CONTROL FREAK – CONTROLLO E GIUDIZIO OSSESSIVO
Di seguito l’articolo pubblicato sul numero di novembre 2008 del mensile SILHOUETTE DONNA
Cara, ma quanto mi critichi?
“Ma cosa fai?”, “Stai attento!”, “Non ti accorgi che stai sbagliando?”, “E poi, dove pensi di andare oggi?”, “Ah bè, se credi sia importante…”. Giudizi, bacchettamenti ma anche critiche, commenti continui su quello che il partner dice o fa. A tutte sarà capitato, almeno una volta, di osservare una donna rivolgersi al marito o al compagno usando questo modo interrogatorio. O magari, per essere sincere al cento per cento, di essere per prime protagoniste di questo modo di fare.
* L’atteggiamento, del resto, è tipicamente femminile: si chiama “Control freak”, letteralmente “ossessione del controllo”, ed è il bisogno psicologico di una donna di passare ai raggi X il comportamento del partner per criticarlo o esprimere un commento sprezzante. Niente a che vedere con le osservazioni normali e fisiologiche che si pronunciano reciprocamente i partner di tutte le coppie: in questo caso è solo lei a ergersi a giudice dei comportamenti di lui, in un continuo bombardamento di commenti che porta l’uomo di turno ad avvilirsi sempre più e a vivere nel timore di sbagliare o di essere ripreso.
* Se può essere facile per molte riconoscersi in questo comportamento o ritrovarci le esternazioni di un’amica, ben più difficile è invece capire il perché si inneschi questa dinamica, comprendere le ragioni che spingono una donna a sminuire continuamente il partner e quest’ultimo a non reagire e ad accettare, per quieto vivere, le critiche ricevute. Lo abbiamo chiesto a uno psicologo esperto di dinamiche di coppia, che ci ha spiegato anche quali possono essere le strategie utilizzabili da entrambi per ritrovare equilibrio nei ruoli e armonia.
Lei giudica, lui si fa giudicare
Il Control freak è un atteggiamento che si manifesta sempre quando in una coppia c’è un partner dominante (in questo caso la donna) e uno più debole o “recessivo” (in questo caso l’uomo). Una relazione “vittima-carnefice” (in senso chiaramente non-violento, ma solo relazionale) che si instaura perché l’uno permette all’altro di esprimere il proprio ruolo, e viceversa: il carnefice ha in qualche modo bisogno della sua vittima e, a sua volta, la vittima sembra aver bisogno del suo carnefice, perché non fa nulla per uscire dalla condizione di subalternità.
* In realtà, però, lui e lei non sono così diversi come sembra. Anche se superficialmente sembrano opposti e complementari, sul piano psicologico sono molto somiglianti. E pur vivendo la dinamica del Control freak su fronti diversi, lo fanno per le stesse ragioni.
Lei
Un copione già visto. L’abitudine da parte di una donna di controllare e bacchettare il partner non nasce dal nulla, ma deriva dal fatto che durante l’infanzia lei ha visto la madre fare la stessa cosa con il padre, finendo per considerare la dinamica critica-sottomissione del tutto normale all’interno della coppia. Una volta diventata adulta, riproduce spontaneamente un copione affettivo già vissuto senza considerarlo affatto ossessivo o sbagliato.
Scarsa autostima. Il bisogno della donna di sottolineare sempre i difetti del compagno in realtà non rivela una forte personalità né la presunzione di essere sempre nel giusto, come sarebbe facile dedurre. Paradossalmente, significa che all’origine del suo comportamento c’è profonda insicurezza e scarsa autostima. Il fatto di non accettare i difetti del partner rivela, infatti, che sono i suoi stessi difetti che in realtà non accetta, e che attaccare lui la solleva dall’attaccare se stessa. Una donna molto impegnata e oberata dal senso del dovere critica continuamente i gesti di superficialità e di libertà del partner perché in realtà vorrebbe per se stessa un po’ di leggerezza. In effetti, se una donna fosse soddisfatta di sé accetterebbe con gioia anche i comportamenti del partner, lo lascerebbe libero di parlare e agire senza sentirsi arrabbiata o sentire il bisogno di riprenderlo con fare pignolo.
Lui
Un copione già visto. Anche il partner che subisce gli attacchi tipici del Control freak molto probabilmente ha assistito in passato a episodi di prevaricazione da parte della madre sul padre. Per questo, considera “accettabile” che la compagna lo bacchetti ed eserciti continuamente il diritto di correggerlo senza reagire o rivendicare una libertà di azione, preferendo la via della pazienza e della tolleranza.
Scarsa autostima. Facile immaginare che all’origine del comportamento dimesso e passivo dell’uomo ci sia un problema di insicurezza e di fragilità. Altrimenti, perché accetterebbe di essere controllato a vista e bacchettato dalla partner? Chi fa parte di questa dinamica di critica-sottomissione ritiene infatti siano in parte “giuste” le correzioni ricevute dalla compagna e pensa di avere dei limiti evidenti che meritano di essere sottolineati e giudicati. A volte, addirittura, inconsciamente offre alla compagna l’occasione per essere ripreso, per ricevere la punizione che pensa di meritare.
Il momento rivelatore: in pubblico
La dinamica di coppia tipica del Control freak ha una caratteristica: non avviene solo in privato, al riparo dagli sguardi degli altri, ma anche in pubblico.
* Quante volte capita, infatti, di ritrovarsi a una cena fra amici e accorgersi che le critiche di una delle donne presenti verso il compagno sono troppo insistenti e spiacevoli? Molte. In quei casi, all’inizio, si cerca di capire se si tratta di una gag simpatica di coppia, controllando se la reazione di lui sia ironica o di scherno. Quasi subito, invece, ci si accorge che lui incespica, abbassa lo sguardo e mostra un sorriso tirato, dimostrando chiaramente come quello non sia altro che un clichè di vecchia data e non un canovaccio interpretato per il pubblico.
* Le razioni dei due, in questa circostanza, sono interessanti: da una parte, lei non si rende minimamente conto di aver denigrato il partner davanti a tutti, sicura piuttosto di aver fatto un gesto magnanimo per aiutarlo a migliorare. Dall’altra, lui sprofonda nell’imbarazzo, preoccupato dell’immagine che ha dato agli altri di sé e della reazione più giusta da mostrare per non peggiorare la situazione e svelare ancora di più la relazione con la sua compagna.
* Questa situazione apparentemente critica ha, in realtà, un suo risvolto positivo: nel momento in cui la dinamica di controllo si svela in pubblico, il partner acquista la giusta consapevolezza del ruolo che ha nella coppia, e d’un tratto gli diventa impossibile accettare ciò che invece, a casa, gli è facile sopportare. Questa presa di coscienza, seppur limitata per il momento soltanto a lui, è il punto di partenza per iniziare a scardinare l’automatismo di critica e di sottomissione.
Strategie per due
Cosa fare per uscire dal meccanismo in cui lei è controllore spietato e lui controllato a vista? Chiarirsi, purtroppo, serve a poco. La donna che ha un atteggiamento Control freak, infatti, pur essendo in grado di riconoscere che la quantità dei commenti espressi al compagno/marito è esagerata, è pienamente convinta che la qualità delle sue osservazioni sia utile per il miglioramento del partner. Quindi, anche qualora lui desideri modificare la situazione, si scontrerà per sempre con un muro di gomma affidandosi solo al chiarimento verbale.
* Per riuscire a scardinare il rapporto di critica-sottomissione occorre dunque adottare delle strategie che aiutino anche lei a prendere coscienza della dinamica di coppia che innesca. Tre i suggerimenti che possono servire in tal senso.
- Per entrambi: Ricorrere all’aiuto una terza persona che insista non sul contenuto del dibattere ma sulla dinamica di relazione. Una persona esterna alla coppia, come un amico fidato, un familiare o, in alternativa, uno psicoterapeuta specializzato nella terapia di coppia, che sia riconosciuto da entrambi come una persona autorevole e sincera che possa fare da “mediatore”. Il suo ruolo potrebbe essere quello di raccontare alla coppia (e in particolare alla donna) come appare dall’esterno, la dinamica che instaura, senza entrare nel merito delle discussioni e senza prendere le parti di nessuno. A partire dalla domanda “vi accorgete che vi comportate così?”, il “mediatore” potrebbe aiutare entrambi a riflettere sul perché del loro comportamento. Potrebbe chiedere a lei: “perché senti il bisogno di criticarlo?”, “cosa non ti piace di lui?”, “è fondamentale per te correggerlo?”. E a lui: “perché accetti di essere giudicato?”, “fai lo stesso con lei?”, ecc. A partire da queste domande, potrà aiutare entrambi a prendere coscienza delle ragioni personali che li spingono a perpetrare questa dinamica.
- Per lui: nel tentativo di scardinare la dinamica ciritica-sottomissione, una strategia utile che il partner può mettere in atto è il ricorso alla battuta ironica. L’ironia, infatti, ha la capacità di sbaragliare qualsiasi provocazione, di spiazzare, sorprendere chi desidera assestare un attacco. Ad esempio, se lei dice: “se continui a mangiare così diventerai un elefante!”, rispondere “già, ma il mio modello è la balena”. E’ la tecnica del bullismo, negativa in tutti i contesti di gruppo ma funzionale in questo caso per difendersi dall’attacco critico e per spiazzare la compagna, mostrandole l’inopportunità dei suoi continui commenti.
- Per lei: una volta riconosciuto di avere una propensione a mettere in atto un comportamento Control freak, è importante che lei cominci a lavorare sulla propria autostima. Questa è sicuramente la parte più difficile sul piano psicologico, perché richiede tempi molto lunghi e la disponibilità a modificare meccanismi di controllo e dipendenza di vecchia data. Una strategia utile può essere quella di concedersi più spazi di autonomia, evitando di condividere tutte le attività con il partner, dedicandosi a hobby e interessi personali, privilegiando il tempo trascorso con le amiche/amici, curando la propria bellezza e il proprio benessere. A partire da questo lavoro personale, sarà meno importante per lei tenere sempre sotto controllo il partner, e diventeranno prioritari i suoi impegni e la sua soddisfazione personale.
Elena Goretti
Consulenza di Roberto Cavaliere, filosofo, psicologo, Presidente dell’ASIPDAR (Associazione per lo studio e l’intervento sulle problematiche e dipendenze affettive e relazionali).
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
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