 20. Seguirono momenti di grande amore ma sempre conditi con violenza,pugni, schiaffi, calci ma io mi resi conto che lui non era cattivo e quando finiva la sua violenza stava più male di me che ero costantemente livida. No ivivevamo una sorta di simbiosi! Ci capivamo prima ancora di parlarci ed ioarrivai a sentire il suo stato d\’animo anche in lontananza. Lo percepivo. Loamavo da morire e tutt\’oggi sento che è stata la persona più importante dellamia vita e che mi ha amato come nessuno. Riuscì a portarlo da uno psicanalistaa roma. . ma dopo un lungo periodo di psicanalisi in cui andavamo tutti e 2,Reno aggredì anche il nostro dottore che non volle più vederlo, invitandolo adandare da uno psichiatra. Il nostro psicologo cominciò a lavorare sodo su di mee mi spiegò che un omone del genere avrebbe anche potuto uccidermi! Una mattinaa Reno prese il solito attacco e ci capitai io vicino a lui.. mi prese per icapelli e dopo calci e pugni mi gettò sul letto e cominciò a stringere la miagola fino a farmi uscire la bava dalla bocca e scoppiare tutti i capillaridelle mie orbite.. anche quella volta riuscii a mantenere la calma. Fermai ilmio respiro.. cercai di controllare i battiti del cuore.. sentivo che se non loavessi fatto sarei morta. Quando lui si riebbe.. e vide ciò che aveva fatto dime voleva morire ed io quadi mi sentii in colpa.. Reno era quello che accarezzava i mio viso mentre io piangevo perchè non potevoavere figli, lui mi aiutava a sognare il \”mio Bambino\” e che mi portava ingiro per farmi curare la mia amenorrea.. consolava i miei stati d\’animo e micoccolava tutta la notte.. ma era anche la persona violenta che non controllavai suoi stati emotivi. Mi costrinse ad imparare a controllare i miei stati, aschiaffi faceva scendere la mia febbre, mi insegnò a dire sempre ciò chepensavo, a pensare che il mondo è contro, ad individuare, a sentire, apercepire. Eravamo una sola persona. Il mio psicologo lavorò sodo.. Una mattinami sono svegliata e sono fuggita da casa tornando dai miei genitori cheovviamente non sapevano nulla! Erano passati quasi 4 anni. Ho vissuto 4 anni inun altro mondo.. Lui conosce la mia anima e tutt\’ora se ci incontriamo evelocemente gli racconto qualcosa della mia vita, lui mi dice ciò che sarà dime! e poi puntualmente è così..C\’è voluto un pò di tempo affinche io mi riprendessi! ovviamente trovai unaltro lavoro ma l\’incubo non era finito perchè lui passava tutto il tempo instrada davanti al mio ufficio ed io non potevo più uscire da sola perchè luistava ulteriormente impazzendo senza di me. Cadde in depressione. Mesi e mesi aletto senza parlare, senza muoversi ed i figli mi imploravano di tornare acasa! Ho lottato contro me stessa ma non sono mai più tornata. Il problema erache la mia anima era \”dannata\”! Parlavo come lui, pensavo come lui, mimuovevo come lui e lui mi disse che ormai io ero lui e che non avrei mai piùpotuto stare con un altro uomo perchè nessuno mi avrebbe mai capita. Intantolavoravo e cercavo la mia serenità.. difficile ma io provavo a vivere ognigiorno superando crisi nervose, tossi nervose, ecc..Sul posto di lavori conobbi Battista, di 2 anni più grandi di me, vedovo, conun bimbo di 4 anni. Iniziò a starmi dietro con dolcezza. Dopo qualche mese cifidanzammo fino a quando lui chiese di sposarmi e che si sarebbe trasferitonella mia città con suo figlio. Il fantasma di Reno era sempre lì in agguatoed io lo combattevo di giorno e soprattutto di notte nei ricorrenti incubi cheavevo. Ci sposammo.Sembrava una persona dolce, affettuosa ma presto si rivelòuna persona cattiva anche con suo figlio che io amavo come fosse mio. Michiamava mamma anche se io ci tenevo a parlargli della sua mamma e gli avevomessa una sua foto in cameretta. Tutte le sere dicevamo una preghierina allagiovane mamma morta. Lasciai il mio lavoro per fare la \”mamma\”. Mio marito non c’era mai lavorava fuori e stava con noi solo nel weekend. Noi ci eravamo integrati perfettamente e le persone stentavano a credere con non fosse miofiglio. Quello è stato il periodo più bello della mia vita. Avevo un marito conil quale avevo un discreto rapporto, un figlio, la mia famiglia al piano disotto, gli amici tutto ciò che si può desiderare, fino a quella maledetta sera.Battista voleva un figlio ed anche a me sarebbe piaciuto molto, ma la miaamenorrea e l\’ipertiroidismo che nel frattempo era sopraggiunto… non potevoero sotto Tapazole per impedire che la mia forte tireodite peggiorasse. Suamoglie era morta a 21 anni con un ipertiroidismo mal curato e incinta di 4mesi! e cosa più importante volevo che suo figlio acquisisse più sicurezzaaffettiva non mi sembrava il caso catapultargli un altro bambino visto che eramolto geloso di me e che se anche accarezzavo un altro bimbo lui piangeva,vomitava e stava male! Quella sera lui tornò a casa, mi mise seduta e mi disse:\”domani mio figlio ed io ce ne andiamo perchè ho messo incinta un\’altra donnae tu non puoi più vedere il bambino perchè lui ti ama talmente tanto che non siaffezzionerebbe mai a quella che sarà la sua vera mamma\”. Dormì l\’ultimavolta con quello che consideravo \”mio figlio\” spiegandogli con calma e amoreciò che stava accadendo.. aveva 8 anni e lui pianse e dormì tutta la notteattaccato a me nel lettone e implorandomi di non farlo portare via dal padre emi chiedeva perchè gli altri bambini che hanno i genitori separati stanno conle mamme e lui doveva andare via da me! Dottore un dolore straziante maiprovato prima.. mi stavano strappando un pezzo di me e vedere quel \”ragnetto\”disperato mi faceva impazzire.. non potevo far nulla. Nulla. La mattina se l\’èportato via senza un briciolo di tatto, trascinandolo per un braccio mentre ilbambino si gettava a terra e gridava \”mamma ti prego non farmi portare via\”..Mamma.. ma io non ero la sua mamma e la legge dice questo! 3 mesi non hoparlato e trascorrevo le mie giornate seduta sulla poltrona a casa di mia madreimmobile.. ogni voce di bambino mi faceva correre alla finestra.. ma non era ilmio bambino. Lui ormai aveva un\’altra \”mamma\”! Stavo morendo dentro pianpiano. Raccolsi tutte le mie energie e uscii da casa un pomeriggio.. andai afare un colloquio di lavoro e mi venne proposto di andare a lavorare inun\’altra citta a 180 km. dalla mia. Accettai senza il volere dei mieigenitori. Lasciai tutto. Amici, genitori, benessere, villa.. tutto. E\’ statadura. Ero sola e l\’unica cosa che mi teneva in piedi erano i filmati del\”mio\” bambino. Prendevo la macchina nelle pause pranzo e correvo nella miacittà per vederlo uscire da scuola e salire in macchina della sua \”nuovamamma\”… che dolore… la lontananza non lenisce! Il lavoro non mi piaceva emi licenziai, ma continuai a stare qui. Piangevo tutti i giorni. Mi mancava.Era morta una parte di me. Da allora è stato un pellegrinaggio di lavori, diamori, ma il bimbo era sempre presente. Ora sono passati 11 anni. Io non l\’homai più visto, mai incontrato, ora avrebbe 18 anni e mi manca ancora come ilprimo giorno.. Il bimbo stette male anche lui, gli misero insegnante disostegno, urlava chiamandomi, crisi nervose e naturalmente un peggioramentoscolastico. Ora lo immagino un bellissimo ragazzo, intelligente, con unasorella o forse di più e che magari neanche ricorderà il mio volto! Da quelgiorno nn sono stata mai più felice veramente. Ho avute altre storie. Quasitutte con uomini separati e con figli.. ai quali ho voluto molto bene e che hoaccolto nella mia vita amorevolmente ma ovviamente non con la stessa intensitàdel \”mio bambino\”. Poi è arrivato Giovanni. 4 anni è durata la nostra storia!lui aveva 8 anni più di me. Senza figli. Uno scapolo incallito che non ha fattoaltro che dirmi bugie e farmi mancare quelle poche certezze che mi eranorimaste nella mia vita. All\’ennesima menzogna, l\’ho smascherato e l\’hopicchiato! Ci siamo lasciati da un anno dopo 4 di lascia e prendi. Io avreivoluto avere un rapporto normale, magari di convivenza, provando anche a fareun figlio, lui a 50 anni voleva continuare a fare il \”fico\”. Ora lui haun\’altra donna da un anno e non smette di mandarmi messaggi d\’amore.. tutti igiorni! Mi lascio con lui ed ero a pezzi.. già indebolita di mio! incontroDavid e conviviamo. Lui 2 figli. Nel frattempo io ho acquisita una personalitàforte, dicono, una determinazione mescolato ad una dolcezza di donna. Lepersone quando mi conoscono si appoggiano a me, mi chidono consigli, sono ilpunto di riferimento.. ma io mi sento tanto sola. I figli di david (6 e 11anni) mi adorano. Dopo un mese trascorso con noi nella mia casa, non voglio nopiù tornare dalla loro madre che è una persona fredda e che non gli fa sentirel\’amore che sicuramente ha per loro. Inizia un altro dramma. Carabinieri,denunce tra genitori ed io che cerco di placare il tutto. Parto per andare in calabria dalla sua ex moglie e instauro con lei un bel rapporto. Tra i due èguerra ma nel mezzo ci sono io che placo gli animi. A Novembre dello scorsoanno facciamo la fecondazione artificiale. Resto incinta ma lo perdo! Lavoravoin uno studio notarile da un notaio donna della mia età. Io sono una belladonna, posso dire, e questa notaio entra in spudorata competizione con me. Iocerco di vestirmi in maniera sempre più semplice per non far sentire lei indifficoltà visto che indossava i suoi vestiti per non meno di una settimana.Una persona sciatta e sporca.. sempre volgare e pronta a urlare comeun\’aquila.. Cerco di instaurare con lei un rapporto amichevole.. invano! Io però sono il frutto che Reno ha costruito.. una che dice quello che pensa.. equesto non piace a nessuno. Il lavoro mi piaceva molto e soprattutto per questasua ostilità nei miei confronti sono diventata bravissima proprio per non farmidire nulla! ma questo non è servito! urla, parolacce davanti ai clienti ed ungirno ho reagito alla sua alzata di mani..dicendole: \”notaio se mi alza lemani di nuovo io la faccio scendere dal balcone senza aprire la finestra\”.LICENZIATA! Era quello che voleva.. dopo 4 anni è riuscita a licenziarmi. Il 3febbraio ho perso il bambino, il 13 febbraio ho perso il lavoro e 4 marzo David se n’è andato di casa perchè ha conosciuta una donna che ha messo a lavorarenella sua attività dandole talmente tanti soldi che ha dovuto licenziare tuttii 3 dipendenti che aveva. Premetto che io non ho problemi economici e quindi non peso alle persone che ho accanto. Ora da marzo sono sola. Sto male perchè sento tanto il desiderio di avere accanto una persona che mi ama veramente esemplicemente, ma ormai sono convinta e sicura che non la troverò mai! Forse Reno mi ha dannata l’anima ed io sono imprigionata dentro me stessa.. Vivo sola nella mia casa con un giardino, 2 cani e un gatto e a volte resto in questo mondo proprio per loro.

NON HO UN ALTRA VITA PER CAMBIARE

Età: 35 Non fraintenda questa missiva.. nel 2000 ho lottato contro la parte negativa di un uomo influente che mi frequentava come amica intima.. scoperta la sua vita reale (brutta gente scelta come amicizie e giri analoghi..) ho cercato di fargli ritrovare un attimo di spiritualita’ e di buonsenso. io sono una persona lontana da certe cose,ancora legata ai valori della famiglia e delle cose “giuste”.. l’ho visto sciogliersi in pianto mano a mano che insistevo, poi pero’,mentre pensavo di avercela quasi fatta, si sono intromessi ” gli amici suoi” per impedire che lo portassi via da loro(naturale,un uomo influente a loro fa comodo,specialmente quando lo comandano e ricattano a bacchetta!).. io sola da una parte con le mie idee di buonismo, loro dall\’altra… lui ha scelto di sottostare al loro gioco.mi sono trovata picchiata piu’ volte(2 da lui medesimo) macchina distrutta da minorenni del suo giro,guai con la giustizia.. Lui ha protetto loro, ed io sono caduta nel baratro. perche’ non sono riuscita ad aiutare lui,perche’ sono cadute le mie convinzioni sul bene che sconfigge il male,sulla giustizia che trionfa,sulle chiacchere che chi fa del male poi ha indietro il suo tornaconto negativo. prima che scoprissi la sua parte \”brutta\”,era una persona dipotere,parlava sempre sul vago,ma lasciava chiaramente intendere di voler restare con me e con mio figlio che allora era piccolino. urlava ” ma perche\’bisogna fare del maLE!!\” QUANDO VEDEVA SCENE DI VIOLENZA IN TV… con tuttoquello che e\’ accaduto, ho perso completamente l\’interesse alla mia vita,alle mie cose personali,agli interessi personali.. curo abbastanza il mio aspetto ma anche gli uomini che sono arrivati dopo non hanno avuto il minimo significato. ogni comparazione e\’ fatta con l\’uomo che urlava\”perche\’bisogna fare del male… quando le cose si sanno in due e\’ gia\’troppo…pensavo mi prendessi in considerazione…..\” Ho perso interesse allavita..vado avanti e vivo in funzione di mio figlio.non ho piu\’ fatto progettidi carriera perche\’ ritengo che la mia vita sia finita quando non sonoriuscita nel mio compito.ho perso la fede in Dio..Con lui sono morti i mieisogni perche\’ il tipo di persona che era li rappresentava tutti. ho bisogno diaiuto,per ritrovare un mio motivo di esistere,sono diplomata,ma una personaqualunque fra tamnte. non cerco aiuto qui perche\’ ho paura che si rivalgano sul bambino (che ha solo me…).non rie3sco a capire PERCHE\’.perche\’ di tutto.nessuno riesce a darmi una risposta che non siano cazzate.la vita di ognigiorno,il tran tran quotidiano,sono spaventosamente vuoti di significato. mi sento,anzi sono scialba ed inutile qualunque cosa faccia. mi sento potenziale al minimo. non voglio piu\’ legami..forse vorrei dimenticare tutto e tornare indietro qualche anno dove ancora avevo speranze. non provo piu\’ amore per un uomo.sono incontri di sesso,anche con tenerezza ma passeggeri. non riesco o meglio non mi metto in condizione di legarmi anche se avrei bisogno di un aiuto concreto in termini materiali.. ho amato quell\’uomo piu\’ della mia vita,spero abbiate capito come e quanto mi sia messa in gioco su scontri forti..homesso tutte le energie che avevo per aiutare lui,al di fuori dei miei limiti,fino a bruciarmi completamente corpo ed anima. COSA DEVO FARE, E\’POSSIBILE PER QUANTO CONTINUARE A VIVERE E LOTTARE IN QUESTA MANIERA?HO ATTIMI CHE CORRO PER REALIZZARE QUALCOSA DI IMPORTANTE,POI MI GUARDO ALLO SPECCHIO EVEDO UNA DONNA CHE LOTTA CONTRO I MULINI A VENTO. NELLA VITA REALE QUESTE COSE NON LE CONFIDO A NESSUNO, MI VESTO E FINGO LA SERENITA\’ ANCHE FRA GLI AMICI EDI PARENTI. HO PAURA DI LASCIARM ANDARE,DEVO PENSARE A MIO FIGLIO,E\’ TUTTOQUELLO CHE HO E PER LUI SONO SUA MADRE(il papa\’ l\’ha abbandonato alla nascita).non riesco piu\’ neanche ad affrontare i problemi finanziari,lascio correre troppe cose e non tollero neanche piu’ lavori malpagati o padroni checercano di sottometterti o umiliarti. COSA HO? cosa faccio? non ho un’altra vita,ho solo questa e non si puo’ cambiare nemmeno quando e’ rovinata per sempre…..

La mia situazione presente non e’ difficile, e’ terrificante. Solo per aver scoperto la vera vita di quell’uomo mi sono trovata addosso una montagna di criminali. non si dimentica quando vieni picchiata a sangue, quando minacciano di farti portar via tuo figlio se parli e neppure quando tentano di farti passare per pazza per non essere credibile. non dimentico l’auto distrutta a sassate da un minorenne amico del mio “amore”…………… come puo’ dirmi di dimenticare, se per mangiare ho dovuto cercare un posto da cameriera lontano 70 km da casa?se ancora oggi devo sopportare gli strascichiin sede penale? mi hanno ridotto alla credibilita\’ di un topo di fogna, e nonposso fare niente.lui e\’ rimasto dalla loro parte e ancora oggi l\’hano fatta franca.L\’uomo che amavo non esiste piu\’.e\’ un\’altra persona,completamentenegativa. prima parlava d\’amore,ora solo di droga e orge. Su una cosa hatorto:avrei bisogno di un cambiamento drastico, non piccoli cambiamenti.. manon accadono i miracoli.quando perdi tanto,hai perso e basta. e non si potra\’mai recuperare alla pari. il passato E’ IL PRESENTE, NON SI PUO\’ LASCIARE ALLESPALLE. Quando si perde la fede in Dio non si recupera,e neppure l\’amore perla vita prorpia. Ho fatto un errore,ma sa quale? pensare alla vita di qualcunaltro.questo e\’ stato l\’errore. se non avessi avuto doti di altruismo osentimenti di Amore cosi\’ grandi,ora starei bene. alla faccia di chi dice chebisogna fare del bene.Non accetto \”l\’accanimento del destino\” come lo chiamaLei..La chiami deficienza,piuttosto, perche\’ se fossi stata piu\’ furba nonavrei pensato ad aiutare quell\’uomo im modo gratuito e usando pure le forze che non avevo. Cosi\’ invece ho anche appreso di non avere un granche\’ come famigliari,perche\’ davanti a problemi enormi non hanno saputo capire e stare al mio fianco.per paura,e per non avere grane da \”quelli\”.io ho fattosemplicemente la fine del topo.come ringraziamento per avere sentimenti umani.Ancora oggi e\’ piu\’ il tempo che resto chiusa in casa(al sicuro che iltempo che passo fuori. non esco dal circondario se non accompagnata daqualcuno(per essere piu\’ al sicuro in caso di altre minacce o botte o attacchivari).E non mi dica di andarmene,perche\’ mio figlio ha qui il suo piccolo mondo e la sua famiglia.Dove dovrei andare?a fare cosa? un’altracosa,dottore.. ora ho un carattere piu\’ nervoso(l\’opposto di 5 anni fa primache cominciasse tutto),a volte bestemmio(prima ero credente),non provo messun sentimento per un uomo(prima amvo piu\’ della mia vita).Nulla,non c\’e\’ piu\’nulla! Nadia ha finito la sua vita 5 anni fa.sono morte con lei le speranze edi suoi sogni. Vorrei averne,ma non riesco. Vorrei amare ancora in quellamaniera totale,ma ho un cuore freddo,duro,inesistente.mortoanch\’esso.Aggredisco le persone non ho piu\’ tolleranza(lo sto facendo anchecon Lei,dall\’inizio di questa mail.Il 90% di quello che vedo e sento dire sono cazzate di persone che chiaccherano senza avere provato.I piccoli cambiamentiche dovrei fare,avranno un risultato consistente fra 50 anni circa. non lesembra un po\’ troppo?sono gia\’ vecchia ora. desideravo un altro bambino. conlui che ne sentiva la mancanza. anche quel sogno e\’ morto,percghe\’ con tuttii problemi che mi hanno creato non posso piu\’ permettermi di rischiare…Nonho relazioni fisse e solide,amici fidati si, ma rapporti di coppia no. ognitanto un incontro a sfondo sessuale. mi lascio andare completamente in questifrangenti,senza inibizioni. poi il patner passa nella lista degli inutili equindi non li tengo in considerazione sulle cose importanti. Succede anchequesto,ora.. e\’ tutto un caos,un nulla, un niente sommato a uno zero. tuttovuoto,tutto senza importanza. Glie l\’ho detto, sto attenta solo ai bisogni dimio figlio. Le responsabilita\’ verso la mia esistenza sono fatica sprecatavisto che non c\’e\’ piu\’ niente da recuperare,che senso ha sprecare energiaper cose inutili? sono le 04,13 del mattino. Lei sara\’ a dormire,riposandosi per la giornata che sara\’ a venire.. pper lei e\’ piu\’ facile,perche\’ non hagrossi problemi. Si superano i lutti e le disgrazie perche\’ il cervello none\’ fatto per farci soffrire..io sono qui a scrivere, perche\’,magari, qualcosa salta fuori o forse perche\’ ho ancora una buona dose speranza viscerale,,,anche se so immotivata…forse ho anche sbagliato indirizzo,perche\’ e\’ lamia anima che e\’ volata via,non la mia mente che continua ad urlare\”perche\’!!!. bacio le mani e grazie per l\’attenzione (n.b.: ho cancellato delle parti che possono violare la privacy altrui).

Le testimonianze e le consulenze pubblicate sono pervenute con modalità anonima per cui non è possibile risalire al mittente o controllarne la veridicità. Inoltre testimonianze e consulenze, per motivi di privacy, sono state private di ogni riferimento dettagliato a situazioni e persone per cui ognuna di esse non è riconducibile a nessuna storia personale in particolare. Ad ulteriore tutela della privacy, chiunque in una delle testimonianze e consulenze pubblicate ravvedesse dei chiari riferimenti ad una sua vicenda personale, può richiederne la cancellazione contattando il Dott. Roberto Cavaliere.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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AMORI… STRANIERI

TESTIMONIANZE

rc83 Età: 23 Ho avuto una storia di quasi un anno con un ragazzo libico….e sono solo una decina di giorni che, quello che pensavo fosse l’amore della mia vita è finito…ho 23 anni e lui è stato il mio primo effettivo ragazzo( in passato frequentavo altre persone, ma non sono mai stata la loro ragazza).Mi sentivo ricambiata in tutto…..nonostante alcune volte mi sentivo messa da parte per i suoi amici, nonostante alcune volte avevo l’impressione che di me non gliene fregasse niente, stavo con lui perchè ero sicura del suo amore,del suo affetto: glielo leggevo negli occhi…mi parlava sempre di un futuro insieme, e sembrava essere sicur che saremmo stati insieme per sempre….poi la fine…..non ha ottenuto un permesso di soggiorno per lavoro…..quindi partirà, ritornerà nel suo paese per sempre!!!!mi sono sentita morire, non potevo immaginare il mio futuro, già pianificato, senza di lui….abbiamo deciso di restare amici, ma poi sono caduta nella disperazione più assoluta quando mi ha detto che finiva anche perchè non mi amava: sono la persona più importante della sua vita, mi vuole bene più di se stesso ma non mi ama….sono sprofondata…tutte le mie certezze sono svanite all’improvviso…mi sono sentita vuota, sola, abbandonata…ho vissuto un anno solo per lui…ho pensato solo a lui…e ora mi ritrovo sola, con me stessa e le mie paure….paura di restare sola per sempre, paura di ricadere nel tunnel di due anni fa, inseguito ad un lutto in famiglia, paura che lui possa stare con un altra……ho paura e tanta rabbia..ho paura di nonn farcela…voglio solo essere felice.

Bella Età: 32 Tutto è cominciato una sera poco prima dello scorso Natale. Volevo partire in missione e ho incontrato lui che nei luoghi della missione è nato.Non era bellissimi come i suoi connazionali, ma aveva un viso dolce, ammantato però da un velo di maliconia.S embrava la mia maliconia, l’ho riconosciuta, lui l’ha riconosciuta e abbiamo iniziato a conoscerci. Il suo cuore era uguale al mio: stesse ferite,stesse speranze. Poi l’amore, le promesse, il viaggio nella sua terra,la sensazione che nonsarebbe finito mai. E invece oggi è finito tutto; un’ora fa con una telefonata. Lui non torna questa settimana,deve girare ancora: io per una volta avevo bisogno di lui, avevo bisogno che mi dicesse ci sono. Ma non ha potuto, perchè io ci sono sempre stata per tutti e due: quando ha tentato di smettere di bere, quando ha perso il lavoro,quando gli amici lo hanno tradito. Ma ora non ha potuto esserci, perchè non c’ero io. Un mio recente lutto in famiglia, i miei problemi sul lavo,quelli di salute: no,la roccia che ero si è pian piano sgretolata e lui se n’è andato.Torna a fine mese: ma io a fine mese non ne ho bisogno, ne avrei avuto bisogno oggi. O forse volevo solo la dimostraizione che mi amava davvero. Non l’ha fatto gli ho vomitato addosso tutta la mia delusione, il mio dolore: e ora sono qui che non provo niente nessun dolore. Volevo sposarlo,ero pronta,sono cresciuta in questi mesi,con lui e per lui. Avevo preso il distacco dalla mia famiglia (sano) perchè sentivo che la mia famiglia era lui.E invece ora devo fare conti che non è così.Mi sto rendendo conto sola ora che nella morte di un amore sento anche la mortedi una dipendenza; sento che per essere amata non devo per forza darequalcosa,perchè posso essere amata per quallo che sono.Sento dolore e pace,paura e rinascita,sento il bisogno di lui: ma di quel luiche io avevo voluto vedere.I suoi sogni le sue parole erano diventate le mie azioni,ma lui non ha maiagito per mettere in pratica sogni e parole.o sempre fatto tutto io e nel momento in cui mi sono messa ferma,tutto èfinito.Vorrei poter non sentire il dolore,vorrei potermi svegliare ad agosto del2009,solo con la gioia nel cuore,ma so che ci devo passare: dal pianto dallasolitudine,dai ricordi…I ricordi: è strano ma la mia cinematografia dell’anima ora proietta soloquelli belli,quelli che mi hanno fatto arrivare fino a qui.Ma la vita non è un film e ora la mia anima deve fare i conti con questo. Devo uccidere la Bella che è in me e che voleva salvare la bestia: la Bestia deve prima di tutto salvarsi da se,deve prima di tutto amare davvero Bella pertrasformarsi in principe. Quanto tutto è iniziato era davvero come una favola e io da brava bambina mi ci sono buttata,perchè ai bimbi piaccione le favole. Ma quando ti svegli al mattino e senti che Bella è morta e c’è solo una donna la favola non ti basta più. Resta però l’amaro in bocca: come quando scopri che Babbo Natale non esiste,ma in fondo ci speri ancora. Si, lo confesso ,un po’ ci spero che la favola finisca bene, ma la donna mi dice che la vita ha bisogno di solida terra e non di polvere, nemmeno se è polvere distelle.Vorrei gridare al mondo intero il mio dolore…

Paola Età: 36 Gentile dottore, mi ritrovo in una situazione per la quale non so che decisione prendere e per questo mi rivolgo a lei in cerca di aiuto. ho conosciuto un uomo (un anno piu’ giovane di me), straniero (turco emusulmano), gia’ al terzo matrimonio e con una figlia di un anno.Il suo matrimonio e’ in crisi ma continuano a vivere sotto lo stesso tetto per il bene della figlia. Sara’ vero? non so … ci conosciamo da poco tempo (2 settimane) e non ho ancora molta confidenza. Ma il mio feeling a volte mi fa pensare e mi fa venire dei dubbi .Nonostante mi piaccia , e penso lo sia altrettanto per lui, mi sento confusa ;in altre parole , mi accorgo che la situazione non chiara di per se , mi puo’portare ad avere parecchie sofferenze in futuro (ma c’e’ futuro per questa storia? puo’ diventare una vera storia) e vorrei prevenirle ora magari rinunciando a questa storia. Ho sofferto parecchio e non vorrei ricadere in storie che mi facciano soffrire ancora. Perche’ ogni volta ho paura ? Il problema e’ che al mio ritorno ho scoperto di essere incinta.Mi sembrava che il mondo mi fosse caduto addosso; l’ho chiamato di nuovo per avere un aiuto ; ho abortito e mi e’ stato vicino anche se abbiamo passato una settimana bruttissima con forti tensioni. Ritengo che alla fine lui abbia semplicemente fatto il suo dovere. Ora triste , confusa , non forte mi ritrovo a ricevere le sue telefonate dove mi dice che non vuole rompere la relazione. Io cedo , voglio vederlo ma poi me ne pento ma non riesco a liberarmene; mi dico che ora ho bisogno di lui e lui se ne approffitta … non gli basta ancora il male che mi ha fatto ? il rapporto tra e’ pieno di forti emozioni : rido ,piango, sono felice , sono depressa …. tutto questo nel giro di 2 ore. Poi svanisce, poi ritorna … in che casino sono finita non so come affrontare la situazione e … sono stanca… . Cordiali saluti. Paola

 

Dott. Roberto Cavaliere

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AMORI OMOSESSUALI

Brano tratto la una lettera che Freud scrisse nel 1935 alla madre di un omosessuale e pubblicata in Lettere 1873-1939, a cura di E.L.Freud edito da Bollati Boringhieri, Torino 1960

“L’omosessualità, certamente, non è un pregio, ma non è qualcosa di cui ci si debba vergognare, non è un vizio, una degradazione e neppure può essere definita una malattia; noi la consideriamo come una deviazione delle funzioni sessuali , provocata da un certo blocco dello sviluppo sessuale. Molte persone stimabilissime, in epoca antica e moderna, sono state omosessuali, tra queste molti tra gli uomini più grandi (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc…): è una grande ingiustizia perseguitare l’omosessualità come un reat, ed è anche una crudeltà…

Chiedendomi se posso aiutarLa, evidentemente vuol sapere se posso eliminare l’omosessualità, e mettere al suo posto la normale eterosessualità. La risposta è, come tesi generale, che non non possiamo promettere niente del genere, in un certo numero di casi ci riesce a sviluppare i germi latenti delle tendenze eterosessuali, presenti in tutti gli omosessuali; nella maggioranza dei casi, questo non è più possibile…

Altra questione è quella di ciò che può raggiungere un analisi nel caso di suo figlio. Se è infelice, nevrotico, dilaniato da dubbi, inibito nei suoi rapporti personali, in tal caso un analisi può arrecargli l’armonia, la pace psichica e una piena capacità di lavoro, indipendentemente dal fatto se rimanga omosessuale oppure cambi. ”

 

TESTIMONIANZE

Sono un ragazzo di 34 anni,e vorrei tanto che lei dottore mi aiutasse a dare un senso alla mia storia prima che finisca di logorarmi più di quanto non abbia già fatto. Da circa quattro anni sono legato sentimentalmente ad un ragazzo mio coetaneo del quale mi sono innammorato nella convinzione,comune un pò a tutti gli inguaribili romantici,che fosse l’uomo giusto,l’uomo con il quale poter costruire qualcosa di importante,ignorando ed,al contempo,sconfiggendo quei biechi pegiudizi e quei falsi moralismi che spesso ci impediscono di vivere appieno la nostra vita.Ci tengo a precisare che vivo la mia condizione di omosessuale nella più assoluta tranquillità perchè mi sento ma soprattutto sono un ragazzo come tutti gli altri,con gusti sessuali diversi che nessuno ha il diritto di giudicare in quanto appartengono a quella sfera intima propria di ciascun individuo,etero o gay che sia. Di cosa quindi dovrei vergognarmi? Di amare una persona del mio stesso sesso? Di andare contro la comune morale? Il vero problema,invece,è che molti non comprendono,o fingono di non comprendere, che le sofferenze,le emozioni,gli stati d’animo sono gli stessi, così come le paure,le attese,le speranze e i sogni che qualsiasi storia d’amore comporta. Pertanto non mi sento di mancare di rispetto ne di offendere nessuno se ho deciso di dare libero sfogo ai miei sentimenti,e di non nascondermi dietro un castello di menzogne perchè sarebbe un’inutile quanto ingiusta violenza nei confronti di me stesso.Mi sono dichiarato alla mia famiglia ed ai miei amici all’età di 23 anni e sono orgoglioso di aver avuto il coraggio di uscire allo scoperto con fierezza e senza alcuna vergogna. Purtroppo,però,oggi tutta quella autostima che mi ha sempre contraddistinto comincia seriamente a vacillare in quanto mi sento prigioniero di una storia che mi sta lentamente annientando senza che io riesca a far nulla per oppormi.Eppure,memore delle esperienze passate,non mi sono lasciato andare subito,ma ho cercato di vivere i miei sentimenti con quel briciolo di razionalità che a volte non guasta.Ma come spesso accade,una volta abbassate le mie difese,sono stato risucchiato in quel vortice ciclonico chiamato amore che mi ha travolto in tutta la sua furia distruttiva.Ho dato tutto me stesso a quest’uomo,senza mai risparmiarmi e rinunciando a tanti aspetti che,fino ad allora,avevano fatto da contorno alla mia vita.L’ho collocato al centro del mio universo,ed il mio desiderio era solo quello di vederlo felice:come mi riempe il cuore anche un suo semplice sorriso.Inoltre ho sempre rispettato la sua scelta,pur non condividendola,di vivere nell’ombra per paura che la gente sapesse o solo sospettasse di lui.Ho rinunciato a molti dei miei amici perchè lui riesce a frequentare solo una ristretta cerchia di persone con cui si sente al riparo ma paradossalmente tutti i suoi amici sono gay,e nonostante conosca la mia famiglia, raramente accetta di venire a casa mia e solo se accompagnato da qualcuno.In quattro anni non mi ha mai detto un ti amo,un ti voglio bene,mai un gesto spontaneo e gentile,mai una parola dolce ma ha sempre innalzato un muro che mai sono riuscito a scalfire. Lui dice di avere difficoltà a manifestare i suoi sentimenti,di sentirsi bloccato ma in realtà questo suo blocco vale solo nei miei confronti dal momento che con gli altri ha slanci d’affetto davvero notevoli.Tuttavia la cosa che più mi ferisce è il tono astioso con cui mi si rivolge,i suoi assordanti silenzi quado siamo insieme,il veleno che mi riversa addosso senza motivo,il suo essere contiunamente in competizione con me,il suo non valorizzarmi mai e la sua incapacità assoluta di dialogo e confronto…..Mi vergogno a dirlo perchè lo reputo gravissimo ed umiliante ma spesso quando mi avvicino per baciarlo si scosta con una freddezza ed un’indifferenza che fanno molto male ma molto.Ho tentato di tutto per salvare questa storia ma ogni tentativo è risultato vano. Ciò nonostante stiamo ancora insieme ed allora mi chiedo: che senso ha continuare? perchè non mi lascia se non mi ama?ma soprattutto perchè non riesco a lasciarlo io?Tutti mi dicono che l’unico rimedio è voltare pagina ed andare avanti,ma pur provandoci,non riesco a porre fine a questa indicibile agonia.Eppure sono un bel ragazzo,realizzato lavorativamente,con una famiglia fantastica alle spalle,un ragazzo che non ha alcun problema a relazionarsi ed a mettersi in gioco,a cui piacciono le nuove sfide…Cosa mi manca per dire basta?Ho provato anche a parlargli apertamente, mettendo a nudo tutta la mia debolezza, ma la sua unica risposta è stata:”io sono fatto così,prendere o lasciare”…. Mi sento prigioniero di me stesso e non so proprio cosa fare……L’unica cosa di cui sono consapevole è che merito ben altro……

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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AMORI MERCENARI

Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi solzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male. […] Se scappi sarai in frantumi nello stesso modo ma il rimorso farà di te un uomo a pezzi per tutto il tempo che ti resta. E saranno pezzi ogni giorno più piccoli…” (Io uccido di Giorgio Faletti)

 

TESTIMONIANZE

TURISMO SESSUALE è la prima volta che entro in un forum… vivo un’esperienza strana e ho bisogno di parlarne al di fuori del mio giro di amiche, che non capirebbero… un matrimonio finito, due figli grandi, e mi ritrovo ancora piacente ma sola… vacanza in Giamaica con un’amica… ed è successo. Non ero andata là per sesso, non ci pensavo, ma è successo… l’atmosfera, il mare, la musica… sapevo che lui lo faceva per soldi, che lo aveva fatto con altre mille donne prima di me, ma era così dolce ed entusiasta della vita, così affascinante, che ho pensato solo a godermi il momento, convinta che non facesse parte della mia vita “normale”. Invece sono tornata, altre 2 volte, sempre da lui… una droga? Forse. Il problema è il senso di colpa, la vergogna: non è squallido per una donna della mia età, una signora rispettata e ammirata per la sua “classe”? e poi un altro problema: le richieste di soldi si fanno insistenti. Dice che la sua famiglia è povera, che lui guadagna troppo poco con il suo lavoro “normale”… ho ceduto, ma sto male. Non riesco a staccarmi da lui, ma mi sento… una donnaccia. Anzi, una donna triste e squallida, che non riesce a trovare gioia nel mondo in cui vive e la cerca altrove, in un paradiso artificiale… scusate lo sfogo… non so se fra voi c’è qualcuna della mia età che può capirmi… Lilli

Con molta umiltà ti scrivo per darti la mia opinione. Ci sono persone molto abili a manipolare e ad usare gli altri esclusivamente per i loro fini. possono avere una splendida immagine e possono anche affascinare, ma la sostanza è che vogliono prendere il più possibile, sia come soldi che come energie. Dalla mia esperienza ti posso dire che queste persone non cambiano e che ti possono portare in fondo agli abissi, perchè sono come una droga. Io credo che la cosa più sana sia allontanarsi, per non soccombere. e trovare la ricchezza al proprio interno, con grande solidarietà,

 

COLPA DEL MIO LAVORO ? Età: 36 caro dottore, mi scusi la mia scrittura, ma sono straniera. li raconto il mio problema .ho conosciuto un uomo di 37 anni che in passaato era stato ammalatto de delirio interpretativo,io la verita mi sono spaventata un po ,ma dopo molti tentativi non sono riuscita a lasciarlo,mi sono innamorata di questo uomo, lui non aveva mai avuto una relazione sentimentale con una donna che non fose apagamento.anche a me a conosciuto in quel momdo e la verita! ma lui mi a dettoche mi acettava comunque.lui voleva che io andase a convivere con lui …maquesto il suo passato mi dava paura.io ho lasciato quell lavoro ma lui ,altempo dopo diceva che io lo facevo ancora ,e non era vero,dopo ha inventato cheio ce lo un amante,ancora non vero.cosi mi ha trascinatta in una angoscia,tristeza ,irritabilidad ecc.non sto piu bene!!!!. poi lui mi ha tradita e ritornato a andare a sesso a pagamento e mi continua a molestare,che la colpa e mia ecc.come facevo andare a convivere con una persona cosi? tutto lo interpreta e in modo negativo,un mio sorriso,un pianto.lui e malatto! e aquestpunto pure io.dottore e possibile una guarigione per questa persona?io ci ho provato di tutto,pure ho parlato col spchiatra che ogni tanto lo sigue..ma non serve a nulla e il medico a le mie domande se lui e pazzo risponde con evasive tipo….NO PAZZO NO bordelain!per che questo uomo a pure la laurea.dottore credi che il mio ex lavoro a portato a questo uomo ha essere cosi? se io magari avrei fatto un altro lavoro questa gelosia non abrebbe mai iniziata? si avrei andatto a convivere questo no avrebbe mai suceso?.mi risponda per favore!!!adesso sto male e mi sento colpevole anche de la sofferenza di questa persona,per che io volevo solo dargli felicita,amore …ma e andatta diversamente.grazie de la sua gentileza,e aspetto la sua risposta.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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AMORE CRIMINALE

“Perchè tu possa correre dal tuo nuovo amante. No, davvero, mi costasse pure la vita, no, non partirò, e la catena che ci lega ci legherà fino alla morte… Tu non mi ami più, che importa, dal momento che ti amo ancora, io. Questa mano è abbastanza forte per rispondere di te. Io ti tengo, donna dannata, e ti costringerò a subire il destino che inchioda la ta alla mia sorte. Mi costasse pure la vita, no, io non partirò, e la catena che ci lega, ci legherà fino alla morte”. Opera Carmen di Georges Bizet

 

In Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo che diceva di amarla: nel 2005 sono state 134 e nel 2006 sono state 112 le donne assassinate da mariti, compagni, fidanzati e amanti che, una volta lasciati, non hanno fatto altro che pensare “O mia, o di nessun altro”.

Le notizie riportate sono più eloquenti di qualsiasi altra considerazione e coprono tutta la possibile statistica dei crimini per amore.

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03.08.2008 Vessy (GE): anziano uccide moglie affetta da Alzheimer. Una donna di 77 anni è stata ritrovata morta venerdì sera in una casa per anziani medicalizzata a Vessy (GE). In base ai primi elementi dell’inchiesta il marito di 79 anni l’avrebbe uccisa perché non sopportava più di veder soffrire la moglie affetta dal morbo di Alzheimer. In seguito l’uomo avrebbe tentato di togliersi la vita.

Uccide la moglie davanti ai carabinieri Repubblica — 12 gennaio 2008   pagina 1   sezione: MILANO Uccide con una coltellata la moglie, che stanca dei maltrattamenti subiti sta andando via di casa. L’ uxoricida, Amerigo Maira, 34 anni, tossicodipendente, a San Vittore fino a marzo per droga, tira fuori un coltello e con un solo fendente alla pancia compie la tragedia. Barbara Belotti, 32 anni, muore nella sua casa di via Kennedy 60, a Garbagnate, proprio mentre i carabinieri entrano nell’ appartamento per tentare di salvarla. «Un tipico caso di maltrattamenti in famiglia reiterati» dicono gli investigatori. L’ uomo era in cura per la sua dipendenza dalle droghe ed era stato dimesso mercoledì dall’ ospedale psichiatrico. «Abbiamo inviato una relazione in procura – dice Maria Teresa Ferla, primario del reparto di psichiatria dell’ ospedale di Garbagnate – segnalando la pericolosità sociale dell’ uomo».

 

Strangolata in casa, si cerca il fidanzato Tra le ipotesi, una lite poi degenerata –Giovani, belli e appassionati di bici amatoriale, così erano descritti i due giovani conviventi da chi li conosceva. Eppure qualcosa di ancora troppo misterioso si è abbattuto su quella giovane coppia: lei trovata morta con i vestiti addosso, sul letto del suo appartamento a Sansepolcro (Arezzo) completamente in ordine. Lui scomparso e irraggiungibile telefonicamente

Sansepolcro (Arezzo), 23 agosto – Per tutti quelli che li conoscevano erano come i fidanzatini di Peynet: giovani, belli, innamorati, persino accomunati dalla stessa passione, la bici amatoriale. Lei l’ha trovata la madre alle undici di mattina, sdraiata sul letto, morta, ancora col collo segnato dalle mani che l’hanno strangolata. Di lui invece non c’è traccia. Sparito, come un fantasma, come uno inseguito da un rimorso che non gli dà tregua. E’ stato lui ad uccidere? E’ stato lui a stringere la presa attorno alla gola del suo amore? I carabinieri lo hanno cercato per tutto il giorno e continuano a cercarlo. Il sottinteso è fin troppo ovvio, anche se è impossibile avere certezze in questa primissima fase dell’indagine.

L’auto con la quale Luca Ferri, 26 anni, si è allontanato dall’appartamento in cui è rimasto solo il corpo di Silvia Zanchi, appena 23 anni, la fidanzata di una vita. Cosa possa essere successo dopo è un mistero. Può essere che Luca sia scappato, può essere che divorato dal dolore di un attimo di follia abbia scelto anche lui di farla finita (ipotesi che i carabinieri non scartano affatto), può essere persino (ma è uno scenario residuale allo stato attuale delle indagini) che con questa storiaccia non c’entri niente, che fosse fuori di casa, che non abbia ancora saputo niente. In questo puzzle tutto da comporre si inserisce pure una tessera che non torna. Nella tarda serata di ieri, ad Anghiari, paese di origine di lui, è stato trovato il cadavere di un trentenne che si è impiccato. E’ un’altra storia, garantiscono gli inquirenti. Quella di Silvia e Luca comincia ufficialmente intorno alle undici del mattino, quando la madre di lei, Fabrizia, si precipita nella casa di via delle Città Gemellate, a Sansepolcro, in cui i due fidanzati vivono insieme da dicembre, in attesa del matrimonio che stanno già progettando. La figlia non ha mai risposto al telefono, ma certo neppure la madre si aspetta quel che si trova davanti in camera da letto: Silvia ormai fredda, seppure vestita, i segni bluastri sul collo. Il medico del 118 si rifiuta di firmare il certificato di morte: questo non è un decesso naturale. Il resto è il classico scenario di un omicidio. I periti della medicina legale di Siena, giunti a metà pomeriggio, datano la fine di Silvia alle undici e mezzo-mezzanotte. Quel che sia successo si può soloprovare ad immaginarlo in attesa che si sappia che fine ha fatto Luca. E’ possibile che ci sia stata una lite, magari il classico scontro fra innamorati, che in un attimo di smarrimento e di rabbia una mano si sia stretta troppo attorno al collo, che quando la coscienza è tornata fosse ormai troppo tardi. Poi, forse, il rimorso, un dolore sordo per l’eutanasia di un amore, la fuga lontano dalla memoria e a caccia dell’oblio.

Di certo, dicono all’unisono vicini, amici e parenti, Silvia e Luca non litigavano mai. Non c’erano mai stati segni di gelosia, non c’erano mai stati screzi, almeno in pubblico. La classica coppia invidiata da tutti, anche se la vita non era mai stata facile: operai entrambi, lui in un nastrificio, lei in un maglificio, si guadagnavano il futuro passo passo, a costo di sacrifici. Per pagare la casa che avevano comprato e nella quale Silvia è stata strangolata, la ragazza lavorava come cameriera in un hotel durante il week-end. I fidanzati frequentavano un circolo cicloturistico di Anghiari, la ‘Dynamis’: lui è un bell’atleta, lei dava una mano nell’organizzazione. Sempre insieme anche nell’ultima vacanza, pochi giorni fa, sulla riviera adriatica, pare. Chi l’avrebbe pensato allora che Silvia sarebbe finita strangolata e Luca l’unico sospettato?

Salvatore Mannino e Federico D’Ascoli

Fontehttp://lanazione.ilsole24ore.com/2008/08/23/113169 strangolata_casa_cerca_fidanzato.shtml

 

Usa/ Assolda killer per uccidere la moglie con spada da samurai Rockefeller Auguste era convinto che la donna lo tradisse

New York, 23 ago. (Ap) – Rockefeller Auguste pensava che sua moglie lo tradisse e ne ha fatto una questione di onore. Per questo ha pensato di lavare l’onta con una spada da samurai, ma, non volendo commettere in prima persona l’omicidio, ha cercato di assoldare un uomo che la uccidesse e le tagliasse una mano, in modo da recuperare, se non l’amore della donna, almeno il diamante da 27.000 dollari che le aveva regalato al matrimonio. Per sua sfortuna, il killer era in realtà un poliziotto sotto copertura e la donna, 26 anni, ha scampato il pericolo, viva e con entrambe le mani attaccate al corpo.

Auguste è stato tratto in arresto mentre si trovava nel suo ufficio di Manhattan e deve ora rispondere dell’accusa di essere il mandante di un omicidio e per il possesso illegale di arma. Secondo quanto reso noto dalla polizia, l’uomo, 35 anni, sarebbe un designer di uno studio di architettura e avrebbe dato al killer l’arma e un anticipo di 500 dollari.

L’uomo avrebbe cercato di assoldare l’assassino perché era molto arrabbiato per avere speso migliaia di dollari per un matrimonio che non è mai stato celebrato, i due erano infatti sposati solo con rito civile. La donna aveva lasciato la casa dove vivevano alcuni mesi fa, dopo avere sporto denuncia per violenze domestiche. Secondo quanto reso noto da Kevin Morgan, avvocato di Auguste, l’uomo non avrebbe precedenti penali.

http://notizie.alice.it

 

TRAGEDIA FIGLIA DI UN’OSSESSIONE Temeva che la donna volesse tornare dal marito. Una lettera d’addio alla madre per ricordare i suoi fallimenti in amore <Non mi lascerai anche tu>: uccide la convivente Fano: la colpisce con 4 coltellate, poi sale in auto e si da’ fuoco

FANO <TI amo>, ha scritto in un biglietto che ha posato vicino al cadavere della donna che aveva appena ucciso a coltellate. <Ti raggiungo>, ha poi segnato in un altro foglio, poco prima di darsi fuoco nella loro auto, dopo essersi cosparso di benzina. Era un grande AMORE, quello che legava Gabriele Daniele Cordara a Donatella Barbanti, conviventi da circa un mese in un paesino dell’entroterra di Fano, Calcinelli di Saltara. Un AMORE che l’uomo temeva di perdere. La sua compagna infatti, una donna appena separata dal marito, forse cominciava ad avere qualche dubbio sulla tenuta del nuovo rapporto, e forse non escludeva la possibilita’ di tornare assieme al marito. Ma Daniele e Donatella erano una coppia che si voleva bene, <molto affiatata>, raccontano ora i vicini di casa. Originario di Milano ma residente a Calcinelli da diverso tempo Cordara, che aveva 35 anni, faceva il parrucchiere in un negozio di Pesaro. La sua compagna, invece, 36 anni, disoccupata, era originaria della vicina Fossombrone. Poco piu’ di un mese fa aveva accettato di andare a vivere con lui. La donna aveva un figlio. In questo periodo lo aveva mandato in vacanza da alcuni parenti, per completare in tutta calma le pratiche della separazione dal marito. La possibilita’ di costruire un rapporto piu’ profondo era stata una spinta in piu’ per poter uscire dalla monotonia di un AMORE ritenuto esaurito con l’uomo che e’ il padre del suo bambino. Poi, pero’, aveva avuto qualche ripensamento, normale in un momento difficile come quello della separazione. E di questi tentennamenti di Donatella, Cordara soffriva moltissimo. Avrebbe ingigantito le difficolta’ della decisione della compagna, che gli aveva confessato i propri dubbi, le proprie inquietudini e di considerare anche la possibilita’ di poter un giorno tornare con il padre di suo figlio. Temeva di perderla per sempre. Cosi’ potrebbe essere nato il diverbio di domenica sera, da cui e’ scaturita la tragedia. La lite tra i due e’ avvenuta attorno alle 22 di domenica. I vicini di casa hanno udito urla, voci alterate, ed hanno pensato ad una lite. Poi, improvvisamente, il silenzio. Cordara aveva ucciso la compagna. Secondo la prima ricostruzione dell’OMICIDIO, l’uomo l’ha colpita con un lungo coltello da cucina. L’ha colpita tre, forse quattro volte, all’addome e alle braccia mentre la donna si accasciava sul pavimento. Poi ha sollevato il cadavere e l’ha adagiato sul letto. Ha scritto alcuni bigliettini con le frasi <ti amo> e <ti raggiungo>. Quindi, in cucina, ha scritto una breve lettera alla madre dove ha ricordato i suoi precedenti fallimenti sentimentali, il timore che anche Donatella lo abbandonasse e la crisi che stava attraversando. Subito dopo Cordara e’ salito sulla Fiat Tipo della coppia ed e’ partito alla volta di San Venanzio, un paese vicino Calcinelli. Qui, nei pressi di una cava di pietra, in un luogo appartato, e’ sceso dall’auto, si e’ cosparso il corpo di liquido infiammabile, forse benzina, e’ risalito sulla vettura e si e’ dato fuoco. Il bagliore ha richiamato l’attenzione di una persona che ha avvisato i carabinieri. Poco dopo i militari si sono recati a casa della coppia per avvertire Donatella della morte dell’uomo, ma l’hanno trovata uccisa e adagiata sul letto. La casa era in perfetto ordine, i bigliettini scritti da Cordara erano li’, vicino al cadavere. La donna non era riuscita neanche a difendersi. (j. p.)

http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1613181

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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AVERE CURA DELL’ALTRO: SINDROME DELLA CROCEROSSINA

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, 
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te. 

Vagavo per i campi del Tennessee 
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. 
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.

TESTO CANZONE “LA CURA” DI BATTIATO

 

Nelle problematiche e dipendenze affettive e relazionali ed in particolare nella Codipendenza, prendersi “cura” dell’altro, nel senso della canzone di Battiato, è un ritornello di fondo del proprio amore.

Ma siamo sicuri che prendersi cura, anche nella canzone di Battiato, abbia una valenza affettivo-assistenziale? O non è piuttosto un anelito, una speranza che si scontra con ben altra realtà? O addirittura tale atteggiamento sortisce l’effetto contrario? Come afferma la Norwood:

“Donne che amano troppo sviluppano relazioni in cui il loro ruolo è quello di comprendere, incoraggiare e migliorare il partner; questo produce risultati contrari a quelli sperati: invece di diventare grato e leale, devoto e dipendente, il partner diventa sempre più ribelle, risentito e critico nei confronti della compagna. Lui, per poter conservare autonomia e rispetto di se stesso, deve smettere di vedere in lei la soluzione di tutti i suoi problemi, e considerarla invece la fonte di molti se non della maggior parte di questi. Allora la relazione si sgretola e la donna piomba nella disperazione più profonda. Il suo insuccesso è totale: se non si riesce a farsi amare neppure da un uomo così misero e inadeguato, come può sperare di conquistare l’amore di un uomo migliore e più adatto a lei? Si spiega così come mai queste donne fanno seguire a una cattiva relazione una peggiore: perchè con ciascuno di questi fallimenti sentono diminuire il loro valore. E sarà per loro difficile rompere questa catena finchè non saranno giunte a una comprensione profonda del bisogno che le riduce a comportarsi così.”

Non dimentichiamo che prima di prendersi cura dell’altro, capire i suoi bisogni, è necessario prendersi cura di sè stessi, comprendere i propri di bisogni.

 

Testimonianza dal Forum

Mia madre non ha mai creduto fosse un danno negarmi le sensazioni che vivevo, così le risposte senza senso alle mie domande scomode, invece di chiarire, mi confondevano al punto che ero giunta a credermi incapace di sentire. C’è da dire pure che nella mia famiglia non servivano le parole perché tutto era chiaro per tutti, ma io ero molto piccola e non sapevo come fare, portavo diligentemente e silenziosamente la mia parte di fardello ma non ne capivo il senso. Mi sentivo una pazza. Con il tempo e il confronto con il mondo esterno, mi sono resa conto che non solo sentivo ma lo facevo prima degli altri, fino quasi alla chiaroveggenza. Figuriamoci! Sembravo matta peggio di prima. Un giorno di molti anni fa diedi una risposta a quello che oggi è il mio ex marito rispondendo alla fine di un discorso che però lui non aveva ancora fatto! Ne scaturì una lite furibonda e impiegai due ore per fargli capire quello che intendevo. Mi avevano insegnato che le situazioni scomode vanno risolte in fretta e senza spiegazioni come quando c’è una situazione di pericolo imminente: se vedo un bambino arrampicato su un cornicione al terzo piano, non mi metto a spiegare che si potrebbe far male, prima lo afferro e lo tiro via, poi gli spiego perché.

Ho sempre vissuto così: io giudico che una cosa che ti potrebbe far male, la risolvo prima che accada perché è così che si fa, tu non sai cosa sia accaduto, io mi offendo perché sei un ingrato che non apprezza! Ma è roba da matti! …e pure da presuntuosi. Che diritto ho io di togliere a qualcuno un pezzo di vita fosse pure doloroso? Ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di capire quel momento e oggi quando mi succede di percepire in anticipo certe cose, ho la pazienza di aspettare che il mio interlocutore mi faccia tutte le domande del caso oppure faccio la domanda “dove vuoi andare a parare?” e di questo ringrazio la mia analista. Non anticipo più gli altri nei loro percorsi e non fornisco più risposte a domande prima che mi vengano poste.

L’esempio lampante della mia guarigione definitiva l’ho avuto l’anno scorso quando mio figlio ha manifestato un certo calo di entusiasmo per lo studio :“vedi ma’, io lo so come ci si sente a prendere ottimo, lo faccio spesso! …allora hai deciso di vedere come ci si sente a prendere insufficiente? “Non so…” …lo studio è una cosa tua, e anche se io la considero una cosa importante, non lo fai per me. Nella vita ci sono cose che si devono fare, altre che si possono fare. Nella tua testa hai chiara la scala dei valori…vedi tu…sappi che molto probabilmente non ne sarai soddisfatto…
Alla pagella di metà anno i professori mi hanno chiamata e io dentro di me sorridevo già! INSUFFICIENTE! Solo in tre materie ma… pazientemente ho spiegato agli insegnanti quanto stava accadendo, quali erano le mie intenzione e con una certa soddisfazione, ho riscontrato che anche loro erano in accordo con me: questa prova con se stesso, gli sarebbe stata utile.
Tornata a casa ho dato la pagella a mio figlio che era così impaziente di leggerla…che faccia! Sembrava un fantasma! Dopo un po’ mi dice “ma’ avevi ragione…non mi piace mica prendere insufficiente.” 
…bèh meno male…sappi che adesso dovrai riparare.
Ecco ho imparato che non tutte le situazioni sono di grave pericolo! Ho avuto fiducia nella mia capacità di giudizio e in quella di mio figlio. Ho capito che non devo e non posso intervenire se il caso non lo richiede. Ho imparato a valutare e a fidarmi sia di me sia degli altri e anche se l’impulso primario sarebbe quello di intromettermi sempre e comunque, cerco di astenermi dal farlo.
Non è stato facile. Ho dovuto capire cosa scattava dentro di me in certi momenti e come fosse stata una serratura reale, ho dovuto riconoscere il clak. Adesso so che quando sento quel clak devo prendere fiato e ragionare: dico a me stessa che nessuno da un momento all’altro sarà travolto da una valanga, se non intervengo; mi fermo a sentire cosa emana la persona che ho di fronte e tutta la fiducia che mi ispira; mi fermo a ragionare su quali conseguenze può comportare realmente quel suo atteggiamento; non mi assumo responsabilità che non sono mie.
Se e quando intervengo, lo faccio in maniera molto chiara e sempre per me, cercando di non aspettarmi in cambio nulla. Presto favori solo quando le richieste sono esplicite e pretendo che lo siano, non mi faccio ingannare dal gioco “tu sai quello che voglio perché sei così sensibile”.

Rispetto le esigenze degli altri ma prima vengono i miei bisogni.

Averlo fatto prima! Ma forse non e mai troppo tardi per essere felici.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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